CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 febbraio 2011
436.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Atto n. 320).

PARERE APPROVATO

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (atto n. 320);
visto il parere interlocutorio della Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato, deliberato dall'adunanza del 26 agosto 2010;
preso atto delle modifiche che, secondo quanto risulta dagli atti trasmessi al Parlamento, il Governo intende apportare al testo dello schema di decreto in esame alla luce delle osservazioni espresse dal Consiglio di Stato nel citato parere interlocutorio;
visto il parere definitivo della medesima sezione, deliberato nell'adunanza del 25 novembre 2010;
vista la relazione sull'analisi di impatto della regolamentazione (AIR), trasmessa dalla Presidenza del Consiglio, pervenuta il 20 gennaio 2011;
visto il rilievo formulato dalla Commissione bilancio, tesoro e programmazione nella seduta del 1o febbraio 2011;
considerato che:
tra le modifiche che il Governo intende apportare al testo in esame c'è l'introduzione, all'articolo 2, di un nuovo comma, il quale prevede l'istituzione di tre posti di livello dirigenziale generale, di cui uno presso il segretariato generale, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 7, comma 6, del decreto-legge n. 78 del 2010;
l'articolo 7, comma 1, del predetto decreto-legge ha soppresso, assieme ad altri enti, l'Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA);
il richiamato comma 6 ha previsto che i posti corrispondenti all'incarico di componente dei Collegi dei sindaci, in posizione di fuori ruolo istituzionale, soppressi ai sensi dei commi precedenti del medesimo articolo, sono trasformati in posti di livello dirigenziale generale per le esigenze di consulenza, studio e ricerca del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell'economia e delle finanze, nell'ambito del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato; e che gli incarichi dirigenziali di livello generale conferiti presso i collegi dei sindaci ai sensi dell'articolo 3, comma 7, del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 479, riferiti a posizioni soppresse per effetto dei commi precedenti, cessano dalla data di adozione dei provvedimenti che trasferiscono le risorse strumentali, umane e finanziarie degli enti soppressi e ai dirigenti ai quali non sia riattribuito il medesimo incarico presso il Collegio dei sindaci degli enti riordinati ai sensi del presente articolo è conferito dall'Amministrazione di appartenenza un incarico di livello dirigenziale generale;
l'istituzione dei tre predetti posti di livello dirigenziale generale in attuazione dell'articolo 7, comma 6, del decreto-legge

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n. 78 del 2010, non dovrebbe pertanto configurarsi come aumento permanente della pianta organica del Ministero;
rilevato infine che:
all'articolo 15, comma 2, e all'articolo 16, comma 2, sarebbe opportuno stabilire termini per l'adozione dei provvedimenti ivi previsti,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
come rilevato dalla Commissione bilancio, tesoro e programmazione nella seduta del 1o febbraio 2011, è necessario che la tabella A allegata allo schema di decreto in esame sia formulata nei termini di quella allegata al nuovo testo dello schema medesimo predisposto dal Ministero alla luce del parere interlocutorio del Consiglio di Stato;
e con le seguenti osservazioni:
1) con riferimento al nuovo comma che il Governo ha preannunciato di voler introdurre nell'articolo 2 dello schema di decreto in esame, al fine di istituire tre posti di livello dirigenziale generale, di cui uno presso il segretariato generale, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 7, comma 6, del decreto-legge n. 78 del 2010 per la ricollocazione dei dirigenti già facenti parte del collegio dei sindaci del soppresso IPSEMA, sarebbe opportuno che i tre predetti posti non costituissero aumento permanente della pianta organica del Ministero, essendo destinati alle esigenze di consulenza, studio e ricerca previste dalla normativa sopra richiamata;
2) all'articolo 15, comma 2, e all'articolo 16, comma 2, sarebbe opportuno stabilire termini certi per l'adozione dei provvedimenti ivi previsti (il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ripartisce nei profili professionali i contingenti di personale appartenenti alle aree prima, seconda e terza e il regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione e dell'organismo indipendente di valutazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali).

