CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 luglio 2012
676.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-06467 Burtone: Piano industriale della società Helesi in Valbasento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Contratto di localizzazione «Helesi Italia» è stato stipulato in data 13 novembre 2006 e ha ad oggetto la realizzazione di un impianto di produzione di contenitori in plastica nella zona industriale della Val Basento, per un investimento ammissibile a contributo di 25,4 milioni di euro ed un'agevolazione concessa in via provvisoria, a carico dello Stato, ammontante a circa 17 milioni di euro erogabili in 3 quote.
  La prima quota di contributo, pari a 5,7 milioni di euro, è stata erogata a titolo di anticipazione in data 27 settembre 2007; la seconda quota, di pari importo, è stata erogata in data 25 settembre 2008, a seguito della verifica dell'avvenuta realizzazione, da parte della società beneficiaria, dei due terzi dell'investimento previsto.
  Il piano di investimenti è stato ultimato il 31 dicembre 2008 ed in data 9 dicembre 2010, a seguito della riassegnazione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze delle somme da erogare, nel frattempo divenute perenti, è stato liquidato alla Helesi Italia S.r.l. l'importo di 3,9 milioni di euro, pari alla terza quota di contributo al netto del 10 per cento dell'agevolazione totale concessa; in data 10 giugno 2010 è stata nominata la Commissione di accertamento di spesa, la cui verifica circa l'avvenuta realizzazione dell'iniziativa è propedeutica alla liquidazione del saldo del contributo spettante.
  La predetta Commissione ha consegnato, in data 29 settembre 2011, il positivo verbale di accertamento di spesa, sulla base del quale la Direzione competente ha provveduto a richiedere al Ministero dell'economia e delle finanze la riassegnazione dell'importo corrispondente al saldo da erogare alla società beneficiaria, pari a 1,7 milioni di euro. Tale importo è stato riassegnato con decreto del 5 aprile 2012 ed è stato successivamente impegnato sul pertinente capitolo di bilancio del Ministero dello sviluppo economico.
  Ciò premesso si segnala che si è avuta conoscenza di indagini in corso attinenti il finanziamento agevolativo in questione e pertanto, il Ministero si riserva l'adozione degli adempimenti di competenza.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-06659 Vico: Definanziamento del Programma Operativo Nazionale Ricerca & Competitività 2007-2013.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante trae spunto dalla lettera della Commissione europea – DG Politica Regionale con la nota Ares (2012) 207358 del 23 febbraio 2012 che ha disposto la sospensione dei pagamenti intermedi in relazione ad alcune criticità riscontrate, nel corso di un controllo effettuato a novembre 2011, nel sistema di gestione e controllo del PON Ricerca e Competitività 2007/2013 (di seguito, PON R&C).
  La sospensione dei pagamenti è una misura temporanea a carattere precauzionale, prevista dall'articolo 92 del Regolamento 1083/06, che la Commissione adotta a fronte di criticità riscontrate nell'attuazione del Programma e che si protrae fino a quando lo Stato membro dimostra di avere adottato tutte le misure correttive raccomandate. In mancanza di tale adempimento si potrebbe giungere ad un taglio della totalità o parte del contributo comunitario al programma.
  In relazione al PON Ricerca e Competitività 2007/2013 (di seguito, PON R&C) si evidenzia che i motivi della sospensione hanno riguardato alcune carenze riscontrate dalla Commissione europea in capo alla Direzione generale per l'incentivazione alle attività imprenditoriali del MISE, in qualità di Organismo Intermedio, al MIUR, che ha compiti di Autorità di gestione e di certificazione del programma, ed in capo all'Autorità di Audit (Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici – UVER).
  In risposta ai rilievi della Commissione il MISE, il MIUR, e l'UVER hanno predisposto una nota condivisa, trasmessa il 24 aprile 2012, per illustrare le misure correttive intraprese.
