CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 ottobre 2011
553.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-05496 Di Giuseppe: Erogazione degli aiuti nazionali al settore bieticolo-saccarifero.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione cui mi accingo a rispondere riguarda la crisi del settore bieticolo-saccarifero e, in particolare, le motivazioni che hanno impedito di dare seguito all'impegno del Governo concernente la completa e definitiva erogazione degli aiuti nazionali destinati al settore, per le campagne 2009 e 2010.
Com'è noto, il fabbisogno economico per l'attuazione delle misure in argomento è stimato complessivamente in 85 milioni di euro. La relativa copertura finanziaria è stata individuata per un importo pari a 64 milioni di euro, a valere sulle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate e per i restanti 21 milioni di euro nelle dotazioni di bilancio dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA).
Con la delibera CIPE 18 novembre 2010, n. 107, è stato assegnato il primo stanziamento di 64 milioni di euro.
Al riguardo, devo puntualizzare che la riduzione delle risorse finanziarie del Fondo per le aree sottoutilizzate, ad opera della manovra estiva, ha comportato una minore disponibilità delle somme da ripartire.
Ho, pertanto, ritenuto necessario e prioritario, nei giorni scorsi, avviare una verifica con il Ministero per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, nonché con la Ragioneria generale dello Stato al fine di chiarire l'importo delle risorse finanziarie realmente disponibili.
Al riguardo, sono in attesa di conoscere gli effetti prodotti in concreto dalle disposizioni contenute nell'articolo 13 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, sulle risorse già assegnate dalla richiamata delibera CIPE del 18 novembre 2010.
Desidero, inoltre, evidenziare che la questione sugli aiuti nazionali al settore bieticolo-saccarifero è stata da me riportata all'attenzione del Comitato interministeriale bieticolo-saccarifero a Palazzo Chigi nell'ultima riunione del 12 ottobre scorso.
In quella sede, peraltro, ho già espresso l'intendimento di presentare al Governo una proposta normativa da inserire nel primo provvedimento legislativo utile, che consenta all'AGEA di sbloccare le risorse già presenti sul proprio bilancio (per l'importo di 21 milioni di euro) da erogare in favore del settore bieticolo-saccarifero.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-05497 Delfino: Sull'attuazione della normativa sulle quote latte, con particolare riferimento al recupero delle somme dovute e al sostegno finanziario ai produttori in regola.

