CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 ottobre 2012
726.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013). C. 5534-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015. C. 5535 Governo.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.

EMENDAMENTI RIFERITI AL DISEGNO DI LEGGE DI STABILITÀ

ART. 4.

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

  2-bis. All'articolo 21, comma 11, secondo periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, le parole: «Fino al decorso del termine di cui al primo periodo» sono sostituite dalle seguenti: «Fino all'adozione delle misure di cui al presente comma e comunque non oltre il termine del 30 settembre 2014».
5534-bis/XIII/4. 1. Taddei.
(Approvato)

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

  1. All'articolo 12 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) il comma 2 è sostituito dal seguente:
  «2. Per effetto della detta soppressione sono attribuiti al CRA le funzioni ed i compiti già affidati all'INRAN. Sono soppresse le funzioni dell'INRAN già svolte dall'ex INCA. Dall'attuazione del presente comma, deriva un risparmio di spesa di 300.000 euro a valere sul bilancio del CRA»;
   b) il comma 3 è sostituito dal seguente:
  «3. Con uno o più decreti di natura non regolamentare del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 31 gennaio 2013, sono individuate le risorse umane, strumentali e finanziarie dell'INRAN trasferite al CRA»;
   c) al comma 4, l'ultimo periodo è sostituito dal seguente: «Per i restanti rapporti il CRA subentra nella titolarità fino alla loro naturale scadenza, ad esclusione di quello di cui all'articolo 14, comma 6, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 454»;
   d) i commi 5 e 6 sono abrogati.
5534-bis/XIII/4. 2. Paolo Russo.

Pag. 172

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
  1. All'articolo 12 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) il comma 2 è sostituito dal seguente:
  «2. Per effetto della detta soppressione sono attribuiti al CRA le funzioni ed i compiti già affidati all'INRAN. Sono soppresse le funzioni dell'INRAN già svolte dall'ex INCA. Dall'attuazione del presente comma, deriva un risparmio di spesa di 300.000 euro a valere sul bilancio del CRA»;
   b) il comma 3 è sostituito dal seguente:
  «3. Con uno o più decreti di natura non regolamentare del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 31 gennaio 2013, sono individuate le modalità con cui tutte le risorse umane, strumentali e finanziarie dell'INRAN trasferite al CRA»;
   c) al comma 4, l'ultimo periodo è sostituito dal seguente: «Per i restanti rapporti il CRA subentra nella titolarità fino alla loro naturale scadenza, ad esclusione di quello di cui all'articolo 14, comma 6, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 454»;
   d) i commi 5 e 6 sono abrogati.
5534-bis/XIII/4. 2. (Nuova formulazione) Paolo Russo.
(Approvato)

ART. 8.

  Dopo il comma 23 aggiungere il seguente:
  23-bis. Al decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali n. 4123 del 22 luglio 2010, all'articolo 15 è aggiunto il seguente comma:
  «2. La rendicontazione dei progetti per le campagne 2010/2011 e 2011/2012 è da presentarsi entro 90 giorni dalla chiusura dei progetti».
5534-bis/XIII/8. 1. Marmo, Taddei.
(Inammissibile)

ART. 12.

  Al comma 18, primo periodo, sostituire le parole: l'aliquota dello 0,05 con le seguenti: l'aliquota dello 0,06.

  Conseguentemente, alla tabella C, Missione Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca, Programma Sostegno al settore agricolo, voce Ministero dell'economia e delle finanze, Decreto legislativo n. 165 del 1999; Decreto legislativo n. 188 del 2000: Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) (7.1 Cap. 1525), apportare le seguenti variazioni:
  2013:
   CP + 20.000;
   CS + 20.000;

  2014:
   CP + 20.000;
   CS + 20.000;

  2015:
   CP + 20.000;
   CS + 20.000.
5534-bis/XIII/12. 10. Delfino, Naro.
(Approvato)

  Al comma 29, sostituire le parole: 2012, 2013 e 2014 con le seguenti: 2013, 2014 e 2015.

Pag. 173

  Conseguentemente, all'articolo 13, comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 40 milioni di euro per l'anno 2013.
5534-bis/XIII/12.6. Oliverio, Zucchi, Agostini, Brandolini, Cenni, Servodio, Sani, Marco Carra, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mario Pepe (PD), Trappolino.
(Approvato)

  Dopo il comma 29, inserire il seguente:

  29-bis. Il versamento del prezzo di cui al comma 6 dell'articolo 8 della legge 26 maggio 1965, n. 590, è differito, anche per i giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, fino al passaggio in giudicato della sentenza in cui si controverta della sussistenza del requisito di coltivatore diretto in capo all'affittuario del fondo e sulla sussistenza del rapporto di affitto.
5534-bis/XIII/12. 2. Trappolino.
(Inammissibile)

  Dopo il comma 29, inserire il seguente:

  29-bis. Ai soli fini delle imposte sui redditi, le rivalutazioni dei redditi dominicali ed agrari previste dal comma 29 non si applicano per i periodi di imposta, ivi previsti, durante i quali i terreni assoggettati alle medesime rivalutazioni sono concessi in affitto per usi agricoli per un periodo non inferiore a cinque anni a giovani che non hanno compiuto i 40 anni, aventi la qualifica di coltivatore diretto o di imprenditore agricolo professionale, anche in forma societaria purché, in quest'ultimo caso, la maggioranza delle quote o del capitale sociale sia detenuto da giovani in possesso delle suddette qualifiche di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale. Le qualifiche di coltivatore diretto o di imprenditore agricolo professionale, di cui al presente comma, si possono acquisire entro due anni dalla stipula del contratto di affitto.

  Conseguentemente, all'articolo 13, comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015.
5534-bis/XIII/12. 5. Trappolino, Oliverio, Zucchi, Agostini, Brandolini, Cenni, Servodio, Sani, Marco Carra, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mario Pepe (PD).
(Approvato)

  Sopprimere i commi 30 e 31.

  Conseguentemente, al comma 33, sostituire le parole: del 5 per cento con le seguenti: dell'8 per cento.
5534-bis/XIII/12. 7. Zucchi, Oliverio, Agostini, Brandolini, Cenni, Servodio, Sani, Marco Carra, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mario Pepe (PD), Trappolino.

  Sopprimere i commi 30 e 31.

  Conseguentemente, all'articolo 13, comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 76,5 milioni di euro per l'anno 2013 e a 43,7 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014.
5534-bis/XIII/12. 8. Zucchi, Oliverio, Agostini, Brandolini, Cenni, Servodio, Sani, Marco Carra, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mario Pepe (PD), Trappolino.
(Approvato)

Pag. 174

  Sopprimere il comma 30.

  Conseguentemente, al comma 33, sostituire le parole: sono ridotti del 5 per cento con le seguenti: sono ridotti dell'8 per cento.
5534-bis/XIII/12. 4. Delfino, Naro.

  Al comma 30, sopprimere l'ultimo periodo.

  Conseguentemente, all'articolo 13, comma 2, aggiungere, in fine, le seguenti parole: , ivi comprese le variazioni di cui al periodo successivo. Le dotazioni di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla predetta Tabella C sono ridotte in maniera lineare per un importo pari a 35 milioni di euro per l'anno 2013.
5534-bis/XIII/12. 9. Oliverio, Zucchi, Agostini, Brandolini, Cenni, Servodio, Sani, Marco Carra, Dal Moro, Fiorio, Marrocu, Mario Pepe (PD), Trappolino.
(Approvato)

  Al comma 33, sostituire le parole: ridotti del 5 per cento con le seguenti: ridotti del 6 per cento.

