CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 giugno 2008
22.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 26 giugno 2008. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 13.35.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Doc. LVII, n. 1.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva come la Commissione sia chiamata ad esprimere, entro la seduta di martedì 1o luglio prossimo, il parere alla V Commissione Bilancio sul Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di bilancio agli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1).

Maurizio LEO (PdL), relatore, rileva come, in considerazione della vastità delle tematiche affrontate dal DPEF, si limiterà ad una sintetica illustrazione degli aspetti generali del Documento di programmazione economico - finanziaria, nonché dei profili di specifica rilevanza per la Commissione Finanze.
Evidenzia quindi preliminarmente come il Documento prenda in considerazione un arco temporale di un quinquennio, più ampio di un anno rispetto ai precedenti DPEF: tale novità si connette evidentemente alla volontà del Governo di definire un orizzonte programmatorio più esteso, al fine di incrementare l'incisività e la trasparenza della sua azione di politica economica e di incrementare la capacità di tale strumento di definire gli obiettivi strategici dell'azione di politica economica dell'Esecutivo.
Passando agli aspetti di contenuto, il Documento tratteggia innanzitutto la strategia

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generale che il Governo intende seguire nel corso della legislatura sulle tematiche di politica economica.
Tale strategia mira a quattro obiettivi fondamentali: la riduzione del costo complessivo dello Stato, il miglioramento dell'efficacia della Pubblica amministrazione, nel quadro di una riforma in senso federale della struttura dello Stato, la diminuzione degli oneri burocratici e il sostegno allo sviluppo economico.
In tale quadro la politica di bilancio del Governo intende svilupparsi in coerenza con gli impegni assunti in sede europea relativamente alle dinamiche di finanza pubblica, nonché in coerenza con gli impegni assunti nel corso della campagna elettorale.
Al fine di velocizzare e di rafforzare l'azione di politica economica su questi temi, il Governo ha ritenuto di anticipare la parte sostanziale della manovra di finanza pubblica nel decreto-legge n. 112 del 2008, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, che sarà prossimamente esaminato in sede referente dalle Commissioni Bilancio e Finanze, il quale traduce in norme le indicazioni programmatiche contenute nel Documento.
Tale provvedimento fa seguito al decreto-legge n. 93 del 2007, già esaminato in sede referente dalle Commissioni riunite V e VI, il quale persegue l'obiettivo di sostenere il potere di acquisto delle famiglie (attraverso l'esclusione dell'ICI sulla prima casa e le misure sulla rinegoziazione dei mutui), di incrementare la produttività del lavoro (mediante l'applicazione di una tassazione ridotta sugli emolumenti erogati a titolo di lavoro straordinario) e di operare significative misure di risparmio di spesa.
Questa innovazione nell'articolazione e nella tempistica della manovra di bilancio, secondo il Governo, oltre a risultare coerente con gli impegni internazionali assunti dal Paese e con gli standard seguiti in materia da molti altri Stati membri dell'Unione europea, intende superare la scissione tra parte programmatica e parte attuativa della manovra, proiettare la manovra stessa lungo l'arco di un intero triennio e concentrare maggiormente il lavoro delle Camere, evitando di impegnare il Parlamento su questi temi per quasi tutto l'anno.
Per quanto riguarda specificamente gli aspetti di politica tributaria, il Documento evidenzia l'impossibilità e l'inopportunità di aumentare ulteriormente la pressione fiscale generale, pur evidenziando la possibilità di introdurre forme di imposizione aggiuntiva e perequativa sui cosiddetti «guadagni di congiuntura», vale a dire sui vantaggi ottenuti in alcuni settori dell'attività economica a causa dell'andamento congiunturale dei prezzi di alcuni beni e servizi.
In tale quadro il Governo ritiene di confermare l'obiettivo di rafforzare l'azione di contrasto all'evasione fiscale, aggredendo le cause storiche di tale fenomeno, le quali risiedono in fattori di natura economica, ma anche nell'asimmetria tra la struttura economica del Paese, caratterizzata da un'ampia diffusione del tessuto produttivo, e quella dell'Amministrazione fiscale, che si caratterizza invece per la sua natura centralista. Pertanto, il Documento sottolinea come l'obiettivo della lotta all'evasione possa essere raggiunto più efficacemente realizzando una riforma in senso federalista del sistema fiscale nazionale.
Inoltre, ulteriori interventi di sostegno allo sviluppo previsti dal Governo si avvarranno anche di strumenti di carattere tributario e finanziario: a tale riguardo possono essere ricordate l'estensione dei vantaggi di carattere fiscale riconosciuti ai distretti produttivi, al fine di rafforzarne la funzione di integrazione tra le piccole e medie imprese, l'introduzione di agevolazioni tributarie a sostegno della creazione di nuove iniziative imprenditoriali, la costituzione di fondi di investimento pubblici-privati per la realizzazione di iniziative produttive ad elevato contenuto di innovazione, nonché l'istituzione di una Banca del Mezzogiorno, partecipata dallo Stato,

