CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 settembre 2011
537.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione 5-05342 Samperi: Sull'apertura della Casa circondariale di Gela.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione dell'onorevole Samperi, va in primo luogo premesso che il complesso immobiliare della ex Casa Mandamentale di Gela è stato acquisito al Demanio statale in data 15/09/2008 con decreto ministeriale 20/10/2008 è stata istituita la Casa Circondariale.
L'immobile - nello stato in cui si presentava - non era in alcun modo suscettibile di uso immediato, in quanto la trasformazione della struttura da Casa Mandamentale a Casa Circondariale richiedeva, oltre una serie di opere di ripristino per i reiterati furti ed atti vandalici perpetrati nella struttura nel corso degli anni, anche la realizzazione di una serie di opere per la sicurezza penitenziaria, necessarie per la nuova destinazione.
Nel mese di novembre 2008 veniva, quindi, espletata la gara per le opere edili ed impiantistiche, ma solo nel giugno del 2009 si poteva procedere alla consegna dei lavori a causa del contenzioso originato dal ricorso opposto, contro il provvedimento di aggiudicazione della gara, da una delle ditte partecipanti.
Ciò chiarito, voglio sottolineare che i lavori occorrenti per il completamento e l'attivazione della nuova Casa Circondariale di Gela, eseguiti in due lotti funzionali, sono stati ultimati e collaudati nella prima metà del mese di aprile di quest'anno, in linea con i cronoprogrammi ed i relativi tempi contrattuali. I mesi successivi sono stati poi dedicati alla soluzione del problema relativo alla fornitura idrica della struttura: posso segnalare, in proposito, che a seguito di recenti interventi tecnici (l'ultimo risale in data 16 settembre scorso), la portata dell'acqua risulta essere sufficiente, sempreché sia garantita la continuità dell'erogazione nell'arco delle 24 ore da parte dell'acquedotto, gestito dalla società CATAQUA SRL.
Allo stato, ai fini dell'apertura dell'istituto, si rende necessaria la sola attivazione della linea T.D. che - richiesta alla competente Direzione Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati già nell'ottobre del 2010 - non è stata ancora realizzata dalla British Telecom, a causa della dedotta eccessiva distanza della sede di Gela dalla centrale. Voglio rassicurare comunque l'interrogante che l'attivazione dell'istituto in questione rientra tra gli obiettivi prioritari che questa Amministrazione intende raggiungere nell'immediato e, proprio per tale ragione, la suddetta Direzione Generale è stata sollecitata ad intervenire per risolvere, con la massima urgenza, la problematica segnalata.
A tale proposito si fa presente che è stato predisposto un crono programma di interventi sulla base del quale è prevista l'apertura della nuova Casa Circondariale di Gela presumibilmente fra 40 giorni.
Nelle more, il Provveditore regionale ha comunque disposto l'accensione e la verifica del funzionamento di tutti gli apparati tecnologici esistenti nella struttura onde verificarne, visto il periodo di inattività, la corretta e completa efficienza.
Segnalo, infine, che proprio per realizzare una sollecita apertura dell'istituto di Gela, una volta superati i problemi tecnici menzionati, il Provveditore regionale sta altresì provvedendo a definire la pianta organica occorrente per il corretto e regolare funzionamento della struttura.

