CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 giugno 2008
17.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 17 giugno 2008. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 12.05.

DL 93/2008: Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie.
C. 1185 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Giuseppe PALUMBO, presidente, ricorda che la Commissione è convocata per il parere alle Commissioni riunite V (Bilancio) e VI (Finanze) sul decreto-legge n. 93 del 2008 in titolo. Avverte che le Commissioni riunite V e VI stanno esaminando gli emendamenti presentati e dovrebbero concludere l'esame in sede referente entro la giornata di giovedì.

Mariella BOCCIARDO (PdL), relatore, osserva che il provvedimento su cui la Commissione è chiamata a dare il parere per i profili di competenza è il primo atto del nuovo governo a favore delle famiglie e contiene una serie di disposizioni che hanno lo scopo di salvaguardare il loro potere di acquisto.
In sintesi, il decreto del governo cancella l'ICI sulla prima casa (tranne che per gli immobili con categoria catastale A1, A8, A9), detta le norme per la rinegoziazione dei mutui sulla prima casa e provvede a detassare gli straordinari. L'articolo 1 riguarda l'esenzione ICI sulla prima casa.
Per attuare questa volontà politica, che l'attuale maggioranza aveva presentato alle famiglie italiane durante la campagna elettorale, era necessario intervenire drasticamente sul decreto legislativo n. 504 del 1992, che rappresenta una tappa storica per la finanza locale.
Fino ad allora, lo Stato pagava ai Comuni ogni spesa fatta e i bilanci locali

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venivano sostanzialmente ripianati dalle finanze statali.
A partire dal 1993 si è voluto cambiare rotta e dare ai Comuni maggiore responsabilità di spesa. Venne tolto il trasferimento erariale statale e fu data ai comuni la possibilità di gestire autonomamente il tributo sulla casa. Dopo sedici anni di gestione locale di alcuni tributi importanti, con questo decreto si sospende il potere delle regioni e degli enti locali di deliberare aumenti di tributi, di introdurre addizionali, di maggiorare le aliquote, cosa che consente di raggiungere due obiettivi.
Da una parte si blocca alla radice ogni possibilità di aumento della fiscalità locale a carico delle famiglie. Dall'altra, si creano i presupposti di un nuovo patto di stabilità interno in funzione del federalismo fiscale.
Questo intervento sulla prima casa alleggerisce le famiglie, annualmente, di un onere economico stimato globalmente in 2.600 milioni di euro. Questa cifra è la somma di quanto previsto dall'attuale decreto (1.700 milioni di euro) e di quanto già normato dalla legge finanziaria 2008 (circa 900 milioni di euro). Sospensione dunque di maggiori entrate tributarie per gli enti territoriali. Ma salvaguardia, anche, della validità delle disposizioni per il settore sanitario in materia di copertura dei disavanzi delle regioni.
Ricorda inoltre che - ad iniziare dall'esercizio 2006 - le regioni in cui sono stati certificati deficit nel settore sanitario sono obbligate ad innalzare le aliquote anche oltre il limite massimo fissato dalla legge dello Stato. Più precisamente, a decorrere dal 2005 è stato possibile derogare al blocco delle aliquote disposto dalla legge n. 289 del 2002 esclusivamente ai fini del ripiano dei disavanzi sanitari certificati nell'ambito del monitoraggio cui sono sottoposte le regioni. E a decorrere dal 2006 gli aumenti di due aliquote (l'addizionale IRPEF e l'IRAP) sono obbligatori al verificarsi di determinate condizioni. Così è stato per le regioni Abruzzo, Campania, Lazio e Molise a decorrere dall'esercizio 2006 per entrambe le aliquote.
Gli aumenti deliberati dalla regione Liguria e dalla regione Puglia - a decorrere rispettivamente dal 2007 e dal 2008 - dell'addizionale IRPEF e, solo per alcune categoria, dell'IRAP, sono destinati a ripianare i debiti del servizio sanitario regionale.
Fa presente quindi che l'articolo 5 del decreto-legge in esame individua la norma di copertura finanziaria degli oneri del provvedimento, che a tal fine riduce numerose autorizzazioni di spesa e modifica le Tabelle A, B e C della legge finanziaria 2008.
Le disposizioni che interessano in modo specifico la Commissione sono contenute nel comma 9, lettera b), numero 11.
Questo comma sostituisce il comma 437 dell'articolo 2 della legge finanziaria per il 2008, che istituiva, presso il Ministero della solidarietà sociale, il Fondo sociale per la diffusione della cultura e delle politiche di responsabilità sociale delle imprese. La dotazione era di 1,25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 e si provvedeva alla copertura del relativo onere mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, n. 328, relativa al Fondo per le politiche sociali.
Il nuovo comma 437, nella versione modificata dal presente decreto-legge, mantiene la riduzione del Fondo per le politiche sociali per un importo pari a 1,25 milioni per ciascuna annualità del triennio 2008-2010, come già disposto dalla medesima legge finanziaria, mentre non conferma la disposizione istitutiva, presso il Ministero della solidarietà sociale, del Fondo per la diffusione della cultura e delle politiche di responsabilità sociale delle imprese, con la corrispondente dotazione di bilancio.
Altra norma di interesse della Commissione è il comma 10, lettera c), che modifica l'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207 - che ha riordinato il sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza - e riduce dal 31 dicembre 2008 al 30 giugno 2008 il termine relativo alla proroga delle agevolazioni fiscali per gli atti relativi al riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza

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e beneficenza (IPAB), introdotto dall'articolo 51-ter del decreto-legge n. 248 del 2007: cioè l'esenzione dalle imposte di registro, ipotecarie, catastali e sull'incremento del valore degli immobili e relativa imposta sostitutiva, per gli atti relativi al riordino delle IPAB in aziende di servizi o in persone giuridiche di diritto privato.
Un altro comma di interesse della Commissione è il comma 11, che novella l'articolo 1, comma 1267, della legge finanziaria 2007, e che ridetermina la dotazione del «Fondo per la inclusione sociale degli immigrati». Questo fondo, originariamente pari a 50 milioni di euro per ciascuna annualità 2007-2009, ammonta ora a 5,1 milioni per il solo 2008.
Gli altri aspetti di competenza della Commissione riguardano le autorizzazioni di spesa indicate nell'allegato di cui all'elenco n. 1, previsto dal comma 1 dell'articolo 5.
Tra le autorizzazioni di spesa modificate, alcune sono state previste dalla legge finanziaria 2008, come la spesa che riguarda l'organizzazione e il funzionamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia destinati alla popolazione minorile, di età compresa tra 0 e 36 mesi, presso enti e reparti del Ministero della difesa.
Ricorda poi due riduzioni di spesa su cui auspica che il governo provveda a rideterminare la consistenza nella prossima legge finanziaria. Si tratta delle riduzioni relative al Piano contro la violenza alle donne e alcune iniziative che avevano la finalità di tutelare i minori, anche disabili, in situazioni di disagio, abuso, maltrattamento. Tali fondi «spot» erano destinati ai bisognosi in forma indiretta, attraverso il sostegno ad alcune associazioni. Era discutibile la forma ma è indubbia la necessità di sostenere finanziariamente due settori così importanti della nostra vita civile, come appunto la lotta contro la violenza sulle donne e la tutela dei minori.
Un altro Fondo che sparisce, per il 2008, riguarda l'inclusione sociale degli immigrati, ammontante a 50 milioni di euro. Una voce di spesa tutto sommato indeterminata e poco chiara.
Oltre alle modifiche apportate alla legge finanziaria 2008, il provvedimento in esame prevede modifiche alle autorizzazioni di spesa recate dal decreto-legge n. 248 del 31 dicembre 2007, il cosiddetto «Proroga termini» di fine anno. Per la copertura del nuovo decreto si recuperano 14 milioni di euro, solo per il 2008, dal fondo transitorio a favore delle regioni a elevato disavanzo finanziario, e 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 dal finanziamento previsto per la Fondazione Istituto mediterraneo di ematologia (IME).
Altre risorse finanziarie vengono recuperate attingendo ad alcune disposizioni previste dalla Finanziaria 2007, come la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a favore dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà. Si tratta di un finanziamento alla Regione Lazio, che comunque ha già beneficiato di 5 milioni di euro per questo progetto nel 2007.
Altri fondi, circa 15 milioni di euro nel 2008 e 36 milioni di euro per ciascun anno 2009 e 2010, vengono reperiti dalla modifica alla legge n. 269 del 2003 che riguardava le maggiori entrate derivanti dall'IVA gravante sui servizi sanitari e ospedalieri.
In conclusione, sottolinea l'importanza della scelta effettuata dal governo di individuare nella famiglia il soggetto più bisognoso di sostegno in questo scenario di crisi, incertezza e sofferenza economica. Il soggetto è bene individuato e viene sostenuto in modo urgente e diretto, senza cioè intermediazioni istituzionali o associazionistiche. La famiglia ne trarrà indubbiamente benefici significativi, che giustificano ampiamente alcune riduzioni di spesa operate nel comparto sociale di competenza della Commissione.

