CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 ottobre 2012
722.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO

ALLEGATO

7-00997 Bitonci e altri: differimento del termine per l'applicazione del patto di stabilità interno agli enti locali con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti.

DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO

   Con la risoluzione in Commissione n. 7-00997 l'onorevole Bitonci ed altri impegnano il Governo ad adottare, in virtù della grave situazione della finanza pubblica locale, le opportune iniziative al fine di differire la data dell'entrata in vigore della norma, oggi prevista per il 1o gennaio 2013, per l'applicazione del patto di stabilità interno per gli enti locali con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, in vista di una successiva revisione dell'intero impianto dei vincoli di finanza pubblica per gli enti locali finalizzata all'allentamento degli stessi vincoli in chiave di rilancio delle attività economiche.
  Al riguardo, si fa presente, che il differimento dell'entrata in vigore dell'assoggettamento alle regole del patto di stabilità interno dei comuni con popolazione compresa fra 1.001 e 5.000 abitanti, comporterebbe, nel 2013, oneri sui saldi di finanza pubblica per circa 950 milioni di euro.
  In relazione a ciò, pur comprendendo le ragioni esposte, che mettono in luce la difficile situazione della finanza pubblica locale, tuttavia si rappresenta che la richiesta in questione può essere assentita purché sia garantita la copertura dei predetti maggiori oneri di finanza pubblica o mediante l'aumento per pari importo del contributo richiesto ai comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti o rinvenendo adeguate risorse compensative.
  D'altronde, il Patto di Stabilità Interno nasce dall'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo nell'ambito del Patto di stabilità e crescita, il quale ha fissato i confini in termini di programmazione, risultati e azioni di risanamento entro i quali i Paesi membri possono muoversi autonomamente.
  Ai fini del rispetto dei criteri di convergenza, l'indebitamento netto della Pubblica Amministrazione costituisce il parametro principale da controllare e la causa di formazione dello stock di debito. Quindi obiettivo primario delle regole che costituiscono il Patto di stabilità interno è proprio il controllo dell'indebitamento netto degli enti territoriali.
  L'Italia, coerentemente con l'Unione Europea, ha formulato il proprio Patto di stabilità interno esprimendo gli obiettivi programmatici per gli enti territoriali ed i corrispondenti risultati sulla base delle previsioni di finanza pubblica.
  Pertanto, ogni decisione in materia di patto di stabilità interno deve armonizzarsi con gli obiettivi dianzi delineati.