CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 giugno 2008
20.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 24 giugno 2008. - Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina.

La seduta comincia alle 14.05.

DL 85/08: Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo.
C. 1250 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Maurizio IAPICCA (PdL) relatore, ricorda che il provvedimento in esame, con riferimento al quale la Commissione è chiamata ad esprimere un parere per le parti di propria competenza, riguarda la conversione in legge del decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, recante «Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008)», già approvato dal Senato. Si tratta, com'è noto, di un complesso percorso di rinnovamento, intrapreso dal legislatore dapprima con l'articolo 11 della legge n. 59 del 1997, la cosiddetta «Bassanini 1» e quindi, più specificamente, con il decreto legislativo n. 300 del 1999, percorso poi proseguito, seppure tra tentennamenti e ripensamenti. Infatti, se con la riforma del 1999, mediante un'azione di accorpamento e snellimento, erano stati individuati dodici ministeri, negli anni a seguire sono stati adottati due significativi interventi di «spacchettamento». In primo luogo, con il decreto-legge n. 217 del 2001, emanato dal governo Berlusconi II, il numero dei ministeri era stato elevato a quattordici, attraverso l'istituzione del ministero della salute (scorporato dal ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali) e del ministero delle comunicazioni (scorporato dal ministero delle attività produttive). La seconda novella in materia è poi intervenuta a mezzo del decreto-legge n. 181 del 2006, adottato dal governo Prodi II, che ha incrementato il numero dei ministeri addirittura a diciotto. In particolare, il ministero delle attività produttive venne scisso in un ministero dello sviluppo economico e un ministero del commercio

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internazionale, mentre il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca fu diviso tra un ministero della pubblica istruzione e un ministero dell'università e della ricerca, così come le competenze del ministero del lavoro e delle politiche sociali furono ripartite tra il ministero del lavoro e della previdenza sociale e il ministero della solidarietà sociale. Per ciò che concerne più specificamente le materia di interesse della IX Commissione, si operò lo «spacchettamento» dell'ex ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ricreando due strutture distinte, quella delle infrastrutture e quella dei trasporti. Da ultimo, tuttavia, la legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008) ha disposto, all'articolo 1, comma 376, che «a partire dal Governo successivo a quello in carica alla data di entrata in vigore della legge, il numero dei ministeri è stabilito dalle disposizioni di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300». In tal modo si è nuovamente modificata l'organizzazione del governo, riportando il numero dei ministeri a dodici, come disposto dal decreto legislativo n. 300 del 1999 nella sua formulazione originaria, e quindi antecedente alle modifiche apportate dai decreti-legge nn. 217/2001 e 181/2006, le cui disposizioni non compatibili con tale riduzione dei ministeri sono state contestualmente abrogate dall'articolo 1, comma 377 della stessa legge n. 244 del 2007. Il decreto in esame si propone quindi di dare compiuta attuazione a tale indirizzo contenuto nella legge finanziaria per il 2008 e la proposta di accorpamento in esso contenuta è da considerare senz'altro positiva in termini di razionalizzazione e organizzazione delle strutture di governo. Ciò si traduce, per quanto di competenza della Commissione, in due disposizioni contenute nell'articolo 1 del provvedimento. In particolare, il comma 3 dispone che al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sono trasferite, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, le funzioni attribuite al Ministero dei trasporti. In proposito, il riaccorpamento in un unico dicastero delle competenze amministrative in materia di infrastrutture e trasporti appare assolutamente condivisibile, soprattutto alla luce delle incertezze e dei problemi applicativi che, nel corso della precedente legislatura, sono derivati proprio dal contestuale operare di due dicasteri su materie tra loro così affini. Le questioni inerenti alle infrastrutture e ai trasporti devono infatti necessariamente essere affrontate in modo unitario, proprio perché la loro stretta interconnessione rende indispensabile un unico centro di programmazione degli interventi, anche ai fini del più congruo impiego delle risorse economiche all'uopo stanziate. Il comma 7 dello stesso articolo 1 prevede poi che le funzioni del Ministero delle comunicazioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, siano trasferite al Ministero dello sviluppo economico, coerentemente con l'originaria impostazione del decreto legislativo n. 300 del 1999. Peraltro, in relazione all'adeguamento degli assetti organizzativi dei dicasteri alle nuove disposizioni, dovrà essere assicurata un'ottimale organizzazione interna delle due strutture, valorizzandone la funzionalità, anche con riferimento al personale. In proposito, il comma 8 dell'articolo 1 prevede che, con decreto del Presidente del Consiglio, si proceda ad una immediata ricognizione in via amministrativa delle strutture trasferite in relazione alla modifica delle funzioni ministeriali. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sarà adottato d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, sentiti i Ministri interessati. Sempre sul piano applicativo, appare altresì importante che venga data immediata attuazione a quanto prescritto dal comma 16 dello stesso articolo 1 del decreto-legge, ai sensi del quale deve procedersi ad una ridefinizione degli assetti organizzativi e del numero massimo delle strutture di primo livello delle amministrazioni per le quali è previsto il trasferimento delle funzioni, mediante regolamenti di organizzazione. Peraltro, nelle more dell'adozione di tali regolamenti, e comunque per non più di 6 mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione

