CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 novembre 2010
400.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-01334 Viola: Crediti delle aziende del Patto territoriale della Venezia orientale.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, concernente la situazione del Patto Territoriale della Venezia Orientale, si precisa quanto segue.
Il Patto in questione ha effettivamente vissuto delle vicende amministrative complesse, a causa del mancato pieno raccordo con le amministrazioni locali interessate a vario titolo nella sua gestione.
Ci si riferisce, in particolare, al ruolo svolto da funzionari e consulenti del Comune di Fossalta di Piave, Amministrazione individuata come Soggetto Responsabile del Patto della Venezia Orientale.
Tali soggetti, infatti, pur avendo trasmesso gli atti istruttori al Ministero, non hanno provveduto ad effettuare le più volte richieste correzioni ai provvedimenti di concessione in via definitiva, contenenti diversi errori formali, correzioni necessarie per giungere alla fase conclusiva dell'iter agevolativo e all'erogazione del 10 per cento del saldo di contributo.
Si è, più in generale, determinata un'incertezza sull'impegno dello stesso soggetto responsabile del Patto, in base a non chiare vicende locali di cui il Ministero ha avuto notizia nell'ottobre 2009, solo per le vie brevi e per il tramite di soggetti terzi (Confindustria).
Pertanto, al fine di portare a termine l'iter burocratico si è svolta, in data 15 febbraio 2010, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, una riunione con tutti i soggetti interessati, nel corso della quale, tra l'altro, la Provincia di Venezia si è dichiarata disponibile a subentrare o a supportare il Comune di Fossalta di Piave nella funzione di soggetto responsabile del Patto.
A seguito di tale riunione, peraltro, il Ministero ha ricevuto dal Comune di Fossalta di Piave, via posta elettronica, l'elenco delle imprese beneficiarie delle quote a saldo, ai fini delle formalità di controllo spettanti al Ministero.
Per ciò che riguarda i lamentati disservizi imputati al Ministero, si fa presente che, l'inconveniente citato nell'interrogazione in ordine allo smarrimento di una pratica, comunque in breve tempo risolto, è stato dovuto alla non immediata reperibilità del relativo fascicolo a seguito del trasloco di sede, nel mese di giugno 2008, dell'Ufficio competente della Direzione Generale per l'Incentivazione delle Attività Imprenditoriali.
Per quanto riguarda, gli accertamenti delle spese sostenute a consuntivo dalle imprese ricadenti nel Patto, risulta che solo per un'impresa deve ancora essere nominata l'apposita Commissione ministeriale di accertamento.
In conclusione, per quanto permangano ancora taluni aspetti di criticità nel raccordo tra le Amministrazioni locali (evidenziatesi da ultimo in una riunione con tutti i rappresentanti dei Soggetti Responsabili dei Patti, tenutasi il 5 ottobre 2010 presso il Ministero), si può affermare che i disguidi amministrativi siano in via di risoluzione e che il Ministero è fortemente impegnato per la più celere conclusione delle verifiche prescritte e per la conseguente liquidazione dei saldi spettanti.

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ALLEGATO 2

5-02526 Gentiloni Silveri: Continuità produttiva del centro di ricerca e progettazione della Nokia Siemens Network di Cinisello Balsamo.

TESTO DELLA RISPOSTA

Riguardo alle richieste degli Onorevoli interroganti, si riscontra quanto segue.
In data 6 novembre 2009 e 15 dicembre 2009, si sono svolti due incontri presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza dell'allora Vice-Ministro On. Paolo Romani, riguardanti la situazione dello stabilimento Nokia Siemens di Cinisello Balsamo.
A conclusione dei due incontri di confronto, si è concretizzata la cessione di un ramo della Nokia Siemens alla Value Team, nel maggio 2010, con il trasferimento di tutti i dipendenti (184).
Value Team è un Gruppo che conta 3.100 dipendenti, con sede a Milano ed uffici in 12 Paesi (tra cui America Latina, India e Cina).
I servizi offerti sono sostanzialmente «management consulting» e «ITR consulting», e il 60 per cento dell'offerta è costituita da «system integration» ed «embedded system».
Attraverso questa operazione si è voluto rafforzare il background dell'azienda, quello cioè di continuare ad integrare l'offerta di Value Team per il ciclo di ingegneria di sistema per la progettazione e l'assistenza delle reti e di creare nuove piattaforme e prodotti abilitanti per «broad band» fissa e mobile, con l'integrazione di reti per piattaforme.
L'obiettivo dell'acquisizione è stato quello di far diventare il Gruppo un polo di eccellenza italiano della tecnologia di rete.
Il Ministero del Lavoro ha di fatto confermato lo «stato di salute» dell'Azienda in questione, sottolineando che, al momento attuale, «non risulta pervenuta alcuna domanda di CIGS relativa alla Nokia Siemens Network (NSN) per l'unità produttiva ubicata a Cinisello Balsamo, (MI)».
Il Ministero dello Sviluppo Economico continuerà a seguire in modo attento l'evoluzione di questa vicenda, rendendosi disponibile fin da ora ad attivarsi, su richiesta delle parti, al fine di affrontare tempestivamente ogni nuova problematica dovesse emergere, con l'obiettivo di individuare un percorso che consenta di superare l'attuale momento di crisi, affinché questa importante realtà produttiva possa continuare ad operare nel territorio della provincia di Milano.