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ALLEGATO 2

Interrogazione 5-05330 Bernardini: Sulla chiusura del carcere di Spinazzola.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione in discussione, prima di entrare nel merito delle singole questioni sollevate, ritengo utile evidenziare le motivazioni che hanno condotto alla dismissione dell'istituto penitenziario di Spinazzola, sezione distaccata degli Istituti Penali di Trani.
L'istituto di Spinazzola risultava sottoutilizzato rispetto alla sua - seppur sempre modesta - capacità ricettiva, a causa della mancanza di personale di polizia penitenziaria. Detta situazione, peraltro, non poteva essere sanata attraverso l'assegnazione di ulteriori unità di personale, attesa la generalizzata carenza di organico degli istituti penitenziari del Paese, molti dei quali penalizzati, sotto questo aspetto, in misura spesso molto più grave.
Pertanto, nei primi mesi di quest'anno, si è convenuto di investire della questione il Provveditorato regionale, perché valutasse la possibilità di distribuire diversamente la forza presente nella Regione, eventualmente incrementando le presenze a Spinazzola.
Il Provveditore, nel mese di marzo u.s., alla luce della difficoltà riscontrata nell'assegnare personale presso detta struttura, proponeva di effettuare una riflessione sulla convenienza - sotto il profilo del rapporto costi/benefici - circa il mantenimento dell'istituto in questione, e ciò anche alla luce delle obiettive difficoltà legate all'assistenza sanitaria per i detenuti: la proposta di dismissione trovava favorevoli tutte le Direzione Generali interessate, appositamente interpellate al riguardo.
L'insieme di tutte le condizioni rappresentate - carenza di personale, scarso utilizzo della struttura, costi elevati di gestione, difficoltà nel garantire l'assistenza sanitaria - induceva il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria a determinarsi per la dismissione dell'istituto, nella convinzione che tale provvedimento risultava in linea con l'attuale politica penitenziaria, diretta ad ottimizzare le esigue risorse a disposizione, razionalizzando i servizi e la complessiva gestione del patrimonio edilizio. Conseguentemente, il 9 giugno ultimo scorso veniva inoltrata richiesta in tal senso all'On.le Ministro.
Con decreto ministeriale del 16 giugno 2011 l'istituto penitenziario di Spinazzola veniva, quindi, soppresso.
Tanto premesso, con riguardo alle specifiche tematiche di cui all'atto ispettivo, posso precisare quanto segue:
il Provveditore regionale per la Puglia - non appena avuta notizia del provvedimento (ricevuto via fax in data 22 luglio e in originale il successivo 28 luglio) - dava notizia della chiusura dell'istituto (inviando anche copia del decreto) a tutte le Autorità Giudiziarie del territorio, agli Uffici Territoriali del Governo di tutta la Regione, alle Questure, alle Direzioni degli Istituti e Servizi penitenziari e al Comune di Spinazzola;
il 27 luglio la stessa comunicazione veniva data a tutte le OO.SS., sia del Comparto Sicurezza sia del Comparto Ministeri;
sempre in data 27 luglio 2011 si provvedeva al trasferimento di tutti i detenuti

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ristretti presso l'Istituto di Spinazzola, per un totale di 35 persone in esecuzione penale (di questi, 20 detenuti sex-offenders venivano assegnati presso la Casa Circondariale di Altamura);
in data 28 luglio 2011 veniva comunicata all'Agenzia del Demanio la chiusura della struttura dell'Istituto di Spinazzola, anche al fine della riconsegna all'Agenzia di detto immobile del quale non si conosce la futura destinazione;
infine, relativamente alla formazione degli operatori e i relativi costi del Progetto denominato «I Care», si rappresenta che il corso ha avuto l'obiettivo di formare il personale degli istituti penitenziari di Spinazzola ed Altamura alla gestione dei detenuti sex-offenders, al fine di fornire strumenti e competenze utili al miglioramento della qualità del trattamento di tale categoria di soggetti; l'iniziativa, realizzata durante l'anno 2007, è costata 7.500 euro.
È evidente che tale formazione specifica non andrà dispersa nonostante la chiusura dell'Istituto di Spinazzola, non solo perché i detenuti sex-offenders sono stati trasferiti presso l'istituto di Altamura (il cui personale è stato appositamente formato), ma anche perché tale categoria di reclusi risulta diffusa in tutti gli istituti del Paese.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-05331 Bernardini: Sulle condizioni di detenzione all'interno dell'Istituto penitenziario di Ragusa.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione dell'onorevole Bernardini, rappresento quanto segue sulla base delle notizie acquisite tramite il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e l'Ufficio di sorveglianza di Siracusa.
Con specifico riferimento alle condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Ragusa segnalo che, a fronte di un organico complessivo di 117 unità, sono presenti, al netto dei provvedimenti di distacco in entrata e in uscita, 101 unità.
In linea più generale, nell'evidenziare che la carenza di personale riguarda la quasi totalità degli istituti penitenziari del Paese e, soprattutto, la polizia penitenziaria, il cui organico soffre di una carenza di circa 6.000 unità, voglio altresì evidenziare che tale situazione sarà suscettibile di sicuro miglioramento con la prossima immissione in servizio di 758 unità di polizia penitenziaria, prevista per il prossimo mese di ottobre, a conclusione del 163o corso di formazione. Va rilevato, infatti, che 30 unità saranno inviate a prestare servizio negli istituti siciliani e, in tale occasione, saranno tenute in considerazione anche le esigenze dell'istituto di Ragusa, presso il quale saranno inviate tre unità femminili.
Occorre inoltre precisare, al riguardo, che - a copertura del turn over dell'anno 2010 - è stata inoltrata al Dipartimento della Funzione Pubblica la richiesta per l'assunzione di 1145 unità di polizia penitenziaria (di cui 127 vice commissari) e che, ai sensi della legge 199/2010 è stata prevista l'assunzione di ulteriori 1611 unità nel 2012, richiedendo, al M.E.F. la necessaria copertura finanziaria nello scorso mese di marzo.
Quanto alle condizioni strutturali, voglio segnalare che l'istituto di Ragusa, di antica realizzazione, è stato costruito con concezioni tecniche oramai superate, tali da non consentire interventi parziali che possano garantire, nell'immediato, i necessari adeguamenti dei locali. A fronte di ciò, il locale Provveditorato ha comunque intenzione di presentare un progetto esecutivo di manutenzione straordinaria che preveda la ristrutturazione e la ridistribuzione dei locali e dei servizi igienici delle sezioni detentive, in conformità al decreto del Presidente della Repubblica 230/00.
Con specifico riferimento alle stanze detentive, rappresento che presso la struttura in questione ve ne sono di due tipi:
i cosiddetti cubicoli, che ospitano 3 detenuti e misurano circa 8 metri quadri;
i cosiddetti cameroncini, che ospitano 6 detenuti e misurano circa 16 metri quadri.