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del decreto, il comma 20 prevede l'applicazione di una disciplina transitoria, in forza della quale la struttura degli uffici «funzionali, strumentali e di diretta collaborazione con le autorità di Governo» dei ministeri interessati dagli accorpamenti previsti dal decreto sarà regolata, nel rispetto della legislazione vigente, a mezzo di un decreto del Presidente del Consiglio, adottato su proposta del Ministro interessato e sentito il Ministro dell'economia e delle finanze. Alla luce del complesso di tali considerazioni, formula una proposta di parere favorevole sul decreto-legge in esame, per le parti di competenza della Commissione.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) esprime talune perplessità in ordine alla terminologia utilizzata nel decreto-legge ai fini di disporre il «reimpacchettamento» del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in quanto le locuzioni all'uopo recate dai commi 3 e 7 dell'articolo 1, rispettivamente riferite alle funzioni attribuite al ministero dei trasporti e a quelle relative al ministero delle comunicazioni, in luogo di chiarire che l'intervento normativo è finalizzato all'unificazione di più strutture di pari rilievo in una nuova, parrebbero invece delineare una sorta di annessione, non paritaria, del dicastero dei trasporti in quello delle infrastrutture e del ministero delle comunicazioni in quello dello sviluppo economico. Invita pertanto il relatore a prendere in considerazione tale questione, la cui portata è meramente amministrativa e non politica.

Silvia VELO (PD) rileva come l'intervento legislativo all'attenzione della Commissione sia la logica conseguenza di una discussione avviata già nel corso della precedente legislatura in ordine alle difficoltà connesse allo «spacchettamento» dell'ex ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Proprio a causa della consapevolezza delle difficoltà connesse a quella scelta, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in titolo, per le parti di competenza della Commissione. Non può tuttavia esimersi dal segnalare che, rispetto ad altre partizioni del testo, il giudizio non può essere altrettanto positivo, in quanto talune decisioni, tra le quali la mancata istituzione di un autonomo dicastero della salute, sembrano essere assai poco funzionali e forse rispondenti a logiche di diversa natura. Rileva poi come la riduzione del numero dei ministeri avrebbe potuto acquisire una portata ancora più ampia ove si fosse optato per riunire in un unico dicastero anche le competenze in materia ambientale, con particolare riferimento alle procedure in materia di valutazione di impatto ambientale, proprio nella prospettiva dell'assunzione di decisioni strategiche per l'ammodernamento della rete infrastrutturale e trasportistica del paese. Da ultimo auspica che il Governo, che con il provvedimento in esame ha dato seguito ad una norma introdotta dal precedente esecutivo nella legge finanziaria per il 2008, rispetti anche il tetto di sessanta sottosegretari di Stato, evitando di procedere, magari in piena estate, a nuove «infornate».

