CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 maggio 2011
475.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
Pag. 149

ALLEGATO 1

5-04075 Bratti: sulla posizione del Governo italiano rispetto agli obiettivi posti dall'Accordo di Cancun.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione parlamentare n. 5-04075 presentata dall'onorevole Bratti ed altri, concernente i programmi e gli impegni di cui alla Conferenza delle parti di Cancun sui cambiamenti climatici, desidero precisare anzitutto che l'accordo di Cancun si configura come il quadro di riferimento sulla base del quale proseguire il negoziato per la definizione dell'accordo per la regolamentazione delle emissioni di gas ad effetto serra per il periodo post-2012. In tal senso, i suoi contenuti riguardano le modalità per il proseguimento dei lavori e non si configurano ancora come impegni concreti a cui dare attuazione.
Infatti, l'accordo ha sostanzialmente posto le basi per la costruzione del quadro di riferimento «istituzionale» per il governo del clima, mentre si è ancora lontani dal raggiungimento di un consenso generale sugli impegni di contenimento delle emissioni di gas serra dei maggiori emettitori, Paesi industrializzati e non, e sulla natura vincolante degli stessi. Inoltre, anche la realizzazione del quadro di riferimento «istituzionale» richiederà ancora un notevole impegno da parte di tutti gli attori coinvolti. Basti pensare al «Fondo verde per il clima» o al «Meccanismo tecnologico», istituiti «sulla carta», ma ancora completamente da delineare nella loro struttura e nelle loro funzioni e che, pertanto, non potranno essere pienamente operativi prima del medio termine.
In questo senso, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si sta adoperando per contribuire nel miglior modo alla definizione di questi aspetti nel minore tempo possibile. A tale riguardo si segnala che l'Italia è presente nel Transitional Committee (Comitato istituito a livello internazionale con il compito di definire la struttura e le funzioni del «Fondo verde per il clima») con un rappresentante del Ministero dell'economia e finanze al quale la Direzione Generale per lo sviluppo sostenibile, il clima e l'energia del Ministero dell'ambiente fornisce un supporto tecnico costante.
In sintesi, in questa fase, la priorità del Ministero dell'ambiente è fare in modo che i negoziati procedano speditamente sulla base degli indirizzi politici contenuti nell'accordo di Cancùn, avendo in mente, come obiettivo ultimo, il raggiungimento di un accordo legalmente vincolante che regolamenti le emissioni di gas serra di tutti i maggiori emettitori, ritenendo che il modo più efficace di affrontare la sfida dei cambiamenti climatici sia quella di giungere ad un accordo unico. Tuttavia, qualora ciò non fosse possibile, si potrebbe valutare la possibilità di giungere a due strumenti, purché confrontabili, sia in termini di entità degli impegni di riduzione richiesti a coloro che li sottoscriveranno, sia in termini di natura legale.
Le iniziative per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra sono in atto da numerosi anni, come dimostrano gli indicatori di efficienza energetica e intensità di carbonio rispetto ai quali il nostro Paese si colloca tra le migliori posizioni. La delibera del CIPE 123/2002, approvata immediatamente dopo la ratifica del Protocollo di Kyoto, si configura come il quadro di riferimento per l'attuazione delle azioni di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ed in