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dagli enti locali e da altri organismi pubblici per favorire la crescita delle imprese in generale.
Sulla scorta di tali premesse, il Documento rileva come il Piano triennale di stabilizzazione della finanza pubblica di cui esso è parte dovrà essere realizzato principalmente attraverso una consistente riduzione della spesa pubblica, in armonia con l'obiettivo di limitare il ruolo dello Stato nell'economia, nonché con gli impegni assunti in sede europea dall'Italia.
Passando ad alcuni aspetti più specifici, il Documento evidenzia come la manovra finanziaria prospettata dal Governo si articolerà in quattro provvedimenti normativi: il decreto-legge n. 112 del 2008, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, un disegno di legge contenente norme per il completamento degli interventi che concorrono alla realizzazione degli obiettivi indicati, nonché due ulteriori disegni di legge, concernenti, rispettivamente, l'attuazione del federalismo fiscale e la costituzione di un codice delle autonomie e la realizzazione di interventi per Roma capitale.
Il citato decreto-legge contiene un'ampia sezione dedicata a misure di perequazione tributaria, che si articoleranno attraverso la rimodulazione della base imponibile delle imprese bancarie, assicurative e di alcune industrie operanti nel settore energetico, nell'introduzione di un'addizionale all'aliquota IRES sulle imprese operanti nel settore dell'energia, nell'incremento dell'aliquota di coltivazione sugli idrocarburi, nell'armonizzazione del regime fiscale delle cooperative, nell'eliminazione del regime fiscale di favore per le stock-option e nell'introduzione di misure di contrasto all'evasione fiscale, tra le quali si segnalano le misure per l'individuazione delle estero-residenze fittizie delle persone fisiche, i controlli sugli obblighi fiscali e contributivi dei soggetti extracomunitari e dei non residenti, nonché il contrasto alle frodi in materia di IVA.
Nello specifico sottolinea come le modifiche al regime fiscale delle cooperative non abbiano in alcun modo carattere persecutorio, ma si pongano in armonia con gli orientamenti in materia degli organismi comunitari, i quali hanno segnalato come le cooperative italiane godano sotto alcuni profili di un trattamento tributario di favore non giustificato.
Con riferimento invece alle misure di contrasto all'evasione fiscale, sottolinea particolarmente le previsioni recanti l'introduzione della possibilità, per i contribuenti, di aderire ai verbali di constatazione, le quali consentono di estendere l'applicazione dello strumento dell'accertamento con adesione anche ai verbali di constatazione redatti dalla Guardia di finanza, evidenziando a tale riguardo come la misura non debba in alcun modo essere avvicinata all'istituto del condono, dal momento che l'adesione non comporta alcuna riduzione dell'imposta, ma solo una riduzione delle sanzioni applicabili al contribuente.
Per quanto riguarda invece il federalismo fiscale, il Documento preannuncia la presentazione di un disegno di legge di delega, collegato alla manovra, che darà piena attuazione all'articolo 119 della Costituzione, disciplinando la perequazione delle risorse finanziarie, i principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e le compartecipazione delle regioni e degli enti locali al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio. Tale sistema federalista, che è teso ad assicurare l'autonomia di entrata e di spesa degli enti decentrati, non dovrà comportare incrementi della pressione fiscale, né aumenti della spesa pubblica, intendendo piuttosto assicurare la correlazione tra prelievo fiscale e servizi offerti sul territorio, nonché valorizzare il controllo dei cittadini e la responsabilità degli amministratori sulle decisioni di entrata e di spesa.
In tale provvedimento saranno inoltre fissate le norme per l'erogazione di risorse aggiuntive statali, nonché i principi generali

