CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 aprile 2012
645.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (X e XI)
ALLEGATO

ALLEGATO

Sulla missione a Copenaghen in occasione della Conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti in materia di attività economica, crescita, commercio e occupazione dei parlamenti dell'Unione europea (16-17 aprile 2012).

RELAZIONE

  Una delegazione della Camera dei deputati, composta dal presidente della XI Commissione, on. Silvano Moffa, e dall'on. Giovanni Fava, in rappresentanza della X Commissione, ha partecipato alla Conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti in materia di attività economica, crescita, commercio e occupazione dei parlamenti dell'Unione europea, che si è svolta a Copenaghen il 16 e 17 aprile scorsi. Alla Conferenza, organizzata dal parlamento danese in coincidenza con il semestre di presidenza europea, hanno partecipato i rappresentanti delle Commissioni competenti in materia, dando vita al consueto appuntamento periodico che i parlamenti dei Paesi membri prevedono per rinsaldare le forme di confronto e di dibattito tra assemblee rappresentative sui temi del lavoro, della crescita e dello sviluppo.
  La Conferenza è stata strutturata in due giornate di lavoro, nel cui ambito sono state organizzate tre specifiche sessioni, dedicate rispettivamente all'analisi del mercato unico e della crescita economica in Europa, alla trasposizione e al rafforzamento della legislazione europea e ai diritti dei lavoratori distaccati.
  Nella prima sessione dei lavori, introdotta dal saluto del presidente della Commissione attività produttive, crescita e commercio estero del Parlamento ospitante, Karin Gaardsted, è intervenuto il Ministro danese per le attività economiche e commerciali e per la crescita, Ole Sohn, che ha illustrato le iniziative che la presidenza di turno del'UE ha attivato per fronteggiare la crisi e favorire la crescita in ambito comunitario, partendo dall'Atto per il mercato unico (COM(2011)206), con il quale la Commissione europea ha prospettato le dodici azioni prioritarie per rilanciare il mercato unico europeo, al fine di sfruttarne pienamente le potenzialità e consentire ai cittadini ed alle imprese di beneficiare delle opportunità che esso offre in termini di crescita e sviluppo. In questo contesto, il Ministro danese si è soffermato sull'esigenza di aggiornare il mercato unico anche con un nuovo regime di regole sugli appalti pubblici, con la definizione del mercato digitale, con la riforma del brevetto europeo e con nuove regole per l'armonizzazione – anche fiscale – del capitale di rischio per le piccole e medie imprese, che – ad avviso dello stesso Ministro – sono cruciali per la crescita dell'Europa, grazie alla loro capacità innovativa e alla loro flessibilità. Dopo avere segnalato il ruolo dell'evoluzione di Internet e dello sviluppo digitale, il Ministro Sohn ha quindi invitato i parlamenti nazionali a lavorare insieme ai governi per la modernizzazione del mercato unico e il progresso dell'Unione.
  È successivamente intervenuto il capo dell'unità politiche del mercato unico della Commissione europea, Henrik Mørch, che ha evidenziato anzitutto la validità e l'attualità del «Rapporto Monti» sull'attuazione del mercato unico, enumerando quattro punti centrali di tale rapporto: la necessità di riflettere sui vantaggi che il Pag. 30mercato unico – sia pure non completamente attuato – ha prodotto per l'Europa; la constatazione che i benefici del mercato unico sono rivolti non soltanto alle imprese, ma anche e soprattutto ai cittadini comunitari; l'enorme potenziale ancora da sfruttare per l'implementazione del mercato unico; l'esigenza di rafforzare i controlli sul rispetto del mercato unico. Dopo avere illustrato le dodici azioni prioritarie e il loro stato di attuazione da parte della Commissione europea, Mørch si è quindi soffermato sul ruolo decisivo della governance europea per il miglior funzionamento del mercato unico, nonché sulle connessioni necessarie tra Commissione europea e Stati membri, esaltando il ruolo dei parlamenti nazionali. Concentrandosi, infine, sui concreti strumenti esistenti per assicurare il rispetto delle norme sul mercato unico, ha ricordato che la Commissione europea – proprio al fine di intervenire con celerità per la soluzione dei problemi – ha creato un sistema a rete tra gli Stati membri, denominato «Solve it», che consente agli interessati di rivolgersi ad apposite strutture per assicurare il rapido rispetto delle regole sulla libera circolazione di prestazioni e servizi.