Pag. 150

tale contesto sono state portate avanti le azioni coerentemente con le competenze delle varie Amministrazioni.
In considerazione dell'approssimarsi della conclusione del primo periodo di impegno di Kyoto (dicembre 2012), il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha predisposto la «Relazione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi internazionali assunti dall'Italia in sede europea ed internazionale e sui relativi indirizzi» conformemente a quanto richiesto dall'articolo 2, comma 9, della legge n. 39 del 7 aprile 2011. Il ministero ha anche avviato l'aggiornamento della strategia nazionale per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, al fine di verificare la situazione emissiva del Paese rispetto all'obiettivo di Kyoto ed individuare eventuali esigenze di acquisto di crediti di emissione di CO2 al fine di assicurare il rispetto di tale obiettivo.
Contestualmente, il Ministero ha avviato le procedure per dare attuazione ai provvedimenti di propria competenza, contenuti nel pacchetto clima-energia (revisione della direttiva emissions trading e decisione effort sharing).
Non mancano le iniziative per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, in quanto le tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio, oltre ad assicurare una minore vulnerabilità del Paese, dovuta alle importazioni di combustibili fossili, rappresentano la frontiera tecnologica con le migliori prospettive in termini di crescita economica e miglioramento sociale.
Infatti, mentre alcune tecnologie, quali idroelettrico ed eolico, viaggiano già verso la competitività con le fonti convenzionali, altre tecnologie, quali il solare, al crescere degli investimenti, stanno registrando notevoli diminuzioni del costo del kWh prodotto e nel medio-lungo termine aumenteranno le economie per minori costi sostenuti dal Paese: meno combustibili importati, minori spese per ripristino ambientale e minori spese sanitarie associate all'inquinamento da combustibili fossili, con l'aggiunta di una minore assoggettabilità agli oneri di sistema dovuti alle politiche di riduzione dei gas serra.
Riguardo le misure di adattamento ai cambiamenti climatici, considerato che le vulnerabilità del nostro Paese: siccità, erosione costiera, dissesto idrogeologico, desertificazione, ecc., costituiscono problemi strutturali per il nostro Paese, l'Italia ha sviluppato strategie settoriali e legislazione ad hoc per farvi fronte ben prima che fosse pubblicato il Libro Bianco da parte della Commissione Europea. Per tale ragione, i prossimi passi per rafforzare le azioni in materia di adattamento si concentreranno, in primo luogo, sugli interventi necessari per rafforzare e indirizzare tali azioni nelle politiche settoriali e territoriali. In tale esercizio si terranno in considerazione anche le indicazioni che emergeranno dal Comitato consultivo sugli impatti e adattamento e relativi gruppi di lavoro, costituiti nell'ambito della Commissione Europea a seguito dell'adozione del Libro Bianco.
Riguardo alle risorse impegnate per il 2011 per il contrasto ai cambiamenti climatici (mitigazione ed adattamento) in progetti internazionali, si rappresenta che, in occasione del Consiglio Europeo di dicembre 2009, i Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea si sono impegnati a supportare attività di mitigazione e adattamento nei Paesi in via di sviluppo, nei periodo 2010-2012, con 2,4 miliardi di Euro all'anno per il periodo 2010-2012, pari a 7,2 miliardi di Euro nel triennio (cosiddetto impegno fast start). Tale impegno è stato riconfermato dell'Accordo di Copenaghen. In tale contesto l'Italia si è impegnata a contribuire con 200 milioni di euro/anno (600 milioni di euro per il periodo 2010-2012). Per l'anno 2010 l'Italia ha mobilitato circa 211 milioni di euro e per l'anno 2011 si prevede di mobilitare 203 milioni di euro. Nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'ambiente, gli stanziamenti relativi all'esercizio finanziario 2010 e 2011, sono stato oggetto di riduzione di spesa nel corso delle intervenute manovre di finanza

Pag. 151

pubblica. Ne deriva che il Ministero dell'ambiente, ha contribuito, nel 2010, con 50 milioni di euro e prevede di poter contribuire, nel 2011, con 28 milioni di euro, viste le riduzioni determinate dall'applicazione dell'articolo 6 del decreto-legge 65/89 e dall'articolo 60, comma 15, del decreto legge 112/2008.
In ordine ai progetti internazionali ad oggi realizzati, anche in collaborazione con partner privati, eseguiti sotto l'egida degli accordi internazionali per contrastare i cambiamenti climatici, dei 211 milioni di euro mobilitati per l'anno 2010, il 78 per cento circa sono stati oggetto di collaborazione bilaterale, mentre il restante 21 per cento di collaborazione multilaterale.
In termini di settori di azione, è stata portata avanti una bilanciata ripartizione tra interventi di mitigazione e adattamento e consistenti risorse sono state dedicate anche alla lotta alla deforestazione nei Paesi in via di Sviluppo. Dal punto di vista geografico sono stati finanziati progetti in paesi che hanno assunto un ruolo di primo piano sulla scena internazionale, come la Cina, ma anche il bacino del Mediterraneo, l'Iraq, i Balcani, senza dimenticare le piccole isole del Pacifico, particolarmente vulnerabili per quanto riguarda gli effetti dei cambiamenti climatici già in atto.
Per completezza di trattazione, è a disposizione degli interroganti una lista dei più significativi programmi/progetti finanziati dal Ministero dell'Ambiente nell'anno 2010.

Annesso - Iniziative per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica

Le tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio rappresentano la frontiera tecnologica con le migliori prospettive in termini di crescita economica e miglioramento sociale. Anche nell'attuale momento di crisi economica e finanziaria, molti Paesi nel mondo e l'Unione europea hanno puntato sulle tecnologie energetiche pulite come leva per la ripresa.
Al crescere degli investimenti i costi delle tecnologie energetiche pulite, quali le fonti rinnovabili, diminuiscono per grandi volumi di produzione ed economie di scala, minori rischi tecnologici e nuovi prodotti sempre più competitivi in termini di mercato. Mentre alcune tecnologie quali idroelettrico ed eolico viaggiano già verso la competitività con le fonti convenzionali, altre tecnologie, quali il solare, stanno registrando notevoli diminuzioni del costo del kWh prodotto.
Nel medio-lungo termine aumentano le economie per minori costi sostenuti dai Paese: meno combustibili importati, minori spese per ripristino ambientale e minori spese sanitarie associate all'inquinamento da combustibili fossili. A questo si aggiunge una minore assoggettabilità agli oneri di sistema dovuti alle politiche di riduzione dei gas serra.
Inoltre, le fonti rinnovabili assicurano una minore vulnerabilità del Paese dovuta alle importazioni di combustibili fossili.
L'Italia promuove le tecnologie energetiche a basso contenuto di carbonio sia internamente che all'estero, accompagnando le proprie aziende a produrre tecnologie in Italia e ad esportarle nei mercati emergenti.
Gli obiettivi italiani risultano i seguenti:
ridurre le emissioni serra del 20 per cento entro il 2020 (rispetto all'anno base 1990);
portare la quota delle energie rinnovabili sul totale dei consumi energetici lordi finali ai 17 per cento entro il 2020;
un quota di copertura dei consumi nei settore trasporti mediante energie da fonti rinnovabili pari al 10 per cento.
ridurre le emissioni non emission trading del 13 per cento entro il 2020 (rispetto al 2005).