TESTO DELLA RISPOSTA

Prima di entrare nel merito dell'interrogazione presentata dall'onorevole Delfino, vorrei ricordare che l'articolo 39, comma 13, del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, ha previsto il trasferimento, anche graduale, delle attività di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea o coattiva, di alcune entrate erariali, da Equitalia Spa ad enti e organismi pubblici muniti di idonee risorse umane e strumentali.
In tale contesto, rientra anche il trasferimento delle competenze per la riscossione delle cosiddette «multe» relative all'applicazione del regime comunitario del prelievo supplementare sul latte bovino.
Peraltro, avendo lo stesso articolo 39 (che riveste portata generale investendo il sistema produttivo nazionale) previsto che le modalità e la tempistica del trasferimento delle competenze debbano essere stabilite con apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro il 31 dicembre 2011 e che allo stato attuale non è stato ancora adottato, per assicurare la continuità dell'azione amministrativa si proseguono ad applicare le disposizioni che attribuiscono ad Equitalia Spa specifiche procedure concernenti la riscossione delle «multe» in questione.
Ed è proprio questo principio di continuità dell'azione amministrativa che rappresenta una sostanziale garanzia per il pieno adempimento degli obblighi comunitari incombenti sullo Stato italiano, senza che possano configurarsi, almeno per tali profili, situazioni di eventuale contrasto con gli organismi comunitari.
Per quanto concerne i dati relativi ai pagamenti dei prelievi dovuti, alle rateizzazioni concordate ai sensi di legge, nonché alle procedure di riscossione coattiva, si precisa che gli stessi sono stati costantemente monitorati da AGEA che, peraltro, ha fornito in modo sistematico ai competenti uffici della Commissione europea notizie sull'andamento dei flussi in questione, nell'ambito di apposite indagini conoscitive nel settore nei vari Paesi membri. Ad ogni buon fine, nella tabella 1 allegata si riporta lo stato dei pagamenti relativi alla vicenda quote latte. Per quanto riguarda i produttori che non hanno aderito alle rateizzazioni previste dalla legge n. 119 del 2003 e n. 33 del 2009, si riporta la situazione delle intimazioni del prelievo esigibile inviate dall'Agea (tabella 2).
In merito allo stato d'attuazione dell'articolo 8-septies, comma 2, del decreto-legge n. 5 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 33 del 2009, faccio presente che tale disposizione, finalizzata a favorire l'accesso al credito dei produttori che hanno acquistato quote latte, prevede per la sua concreta attuazione l'emanazione di un apposito decreto da parte del competente Ministero dell'economia e delle finanze, con il concerto di questa Amministrazione che, allo stato attuale, non è stato ancora predisposto dal Ministero proponente.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05499 Fiorio: Iniziative per contrastare la florescenza dorata della vite.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione dell'onorevole Fiorio affronta la problematica relativa alla diffusione sul territorio nazionale della «flavescenza dorata», malattia della vite il cui agente causale è il fitoplasma Grapevine Flavescence dorée.
La malattia, dalla sua prima comparsa nel 1973 in Lombardia, si è estesa nelle regioni centro-settentrionali. La trasmissione in natura del fitoplasma è dovuta alla presenza di un vettore, il cicadellide Scaphoideus titanus, rinvenuto anche nelle aree meridionali italiane.
È di questi giorni la segnalazione del primo ritrovamento del fitoplasma nel sud Italia, per la precisione in regione Campania. Il competente Servizio regionale ha provveduto all'estirpazione e alla distruzione delle piante infette, nonché all'intensificazione dell'attività di monitoraggio dell'area del ritrovamento.
Per far fronte alla comparsa in forma epidemica della fitoplasmosi in diverse zone viticole del territorio italiano, questo Ministero ha emanato nel 2000 un decreto di lotta obbligatoria (decreto ministeriale 31 maggio 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 159 del 10 luglio 2000).
In base a detto decreto, i servizi fitosanitari regionali effettuano annualmente, attraverso l'individuazione di siti di osservazione, la sorveglianza sull'intera area vitata del territorio di propria competenza, verificando la presenza del fitoplasma e del suo vettore, la cicalina Scaphoideus titanus.
I risultati dei monitoraggi vengono trasmessi annualmente al Servizio fitosanitario centrale.
In base ai risultati dell'attività di monitoraggio, i servizi regionali provvedono alla delimitazione di zone «focolaio», dove si può tecnicamente ritenere possibile l'eradicazione della malattia, e di zone di «insediamento», in cui la malattia ha raggiunto un livello tale da non far ritenere possibile l'eradicazione.
Il decreto di lotta obbligatoria definisce, altresì, specifiche misure fitosanitarie da attuare in ciascuna zona delimitata anche per i produttori di materiale di moltiplicazione.
Negli ultimi anni la malattia ha fatto registrare una recrudescenza nelle aree produttive settentrionali italiane, dovuta a una serie di concause tra cui la difficoltà di contenimento del vettore con trattamenti insetticidi e la presenza crescente di superfici incolte che rappresenta un pericoloso serbatoio di infestazione.
Anche in Paesi confinanti, quali Francia e Svizzera, si è registrato un considerevole aumento dell'incidenza della malattia.
Al fine di definire procedure di diagnosi e di contenimento adeguate, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha finanziato nei primi mesi del 2010 un progetto, di durata biennale, denominato «Emergenze fitosanitarie: strategie di contenimento - STRATECO». Nell'ambito del progetto è stata istituita una linea di ricerca specifica per flavescenza dorata e legno nero, che si sviluppa secondo un piano di attività definito da esperti scientifici del CRA - Centro di

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ricerca per la patologia vegetale, col supporto del Servizio fitosanitario centrale e dei servizi fitosanitari regionali.
Inoltre, al fine di potenziare i servizi fitosanitari regionali e per far fronte alle varie emergenze fitosanitarie, su proposta del Ministero, è all'esame della Conferenza Stato-regioni una bozza di decreto di ripartizione di fondi che prevede assegnazioni straordinarie per l'attività delle regioni in ambito fitosanitario. In tal modo, sarà possibile potenziare l'attività di monitoraggio e controllo sul territorio nei confronti di diversi organismi nocivi, compresi i fitoplasmi della vite.
Se ciò non dovesse essere sufficiente, sarà valutata la possibilità di attingere ulteriori risorse per il finanziamento di progetti specifici nell'ambito dalle attività finanziate attraverso piani di sviluppo rurale.
Infine, in merito all'opportunità di istituire, in accordo con la Conferenza Stato-regioni, un tavolo presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, faccio presente che è già operativa una sede di concertazione tra l'autorità centrale e le regioni. Infatti, ai sensi dell'articolo 52 del decreto legislativo n. 214 del 2005, è stato istituito il Comitato fitosanitario nazionale (costituito dal Servizio fitosanitario centrale e dai servizi fitosanitari regionali e delle province autonome) avente compiti tecnici consultivi e propositivi in merito alle problematiche di carattere fitosanitario.