  Molte delle osservazioni della Commissione europea riprese nel testo dell'interrogazione sono derivate da una presa d'atto da parte della Commissione di alcune criticità rilevate dall'UVER nel proprio audit riferito al 2010 (chiuso a luglio 2011). Criticità che riguardano attività di controllo e gestione di misure gestite direttamente dal MISE, in parte già superate come riscontrabile dalle controdeduzioni formalmente trasmesse alla Commissione europea.
  Facendo più specifico riferimento ai singoli punti sollevati nell'interrogazione in oggetto, si fa presente quanto segue.
  Per quanto riguarda il punto a) relativo alle «carenze rispetto ai controlli di primo livello dei «progetti ponte» (assistenza tecnica Invitalia)»; occorre precisare che le Unità competenti per i controlli amministrativi hanno dato immediato seguito alla raccomandazione dell'Autorità di Audit, descritta nel rapporto di audit di luglio 2011, che prevedeva controlli di I livello con l'ausilio di specifiche e formali check-list. A partire da luglio 2011, infatti, tutti i progetti «a cavallo», oggetto di certificazione nel 2011, sono stati sottoposti a verifica documentale formalizzata da idonee check-list che prevedono, in sintesi, la verifica del rispetto dei requisiti di cui all'articolo 13 del reg. CE 1828/06, ovvero la sussistenza della documentazione amministrativa, la completezza e coerenza della documentazione giustificativa di spesa, la correttezza dal punto di vista normativo (civilistico e fiscale), il rispetto Pag. 246degli obblighi di informazione e pubblicità nonché la presenza di procedure atte ad evitare il doppio finanziamento. Nello svolgimento delle attività di controllo di II livello, condotte nell'ultimo quadrimestre su 25 progetti «a cavallo», l'Autorità di Audit ha avuto modo di riscontare l'adeguamento da parte del Mise a quanto indicato nelle raccomandazioni di cui al rapporto d'Audit di luglio 2011.
  Per quanto concerne il punto b) relativo «all’audit negativo sulle modalità di costituzione del Fondo di garanzia (individuazione soggetto gestore MCC)», si segnala che con riferimento ai controlli sul Fondo centrale di garanzia, l'Autorità di Audit ha formalizzato, già a novembre 2011, il superamento delle criticità riscontrate nel 2010 in seguito all'avvenuto affidamento tramite procedura di evidenza pubblica delle attività di gestione ad un R.T.I. (Raggruppamento temporaneo d'imprese) costituito da diversi Istituti bancari.
  Per quanto concerne il punto c) relativo ai «gravi ritardi nelle procedure di selezione delle operazioni, in particolare vengono contestati i tempi troppo lunghi per la valutazione dei progetti del bando “Nuove misure per investimenti produttivi innovativi” e la presenza di criteri di valutazione troppo generici (assistenza tecnica Invitalia, soggetto incaricato dell'istruttoria Invitalia)»;
  Facendo particolare riferimento al ritardo nella concessione delle agevolazioni del bando «investimenti innovativi» (DM 6 agosto 2010), si precisa che ad oggi sono superati quei vincoli procedurali, previsti dal Sistema di Gestione e Controllo del Programma, che avevano ritardato la nomina degli esperti prevista in una specifica fase procedurale dell'istruttoria.
  In particolare, non consentendo l'attuale disposizione del Sistema di Gestione e Controllo (Si.Ge.Co.) approvato dalla Commissione il pagamento del corrispettivo per gli esperti con risorse del programma, il MISE non aveva potuto procedere alla nomina degli esperti in quanto erano state reperite risorse finanziarie alternative.
  Si evidenzia che l'istruttoria delle domande è a cura di Invitalia con gli esperti tecnico-scientifici, nominati dal MISE con procedura automatica e casuale da estendere anche al PON R&C 2007/2013.