  Conseguentemente, dopo il comma 33, inserire i seguenti:

  33-bis. A decorrere dal 1o gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2015, a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale è applicata, sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, secondo quanto previsto dall'articolo 17 della direttiva 2003/96/CE del Consiglio, del 27 ottobre 2003, e successive modificazioni, l'accisa al livello di imposizione, per l'anno 2013, pari a euro 25 per 1.000 litri, qualora gli stessi soggetti, in sede di richiesta dell'assegnazione del gasolio, ai sensi del decreto ministeriale 14 dicembre 2001, n. 454, si obblighino a rispettare la progressiva riduzione del consumo di gasolio per finalità ambientali.
  33-ter. Ai sensi dell'articolo 25 del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008, il livello di accisa da corrispondere non deve essere inferiore al livello minimo di imposizione definito dalla direttiva n. 2003/96/CE, e successive modificazioni. Qualora tale livello minimo sia modificato l'accisa dovuta per il gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra viene corrispondentemente adeguata. La sintesi delle informazioni relative alla misura di cui al comma 33-bis è comunicata alla Commissione europea con le modalità di cui all'articolo 9 del citato regolamento (CE) n. 800/2008.
  33-quater. A valere sulle disponibilità del Fondo per lo sviluppo della meccanizzazione in agricoltura di cui all'articolo 12 della legge 27 ottobre 1966, n. 910, è versata all'entrata del bilancio dello Stato la somma di 11,4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015.
5534-bis/XIII/12. 12. Paolo Russo, Delfino.
(Approvato)

  Dopo il comma 33 inserire i seguenti:

  33-bis. A decorrere dal 1o gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2015, a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale è applicata, sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, secondo quanto previsto dall'articolo 17 della direttiva 2003/96/CE del Consiglio, del 27 ottobre 2003, e successive modificazioni, l'accisa al livello di imposizione, per l'anno 2013, pari a euro 25 per 1.000 litri, qualora gli stessi soggetti, in sede di richiesta dell'assegnazione del gasolio, ai sensi del decreto ministeriale 14 dicembre 2001, n. 454, si obblighino a rispettare la progressiva riduzione del consumo di gasolio per finalità ambientali. Pag. 175
  33-ter. Ai sensi dell'articolo 25 del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008, il livello di accisa da corrispondere non deve essere inferiore al livello minimo di imposizione definito dalla direttiva n. 2003/96/CE, e successive modificazioni. Qualora tale livello minimo sia modificato, l'accisa dovuta per il gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra viene corrispondentemente adeguata. La sintesi delle informazioni relative alla misura di cui al comma 33-bis è comunicata alla Commissione europea con le modalità di cui all'articolo 9 del citato regolamento (CE) n. 800/2008.
  33-quater. A valere sulle residue disponibilità del Fondo per lo sviluppo della meccanizzazione in agricoltura di cui all'articolo 12 della legge 27 ottobre 1966, n. 910, è versata all'entrata del bilancio dello Stato la somma di 11,4 milioni di euro per l'anno 2013.

  Conseguentemente, alla tabella A, apportare le seguenti variazioni:
  voce
Ministero dell'economia e delle finanze:
   2013: –;
   2014: – 1.000;
   2015: – 1.000;

  voce Ministero del lavoro e delle politiche sociali:
   2013: –;
   2014: – 5.000;
   2015: – 5.000;

  voce Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca:
   2013: –;
   2014: – 5.400;
   2015: – 5.400.
5534-bis/XIII/12. 1. Delfino, Naro.

  Al comma 37, lettera b), dopo il capoverso 10-ter, aggiungere il seguente:

  10-quater. Le quote revocate ai sensi del presente articolo sono attribuite alla riserva nazionale per essere riassegnate da parte del Commissario Straordinario di cui al comma 6, con decorrenza dal periodo in corso alla data del relativo provvedimento di revoca, alle aziende che hanno effettuato consegne di latte nello stesso periodo in misura proporzionale alla quota individuale di cui hanno la titolarità. In nessun caso possono beneficiare delle suddette assegnazioni i produttori che, a partire dal periodo 2003-2004, hanno ceduto a titolo oneroso, in tutto o in parte, la propria quota.
5534-bis/XIII/12. 13. Paolo Russo.
(Inammissibile)

  All'articolo 12, dopo il comma 37, aggiungere il seguente:

  37-bis. Per l'attuazione di quanto disposto dall'articolo 8-quinquies, commi da 10 a 10-ter, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, come modificato dal comma 37 del presente articolo, l'AGEA si avvale del Commissario straordinario di cui al medesimo 8-quinquies, comma 6, del citato decreto-legge n. 5 del 2009, il cui incarico è a tal fine prorogato fino al 31 dicembre 2015, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.
5534-bis/XIII/12. 11. Delfino.
(Approvato)

  Dopo il comma 37, aggiungere il seguente:

  37-bis. All'articolo 9, comma 4-ter, del decreto-legge 28 marzo 2003, n. 49, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 Pag. 176maggio 2003, n. 119, dopo la lettera b) sono aggiunte le seguenti:
   b-bis) alle aziende che non hanno superato di oltre il 20 per cento la quota disponibile individuale;
   b-ter) a tutte le aziende per la parte di prelievo in eccesso non ancora restituita.
5534-bis/XIII/12. 14. Paolo Russo.
(Inammissibile)

  Dopo il comma 37, aggiungere il seguente:

  37-bis. Al fine di rendere più efficienti le attività di controllo relative alla rintracciabilità dei prodotti agricoli e alimentari ai sensi dell'articolo 18 del regolamento (CE) n. 178/2002, in materia di sicurezza alimentare, i produttori agricoli di cui all'articolo 34, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, sono tenuti alla comunicazione annuale delle operazioni rilevanti ai fini dell'imposta sul valore aggiunto di cui all'articolo 21 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni.
5534-bis/XIII/12. 15. Paolo Russo.

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ALLEGATO 2

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013). C. 5534-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015. C. 5535 Governo.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.

