CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 ottobre 2011
544.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-04182 Brandolini: Situazione della sede territoriale INPS di Cesena.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento alla interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Brandolini, concernente la sede territoriale INPS di Cesena, passo ad illustrare le notizie fornite in merito dall'Inps.
Gli interventi legislativi che si sono succeduti negli ultimi anni in tema di blocco delle assunzioni hanno limitato il turn-over del personale, determinando, anche per effetto dei numerosi pensionamenti, una costante e progressiva flessione della consistenza del personale dell'INPS e una carenza di organico che interessa, in percentuali diverse, le strutture dell'Istituto su tutto il territorio nazionale.
Inoltre, la legge 26 febbraio 2010, n. 25 (legge di conversione del decreto legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante «Proroga di termini previsti da disposizioni legislative»), ultima di una serie di previsioni normative che hanno imposto alle pubbliche amministrazioni di ridurre le proprie piante organiche, ha previsto un ulteriore taglio del 10 per cento della dotazione organica complessiva dell'Istituto.
In considerazione delle riduzioni imposte dalle richiamate previsioni normative, nell'ultimo quinquennio, la dotazione organica del personale si è ridotta complessivamente di circa il 20 per cento, circostanza che ha determinato una diminuzione dello scostamento tra dotazione organica e consistenza del personale effettivamente in servizio.
A fronte dei vincoli legislativi che hanno imposto alcune rigidità nelle dinamiche occupazionali, l'Istituto ha posto in essere alcuni interventi volti ad ovviare, almeno in parte, alle evidenziate criticità.
Così, nel delineare il nuovo modello organizzativo delle strutture territoriali si è tenuto conto prioritariamente proprio dell'esigenza di assicurare continuità nello svolgimento delle funzioni e certezza per l'utenza non soltanto della permanenza, ma anche del rafforzamento degli attuali punti di erogazione del servizio. In tale ottica si è provveduto alla trasformazione dell'Agenzia di Cesena in Agenzia Complessa.
Da novembre 2001 a gennaio 2011 la stessa Agenzia di Cesena ha visto diminuire il proprio personale da 51 a 43 unità lavorative (con un tasso di riduzione pari al 14 per cento, leggermente inferiore alla media nazionale).
La struttura, comunque, si avvale di nuove metodologie di lavoro, incentrate su una maggiore flessibilità operativa e gestionale e su un forte impiego delle tecnologie informatiche.
In sostanza, il nuovo modello organizzativo e la politica di telematizzazione della domanda di servizi, congiuntamente al possibile impiego della sussidiarietà (ovvero l'impiego di risorse di altre sedi per supportare le strutture in difficoltà), consentono di ottimizzare al massimo l'utilizzo del personale e permettono all'Agenzia di Cesena, come alle altre strutture

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territoriali dell'Istituto, di continuare ad erogare servizi di qualità a cittadini ed imprese.
Da ultimo, faccio presente che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 luglio 2011, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 232 del 5 ottobre 2011, ha autorizzato l'assunzione da parte dell'INPS, di n. 278 unità lavorative, 21 delle quali per trattenimento in servizio. Alla luce di tale provvedimento saranno sicuramente assegnate nuove unità lavorative alle diverse sedi INPS e in tale prospettiva, pertanto, verrà valutata anche la situazione dell'Agenzia di Cesena.

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ALLEGATO 2

5-05131 Gnecchi: Sulle prospettive di riorganizzazione dell'INPS.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'onorevole Gnecchi - con il presente atto parlamentare - richiama l'attenzione sul processo di riorganizzazione interna avviato dall'Inps, con particolare riferimento alle procedure di esternalizzazione di alcuni servizi.
In proposito, l'Istituto ha reso noto, in via preliminare, che il mandato governativo della gestione commissariale - di cui ai decreti interministeriali dell'11 settembre 2008 e del 27 marzo 2009 - era incentrato sulla riorganizzazione dell'ente, nell'ambito del più ampio disegno di riordino degli enti, contemplato dall'articolo 1, comma 7, della legge 24 dicembre 2007, n.247, e finalizzato all'adozione di modelli organizzativi idonei a realizzare sinergie e conseguire risparmi di spesa anche attraverso gestioni unitarie, uniche o in comune di attività strumentali.
L'Istituto ha inoltre comunicato di aver realizzato nel seguente ordine:
1) Una riorganizzazione della Direzione generale, mediante una razionalizzazione dei servizi e delle competenze che ha visto la riduzione del 37 per cento delle strutture centrali di livello dirigenziale generale, in ossequio all'articolo 74 decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133;
2) Una razionalizzazione delle strutture regionali, in ossequio alla rimodulazione delle strutture centrali;
3) Un riassetto delle strutture territoriali in funzione della consistente riduzione dell'organico dei dirigenti di seconda fascia imposta dal citato articolo 74 e in un'ottica di rendere coerenti i processi di servizio ai nuovi strumenti telematici collegati al sistema uniemens di gestione delle entrate contributive e delle posizioni assicurative per la liquidazione delle prestazioni.