  Con decreto direttoriale del 12 gennaio 2012, tuttavia, è stata estesa al PON R&C 2007/2013 la nuova procedura automatica e casuale per la selezione degli esperti iscritti all'albo di cui al decreto ministeriale 7 aprile 2006, mentre in data 9 febbraio 2012 è stata sottoposta all'esame dell'Autorità di Audit un'apposita modifica alla relazione descrittiva del Si.Ge.Co. al fine di poter ammettere al cofinanziamento il costo corrispondente al corrispettivo degli esperti, rimuovendo l'esplicito vincolo presente sul Si.Ge.Co. vigente. L'Autorità di Audit ha comunicato la conformità della modifica al Si.Ge.Co e pertanto il vincolo è rimosso. Si prevede di poter procedere alla emissione dei primi decreti di concessione a partire da luglio 2012.
  Per ciò che concerne, invece, la presunta genericità dei criteri di valutazione si segnala che il sistema adottato, benché non preveda l'attribuzione di punteggi, assicura la coerenza delle valutazioni redatte dai differenti valutatori.
  La Commissione, avendo preso atto che la procedura valutativa adottata (pur prevista tra i modelli di selezione) non ha carattere automatico, ha raccomandato di puntualizzare i criteri soltanto con riferimento ai bandi successivi e non a quelle misure, già previste nel Sistema di Gestione e Controllo approvato. A tale riguardo, i competenti uffici del Mise hanno ribadito alla Commissione il proprio impegno ad inserire nei prossimi bandi l'adozione di parametri o indicatori.
  In merito al punto d) relativo ai «gravi ritardi nella conduzione delle verifiche in loco e mancata decertificazione degli importi risultati irregolari dalle attività di controllo (assistenza tecnica Invitalia)».
  Pur non essendo stato portato a compimento il programma delle verifiche in loco, di cui al campione selezionato nel 2010, a causa di difficoltà connesse alla carenza di fondi sui capitoli di spesa destinati alle missioni, Pag. 247la percentuale di spesa controllata, al momento della verifica di Audit, è stata pari a quasi il 40 per cento della spesa certificata. Si comunica, inoltre, che i controlli ancora pendenti sono stati assegnati agli ispettori per l'espletamento delle attività di controllo e che i relativi esiti e follow-up verranno tempestivamente comunicati alla Commissione.
  Con riferimento alla richiesta di trasmissione dell'elenco delle verifiche sin qui svolte con evidenza degli importi decertificati, si rappresenta che il Mise ha già comunicato tale elenco all'Autorità di Audit, comprensivo del relativo follow-up completato.
  In merito al punto e) relativo alla «mancanza di chiarezza circa le fonti di finanziamento dei progetti prima fase certificati (legge 488, legge 46) se non erano finanziati con fondi FAS ma risorse ordinarie andavano decertificati (assistenza tecnica Invitalia)»;
  Premettendo che la questione della presunta mancata chiarezza sui cosiddetti progetti «prima fase» non riguarda le leggi 488/92 e 46/82, si fa presente che la richiesta della Commissione consisteva in una conferma del rispetto delle regole di cofinanziabilità con il PON. In tal senso, sono già state fornite specifiche informative al Comitato di Sorveglianza presentando schede di coerenza di detti interventi sia con i criteri di selezione del PON sia con i requisiti nazionali di ammissibilità fissati dal QSN.
  Con riferimento al punto f) ovvero «al mancato completamento da parte dell'autorità di audit (UVER) del controllo su 36 operazioni per un importo di 60 milioni di euro circa». Si segnala che l'UVER, quale Autorità di Audit del programma in questione, ha completato tutti gli audit delle operazioni relativi al periodo 1o luglio 2010 – 30 giugno 2011.
  In particolare, nel Rapporto Annuale di Controllo (RAC) 2011 trasmesso alla Commissione europea il 30/12/2011 e nel successivo aggiornamento trasmesso il 30/4 2012 è stato dato conto di 112 controlli sulle operazioni, di cui 39 relativi alla spesa certificate a dicembre 2009 e 73 controlli alla spesa certificata a dicembre 2010, per un importo complessivo della spesa controllata di 397,3 milioni di euro, pari al 70, della spesa certificata al 31/12/2010.