PROPOSTA DI RELAZIONE PRESENTATA DAL RELATORE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   esaminato il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (C. 5535, Governo), con riferimento allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Tabella n. 12) e le connesse parti del disegno di legge di stabilità per il 2013 (C. 5534-bis, Governo),
   considerato che:
    appare essenziale nell'ambito della manovra rafforzare le strategie di politica agricola con misure da attuare nell'immediato per il sostegno del reddito agricolo e con altre tali da consolidare il disegno di uno sviluppo sostenibile per il nostro Paese, nell'ambito degli accordi e degli impegni assunti nel contesto europeo ed internazionale;
    l'articolo 3, commi da 58 a 62, dispone una riduzione degli stanziamenti relativi alle spese dei Ministeri. La riduzione prevista incide pesantemente sulle risorse destinate all'Istituto Sviluppo Agroalimentare-ISA Spa che, per effetto delle due ultime leggi di stabilità, sarà tenuta a riversare nel bilancio statale complessivamente 25,4 milioni nel 2013, 18,1 milioni per il 2014 e 7,8 nel 2015. I versamenti in commento appaiono rilevanti e impongono una riflessione sulle reali possibilità per l'Istituto di svolgere appieno il ruolo istituzione di sostegno al settore agroalimentare;
    la prevista riduzione degli sgravi contributivi per le imprese armatrici e le imprese che esercitano la pesca costiera e quella lagunare di cui al decreto legge n. 457 del 1997 – che consente risparmi di spesa pari a 3,69 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, a 6,69 milioni di euro per il 2015 e a 10,4 milioni di euro a regime – incide su un settore già profondamente in crisi e che da molto tempo chiede un intervento per la tutela dei redditi dei lavoratori del comparto pesca e un rilancio effettivo del settore. Al riguardo, appare opportuno valutare il pieno impatto di tali norme sul settore per rendere meno pesante la riduzione degli sgravi;
    per quanto riguarda gli enti di ricerca vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il previsto alleggerimento – da oltre 7 milioni di euro a oltre 3,6 milioni di euro – delle riduzioni di spesa per il periodo 2013-2015 a carico dei medesimi enti va nella giusta direzione, ma continua a mancare un Pag. 178valido e serio progetto di rilancio della ricerca agricola; è necessario infatti che le azioni di spending review siano orientate a preservare la spesa produttiva del Dicastero agricolo, di cui una delle massime espressioni è proprio quella in conto capitale per progetti di ricerca;
    la previsione di sottrarre totalmente le somme disponibili sul bilancio dell'AGEA, pari a 19,8 milioni di euro e già destinate al finanziamento di misure a sostegno per le crisi di mercato, rende necessario un chiarimento sulle modalità di intervento che il Ministero agricolo è nelle condizioni di porre in essere a tutela delle imprese agricole in situazioni di crisi di mercato, che sono ormai molto frequenti e condizionano pesantemente il comparto primario;
   rilevato che:
    l'incremento dell'imposta sul valore aggiunto (IVA), sull'aliquota ordinaria e sull'aliquota agevolata, inciderà sui prezzi dei prodotti agroalimentari e sui costi di produzione determinando una ulteriore compressione dei consumi interni e, di conseguenza, una diminuzione dei ricavi per la produzione, nella fattispecie agroalimentare;
    il settore primario è interessato da ulteriori misure fiscali che, determinando un maggior gettito per lo Stato, determinano una contrazione del reddito disponibile per le imprese agricole; in particolare le misure di seguito indicate risultano di particolare penalizzazione per il settore agricolo e necessitano di ulteriori approfondimenti;
    l'articolo 12, comma 30, del disegno di legge di stabilità 2013 abolisce, a partire dal periodo di imposta 2012 – e quindi in maniera retroattiva – due particolari regimi agevolativi per l'agricoltura:
     1) quello di cui all'articolo 1, comma 1093, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007), che concede la possibilità per le società di persone, le società a responsabilità limitata e le società cooperative che rivestono la qualifica di società agricola ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 93, di optare per la determinazione catastale del reddito, secondo le modalità dell'articolo 32 del testo unico delle Imposte sui redditi;
     2) quello di cui all'articolo 1, comma 1094, della medesima legge n. 296 del 2006, che ha previsto la possibilità per le società di persone e le società a responsabilità limitata, costituite da imprenditori agricoli, che esercitano esclusivamente le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci, di determinare il reddito applicando all'ammontare dei ricavi il coefficiente di redditività del 25 per cento;
    il maggior gettito derivante dall'abrogazione di tali misure appare consistente e la relazione tecnica lo quantifica in 76,5 milioni di euro per il 2013; 43,7 milioni di euro per il 2014 e 43,7 milioni di euro per il 2015; tale risparmio indica con chiarezza la riduzione di reddito disponibile che i soggetti optanti per i due regimi agevolati soppressi si troveranno a dover affrontare, sommando tale riduzione con gli effetti negativi prodotti dall'aumento delle aliquote dell'IVA;
    il medesimo articolo 12, al comma 29, interviene in materia di redditi agrari e dispone che, ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, per gli anni 2012, 2013 e 2014 i redditi dominicali ed agrari sono rivalutati del 15 per cento; per i terreni posseduti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola la rivalutazione è pari al 5 per cento. Al riguardo, occorre sottolineare che il previsto incremento si applica sull'importo risultante dalla rivalutazione – operata ai sensi dell'articolo 3, comma 50, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 – effettuata dal decreto «salva Italia» sull'imposta municipale unica (IMU) e quindi incide nuovamente soggetti già interessati da precedenti manovre; tale misura – che non è strutturale Pag. 179– appare solo atta a fare cassa, senza tenere nel giusto gli impatti macroeconomici sulla compagine socio economica di riferimento;
   preso atto che:
    i documenti di bilancio recano nuove risorse per il finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, attenuano la manovra di contenimento della spesa sugli enti di ricerca vigilati dal Dicastero agricolo e intervengono positivamente per definire l'annosa questione delle quote latte, ricostruendo un quadro giuridico certo e di fiducia per coloro che si sono attenuti alle regole previste;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con le seguenti condizioni:
   1) all'articolo 12 del disegno di legge di stabilità 2013 si sopprima il comma 30, che abroga i due regimi agevolativi previsti dalla legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) per le società agricole, quali la tassazione catastale e gli incentivi per lo sviluppo delle attività connesse;
   2) si sopprima la retroattività delle disposizioni recate dal medesimo articolo 12, ai commi 29 e 30;
   3) all'articolo 12, comma 29, si preveda un regime agevolato per le locazioni di terreni concessi ai giovani per uso agricolo, con l'esclusione dell'applicazione dell'incremento del reddito domenicale e agrario qualora i terreni siano concessi in locazione a giovani agricoltori per almeno cinque anni.

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ALLEGATO 3

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013). C. 5534-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015. C. 5535 Governo.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.

