CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 giugno 2008
22.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 26 giugno 2008. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Ugo Martinat.

La seduta comincia alle 8.30.

DL 85/08: Adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
C. 1250 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 24 giugno 2008.

Andrea GIBELLI, presidente, ricorda che la Commissione deve deliberare oggi il parere sul decreto-legge in esame alla I Commissione. Invita quindi il relatore ad illustrare alla Commissione la sua proposta di parere.

Ignazio ABRIGNANI (PdL), relatore, ringrazia il Presidente ed illustra una proposta di parere favorevole con un'osservazione che tiene conto degli elementi di riflessione emersi nel corso del dibattito (vedi allegato).

Andrea LULLI (PD) ricorda le conclusioni dell'indagine conoscitiva sul turismo svolta nella precedente legislatura, che avevano evidenziato criticità nell'applicazione della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione, in base alla

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quale le funzioni relative alla materia del turismo sono state assegnate con competenza esclusiva alle regioni. Esprime perplessità sul fatto che il Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, possa svolgere un efficace coordinamento delle politiche del turismo, che sono attualmente molto diversificate sul territorio nazionale.

Ignazio ABRIGNANI (PdL), relatore, sottolineato che il settore del turismo riveste un'importanza strategica per l'economia nazionale e che deve essere migliorata l'efficienza complessiva del sistema sul territorio, ricorda che la devoluzione della legislazione sul turismo alle regioni è norma di rango costituzionale. Ricorda altresì il Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo è la struttura di supporto al Presidente che opera nell'area funzionale «turismo» per l'esercizio delle competenze statali in materia di turismo, attribuite al Presidente del Consiglio, dal decreto legge n. 181 del 2006, rilevando che il Governo ha più volte manifestato la sua attenzione per lo sviluppo delle grandi potenzialità del settore.

Andrea GIBELLI, presidente, evidenzia la necessità di realizzare un'efficace azione di coordinamento delle politiche del turismo fondamentali per lo sviluppo del sistema Paese.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Doc. LVII, n. 1.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Andrea GIBELLI (LNP), presidente, ricorda che la Commissione inizia oggi l'esame del DPEF 2009-2013, che dovrà concludersi nella giornata del prossimo martedì 1o luglio.
Invita quindi il relatore ad illustrare il provvedimento.

Enzo RAISI (PdL), relatore, rileva che, per quel che concerne gli andamenti macroeconomici, il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) tiene necessariamente conto del dato che l'economia italiana sta attraversando un momento particolarmente difficile, sia dal punto di vista congiunturale che strutturale, collegato in gran parte al rallentamento dell'economia mondiale, soprattutto statunitense, e all'apprezzamento dell'euro.
L'evoluzione dell'economia mondiale nel medio termine risulta incerta a causa di tre principali fattori di rischio: in primo luogo, il rallentamento dell'economia statunitense; quindi, l'incertezza sull'ampiezza e la durata della crisi finanziaria; infine, le quotazioni del greggio e dei prodotti alimentari che potrebbero generare rischi considerevoli.
Per quanto concerne l'economia italiana, occorre anzitutto sottolineare che nel corso degli ultimi trimestri la crescita economica ha mostrato la tendenza ad un graduale affievolimento. Peraltro, l'espansione del PIL nel primo trimestre del 2008 si è sviluppata al di sopra delle aspettative, con una crescita dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente; tenuto conto di questi risultati e dell'effetto di trascinamento negativo proveniente dal 2007, la stima di crescita nel 2008 è pari allo 0,5 per cento. Il DPEF mette in luce che gli elementi di crisi del sistema mondiale cui si è fatto riferimento colpiscono l'Italia in misura maggiore rispetto agli altri Paesi dell'area euro poiché si inseriscono in un contesto di bassa produttività, di scarsa competitività delle imprese e di problemi strutturali ancora rilevanti.
Nel 2008 i consumi privati crescerebbero dello 0,2 per cento, mentre l'apporto delle esportazioni dovrebbe risultare positivo