  Relativamente ad altri specifici punti sollevati nell'interrogazione in esame, occorre precisare che:
   il corrispettivo massimo della convenzione per le attività di assistenza tecnica di Invitalia S.p.A. è di 34 milioni e non di 45 come riferito dall'interrogante;
   la dotazione finanziaria delle misure attualmente gestite da Invitalia S.p.A. nel PON R&C ammonta ad oggi – rispetto alla dotazione complessiva del MISE pari 2.793 milioni – a 1.250 milioni (compresi i 500 milioni destinati ai contratti di sviluppo con un decreto del Ministro emanato solo ad aprile 2012) e non a 1.400 milioni;
   ad oggi gli obiettivi di spesa per le annualità 2009, 2010 e 2011, che permettevano di evitare la perdita di risorse comunitarie, sono stati tutti raggiunti e superati sia dalla parte del programma di competenza di questo Dicastero, sia dal programma nel suo insieme;
   nessun rilievo è stato sollevato dalla Commissione in merito a possibili conflitti di interesse derivanti dallo svolgimento da parte di Invitalia S.p.A. di attività di gestione e attività di assistenza tecnica. Tali ultime attività sono state affidate dal MISE alla predetta società in attuazione dell'articolo 2, comma 1-bis, del d.l. 105/2010, convertito dalla legge 129/2010.

  Sulla base di quanto riportato, appare evidente, che il Ministero ha posto in essere tutto quanto necessario, al fine di garantire il superamento delle criticità riscontrate e di assicurare il raggiungimento degli obiettivi strategici perseguiti dal Programma operativo ricerca e competitività.
  Infine si aggiunge che il 19 giugno u.s. si è svolto presso la sede della Corte dei Conti Europea, un incontro trilaterale, indetto dalla unità di Audit della DG REGIO, cui hanno partecipato, per l'Italia, l'AdG (Autorità di Gestione) del PON Ricerca e Competitività, Pag. 248l'organismo intermedio MISE-DGIAI (Direzione Generale Incentivi alle Imprese), l'UVER e la DGPRUC (Direzione generale politiche regionali).
  Gli argomenti in discussione hanno riguardato i punti rimasti aperti dopo la valutazione da parte della Corte, con pieno appoggio dell'unità di Audit DG REGIO.
  L'incontro è risultato, pertanto, utile a chiarire i punti ancora in dubbio in senso favorevole per l'Italia.
  La Corte dei Conti Europea ha fatto sapere che farà conoscere le proprie determinazioni nel mese di settembre, prima di includere le conclusioni nel rapporto di Novembre 2012.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-07061 Oliverio: Continuità produttiva dello stabilimento Italcementi di Vibo Marina, in provincia di Vibo Valentia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione che passo ad illustrare verte sulle prospettive industriali e occupazionali della società Italcementi Spa, azienda con sede legale a Bergamo operante nel settore della produzione di leganti idraulici, con specifico riferimento al sito produttivo di Vibo Valentia.
  Per fronteggiare la pesante crisi del settore della produzione dei leganti idraulici, conseguente la più ampia contrazione dell'edilizia che dura ormai da alcuni anni, Italcementi, dopo una serie di interventi di razionalizzazione del settore produttivo e distributivo, ha fatto richiesta – d'intesa con i rappresentanti dei lavoratori - di attivazione della cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale.
  A tal proposito faccio presente che il Ministero che rappresento, con decreto direttoriale del 7 maggio scorso, ha approvato il programma di crisi aziendale ed ha autorizzato la corresponsione del trattamento di integrazione salariale per il periodo dal 1o febbraio 2012 al 31 gennaio 2013, per un totale di 198 unità lavorative appartenenti a varie unità produttive dislocate sul territorio nazionale, comprese quella di Vibo Valentia e Porto Empedocle (AG).
  Faccio, tuttavia, presente che la Società lo scorso 7 giugno ha comunicato di voler rinunciare, a decorrere dall'11 giugno 2012 e fino al 31 gennaio 2013, al trattamento di CIGS autorizzato per le unità di Porto Empedocle (AG) e Vibo Valentia. I competenti uffici del Ministero che rappresento stanno, pertanto, predisponendo il relativo decreto di annullamento relativamente agli stabilimenti di Vibo Valentia e Porto Empedocle.