PROPOSTA DI RELAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO IDV

  La XIII Commissione,
   esaminato il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (C. 5535, Governo), con riferimento allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Tabella n. 12) e le connesse parti del disegno di legge di stabilità per il 2013 (C. 5534-bis, Governo),
   evidenziato come il disegno di legge stabilità per il 2013:
   si aggiunge a cinque precedenti manovre correttive che a diverso titolo hanno aumentato le entrate e ridotto la spesa (decreto-legge n. 98 del 2011; decreto-legge n. 138 del 2011; legge di stabilità 2012; decreto-legge n. 201 del 2011; decreto-legge n.95 del 2012, meglio noto come «spending review»). L'ampiezza di tali manovre, cioè il reperimento (complessivo) delle risorse, è pari a poco meno di 5 punti di PIL nel 2012, poco sopra i 6,5 punti di PIL nel 2013 e oltre 7 punti di PIL nel 2014. Complessivamente, il Governo Berlusconi e il Governo Monti hanno predisposto delle misure correttive, per il triennio 2012-2013-2014, che sfiorano i 130 miliardi di euro;
   l'effetto delle manovre è stato quello di una diminuzione del PIL per il 2012 pari al 2,4 per cento. Il Governo spera per il 2013 in un calo contenuto e pari allo 0,2 per cento, mentre il Fondo monetario internazionale (FMI) dà invece per scontato almeno un meno 0,7 per cento, ma avverte che, se non verranno segnali di controtendenza nell'economia globale e nella dinamica interna italiana, si potrebbe superare facilmente l'1 per cento;
   utilizzando un modello prudenziale relativo all'impatto dei provvedimenti adottati dal Governo sulle previsioni economiche (50 per cento), alcuni economisti prevedono invece che le stime di crescita del PIL per il 2013 saranno pari a circa –2,5/3 per cento del PIL;
   come indicato dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) 2012, il tasso di disoccupazione raggiungerebbe in Italia il 10,8 per cento nel 2012 per poi aumentare all'11,4 per cento nel 2013;
   nei fatti, la recessione in atto ha fatto sì che – secondo quanto emerge dai dati della Confindustria – tra il secondo trimestre 2012 e lo stesso periodo del 2011, in Italia i disoccupati siano 758 mila in più. A fine 2013, la forza lavoro non utilizzata (valutando sia i disoccupati che Pag. 181i fruitori di cassa integrazione) salirà al 13,9 per cento, dal 12,8 per cento di fine 2012. Cifre a cui bisogna aggiungere il dato sui lavoratori ormai scoraggiati che non cercano neanche più lavoro, uscendo di fatto dalle statistiche, stimati dall'ISTAT in misura pari a circa 2,897 milioni nel 2011, in aumento su base annua di circa il 5 per cento;
   una grossa fetta della popolazione femminile è tagliata fuori dal mercato del lavoro e la disoccupazione riguarda un terzo dei giovani italiani. Dal 2007 al 2011 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è infatti passato dal 24 al 32 per cento, con un ulteriore balzo al 39,3 per cento nel primo trimestre 2012. La crisi incide in misura maggiore sui più giovani, perché sono loro i principali utilizzatori dei contratti di lavoro temporaneo ed i primi ad essere licenziati;
   il nostro Paese sta tragicamente vivendo una vera e propria emergenza occupazionale, che si aggraverà nei prossimi mesi;
   i consumi delle famiglie si stanno notevolmente riducendo; infatti secondo la Nota di aggiornamento del DEF, nel 2012 la spesa delle famiglie diminuirà del 3,3 per cento e l'anno prossimo dello 0,5 per cento. I consumi risaliranno solo nel 2014, con un +0,6 per cento, mentre nel 2015 ci sarà ancora un debole +0,8 per cento. Quest'anno, afferma il Governo, la domanda interna sarà particolarmente debole. Sulle decisioni di spesa delle famiglie inciderebbero l'andamento del mercato del lavoro e quello del reddito disponibile, in un contesto di fiducia attualmente ai minimi storici. Nel medio termine – aggiunge il DEF – la spesa delle famiglie ritornerebbe a crescere a ritmi moderati»;
   dopo il taglio delle pensioni, l'aumento delle accise e dell'IVA (tutte tasse indirette che colpiscono proporzionalmente in misura maggiore i ceti popolari), l'IMU sulla casa, la liberalizzazione del mercato del lavoro, che toglie diritti ai lavoratori senza ottenere un solo posto di lavoro in più, siamo arrivati a questi risultati a dire poco preoccupanti;
   né il drastico prolungamento dell'età pensionabile, né le così dette liberalizzazioni, né il tentativo di abolire l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, hanno nulla a che vedere con la riduzione del debito pubblico italiano. Anzi, il rapporto debito/prodotto interno lordo è ancora cresciuto per via della recessione incalzante;
   dunque, sacrifici – a senso unico a carico dei ceti popolari – mentre il debito rimane immutato, anzi cresce, la disoccupazione aumenta, le tasse aumentano e calano i consumi. In definitiva, i problemi sono stati solo rinviati, e il peggio potrebbe ancora arrivare;
   si è, infatti, instaurata nel nostro Paese e a livello europeo una spirale perversa di politiche di austerità che incidono negativamente sulla crescita deprimendo il PIL, che a sua volta diminuisce le entrate dello Stato e ne aumenta le spese per fare fronte alla disoccupazione crescente;
   siamo, dunque, dentro un meccanismo che non funziona, in cui si rincorrono recessione e manovre, manovre e recessione. L'austerità rende impossibile il raggiungimento dei due obiettivi: l'azzeramento del deficit e la riduzione del debito;
   è sostanzialmente l'analisi delle cause profonde della crisi ad essere sbagliata. Essa viene fatta risalire alla «crisi dei debiti sovrani», mentre i debiti sovrani sono peggiorati a seguito della crisi e non viceversa;
   in un rapporto di un gruppo di lavoro guidato dal Governatore finlandese Erkki Liikanen, si stima che il sostegno pubblico al sistema finanziario tra il 2007 e il 2010 è stato di 1.600 miliardi di euro, pari al 13 per cento del PIL dell'Unione europea;
   la crisi dell'euro è spiegabile solo in parte con il deterioramento dei conti pubblici. In realtà, nel biennio della grande recessione l'aumento del rapporto tra debito pubblico e PIL è stato nei Paesi periferici solo leggermente superiore alla media della zona euro;Pag. 182
   la sfiducia dei mercati finanziari è stata innescata dai crescenti squilibri macroeconomici tra i sistemi produttivi più forti (Germania in primis), molto competitivi e in forte avanzo commerciale, e i Paesi periferici considerati – a causa di debolezze strutturali che sono andate aggravandosi negli anni duemila – meno capaci in prospettiva di onorare i propri debiti pubblici;
   la sfiducia dei mercati verso l'euro è stata esacerbata dagli evidenti limiti della governance dell'Unione monetaria, che dal 1999 si è data un'unica Banca centrale, ma non ancora una politica fiscale coordinata. Solo recentemente, superando i veti e le incertezze dei Paesi più forti, sono stati messi in campo strumenti – il programma Outright Monetary Transactions (OMT) della Banca centrale europea e il «Fondo salva-Stati» ovvero l'European Stability Mechanism (ESM) all'altezza di una crisi senza precedenti, anche se il cammino verso un'effettiva integrazione politica dell'Europa è ancora molto lungo;
   l'Europa ha risposto alla crescente instabilità dei mercati finanziari imboccando la strada dell'austerità. A partire dalla primavera 2010 sono stati così varati programmi di riequilibrio dei conti pubblici ambiziosi, simultanei e concentrati in un lasso di tempo relativamente breve. A tre anni di distanza, i numeri evidenziano i limiti di questa politica di aggiustamento asimmetrico;
   nei Paesi periferici il riequilibrio dei conti pubblici è avvenuto al prezzo di pesanti ricadute economiche e sociali (catastrofiche, nel caso greco), ed è stato parzialmente vanificato dalla recessione indotta dalle politiche di austerità;
   la Germania ha proseguito la propria politica neo-mercantilista, beneficiando di un enorme afflusso di capitali in fuga dalle economie più fragili. Ne è uscito indebolito lo stesso progetto di integrazione europea, logorato dalla divaricazione tra i Paesi più forti, assai poco disponibili ad aiutare popoli bollati come lassisti e corrotti, e Paesi periferici che per anni hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi, diventando però un grande mercato per i prodotti tedeschi;
   il danno grave di questa deriva riguarda proprio il rischio elevato di caduta dei consumi prodotta dall'austerità nei Paesi più deboli, con inevitabili conseguenze dannose per le esportazioni tedesche. Ciò che può accadere, quindi, è che proprio le scelte di rigore imposte dalla Germania diventino causa di un prossimo, ulteriore, rallentamento anche dell'economia tedesca e, di conseguenza, di un avvitamento perverso della crisi europea;
   i risultati delle politiche di austerità sono paradossali. Malgrado tagli alla spesa e aumenti delle tasse, il debito in molti Paesi è aumentato drammaticamente;
   l'andamento dei debiti pubblici sta mettendo a dura prova la strategia europea. Alcune cifre sono particolarmente significative. Dal 2007 ad oggi, il debito pubblico in alcuni dei paesi più fragili della zona euro ha subito un forte aumento: del 368 per cento in Irlanda, del 123 per cento in Spagna, del 74 per cento in Portogallo, del 58 per cento in Grecia. In molti Paesi l'indebitamento ha ormai superato di slancio il 100 per cento del prodotto interno lordo;
   l'aumento del debito è dovuto alla presenza di un circolo vizioso: in un contesto economico debole, il risanamento dei conti pubblici pesa sulla ripresa a breve termine, riducendo le entrate fiscali e aumentando di converso il disavanzo pubblico. «Senza crescita l'economia globale è in pericolo», ha recentemente sostenuto la signora Lagarde, Direttore generale del Fondo monetario internazionale;
   valutato altresì che:
    gli obiettivi generali della legge di stabilità (2013-2015) sono il pareggio di bilancio strutturale per il 2013, assieme alla crescita dell'avanzo primario. Ma il deficit vero nel 2013 sarà pari al 2,6 per cento del PIL, lontano dal pareggio di Pag. 183bilancio promesso dal Governo, che infatti chiede ai mercati di guardare al dato del cosiddetto «deficit strutturale»;
    sono cinque gli assi delineati nella legge di stabilità: 1) dimezzamento dell'aumento dell'IVA e modifiche all'IRPEF; 2) incentivi alla produttività (territoriale) pari a 1,6 miliardi di euro; 3) contrazione della spesa dei Ministeri programmata con la spending review; 4) garantire alcune spese indifferibili; 5) «garantire» (si fa per dire) le risorse per gli «esodati» riconosciuti, i cosiddetti «salvaguardati»;
    gli strumenti per recuperare le risorse finanziarie necessarie per raggiungere gli obiettivi indicati fanno capo alla spending review, alle banche, alle assicurazioni e alla Tobin tax. Al netto della Tobin tax e delle misure relative alle assicurazioni e alle banche, le misure previste nella legge di stabilità sono legate principalmente alla spending review;
    la spending review doveva servire a non toccare le aliquote dell'IVA: l'aumento dell'IVA doveva coincidere con la mancata attuazione della spending review. Quindi, non si sarebbe dovuto aumentare l'IVA, ma il Governo ha deciso comunque di aumentarla di un punto invece di due punti come inizialmente previsto. Il contemporaneo intervento sull'IRPEF ha un chiaro sapore propagandistico, inoltre è confuso e contraddittorio;
