CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 novembre 2012
734.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-04597 Motta: Sui tagli agli organici della scuola nella provincia di Parma.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante illustra gli effetti della riduzione del corpo docente sulle scuole della provincia di Parma e sollecita l'adozione di iniziative atte a garantire il regolare avvio dell'anno scolastico 2011/2012 e l'attivazione del tempo pieno e prolungato.
  Su quanto prospettato il competente Direttore scolastico per l'Emilia Romagna ha fornito i seguenti elementi informativi.
  Per l'anno scolastico in questione il decreto interministeriale sulla determinazione degli organici di diritto del personale docente ha previsto una riduzione di 881 posti a livello regionale, di cui 102 per la provincia di Parma, corrispondenti a un indice percentuale del 2,5 e non del 2,96.
  I criteri seguiti ai fini dell'assegnazione dei contingenti ai diversi ambiti territoriali, dopo gli opportuni confronti con l'Assessorato regionale e le organizzazioni sindacali, sono stati analoghi a quelli utilizzati negli anni precedenti.
  Per quanto concerne la scuola dell'infanzia, nell'anno scolastico 2011/2012 si è avuto un consolidamento in organico di diritto dei posti funzionanti in ciascuna realtà territoriale nell'anno precedente, ivi compresi quelli che erano stati autorizzati nell'organico di fatto, quattro dei quali in provincia di Parma.
  Per gli altri ordini di scuola sono state tenute in considerazione le specifiche esigenze dei territori dei comuni montani, salvaguardando le realtà locali in modo da garantire a tutti gli alunni le medesime opportunità di istruzione.
  Le risorse assegnate hanno consentito il mantenimento di tutti i punti di erogazione del servizio scolastico delle scuole primarie e secondarie di primo grado della provincia e la formazione delle classi nei comuni montani con valori inferiori a quelli di regola stabiliti e, laddove necessario, la formazione di pluriclassi.
  Sono state inoltre confermate le classi a tempo pieno funzionanti nel precedente anno 2010/2011, previa regolare autorizzazione dell'Ufficio scolastico regionale. Si è trattato in particolare di 341 classi su un totale di 819 con un'incidenza del 41,64 per cento, fra le più alte della Regione.
  In sede di successivo adeguamento alla situazione di fatto per l'anno scolastico 2011/2012, gli organici sono stati incrementati di 5 unità per la scuola primaria e di 6 per l'istruzione secondaria di primo grado.
  Per la scuola secondaria di secondo grado la dotazione di diritto pari a 1.398 posti ha visto un incremento di 12 unità, con le quali è stato possibile assicurare le sperimentazioni di vecchio ordinamento ancora in atto e le ore di strumento musicale funzionanti presso il liceo musicale.
  Il Direttore scolastico regionale ha poi fornito i seguenti dati riferiti al corrente anno scolastico 2012/2013.
  Per la scuola dell'infanzia, già in organico di diritto sono state autorizzate tre nuove sezioni ad orario ridotto nei Comuni di Collecchio, Fidenza e Traversetolo, seguendo il criterio relativo al maggior numero di alunni in lista di attesa, incrementando la dotazione organica di n. 3 posti.
  L'organico di fatto per la scuola primaria ha registrato un aumento di n. 26 posti rispetto a quello dell'anno precedente, Pag. 55e ciò ha consentito l'attivazione di 17 nuove classi a tempo pieno, rispondendo così in modo completo alle esigenze rappresentate dalle famiglie e dal territorio.
  L'organico di fatto della scuola secondaria di primo grado è stato definito prevedendo una lieve riduzione di sei posti rispetto alla dotazione dell'anno scolastico precedente, che ha comunque soddisfatto tutte le richieste di formazione classi presentate dai dirigenti scolastici.
  Infine, per l'istruzione secondaria di secondo grado, l'organico di fatto 2012/13 registra un aumento di 20 posti rispetto all'anno scolastico precedente. Ciò ha consentito di soddisfare tutte le richieste di corsi serali a cui è stata prestata particolare attenzione in quanto l'utenza di tali corsi è formata da giovani espulsi dal mercato del lavoro a causa della crisi in atto e che cercano di riqualificarsi in vista di una seconda opportunità lavorativa.

