CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 settembre 2011
535.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-04507 Ghizzoni: Carenza di dirigenti scolastici, in particolare in Emilia Romagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole interrogante rappresenta la situazione delle istituzioni scolastiche prive di dirigente scolastico ed affidate in reggenza, con particolare riferimento a quelle dell'Emilia Romagna, e sottolinea la necessità dell'adozione di misure urgenti, tra cui l'emanazione del bando di concorso.
Già nella risposta fornita nella seduta di questa Commissione del 27 gennaio 2011 all'atto di sindacato ispettivo n. 5-03764, richiamato dall'Onorevole interrogante, sono stati indicati gli atti normativi adottati negli ultimi anni per sanare la posizione dei candidati ammessi con riserva ai precedenti concorsi per dirigente scolastico, in modo da coprire il maggior numero di posti e limitare quanto più possibile il ricorso alla reggenza.
Nonostante tali interventi, il numero dei dirigenti scolastici in servizio, come rilevato dall'Onorevole interrogante, si è gradatamente assottigliato, particolarmente in alcune realtà regionali, soprattutto in conseguenza delle cessazioni.
È da tenere conto, poi, che l'articolo 1-sexies del decreto-legge n. 7 del 2005, convertito nella legge n. 43 del 2005, ha abolito dall'anno scolastico 2006/2007 l'istituto dell'incarico di presidenza, facendo salvi unicamente gli incarichi già conferiti, allo scopo di dare soluzione al fenomeno del precariato e stabilità alla dirigenza scolastica. Al riguardo, si informa che il Ministero, in data 13 aprile 2011, ha diramato con direttiva n. 30 le istruzioni per la conferma degli incarichi anche per il corrente anno scolastico 2011/2012.
Sempre per il corrente anno scolastico, è stata richiesta l'autorizzazione ad accogliere le istanze di trattenimento in servizio dei dirigenti scolastici che hanno compiuto l'età per il collocamento in quiescenza. In data 27 luglio 2011 il Ministero dell'economia e delle finanze ha espresso il proprio assenso al trattenimento in servizio per l'anno scolastico 2011/2012 di 414 dirigenti scolastici a livello nazionale, di cui 15 titolari in scuole dell'Emilia Romagna. Gli uffici scolastici regionali hanno potuto, quindi, procedere a porre in essere i consequenziali adempimenti di competenza, ed anche la posizione dei citati 15 dirigenti scolastici dell'Emilia Romagna è stata, pertanto, definita.
Per quanto riguarda il concorso, con decreto del 13 luglio 2011 è stato emanato il relativo bando per 2.386 posti. L'Amministrazione ha acquisito le domande di partecipazione che, a livello nazionale, ammontano a 42.158 (di cui 4.114 con riserva); di queste, 2.149 riguardano le scuole dell'Emilia Romagna.
La prova preselettiva del concorso si svolgerà il giorno 12 ottobre 2011; si proseguirà, quindi, con le successive prove stabilite dal bando, in modo da effettuare le nomine dei vincitori per il prossimo anno scolastico.
È opportuno, ancora, ricordare le innovazioni normative recentemente introdotte dall'articolo 19 del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 2011. In particolare, il comma 3 di detto articolo ha stabilito che le scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado vengano aggregate in istituti comprensivi, al fine di garantire un

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processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo d'istruzione. La nuova disposizione comporta la soppressione delle attuali istituzioni scolastiche costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado, che avranno quindi un'unica dirigenza.
Relativamente alla proposta avanzata nell'interrogazione riguardo all'esonero ai docenti collaboratori vicari, si fa presente che non si può prescindere dalla normativa vigente in materia, tra l'altro innovata dal comma 6 del sopra citato articolo 19 del decreto-legge n. 98, il quale ha abrogato il comma 4 dell'articolo 459 del testo unico delle leggi in materia di istruzione di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994 (come modificato dalla legge n. 350 del 2003, articolo 3, comma 88).
Per quanto riguarda la situazione specifica delle scuole dell'Emilia Romagna, è stato sentito il competente ufficio scolastico regionale, il quale ha fornito i seguenti dati, aggiornati all'inizio del corrente mese:
il totale delle istituzioni scolastiche effettive in ambito regionale ammonta a 556 unità; il numero dei posti vacanti e disponibili al 1o settembre 2011 è di 191, di cui 188 assegnati in reggenza e 3 per conferma di incarico di presidenza.