Il 27 luglio 2010 il Governo italiano ha inviato alla Commissione Europea il Piano di azione nazionale sulle fonti rinnovabili (PAN) che delinea le priorità e le linee di indirizzo delle politiche energetiche italiane fino al 2020. La strategia parte dal presupposto che il futuro appartiene alle

Pag. 152

fonti energetiche rinnovabili e al miglioramento dell'efficienza energetica.
Il PAN si basa su due obiettivi generali di pari importanza:
aumentare le produzioni da fonti rinnovabili in tutti i settori (elettrico, calore e trasporti). Al 2020 occorrerà all'incirca triplicare i consumi di energia da fonti rinnovabili rispetto al 2005.
ricorrere ad uno straordinario impegno per l'incremento dell'efficienza energetica e la riduzione dei consumi di energia. In pratica, al 2020 occorrerà stabilizzare i consumi finali ai valori attuali, quindi circa 133 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.

Secondo quanto stabilito dalla direttiva 2009/28/CE, nel 2020 l'Italia dovrà coprire il 17 per cento dei consumi finali di energia mediante fonti rinnovabili. Prendendo a riferimento uno scenario energetico efficiente, che tiene cioè conto di ulteriori misure nel settore dell'efficienza energetica rispetto a quelle già in atto, i consumi finali lordi del nostro Paese nel 2020 potrebbero mantenersi entro un valore di 133,0 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), il che significa che nel 2020 il consumo finale di energie rinnovabili dovrà attestarsi a circa 22-23 Mtep.
L'obiettivo complessivo del 17 per cento al 2020 si traduce nei seguenti obiettivi settoriali:
elettricità, 26 per cento di fonte rinnovabile sul consumo finale lordo specifico;
riscaldamento-raffrescamento, 17 per cento di fonte rinnovabile sul consumo finale lordo specifico;
trasporti, 10 per cento di fonte rinnovabile sul consumo finale lordo specifico.

Gli obiettivi sopraindicati si trasformano in obiettivi specifici sulle produzioni energetiche per ciascuna fonte rinnovabile.

Misure nazionali.

Al perseguimento di questi obiettivi concorrono:
la terza edizione del «Conto energia» per il fotovoltaico (decreto ministeriale del 6 agosto 2010), che fissa l'obiettivo al 2020 a 8.000 MW di capacità installata;
le linee guida per l'autorizzazione unica degli impianti alimentati con fonti rinnovabili, che finalmente renderanno uniformi su tutto il territorio nazionale le procedure relative alla cosiddetta autorizzazione unica per la realizzazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nonché le semplificazioni delle procedure di autorizzazione;
il provvedimento di recepimento della Direttiva 2009/28/CE (ancora in itinere) attraverso il quale si vuole disegnare un nuovo sistema di incentivazione le cui novità principali sono:
1. nel settore elettrico, l'eliminazione sistema dei certificati verdi, con un transitorio finalizzato all'annullamento progressivo della quota d'obbligo, e della tariffa onnicomprensiva, e l'introduzione di un sistema di feed-in tariff per gli impianti a biomassa e centrali ibride e per i piccoli impianti a fonti rinnovabili (inferiori a 5 MW di potenza nominale). Per gli impianti di potenza superiore a 5 MW sono previste aste a ribasso per l'assegnazione dell'incentivo sempre basato sul meccanismo del feed-in tariff;
2. misure e gli interventi di incremento dell'efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili incentivati:
a) mediante contributi a valere sulle tariffe del gas naturale per gli interventi di piccole dimensioni;
b) mediante il rilascio dei certificati bianchi per gli interventi che non ricadono fra quelli di cui alla lettera a);

Pag. 153

3. valorizzare il contributo alla riduzione delle emissioni climalteranti dei biocarburanti prodotti in luoghi vicini a quelli di consumo finale;
4. nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, si introduce l'obbligo a produrre una quota minima di energia termica ed elettrica da fonte rinnovabile;
5. promuovere il biometano immesso nella rete del gas naturale secondo una delle differenti modalità dipendenti dalla destinazione dello stesso (es. generazione stazionaria di energia o per trazione):
6. stimolare i distributori di energia elettrica ad effettuare interventi di ammodernamento delle reti elettriche secondo i concetti di smart grid. Gli interventi consistono prioritariamente in sistemi per il controllo, la regolazione e la gestione dei carichi e delle unità di produzione, ivi inclusi i sistemi di ricarica di auto elettriche.