  Nella prima giornata, sono, quindi, state portate all'attenzione della Conferenza alcune esperienze concrete di imprenditori danesi operanti in specifici settori produttivi, con cui sono state evidenziate le principali problematiche che, a loro avviso, frenano lo sviluppo corretto del mercato interno. In primo luogo, il responsabile di un'azienda informatica a servizio delle energie alternative ha segnalato la necessità di una riforma del sistema di incentivazione a livello europeo per le aziende che puntano all'innovazione, auspicando la creazione di un fondo per tale tipo di imprenditoria e la semplificazione dei sistemi di tassazione in ambito europeo, nonché una riforma radicale del modello europeo dei brevetti. Successivamente, il rappresentante di un'azienda di software per applicazioni d'ufficio si è soffermato sulla legislazione comunitaria il materia di comunicazioni digitali, paventando il rischio che la mancata armonizzazione del mercato unico possa aggravare i problemi che le imprese del settore incontrano nella realizzazione di investimenti in Europa: a suo avviso, il passaggio essenziale per l'implementazione del mercato unico è la scelta di un'unica lingua di riferimento europea, che individua nella lingua inglese. Infine, il responsabile di un'impresa che opera nel campo della ricerca per le scienze della vita ha illustrato gli specifici problemi del settore delle biotecnologie, indicando i principali fattori di rischio imprenditoriale e di incertezza per le aziende che operano nell'Unione europea.
  Dopo un ampio dibattito tra i parlamentari presenti all'iniziativa sui temi della prima sessione dei lavori, in cui è stato centrale il problema dell'unica lingua di riferimento in ambito comunitario, i partecipanti alla Conferenza hanno quindi svolto una visita a un cantiere nel quartiere di Hellerup, effettuando un sopralluogo sul sito in cui si sta realizzando un innovativo lavoro di ristrutturazione edilizia di un importante istituto scolastico. Presso questo cantiere, peraltro, le delegazioni parlamentari hanno avuto un interessante confronto con i rappresentanti delle associazioni dei costruttori e dei lavoratori edili danesi, i quali – nell'illustrare i principi di base dell'accordo collettivo del settore edilizio – hanno anche evidenziato i rischi che, a loro avviso, si corrono con la prospettiva dell'approvazione della nuova direttiva sul distacco dei lavoratori, che sospettano possa alimentare, nella sua attuale formulazione, fenomeni di «dumping sociale». In particolare, le parti sociali di tali settori produttivi vedono il pericolo che la Danimarca – in cui i livelli salariali e previdenziali dei lavoratori edili sono particolarmente elevati – sperimenti fenomeni di concorrenza sleale e lavoro nero, che sono fortemente avvertiti anche in relazione alla massiccia mobilità di lavoratori frontalieri, provenienti soprattutto dalla Polonia, i cui diritti lavorativi e sindacali sarebbero molto meno tutelati che in Danimarca.
  Nella seconda sessione (che ha avuto luogo nella successiva giornata di lavoro), Pag. 31introdotta dal saluto del presidente della Commissione occupazione del Parlamento danese, Lennart Damsbo-Andersen, si è quindi svolto un confronto sul rafforzamento delle politiche di trasposizione negli ordinamenti interni della legislazione europea sul mercato unico. In questo contesto, il rappresentante della Camera di commercio danese, Kristoffer Klebak, si è soffermato sull'importanza di sostenere il mercato unico, liberando sempre più risorse per la circolazione di beni e servizi e sfoltendo l'eccesso di regole nazionali speciali che, a suo avviso, impediscono al mercato unico di crescere in maniera ordinata e realmente concorrenziale. L'oratore ha invitato l'Unione europea a realizzare più regolamenti e meno direttive, al fine di limitare i margini di deroga nella legislazione degli Stati membri, e ad incrementare le occasioni di confronto tra le normative dei diversi Paesi europei. A suo giudizio, occorre inoltre intervenire con decisione sulla semplificazione e sull'armonizzazione fiscale, per innalzare la competitività delle imprese.