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ALLEGATO 2

5-07018 Grimoldi: Sulla tutela delle chiese romaniche pisane.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Grimoldi richiede al Ministero che qui rappresento, di affrontare il tema dei campanili e della relativa e impropria ricostruzione dal dopoguerra ad oggi.
  In effetti, l'ormai annosa questione della ricostruzione del campanile della Pieve dei Santi Ippolito e Casciano ha impegnato almeno due generazioni di funzionari e contrapposto popolazione locale, studiosi e critici.
  Gli Uffici di questo Ministero, Soprintendenza di Pisa e Ufficio centrale di Roma (ora Direzione generale), hanno affrontato la tematica sin dal 1980, per il fatto che la ricostruzione del campanile della Chiesa era stato disposto, dall'allora Provveditorato alle Opere Pubbliche, senza il preventivo parere di competenza della Soprintendenza di Pisa.
  Tuttavia, al di là di ogni ormai sterile polemica su problemi di competenze e di coordinamento tra Ministeri, si ritengono opportune alcune precisazioni.
  In primo luogo occorre considerare che nel corso degli anni il concetto di restauro e le conseguenti teorie sulle metodologie di intervento ha subito una profonda evoluzione; ciò può contribuire a spiegare, almeno in parte, l'indubbio insuccesso della ricostruzione del campanile.
  Le foto del campanile di San Cassiano ricostruito dagli abitanti dopo la demolizione del secondo dopoguerra, mostrano una sopraelevazione sull'antica base sopravvissuta all'esplosione, priva di intellettualismi ma estremamente dignitosa. Quel campanile fu ritenuto staticamente inidoneo e fu demolito per realizzare quanto le «teorie architettoniche» dell'epoca imponevano: una costruzione «neutra», «riconoscibile» che non riproducesse il tanto famigerato «falso storico».
  I documenti conservati negli archivi della Soprintendenza di Pisa dimostrano che la ricostruzione è stata un esercizio intellettuale, senza tener conto del desiderio della comunità che aveva espresso la volontà di riavere quell'antico campanile raccogliendo parte delle macerie e ricostruendolo in forma semplificata.
  In sintesi la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le province di Pisa e Livorno, è convinta dell'opportunità di predisporre un progetto di riconfigurazione del campanile che restituisca dignità architettonica alla Pieve, ma ritiene condizione indispensabile l'esistenza di un adeguato progetto supportato da approfondita analisi storica e, più ancora, la disponibilità di risorse finanziarie.
  Riguardo, infine, all'espressa volontà di «sollecitare un tavolo tecnico con i rappresentanti istituzionali territoriali, critici, storici, associazioni culturali e mecenati privati» per affrontare il problema della valorizzazione del patrimonio legato all'architettura romanica del territorio, con un'attenzione particolare alle ricostruzioni post-belliche, non si può che accogliere favorevolmente tale iniziativa, dando sin d'ora la piena disponibilità dei funzionari di questo Ministero all'iniziativa.

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ALLEGATO 3

5-07102 Tocci: Questioni relative all'Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino (INRIM).