    nei fatti, per i cittadini, l'effetto netto della manovra determina un aumento di imposte non una diminuzione. I tagli delle deduzioni e delle detrazioni colpiscono mediamente i redditi più bassi, mentre la riduzione delle aliquote IRPEF, cioè dal 23 per cento al 22 per cento per i reddito da zero a 15.000 euro e dal 27 per cento al 26 per cento per i redditi da 15.000 a 28.000 euro, non sarà in nessun modo equivalente;
    l'aumento dell'IVA di un punto coinciderà con la riduzione delle aliquote fiscali IRPEF. La riforma delle deduzioni farà capo ai redditi superiori a 15.000 euro, con una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni, con un massimo di 3.000 euro solo per le detrazioni, ed oltretutto, è retroattivamente valida a partire dall'anno fiscale 2012;
    l'introduzione di una franchigia di 250 euro sulle deduzioni e detrazioni IRPEF riconosciute ai contribuenti con un reddito superiore ai 15mila euro vale circa 1,7 miliardi sul 2013 e, grazie all'effetto retroattivo di cassa, sul 2012. Che diventano più di 2 se al conto si aggiungono i 300 milioni attesi dalla previsione del tetto di 3mila euro per le spese «scaricabili» degli stessi soggetti;
    a pagare il conto della legge di stabilità saranno dunque ancora una volta i contribuenti onesti. Stando alla relazione tecnica della legge di stabilità, le nuove e maggiori entrate costituiscono il 51,8 per cento delle risorse necessarie a fare quadrare i conti. Dei 12,9 miliardi di «mezzi di copertura» conteggiati per il 2013 oltre 6,7 arriveranno infatti da «nuove o maggiori entrate». A fronte dei 6,2 miliardi di minori spese. Ma nel 2014 e nel 2015 la forbice è destinata ad allargarsi perché il peso delle imposte arriverà al 60 per cento del totale;
    le tabelle allegate al disegno di legge di stabilità confermano che le tre voci più pesanti da coprire sono: la riduzione delle prime due aliquote IRPEF, che da sola vale 4,2 miliardi di euro l'anno prossimo e 6,6 nel 2014; la sterilizzazione di un punto d'IVA, che ne richiede 3,2; la detassazione da 1,6 miliardi di euro del salario di produttività. A cui vanno aggiunti i circa 4 miliardi di euro di maggiori spese, di cui 2,2 di parte corrente. E tra questi spiccano i 500 milioni di euro per il nuovo fondo sul fitto degli immobili delle pubbliche amministrazioni, i 464 per il trasporto locale e i 900 del nuovo «contenitore» creato a Palazzo Chigi per alcuni interventi settoriali (università statali, social card, terremoto dell'Aquila);
    sul fronte delle maggiori entrate va poi segnalata la stabilizzazione dell'incremento delle accise sui carburanti per il sisma in Emilia. Che vale 1,1 miliardi dal Pag. 1842013 in avanti. Su livelli analoghi dovrebbe attestarsi la Tobin tax. Dall'imposta di bollo dello 0,05 per cento sulle transazioni finanziarie sono attesi infatti 1.088 milioni di euro di nuovi introiti oltre che un calo del 30 per cento delle compravendite azionarie e dell'80 per cento di quelle dei prodotti derivati. Ci sono, inoltre, i 623 milioni di euro che arriveranno dall'aumento (da 0,35 a 0,5 per cento) dell'acconto sulle riserve tecniche delle imprese di assicurazioni e i 412 provenienti dal giro di vite sulla deducibilità delle auto aziendali;
    poche misure dispongono minori uscite. I 3,8 miliardi di euro attesi con effetto sul deficit (che in termini di saldo netto da finanziare diventano 6,2) arriveranno soprattutto dal taglio alle autonomie. Regioni ed enti locali subiranno riduzioni pari a 2,2 miliardi di euro nel 2013, nel 2014 e nel 2015. Per le regioni il taglio sarà ancora più sensibile, visto che il fabbisogno sanitario nazionale dovrà essere ridotto di 600 milioni di euro l'anno prossimo e di 1 miliardo di euro nel biennio successivo. Completano il conto delle minori spese correnti i 631,7 milioni di euro di riduzioni imposte al cosiddetto «Fondo Letta», i 300 milioni di euro di taglio ai fondi per i progetti speciali degli enti previdenziali, i 19,8 milioni di euro prelevati dall'AGEA;
    l'elenco delle minori spese in conto capitale può contare solo sui 5 milioni di euro di risparmi sull'acquisto di mobili e arredi nella pubblica amministrazione e i 25 milioni di euro «rimodulati» nel bilancio della Difesa;
    sulla sanità, si prevede un taglio non inferiore a 1,5 miliardi di euro, agendo sull'insieme della spesa aggredibile dei farmaci (11 miliardi di euro), dei dispositivi medici (7 miliardi di euro) e degli investimenti (32 miliardi di euro);
    l'aumento dell'IVA al 10 per cento – fino ad oggi fissata al 4 per cento – per le prestazioni erogate dalle cooperative sociali (parliamo di prestazioni socio-sanitarie, educative, di assistenza ambulatoriale, domiciliare o in comunità erogate per anziani ed inabili adulti, tossicodipendenti e malati di Aids, disabili psicofisici, ma anche minori coinvolti in situazioni di disadattamento e di devianza) sarà un duro colpo al welfare del nostro Paese e negherà, di fatto, un sostegno importantissimo a milioni di italiani, poiché gli enti locali saranno costretti a tagliare i servizi ai cittadini e il costo di tutto questo ricadrà sulle famiglie, che dovranno farsi carico di tutto, senza alcun sostegno da parte dello Stato;
    gli altri principali provvedimenti proposti nel disegno di legge di stabilità per l'anno 2013 sono: il blocco dei contratti pubblici fino al 2014 ed il blocco dell'indennità di vacanza contrattuale che sarà ripristinata nel 2015; la previsione di sei ore settimanali in più per i professori a salario invariato, con il conseguente taglio di 35 mila precari e di un miliardo di risorse alla scuola pubblica, mentre si erogano 223 milioni di euro alle scuole non statali; l'aumento della tassazione sul trattamento di fine rapporto; l'istituzione di un fondo ad hoc di soli 100 milioni di euro per gli «esodati» (ne servirebbero per coprire tutti i casi circa 8 miliardi – passa il principio del diritto in funzione delle risorse disponibili);
    nel frattempo, il costo degli aerei F35 è raddoppiato. I nuovi cacciabombardieri F35 erano stati ridotti di numero dal Governo «tecnico». L'esecutivo Monti aveva portato la commessa statale da 131 velivoli agli attuali 90. La riduzione, annunciata nel febbraio scorso dall'ammiraglio-ministro Giampaolo Di Paola, era stata decisa come contributo alla prima spending review. Si scopre ora però che il costo di ogni singolo aereo nel frattempo è lievitato: il costo medio dell'aereo «nudo», il cosiddetto recurrent fly-away cost, sarà di 137,1 milioni di dollari nel 2015. Si tratta di un aggravio di circa 3,5 miliardi di euro rispetto alla spesa indicata al Parlamento. Quindi almeno 13-14 miliardi di euro invece dei 10 pattuiti dal Governo. E probabilmente la lievitazione dei costi in corso d'opera è solo agli inizi;Pag. 185
    è da ritenersi probabilmente eccessivo l'accantonamento per gli interessi. Il Centro Europa Ricerche (CER) ha calcolato che il calo di questi giorni degli spread libera circa 5 miliardi di euro;
    il Governo non ha previsto misure per fare fronte agli impegni del Fiscal compact che comporta una riduzione annuale del debito del 3 per cento del PIL per i prossimi 20 anni a partire dall'anno 2013: circa 45 miliardi annui;
    si tratta, in sintesi, di una manovra insufficiente, iniqua e depressiva che, in ossequio alle politiche di austerity, continua ad impoverire il Paese e a farlo sprofondare in una crisi economica. L'Italia avrebbe bisogno di altre politiche, quelle che il Governo non sta facendo: politiche espansive e non recessive, redistributive e non di tagli lineari, di sviluppo e di intervento pubblico e non di gestione dell'esistente;
   considerato, per quanto concerne le materie di competenza della Commissione Agricoltura, che:
    la legge di stabilità apporta una riduzione degli sgravi contributivi alle imprese che esercitano la pesca costiera nonché alle imprese che esercitano la pesca nelle acque interne e lagunari, sgravi previsti dall'articolo 6 del decreto-legge n. 457 del 1997, che vengono pertanto corrisposti nel limite del 63,2 per cento per gli anni 2013 e 2014, del 57,5 per cento per l'anno 2015 e del 50,3 per cento a decorrere dall'anno 2016;
    si prevede, all'articolo 12, comma 29, che, ai soli fini della determinazione delle imposte sui redditi, per i periodi d'imposta 2012, 2013 e 2014, il reddito dominicale e quello agrario siano rivalutati del 15 per cento (una sorta di minipatrimoniale), mentre per i terreni agricoli, nonché per quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, la rivalutazione è pari al 5 per cento. Tali incrementi non saranno immediatamente mitigati dalla riduzione di un punto percentuale delle prime due aliquote IRPEF, atteso che questa diminuzione opererà solo a partire dalle dichiarazioni dei redditi 2014, mentre le rivalutazioni hanno effetto già dal periodo d'imposta in corso;
    inoltre, dal 1o gennaio 2013 le società agricole non potranno più determinare il reddito su base catastale; si abolisce dunque la possibilità per le società che svolgono esclusivamente attività agricola, di optare per la tassazione su base catastale. Le società di capitali dal 1o gennaio 2013 cambiano registro e tornano così a redigere i bilanci. Si annullano sia gli sconti che la semplificazione del regime catastale;
    non è da meno, in termini di impatto sulla capacità di tenuta delle aziende, la norma, sempre contenuta nell'articolo 12 del disegno di legge di stabilità, che con un meccanismo indiretto riduce lo sconto fiscale sul gasolio agricolo. A decorrere dal 1o gennaio 2013 i consumi medi standardizzati di gasolio da ammettere all'impiego agevolato sono ridotti del 5 per cento;
    inoltre, l'aumento dell'IVA di un punto percentuale – dal 10 all'11 per cento – colpirà anche i prodotti di prima necessità, creando un ingente rincaro nella spesa alimentare annuale, in un momento di forte contrazione dei consumi. Il provvedimento rischia dunque di provocare effetti depressivi sui consumi alimentari a danno delle imprese e dei consumatori, già provati dalla crisi e dal crollo del potere di acquisto;
   valutato che:
    l'elenco 1 contiene le riduzioni delle dotazioni finanziarie rimodulabili di ciascun Ministero; viene previsto il taglio di 47 milioni di euro per l'anno 2013; 67 milioni di euro per il 2014 e 47 milioni di euro per il 2015 delle risorse recate dal bilancio del Ministero dell'economia e Pag. 186delle finanze per il sostegno al settore agricolo;
    si prevede inoltre solo per l'AGEA, al bilancio del Ministero dell'economia e delle finanze, uno stanziamento di 115,85 milioni di euro per il 2013; 121,98 per il 2014 e 120,94 per il 2015 per il funzionamento, pari a 50 milioni di euro in più per ciascun anno rispetto alla legislazione vigente. Ancora soldi ad un'Agenzia che negli anni non ha certo brillato per trasparenza e funzionalità;
    con tali interventi, il Governo ancora una volta non è riuscito a dare stimoli alle imprese del comparto agricolo e ancora una volta, ha adottato misure recessive volte a paralizzare tale settore,
   tutto ciò considerato