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ALLEGATO 2

Schema di decreto del Ministro dell'interno concernente l'erogazione di contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno a valere sulle risorse iscritte nello stato di previsione della spesa del medesimo Ministero per l'anno 2010 al capitolo 2309 - piano gestionale 1 (Atto n. 324).

PARERE APPROVATO

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto del Ministro dell'interno concernente l'erogazione di contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno a valere sulle risorse iscritte nello stato di previsione della spesa del medesimo Ministero per l'anno 2010 al capitolo 2309 - piano gestionale 1 (atto n. 324),
esprime,

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 3

Schema di decreto del Ministro dell'interno concernente l'erogazione di contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno a valere sulle risorse iscritte nello stato di previsione della spesa del medesimo Ministero per l'anno 2010 al capitolo 2309 - piano gestionale 2 (Atto n. 325).

PARERE APPROVATO

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto del Ministro dell'interno concernente l'erogazione di contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno a valere sulle risorse iscritte nello stato di previsione della spesa del medesimo Ministero per l'anno 2010 al capitolo 2309 - piano gestionale 2 (Atto n. 325),
esprime,

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 4

Disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni (Nuovo testo C. 54 Realacci).

PARERE APPROVATO

Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,
esaminato il testo della proposta di legge C. 54 Realacci, recante «Disposizioni per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni»,
rilevato che:
il provvedimento è riconducibile prevalentemente all'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, che prevede che lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati comuni, province, città metropolitane e regioni per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale e per rimuovere gli squilibri economici e sociali;
per quanto attiene al riparto di competenza legislativa tra lo Stato e le regioni, il provvedimento è riconducibile alle materie «sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie», che l'articolo 117, secondo comma, lett. e), della Costituzione riserva alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;
le disposizioni di cui agli articoli 7 (Servizi postali e programmazione televisiva pubblica) e 8 (Istituti scolastici) afferiscono, rispettivamente, alle materie dell'ordinamento della comunicazione e dell'istruzione, demandate, ai sensi del terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, alla competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni;
tali disposizioni, nella parte in cui riguardano le regioni e gli enti locali, si limitano ad attribuire a questi ultimi determinate facoltà finalizzate al sostegno dei piccoli comuni;
peraltro, all'articolo 8, comma 1 - che prevede la possibilità per le regioni e gli enti locali di stipulare convenzioni con gli uffici scolastici regionali del Ministero dell'istruzione per finanziare il mantenimento in attività, in deroga alla normativa statale, degli istituti scolastici statali con sede nei comuni piccoli che dovrebbero essere chiusi o accorpati in base alle disposizioni vigenti - appare opportuno precisare che per le convenzioni tra gli enti locali e il Ministero dell'istruzione è necessario il coinvolgimento della regione, in quanto questa è titolare della competenza sul dimensionamento sul territorio della rete scolastica: infatti, secondo la giurisprudenza costituzionale, il dimensionamento sul territorio della rete scolastica, sulla base dei principi stabiliti con legge statale, è ascrivibile alla competenza legislativa delle regioni, trattandosi di disciplinare «situazioni legate a valutazioni coinvolgenti le specifiche realtà territoriali delle regioni» (sentenza n. 200 del 2009);
considerato che:
l'articolo 3, comma 4, prevede che i piccoli comuni possono stipulare con le diocesi cattoliche e con le rappresentanze delle altre confessioni religiose che hanno concluso intese con lo Stato italiano convenzioni per la salvaguardia ed il recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari degli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti e che tali convenzioni possono essere finanziate dal Ministero per i beni e le attività culturali;