In questo quadro in forte divenire, il Ministero dell'Ambiente gestisce principalmente tre strumenti che riteniamo daranno una spinta decisiva sia alla diffusione di fonti rinnovabili che all'incremento dell'efficienza e del risparmio energetico:
a) Fondo rotativo del Protocollo di Kyoto (600 milioni di euro), erogabili in forma di credito agevolato, a basso tasso di interesse o di cofinanziamento, con investimenti complessivi non inferiori a 2,5 miliardi di euro dedicati alla realizzazione di impianti energetici puliti ed efficienti distribuiti sul territorio;
b) Programma Operativo Interregionale «Energie rinnovabili e risparmio energetico» 2007-2013 per il quale sono disponibili 534 milioni di euro a supporto di interventi di efficienza energetica (i primi bandi sono già stati emanati nel 2010);
c) Ricerca e sviluppo in ambito nazionale ed europeo per le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio e di produzione di biocarburanti e bioliquidi di seconda generazione (da matrice ligno-ceilulosica).

Fra i bandi volti a incentivare l'utilizzazione di fonti di energie rinnovabili, si ricorda in particolare: il bando adottato dal Ministero per finanziare la realizzazione di interventi per l'efficientamento energetico degli edifici di proprietà dei comuni fino a 15.000 abitanti, compresi i borghi antichi e di pregio, e le loro forme associative, delle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; il bando diretto all'efficientamento energetico degli edifici delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere presenti in Campania, Puglia e Sicilia; il bando bike sharing e fonti rinnovabili, che cofinanzia investimenti volti alla riduzione delle emissioni; il bando per il finanziamento di progetti di ricerca finalizzati ad interventi di efficienza energetica e utilizzo delle fonti di energie rinnovabili in aree urbane e il bando Il sole a scuola, finalizzato alla realizzazione di impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici.

Cooperazione internazionale.

L'Italia punta da subito sull'area Euro-Mediterranea dove si stanno già promuovendo iniziative rilevanti sulle fonti rinnovabili, che coinvolgono l'Europa, l'Africa, i Balcani e il Medio Oriente: l'iniziativa politica del Piano Solare per il Mediterraneo e quella privata DESERTEC. Tali iniziative stanno dando impulso ad opere infrastrutturali, quali le interconnessioni elettriche, che vedono l'Italia giocare un ruolo strategico di «ponte» infrastrutturale tra Nord e Sud del Mediterraneo.
La Direttiva Europea, che dà agli stati Membri la possibilità di rispettare gli impegni sulle fonti rinnovabili anche attraverso l'importazione di elettricità generata dalle stesse fonti nei paesi terzi, e gli incentivi da predisporre in ambito nazionale rappresentano gli strumenti cruciali per la definizione del ruolo predominante dell'Italia nel Mediterraneo. In tale contesto

Pag. 154

l'Italia lavora da tempo sulle interconnessioni sottomarine Italia-Tunisia e Italia-Montenegro.
Sempre nel bacino del Mediterraneo l'Italia è particolarmente attiva nel settore della tecnologia del solare termico. In Tunisia, il progetto di meccanismo finanziario PROSOL, realizzato con la partecipazione dell'UNEP/DTIE, ha permesso di installare decine di migliaia di impianti solari termici nel solo settore residenziale in pochi anni. Il successo di tale progetto ha spinto alla sua replicabilità in altri Paesi del Mediterraneo e dei Balcani. Inoltre, nell'ambito delle nuove tecnologie solari, si sta promuovendo il solar cooling quale tecnologia chiave per far fronte alla crescente domanda di «freddo» per il comfort e, soprattutto, per la conservazione alimentare.
Aldilà del Mediterraneo Il Ministero dell'ambiente è anche molto attivo nella cooperazione sulle tecnologie energetiche a basso contenuto di carbonio con le principali economie emergenti, principalmente la Cina. A questo proposito è interessante notare che le recenti valutazioni sulle relazioni tra la forte crescita dell'economia tedesca e l'espansione dell'industria ambientale della Germania in Cina corrispondono alla nostra esperienza,: il cofinanziamento della cooperazione bilaterale in campo ambientale con la Cina da parte del Ministero, pari a 180 milioni di euro negli ultimi dieci anni, ha mosso investimenti per oltre 1.240 milioni - a favore della promozione di tecnologie e imprese italiane «sostenibili» nei settori dell'energia, dei trasporti, dell'edilizia, dell'agricoltura, dei sistemi di monitoraggio.

Stato dello sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia.

