CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 febbraio 2011
436.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-02918 Siragusa: Sulle richieste di attivazione di tempo pieno in Sicilia per le prime elementari dell'anno scolastico 2010-2011.

TESTO DELLA RISPOSTA

Riguardo alla questione, rappresentata dall'onorevole interrogante, dell'incremento complessivo delle classi a tempo pieno registrato a livello nazionale, si conferma il contenuto del comunicato stampa del 16 maggio 2010.
Si conferma quindi che, per il secondo anno consecutivo, grazie all'introduzione del maestro unico prevalente e all'abolizione delle compresenze, aumenta il numero degli alunni che possono usufruire del previsto quadro orario che, come ribadito nella circolare ministeriale n. 37 del 13 aprile 2010 sulle dotazioni organiche per l'anno scolastico 2010-2011, è di 40 ore settimanali per classe, comprensive del tempo dedicato alla mensa, l'assegnazione di due docenti per classe e l'obbligo dei rientri settimanali.
Nella stessa circolare è evidenziato, tra l'altro, che le quattro ore residuate rispetto alle 40 settimanali per classe (44 ore di docenza a fronte delle 40 di lezioni e di attività), comunque disponibili nell'organico di istituto, possono essere utilizzate prioritariamente per l'ampliamento del tempo pieno sulla base delle richieste delle famiglie e, in subordine, per la realizzazione di altre attività volte a potenziare l'offerta formativa (compreso il tempo mensa per le classi che attualmente praticano i rientri pomeridiani).
È anche opportuno ricordare che, in base alle vigenti disposizioni, le dotazioni organiche complessive sono definite annualmente a livello nazionale, e ripartite poi a livello regionale, sulla base di vari elementi quali l'entità e la composizione della popolazione scolastica, il grado di densità demografica delle varie realtà territoriali, le caratteristiche geomorfologiche dei territori interessati, l'articolazione dell'offerta formativa, la distribuzione degli alunni nelle classi e nei plessi sulla base del rapporto medio previsto dalle norme ed anche sulla base delle caratteristiche dell'edilizia scolastica.
L'applicazione di questi criteri spiega come sia possibile che, a fronte del rilevato aumento complessivo del tempo pieno a livello nazionale, possano aversi risultati non omogenei tra le varie realtà territoriali.
Inoltre, concluse le operazioni relative alla determinazione dell'organico di diritto, in sede di adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto, in presenza di situazioni particolari, non si è mancato di intervenire, compatibilmente con le disponibilità di organico.
Preme precisare, infatti, che il tempo pieno può essere assegnato se la disponibilità di organico lo consente ed a condizione, inoltre, che sussistano le necessarie strutture idonee (ad iniziare dalla presenza della mensa) per il suo funzionamento. Comunque, nel tempo non è stato mai possibile soddisfare integralmente le richieste delle famiglie che sono, da sempre, superiori alle effettive disponibilità di organico.
Dai dati in possesso, risulta che, rispetto all'andamento degli ultimi dieci anni in cui l'incremento del tempo pieno si è attestato annualmente, a livello nazionale, intorno allo 0,5 per cento, negli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011 l'aumento è stato vicino al 2 per cento.
Per ciò che concerne specificamente la Sicilia, alla quale l'onorevole interrogante

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fa espresso riferimento, si evidenzia che, come comunicato dalla competente direzione scolastica regionale, a differenza delle regioni del nord, la popolazione scolastica in quella regione è in diminuzione. Ciò ha inciso sulla determinazione delle dotazioni organiche regionali, con conseguente effetto sulle possibilità di soddisfare integralmente le richieste di tempo pieno.
Comunque, per venire incontro alle ulteriori richieste di tempo pieno, compatibilmente con la complessiva dotazione organica disponibile, la stessa Direzione scolastica regionale ha inizialmente assegnato, per compensazione da altri ordini di scuola, ulteriori 127 posti alla scuola primaria determinando un incremento di 23 classi a tempo pieno. Successivamente, in sede di adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto, è stato possibile attivare ulteriori 42 classi prime a tempo pieno, grazie all'utilizzazione di docenti soprannumerari di scuola primaria.