Anna Margherita MIOTTO (PD), preso atto della relazione dell'onorevole Bocciardo

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e dei rilievi dalla stessa mossi al provvedimento, auspica che esso possa essere modificato proprio a partire dalle osservazioni della relatrice. Inoltre, il titolo dovrebbe essere più coerente con il contenuto e dovrebbe esserci meno retorica in questo primo atto del governo nei confronti delle famiglie. Infatti, al di là degli intenti che il provvedimento si propone di realizzare dal punto di vista formale, sostanzialmente il contenuto dello stesso non va incontro alle reali esigenze del nucleo familiare perché va a tagliare risorse incidenti sul bene della salute, della solidarietà sociale, della tutela delle donne. Il decreto quindi in realtà è a sfavore delle famiglie, prevedendo misure contraddittorie, che creano disuguaglianza e non ridistribuiscono la ricchezza. Auspica, in conclusione, che il testo in esame possa essere modificato.

Luisa BOSSA (PD) fa presente di aver letto con attenzione la relazione del Ministro Bondi in Commissione Cultura, nella quale si è espresso l'intendimento di valorizzare il cinema italiano e le attività culturali in senso ampio. Deve invece constatare che il provvedimento in esame penalizza fortemente questo settore, sopprimendo i crediti d'imposta per il cinema.

Giuseppe PALUMBO, presidente, fa presente che la materia del cinema e della cultura non rientrano propriamente tra quelle di competenza della Commissione.

Ileana ARGENTIN (PD), associandosi alle considerazioni espresse dall'onorevole Miotto, lamenta altresì che il provvedimento in oggetto abbia di fatto eliminato enti che lavorano per il raggiungimento di obiettivi fondamentali nel campo dei servizi sociali. Esprime, inoltre, perplessità sulla reale capacità delle famiglie di rispettare le finalità per cui si stanziano determinate risorse e ritiene che sarebbe più opportuno, data la diversificazione esistente tra i nuclei familiari, fare riferimento ai cittadini anziché alla famiglia, concetto che non rappresenta la collettività tutta.
Auspica, infine, che il provvedimento possa essere corretto al fine di ripristinare le risorse sottratte alle politiche sociali, che subiscono gravi tagli incidenti soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione. Per queste ragioni ritiene che, se si intende dare le risposte giuste ai problemi del Paese, sia indispensabile e prioritario individuare le categorie più deboli, ascoltando la base e i cittadini.

Delia MURER (PD) osserva in primo luogo che il titolo del provvedimento non risponde agli obiettivi che sembra prefiggersi, poiché le norme che dispone non sono assolutamente in grado di realizzarli. Gli effetti prodotti, da un lato, saranno deludenti e non recheranno aiuti concreti alle famiglie e, dall'altro, creeranno difficoltà finanziarie ai comuni. Infatti, i bilanci degli enti locali saranno gravemente penalizzati sia dal mancato introito dell'ICI sia dalla riduzione delle risorse operata per poter coprire gli oneri derivanti dall'abolizione dell'ICI. Le risorse che si prelevano per la copertura finanziaria del provvedimento sono soprattutto quelle che la legge finanziaria 2008 aveva destinato alla solidarietà sociale. È a suo avviso grave che si sia fatto ricorso ai 45 milioni di euro destinati al Fondo per la inclusione sociale degli immigrati, così come ai 20 milioni di euro per il fondo diretto al Piano contro la violenza alle donne, che invece aveva rappresentato un segnale importante al Paese su un tema molto forte e sentito.

Domenico DI VIRGILIO (PdL) intende innanzitutto sottolineare la gravità della situazione economica in cui versa il Paese e che così è stata lasciata dal precedente Governo. In una congiuntura così sfavorevole, il decreto-legge in esame rappresenta il primo significativo provvedimento a favore delle famiglie, così come previste dalla nostra Costituzione.
Fa quindi rilevare che, oltre agli aspetti su cui si è soffermata la relatrice auspicandone la correzione, ritiene che nel parere si debba fare riferimento anche alla opportunità di rivedere le misure che

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hanno ridotto le autorizzazioni di spesa destinate all'Istituto mediterraneo di ematologia (IME), che rappresenta un fiore all'occhiello della sanità italiana, e all'Istituto per la lotta alla povertà diretto dal professor Morrone.