  Nel corso di una riunione tecnica svoltasi il 12 giugno presso la Prefettura di Vibo Valentia, in cui erano presenti anche i rappresentanti dei lavoratori e le istituzioni locali, il management di Italcementi ha manifestato la volontà di chiudere lo stabilimento di Vibo Valentia, ritenuto non più competitivo in termini di produzione rispetto agli altri impianti presenti nel territorio nazionale. In chiusura dei lavori il Prefetto ha deciso di aggiornare la riunione ad altra data ed ha invitato Italcementi a vagliare ulteriori strumenti di gestione della vicenda, coinvolgendo anche il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e la regione Calabria.
  Voglio ricordare che la Società ha anche attivato – con nota del 7 marzo 2012 – una procedura di mobilità, conclusasi con un accordo nazionale del 2 aprile 2012, che prevede, con pari decorrenza, la possibilità di licenziare fino ad un massimo di 148 lavoratori entro il 31 gennaio 2013. Tale mobilità dovrà essere non oppositiva e dovrà consentire ai lavoratori interessati il conseguimento della pensione di anzianità o vecchiaia nell'ambito del periodo di mobilità ovvero rispondere alle esigenze tecnico organizzative e produttive aziendali.
  Tali misure sono supportate da una serie di incentivi economici, tra i quali ricordo, per i lavoratori che maturano i requisiti pensionistici nel periodo di permanenza in mobilità, il riconoscimento di:
   un'indennità sostitutiva del preavviso contrattualmente previsto;Pag. 250
   un importo pari alla differenza lorda fra pensione e indennità di mobilità – per tutta la durata di fruizione di quest'ultima e fino al momento di effettiva percezione della pensione;
   un importo aggiuntivo, pari a duemila euro lordi, per coloro la cui permanenza in mobilità è prevista oltre l'anno.

  Nella eventualità in cui all'atto del pensionamento – trascorso il periodo di mobilità – l'Inps liquidasse una pensione di importo difforme rispetto a quello considerato per il calcolo dell'incentivo economico innanzi detto, oppure con una decorrenza differita rispetto a quella ipotizzata, Italcementi si è impegnata ad effettuare i conguagli prendendo a riferimento la pensione effettiva a tutela delle condizioni reddituali dei lavoratori interessati.
  Inoltre, nel caso in cui intervenissero modifiche alla normativa pensionistica tali da posticipare la decorrenza della pensione oltre il termine previsto di chiusura della mobilità, la medesima società si è impegnata ad assumere i lavoratori interessati per il tempo necessario al conseguimento del diritto alla pensione o a concordare soluzioni alternative.
  Faccio presente che il Ministero dello sviluppo economico – consultato sulla questione – ha reso noto che lo scorso 20 giugno si è tenuto, presso i propri uffici, un incontro a cui hanno partecipato la società, le organizzazioni sindacali e le istituzioni locali (regione Calabria e Sicilia, provincia di Agrigento e di Vibo Valentia). In particolare la regione Calabria – anch'essa consultata – ha fatto sapere che in tale ultimo incontro la Società ha sospeso momentaneamente la procedura di mobilità prendendo in considerazione alcune garanzie offerte dalle istituzioni locali. Al riguardo, infatti, la Regione ha assicurato il finanziamento di alcune opere pubbliche che renderebbero appetibile il mercato del cemento nel territorio regionale mentre i rappresentanti della Provincia e del comune di Vibo Valentia hanno assicurato il rilascio in tempi brevi delle autorizzazioni – da tempo richieste dalla Società – necessarie a ridurre i costi di produzione del cemento e poter essere così più competitivi sul mercato.
  Alla luce di tali elementi il Ministero dello sviluppo economico ha quindi invitato l'azienda e le organizzazioni sindacali a trovare nelle sedi opportune una soluzione per tutelare i lavoratori, a valle di tale confronto le parti verranno riconvocate per avviare la discussione di merito sul futuro produttivo dei due insediamenti anche con l'importante contributo offerto dalle istituzioni locali.