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per lo 0,3 per cento. La spesa delle famiglie è prevista in forte decelerazione, per il rallentamento del reddito disponibile reale. Gli investimenti in macchinario e attrezzature mostrerebbero un andamento negativo, in ulteriore decelerazione rispetto al 2007; anche gli investimenti in costruzioni dovrebbero decelerare rispetto al 2007, a causa dell'esaurimento del lungo ciclo espansivo del settore.
Le esportazioni sono stimate in rallentamento rispetto alla dinamica espansiva del 2006-2007 (2,1 a fronte del 5,6 per cento); la dinamica delle importazioni, risentendo del rallentamento della domanda interna, mostrerebbe un incremento inferiore rispetto alle esportazioni (1,1 per cento), risultando comunque ancora negativo il deficit di parte corrente della bilancia dei pagamenti. Anche il settore dell'industria in senso stretto è previsto in contrazione; l'inflazione interna, infine, mostrerebbe una dinamica sostenuta (2,9 per cento).
Le previsioni macroeconomiche per il 2008 sono state riviste al ribasso in misura consistente rispetto alle previsioni del DPEF 2007; in base alle attuali proiezioni, nel 2009 il tasso di crescita del PIL risulterebbe pari allo 0,9 per cento, trainato dalla domanda nazionale (0,8 per cento). Nel quadriennio successivo la crescita media del PIL si assesterebbe di poco al di sotto dell'1,5 per cento; la crescita delle esportazioni dovrebbe risultare nel 2009 inferiore a quella del commercio mondiale ma in tendenza di recupero di competitività, portando anche ad un miglioramento della bilancia commerciale. Il settore dell'industria in senso stretto mostrerebbe un incremento dello 0,5 per cento rispetto al 2008.
Per quanto concerne il quadro della finanza pubblica, il DPEF sottolinea che la dinamica del debito pubblico dal 1980 al 2007 mostra uno spartiacque in corrispondenza del 1994: prima, il rapporto debito/PIL è cresciuto costantemente (dal 56,9 al 121,8 per cento), dopo ha intrapreso una fase di discesa fino a raggiungere il 103,8 per cento nel 2004. Nel biennio successivo ha cominciato a risalire per poi scendere nuovamente nel 2007 al 104 per cento del PIL.
Per il 2008, occorre rivedere i dati programmatici del DPEF 2007 che indicavano l'indebitamento netto e l'avanzo primario al 2,2 e al 2,7 per cento; l'aggiornamento degli andamenti tendenziali dei saldi di finanza pubblica comporta una revisione del rapporto deficit/PIL al 2,5 per cento, causato dalle minore entrate nette.
Un peggioramento più consistente, pari a 0,5 per cento punti di PIL è stimato per il 2009, e riflette una più significativa riduzione delle entrate fiscali in coerenza con la diminuita crescita; le spese sono stimate in leggero aumento, trascinate dalle spese corrente (mentre le spese in conto capitale sono in contrazione). Il peggioramento del quadro tendenziale si riflette solo in parte nel 2010, in cui si stima un indebitamento netto del 2,1 per cento; per gli anni successivi è attesa un'ulteriore lieve riduzione del deficit a legislazione vigente.
In tale quadro, l'azione del Governo si muoverà per raggiungere - in coerenza con i vincoli europei - il pareggio di bilancio nel 2011, adottando peraltro una strategia altamente innovativa, a partire dall'anticipazione a prima dell'estate della manovra finanziaria, che rende attuativi gli interventi delineati in sede programmatica nel presente DPEF.
Tali interventi si articolano in quattro strumenti normativi: un decreto-legge recante misure urgenti da attuare a decorrere dal secondo semestre 2008; un disegno di legge recante le norme per realizzare gli obiettivi programmatici al 2011; due ulteriori disegni di legge concernenti l'attuazione del federalismo fiscale e norme volte alla costituzione di un codice delle autonomie nonché interventi per Roma capitale.
Nel complesso, la manovra finanziaria netta si sviluppa secondo un profilo triennale, che per il 2009 ammonta a circa lo 0,6 per cento del PIL, per poi incrementarsi all'1,1 e raggiungere nel 2011 l'1,9 per cento.