Livia TURCO (PD), ribadendo quanto già dichiarato nel corso dell'esame del decreto-legge sui rifiuti, evidenza che il suo gruppo intende portare avanti una opposizione costruttiva e propositiva e insisterà in questa volontà ogniqualvolta possa portare a risultati positivi per la salute, bene comune a tutti. È con questo spirito che esprime la sua profonda amarezza per le misure recate dal provvedimento in esame, che non sono in grado di rispondere ai grandi problemi della famiglia, risultando quindi assolutamente inadeguate. Sarebbero state invece necessarie altre misure, come quella di intervenire a favore anche delle famiglie che non posseggono una casa ma che la affittano, come prevedeva la legge finanziaria 2008, che nel disporre la riduzione dell'ICI per i soggetti più bisognosi era tuttavia più equilibrata.
Sulla detassazione degli straordinari la sua posizione non esprime un approccio ideologico, ma a suo avviso sarebbero state necessarie altre misure, come ad esempio prevedere incentivi all'occupazione stabile o legare il salario alla produttività del lavoro.
Auspicando che si adottino dei correttivi alle misure recate dal provvedimento anche per quanto riguarda in particolare i settori di interesse della Commissione, non comprende la ragione per cui si sia deciso di provvedere alla copertura degli oneri recati dall'abolizione dell'ICI attraverso tagli di spese e di risorse destinate al Fondo delle politiche sociali, al Piano contro la violenza alle donne, al Fondo per la inclusione sociale degli immigrati, ai servizi sociali, di risorse cioè che riguardano settori su cui i comuni fanno grandi sforzi e si impegnano moltissimo.
Esprime, inoltre, forti perplessità sulla riduzione da sei a tre milioni di euro delle risorse stanziate a favore della Fondazione Istituto mediterraneo di ematologia, indiscusso centro di eccellenza, ma anche sull'azzeramento dei fondi da destinare all'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà. In proposito, ricorda che la nascita di tale Istituto era stata voluta dalle tre regioni con maggior flusso migratorio: Sicilia, Puglia e Lazio.
In conclusione, auspica che la Commissione possa esprimere un parere condiviso tra le varie forze politiche che tenga conto della necessità di correggere le riduzioni di spesa operate in particolare a danno del Fondo per le politiche sociali, del Piano contro la violenza sulle donne e dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà.

Donata LENZI (PD), sollecitata ad intervenire dalle considerazioni espresse dal deputato Di Virgilio, non ritiene opportuno soffermarsi su valutazioni relative ai «buchi» di bilancio lasciati dal Governo precedente, poiché si tratta delle medesime considerazioni fatte all'inizio della passata legislatura a parti invertite.
Sulle questioni più prettamente riguardanti il testo in discussione, dopo aver osservato che esso dà corso con molta rapidità ad una promessa politica fatta in campagna elettorale, sottolinea - rispondendo sempre al deputato Di Virgilio - che l'abolizione dell'ICI è generalizzata e che pertanto appare del tutto inappropriato il riferimento da questi fatto al concetto di famiglia.
In ordine alla tipologia di copertura finanziaria prescelta, non condivide che si sia fatto ricorso a tagli di spesa che incidono sulle politiche sociali e in parte anche sulla sanità. Auspica, infine, che nella stesura del parere il relatore tenga conto dei rilievi formulati al fine di porre rimedio alle criticità evidenziate.

Alessandra MUSSOLINI (PdL), dopo aver ricordato che l'abolizione dell'ICI era

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un impegno preso durante la campagna elettorale al quale pertanto era giusto e corretto assolvere, accoglie tuttavia l'invito rivolto in particolare dall'onorevole Turco ad esprimere un parere che raccolga le osservazioni emerse nel corso del dibattito, al fine di recuperare alcune risorse finanziarie che il decreto-legge ha di fatto azzerato. Si riferisce soprattutto al fondo destinato al Piano contro la violenza alle donne, istituito dalla legge finanziaria scorsa e ammontante a 20 milioni di euro per il 2008. Della necessità di ripristinare tali risorse parlerà oggi pomeriggio durante l'incontro che avrà insieme ad altre deputate con il Ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, alla quale rappresenterà una serie di problematiche, comprese quelle relative al fenomeno della prostituzione. Altro punto su cui chiederà al Ministro di intervenire per rimediare ad alcune criticità contenute nel decreto-legge in esame è quello della riduzione dei fondi a favore di iniziative volte alla tutela dei minori in situazioni di abuso o di disagio, ivi compreso il sostegno all'attività dell'ente Telefono Azzurro.
Infine, conclude osservando che l'abolizione dell'ICI sulla prima casa riguarda tutti i cittadini, anche quelli che non fanno parte di nuclei familiari tradizionalmente intesi. Non ritiene appropriato pertanto il riferimento effettuato nel corso del dibattito alla famiglia come prevista dalla Costituzione.

Giuseppe PALUMBO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 17 giugno 2008. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 13.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/121/CE che modifica la direttiva 67/548/CEE per adattarla al regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) e che istituisce un'Agenzia europea per le sostanze chimiche.
Atto n. 2.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta dell'11 giugno 2008.

Giuseppe PALUMBO, presidente, ricorda che nella scorsa seduta il deputato Ciccioli ha svolto la relazione. Nessun chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.05.