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relativi al patrimonio delle regioni e degli enti locali, cui potranno essere trasferite parti del demanio statale.
Ritiene che tale complessa problematica dovrà essere oggetto di un'ampia discussione nelle sedi parlamentari, realizzando il più ampio coinvolgimento anche delle forze politiche di opposizione.
Il DPEF esamina quindi lo stato attuale della congiuntura e le prospettive dell'economia internazionale, caratterizzata da un'evidente rallentamento, dovuto agli effetti della crisi finanziaria manifestatasi nello scorso anno: ciò nonostante, l'area dell'euro mostra, nel primo trimestre del 2008, un andamento ancora sostenuto, sebbene le previsioni successive indichino un rallentamento di quasi un punto percentuale rispetto all'anno precedente.
Con riferimento alla situazione italiana, l'andamento dei ciclo ha mostrato, negli ultimi trimestri, una tendenza al peggioramento, confermando il divario con il tasso di crescita medio dell'area dell'euro; in ogni caso, l'espansione del PIL nel primo trimestre è risultata migliore delle aspettative, sebbene si riscontri una marcata debolezza della domanda interna ed una riduzione degli investimenti fissi lordi, ai quali ha fatto riscontro invece un significativo recupero delle esportazioni.
In tale contesto si stima che il tasso di crescita del PIL si attesti, nel 2008, allo 0,5 per cento, a causa dei forti rincari dei prodotti petroliferi e di altre materie prime e dell'apprezzamento dell'euro, passando quindi allo 0,9 nel 2009, all'1,2 nel 2010, all'1,3 nel 2011 ed all'1,5 nel 2012 e nel 2013.
Nello specifico, la spesa delle famiglie dovrebbe ridursi nettamente rispetto al 2007, analogamente alle spese per investimento, mentre le esportazioni, sebbene in rallentamento rispetto al periodo 2006-2007 dovrebbero mostrare un, seppur modesto, incremento (2,1 per cento).
Dovrebbe inoltre proseguire, sia pure in termini più moderati rispetto gli anni precedenti, la dinamica dell'occupazione (0,7 per cento), portando il tasso di disoccupazione dal 6,2 al 5,9 per cento, mentre il tasso di inflazione dovrebbe crescere dall'1,7 al 3,4 per cento, analogamente a quanto avviene in tutti i Paesi dell'area dell'euro.
Passando agli aspetti quantitativi della manovra, il Documento ripercorre l'andamento storico della finanza pubblica italiana a partire dal 1980, evidenziando la forte crescita dell'indebitamento netto, e del debito pubblico riscontratasi nel corso degli anni Ottanta, cui ha fatto seguito un progressivo miglioramento nel periodo successivo, che ha tuttavia conosciuto tale battute di arresto nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2006. In particolare, si evidenzia come il punto di svolta delle dinamiche di finanza pubblica si situi nel periodo compreso tra il 1992 ed il 1994, a partire dal quale si è avviato un processo di consolidamento dei conti pubblici che è, peraltro, ancora largamente incompleto; tuttavia si segnala come la maggior parte delle manovre realizzate nel passato sia stata realizzata attraverso interventi di incremento delle entrate, determinando un livello di pressione fiscale che, accanto alla scarsa efficienza della spesa, ed all'alto livello del debito pubblico, hanno in parte pregiudicato la dinamicità dell'economia italiana.
Il DPEF tratteggia quindi il quadro tendenziale di finanza pubblica per il periodo 2009-2013, nel cui ambito si evidenzia come, nonostante i buoni risultati conseguiti nel 2007, che hanno consentito di giungere alla chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo avviata dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia negli anni precedenti, le previsioni di indebitamento netto per il 2008 contenute nella Relazione Unificata per l'Economia e la Finanza pubblica dello scorso mese di marzo, registrino un incremento dal 2,2 per cento al 2,4 per cento del PIL, dovuto prevalentemente alla revisione al ribasso delle entrate correnti, connesse al netto peggioramento del ciclo economico.
Un'ulteriore revisione del dato relativo all'indebitamento netto nel 2008 è stata effettuata dal Governo in occasione della ricognizione dei conti pubblici all'inizio della nuova legislatura, in base alla quale