Tutte le camere detentive sono sprovviste di docce e i soli cubicoli sono separati dai servizi igienici per mezzo di un muretto alto poco più di un metro.
L'intero reparto giudiziario è strutturato con finestre a «bocca di lupo» che, pur non consentendo una diretta visuale dell'esterno della struttura, non impediscono il passaggio di luce e aria.
Quanto alla popolazione detenuta, l'Istituto di Ragusa, come del resto la quasi totalità degli istituti penitenziari del Paese, soffre il fenomeno del sovraffollamento

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che certamente incide in modo negativo sulle condizioni di vita dei ristretti. La capienza regolamentare dell'istituto è di 159 posti e quella tollerabile di 219. Alla data del 16 settembre ultimo scorso erano presenti 192 detenuti ai quali devono aggiungersi 15 detenute donne che, a seguito della riapertura della sezione femminile, rientreranno a breve nell'istituto.
La situazione è costantemente seguita dal provveditorato regionale che effettua costanti monitoraggi ed interviene periodicamente con provvedimenti deflattivi: a tale riguardo si evidenzia che, durante l'anno in corso, sono stati trasferiti 47 detenuti e 38 nell'anno precedente.
Occorre, anche, evidenziare che nel corso di quest'anno l'istituto ha subito una notevole riduzione di capienza, pari a 62 posti, dovuta alla dismissione di 4 sezioni detentive, cosiddetti reparti penali, per esigenze strutturali; detta dismissione ha determinato la conseguente soppressione del reparto minorati fisici e del reparto semiliberi.
Quanto alle attività trattamentali preme evidenziare che, sia pure tra le numerose difficoltà menzionate, si cerca in ogni modo di assicurare l'istruzione, la formazione professionale e le attività ricreative e lavorative dei detenuti. Posso segnalare, in particolare, che in tutte le sezioni dell'istituto vengono effettuati corsi di scuola elementare. Sono inoltre effettuati:
corsi di alfabetizzazione in lingua italiana, con lo scopo di agevolare i detenuti extracomunitari e stranieri nella conoscenza della lingua del nostro Paese, sia per migliorare i livelli di comunicazione e comprensione tra detenuti stranieri e detenuti italiani, oltre che con i diversi operatori penitenziari, sia per agevolare il rientro nella società di tale categoria di detenuti;
corsi di scuola media inferiore in tutte le sezioni dell'istituto;
corso di istruzione secondaria di II grado in «Servizi Alberghieri e della Ristorazione», dipendente dall'Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri «Principi Grimaldi» di Modica. Tale attività viene svolta come pluriclasse.

Quanto ai corsi professionali, segnalo che sono in corso di svolgimento o prossimi ad avere inizio i seguenti corsi di formazione, curati da docenti esterni e finanziati ai sensi dell'articolo 135 decreto del Presidente della Repubblica 309/90, rivolti, come sempre, ai detenuti tossicodipendenti:
corso di cucina arabo-siciliana (100 ore);
corso di musicoterapia (40 ore);
corso di biodanza (30 ore).

È inoltre in corso di svolgimento il progetto finanziato con i Fondi Strutturali Europei denominato «Rompete le righe», che prevede tre azioni:
corso di cucina;
manutenzione fabbricati;
falegnameria.