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ALLEGATO 2

5-05022 Siragusa: Sulla possibile soppressione del sistema degli osservatori contro la dispersione scolastica in Sicilia.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'atto parlamentare in discussione viene richiesto il mantenimento degli osservatori provinciali della Sicilia per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, dei quali, nel corso di un'audizione svoltasi in commissione cultura, formazione e lavoro dell'Assemblea regionale siciliana svoltasi in data 21 giugno 2011, sarebbe stato ipotizzato il prossimo smantellamento, su proposta del dirigente incaricato del coordinamento dell'attività amministrativa del competente Ufficio scolastico regionale.
Si sottolinea anzitutto che sono condivisibili le considerazioni svolte dall'Onorevole interrogante riguardo al ruolo fondamentale svolto dai citati osservatori e alla necessità di non interrompere un'esperienza pluriennale che ha contribuito ad arginare il fenomeno della dispersione.
Fenomeno, questo, che presenta due dimensioni di analisi. La prima fa riferimento al numero di abbandoni veri e propri che si verificano nel corso dell'anno scolastico, cui si aggiungono il numero dei ripetenti, dei promossi con debito, i ritardi accumulati negli anni, i passaggi ad altri indirizzi che costituiscono, comunque, una dispersione.
La seconda è più vicina all'indicatore europeo degli early school leavers costruito adoperando l'indagine «forza di lavoro» dell'ISTAT. Tale indicatore fa riferimento alla quota di giovani dai 18 ai 24 anni d'età che posseggono solo la licenza media e che sono fuori dal circuito d'istruzione e formazione.
Relativamente alla Regione Sicilia, dati statistici in possesso del Ministero rilevano che nel triennio 2007/2008, 2008/2009 e 2009/2010, per le prime due classi della scuola secondaria di secondo grado, il tasso di abbandoni è diminuito. Risulta, invece, aumentato quello relativo alla popolazione 18-24 anni.
Il tema dell'orientamento e della dispersione scolastica costituiscono insieme una delle aree prioritarie di intervento da parte di questo Ministero, la cui azione è stata rilanciata con la costituzione, con decreto dipartimentale n. 40 del 31 luglio 2008, del «Gruppo tecnico scientifico nazionale», finalizzato all'elaborazione di linee guida per la realizzazione di percorsi orientativi nelle scuole di ogni ordine e grado e per la diffusione di una nuova concezione di orientamento quale strategia che investe il processo globale della persona, che si estende lungo tutto il corso della vita, attraversa il processo educativo fin dalla scuola primaria ed è trasversale a tutte le discipline. La strategia del Piano nazionale di orientamento, intesa in termini di un processo continuo, è stata delineata con la circolare n. 43 del 15 aprile 2009.
Inoltre, con decreto dipartimentale n. 54 del 26 ottobre 2009 è stato istituito il «Forum nazionale per l'orientamento lungo tutto l'arco della vita», allo scopo di favorire il dialogo e la condivisione di una strategia unitaria con gli altri soggetti istituzionali presenti sul territorio, con le imprese, con il mondo del lavoro e della formazione professionale.
È stato così organizzato il Seminario nazionale svoltosi ad Abano dal 2 al 5 marzo 2009, che ha segnato la ripresa delle azioni del Ministero in tema di orientamento e al quale hanno partecipato i referenti regionali e provinciali e i docenti con particolari esperienze nel campo dell'orientamento e della dispersione scolastica individuati

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dagli Uffici scolastici regionali, rappresentanti dell'Università, dell'ISFOL, degli enti locali, del mondo del lavoro e dell'impresa, della formazione professionale, delle famiglie e degli studenti.
Gli obiettivi del seminario sono stati la ripresa del dialogo, sia con gli operatori della scuola (in particolare con i referenti regionali e provinciali e con i docenti, con i quali condividere assetti culturali, metodologici e didattici propedeutici all'avvio di percorsi di ricerca e di azione), sia con gli altri soggetti istituzionali a vari livelli per tracciare insieme le linee di un modello di coordinamento e di azioni per il prossimo futuro.
Il processo avviato ad Abano, dal quale sono scaturite le sopra citate Linee guida per l'orientamento lungo tutto l'arco della vita (circolare n. 43 del 15 aprile 2009) è proseguito con la realizzazione di tre seminari di formazione per il personale dell'amministrazione scolastica, delle scuole (dirigenti scolastici e docenti) e delle altre istituzioni, che si sono svolti secondo modalità interregionale.
I temi hanno riguardato la continuazione della formazione avviata ad Abano, i nuovi ordinamenti dell'istruzione secondaria di secondo grado e la metodologia didattica d'intervento, centrata sullo studente e la sua partecipazione attiva. Sono seguite le azioni che localmente gli Uffici scolastici regionali hanno messo in campo per realizzare i Piani regionali di formazione del personale docente e dirigente in tema di orientamento.
Si informa, ancora, che la predetta Direzione generale del Ministero ha collaborato alla realizzazione di un nuovo Centro Euroguidance Italy per la modalità dei giovani, in collaborazione con la Commissione Europea, il Dipartimento per le politiche giovanili.
Negli ultimi due anni, dunque, è stato prioritario l'impegno finalizzato a formare il personale della scuola alla dimensione educativa trasversale dell'orientamento in ogni ordine e grado di scuola, nell'ottica di prevenire il disagio e la dispersione ed accompagnare e sostenere i giovani nel cammino di crescita e maturazione armonica dell'identità.
Vanno segnalati, a questo proposito, i Progetti per le aree a rischio e a forte processo immigratorio, finanziati annualmente con le risorse finanziarie (53 milioni di euro ad anno) di cui all'articolo 9 del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola, e i progetti finanziati con le risorse dei Fondi strutturali, destinati alla prevenzione e recupero della dispersione scolastica, nell'ambito del Programma operativo nazionale dedicato alla scuola del Mezzogiorno.
Posto quanto sopra, sulla questione specifica prospettata dall'Onorevole interrogante è stato sentito l'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, il quale ha precisato che non corrisponde al vero il paventato smantellamento del sistema degli osservatori provinciali contro la dispersione scolastica.
Per contro, è in via di realizzazione una rimodulazione di un certo numero di progetti che, sulla scorta di solide e consolidate basi scientifiche, andrà a sostituire un esiguo numero di addetti con professionalità diverse e più adeguate alle valutazioni delle agenzie, che segnalano un trend chiaramente negativo del fenomeno.
È stato anche sottolineato che non sono previste diminuzioni complessive.