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito a quanto rappresentato dall'Onorevole interrogante riguardo al programma di ricerca sul «piezonucleare» che sarebbe stato promosso dal Presidente dell'Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino, si rappresenta quanto segue.
  Relativamente alla nomina del rappresentante del Ministero in seno al Consiglio tecnico scientifico dell'INRIM ai sensi dell'articolo 7 del vigente statuto dell'Ente, si informa che inizialmente, in data 7 marzo 2012, erano stati proposti per l'incarico di cui trattasi due nominativi tra cui quello del professor Fabio Cardone, ricercatore dell'Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del C.N.R.
  Con lettera del 13 giugno 2012 sono stati successivamente proposti altri due nominativi: la dottoressa Elisabeth Giacobino e il professor Ernst Otto Göbel. Il Consiglio di amministrazione dell'Istituto ha poi nominato quest'ultimo.
  Per quanto concerne l'orientamento sul progetto in esame, si informa che l'INRIM ha trasmesso al Ministero in data 29 febbraio 2012 il piano triennale 2012/2014 unitamente al documento di Vision decennale.
  In tale documento di Vision veniva data per scontata la definizione di una fenomenologia, quella relativa alle reazioni piezonucleari, che allo stato attuale rappresenta una pura ipotesi ancora da dimostrare. Per tale motivo il Ministero, con nota del 17 luglio 2012, ha rappresentato all'Istituto le proprie osservazioni in merito, facendo presente che le implicazioni e le applicazioni del progetto non sono razionalmente prevedibili al momento.
  Pertanto, è stata espressa condivisione circa l'opportunità di approfondire lo studio del fenomeno al fine di dimostrarne la validità, richiamando tuttavia la necessità di evitare effetti di «annuncio» per fenomeni non dimostrati.
  Inoltre, con la stessa nota è stato sottolineato che, riguardo a questo studio, il documento di Vision non faceva riferimento a pubblicazioni circa l'attività sperimentale svolta e le osservazioni effettuate, pertanto l'Istituto è stato invitato a valutare attentamente l'opportunità di proseguire in tale settore di ricerca, anche in considerazione dell'intenzione di questo Ministero di rinunciare all'ulteriore finanziamento del progetto bandiera «L'ambito nucleare».

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ALLEGATO 4

5-08170 De Pasquale: Sul riconoscimento della maturità magistrale nell'ambito del recente concorso indetto dal MIUR.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante chiede chiarimenti in merito al valore abilitante all'insegnamento del diploma di maturità magistrale conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002 richiamando, a tal proposito, il recente bando di concorso per docenti.
  Al riguardo si deve ribadire quanto già espresso in altre occasioni.
  L'abilitazione all'insegnamento, vale a dire la piena qualificazione all'esercizio di tale professione, appartiene a coloro che sono in possesso di un titolo che dà diritto all'assunzione in modo stabile nel sistema scolastico, ossia il superamento di un concorso o il conseguimento dell'abilitazione attraverso un percorso professionale «abilitante», come le SSIS o il corso di laurea in scienze della formazione primaria.
  Il diploma magistrale è stato ritenuto valido per il solo inserimento nelle graduatorie d'istituto per l'assegnazione delle supplenze e a favore dei diplomati sono stati previsti nel corso del tempo una serie di opportunità di conseguire l'abilitazione.
  Si richiamano, a tal proposito:
   l'articolo 2 della legge n. 124 del 1999 che ha previsto la possibilità per i possessori del suddetto diploma di partecipare a una sessione riservata di esami per il conseguimento dell'abilitazione per l'insegnamento nella scuola materna, nella scuola elementare e negli istituti d'istruzione secondaria e artistica;
   il comma 16 dell'articolo 15 del Regolamento sulla formazione iniziale (n. 249 del 2010) che ha previsto a favore dei medesimi soggetti un percorso formativo utile per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria.

  Ciò posto, per quanto concerne l'accesso ai concorsi, si specifica che il decreto interministeriale del 10 marzo 1997, citato anche dall'interrogante, dispone, all'articolo 2, comma 1, che i titoli di studio conseguiti al termine dei corsi triennali e quinquennali sperimentali di scuola magistrale e dei corsi quadriennali e quinquennali sperimentali dell'istituto magistrale, iniziati entro l'anno scolastico 1997/1998 o comunque conseguiti entro l'anno scolastico 2001/2002, conservano in via permanente l'attuale valore legale e consentono di partecipare alle sessioni di abilitazione all'insegnamento nella scuola materna nonché ai concorsi ordinari per titoli ed esami a posti di insegnante nella scuola materna e nella scuola elementare.
  In linea con la suddetta disposizione, l'articolo 2 del bando del concorso ha incluso i suddetti titoli tra quelli che consentono l'ammissione alle prove concorsuali per i posti della scuola primaria e della scuola dell'infanzia.