Il dato incoraggiante è che in Italia si registra un costante aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. In particolare, la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili sui consumi finali di energia ha raggiunto nel 2008 il valore di circa il 6,8 per cento. Per il 2010, si stima che sarà possibile raggiungere l'8 per cento, registrando quindi un andamento crescente rispetto alla quota del 2005, che era pari circa al 5 per cento, e in linea tendenziale quindi con l'obiettivo del 17 per cento al 2020.
Passi importanti sono stati fatti negli ultimi anni nel settore elettrico. Nel 2008 - il dato più recente disponibile - la capacità installata relativa a impianti alimentati da fonti rinnovabili è cresciuta del 7 per cento rispetto al 2007 e quasi del 12 per cento rispetto al 2006.
In particolare, tale evoluzione positiva riguarda principalmente l'eolico e il fotovoltaico. A fine 2009, erano in esercizio impianti eolici per una potenza di quasi 5.000 megawatt, ossia triplicata rispetto al 2005. Nel settore del fotovoltaico, è stato raggiunto e superato l'obiettivo dei 1.200 megawatt di potenza incentivati con il cosiddetto «Conto energia» del decreto ministeriale del 19 febbraio 2007 (secondo Conto energia). Il 2008 e il 2009 sono stati anni determinanti in tal senso, con circa 64.000 nuovi impianti realizzati. Il 2010 sta confermando tale andamento positivo. Sono stati infatti realizzati oltre 30.000 nuovi impianti e attualmente la potenza installata ammonta a 1.600 megawatt, risultato importante se si tiene conto che prima del 2005, cioè precedentemente all'entrata in vigore del primo conto energia, l'apporto del fotovoltaico alle produzioni elettriche nazionali era del tutto trascurabile. Una grande porzione di fonti rinnovabili da fotovoltaico è stata presentata al GSE con il raggiungimento entro i primi mesi del 2011 di una quota in potenza installata di circa 7000 Mw.
Sul lato calore, cioè riscaldamento e raffrescamento, si stima che le fonti rinnovabili al 2010 possano rappresentare circa il 6,5 per cento dei consumi finali di energia. Al 2005, questa quota era inferiore al 3 per cento. Tale risultato si deve principalmente a due meccanismi che

Pag. 155

hanno sostenuto le tecnologie del solare termico, del geotermico e delle caldaie a biomassa, ossia i cosiddetti «Certificati bianchi» o titoli di efficienza energetica e le detrazioni fiscali del 55 per cento; queste ultime per interventi di piccola entità, ma altamente diffusi sul territorio.
Ai fini dell'obiettivo complessivo del 17 per cento al 2020, proprio nei settori del calore e dei trasporti, occorrerà compiere gli sforzi maggiori. Si tratta di passare rispettivamente dal 2,8 per cento e 0,9 per cento del 2005 a 17 per cento e 10 per cento nel 2020.

Pag. 156

ALLEGATO 2

5-03974 Braga: sul livello di concentrazione di fibre d'amianto nell'atmosfera.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione n. 5-03974 presentata dall'onorevole Braga, concernente gli avvenimenti legati alla demolizione della vecchia Tinto-Stamperia Ticosa di Como, sulla base di quanto comunicato dal Ministero della giustizia, dalla Prefettura e dalla Provincia di Como, dall'ARPA Lombardia, dal Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente Treviso e dal Comune di Como, si rappresenta quanto segue.
La vicenda evidenziata nell'interrogazione trae origine dall'alienazione dell'ex area industriale «Ticosa», di proprietà del Comune di Como, attraverso una procedura ad evidenza pubblica deliberata dal Consiglio comunale nell'anno 2005. In data 10 luglio 2006 la commissione giudicatrice individuava la società olandese Multi Development Corporation B.V. quale vincitrice della suddetta gara ed il successivo 3 agosto veniva sottoscritto tra le parti un contratto preliminare avente ad oggetto la vendita dell'area che conferiva, tra l'altro, al promissario acquirente, mandato con rappresentanza per la presentazione di un Programma integrato di intervento secondo quanto previsto dagli articoli 87 e seguenti della legge regionale n. 12 del 2005.
In particolare, all'articolo 7, rubricato «garanzie della vendita», veniva convenuto che: «Le parti si danno reciprocamente atto che le eventuali opere di bonifica riguardanti l'area in oggetto verranno realizzate a spese del promittente venditore ed a cura del promissario acquirente, in conformità al progetto predisposto dallo stesso promittente venditore successivamente all'aggiudicazione», mentre al successivo articolo 9 veniva stabilito, tra gli obblighi del promissario acquirente, quello di: «farsi carico delle demolizioni dei manufatti esistenti sull'area in oggetto e risultanti dal progetto di trasformazione, assumendo a proprio carico ogni eventuale rischio e/o danno derivante dall'esecuzione delle suddette demolizioni nei confronti del Promittente venditore e/o di terzi».
Successivamente, il Comune di Como commissionava alla «Environ Italy S.r.l.» uno studio preventivo finalizzato al rilevamento dell'eventuale presenza di amianto negli elementi costruttivi.
I risultati delle indagini effettuate rilevavano la presenza di materiali contenente amianto negli immobili dell'area dell'ex «Ticosa», e, quindi, la necessità della rimozione di alcune tubazioni e lastre di cemento prima della demolizione dell'intero stabile, la cui esecuzione veniva affidata, nel dicembre del 2006, dalla «Multy Veste Italy 3 S.r.l.», società italiana appartenente al gruppo della predetta Multi Development Corporation B.V., alla 1 Emme S.p.A. Tale operazione ha avuto termine il 25 gennaio 2007.
La demolizione veniva affidata dalla Multi Investment B.V., alla quale spettava l'onere di detti lavori in ragione degli obblighi contrattuali assunti nei riguardi del Comune di Como, alla Società Perego Strade Srl e le relative opere ebbero inizio il 27 gennaio 2007. Risulta, inoltre, che la Perego Strade abbia affidato in sub appalto alla ditta Binda Roberto i lavori di riduzione volumetrica degli inerti risultanti dalla avvenuta demolizione, che iniziavano in data 29 marzo 2007.