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la Corte costituzionale - con le sentenze n. 195 del 1993 e n. 346 del 2002 - ha giudicato costituzionalmente illegittime, per violazione degli articoli 3 e 8, primo comma, della Costituzione, le disposizioni di due leggi regionali che prevedevano benefici in favore delle confessioni religiose per la realizzazione di edifici di culto e di attrezzature destinate a servizi religiosi, nella parte in cui subordinavano l'accesso ai benefici all'esistenza di un'intesa per la regolazione dei rapporti con lo Stato;
secondo le citate sentenze, infatti, un intervento generale ed autonomo dei pubblici poteri che trova la sua ragione e giustificazione - propria della materia urbanistica - nell'esigenza di assicurare uno sviluppo equilibrato ed armonico dei centri abitativi e nella realizzazione dei servizi di interesse pubblico nella loro più ampia accezione, che comprende perciò anche i servizi religiosi, ed ha l'effetto di facilitare le attività di culto, che rappresentano un'estrinsecazione del diritto fondamentale ed inviolabile della libertà religiosa, non può introdurre come elemento di discriminazione fra le confessioni religiose che aspirano ad usufruirne, avendone gli altri requisiti, l'esistenza di un'intesa per la regolazione dei rapporti della confessione con lo Stato;
esprime,

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
1) si valuti l'opportunità di coordinare meglio le disposizioni di cui agli articoli 1, comma 3, e 13, relative alle regioni a statuto speciale e alle province autonome;
2) si valuti l'articolo 3, comma 4 - nella parte in cui limita l'accesso ai benefici ivi previsti alle sole confessioni religiose che hanno concluso intese con lo Stato italiano ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione - alla luce della giurisprudenza della Corte costituzionale riportata nelle premesse;
3) all'articolo 4, comma 2, si valuti l'opportunità di chiarire la natura dei «centri multifunzionali» ivi previsti e di verificare l'incidenza della disposizione sulla organizzazione amministrativa dei comuni;
4) all'articolo 8, comma 1, si valuti l'opportunità di prevedere espressamente il coinvolgimento della regione nelle convenzioni tra gli enti locali e il Ministero dell'istruzione per il finanziamento del mantenimento in attività, in deroga alla normativa statale, degli istituti scolastici statali con sede nei comuni piccoli che dovrebbero essere chiusi o accorpati in base alle disposizioni vigenti;
5) all'articolo 10, comma 3, lett. c), si valuti l'opportunità di chiarire la natura giuridica dei «premi» ivi previsti.

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ALLEGATO 5

5-03471 Velo: Finanziamento del servizio civile nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

Innanzitutto occorre evidenziare che la preoccupazione espressa dall'interrogante riguardo la riduzione degli stanziamenti a favore del Fondo nazionale per il servizio civile è il riflesso della grave situazione economica in cui versa attualmente il Paese. Tale situazione ha determinato una complessiva contrazione della spesa pubblica che ha riguardato tutti i settori e, quindi, inevitabilmente anche il servizio civile nazionale.
Per quanto riguarda la progressiva riduzione degli stanziamenti verificatasi negli ultimi quattro anni, è necessario porre a confronto, da una parte, la gestione del servizio civile attuata dal precedente governo, che ha consentito l'avvio di un maggior numero di volontari pur in presenza di un rilevante indebitamento e, dall'altra, la gestione dell'attuale governo che negli ultimi due anni, a fronte di una innegabile diminuzione delle risorse finanziarie destinate al servizio civile, ha adottato una serie di iniziative finalizzate a reperire ulteriori fondi, volti ad incrementare il contingente dei volontari.
Ebbene è necessario ricordare qualche dato. Sebbene la legge finanziaria per il 2007 abbia previsto a favore del servizio civile uno stanziamento di euro 296.128.000 e quella per il 2008 di euro 266.166.000, su tali somme gravava un indebitamento di circa 90 milioni di euro, accumulato dall'anno 2006 e dovuto al mancato versamento all'INPS, da parte dell'Ufficio nazionale per il servizio civile, dei contributi previdenziali a favore dei volontari. La precedente gestione dell'Ufficio nazionale per il servizio civile, non ha ritenuto, tuttavia, necessario estinguere tale debito nei confronti dell'INPS e, pertanto, anche in considerazione di tale circostanza, negli anni 2007 e 2008 è stato possibile avviare un più elevato numero di volontari rispetto agli anni successivi.
Per quanto riguarda l'anno 2009, devo evidenziare che nonostante la legge finanziaria abbia apportato molteplici tagli alla spesa pubblica e previsto per il servizio civile uno stanziamento di 171 milioni di euro, l'attuale governo si è adoperato al fine di individuare ulteriori risorse che consentissero di avviare un adeguato numero di volontari.
Infatti, per il 2009, nell'ambito del bilancio della Presidenza del Consiglio, sono stati reperiti ulteriori 40 milioni di euro da destinare al servizio civile nazionale.
Inoltre è stato inserito nel decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 una disposizione (articolo 4, comma 2) che ha modificato il regime previdenziale dei volontari, attraverso il passaggio da una contribuzione obbligatoria a carico del Fondo nazionale per il servizio civile ad un regime volontario cosiddetto a «riscatto».
A seguito di tale modifica normativa, che nei fatti ha comportato l'eliminazione dei costi derivanti dalla contribuzione previdenziale per i volontari a carico del citato Fondo, è stata realizzata una sensibile economia di spesa.
A ciò si deve aggiungere un'ulteriore iniziativa, consistente nell'intesa intervenuta con l'INPS, circa la decorrenza del passaggio dal regime di contribuzione figurativa a quella obbligatoria, permettendo il conseguimento di un ulteriore risparmio pari circa 21 milioni di euro.