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO

Di Giuseppe, Rota.

Pag. 187

ALLEGATO 4

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013). C. 5534-bis Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015. C. 5535 Governo.

Tabella n. 12: Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.

PROPOSTA DI RELAZIONE RIFORMULATA DAL RELATORE E APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIII Commissione (Agricoltura),
   esaminato il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (C. 5535, Governo), con riferimento allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Tabella n. 12) e le connesse parti del disegno di legge di stabilità per il 2013 (C. 5534-bis, Governo),
   considerato che:
    appare essenziale nell'ambito della manovra rafforzare le strategie di politica agricola con misure da attuare nell'immediato per il sostegno del reddito agricolo e con altre tali da consolidare il disegno di uno sviluppo sostenibile per il nostro Paese, nell'ambito degli accordi e degli impegni assunti nel contesto europeo ed internazionale;
    l'articolo 3, commi da 58 a 62, dispone una riduzione degli stanziamenti relativi alle spese dei Ministeri. La riduzione prevista incide pesantemente sulle risorse destinate all'Istituto sviluppo agroalimentare – ISA Spa che, per effetto delle due ultime leggi di stabilità, sarà tenuta a riversare nel bilancio statale complessivamente 25,4 milioni nel 2013, 18,1 milioni per il 2014 e 7,8 nel 2015. I versamenti in commento appaiono rilevanti e impongono una riflessione sulle reali possibilità per l'Istituto di svolgere appieno il ruolo istituzione di sostegno al settore agroalimentare;
    la prevista riduzione degli sgravi contributivi per le imprese armatrici e le imprese che esercitano la pesca costiera e quella lagunare di cui al decreto legge n. 457 del 1997 – che consente risparmi di spesa pari a 3,69 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, a 6,69 milioni di euro per il 2015 e a 10,4 milioni di euro a regime – incide su un settore già profondamente in crisi e che da molto tempo chiede un intervento per la tutela dei redditi dei lavoratori del comparto pesca e un rilancio effettivo del settore. Al riguardo, appare opportuno valutare il pieno impatto di tali norme sul settore per rendere meno pesante la riduzione degli sgravi;
    per quanto riguarda gli enti di ricerca vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il previsto alleggerimento – da oltre 7 milioni di euro a oltre 3,6 milioni di euro – delle riduzioni di spesa per il periodo 2013-2015 a Pag. 188carico dei medesimi enti va nella giusta direzione, ma continua a mancare un valido e serio progetto di rilancio della ricerca agricola; è necessario infatti che le azioni di spending review siano orientate a preservare la spesa produttiva del Dicastero agricolo, di cui una delle massime espressioni è proprio quella in conto capitale per progetti di ricerca;
    la previsione di sottrarre totalmente le somme disponibili sul bilancio dell'AGEA, pari a 19,8 milioni di euro e già destinate al finanziamento di misure a sostegno per le crisi di mercato, rende necessario un chiarimento sulle modalità di intervento che il Ministero agricolo è nelle condizioni di porre in essere a tutela delle imprese agricole in situazioni di crisi di mercato, che sono ormai molto frequenti e condizionano pesantemente il comparto primario;
   rilevato che:
    l'incremento dell'imposta sul valore aggiunto (IVA), sull'aliquota ordinaria e sull'aliquota agevolata, inciderà sui prezzi dei prodotti agroalimentari e sui costi di produzione determinando una ulteriore compressione dei consumi interni e, di conseguenza, una diminuzione dei ricavi per la produzione, nella fattispecie agroalimentare;
    il settore primario è interessato da ulteriori misure fiscali che, determinando un maggior gettito per lo Stato, determinano una contrazione del reddito disponibile per le imprese agricole; in particolare le misure di seguito indicate risultano di particolare penalizzazione per il settore agricolo e necessitano di ulteriori approfondimenti;
    l'articolo 12, comma 30, del disegno di legge di stabilità 2013 abolisce, a partire dal periodo di imposta 2012 – e quindi in maniera retroattiva – due particolari regimi agevolativi per l'agricoltura:
     1) quello di cui all'articolo 1, comma 1093, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007), che concede la possibilità per le società di persone, le società a responsabilità limitata e le società cooperative che rivestono la qualifica di società agricola ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 93, di optare per la determinazione catastale del reddito, secondo le modalità dell'articolo 32 del testo unico delle Imposte sui redditi;
     2) quello di cui all'articolo 1, comma 1094, della medesima legge n. 296 del 2006, che ha previsto la possibilità per le società di persone e le società a responsabilità limitata, costituite da imprenditori agricoli, che esercitano esclusivamente le attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci, di determinare il reddito applicando all'ammontare dei ricavi il coefficiente di redditività del 25 per cento;
    il maggior gettito derivante dall'abrogazione di tali misure appare consistente e la relazione tecnica lo quantifica in 76,5 milioni di euro per il 2013; 43,7 milioni di euro per il 2014 e 43,7 milioni di euro per il 2015; tale risparmio indica con chiarezza la riduzione di reddito disponibile che i soggetti optanti per i due regimi agevolati soppressi si troveranno a dover affrontare, sommando tale riduzione con gli effetti negativi prodotti dall'aumento delle aliquote dell'IVA;
    il medesimo articolo 12, al comma 29, interviene in materia di redditi agrari e dispone che, ai fini della determinazione delle imposte sui redditi, per gli anni 2012, 2013 e 2014 i redditi dominicali ed agrari sono rivalutati del 15 per cento; per i terreni posseduti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola la rivalutazione è pari al 5 per cento. Al riguardo, occorre sottolineare che il previsto incremento si applica sull'importo risultante dalla rivalutazione – operata ai sensi dell'articolo 3, comma 50, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 – effettuata dal decreto «salva Italia» sull'imposta municipale unica (IMU) e quindi incide nuovamente Pag. 189soggetti già interessati da precedenti manovre; tale misura – che non è strutturale – appare solo atta a fare cassa, senza tenere nel giusto gli impatti macroeconomici sulla compagine socio economica di riferimento;
   preso atto che:
    i documenti di bilancio recano nuove risorse per il finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, attenuano la manovra di contenimento della spesa sugli enti di ricerca vigilati dal Dicastero agricolo e intervengono positivamente per definire l'annosa questione delle quote latte, ricostruendo un quadro giuridico certo e di fiducia per coloro che si sono attenuti alle regole previste;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con le seguenti condizioni, riferite al disegno di legge di stabilità 2013:
   1) all'articolo 12, si sopprima il comma 30, che abroga i due regimi agevolativi previsti dalla legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) per le società agricole, quali la tassazione catastale e gli incentivi per lo sviluppo delle attività connesse; in via subordinata, si sopprima la retroattività delle disposizioni recate dal medesimo comma 30;
   2) si sopprima la retroattività delle disposizioni recate dall'articolo 12, comma 29;
   3) all'articolo 12, comma 29, si preveda un regime agevolato per le locazioni di terreni concessi ai giovani per uso agricolo, con l'esclusione dell'applicazione dell'incremento del reddito dominicale e agrario qualora i terreni siano concessi in locazione a giovani agricoltori per almeno cinque anni;
   4) si preveda il differimento della sospensione delle procedure esecutive e delle azioni giudiziarie nei confronti dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania (EIPLI), prevista dall'articolo 21, comma 11, secondo periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214;
   5) si disponga l'attribuzione al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) delle funzioni e dei compiti già affidati al soppresso Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN), compresi quelli concernenti il settore delle sementi elette, provvedendo alla soluzione delle criticità emerse in relazione all'articolo 12 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;
   6) sia incrementato di 20 milioni di euro a decorrere dal 2013 lo stanziamento recato dalla Tabella C per l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA);
   7) sia introdotto un regime agevolato, in favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali iscritti nella relativa gestione previdenziale e assistenziale, per l'accisa sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, condizionato alla progressiva riduzione del consumo di gasolio per finalità ambientali;
   8) si preveda che, per l'attuazione delle disposizioni indicate al comma 37 dell'articolo 12, l'AGEA si avvalga del Commissario straordinario di cui al decreto-legge n. 5 del 2009, il cui incarico dovrà essere prorogato al 31 dicembre 2015, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato;
   9) siano previsti ulteriori specifici stanziamenti per politiche attive nel settore ittico.

