CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 giugno 2008
20.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 24 giugno 2008. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 14.

DL 85/2008: Adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
C. 1250 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla I Commissione il parere di competenza sul disegno di legge n. 1250, recante conversione in legge del decreto-legge n. 85 del 2008, in materia di adeguamento delle strutture di Governo. Finalità dichiarata del decreto-legge, che si compone di due articoli, è quella di dare attuazione al nuovo assetto strutturale del Governo, come ridefinito dall'articolo 1, commi 376 e 377, della legge finanziaria 2008, anche allo scopo di superare eventuali incertezze interpretative che potrebbero derivare dalla sintetica formulazione dei due commi. Le disposizioni della legge finanziaria 2008 hanno, infatti, fatto sostanzialmente rivivere - limitatamente al numero dei ministeri - la disciplina dell'organizzazione del Governo di cui al testo originario del decreto legislativo n. 300 del 1999, nel quale si istituivano e disciplinavano dodici ministeri. Esse hanno previsto tuttavia il ripristino solo del numero, ma non anche della denominazione e della ripartizione delle attribuzioni fra i ministeri di cui al citato decreto legislativo. Al riguardo, il comma 377 ha previsto che, a decorrere dalla reviviscenza del testo originario del decreto legislativo n. 300 del 1999, fossero abrogate (con talune espresse eccezioni) tutte le disposizioni non compatibili con la riduzione del numero dei ministeri, ivi comprese quelle recate dai due decreti-legge (decreti-legge n. 217 del 2001 e n. 181 del 2006) che hanno modificato il decreto legislativo n. 300 del 1999 istituendo nuovi ministeri

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e modificando l'assetto delle competenze. Con specifico riferimento al decreto-legge in esame, fa presente che l'articolo 1, nel quale è concentrata la parte precettiva del decreto-legge (l'articolo 2 dispone unicamente in ordine all'entrata in vigore), nel testo approvato dal Senato, si compone di 24 commi, buona parte dei quali individua i dodici ministeri risultanti dalle disposizioni di cui ai citati commi della legge finanziaria ed esplicita gli accorpamenti e i trasferimenti di competenze che ne conseguono. Per quanto concerne, in particolare, le strutture di Governo rientranti nell'ambito di competenza della Commissione, ricorda che l'articolo 1, comma 1, novella l'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 300 del 1999, che reca l'elencazione dei ministeri, con ciò definendo esplicitamente la nuova struttura del Governo. In conformità a quanto disposto dalla legge finanziaria 2008, il numero dei ministeri risulta pari a dodici. Otto tra i dodici ministeri risultanti dalla nuova elencazione corrispondono, senza modifiche nella denominazione, a quelli elencati dall'originario decreto legislativo n. 300 del 1999 e non interessati dal riassetto operato dai decreti-legge n. 217 del 2001 e n. 181 del 2006, e a quelli dei quali il decreto-legge n. 181 del 2006 ha modificato esclusivamente la denominazione o talune specifiche competenze. Si tratta dei ministeri degli affari esteri, dell'interno, della giustizia, della difesa, dell'economia e delle finanze, per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Tre ministeri riacquistano invece la denominazione in origine prevista dal decreto legislativo n. 300 del 2007 e le competenze risultanti - come si desume dai commi successivi - dal «riaccorpamento» dei residui ministeri già in essere, consequenziale all'abrogazione implicita di cui al comma 377 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2008. In particolare, per quello che interessa alla Commissione, ricorda che il Ministero del lavoro e della previdenza sociale è rinominato Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (comma 12) ed acquista anche le competenze del Ministero della salute (comma 6) nonché quelle del Ministero della solidarietà sociale (comma 4), ivi inclusi i compiti di vigilanza dei flussi di entrata dei lavoratori esteri non comunitari e neo comunitari, nonché i compiti di coordinamento delle politiche per l'integrazione degli stranieri immigrati, spettanti in precedenza al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e trasferiti al Ministero della solidarietà sociale ad opera del decreto-legge n. 181 del 2006. Fanno eccezione alcune funzioni che vengono trasferite alla Presidenza del Consiglio dei ministri, come compiti in materia di politiche antidroga e di quelli concernenti il Servizio civile nazionale. Ricorda altresì, con riferimento ai cosiddetti «ministeri senza portafoglio», che la lettera a) del comma 14 attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche giovanili. In particolare, alla Presidenza del Consiglio sono attribuite: le funzioni di competenza statale in materia di coordinamento delle politiche per le giovani generazioni; le funzioni già attribuite al Ministero del lavoro e della previdenza sociale dall'articolo 1, commi 72, 73 e 74, della legge 24 dicembre 2007, n. 247, in tema di finanziamenti agevolati per sopperire alle esigenze derivanti dalla peculiare attività lavorativa svolta ovvero per sviluppare attività innovative e imprenditoriali (accesso dei giovani al credito); le funzioni in tema di contrasto e trattamento della devianza e del disagio giovanile. Inoltre, il comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri eserciti altresì in via esclusiva le funzioni di indirizzo e vigilanza sull'Agenzia nazionale italiana per i giovani del programma comunitario: «Gioventù in azione» di cui all'articolo 5 del decreto-legge 27 dicembre 2006, n. 297. Lo stesso comma 4 stabilisce altresì che la Presidenza del Consiglio dei ministri può prendere parte alle attività del Forum nazionale dei giovani. Per quanto riguarda l'esercizio delle funzioni previste dalla lettera a) del comma in esame, viene stabilito che la Presidenza del