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Gli obiettivi finanziari vengono confermati: l'indebitamento netto viene fissato al 2,5 per cento del PIL nel 2008, al 2 per cento nel 2009, all'1 per cento nel 2010 fino a raggiungere il pareggio nel 2011. L'avanzo primario si collocherà al 5 per cento nel 2013.
Per quanto riguarda le materie di competenza della X Commissione, osserva che la strategia del Governo delineata nel DPEF è volta a stimolare la crescita dell'apparato economico verso lo sviluppo, rimuovendo i vincoli, concentrando e applicando la forza della leva pubblica sui punti strategici essenziali per produrre ricchezza, in combinazione con l'azione delle imprese.
L'azione del Governo si articolerà, in particolare, su una serie di iniziative innovative. Tra queste, la concentrazione degli interventi del Fondo per le Aree Sottoutilizzate a favore di settori strategici, con riferimento a infrastrutture energetiche, reti di telecomunicazione, servizi di trasporto, sicurezza, tutela dell'ambiente, trattamento dei rifiuti, internazionalizzazione delle imprese; la produzione di energia nucleare, attraverso la definizione delle tipologie di impianti, delle procedure autorizzative, dei criteri di localizzazione dei siti nucleari; la liberalizzazione dei servizi pubblici al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza e di libera prestazione dei servizi; il sostegno allo sviluppo delle reti di comunicazione di nuova generazione al fine di consentire la celere realizzazione delle infrastrutture di comunicazione elettronica a banda larga; il rafforzamento dei distretti, favorendo l'integrazione di piccole e medie imprese, sostenendo la tradizionale organizzazione dei distretti con l'estensione dei vantaggi di carattere fiscale, finanziario e autorizzatorio e consentendo libere forme di collaborazione senza limitazioni di carattere territoriale; la previsione di fondi per l'innovazione destinati alla realizzazione di iniziative produttive ad elevato contenuto di innovazione, attraverso la costituzione di appositi fondi di investimento con la partecipazione di investitori pubblici e privati, articolati in un sistema integrato tra fondi a livello nazionale e reti di fondi locali; la previsione di esenzioni e facilitazioni fiscali a sostegno delle start-up. Sono previsti inoltre interventi a sostegno del Sud, tra i quali la nuova Banca del Mezzogiorno a partecipazione dello Stato, degli enti locali e degli altri organismi pubblici con lo scopo di favorire la crescita delle regioni meridionali.
Il DPEF individua inoltre una serie di interventi di perequazione tributaria, necessari al rilancio del sistema industriale; fra questi: la rimodulazione della base imponibile specifica per alcune industrie operanti nel settore dell'energia; l'incremento dei diritti statali di estrazione mineraria; l'introduzione di una addizionale che aggiunta all'aliquota ordinaria del 27,5 per cento porta l'imposizione complessiva IRES al 33 per cento; l'armonizzazione del regime fiscale delle cooperative. La competitività del sistema è favorita anche dalla semplificazione normativa che è una delle condizioni per il recupero delle capacità di sviluppo del Paese. A tal fine si procederà sulla strada della semplificazione dei controlli amministrativi a carico delle imprese.
Per quanto riguarda le privatizzazioni, nel DPEF si ricorda che dal 2006 il processo di privatizzazione del Paese si è sostanzialmente interrotto per una molteplicità di cause. In primo luogo, la quota di possesso del Ministero dell'economia e delle finanze è ormai prossima alla soglia del 30 per cento per le società quotate detenute direttamente dallo Stato (ENI, ENEL e Finmeccanica). Si evidenzia, altresì, che eventuali ulteriori cessioni di pacchetti azionari - che avrebbero l'indubbio beneficio di generare consistenti introiti in tempi relativamente brevi - esporrebbero il Paese al rischio di una perdita del controllo su aziende tra i principali attori a livello internazionale, operanti in settori strategici quali l'energia elettrica e il gas e il militare/alta tecnologia. In secondo luogo, dopo l'ondata di cessioni di partecipazioni pubbliche che ha riguardato gli anni novanta e i primi anni del nuovo decennio, il portafoglio dello Stato, pur ancora consistente, è caratterizzato