Silvano MOFFA (PdL) fa presente come l'attuale «reimpacchettamento» sia una conseguenza inevitabile dello «spacchettamento» dell'ex ministero delle infrastrutture e dei trasporti operato all'inizio della XV legislatura. Quella scelta era stata sbagliata, come riconobbe lo stesso Ministro pro tempore delle infrastrutture, Antonio Di Pietro, e fu comunque foriera di un gravissimo stallo nell'operatività delle due nuove strutture dicasteriali, bloccate per più di un anno dalla non ancora chiara ripartizione delle rispettive competenze amministrative. Il provvedimento in esame si propone quindi di sanare quel vulnus, anche se, e questo è un argomento che ritiene debba essere portato anche all'attenzione del Ministro Matteoli, rimane ancora da risolvere la situazione di sperequazione che ha interessato il personale proveniente dai diversi dicasteri dei lavori pubblici, dei trasporti e della marina mercantile per via delle riorganizzazioni succedutesi negli ultimi anni. Da ultimo intende precisare che, a titolo personale, condivide quanto ipotizzato dalla deputata Velo in ordine ad un eventuale

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confluenza nell'attuale ministero delle infrastrutture e dei trasporti anche delle competenze in materia di ambiente, riconoscendo che una tale soluzione potrebbe facilitare l'adempimento delle procedure di autorizzazione per la realizzazione di infrastrutture trasportistiche.

Angelo COMPAGNON (UdC) condivide anch'egli le critiche già avanzate con riguardo alle disfunzioni amministrative derivanti dallo «spacchettamento» dell'allora ministero delle infrastrutture e dei trasporti, intervento peraltro motivato esclusivamente da ragioni di ordine politico tutte interne alla maggioranza pro tempore. Il decreto-legge in esame si muove invece in senso opposto, dando priorità alle imprescindibili esigenze di funzionalità dell'amministrazione. È per questo che il suo gruppo parlamentare voterà a favore della proposta di parere del relatore. Nel valutare, infine, che il numero di sessanta sottosegretari di Stato possa essere sufficiente, ritiene che possa essere invece effettivamente approfondita l'ipotesi di un più ampio riaccorpamento nel nuovo ministero delle infrastrutture e dei trasporti anche del dicastero dell'ambiente.

Sandro BIASOTTI (PdL), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in titolo, esprime apprezzamento in ordine alla convergenza molto ampia che sullo stesso hanno manifestato le forze politiche. In particolare, ritiene pienamente condivisibile la riduzione del numero dei ministeri e, più in particolare, la riunificazione del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nell'ambito del quale dovrebbe essere dedicata una particolare attenzione alle questioni inerenti la marina mercantile. Quanto al numero dei sottosegretari di Stato, dubita che sessanta possano essere sufficienti a fare fronte a tutti gli adempimenti inerenti al loro ufficio. È per questo che, ove si renda necessario per motivi di effettiva funzionalità, ritiene che il Governo sia senz'altro legittimato ad incrementarne il numero, anche alla luce del record in proposito detenuto dall'ultimo governo Prodi.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV), intervenendo per dichiarazione di voto sulla proposta di parere del relatore, tiene a precisare che la sua parte politica è favorevole alla riunificazione in un'unica struttura dei dicasteri delle infrastrutture e dei trasporti, così come ad ogni ulteriore ipotesi di riaccorpamento che fosse dettata da ragioni di effettiva funzionalità amministrativa. In proposito, deve segnalare la contraddizione insita nella devoluzione di maggiori poteri, amministrativi e legislativi, alle regioni a seguito dell'entrata in vigore della riforma del titolo V della parte II della Costituzione e nel contestuale mantenimento, nell'ambito dei ministeri di riferimento, di un numero eccessivamente elevato di posizioni dirigenziali. E la circostanza che alla riduzione di competenze dell'amministrazione centrale non abbia fatto riscontro una parallela diminuzione dei relativi incarichi apicali rende necessario procedere al trasferimento alle regioni del personale divenuto eccedentario nei ministeri. Dichiara infine che la sua parte politica si asterrà al momento della votazione sulla proposta di parere, proprio al fine di segnalare la necessità di compiere scelte ancora più rilevanti sulla strada della riorganizzazione delle strutture dell'amministrazione centrale.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, rileva con piacere di essersi trovato per la prima volta in sintonia con l'intervento di un esponente dell'Italia dei valori, del quale condivide lo spirito federalista e, soprattutto, la necessità che lo Stato trasferisca alle regioni anche le risorse umane e strumentali indispensabili per fare fronte alle nuove competenze ad esse attribuite con l'entrata in vigore della riforma del titolo V della parte II della Costituzione. Segnala, infine, che il comma 22-bis dell'articolo 1, introdotto nel corso dell'esame del provvedimento da parte del Senato, si limita a disporre l'invarianza della spesa a carico del bilancio dello Stato, laddove invece sarebbe stato più virtuoso prevedere anche una riduzione

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degli oneri a carico del bilancio pubblico derivanti dall'attuazione del provvedimento.