Pag. 157

Nel successivo mese di aprile L'ARPA di Como rilevava, per il tramite di centraline fisse dislocate sul territorio comunale, in prossimità dell'area in questione, un'anomala concentrazione di fibre di amianto nell'aria. A seguito di specifiche analisi sul materiale prelevato nel cantiere risultava la presenza di amianto nella varietà «crisotilo». Nei giorni seguenti, l'ARPA di Como ha eseguito ulteriori rilevamenti con il risultato di una sensibile diminuzione delle fibre d'amianto nell'aria.
A seguito di tali analisi, in data 21 maggio 2007, l'ARPA comunicava che i detriti dovevano configurarsi come rifiuto speciale per la presenza negli stessi di amianto e il 29 giugno 2007, nell'ambito di delega di indagine conferita dalla Procura della Repubblica di Como, il cantiere veniva sequestrato da personale del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Como. Una volta appurata la presenza di amianto del tipo «crisotilo» nei detriti, il Comune disponeva, in termini prudenziali, la copertura con teli di circa 4.000 metri cubi di macerie prodotte dalla demolizione delle preesistenti strutture industriali dismesse ed il loro successivo avvio a smaltimento in siti specializzati.
Per quanto concerne le vicende giudiziarie che hanno coinvolto le società incaricate nelle operazioni di demolizione e smaltimento dei detriti, si informa che nei confronti dei titolari della ditta Perego Strade Srl nel luglio 2010 è stata emessa un'ordinanza di misura cautelare per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso ed altro nell'ambito del procedimento penale n. 43733/2006 RGNR a carico di oltre 300 soggetti. Tale procedimento è sorto al termine di una vasta e complessa indagine coordinata con la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e, a seguito dell'emissione del decreto di giudizio immediato da parte del Gip, risulta attualmente in fase dibattimentale con udienza fissata per l'11 maggio 2011.
La Procura di Como, inoltre, ha riferito che Binda Roberto, titolare dell'omonima impresa individuale incaricata della triturazione dei rifiuti dell'area ex Ticosa, è stato rinviato a giudizio dalla predetta magistratura inquirente per il reato di cui all'articolo 256, comma 4, del decreto legislativo n. 152 del 2006. Con sentenza dell'8 aprile 2011, il Tribunale di Como ha assolto il Binda per non aver commesso il fatto ed ha ordinato la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti eventuali responsabilità penali a carico dei preposti della società Environ Italy Srl.
Da ultimo si riferisce che l'amministrazione comunale di Como ha precisato che mai nessun rapporto contrattuale è direttamente intervenuto tra la Società Perego Strade Srl ed il Comune, né tra quest'ultimo e la ditta Binda Roberto.

Pag. 158

ALLEGATO 3

Decreto-legge 34/11 Disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni alla Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo (C. 4307 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO

La VIII Commissione,
esaminato il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, C. 4307 Governo, approvato dal Senato, recante disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni alla Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
a)
valutino le Commissioni di merito l'opportunità di prevedere che gli interventi di cui all'articolo 2, comma 6, del provvedimento d'urgenza in esame, ricadenti all'esterno del perimetro delle aree archeologiche interessate, siano realizzati d'intesa con la Regione;
b) valutino le Commissioni di merito l'opportunità di inserire, per finalità di coordinamento, una modifica all'articolo 25, comma 1, del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, nel senso di sostituire il riferimento alla lettera i) dell'articolo 2 con la lettera e) dell'articolo 2 del medesimo decreto, che reca la nuova definizione di Deposito nazionale.

Pag. 159

ALLEGATO 4

Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale (Ulteriore nuovo testo C. 1952 Guido Dussin).

EMENDAMENTI E ARTICOLI AGGIUNTIVI

ART. 1.

Sostituirlo con il seguente:

Art. 1.
(Sistema «edilizia sostenibile di qualità»).

1. È istituito un sistema unico per la qualità dell'edilizia, denominato «edilizia sostenibile di qualità», allo scopo di armonizzare, in conformità al Titolo V della parte seconda della Costituzione, le disposizioni nazionali, regionali e degli enti locali relative ai parametri di riferimento per la valutazione dei requisiti delle costruzioni per assicurarne la sostenibilità ambientale, il contenimento energetico e il benessere fisico e psichico dei fruitori.

Conseguentemente, ovunque ricorrano nel testo della proposta di legge, eliminare le parole: residenziale e sostituire le parole: casa qualità con le parole: edilizia sostenibile di qualità.
1. 1. Dionisi, Libè, Mondello.