Le ultime due azioni sono destinate a detenuti comuni e protetti, la prima solo a detenuti comuni.
Le attività ricreative, sportive e culturali assumono un rilievo importante nella programmazione pedagogica dell'istituto: esse, infatti, non tendono solo al benessere fisico ed intellettuale delle persone condannate, ma anche allo sviluppo del senso di responsabilità e di quelle capacità relazionali che potranno essere utili per il loro futuro reinserimento sociale.
L'attività motoria è rivolta a tutti i detenuti ai quali è offerta l'opportunità di partecipare ai corsi presso la palestra o le aree verdi dell'istituto, attraverso la predisposizione di moduli che permetteranno la rotazione dei corsisti.
Tale iniziativa è stata finanziata dall'Amministrazione Provinciale.
Da non trascurare, infine, il progetto Grisù, diretto all'intrattenimento, attraverso

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personale specializzato, dei figli delle famiglie dei detenuti durante l'attesa del colloquio.
Con riferimento, poi, all'attività lavorativa, posso precisare che i posti di lavoro sono 25 e vengono ricoperti dai ristretti secondo un sistema di turnazione, in base alla graduatoria prevista ai sensi dell'articolo 20 O.p.
Il generalizzato taglio sul capitolo delle mercedi è stato, per l'istituto di Ragusa, del 40 per cento rispetto allo scorso anno; a fronte di tale situazione, si è cercato di sopperire alla carenza di fondi con i corsi di formazione professionale avviati dalla Regione con fondi europei.
L'assistenza sanitaria è assicurata a tutti i detenuti, anche se negli ultimi anni l'istituto di Ragusa ha subito una riduzione sia del monte ore assegnato al personale medico e infermieristico, sia del budget finanziario, con inevitabili riflessi sull'acquisto dei farmaci e sulle prestazioni specialistiche. Emblematica, in tal senso, è la problematica afferente al servizio di fisioterapia che, allo stato, non può essere attivato per la difficoltà di reperire professionisti e per l'entità delle risorse finanziarie a disposizione.
Nel corso degli anni si è registrata la progressiva riduzione anche del budget relativo agli esperti ex articolo 80 O.p. che, nel 2011 è stato, per la regione Sicilia, di 138.831,00 euro.
All'interno dell'istituto di Ragusa opera un esperto psicologo a convenzione cui sono assegnate 7 vacazioni mensili, a fronte delle 19 assicurate fino al 2010. Per far fronte a tale situazione, è intendimento del Provveditorato regionale presentare a breve un progetto alla Cassa delle Ammende, al fine di ottenere un finanziamento adeguato ai bisogni della Regione.
Con riferimento, poi, all'applicazione della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea in materia di immigrazione clandestina, rappresento che presso la struttura in questione non risultano allo stato soggetti ristretti per tale ipotesi di reato.
Con riguardo, inoltre, alle problematiche collegate alla concreta applicazione del principio di territorialità della pena, segnalo che sono 12 i detenuti italiani presenti in istituto e domiciliati fuori Regione. Per quanto riguarda, invece, la popolazione detenuta straniera, (che alla data del 16 settembre era pari a 92 unità) posso evidenziare che gran parte di essa proviene da istituti del centro e del nord Italia, ove ha dichiarato di avere il domicilio.
L'Ufficio di sorveglianza di Siracusa, con riferimento a quanto rilevato nell'atto di sindacato ispettivo ha in buona sostanza confermato i dati in esso riportati circa le presenze dei detenuti nella Casa Circondariale, la carenza di personale della polizia penitenziaria e la chiusura temporanea sezione femminile e «minorati fisici». Ha, comunque, precisato che le celle si presentano in buono stato ed appaiono sufficientemente ampie e che l'assistenza sanitaria è più che adeguata, riscontrandosi l'elevata professionalità dei sanitari.
È stato, inoltre, posto in evidenza che l'invio delle relazioni sanitarie è quasi sempre sollecito e puntuale e che l'equipe dell'osservazione provvede tempestivamente ad inviare le relazioni di sintesi.
Quanto ai dati statistici relativi ai benefici penitenziari concessi e rigettati negli ultimi cinque anni, si depositano le relative tabelle fatte pervenire dall'ufficio giudiziario menzionato.
In linea più generale, voglio in ogni caso porre nel dovuto rilievo che il Governo, sin dal suo insediamento, si è adoperato per dare adeguata e concreta soluzione alle problematiche del nostro sistema penitenziario muovendosi lungo tre direttrici:
a) Il piano straordinario di interventi di edilizia penitenziaria;
b) La deflazione dei flussi d'ingresso nel sistema carcerario e le misure alternative alla detenzione; in tale direzione, sono stati emanati la legge n. 199/2010 per consentire l'esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno ed il decreto legislativo n. 161/2010 che attua una decisione quadro europea in materia di trasferimento delle persone

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condannate dall'Italia verso lo Stato membro di cittadinanza per ivi scontare le pene detentive.