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il tasso di indebitamento dovrebbe crescere al 2,5 per cento, soprattutto a causa del rallentamento della dinamica del gettito IVA. Un peggioramento più consistente del livello di indebitamento è atteso per il 2009, nel quale tale valore dovrebbe passare dal 2,1 stimato dalla RUEF, al 2,6, ancora a causa della riduzione delle entrate tributarie e del lieve incremento delle spese; per gli anni successivi l'andamento tendenziale dell'indebitamento dovrebbe essere del 2,1 nel 2010, del 2 per cento nel 2011, dell'1,9 nel 2012 e dell'1,8 per cento nel 2013.
La manovra programmatica di finanza pubblica ipotizzata dal Governo nel periodo 2009-2013 intende correggere tali scostamenti, e realizzare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011, recuperando risorse per un ammontare complessivo di circa 35 miliardi, che consentiranno di assicurare una riduzione di almeno lo 0,5 per cento annuo del saldo strutturale in rapporto al PIL a partire dal 2009. A tale riguardo merita segnalare come le dimensioni complessive della manovra risultino congruenti con le indicazioni fornite dalla Relazione Unificata per l'Economia e la Finanza pubblica (RUEF) elaborata nel marzo scorso dal precedente Governo, nella quale si indicava la necessità di una manovra triennale compresa tra i 20 ed i 30 miliardi di euro.
Pertanto, l'obiettivo di indebitamento netto è fissato al 2,5 per cento del PIL nel 2008, al 2 per cento nel 2009, all'1 per cento nel 2010 ed al pareggio nel 2011, mentre l'avanzo primario passerà dal 2,6 per cento del 2008, al 3,1 per cento nel 2009, al 4 per cento nel 2010, al 4,9 per cento nel 2011 e nel 2012 ed al 5 per cento nel 2013.
Con riferimento al rapporto tra debito pubblico e PIL, esso dovrebbe attestarsi al 103,9 per cento nel 2008, al 103,2 nel 2009, al 101,9 nel 2010, al 100,4 nel 2011, al 98,4 nel 2012 ed al 96,5 nel 2013.
Per quanto riguarda il livello della pressione fiscale, attestatasi, nel 2007, al 43,3 per cento, essa subirà una lieve riduzione, passando al 43 per cento nel 2008 e nel 2009, al 43,2 nel 2010, al 43,1 nel 2011 e 2012, per scendere ulteriormente al 42,9 nel 2013. A quest'ultimo proposito ritiene che tali dati debbano essere considerati nel quadro più generale degli interventi di razionalizzazione e perequazione della basi imponibili, nonché delle misure di semplificazione degli oneri burocratici per i contribuenti, previsti dalla manovra finanziaria appena adottata dal Governo.
Come ricordato in precedenza, l'azione correttiva della manovra si concentrerà principalmente sulla riduzione della spesa pubblica che, attraverso l'applicazione di limiti alla crescita automatica degli stanziamenti relativi alle missioni, ai programmi ed ai costi di gestione, consentirà di attuare gradualmente un processo di revisione sistematica della spesa, anche attraverso la rimodulazione delle dotazioni finanziarie relative ai programmi, al fine di conseguire risparmi, per le Amministrazioni centrali, pari a circa 14,5 miliardi di euro, di cui circa 5 miliardi nel 2009. Accanto a tali misure si prevedono recuperi di efficienza, in particolare nei settori del pubblico impiego, della finanza decentrata, della sanità e della previdenza che dovrebbero consentire un recupero di risorse pari, nel triennio, a circa 20 miliardi di euro.
Ulteriori risorse, pari a circa 2,1 miliardi nel triennio, di cui 0,8 nel 2009, saranno realizzate attraverso il riordino del sistema di reclutamento del personale delle Pubbliche amministrazioni e la razionalizzazione del personale docente, mentre 9,2 miliardi nel triennio saranno ottenuti attraverso la riduzione dei trasferimenti agli enti decentrati e 3 miliardi deriveranno dai risparmi di spesa nel settore della sanità.
Le misure di carattere fiscale comporteranno invece un contributo alla manovra pari a circa 5,7 miliardi di euro nel triennio.
Il Documento segnala infine l'intenzione del Governo di riattivare il processo di privatizzazione delle partecipazioni pubbliche, avviato nei primi anni novanta e sostanzialmente interrotto negli ultimi anni.