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Consiglio dei ministri si avvalga anche: delle relative risorse finanziarie, umane e strumentali, ivi compresi l'Osservatorio per il disagio giovanile legato alle dipendenze ed il relativo Fondo nazionale per le comunità giovanili previsto dalla legge finanziaria per il 2006; delle risorse già trasferite al Ministero della solidarietà sociale dall'articolo 1, comma 6, del citato decreto-legge n. 181 del 2006; delle ulteriori risorse inerenti alle medesime funzioni attualmente attribuite ad altre amministrazioni. Fa altresì presente che con la lettera b) del comma 14 si attribuiscono al Presidente del Consiglio dei ministri le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per la famiglia nelle sue componenti e problematiche generazionali nonché le funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per quanto concerne: il coordinamento delle politiche a favore della famiglia; gli interventi a sostegno della maternità e della paternità e di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia; le misure di sostegno alla famiglia, alla genitorialità e alla natalità, nonché quelle concernenti l'Osservatorio nazionale sulla famiglia. Sono inoltre affidate alla Presidenza del Consiglio dei ministri le funzioni di competenza del Governo per l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e la gestione delle risorse finanziarie destinate alle politiche della famiglia, con particolare riferimento alle risorse destinate al Fondo per le politiche della famiglia ed al Piano straordinario per i servizi socio educativi. Ricorda inoltre che la lettera c) del medesimo comma 14 attribuisce al Presidente del Consiglio dei ministri le funzioni concernenti il Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza, nonché l'espressione del concerto in sede di esercizio delle funzioni di competenza statale già attribuite al Ministero del lavoro e della previdenza sociale relative al Fondo di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari. Preannuncia infine, alla luce di quanto esposto, la presentazione di una proposta di parere favorevole con un'osservazione, volta ad invitare la Commissione di merito a valutare l'opportunità di un ripristino del ministero della salute come struttura autonoma, anziché accorpata al ministero del lavoro.

Gero GRASSI (PD) invita il relatore a considerare l'opportunità di trasformare in una condizione l'osservazione da lui preannunciata, ritenendo che l'accorpamento dei ministeri del lavoro e della salute rischi di configurare una prevalenza delle ragioni economiche e finanziarie sulle esigenze di tutela della salute dei cittadini.

Livia TURCO (PD) esprime apprezzamento per la relazione svolta dal collega Di Virgilio e per la proposta di parere da lui preannunciata. In proposito, ricorda di avere, in passato, sostenuto l'opportunità di dar vita ad un unico ministero del welfare, quando, nel corso della XIII legislatura, ricopriva il ruolo di ministro delle politiche sociali. Riteneva infatti, allora, che ciò servisse a conferire maggiore forza ai responsabili delle politiche di welfare nei confronti del ministero dell'economia e a favorire un approccio integrato socio-sanitario alle problematiche del settore. Osserva, tuttavia, come l'esperienza di governo l'abbia successivamente indotta ad un ripensamento e come la legge finanziaria per il 2008 si limiti, non a caso, a fissare il numero massimo di dodici ministeri, senza che ciò comporti il suddetto accorpamento. Ritiene infatti che, ferma restando l'opportunità di integrare politiche sanitarie e sociali, il dicastero del lavoro abbia un peso e una specificità tali da rendere poco efficace l'integrazione delle sue strutture con quelle del ministero della salute. Osserva altresì che, a fronte dell'accresciuta autonomia regionale in ambito sanitario, sia più che mai necessaria un'incisiva azione di governo nazionale, che, servendosi di strutture adeguate, consenta, tra l'altro, di verificare l'omogenea attuazione dei livelli essenziali di assistenza.