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dalla presenza di aziende che per entità, tipologia del business, peculiarità normative, o per elevate problematicità di natura finanziaria ed economica non risultano tali da essere oggetto - anche in un'ottica di medio termine - di processi di privatizzazione. In altri casi, si tratta di società con potenziale attrattiva per il mercato, ma che sono tuttora oggetto di importanti processi di ristrutturazione o che necessitano di non facili interventi di razionalizzazione e di individuazione di un quadro regolamentare certo prima di un loro collocamento in un ambito privato. È intendimento dichiarato, comunque, del Ministero dell'economie e delle finanze riattivare un processo di privatizzazione cogliendo, per quanto possibile, opportunità di mercato e di contesto che possano consentire la riallocazione in mani private di asset mobiliari pubblici, riattivando un virtuoso percorso di riduzione del debito dello Stato.
Nel DPEF si sottolinea, inoltre, l'impegno del Governo a completare la privatizzazione di Alitalia entro i prossimi mesi, secondo la linea tracciata dai recenti interventi normativi.
Per quanto attiene alle società direttamente controllate dallo Stato, nel corso dei prossimi anni potrebbero essere realizzate operazioni aventi ad oggetto Poste italiane e Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato-IPZS SpA. Nel Documento non si esclude, inoltre, che anche per la SACE possa individuarsi un percorso che preveda direttamente o indirettamente un rilevante intervento da parte di soggetti privati.

Andrea GIBELLI, presidente, nell'imminenza dell'inizio dei lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 26 giugno 2008 - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 13.40.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Doc. LVII, n. 1.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella parte antimeridiana della seduta odierna.

Andrea GIBELLI, presidente, ricorda che, come concordato al termine della seduta antimeridiana, la Commissione è nuovamente convocata sul seguito dell'esame del DPEF per consentire ai colleghi lo svolgimento degli interventi.

Gianluca BENAMATI (PD) ringrazia il Presidente per aver previsto nella giornata odierna un ulteriore spazio di discussione del DPEF, considerati gli esigui tempi di esame previsti per le Commissioni in sede consultiva.
Osserva che il DPEF fornisce indicatori di crescita fondati su stime credibili. L'obiettivo di azzerare l'indebitamento netto entro il 2011 è fondato su previsioni di crescita e su una serie di manovre economiche. Rileva tuttavia che, al momento, non si prevede una diminuzione della pressione fiscale che ha costituito uno dei punti rilevanti del programma dell'Esecutivo. Sottolinea che nel Documento non sono identificate con chiarezza le misure di defiscalizzazione né interventi significativi sul costo del lavoro, realizzati nella precedente legislatura dal Governo Prodi.
Con riferimento alle materie di competenza della Commissione, ritiene che le questioni energetiche dovrebbero essere inquadrate nello scenario più ampio dell'approvvigionamento energetico. Dall'impostazione complessiva del DPEF, sembra inoltre emergere che il previsto pareggio del bilancio entro il 2011 dovrebbe essere raggiunto con manovre di contenimento della spesa, di cui sarebbe opportuno comprendere i dettagli per valutarne gli impatti sulla vita dei cittadini.

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Andrea GIBELLI, presidente, sottolinea che la tematica dell'energia nucleare impegnerà in maniera consistente i lavori della Commissione nel corso della legislatura. Osserva che dal DPEF e dai provvedimenti finora adottati dal Governo emerge la volontà di definire una strategia complessiva sull'approvvigionamento energetico al fine di raggiungere gli standard europei in relazione alla quota di fonti rinnovabili e alla composizione del mix energetico.

Gianluca BENAMATI (PD) ringrazia il Presidente per la precisazione che ha colto lo spirito della sua osservazione in materia di energia, ritenendo che la scelta del nucleare debba essere definita sulla base di una politica energetica nazionale di medio e lungo periodo. Per giudicare gli intendimenti dell'Esecutivo è necessario disporre di un quadro d'insieme che spieghi le strategie in materia di energia, tenendo conto che la situazione attuale è il risultato delle politiche condotte negli ultimi vent'anni.

Ludovico VICO (PD) manifesta preliminarmente il disagio di trattare materie così rilevanti in tempi decisamente ristretti e lamenta l'eccessivo numero di provvedimenti adottati dal Governo in materia economica che ha provocato - come ha rilevato il Presidente della Repubblica - un ingorgo istituzionale. Lamenta che la Commissione non potrà avviare alcun approfondimento della manovra finanziaria che sarà approvata prima della pausa estiva, non essendo previsti adeguati tempi di esame per poter svolgere la necessaria attività conoscitiva. Nel merito del DPEF, evidenzia la necessità di fare chiarezza sui tempi di utilizzo dei Fondi per le aree sottoutilizzate.