Per il supporto di tale operazione di riassetto, l'Istituto si è avvalso del contributo della società, di primaria importanza, KPMG. I costi reali sostenuti dall'Ente come corrispettivo dell'attività prestata da KPMG (reingegnerizzazione attività e relativa formazione del personale, eccetera) sono pari a: euro 6,966.943,69 per il 2008, euro 8.549.570,10 per il 2009, euro 13.019.714,72 per il 2010.
L'INPS ha inoltre evidenziato come il processo di esternalizzazione non abbia interessato in alcun modo i servizi strategici dell'Istituto, la cui gestione è rimasta formalmente nella totale nella disponibilità della tecnostruttura dell'Ente.
Le attività esternalizzate infatti, secondo quanto riferito dall'Ente, attengono ad adempimenti standardizzati, prima svolti dall'Istituto attraverso lavoratori in regime di somministrazione di manodopera, non più utilizzabili a causa dei tagli lineari collegati ai più recenti interventi normativi sulla finanza pubblica.
Nello specifico, alla società POSTEL sono stati affidati servizi in materia di: invalidità civile, con particolare riferimento all'acquisizione dei verbali delle aziende sanitarie locali; acquisizione dei certificati di malattia cartacei; acquisizione di documentazione riguardante il contenzioso giudiziario). Pertanto, secondo quanto riferito dall'Istituto, l'esternalizzazione dei servizi a POSTEL ha riguardato esclusivamente l'acquisizione di documentazione

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cartacea, nel rispetto della normativa sulla privacy, e l'informatizzazione della stessa.
Da ultimo, con particolare riferimento a quanto rilevato nel presente atto parlamentare in ordine al servizio di assistenza fiscale prestato dall'INPS, l'istituto medesimo ha fatto sapere di aver ritenuto - nell'esercizio della facoltà attribuita dall'articolo 37 del decreto legislativo n. 241 del 1997, ed alla luce della nota carenza di personale - di non prestare assistenza fiscale nei confronti dei propri sostituiti per l'anno 2011. L'INPS, in proposito, ha evidenziato che negli anni passati si era registrato un sempre minore ricorso all'assistenza fiscale, da parte soprattutto dei pensionati, nonostante il rilevante sforzo organizzativo posto in essere in termini di risorse umane e strumentali; mi riferisco in particolare all'allestimento degli sportelli, alla ricezione del pubblico, alla consulenza e compilazione dei moduli alle trasmissioni e alle eventuali rettifiche.

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ALLEGATO 3

5-05257 Gatti: Idoneità delle misure relative ai fabbisogni professionali e formativi delle imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione che passo ad illustrare verte sulla tematica dei fabbisogni professionali e formativi dalle imprese con specifico riferimento al sistema informativo per l'occupazione e la formazione denominato Excelsior.
Le informazioni tratte dal Sistema Informativo Excelsior (che, dal 2011, si basa su un'indagine a cadenza trimestrale riguardante ogni anno un totale di circa 250mila aziende con almeno un addetto dipendente) fanno riferimento alle previsioni formulate dalle imprese circa le figure professionali - e le loro specifiche caratteristiche, tra le quali il titolo di studio - che assumeranno nel corso del trimestre e dell'anno successivo a quello di realizzazione dell'indagine.
Occorre evidenziare che le informazioni sui fabbisogni professionali e formativi espressi dalle imprese e rilevati da Excelsior misurano esclusivamente l'entità della domanda di personale in possesso di determinati titoli di studio e non consentono, da sole, di misurare il cosiddetto «mismatch» rispetto all'offerta (relativa sia ai neo-diplomati, sia alle figure già presenti sul mercato del lavoro e, in molti casi, alla ricerca di un nuovo impiego). La quantificazione di tale «mismatch» esula, infatti, dalle finalità dello stesso sistema Excelsior (basato su un'indagine rivolta solo alle imprese che cercano personale e non anche agli individui che offrono lavoro) e non può essere effettuata se non ricorrendo anche a fonti esterne circa le caratteristiche dell'offerta di lavoro, quali - in primo luogo - Istat e Almolaurea.
Tuttavia, fin dal suo avvio Excelsior ha provato a misurare il disallineamento fra domanda e offerta di lavoro proprio attraverso la quantificazione delle assunzioni per le quali gli imprenditori segnalano difficoltà di reperimento, legate in primo luogo al grado di adeguatezza delle competenze possedute dai candidati all'assunzione rispetto alle esigenze richieste dalle aziende. È questo il senso delle informazioni sulle cosiddette «professioni introvabili», che Excelsior mette a disposizione al fine di favorire l'orientamento scolastico e universitario, nonché la transizione dal mondo della formazione a quello del lavoro. È altresì possibile definire non solo la quota per la quale le imprese avvertono difficoltà di reperimento (e, dunque, il potenziale deficit rispetto all'offerta) ma anche, cosa molto più importante, le motivazioni alla base di tale disallineamento, in modo da comprendere fino a che punto questo sia da attribuire a competenze di carattere tecnico-specialistico o trasversali possedute dai candidati e considerate inadeguate da parte delle imprese o, comunque, non immediatamente (o non più) «spendibili» nel mercato del lavoro. Informazioni che, evidentemente, possono rappresentare una base utile alla definizione di misure volte ad agevolare la realizzazione di attività di formazione continua in azienda (anche e soprattutto per lavoratori in età adulta) e, più in generale, di iniziative di riqualificazione professionale.
Faccio presente, inoltre, che già oggi Excelsior è in grado di quantificare, tra l'altro, il fabbisogno di diplomati o laureati (ossia, le assunzioni di tali figure programmate nel trimestre o nell'anno successivo) differenziando la quota di domanda che le