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In tale contesto l'impegno del governo è innanzitutto quello di completare la privatizzazione dell'Alitalia; successivamente dovrebbero essere realizzate operazioni di privatizzazione relative a Poste italiane ed all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ed alla SACE.
Inoltre il Governo conferma la propria volontà di procedere in tempi brevi alla parziale o totale dismissione del gruppo Fincantieri e del gruppo Tirrenia.
Si riserva quindi di formulare una compiuta proposta di parere all'esito del dibattito.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva l'opportunità che la Commissione concentri in tempi il più possibile rapidi l'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria, alla luce del notevole lavoro che attende la Commissione stessa ai fini dell'esame, in sede referente, del disegno di legge di conversione, del decreto-legge n. 112 del 2008, nell'ambito del quale essa potrà affrontare direttamente gli aspetti sostanziali della manovra finanziaria adottata dal Governo.

Alberto FLUVI (PD) rileva come la decisione del Governo di anticipare, con il decreto-legge n. 112 del 2008, la parte sostanziale della manovra finanziaria, modifichi, di fatto, la sessione di bilancio senza che il Parlamento abbia potuto discutere di tali aspetti, e come, in ragione di tale scelta, i tempi a disposizione delle Camere per discutere del Documento di programmazione economico-finanziaria, e della manovra nel suo complesso, risulteranno particolarmente ristretti.
Rinnova quindi la richiesta, già avanzata in precedenza, di ascoltare in audizione il Ministro dell'economia e delle finanze sulle linee programmatiche del suo Dicastero, ritenendo opportuno, oltreché istituzionalmente doveroso, che l'Esecutivo dichiari dinanzi al Parlamento le proprie intenzioni in materia di politica tributaria.

Giampaolo FOGLIARDI (PD) sottolinea come una eccessiva compressione dei tempi di discussione delle Commissioni sui provvedimenti che compongono la manovra finanziaria rischi di pregiudicare il ruolo del Parlamento. Concorda quindi con la richiesta, ribadita dal deputato Fluvi, di procedere quanto prima all'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, anche al fine di fare definitiva chiarezza sull'andamento dei conti pubblici e di esplicitare le linee politiche che il Governo intende seguire in materia.

Ignazio MESSINA (IdV) esprime disagio per l'andamento convulso dei lavori parlamentari, che rischiano di non assicurare il necessario rigore istituzionale all'attività della Commissione. Si associa quindi alla richiesta di procedere in tempi rapidi all'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze.

Gianfranco CONTE, presidente, informa di aver formalmente chiesto al Ministro dell'economia e delle finanze di intervenire in audizione sulle linee programmatiche del suo Dicastero: ferma restando tale esigenza, ritiene, peraltro, che occorra tenere conto dei numerosi impegni del Ministro, il quale è stato recentemente chiamato in audizione sulle vicende relative alla situazione dell'Alitalia e che, nel corso della prossima settimana, sarà ascoltato dalla Commissione Bilancio nell'ambito dell'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria. Assicura, comunque, che sarà al più presto definita la data dell'audizione, che potrebbe aver luogo in congiunta con la 6a Commissione Finanze e tesoro del Senato entro la metà del mese di luglio.
Per quanto riguarda le modalità di esame del Documento di programmazione economico-finanziaria da parte della Commissione Finanze, ricorda come, anche negli anni passati, siano state dedicate a tale Documento non più di due o tre sedute: peraltro, in tale occasione, occorre considerare come l'anticipazione del contenuto della manovra consentirà alla Commissione di entrare nel merito dei contenuti della manovra stessa in occasione dell'esame, in sede referente, del decreto-legge n. 112 del 2008, che sarà avviato nella prossima settimana.