  Ha, quindi, svolto una relazione, sempre sul tema della seconda sessione, il rappresentante dell'associazione sindacale dei lavoratori edili di Danimarca, Gunde Odgaard, che ha illustrato i pilastri del «modello danese» delle relazioni sindacali e della protezione sociale, insistendo sulla validità di tale modello, basato sull'esaltazione della contrattazione tra le parti sociali e sull'astensione della politica da interventi di regolazione del mercato del lavoro, nonché sull'attuazione dei principi di «flessicurezza» e su incisive politiche attive del lavoro, quali formazione, riqualificazione professionale e sostegno al reinserimento. Odgaard ha poi chiarito che il «modello danese» è in fase di forte turbolenza, poiché sono venuti meno taluni elementi di certezza e sono significativamente aumentate le direttive comunitarie nel settore del lavoro: la sua sensazione è, in particolare, che la direttiva sul distacco dei lavoratori – lungi dal garantire una migliore tutela dei loro diritti – finirà per affievolire le garanzie per le parti più deboli, creando enormi diseguaglianze tra i differenti Paesi. Nel rilevare che sul versante della sicurezza saranno in maggiore difficoltà le imprese di piccole o medie dimensioni, ritiene essenziale creare buone strutture di controllo, che realizzino verifiche effettive e funzionanti: auspica, dunque, che i parlamenti nazionali combattano con determinazione i fenomeni di «dumping sociale», creando le condizioni per un miglioramento effettivo delle condizioni dei lavoratori frontalieri.
  Dopo un approfondito dibattito tra i parlamentari presenti, si è infine passati alla terza sessione dei lavori, in cui Koos Richelle, direttore generale della direzione occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea, ha svolto un'analisi dei sistemi di protezione sociale e dei diritti dei lavoratori, soffermandosi sulla direttiva sul distacco dei lavoratori e, più in generale, sulla strategia della Commissione per il mercato del lavoro. Il direttore generale ha fatto presente che la Commissione europea sta cercando di limitare il pacchetto di proposte normative da approvare, per non sovraccaricare la regolazione in una fase di crisi; in ogni caso, ritiene che una base normativa uniforme sia essenziale per la tutela dei diritti dei lavoratori e per la salvaguardia dei livelli di protezione sociale. In quest'ottica, Richelle ha spiegato che la direttiva sul distacco dei lavoratori va affrontata come uno degli elementi della mobilità dei lavoratori, il cui fine sostanziale è quello di conciliare la libertà di prestazione dei servizi nel mercato unico con la difesa dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori: le soluzioni che la Commissione ha individuato per il rafforzamento della dimensione sociale del mercato unico consistono nell'evitare di favorire inique situazioni salariali per la migrazione dei lavoratori frontalieri e contribuire a scongiurare abusi sul versante contributivo e previdenziale. Il direttore generale non comprende, dunque, le motivazioni delle critiche rivolte, anche dalle parti sociali, nei confronti della direttiva, attesa l'esigenza di dare una minima copertura normativa ai Pag. 32lavoratori in mobilità all'estero, soprattutto in una fase di evidente caduta dei livelli occupazionali.
  In conclusione, il presidente della Commissione occupazione del Parlamento danese ha svolto una ricognizione dei lavori della Conferenza, evidenziando come i giovani debbano poter vedere la concreta esistenza di un futuro per l'Europa, in un percorso in cui i singoli Stati membri sono chiamati ad affrontare le sfide legate al raggiungimento del mercato unico. Il presidente Damsbo-Andersen ha quindi auspicato – in uno spirito di cooperazione tra i parlamentari presenti – che i parlamenti nazionali sappiano assegnare a questi obiettivi un'effettiva priorità politica.