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imprese rivolgono a personale in uscita dal sistema formativo (neo-diplomati e neo-laureati) rispetto a quella per la quale è considerato più idoneo un candidato in possesso di esperienza e, quindi, già presente sul mercato del lavoro (ancorché temporaneamente non occupato). A titolo esemplificativo, i dati Excelsior permettono quindi, nel caso dei diplomati, non solo di quantificare le assunzioni complessivamente programmate dalle imprese (circa 244.300 nell'intero 2011) ma anche di definire la quota per la quale le imprese preferiscono rivolgersi in prima istanza a candidati neodiplomati (fino a un massimo di 111.800 unità) o, ancora, quella per la quale le stesse imprese reputano indispensabile il possesso di una specifica esperienza lavorativa (oltre 130mila unità nello stesso anno), offrendo in tal modo opportunità di impiego anche per soggetti non più occupati.
È evidente che l'incontro fra domanda e offerta di lavoro rappresenta un problema complesso, che impone - ancor più in questa delicata fase economica - al mondo dell'offerta formativa, a tutti i livelli, di utilizzare i molteplici strumenti informativi a disposizione (valorizzando specificità e potenzialità di ciascuno), per rivedere di continuo le sue strategie e garantire in tal modo una occupabilità sempre maggiore.
Faccio presente che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali come già riferito nella risposta alla interrogazione n.5-04948, ha istituito il portale on line cliclavoro che contiene gli elementi tecnici ed organizzativi per incrociare i dati raccolti da più fonti. Tale portale rappresenta uno strumento importante e innovativo, dotato di infinite potenzialità: è la soluzione tecnica e organizzativa che offre a cittadini, imprese e operatori (pubblici e privati) un luogo di incontro virtuale dove poter accedere a informazioni e servizi dedicati. Questo portale serve a cittadini e imprese per cercare o offrire lavoro, ma rappresenta anche un punto di riferimento per chi già lavora e vuole tenersi aggiornato sulle tendenze del mercato e sulle posizioni aperte. Sul portale si trovano tutte le opportunità di lavoro presenti sul Web, messe a disposizione da un potente motore di ricerca, oltre ai curricula e ai posti disponibili (vacancy) inseriti direttamente da cittadini e aziende o intermediati dagli operatori. Saranno reperibili i concorsi per l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni e la normativa di riferimento per i diversi aspetti del panorama di settore. Su Cliclavoro sono, inoltre, pubblicate le notizie sulle opportunità di lavoro e formazione sul territorio, sui bandi più interessanti, sui finanziamenti e gli incentivi disponibili e in generale sulle novità per il mondo del lavoro.
Al portale contribuiscono in modo attivo una serie di soggetti - pubblici e privati - che mettono in rete i propri patrimoni informativi attraverso la condivisione dei dati; tra questi occorre considerare in primo luogo le Regioni e le Province. Un importante ruolo, poi, è svolto dall'INPS, che mette a disposizione i dati dei percettori di trattamenti di sostegno al reddito - attraverso una banca dati che consente di incrementare la visibilità delle persone che percepiscono sussidi, come i cassaintegrati e i lavoratori in mobilità, e permette di entrare in un canale privilegiato che facilita il reinserimento lavorativo -, dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che ha iniziato a rendere disponibili su Cliclavoro i curricula dei laureati di tutte le università pubbliche e private, dal Ministero della pubblica amministrazione e innovazione, per la diffusione dei concorsi pubblici.
Oltre a favorire l'incontro fra domanda e offerta, Cliclavoro ha l'obiettivo di diventare un punto di riferimento imprescindibile per gli operatori che si occupano di intermediazione e per gli utenti che hanno bisogno di formazione, orientamento e supporto negli adempimenti legislativi.
La particolare fase socioeconomica che stiamo attraversando rende necessaria, da parte degli attori coinvolti, non soltanto la capacità di monitorare le dinamiche occupazionali, ma anche quella di prevederle e anticiparle per quanto possibile. I dati