Lucio BARANI (PdL) dichiara di condividere l'impostazione della relazione

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svolta dall'onorevole Di Virgilio e la proposta, da lui preannunciata, di invitare la Commissione di merito ad una valutazione sull'opportunità di ripristinare il ministero della salute come struttura autonoma. Ritiene tuttavia che tale valutazione richieda una riflessione attenta e approfondita, anche al fine di valutare se l'attuale accorpamento di diverse strutture in un unico ministero non rappresenti un fattore di semplificazione, atto a favorire, tra l'altro, un approccio più integrato e complesso a problematiche quali la tutela della salute sui luoghi di lavoro.

Mariella BOCCIARDO (PdL) ricorda come, di recente, la Federazione italiana per il superamento dell'handicap (FISH) abbia espresso un giudizio fortemente positivo sull'accorpamento dei ministeri del lavoro e della salute, sottolineando come questo consenta, ad esempio nel caso dei lavoratori disabili, di affrontarne i problemi sotto il profilo sia sanitario sia lavorativo.

Donato Renato MOSELLA (PD) sottolinea come l'accorpamento dei ministeri del lavoro e della salute desti molte perplessità, emerse peraltro anche nel corso dell'esame in Senato. Tale scelta preoccupa perché il tema della salute è tra i più sensibili dell'agenda politica. La Costituzione fissa un principio fermo, di alto valore, definendo la salute diritto fondamentale di tutti gli individui: non solo dei cittadini, dunque, ma di tutti coloro che si trovano sul territorio nazionale, ivi compresi i migranti. A completare il diritto alla salute è il principio di uguaglianza, anch'esso sancito dalla Costituzione, in virtù del quale i presidi della salute non solo devono essere di qualità, ma devono essere egualmente diffusi su tutto il territorio nazionale, a beneficio di tutti. Ritiene fondato il timore che la mancanza di una figura centrale di riferimento, quale appunto il ministero della salute, possa comportare un abbassamento del livello di guardia sul fronte delle politiche sanitarie. Come è noto, infatti, la salute è materia in cui è forte la competenza, amministrativa ma anche legislativa, delle regioni: proprio questo aspetto fa emergere la necessità di una figura istituzionale alta, un ministero, dedicata al coordinamento delle politiche sanitarie e al monitoraggio dei fenomeni e delle criticità del sistema, al fine di garantire interventi tempestivi e mirati laddove il diritto alla salute sia minacciato. La mancanza di tale figura di riferimento, infatti, potrebbe avere conseguenze negative sulla tutela della salute delle categorie socialmente più deboli. Rileva infine che, anche in considerazione del peso che la sanità ha sul prodotto interno lordo, dei processi di globalizzazione che investono pure dinamiche ed emergenze sanitarie su scala planetaria e dell'importanza che la comunità scientifica e accademica mondiale riveste nell'ambito della ricerca e dell'innovazione in campo sanitario, sarebbe un fattore di prestigio e di autorevolezza per il paese che il Governo italiano potesse essere rappresentato, nei più alti consessi europei e internazionali, da un ministro della salute.

Anna Margherita MIOTTO (PD), premesso di concordare con i colleghi Turco, Grassi e Mosella, osserva che la scelta di accorpare i ministeri del lavoro e della salute, sebbene non comporti di per sé la lesione di diritti costituzionalmente tutelati, implichi tuttavia un giudizio di valore e una precisa scelta di priorità. Ciò vale, più in generale, per la riorganizzazione delle strutture di governo attuata nella presente legislatura, che ha visto, ad esempio, l'istituzione di un ministro per la semplificazione e, contemporaneamente, la soppressione della figura del ministro per la famiglia. Ritiene infatti che il numero e le funzioni degli attuali «ministri senza portafoglio» non sia coerente con la volontà di semplificazione e omogeneità che avrebbe ispirato l'accorpamento dei ministeri in discorso.

Marco CALGARO (PD) dichiara di concordare con i colleghi di opposizione che lo hanno preceduto e ricorda di aver già sostenuto posizioni analoghe nel corso della precedente legislatura. Ritiene infatti che l'accorpamento dei ministeri del lavoro

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e della salute rappresenti una decisione sbagliata, che rende più difficile la vigilanza sui bilanci sanitari regionali, il monitoraggio sull'attuazione dei livelli essenziali di assistenza, la manutenzione delle strutture sanitarie, nonché la prevenzione di errori e scandali in ambito sanitario.

Giuseppe PALUMBO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Predisposizione del programma dei lavori per il periodo luglio-settembre 2008 e del calendario dei lavori per il periodo 25 giugno-4 luglio 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.50 alle 15.