CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 giugno 2008
21.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 25 giugno 2008. - Presidenza del presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.15 alle 9.35.

La seduta comincia alle 9.35.

Sui lavori della giunta.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, avverte che nella riunione dell'ufficio di presidenza testé tenutasi si è concordato di prendere in esame il testo del documento di riflessione sull'insindacabilità parlamentare sollecitato dal Presidente della Camera. La relativa bozza è attualmente nella disponibilità dei deputati Ferranti e Lo Presti e su loro indicazione nei prossimi giorni verrà distribuita a tutti i colleghi. Se ne discuterà nella seduta del 9 luglio 2008. Nella medesima seduta si prenderà in esame anche la domanda di insindacabilità del senatore Gasparri, deputato all'epoca dei fatti, in ordine al procedimento n. 37972/06-Milano.
L'ufficio di presidenza ha altresì concordato che l'ora di riunione della Giunta resta fissata di regola il mercoledì alle ore 9.15, ma in via sperimentale verrà convocata una volta al mese alle ore 14. A tale ora avverte sin da adesso che verrà convocata la seduta del 16 luglio 2008, con all'ordine del giorno le domande di insindacabilità relative al deputato Scajola e all'ex-deputato Cardiello.
(Così rimane stabilito).

Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità avanzata dal senatore Fabrizio Morri, deputato all'epoca dei fatti, nell'ambito di un procedimento penale pendente presso il tribunale di Milano.
(proc. n. 36744/07 RGNR).

(Esame e conclusione).

Aniello FORMISANO (IdV), relatore, espone che il caso si riferisce a una dichiarazione apparsa sul Sole 24 Ore del 9 marzo 2007 nel contesto di un articolo intitolato «Cda Rai in stallo: bocciate le nomine volute da Cappon». L'episodio riportato dal quotidiano citato consisteva nell'esame da parte del consiglio di amministrazione della Rai di alcune proposte di nomina a dirigente avanzate dal direttore

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generale Claudio Cappon. Tale esame, svolto nel consiglio di amministrazione del concessionario del servizio pubblico radiotelevisivo, ebbe un esito negativo al punto che nessuna delle proposte fu accolta. L'episodio destò scalpore anche perché fu il frutto di un voto espresso segretamente. È per questo che si scatenarono sui giornali le ipotesi su come i vari consiglieri della Rai avessero votato, in particolare quelli designati dal centro-destra, Petroni, Urbani, Staderini, Malgieri e Bianchi Clerici. In questo contesto l'articolo di Marco Mele riportava che Fabrizio Morri avrebbe affermato che la paralisi dell'azienda, causata dai consiglieri designati dalla Casa della libertà e dal rappresentante del ministro del tesoro, era insostenibile e doveva essere affrontata una volta per tutte, dal momento che la destra, a suo avviso, aveva scelto di far pagare all'azienda costi altissimi a scapito dell'interesse pubblico. L'intervento dell'azionista (ministero dell'economia) gli sembrava quindi ineludibile. Implicitamente quindi Morri chiedeva la rimozione di Petroni. Anche la sola lettura delle affermazioni del Morri rende evidente come questi si sia attenuto a un registro linguistico contenuto e corretto e di legittimo dissenso dal comportamento del consigliere Petroni. Per questo, come già la Giunta della scorsa legislatura ha ritenuto di sottolineare, appare sussistere la scriminante del diritto di critica politica di cui all'articolo 21 della Costituzione. Al proposito, si può aggiungere che nella stessa querela del consigliere Petroni si riportano passaggi di sentenze che riconoscono il rilievo scriminante dell'esercizio della critica quando questo è privo di espressioni inutilmente volgari, umilianti o dileggianti. Essendo le frasi del Morri prive di tale terminologia, già per ammissione dello stesso querelante manca l'offesa.
Quanto poi all'insindacabilità parlamentare, anche qui si è già pronunciata la Giunta della scorsa legislatura, la quale ha sottolineato che Fabrizio Morri rivestiva al momento delle dichiarazioni il ruolo di capogruppo dell'Ulivo nella Commissione di vigilanza sulla Rai, che di lì a poche settimane avrebbe preso la parola in commissione proprio per criticare la ritenuta inerzia del ministro dell'economia per la rimozione del Petroni. In tal senso, peraltro, essendo la posizione rivestita da Petroni quella di membro del cda di esclusiva nomina del ministro dell'economia, è anche evidente che il Morri avrebbe potuto indirizzare al ministro un'interrogazione parlamentare per chiedergli di esercitare pienamente i suoi poteri. Se lo avesse fatto con i toni usati nell'intervista al Mele nessun rilievo sull'ammissibilità dell'atto gli sarebbe potuto essere mosso dalla Presidenza della Camera, mancando nelle sue affermazioni, che alludono alla paralisi di un'azienda pubblica, espressioni sconvenienti o lesive dell'altrui reputazione. Sulla base di queste considerazioni, ritiene di poter proporre alla Giunta l'insindacabilità.