Al comma 1, dopo le parole: contenimento energetico aggiungere le parole: e idrico,.
1. 2. Piffari.

Alla fine del comma 1 sono soppresse le parole: e il benessere fisico e psichico dei fruitori.
1. 3. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Al comma 2, dopo le parole: Resta fermo, aggiungere le parole:, anche ai fini dell'ottenimento della certificazione di cui alla presente legge,.
1. 4. Piffari.

ART. 2.

Al comma 2 dopo le parole: si applica inserire le seguenti: su proposta di colui che richiede il titolo abilitativo edilizio.
2. 1. Stradella.

Al comma 2, lettera b), dopo le parole: risanamento conservativo, inserire le seguenti: purché riguardanti l'intero immobile.
2. 2. Piffari.

Al comma 2, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:
b-bis) gli immobili realizzati in difformità con la normativa urbanistica ed edilizia vigente; con le prescrizioni del piano regolatore generale; in zona non compatibile con la destinazione urbanistica. Sono comunque esclusi dall'applicazione della presente legge, gli immobili abusivi, seppure sanati, e quelli realizzati in aree a rischio sismico o idrogeologico.
2. 3. Piffari.

Pag. 160

Al comma 2, sopprimere la lettera c).
2. 4. Piffari.

Al comma 4, abolire le parole: al fine di accedere alle agevolazioni previste dall'articolo 9.
2. 5. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

ART. 3.

Al comma 1 dopo le parole: decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 inserire le seguenti: sentite le commissioni parlamentari competenti.
3. 1. Dionisi, Libè, Mondello.
(Approvato)

ART. 4.

Al comma 1 sopprimere la lettera b) soddisfacimento delle esigenze fisiche e psichiche dei fruitori.
4. 1. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Al comma 1 il punto b) è sostituito con le seguenti parole: soddisfacimento dei requisiti di sicurezza strutturale delle costruzioni in funzione antisismica.
4. 2.Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. Le certificazioni sono classificate in categorie in ordine decrescente, in relazione al loro grado di soddisfacimento dei requisiti di cui al presente comma, con particolare riferimento alle lettere a) e b), del comma 1. Le misure delle agevolazioni di cui all'articolo 9, dovranno tenere conto prioritariamente degli immobili a cui è stata assegnata una categoria più elevata.
4. 3. Piffari.

ART. 6.

Sopprimerlo.
6. 1. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Al comma 1 sopprimere il punto b).
6. 2. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Al comma 1 sopprimere il punto f).
6. 3. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. Con riferimento al risparmio di risorse idriche, di cui al precedente comma 1, lettera t), va valutato l'utilizzo sostenibile dell'acqua e quindi il risparmio e l'uso differenziato dell'acqua potabile e non potabile, soprattutto in ambito domestico, attraverso - tra l'altro - il ricircolo per usi non potabili delle «acque grigie» e il loro conseguente reimpiego.
6. 4. Piffari.

ART. 7.

Al comma 1, aggiungere in fine le seguenti parole: nonché da materiali che producano un inquinamento ridotto o nullo durante l'intero processo di produzione.
7. 1. Piffari.

Pag. 161

Al comma 1, aggiungere in fine il seguente periodo: Detta certificazione è tenuta a cura del proprietario dell'immobile.
7. 2. Piffari.

ART. 8.

Al comma 2, le parole: e le province autonome di Trento e di Bolzano sono soppresse.
8. 10. Froner.
(Approvato)

Al comma 2, ultimo periodo, sostituire le parole: devono corrispondere con le seguenti: corrispondono.
8. 11.Braga, Mariani, Benamati, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.
(Approvato)

Al comma 3 aggiungere dopo la parola: esterno le seguenti: presso enti bilaterali del settore edile tra le associazioni di categoria dei datori di lavoro e dei lavoratori firmatari dei contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente rappresentative a livello nazionale o.
8. 1. Stradella.
(Approvato)

Al comma 3 dopo le parole: la scuola di specializzazione dell'ISPRA inserire le seguenti: e gli enti bilaterali del settore edile tra le associazioni di categoria dei datori di lavoro e dei lavoratori firmatari dei contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente rappresentative a livello nazionale.
8. 2. Braga, Mariani, Benamati, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Al comma 3, dopo le parole: scuola di specializzazione dell'ISPRA aggiungere le seguenti: e dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA.
8. 3. Guido Dussin, Lanzarin, Togni.
(Approvato)

Dopo il comma 5, aggiungere il seguente:
5-bis. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da emanarsi entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità di revoca della certificazione del sistema «casa qualità» qualora interventi successivi sull'immobile, abbiano comportato il venir meno dei requisiti in virtù dei quali l'immobile suddetto ha potuto precedentemente beneficiare della relativa certificazione. In caso di revoca, decadono immediatamente gli incentivi e le agevolazioni qualora beneficiati ai sensi della presente legge.
8. 4. Piffari.
(Approvato)

ART. 9.