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ALLEGATO 2

5-03457 Gatti: Finanziamento dei lavori di manutenzione della Certosa di Calci, conosciuta come «Certosa di Pisa».

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione degli onorevoli Gatti e Fontanelli volta a conoscere lo stato di conservazione del complesso monumentale della Certosa di Calci a Pisa ed in particolare se il Ministero intende finanziare i lavori di manutenzione per la salvaguardia della Certosa stessa.
Va premesso che il complesso costituisce l'oggetto di studi approfonditi da parte dei tecnici della competente Soprintendenza. La Certosa di Calci, nei pressi di Pisa, è infatti un monumento notevole per architettura e decorazione. Fondata secondo la regola di San Bruno nel 1366, nel secolo della maggiore espansione europea dell'Ordine che vide la nascita di ben 105 certose, ha i caratteri della Certosa ideale; comprende una casa bassa nella quale risiedevano i conversi che attendevano ai lavori agricoli e una casa alta con un chiostro sul quale si aprono le celle dove i monaci vivevano in preghiera. Un alto muro isola il cenobio dal resto del mondo includendo gli spazi naturali dei giardini e architettonici abitativi, in un evocativo connubio di natura e artificio, quale richiamo alla spiritualità dell'ordine.
L'ampliamento progressivo della Certosa continuò fino alla fine del XVIII secolo ed iniziò il suo declino progressivo dopo che Napoleone decretò la soppressione dei monasteri e dei conventi.
Nel 1969, il Capitolo Generale dell'Ordine deliberò la partenza degli ultimi tre monaci della Certosa di Calci che, nel 1973, lasciarono allo stato italiano la disponibilità dell'immobile che è ad oggi assegnato a questo Ministero e all'Università.
Attualmente la Certosa, oltre ad essere Museo Nazionale, ospita il Museo di Storia Naturale, laboratori afferenti a vari dipartimenti dell'Università di Pisa, e molti ambienti di rilevante valore monumentale, ancora adibiti a magazzini e depositi.
L'attuale Museo Statale non dispone di spazi sufficienti ad ospitare le funzioni vitali per la valorizzazione culturale della Certosa, ma soprattutto non vede inserite nel percorso di visita porzioni ampiamente significative per la percezione della vita monastica e contemplativa e delle originarie destinazioni e funzioni. Si è pertanto resa necessaria una ulteriore riflessione al fine di ampliare al pubblico la fruibilità, sia pure con modalità diversificate per consentire lo svolgersi delle attività di studio e ricerca attualmente presenti in alcuni ambiti.
Un ulteriore elemento rilevante è il rapporto della Certosa con il paesaggio circostante che penetra all'interno di essa e ne diventa parte integrante.
Diventa quindi vitale un controllo delle azioni possibili sul paesaggio al fine di preservare l'irripetibile suggestione della «Val Graziosa». Tale obiettivo ha visti impegnati la soprintendenza di Pisa, il comune di Calci, la provincia di Pisa e la regione Toscana in un processo di valutazione congiunta di tutti gli atti e gli studi preliminari alla redazione del Piano Strutturale e del relativo Regolamento Urbanistico comunale.
Per pensare a un «modello di gestione» della Certosa, della complessità degli spazi museali al suo interno, dei giardini, degli orti e dei percorsi meditativi esterni, occorre consolidare un processo congiunto

