CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1° dicembre 2010
409.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Missione a Bruxelles in occasione della Conferenza delle Commissioni competenti in materia di pari opportunità dei Parlamenti dell'Unione europea (21-22 novembre 2010).

RELAZIONE

L'onorevole Paola Pelino ha partecipato, in rappresentanza della Camera dei deputati, su designazione del Presidente della XI Commissione, alla riunione dei Presidenti delle Commissioni competenti in materia di pari opportunità dei Parlamenti dell'Unione europea, che si è svolta a Bruxelles il 21 e 22 novembre 2010, nell'ambito del semestre di presidenza belga dell'Unione.
La riunione ha avuto ad oggetto il tema: La «sottorappresentanza» delle donne nelle posizioni di responsabilità; essa si è articolata in un incontro informale tra le delegazioni dei Parlamenti dell'Unione, nella serata del 21 novembre, e tre sessioni tematiche di lavoro, nella giornata del 22 novembre. Le tre sessioni sono state precedute da un indirizzo di saluto della Presidente della Commissioni consultiva per le pari opportunità tra donne e uomini, Mrs. Nele Lijnen, e da un videomessaggio del Vicepresidente della Commissione europea, Mrs Viviane Reding, e sono state dedicate, rispettivamente, alla definizione del problema della «sottorappresentanza» delle donne nelle posizioni di responsabilità, alle misure strutturali: buone pratiche e prassi legislative (pro e contra) nei differenti Paesi e alle misure di accompagnamento.
Ciascuna sessione di lavoro è stata introdotta da alcune relazioni, volte a fornire un inquadramento generale del tema o a illustrare esperienze significative a livello europeo o nazionale, cui ha fatto seguito un dibattito aperto a tutti i partecipanti. La dichiarazione finale approvata al termine della seconda giornata di lavoro offre una sintesi efficace della discussione svoltasi e delle conclusioni cui le delegazioni sono giunte al termine della riunione. La dichiarazione finale muove dalle seguenti premesse: 1) le donne, nonostante la loro elevata qualificazione, sono ancora largamente sottorappresentate nelle posizioni di responsabilità, come emerge chiaramente dai dati riportati nella Strategia per l'eguaglianza tra donne e uomini 2010-2015 della Commissione europea; 2) ciò nondimeno, esiste un ampio consenso internazionale sulla necessità di avere più donne in posizioni di responsabilità, non solo perché è una questione di diritti umani fondamentali, ma anche perché gli organismi decisionali misti sono più efficienti e adottano una visione più ampia e perché le donne rappresentano la metà del potenziale di una società: questi talenti non possono restare fuori dagli organismi decisionali; 3) le donne incontrano ancora oggi numerosi ostacoli nel raggiungimento delle posizioni di responsabilità; la conciliazione tra famiglia e lavoro costituisce ancora un ostacolo per molte donne; diverse misure «family-friendly» possono facilitare la transizione delle donne verso posizioni di responsabilità; ancora sussistono pregiudizi e stereotipi nei confronti delle donne dirigenti; le donne ancora non ricevono il rispetto e la fiducia che meritano; 4) un lungo cammino

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è già stato compiuto verso l'uguaglianza tra donne e uomini e in questo cammino alcune misure di policy, come le «quote» obbligatorie introdotte sia nella legislazione elettorale sia nella disciplina della dirigenza di società pubbliche e private, hanno giocato un ruolo decisivo in vari Paesi dell'Unione.
Sulla base di tali premesse, la dichiarazione finale statuisce che:
a) la rappresentanza delle donne nei processi decisionali deve essere promossa con decisione; a tal fine, occorre sviluppare una strategia globale, che vada dalla raccolta di informazioni e dati su indicatori nazionale ed europei e dalle campagne di sensibilizzazione, all'adozione di azioni «positive» in tutti i settori; movendo dai progressi compiuti nell'ambito dei processi di decisione politica, bisognerà concentrare l'attenzione su una maggiore partecipazione delle donne ai processi decisionali in ambito socio-economico;
b) Governo e società pubbliche assolvono un'importante funzione di esempio per la società: quote obbligatorie per legge o «quote obiettivo» nelle società pubbliche sono perciò necessarie per assicurare una rappresentanza equilibrata di donne e uomini negli organi di governo societario;
c) servono misure incisive per promuovere una rappresentanza equilibrata di donne e uomini nelle società quotate, a partire dalle politiche adottate da diversi Stati membri, che vanno dalla sensibilizzazione a misure di sostegno e incentivazione, «quote obiettivo» e quote obbligatorie;
d) il sostegno dell'imprenditoria femminile dovrebbe diventare una priorità a livello sia nazionale sia europeo;
e) una maggiore rappresentanza femminile dovrebbe diventare oggetto della contrattazione a tutti i livelli, sia per le organizzazione datoriali sia per i sindacati;
f) andrebbe perseguito in via prioritaria il superamento del gap retributivo tra uomini e donne;
g) servono misure di sostegno per rafforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro, quali misure per aiutare le donne a pianificare la carriera, per produrre un cambiamento di mentalità e per rendere possibile la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro;
h) è necessario condurre ricerche ulteriori, di carattere scientifico e statistico, sulle questioni di genere nella vita economica e sociale.

Le delegazioni partecipanti si sono, infine, impegnate: ad adoperarsi affinché le raccomandazioni adottate siano inserite nell'agenda politica del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali; a sostenere l'implementazione di tali raccomandazioni da parte del Consiglio europeo, della Commissione europea e degli esecutivi nazionali e regionali; a sviluppare il confronto con le parti sociali su tali raccomandazioni nell'ambito dell'Unione; a favorire lo scambio di best practices tra Stati membri.
L'onorevole Pelino, intervenendo in sede di dibattito nell'ambito della prima sessione di lavoro - dedicata, come detto, alla Definizione del problema della «sottorappresentanza» delle donne nelle posizioni di responsabilità -, si è soffermata, in particolare, sugli aspetti connessi alla presenza femminile nel mondo del lavoro, sottolineando la necessità di affiancare alla pur importantissima azione di sensibilizzazione sul piano culturale, l'adozione di misure normative vincolanti, ivi compresa la fissazione, eventualmente in via transitoria, di «quote» riservate alle donne nelle posizioni di responsabilità. L'onorevole Pelino ha, quindi, ricordato l'impegno del Parlamento e del Governo italiano sui problemi oggetto dell'incontro, con particolare riguardo alle iniziative assunte in materia di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro e di inasprimento delle pene per il reato di violenza sessuale, nonché all'approvazione di norme penali per l'introduzione del reato di stalking nell'ordinamento italiano.
Nel complesso, si può affermare che la riunione abbia consentito uno scambio di

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informazioni serio e abbastanza approfondito tra le delegazioni dei Parlamenti dell'Unione sulle politiche adottate nei singoli Paesi al fine di favorire l'accesso delle donne alle posizioni di responsabilità e sugli ostacoli, di ordine sia socio-economico sia giuridico, che si frappongono all'attuazione di tali politiche. In particolare, come emerge anche dalla dichiarazione finale, si è registrato un consenso ampio sull'opportunità di introdurre nelle legislazioni nazionali misure «positive», ivi comprese le «quote», al fine di infrangere il cosiddetto «tetto di cristallo» che impedisce l'assunzione da parte delle donne di posizioni apicali in ambito politico, economico e sociale.