CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 ottobre 2012
712.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (X e XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00906 Antonino Foti: Prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento Ansaldobreda di Reggio Calabria.

TESTO APPROVATO DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    Ansaldobreda rientra nella famiglia delle società e aziende (25 in tutto) che costituiscono il «colosso italiano» Finmeccanica, per quanto concerne il settore «civile»: si tratta di un soggetto leader per quanto concerne la produzione e la messa in esercizio di veicoli ferroviari (sia per il Mass Transit che per il Main Line), che presenta quattro stabilimenti dislocati tra Pistoia, Napoli, Reggio Calabria e Palermo, per un totale di circa 2.500 addetti (escluso indotto e decentrato/incentrato);
    gli alti vertici e, soprattutto, l'amministratore delegato del gruppo, nominato per il risanamento dell'azienda, nel perseguimento della propria strategia di mercato, stanno valutando l'ipotesi di una cessione dell'intero settore civile; secondo quanto risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo, l'ipotesi di acquisizione starebbe fortemente interessando alcuni acquirenti stranieri, provenienti da aree asiatiche a forte industrializzazione;
    per tutta la popolazione Ansaldobreda sono ore di attesa, anche perché non esiste una posizione ufficiale in merito alle indiscrezioni e alle dichiarazioni che si susseguono in questo periodo;
    negli ultimi mesi, soprattutto la realtà reggina dell'Ansaldobreda vive nell'incertezza assoluta per quanto riguarda la tematica occupazionale e quindi, la garanzia della continuità lavorativa: lo stabilimento di Torre Lupo ex O.ME.CA. (officine meccaniche calabresi) è l'unica entità industriale «di livello» presente nella provincia di Reggio Calabria, costituita da una forza lavoro di circa 445 addetti interni (compresi i lavoratori interinali) e circa 100 dipendenti delle ditte di incentrato,

impegnano il Governo

a valutare l'adozione di ogni possibile iniziativa diretta a tutelare i livelli occupazionali degli stabilimenti in questione e a salvaguardare le prospettive di sviluppo dell'azienda, con specifico riferimento alle officine di Reggio Calabria, scongiurando qualsiasi ipotesi che l'eventuale cessione del settore civile possa determinare la perdita del capitale umano impegnato da anni in un processo di innovazione che ha sortito grandi risultati di efficienza e produzione industriale.
(7-00906)
«Antonino Foti, Vincenzo Antonio Fontana, Saglia».

ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00985 Poli: Strategie industriali e occupazionali del gruppo AnsaldoBreda.

TESTO APPROVATO DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni X e XI,
   premesso che:
    la AnsaldoBreda, società controllata del comparto meccanico ferroviario, negli ultimi 6 anni ha dovuto ripianare perdite per un miliardo. I primi a farne le spese sono i 700 dipendenti delle circa 40 società dell'indotto e del cosiddetto «incentrato», attive intorno agli stabilimenti di Pistoia, Napoli, Reggio Calabria e Palermo;Pag. 10
    è ormai evidente, da diverse settimane, l'orientamento dell'amministratore delegato del Gruppo Finmeccanica Orsi, di dismettere aziende storicamente impegnate nei settori dell'energia e dei trasporti e in generale di scegliere l'abbandono del settore civile per impegnarsi soltanto in quello militare;
    a Pistoia e Reggio Calabria preoccupano le posizioni degli addetti dell'incentrato: lavorano in stabilimento, effettuano mansioni analoghe a quelle dei loro colleghi dipendenti di AnsaldoBreda, ma dipendono da società esterne e hanno trattamenti economici e tutele differenti. I sindacati, tra Toscana e Calabria, contano 10 società ascrivibili a questa tipologia per circa 400 dipendenti. La AnsaldoBreda rappresenta una grande risorsa occupazionale per Pistoia, con 900 lavoratori diretti e i migliaia che compongono l'indotto. Rischia di chiudere definitivamente la Bredamenarinibus di Bologna che, attualmente, tiene in cassa integrazione 260 lavoratori su un totale di 290. L'azienda è stata messa in vendita da Finmeccanica già da tempo;
    si parla di 102 esuberi strutturali che la controllata Finmeccanica ha messo in preventivo per fine 2012, ma rappresentano l'ennesima emergenza occupazionale del Paese. Simmi, azienda che si occupa di montaggio di componentistica, ha fatto ricorso ad ammortizzatori sociali per i suoi 235 dipendenti sparsi tra Pistoia, Reggio Calabria e Napoli. Simav, società di servizi romana con 520 dipendenti a livello nazionale che serve quasi esclusivamente il gruppo Finmeccanica, licenzia invece 24 persone nel capoluogo partenopeo;
    le rimostranze dei lavoratori, sono incentrate contro la holding Finmeccanica che non assicurerebbe gli investimenti e le liquidità necessarie atte a garantire il futuro produttivo della società che controlla al 100 per cento, anche nel momento in cui è rientrato un po’ di lavoro e che ci sono commesse;
    ci sarebbero certezze produttive solo fino a marzo 2013. Continuano le preoccupazioni per i dipendenti dell'azienda e dell'indotto, che in questo periodo conta una settantina di persone in cassa integrazione;
    in questi ultimi anni, si è assistito alla mancanza di una politica industriale chiara caratterizzata, invece, dal susseguirsi di quattro amministratori delegati, e dall'assenza di investimenti nell'ammodernamento degli impianti produttivi oltre che di un miliardo di euro di deficit prodotto in dieci anni,