  Da ultimo, come già il Ministro Fornero ha avuto modo di chiarire in risposta a recenti atti di sindacato ispettivo relativi alle prospettive di Gruppi industriali di rilevanza nazionale, nella presente fase l'impegno principale del Governo è volto alla creazione di un ambiente favorevole alle imprese in termini di economicità di produzione, di produttività e anche di buone relazioni industriali. Ciò al fine di rafforzare le imprese già operanti in Italia e di attrarre imprese per nuovi investimenti.
  A questi principi, tra l'altro, è ispirata la riforma del mercato del lavoro (legge n. 92 del 2012, recante «Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita»). Tale riforma prevede una serie di misure in grado di contribuire alla creazione di occupazione in qualità e quantità attraverso la realizzazione di un mercato del lavoro inclusivo e dinamico.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-06975 Carella: Politica di delocalizzazione dell'azienda Key Safety System.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Key Safety System è una multinazionale americana specializzata nella produzione di sistemi di sicurezza per l'automotive, principalmente airbag e cinture di sicurezza.
  L'impianto di Colleferro, che conta 450 dipendenti, è attivo nella produzione d'inflators (bombole utilizzate per gonfiare gli airbags) e airbag.
  Il Ministero è a conoscenza della situazione occupazionale dell'azienda, ed ha, infatti, già attivato il monitoraggio di competenza, appurando che, sul piano produttivo, la produzione di Inflators è molto meccanizzata e consente all'azienda di essere competitiva sia sul mercato sia nei confronti di altri siti europei del gruppo (oltre al sito italiano in Europa KSS è presente con due impianti manifatturieri in Romania e Polonia e un centro di sviluppo in Germania), mentre l'assemblaggio degli airbag, è gravato dalla forte incidenza del costo del lavoro che rende elevati i costi di produzione rispetto alla concorrenza presente nei Paesi dell'est Europa.
  Una possibile soluzione è rappresentata dalla possibilità di aumentare il volume delle commesse per la KSS, consentendo il mantenimento dell'occupazione minacciata dal trasferimento della produzione in Romania, e in tal senso si sta verificandone la fattibilità sia con i clienti sia con l'azienda.
  È prevista, a valle della citata verifica, la convocazione di un tavolo di confronto con Azienda, Istituzioni locali e OO. SS.
  Il Ministero del lavoro per quanto di sua competenza ha, infine, comunicato quanto segue.
  Con Decreto direttoriale del 19 aprile 2011 è stato approvato il programma per ristrutturazione aziendale relativamente al periodo dal 2 novembre 2010 al 1o novembre 2011 della Key Safety System Italia srl, con sede in Tregnago (VR), per l'unità produttiva di Tregnago (VR).
  Con il medesimo decreto è stata autorizzata la corresponsione del trattamento straordinario d'integrazione salariale in favore di un massimo di 161 unità lavorative della citata unità produttiva, per il periodo dal 2 novembre 2010 al 1o maggio 2011.
  Con il Decreto direttoriale del 26 settembre 2011 è stata autorizzata l'ulteriore corresponsione del trattamento straordinario d'integrazione salariale in favore dei lavoratori dipendenti, sempre per un massimo di 161 unità lavorative e per il periodo dal 2 maggio 2011 al 1o novembre 2011.
  Allo stato attuale, a seguito d'istanza aziendale del 6 dicembre 2011, il Ministero del lavoro sta predisponendo il decreto di approvazione della prosecuzione del programma per ristrutturazione aziendale per il periodo dal 2 novembre 2011 al 1o novembre 2012.
  La corresponsione del trattamento straordinario d'integrazione salariale per il periodo dal 2 novembre 2011 al 1o maggio 2012 interesserà un massimo di 140 unità lavorative dell'unità produttiva di Tregnago.
  Il Ministero dello sviluppo economico continuerà a seguire in modo attento l'evoluzione della vicenda al fine di favorirne una positiva soluzione, sia dal punto di vista produttivo che occupazionale.