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Tali iniziative hanno permesso di inserire nei bandi avviati nell'anno 2009 circa 27.000 posti di volontario.
Riguardo invece all'anno 2010, mi preme sottolineare che il governo tramite il sottoscritto si è impegnato affinché le risorse a disposizione del servizio civile stanziate con la legge finanziaria non fossero inferiori a quelle stanziate l'anno precedente (2009): ed infatti anche per il 2010 lo stanziamento è stato di euro 170.261.000.
Occorre considerare, comunque, che a seguito dell'eliminazione degli obblighi contributivi, anche nel 2010 si è potuto realizzare una sensibile economia di spesa, pari a circa 30 milioni di euro, (calcolate sulla base dell'aliquota previdenziale INPS del 25 per cento). Tale risparmio ha permesso di inserire nei bandi per il 2010 circa 19.600 posti di volontario.
Nel 2010 è stata, inoltre, adottata un'ulteriore iniziativa, connessa alla citata pregressa situazione debitoria, riguardante le modalità di pagamento dei contributi dovuti all'INPS. Tale iniziativa si sostanzia in un piano di ammortamento del debito, concordato con l'INPS, che consente di versare ratealmente le somme dovute, anziché liquidarle in un'unica soluzione, disponendo cosi di una maggiore liquidità. Pertanto, nonostante la sfavorevole congiuntura economica, l'azione del governo è riuscita, anche negli anni 2009 e 2010, da un lato, ad arginare la complessa situazione debitoria ereditata, reperendo le risorse necessarie ad estinguere il debito con l'INPS e, dall'altro, a realizzare consistenti economie finalizzate ad aumentare il contingente dei volontari da avviare al servizio.
Il Governo, inoltre, si è attivato, come credo sappia bene l'onorevole interrogante, per potenziare il servizio civile anche attraverso iniziative diverse da quelle connesse al mero reperimento di risorse finanziarie. In tale ambito si pone il disegno di legge di delega per la riforma del servizio civile nazionale (approvato dal Consiglio dei Ministri il 22 gennaio 2010) che, adeguando la vigente normativa in materia di Servizio civile all'evoluzione dell'istituto e all'orientamento espresso dalla Corte Costituzionale, si propone di ottimizzare tale strumento, superando le criticità del sistema emerse nel corso degli anni nonché le difficoltà economiche.
Tale disegno di legge, AS 1995, è assegnato alla 1o Commissione del Senato, in sede referente, dal 17 febbraio 2010, ma non è ancora iniziato l'esame, nonostante ne abbia più volte sollecitato una rapida calendarizzazione.
Alla luce di quanto testé illustrato, appare evidente che l'affermazione dell'interrogante relativa alla diminuzione del contingente dei volontari negli ultimi quattro anni, non tiene conto che negli anni 2007 e 2008 sono state utilizzate, per l'avvio dei volontari, anche le risorse finanziarie da destinare all'INPS, né si tiene conto delle iniziative che ho descritto, adottate dall'attuale governo per far fronte alla riduzione degli stanziamenti previsti dalle leggi finanziarie.
Riguardo ai cosiddetti «nuovi meccanismi che sovrintendono al funzionamento del servizio civile», quali ulteriore causa, a detta dell'interrogante, della costante diminuzione dei volontari è necessario fare qualche considerazione.
Ritengo che con tale affermazione, l'onorevole Velo intenda riferirsi alle modifiche apportate alla disciplina del servizio civile da una serie di provvedimenti - elaborati nella forma di «prontuari» e approvati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2009 - concernenti diversi aspetti del servizio civile stesso: i rapporti tra gli enti e i volontari, le verifiche e i controlli sull'attuazione dei progetti, la rideterminazione dei criteri di ammissione dei progetti di servizio civile.
In particolare credo che l'onorevole Velo faccia riferimento al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 novembre 2009, recante la disciplina della procedura per l'esame e la valutazione dei progetti, che ha sostituito il decreto ministeriale 3 agosto 2006, essendo tale provvedimento l'unico che riguarda la selezione dei progetti e in grado, quindi, di incidere sul numero dei volontari da avviare annualmente.