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ALLEGATO 5

7-00974 Bellotti, 7-00982 Delfino, 7-00983 Callegari e 7-00994 Bellotti: Misure per far fronte all'elevata contaminazione da aflatossine nella produzione di mais.

TERZA RIFORMULAZIONE DELLA PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO PRESENTATA DAL PRESIDENTE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    le aflatossine sono micotossine prodotte da funghi principalmente appartenenti al genere Aspergillus e in particolare da A. flavus e A. parasiticus, che costituiscono un pericolo per la salute umana;
    lo sviluppo di tali funghi tossigeni, ampiamente diffusi in natura, avviene nei nostri ambienti cerealicoli in campo quando le condizioni climatiche di gran caldo, umidità relativa elevata e stress idrico ne favoriscono la diffusione e la crescita, condizioni che si sono realizzate nell'anno in corso per la produzione di mais in alcune aree;
    le operazioni di pulizia e selezione fisica sul «semilavorato essiccato grezzo», consentono di ridurre la contaminazione e recuperare quote importanti del prodotto all'utilizzo;
    va fatto un doveroso e approfondito monitoraggio durante la fase di raccolta del prodotto e sulla materia prima di importazione;
    è necessario predisporre e adottare una serie di interventi operativi per individuare le partite più contaminate a tutela della salute umana sicuramente e prima di tutto, ma anche misure economiche a tutela delle imprese agricole e stoccatrici coinvolte;
    si evidenzia la urgente necessità di:
     a) adottare un insieme organico di misure di prevenzione, per evitare di rincorrere le emergenze, assumendo adeguate misure di monitoraggio, informazione ed eventuale formazione degli operatori di filiera;
     b) mettere a punto protocolli di produzione e lavorazione che consentano di contenere il rischio aflatossine nel mais, considerando fattori critici quali ad esempio: valutazione dell'eventuale suscettibilità varietale; verifica delle pratiche agronomiche e delle possibilità di contrasto delle infezioni da Aspergillus, individuazione di indicatori sistematici volti a fornire un'informazione predittiva sull'eventuale sviluppo di muffe tossigene, effettuazione di controlli pre-raccolta e pre-essicazione per selezionare eventualmente il prodotto in lotti a contaminazione diversificata, progettazione e collaudo di linee di lavorazione con selezionatori optomeccanici di grani alterati, sviluppare test diagnostici rapidi da utilizzare in situ per valutare quali/quantitativamente la concentrazione di aflatossine nel prodotto;
     c) ricercare misure, nell'ambito del rapporto con le istituzioni dell'Unione europea, per affrontare le possibili situazioni legate ad eventi naturali eccezionali che comportino conseguenze economiche negative per produttori e stoccatori, incolpevolmente danneggiati; Pag. 191
     d) creare, con criteri armonizzati, un database nazionale per raccogliere in modo sistematico i dati nazionali provenienti sia dalle attività di controllo ufficiale sia da quelle di autocontrollo aziendale al fine di poter disporre di una attendibile massa critica da fornire in tempi rapidi alle istituzioni dell'Unione europea e a quelle internazionali;
   considerato che:
    esiste a livello internazionale una diversa regolamentazione sul tenore di micotossine tollerabili che ha importanti riflessi sugli scambi commerciali e sulla collocabilità stessa delle derrate;
    il rapporto tra mercato e micotossine determina serie conseguenze sulla vita economica di migliaia di aziende italiane e può costituire una chiave di lettura con cui interpretare il legame tra sicurezza alimentare e difesa del reddito degli anelli più deboli della filiera, ossia agricoltori e consumatori;
    l'attuale legislazione, sia per quel che attiene alle borse merci dei cereali sia per quel che attiene all'etichettatura obbligatoria, non tiene conto dei differenti livelli di micotossine e non sfrutta quindi il potenziale competitivo delle produzioni nazionali e non incentiva la produzione italiana di qualità;
    il Governo ha accolto, nella seduta della Camera del 18 ottobre 2012, l'ordine del giorno n. 9/05440-AR/068, con il quale si impegna il Governo medesimo a valutare l'opportunità di introdurre, nel rispetto della normativa europea, l'indicazione in etichetta del valore delle micotossine contenute nei prodotti alimentari individuati nella parte seconda dell'allegato del regolamento CE 1881/2006 in materia di contaminanti dei prodotti alimentari, indicando altresì i valori massimi consentiti per ogni singola tossina e destinazione d'uso della materia prima previsti dal regolamento medesimo;