Sopprimere il comma 1.
9. 1. Dionisi, Libè, Mondello.

Sopprimere al comma 1, le parole da: A tal fine fino alle seguenti: casa qualità.
9. 2. Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco.

Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole da: sono destinati fino alla fine del comma con le seguenti: sono incrementati del 10 per cento per le dichiarazioni di inizio attività relative a progetti di

Pag. 162

ristrutturazione e, o riqualificazione energetica che consentano, a seguito dell'intervento, di conseguire la certificazione «casa-qualità».
9. 3. Braga, Mariani, Benamati, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole da: alle quali è stata fino alla fine del comma con le seguenti: che intendono aderire al sistema «casa qualità».
9. 4. Braga, Mariani, Benamati, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Al comma 3 sostituire le parole: attribuiscono priorità con le seguenti: assegnano incentivi premiali.
9. 5. Braga, Mariani, Benamati, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.
(Approvato)

Al comma 4, premettere le seguenti parole: Fermo restando l'applicazione di quanto previsto dal decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115.
9. 6. Stradella.
(Approvato)

Al comma 4, sostituire le parole: 20 per cento con le seguenti: 30 per cento.
9. 7. Guido Dussin, Lanzarin, Togni.
(Approvato)

Al comma 4, sopprimere il seguente periodo: I comuni possono escludere dall'applicazione del presente comma gli edifici ubicati in zone produttive.
9. 8. Stradella.
(Approvato)

Al comma 6 sostituire le parole: ai limiti minimo e massimo stabiliti con le altre: anche derogando al limite minimo stabilito.
9. 9. Braga, Mariani, Benamati, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.
(Approvato)

Ai commi 7 e 8, le parole: e le province autonome di Trento e di Bolzano sono soppresse.
9. 10. Froner.
(Approvato)

ART. 10.

Sostituirlo con il seguente:

Art. 10.
(Norma transitoria).

1. Le disposizioni della presente legge si applicano secondo le seguenti scadenze temporali:
a) trascorsi 12 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel caso di edifici di nuova costruzione;
b) dopo 18 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nel caso di ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l'involucro di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati, nonché nel caso di demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistenti di superficie utile superiore a 1000 metri quadrati;
c) dopo 24 mesi dall'entrata in vigore della presente legge, nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti di superficie

Pag. 163

utile inferiore a 1000 metri quadrati, nonché nel caso di demolizione e ricostruzione in manutenzione straordinaria di edifici esistenti di superficie utile inferiore a 1000 metri quadrati;
d) una applicazione integrale, ma limitata al solo ampliamento dell'edificio nel caso che lo stesso ampliamento risulti volumetricamente superiore al 20 percento dell'intero edificio esistente, a partire dal diciottesimo mese dall'entrata in vigore della presente legge.
10. 1. Dionisi, Libè, Mondello.

Sostituire, ovunque ricorrano, le parole: della presente legge con le seguenti: delle linee guida di cui all'articolo 3.
10. 2. Braga, Mariani, Benamati, Bocci, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola.

Sostituire il comma 1 con il seguente:
Le disposizioni della presente legge si applicano alle unità immobiliari per le quali la domanda del permesso di costruire o della denuncia di inizio attività è stata presentata decorsi 180 giorni dalla data di entrata in vigore delle linee guida di cui all'articolo 3, comma 1, della presente legge o sia in corso di istruttoria decorsi 180 giorni dalla data di entrata in vigore delle linee guida di cui all'articolo 3, comma 1, della presente legge.
10. 3. Stradella.

Sostituire il comma 1 con il seguente:
Le disposizioni della presente legge si applicano alle unità immobiliari per le quali la domanda del permesso di costruire o della denuncia di inizio attività è stata presentata decorsi novanta giorni dalla data di entrata in vigore delle linee guida di cui all'articolo 3, comma 1, della presente legge.

Conseguentemente, al medesimo articolo, comma 2, sostituire le parole: alla data dell'entrata in vigore della presente legge con le seguenti: decorsi novanta giorni dalla data di entrata in vigore delle linee guida di cui all'articolo 3, comma 1, della presente legge.
10.3. (nuova formulazione) Stradella.
(Approvato)

Al comma 1, dopo il primo periodo, aggiungere il seguente:
Le disposizioni della presente legge si possono applicare anche alle unità immobiliari in corso di costruzione per le quali sia stato rilasciato titolo abilitativo prima della data di entrata in vigore della presente legge se rispondenti ai requisiti minimi stabiliti alle linee guida di cui all'articolo 3.
10. 4. Stradella.
(Approvato)

Al comma 2, sostituire le parole: i cui bandi di gara siano stati pubblicati con la seguente: approvati.
10. 5. Guido Dussin, Lanzarin, Togni.
(Approvato)

ART. 11.

L'articolo 11 è sostituito dal seguente:

Art. 11.
(Disposizioni finali).

1. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano provvedono alle finalità della presente legge secondo quanto previsto dai rispettivi statuti speciali e dalle relative norme di attuazione.
11. 1. Froner.
(Approvato)