Gianluca BUONANNO (LNP) intende fare presente che, prima di procedere a critiche nei confronti delle spese effettuate dai ministeri o dagli enti regionali e locali, dovrebbero essere prese in considerazione anche ipotesi di riduzione delle spese della stessa Camera dei deputati, soprattutto sotto il profilo della quantità complessiva del personale. L'eccessivo costo sostenuto per tale voce andrebbe a suo avviso ridotto mediante una diminuzione del numero dei dipendenti.

Mario VALDUCCI, presidente, fa in primo luogo presente al deputato Buonanno che la questione da lui testé affrontata esula dal provvedimento in esame e che, se del caso, potrà essere riaffrontata, in sede di esame del bilancio interno della Camera. Intende poi ricordare come la Commissione potrà avere comunque modo di verificare l'impatto del «reimpacchettamento» sulle strutture amministrative laddove deliberasse di richiedere al Presidente della Camera di esprimere propri rilievi in ordine agli emanandi regolamenti di organizzazione dei nuovi dicasteri delle infrastrutture e dei trasporti e dello sviluppo economico. Da ultimo, precisa al deputato Montagnoli che la partizione del testo cui egli ha fatto riferimento concerne esclusivamente gli eventuali oneri derivanti dall'attuazione del comma 22 dell'articolo 1 del decreto-legge, laddove invece i commi 16 e 17 dello stesso articolo prevedono espressamente risparmi di spesa almeno pari al 20 per cento conseguenti alla riorganizzazione dei dicasteri.

Michele Pompeo META (PD) intende con il suo intervento ribadire la condivisione della sua parte politica per un'iniziativa di razionalizzazione dell'organizzazione di governo già delineata dalla precedente maggioranza nella legge finanziaria per il 2008. Riconosce, in particolare, che la scelta compiuta, all'inizio della XV legislatura, di separare le strutture ministeriali delle infrastrutture e dei trasporti si è rivelata erronea, in quanto si è di fatto tradotto nell'impossibilità di adottare una linea politica univoca sulle connesse questioni dell'ammodernamento infrastrutturale del paese e dello sviluppo della mobilità. È per questo che si augura che, nell'ambito della nuova fase politica che si è aperta, e che è caratterizzata da una semplificazione del quadro politico e istituzionale, il neo Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sappia tracciare linee programmatiche adeguate alle necessità di modernizzazione del paese. Ed è su questi contenuti che la sua parte politica intende confrontarsi, senza alcun preconcetto. Quanto infine all'intervento del deputato Buonanno, ritiene che, pur nell'opportunità di adottare ogni legittima iniziativa volta a ridurre le inefficienze e gli sprechi di risorse nel settore pubblico, appare comunque necessario riconoscere il ruolo cardine delle istituzioni parlamentari che, nel complesso, vedono impegnate persone che hanno dimostrato sempre un alto senso dello Stato nel compimento dei loro doveri.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) chiede al relatore di riformulare la sua proposta di parere favorevole, al fine di aggiungervi una osservazione volta a chiarire che la riunificazione dei dicasteri delle infrastrutture e dei trasporti, anche solo sul piano lessicale, non debba configurarsi come una sorta di incorporazione del dicastero dei trasporti in quello delle infrastrutture, ma, più propriamente, come una vera e propria unificazione di più strutture aventi pari rilievo. Preannuncia che un'eventuale osservazione di questo genere potrebbe indurre la sua parte politica a votare a favore della proposta di parere.

Maurizio IAPICCA (PdL) non accoglie la proposta di riformulazione avanzata dal deputato Misiti e ribadisce la sua proposta di parere favorevole.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato).

La seduta termina alle 14.50.