Grazie al principio del mutuo riconoscimento delle decisioni delle autorità giudiziarie degli Stati dell'Unione europea, per la prima volta, il trasferimento potrà avvenire senza un previo accordo con lo Stato estero di cittadinanza del condannato, prescindendo dal consenso dell'interessato. In tal modo può realizzarsi il duplice obiettivo di consentire al condannato di scontare la pena detentiva nel proprio Paese di origine, con maggiori possibilità di reinserimento sociale, familiare e lavorativo e di ridurre il numero degli stranieri reclusi nelle nostre carceri.
Voglio segnalare, inoltre, che significativi risultati in termini di riduzione dei flussi d'ingresso in carcere potrebbero arrivare anche dalla recente legge n. 129/2011, di conversione del decreto-legge n. 89/2011. Con tale provvedimento - che modifica la legge Bossi-Fini - l'Italia ottempera alla direttiva comunitaria e applica la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del 28 aprile 2011, in materia di immigrazione.
Quanto ai soggetti arrestati o fermati, il DDL AS-1440, cosiddetto pacchetto sul processo penale, attualmente all'esame della Commissione Giustizia, prevede una modifica dell'articolo 558 del codice di rito, volta a consentire in casi straordinari («quando sussistono specifici ed eccezionali motivi di assoluta necessità..») l'ingresso in carcere di soggetti arrestati o fermati per reati di competenza del giudice monocratico, circostanza, questa, che dovrebbe ridurre drasticamente il fenomeno delle cosiddette «porte girevoli».
La terza direttrice sui cui si è mosso il Governo in materia penitenziaria è dedicata alla rideterminazione della pianta organica della polizia penitenziaria.
L'articolo 4, comma 1, lettera b) della legge n. 199/2010 in deroga a quanto previsto dalla legge n. 25 del 2010 (sulla riduzione della pianta organica), statuisce: «l'adeguamento dell'organico del Corpo di polizia penitenziaria occorrente per fronteggiare la situazione emergenziale in atto. A tale ultimo fine e per assicurare, inoltre, la piena operatività dei relativi servizi, il Ministro della Giustizia è autorizzato all'assunzione di personale nel ruolo degli agenti e degli assistenti del Corpo di polizia penitenziaria, nei limiti numerici consentiti dalle risorse derivanti dall'applicazione del comma 212 articolo 2 legge n. 191 del 23 dicembre 2009».
Nel corso dell'iter di approvazione della citata legge, al fine di accelerare i tempi per le necessarie procedure, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale 4a serie Speciale «Concorsi ed Esami» del 29 ottobre 2010, n. 86, 2 concorsi per l'assunzione di 100 unità nel ruolo femminile e 500 unità nel ruolo maschile degli agenti ed assistenti del Corpo di Polizia penitenziaria. Si segnala, al riguardo, che sono in corso di svolgimento gli accertamenti psicofisici ed attitudinali (mentre sono già state espletate le prove preliminari) e si prevede che entro la fine dell'anno saranno pubblicate le graduatorie.
Proprio al fine di elaborare ulteriori soluzioni alle criticità che connotano il nostro sistema carcerario è stato di recente istituto presso l'Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia un Gruppo di Studio nominato dal Guardasigilli con decreto del 5 settembre 2011, avente l'incarico di elaborare, in tempi brevi, un disegno di legge volto alla depenalizzazione dei reati minori e alla rivisitazione dei reati perseguibili a querela, nonché delle misure alternative alla detenzione.

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ALLEGATO 4

Modifica all'articolo 13 del decreto legislativo 5 aprile 2006, n. 160, in materia di attribuzione delle funzioni ai magistrati ordinari al termine del tirocinio. C. 2984 Vietti, C. 3046 Ferranti e C. 4619 Palomba.

EMENDAMENTI APPROVATI

ART. 1.

Sostituire il capoverso con il seguente:
2. I magistrati ordinari al termine del tirocinio non possono essere destinati a svolgere le funzioni giudicanti monocratiche penali, salvo per i reati di cui all'articolo 550 del codice di procedura penale, le funzioni di giudice per le indagini preliminari o di giudice dell'udienza preliminare anteriormente al conseguimento della prima valutazione di professionalità.
1. 200.Il Relatore.

Sostituire il titolo con il seguente:
Disposizioni in materia di attribuzione delle funzioni ai magistrati ordinari al termine del tirocinio.
Tit. 1.Il Relatore.