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Il sottosegretario Giuseppe VEGAS dichiara la piena disponibilità del Ministro dell'economia e delle finanze ad intervenire in audizione innanzi alla Commissione per esplicitare le linee guida del Governo sui temi della politica tributaria, rilevando, peraltro, come una prima valutazione potrà essere fornita nel corso dell'audizione del Ministro prevista nel quadro dell'esame del DPEF.
Passando quindi ai contenuti del Documento, evidenzia come esso non presenti, sul piano prettamente contenutistico, un carattere particolarmente innovativo, in quanto esso riproduce i dati già contenuti della Relazione Unificata per l'Economia e la Finanza pubblica dello scorso mese di marzo, estendendone la proiezione al triennio, in sostanziale continuità con l'impostazione di finanza pubblica già precedentemente definita.
L'aspetto più significativo del Documento risiede invece nel fatto che, per la prima volta negli ultimi venti anni, il DPEF assume caratteri di maggiore effettività, in quanto esso è organicamente collegato, anche sul piano temporale, alla manovra di finanza pubblica, differentemente da quanto avvenuto in passato, quando alla presentazione, nel mese di luglio, del DPEF, faceva sempre seguito, a settembre, la presentazione di una Nota di aggiornamento, che apportava significative modifiche alle grandezze di finanza pubblica ivi contenute, definendo la reale portata della manovra di fine anno. Tale innovazione, pur nell'oggettiva ristrettezza dei tempi entro i quali le Camere sono chiamate ad esaminare la manovra, consentirà agli organi parlamentari di avere una visione reale ed a tutto campo della politica di bilancio perseguita dal Governo.

Alberto FLUVI (PD), si rende pienamente conto della molteplicità degli impegni cui è chiamato il Ministro dell'economia, apprezzando l'iniziativa del Presidente per favorire la presenza del Ministro in Commissione entro la metà del mese di luglio.
Concorda quindi con alcune delle interessanti considerazioni espresse dal Sottosegretario sul contenuto del DPEF, rilevando tuttavia come la riforma della sessione di bilancio dovrebbe essere oggetto di decisione da parte del Parlamento, il quale aveva del resto, nel corso della precedente legislatura, avviato una riflessione in merito, mentre ora il Governo procede di fatto in questo senso, imponendo le proprie decisioni alle Camere.

Gianfranco CONTE, presidente, nessun chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta da convocare nella giornata di martedì prossimo.

La seduta termina alle 14.20.

RISOLUZIONI

Giovedì 26 giugno 2008. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 14.20.

7-00019 Soglia: Applicazione degli indici ISTAT ai fini della determinazione dei canoni relativi alle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative.
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

Gerardo SOGLIA (PdL) illustra la propria risoluzione, la quale interviene sull'annosa vicenda relativa alla rideterminazione dei canoni delle concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, che ha già frequentemente costituito oggetto dell'attenzione della Commissione nelle precedenti legislature.
A tale riguardo l'atto di indirizzo segnala la necessità di definire con chiarezza la data di riferimento per il calcolo degli indici ISTAT da applicare per l'aggiornamento dei predetti canoni, rilevando come tale tematica sia stata posta all'attenzione

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dell'Avvocatura generale dello Stato, la quale ha ritenuto l'aggiornamento dei predetti canoni sulla base degli indici ISTAT debba fare riferimento alla data del 1o gennaio 1998. In tale contesto la risoluzione intende impegnare il Governo ad attivarsi affinché gli enti gestori dei predetti beni si conformino al parere reso dall'Avvocatura applicando l'aggiornamento degli indici ISTAT a decorrere dalla predetta data del 1o gennaio 1998.

Gianfranco CONTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad una seduta da convocare nella giornata di martedì prossimo.

Ivano STRIZZOLO (PD), intervenendo sui lavori della Commissione, chiede di inserire all'ordine del giorno della Commissione della prossima settimana la propria risoluzione 7-00016, relativa alle modalità di attestazione dei requisiti per l'accesso alla ripartizione della quota del 5 per mille.

Gianfranco CONTE, presidente, ritiene che la richiesta del deputato Strizzolo potrà essere positivamente valutata dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione compatibilmente con gli impegni parlamentari relativi dall'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008.

La seduta termina alle 14.25.