Pierluigi MANTINI (PD) concorda con le conclusioni del relatore ma meno con le motivazioni da lui addotte. Il merito della vicenda non deve interessare la Giunta, la quale si deve attenere invece al contesto politico generale delle affermazioni in questione. Pur in assenza di atti parlamentari tipici pregressi, crede che la censura politica generale all'attività di un corpo amministrativo rientri nella funzione parlamentare. Da questo punto di vista non trova pregio nell'argomento che Morri fosse capogruppo dell'Ulivo in Commissione di vigilanza.

Antonio LEONE (PdL), pur concordando con la conclusione del relatore, deve segnalare la contraddizione in cui il collega Mantini incorre: se non contano i fatti per come essi si sono svolti - perché ciò costituirebbe il merito della vicenda - e se non conta il ruolo parlamentare rivestito dal deputato interessato, allora la logica conclusione dell'odierno esame dovrebbe essere, secondo il ragionamento del collega, una declaratoria di sindacabilità. Tutt'al contrario, egli ritiene che gli elementi del fatto sottoposti alla Giunta concorrano nel loro insieme a delineare un caso tipico di insindacabilità.

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Donatella FERRANTI (PD) si pronuncia per l'insindacabilità, pur auspicando che nella discussione sui criteri generali di applicazione della prerogativa, che si terrà nel prossimo futuro, si pongano dei precisi limiti espressivi alla funzione parlamentare, la quale deve ai terzi un civile rispetto, pur se il vincolo con un atto parlamentare tipico desta in lei talune perplessità.

Maurizio PANIZ (PdL), nel concordare con la proposta del relatore, deve però rimarcare una diversità di fondo rispetto ai colleghi Mantini e Ferranti: si tratta qui di un caso scolastico di insindacabilità parlamentare proprio perché è interessato il profilo complessivo e valoriale del parlamentare eletto in rappresentanza del popolo. Da questo punto di vista lacci e lacciuoli escogitati dalla giurisprudenza devono essere recisi attraverso la riaffermazione del primato parlamentare.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP) si associa a quanto affermato dal collega Paniz ma osserva che in realtà il Morri ha criticato non il querelante ma il cda in quanto organo: non dunque una critica personale ma una censura della gestione della Rai.

Francesco Paolo SISTO (PdL), anch'egli associandosi alla linea del collega Paniz, sottolinea nondimeno che il suono delle parole e il concreto fatto hanno pur sempre una loro importanza: qui davvero non si capisce dove possa ravvisarsi la diffamazione. Ribadisce il suo voto per l'insindacabilità.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, condivide le conclusioni del relatore anche sulla scorta di quanto già deliberato dalla Giunta nella scorsa legislatura e in considerazione del fatto che si tratta di espressioni assolutamente civili che chiunque avrebbe potuto dare sull'andamento della gestione della Rai. Crede però che in questa sede ci si debba attenere al punto e rinvia il dibattito sulle linee applicative generali dell'insindacabilità al momento concordato.

La Giunta, all'unanimità, delibera di proporre all'Assemblea che i fatti oggetto del procedimento rientrano nella prerogativa dell'insindacabilità e incarica il deputato Aniello Formisano di preparare la relazione.

La seduta termina alle 10.10.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA D'INSINDACABILITÀ

Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità nell'ambito di un procedimento civile a carico del deputato Enrico La Loggia, pendente presso il tribunale di Milano (atto di citazione dei dottori Fancelli, Scaldaferri e Roberti) (doc. IV-ter, n. 3) (Rel. Brigandì).