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Al riguardo ho il dovere di evidenziare che le disposizioni contenute in tale Prontuario sono volte essenzialmente a fornire agli enti gli strumenti per consentire una corretta e coerente redazione dei progetti e a conferire alla fase della valutazione la maggiore trasparenza possibile, in linea con i principi di efficienza e buon andamento che devono caratterizzare ogni pubblica amministrazione.
Credo pertanto che sia abbastanza evidente l'infondatezza dell'affermazione dell'on.le interrogante proprio perché le modifiche che sono state apportate con il citato Prontuario non sono affatto finalizzate a rendere più restrittiva la selezione ma sono volte essenzialmente ad abbreviare i tempi del procedimenti stesso.
Infine appare ancora più doveroso sottolineare che tale provvedimento è stato elaborato nell'ambito di un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti dell'Ufficio Nazionale per il servizio civile, delle Regioni e Province autonome e degli enti di servizio civile, acquisendo i parerei favorevoli della Consulta nazionale degli enti di servizio civile e della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome. In altri termini, il provvedimento è stato il fiotto di un approfondito confronto tra tutti i soggetti operanti nel servizio civile.
In conclusione, l'impegno del governo è sempre stato quello di fissare un benchmark (parametro) al di sotto del quale non scendere. Pertanto, in considerazione del perdurare della grave crisi economica, tutte le azioni del governo in tale settore sono state finalizzate ad avviare comunque un adeguato numero di giovani al servizio civile, tale da garantire sempre al Paese, ai giovani alle comunità locali la ricchezza e le opportunità che offre il servizio civile.
In questa ottica, sono pertanto lieto di comunicare ai membri di questa commissione che il governo è riuscito a mantenere la promessa fatta al Capo dello Stato un anno fa, circa l'impegno di reperire nuove risorse per il servizio civile. Da pochi giorni, mi è stata comunicata la notizia che all'interno della Presidenza del Consiglio sono stati recuperati ulteriori 24 milioni di euro da destinare al servizio civile nazionale. Tale incremento di risorse lo annuncerò domani alla Consulta del servizio civile insieme ad altre iniziative che intendo adottare, volte ad introdurre elementi di flessibilità nell'orario di svolgimento del servizio civile, in adesione - tra l'altro - a quanto da tempo richiesto dai giovani volontari.