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che veda i due enti gestori uniti nella programmazione dei restauri e delle iniziative di valorizzazione, nella focalizzazione degli obiettivi al fine di individuare tutte le possibilità di azione congiunta.
Ma non basta. È certamente indispensabile una attenta analisi del contesto economico territoriale, come è indispensabile l'attivazione di concrete sinergie con l'amministrazione comunale, la provincia di Pisa e la regione Toscana, al fine di creare il contesto favorevole alla valorizzazione.
Al momento, la frequenza dei visitatori già evidenzia un grande interesse del pubblico per il monumento, nonostante sia ancora poco pubblicizzato e non reperibile su un sito Internet. L'attività didattica del Museo di Storia Naturale interessa le scuole di ogni ordine e grado con percorsi educativi differenziati, mentre la totale assenza di risorse economiche destinate ai percorsi didattici del Museo Statale della Certosa comportano un rallentamento del servizio alle scuole.
All'interno della Certosa sono possibili alcuni itinerari di visita diversificati in ragione dell'interesse dei visitatori: un percorso storico della Certosa monumentale, un percorso storico-artistico per un pubblico interessato ad approfondire il percorso tradizionale, un percorso Spazi, Forme e Funzioni con un itinerario conoscitivo e scientifico mediante l'analisi delle strutture e dei materiali, un percorso Apparati Decorativi alla scoperta degli apparati decorativi plastici e pittorici del complesso, un percorso Giardini e Paesaggio che sottolinea il richiamo alla natura che è una costante della spiritualità certosina.
La nostra soprintendenza ha svolto una eccellente e dettagliato progetto sul complesso di Calci costituito da un programma generale di restauro e da un programma di valorizzazione.
Purtroppo la Certosa di Calci è priva di finanziamenti da quattro anni; le scarse risorse a disposizione del Ministero hanno consentito, da ultimo, soltanto un intervento immediato di somma urgenza per rimozione di stato di pericolo.
Gli interventi ulteriori non sono rientrati nella programmazione ordinaria e la Certosa di Calci non è stata selezionata nell'ambito della programmazione dei lavori da effettuarsi con le risorse del gioco del Lotto.
È al vaglio del Ministero l'ipotesi di inserire il complesso in un accordo quadro così da intraprendere un programma di restauro e valorizzazione che vedrebbe coinvolti Stato, amministrazione comunale di Calci, provincia di Pisa, regione Toscana (che ha già manifestato i proprio interesse) con il considerevole contributo economico della Fondazione Cassa di risparmio di Pisa.

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ALLEGATO 3
5-03965 Zazzera: Mancata valorizzazione del parco archeologico di Siponto a Manfredonia (FG).

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Zazzera volta a conoscere lo stato del Parco archeologico di Siponto ed in particolare la situazione di fatto e le iniziative che il Ministero intende adottare per la sua valorizzazione.
Orbene, l'area dell'antica Siponto, contraddistinta dall'emergenza monumentale più significativa rappresentata dalla chiesa romanica di Santa Maria Maggiore e dagli adiacenti resti della basilica di età paleocristiana e tardoantica, nel corso di anni recenti è stata oggetto di numerosi interventi di valorizzazione, concretizzatisi sia in sistematiche attività di ricerca archeologica, condotte con cadenza annuale, sia da iniziative tendenti a promuovere la diffusione dei risultati conseguiti.
A partire dagli inizi del decennio scorso infatti, la ripresa degli scavi in quell'area, ha visto il coinvolgimento della cattedra di archeologia medievale dell'Università degli studi di Bari, in qualità di concessionario.
In stretta collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, nello scorso mese di luglio, alla presenza del Sindaco di Manfredonia, è stata inaugurata una mostra documentaria, tuttora visitabile presso il Museo archeologico nazionale di quella città, sede di riferimento per le attività di tutela territoriale della piana sipontina.
Per quanto attiene poi la lamentata situazione di scarsa accessibilità alla zona degli scavi, a causa della mancanza di interventi manutentivi, non si può non sottolineare come la loro esecuzione sia strettamente correlata alle disponibilità di risorse finanziarie, non sempre adeguate per assicurare livelli ottimali in ogni periodo dell'anno.
Tuttavia l'azione congiunta della Direzione regionale della Puglia e della locale Soprintendenza archeologica è volta a conseguire l'obiettivo primario dell'attuazione di un programma di tutela integrata di uno dei siti archeologico-monumentali di maggiore rilevanza della Capitanata quale è appunto quello dell'antica Siponto, attraverso una più organica partecipazione e coinvolgimento dell'ente locale in tutte quelle attività di valorizzazione e divulgazione della conoscenza storica di quel sito.