Andrea GIBELLI, presidente, rileva che i numerosi provvedimenti finora adottati dal Governo, in questa prima fase della sua attività, in alcuni casi non hanno consentito alle Commissioni di poter svolgere un adeguato approfondimento e che i tempi d'esame del DPEF non dipendono dalle scelte della presidenza della Commissione. Sarà possibile svolgere un lavoro più efficace, nel momento in cui saranno assegnati alla Commissione provvedimenti per i quali è competente per materia. Rileva altresì che i provvedimenti d'urgenza in materia economica, cui il deputato Vico ha fatto riferimento, dispongono di tempi limitati d'esame; tuttavia, le Commissioni potranno adeguatamente approfondire i provvedimenti collegati alla manovra finanziaria. Osserva infine che la Conferenza dei presidenti di gruppo rappresenta il luogo privilegiato di confronto per le modalità dei lavori parlamentari.

Enzo RAISI (PdL), relatore, pur condividendo i rilievi del deputato Vico sull'ordine dei lavori, ritiene che il punto essenziale consista nella competenza della X Commissione su numerose disposizioni recate dai provvedimenti adottati dal Governo in materia economica. Ritiene, infatti, che la Commissione dovrebbe esaminare nel merito questi provvedimenti e non avere una funzione meramente consultiva, evidenziando che le audizioni sono efficaci, se si ha la possibilità di modificare i provvedimenti in esame. Sottolinea altresì che i contenuti del decreto-legge n. 112 del 2008, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, impegnano la politica del Governo per il prossimo triennio e che appare, pertanto, necessario che la Commissione possa pronunciarsi su di essi in maniera efficace.

Giovanni SANGA (PD) rileva che, oltre alle riflessioni svolte negli interventi precedenti, si pone anche la questione sollevata nella seduta odierna dell'Assemblea dal deputato Soro, che ha evidenziato una forzatura sul piano legislativo e procedurale poiché è stato adottato prima il decreto-legge n. 112 del 2008 sulla manovra economica e solo successivamente il DPEF.
Nel merito del Documento osserva che è stata abolita l'ICI sulla prima casa ma che, contrariamente a quanto dichiarato, i comuni non sono stati rifinanziati in modo integrale e tempestivo. Esprime, inoltre, perplessità sulla prevista istituzione di una

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Banca del Mezzogiorno a partecipazione statale, degli enti locali e di altri organismi pubblici, nonché sulla conclusione del processo di privatizzazione di Alitalia entro i prossimi mesi.

Alberto TORAZZI (LNP) ricorda che l'ICI deriva da un'imposta statale sugli immobili (ISI), sottolineando che agli enti locali deve essere attribuita una diversa forma di autonomia. Esprime un giudizio complessivamente positivo sul DPEF che prevede uno spostamento delle risorse dal pubblico al privato, attualmente necessario per favorire lo sviluppo del Paese. Giudica positivamente i previsti interventi per la semplificazione, le scelte sull'energia nucleare, sull'innovazione e sul federalismo.

Andrea LULLI (PD), nel lamentare la limitatezza dei tempi di esame del Documento, rileva che sarebbe stato opportuno approfondire le tematiche con l'audizione di rappresentanti delle politiche ministeriali. Osserva che la Commissione dovrebbe esprimere un parere rinforzato sul decreto-legge n. 112 del 2008 e procedere ad un confronto con il ministro Scajola. Sottolinea altresì che nel DPEF si prevede un inasprimento della pressione fiscale entro il 2011, auspicando che il Parlamento possa approfondire le tematiche sul federalismo fiscale che non è materia da affrontare attraverso la decretazione d'urgenza.

Andrea GIBELLI, presidente, ribadisce che, in questa fase, si sta lavorando per consentire alle Commissioni di avere un ruolo coerente ed efficace nelle materie di loro competenza. Rileva altresì che la legislazione d'urgenza impone una tempistica ridotta, ma che si potranno effettuare approfondimenti adeguati sui disegni di legge in materia economica preannunciati dal Governo nel DPEF.

Andrea LULLI (PD), nel riservarsi di intervenire ulteriormente nella seduta di martedì prossimo, 1 luglio 2008, osserva che il DPEF conferma i tassi d'inflazione programmata all'1,7 per cento nel 2008, a fronte di un'inflazione reale doppia rispetto all'anno precedente; ritiene illusorio recuperare il potere d'acquisto dei salari con un aumento della produttività.

Andrea GIBELLI, presidente, nessun altro chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.30.