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ALLEGATO 3

5-05104 Contento: Sulla richiesta di esborsi alle famiglie degli studenti per attività extradidattiche.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'atto parlamentare in discussione l'Onorevole interrogante sollecita l'adozione di iniziative finalizzate ad evitare il ripetersi di episodi che, secondo notizie riportate dalla stampa, avrebbero visto protagoniste talune istituzioni scolastiche all'interno delle quali sarebbero state messe in atto irregolarità contabili, in particolare la richiesta alle famiglie di pagamenti non dovuti per le attività a carico della scuola. Su questi episodi sarebbero intervenuti la Ragioneria generale dello Stato ed il Ministero dell'economia e delle finanze.
Riguardo a quest'ultimo aspetto, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ha fatto presente che quanto affermato nelle premesse dell'interrogazione, circa il richiamo all'ordine di numerosi istituti scolastici nazionali, non trova riscontro negli atti dello stesso Dipartimento.
Quanto al merito della questione sollevata, si chiarisce che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, attraverso la Direzione generale per la politica finanziaria e per il bilancio, ha sempre sostenuto il carattere di volontarietà dei contributi delle famiglie. Tale assunto è stato oggetto di più comunicazioni, di cui si è data notizia tramite il sito internet istituzionale.
A titolo di esempio, si richiama la FAQ pubblicata nella sezione «Famiglie» del sito www.istruzione.it, con la quale sono state fornite le seguenti indicazioni:
«I contributi scolastici sono deliberati dal Consiglio di istituto. Il comma 622 della legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), intervenendo nuovamente sul tema dell'obbligo di istruzione, della durata di dieci anni e del suo innalzamento, ha tra l'altro stabilito che "resta fermo il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226".

In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è dunque consentito imporre tasse o richiedere contributi obbligatori alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l'espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all'assolvimento dell'obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.). Eventuali contributi per l'arricchimento dell'offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria».
I contributi delle famiglie sono riconducibili alla fattispecie delle donazioni. La legge n. 40 del 2007 prevede una detrazione d'imposta per le erogazioni liberali in favore delle istituzioni scolastiche e le scuole paritarie senza scopo di lucro, finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa. Si tratta di una norma fiscale che conferma la natura di liberalità di tali contributi, stabilendo una detrazione d'imposta per il contribuente che le effettua.
Le istituzioni scolastiche, quindi, non hanno titolo per chiedere contributi alle famiglie se non per le finalità sopra indicate.

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Resta ferma la facoltà di richiedere contributi per le spese di laboratorio nelle scuole secondarie di secondo grado.
I suesposti principi sono stati ribaditi con comunicato stampa del 15 aprile 2011, anch'esso diffuso nel sito internet del Ministero.
Si fa anche osservare che i revisori dei conti nominati da questo Ministero e dal Ministero dell'economia e delle finanze provvedono al controllo della regolarità amministrativa e contabile, ovviamente anche con riferimento ai contributi versati dalle famiglie, fermo restando le competenze in materia di vigilanza degli Uffici scolastici regionali, come definite dal decreto del Presidente della Repubblica n. 17 del 2009. In caso di irregolarità, tra le quali rientrano le indebite sollecitazioni nei confronti dei genitori, i predetti organi ed uffici provvedono agli adempimenti di competenza.