impegna il Governo

ad adottare le opportune scelte strategiche ed industriali dirette a salvaguardare i livelli occupazionali, nei settori dell'energia e dei trasporti, degli stabilimenti legati a Finmeccanica e citati in premessa, con particolare riferimento agli stabilimenti di Pistoia e Bologna.
(7-00985)
«Poli, Galletti, Libè, Bosi, Ruggeri, Anna Teresa Formisano».

ALLEGATO 3

Risoluzione n. 7-00981 Scarpetti: Strategie industriali e occupazionali del gruppo AnsaldoBreda.

TESTO APPROVATO DALLE COMMISSIONI

  La X e XI Commissione,
   premesso che:
    AnsaldoBreda, controllata da Finmeccanica spa, è la principale società italiana di costruzioni di rotabili per il trasporto su ferro che si occupa di progettazione e costruzione di treni completi ad alta velocità, di elettrotreni metropolitani/suburbani (TAF e TSR) e di tram (Sirio), di progettazione e costruzione di equipaggiamenti elettrici di trazione e ausiliari Pag. 11(convertitori e circuiti di controllo) e di apparecchiature di sicurezza e segnalamento ferroviario;
    negli ultimi mesi si è susseguita una ridda di notizie e dichiarazioni riguardanti la cessione di AnsaldoBreda che, a seguito di reiterate scelte industriali rivelatesi sbagliate, negli ultimi 6 anni ha dovuto ripianare perdite per un miliardo di euro che, tuttavia, rappresenta ancora un'eccellenza del nostro Paese a livello internazionale;
    tale scelta comporterebbe lo smantellamento di un patrimonio industriale strategico di primaria importanza e avrebbe conseguenze nefaste sulle prospettive occupazionali dei 2.400 lavoratori e delle circa 40 società dell'indotto e del cosiddetto «incentrato», attive intorno agli stabilimenti di Pistoia, Napoli, Reggio Calabria e Palermo;
    la dismissione di Ansaldo Breda è uno dei dossier più scottanti per l'Italia, che perderebbe anche il comparto dei trasporti dopo che la crisi ha falcidiato e sta falcidiando altri asset strategici dell'economia nazionale;
    il piano di risanamento di AnsaldoBreda è costituito essenzialmente da tagli al personale e non contiene alcuna concreta strategia di rilancio competitivo e produttivo; è invece prioritario che si affronti la vertenza mettendo al centro il futuro dell'azienda e dei lavoratori;
    la cessione di AnsaldoBreda è paradossale se si considera che si sta registrando una ripresa del mercato nazionale e internazionale del trasporto ferroviario e che è ormai indifferibile un progetto nazionale che metta al centro la mobilità su rotaia delle persone e delle cose, anche per rispondere agli obiettivi dell'economia sostenibile;
    in particolare, l'uscita di Finmeccanica dai settori civili significherebbe il totale abbandono della presenza italiana in comparti strategici per l'ammodernamento del Paese, con la conseguenza di lasciare questo mercato in mano a imprese straniere con ulteriori aggravi della bilancia commerciale italiana;
    l'insieme delle produzioni industriali di Finmeccanica, azienda di cui il Governo detiene la golden share, sono essenziali per il Paese e vanno sostenute con adeguate politiche; la ricerca di profittabilità ad ogni costo contrasta con una visione di lungo periodo per il quale occorrono investimenti a redditività differita indispensabili per la salvaguardia del patrimonio tecnologico e produttivo;
    il sostegno alle politiche di investimento e sviluppo del settore delle infrastrutture civili come il ferroviario e l'energia rappresentano elementi importanti e qualificanti di una nuova concezione dello sviluppo sostenibile;
    occorre ripensare l'intera strategia di Finmeccanica, il suo perimetro di intervento deve essere salvaguardato, le attività civili non possono essere dismesse; a tale fine è indispensabile utilizzare anche le risorse pubbliche afferenti alla Cassa depositi e prestiti,

impegna il Governo:

   a mettere a punto una strategia di politica industriale volta a dare certezze sul futuro dell'azienda, attraverso la predisposizione di un piano di riorganizzazione aziendale finalizzato al recupero di efficienza e competitività dell'impresa e del settore, con l'obiettivo di rilanciare il ruolo centrale dell'azienda in un settore strategico per il nostro Paese, sensibilizzando a tal fine Finmeccanica affinché tale riorganizzazione sia prioritaria rispetto ad ipotesi di revisione dell'assetto societario;
   ad adottare iniziative urgenti volte a tutelare l'occupazione negli stabilimenti Ansaldo Breda e nelle aziende dell'indotto.
(8-00202) «Scarpetti, Mattesini, Lulli, Damiano, Gatti».