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inseriti in Cliclavoro e quelli utilizzati per analisi previsionali (rapporto Excelsior) sono pronti per essere studiati insieme per: analizzare le tendenze del mercato del lavoro; studiare la domanda soddisfatta; consentire una programmazione degli interventi di politica attiva; promuove una informazione chiara e trasparente. Le prime sperimentazioni sono già in atto: i dati dell'incontro tra domanda ed offerta sono incrociati con le comunicazioni obbligatorie (che registrano i rapporti di lavoro); i dati di alcuni laureati sono incrociati con le comunicazioni obbligatorie, per studiare il rapporto tra formazione universitaria e inserimento nel mondo del lavoro; dalla prossima rilevazione trimestrale di Excelsior, Unioncamere e Ministero incroceranno i dati dell'indagine con le vacancy di cliclavoro e i rapporti di lavoro instaurati, per analizzare il rapporto tra posti ricercati e capacità di assorbimento del mercato.
Voglio ricordare, inoltre, che l'articolo 29 del decreto-legge 98/2011 ha sostituito l'articolo 6 del decreto legislativo n. 276/03, semplificando le procedure di autorizzazione per l'esercizio dell'attività di intermediazione di particolari soggetti quali scuole ed università, associazioni di categoria, comuni e camere di commercio, gestori di siti internet e consulenti di lavoro. Le direttrici verso cui si muove tale riforma sono due: da un lato l'ampliamento dei soggetti abilitati al ruolo di operatori e, dall'altro, la trasparenza del mercato stesso per allargare le opportunità di accesso al mercato del lavoro, soprattutto dei giovani e favorire - in linea con l'Europa - un effettivo scambio di informazioni, grazie ad una vasta rete di operatori selezionati dalla legge. Scuole e università diventano quindi la sede privilegiata di incontro tra domanda e offerta di lavoro e favoriscono un capillare sistema di relazioni con le aziende e con il territorio al fine di agevolare l'occupabilità degli studenti, superando l'idea che scuola e mondo del lavoro sono due entità distinte. La riforma mira quindi ad agevolare gli operatori abilitati dalla legge a svolgere un ruolo di mediatori, con la garanzia di un regime chiaro ed effettivo. La circolazione delle informazioni garantisce anche il monitoraggio dei fabbisogni professionali e il buon funzionamento del mercato del lavoro. A tal proposito, informo che a breve sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il decreto ministeriale che definisce i dettagli operativi dell'allargamento della platea dei soggetti autorizzati alla intermediazione nel mercato del lavoro.
Da ultimo informo che ieri, 10 ottobre, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Testo Unico dell'apprendistato (decreto legislativo n. 167/2011), frutto dell'intesa con le regioni e le parti sociali. Il provvedimento è un passo avanti non solo normativo, ma anche culturale, verso il superamento della tradizionale distinzione tra sapere e saper fare. La riforma dell'apprendistato e le recenti novità in tema di tirocini formativi e di orientamento, introdotte con l'articolo 11 del decreto-legge 138/2011, hanno l'ambizione di fare di queste tipologie contrattuali il modo ordinario dei giovani di entrare nel mercato del lavoro e di recuperare quell'integrazione tra apprendimento e lavoro. L'integrazione tra apprendimento e lavoro significa riconoscimento del lavoro come parte essenziale del processo educativo e formativo della persona e significa anche opportunità di adattamento, di conoscenza teorica e di specifiche conoscenze pratiche. Il contratto di apprendistato consente di conseguire anche titoli formativi o educativi dalla qualifica triennale al diploma quadriennale, ai titoli di studio superiori o degli istituti di formazione tecnica e tecnica superiore, fino alla laurea e ai dottorati di ricerca.