impegna il Governo:

   ad adottare, d'intesa con le regioni, in considerazione della straordinarietà delle condizioni climatiche registratesi nell'anno in corso, le iniziative necessarie al fine di prevedere, nei casi in cui le analisi evidenzino partite di mais con presenza di aflatossine superiori ai limiti stabiliti dalla vigente normativa europea, l'effettuazione di trattamenti fisici di cernita, per ottenere la decontaminazione delle partite, in modo da rendere possibile la conseguente immissione in commercio senza pericoli per la salute pubblica e salvaguardando la qualità dei prodotti alimentari derivati;
   ad attivarsi, anche in sede di Unione europea, affinché siano adottate misure per fronteggiare le conseguenze economiche negative per produttori e stoccatori, incolpevolmente danneggiati da eventi naturali eccezionali, anche al fine di evitare fenomeni di elusione dei controlli e di garantire la salubrità degli alimenti posti al consumo;
   a consolidare il sistema dei controlli e della comunicazione dei dati rilevati in corso di campagna di raccolta, al fine di monitorare la situazione e la sua evoluzione, con l'obiettivo di scongiurare pericoli per la salute e contemporaneamente salvaguardare il corretto svolgimento della campagna di raccolta e di conferimento;
   ad effettuare, sul mais importato da Paesi dell'Unione europea e al di fuori dell'Unione europea, controlli atti a garantire la presenza di livelli di aflatossine conformi a quanto previsto attualmente dalla normativa europea e nazionale;
   a operare, per quanto di competenza, al fine di scoraggiare fenomeni speculativi sui prezzi.

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ALLEGATO 6

7-00974 Bellotti, 7-00982 Delfino, 7-00983 Callegari e 7-00994 Bellotti: Misure per far fronte all'elevata contaminazione da aflatossine nella produzione di mais.

QUARTA RIFORMULAZIONE DELLA PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO PRESENTATA DAL PRESIDENTE

  La XIII Commissione,
   premesso che:
    le aflatossine sono micotossine prodotte da funghi principalmente appartenenti al genere Aspergillus e in particolare da A. flavus e A. parasiticus, che potrebbero costituire un pericolo per la salute umana;
    lo sviluppo di tali funghi tossigeni, ampiamente diffusi in natura, avviene nei nostri ambienti cerealicoli in campo quando le condizioni climatiche di gran caldo, umidità relativa elevata e stress idrico ne favoriscono la diffusione e la crescita, condizioni che si sono realizzate nell'anno in corso per la produzione di mais in alcune aree;
    le operazioni di pulizia e selezione fisica sul «semilavorato essiccato grezzo», consentono di ridurre la contaminazione e recuperare quote importanti del prodotto all'utilizzo;
    va fatto un doveroso e approfondito monitoraggio durante la fase di raccolta del prodotto e sulla materia prima di importazione;
    è necessario predisporre e adottare una serie di interventi operativi per individuare le partite più contaminate a tutela della salute umana sicuramente e prima di tutto, ma anche misure economiche a tutela delle imprese agricole e stoccatrici coinvolte;
    si evidenzia la urgente necessità di:
     a) adottare un insieme organico di misure di prevenzione, per evitare di rincorrere le emergenze, assumendo adeguate misure di monitoraggio, informazione ed eventuale formazione degli operatori di filiera;
     b) mettere a punto protocolli di produzione e lavorazione che consentano di contenere il rischio aflatossine nel mais, considerando fattori critici quali ad esempio: valutazione dell'eventuale suscettibilità varietale; verifica delle pratiche agronomiche e delle possibilità di contrasto delle infezioni da Aspergillus, individuazione di indicatori sistematici volti a fornire un'informazione predittiva sull'eventuale sviluppo di muffe tossigene, effettuazione di controlli pre-raccolta e pre-essicazione per selezionare eventualmente il prodotto in lotti a contaminazione diversificata, progettazione e collaudo di linee di lavorazione con selezionatori optomeccanici di grani alterati, sviluppare test diagnostici rapidi da utilizzare in situ per valutare quali/quantitativamente la concentrazione di aflatossine nel prodotto;
     c) ricercare misure, nell'ambito del rapporto con le istituzioni dell'Unione europea, per affrontare le possibili situazioni legate ad eventi naturali eccezionali che comportino conseguenze economiche negative per produttori e stoccatori, incolpevolmente danneggiati; Pag. 193
     d) creare, con criteri armonizzati, un database nazionale per raccogliere in modo sistematico i dati nazionali provenienti sia dalle attività di controllo ufficiale sia da quelle di autocontrollo aziendale al fine di poter disporre di una attendibile massa critica da fornire in tempi rapidi alle istituzioni dell'Unione europea e a quelle internazionali;
   considerato che:
    esiste a livello internazionale una diversa regolamentazione sul tenore di micotossine tollerabili che ha importanti riflessi sugli scambi commerciali e sulla collocabilità stessa delle derrate;
    il rapporto tra mercato e micotossine determina serie conseguenze sulla vita economica di migliaia di aziende italiane e può costituire una chiave di lettura con cui interpretare il legame tra sicurezza alimentare e difesa del reddito degli anelli più deboli della filiera, ossia agricoltori e consumatori;
    l'attuale legislazione, sia per quel che attiene alle borse merci dei cereali sia per quel che attiene all'etichettatura obbligatoria, non tiene conto dei differenti livelli di micotossine e non sfrutta quindi il potenziale competitivo delle produzioni nazionali e non incentiva la produzione italiana di qualità;
    il Governo ha accolto, nella seduta della Camera del 18 ottobre 2012, l'ordine del giorno n. 9/05440-AR/068, con il quale si impegna il Governo medesimo a valutare l'opportunità di introdurre, nel rispetto della normativa europea, l'indicazione in etichetta del valore delle micotossine contenute nei prodotti alimentari individuati nella parte seconda dell'allegato del regolamento CE 1881/2006 in materia di contaminanti dei prodotti alimentari, indicando altresì i valori massimi consentiti per ogni singola tossina e destinazione d'uso della materia prima previsti dal regolamento medesimo;

impegna il Governo:

   ad adottare, d'intesa con le regioni, in considerazione della straordinarietà delle condizioni climatiche registratesi nell'anno in corso, le iniziative necessarie al fine di prevedere, nei casi in cui le analisi evidenzino partite di mais con presenza di aflatossine superiori ai limiti stabiliti dalla vigente normativa europea, l'effettuazione di trattamenti fisici di cernita, per ottenere la decontaminazione delle partite, in modo da rendere possibile la conseguente immissione in commercio senza pericoli per la salute pubblica e salvaguardando la qualità dei prodotti alimentari derivati;
   ad attivarsi, anche in sede di Unione europea, affinché siano adottate misure per fronteggiare le conseguenze economiche negative per produttori e stoccatori, incolpevolmente danneggiati da eventi naturali eccezionali, anche al fine di evitare fenomeni di elusione dei controlli e di garantire la salubrità degli alimenti posti al consumo;
   a consolidare il sistema dei controlli, rendendoli omogenei, e della comunicazione dei dati rilevati in corso di campagna di raccolta, al fine di monitorare la situazione e la sua evoluzione, con l'obiettivo di scongiurare pericoli per la salute e contemporaneamente salvaguardare il corretto svolgimento della campagna di raccolta e di conferimento;
   ad effettuare, sul mais importato da Paesi dell'Unione europea e al di fuori dell'Unione europea, controlli atti a garantire la presenza di livelli di aflatossine conformi a quanto previsto attualmente dalla normativa europea e nazionale;
   a operare, per quanto di competenza, al fine di scoraggiare fenomeni speculativi sui prezzi.