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ALLEGATO 3

5-03072 Bobba: Destinazione d'uso dell'area Leri Cavour di proprietà della società agricola Trino.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione all'atto di sindacato ispettivo presentato dalla S.V. On., concernente l'Area della Società Agricola Trino ed in seguito a quanto comunicato dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell'interno, si fa presente quanto segue.
In riferimento al possibile insediamento di una centrale nucleare in un'area di oltre 160 ettari sita nel Comune di Trino Vercellese, si evidenzia che il decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, riguardante «la Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative e campagne informative al pubblico», contiene le disposizioni in ordine alla procedura per l'identificazione dei criteri per la localizzazione degli impianti nucleari.
Detti criteri riguardano una serie di parametri di riferimento relativi a caratteristiche ambientali e tecniche cui dovranno rispondere le aree idonee alla localizzazione, in coerenza con i livelli di sicurezza necessari a tutelare la salute della popolazione e l'ambiente.
Tali parametri, proposti dall'Agenzia per la sicurezza nucleare, di cui all'articolo 29 della legge 99 del 2009 sulle Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, e formulati sulla base di dati tecnico scientifici predisposti da enti pubblici di ricerca (ISPRA, ENEA, Università, eccetera), saranno successivamente approvati dal Governo a seguito di una consultazione pubblica ed istituzionale che coinvolgerà le Regioni e degli enti locali, nonché i soggetti portatori di interessi qualificati.
Pertanto, il suddetto decreto legislativo n. 31 del 2010 non definisce le caratteristiche delle aree idonee (dalle quali emergerebbe l'attitudine del Comune di Trino), ma i criteri in base ai quali tali caratteristiche dovranno essere definite.
Si evidenzia, inoltre, la previsione, contenuta nell'articolo 9, comma 1 della nuova disciplina, secondo la quale i parametri saranno soggetti alle procedure di valutazione ambientale strategica, ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modificazioni, nonché al rispetto del principio di giustificazione di cui alla Direttiva 96/29/EURATOM del Consiglio dell'Unione Europea del 13 maggio 1996.
Solo dopo il completamento di tale procedura potrà avvenire l'individuazione del sito, peraltro ad iniziativa e sulla base di specifica istanza degli operatori.
Relativamente alla realizzazione dell'impianto fotovoltaico si fa presente che alla data del 2 luglio 2010, al competente ufficio «Settore Pianificazione» della provincia di Vercelli, non è stata presentata alcuna formale richiesta di autorizzazione per la realizzazione, nel comune di Trino, di un impianto fotovoltaico, né ai sensi del decreto legislativo n. 387 del 2003 (Energia da fonti rinnovabili) né ai sensi della legge regionale 40 del 1998 (Valutazione di Impatto Ambientale).

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I Servizi di Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) ed Energia sono stati informati solo verbalmente, da parte dei tecnici incaricati di redigere il progetto, dell'intenzione di progettare un campo fotovoltaico nell'area del comune di Trino Vercellese.
Inoltre, in un'apposita relazione al Commissario straordinario della provincia di Vercelli, il segretario generale della stessa provincia ha segnalato che la società avrebbe presentato a breve la richiesta di autorizzazione alla realizzazione dell'impianto.
Infatti, con successiva nota del 19 luglio 2010 la provincia di Vercelli ha comunicato che in data 12 luglio 2010 la società Agatos Green Power Trino, con sede in Milano, ha presentato istanza inerente la fase di verifica della procedura compatibilità ambientale, di cui all'articolo 10, della legge regionale n. 40 del 1998, relativamente al progetto di realizzazione di campi fotovoltaico da 74,76336 MWp di potenza nel comune di Trino (VC) in località Leri - Cavour.

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ALLEGATO 4

5-03403 Bellanova: Continuità produttiva dello stabilimento British American Tobacco di Lecce.

5-03652 Bellanova: Continuità produttiva dello stabilimento British American Tobacco di Lecce.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Governo è attento alle istanze che riguardano il settore del tabacco, come dimostrano le misure agro-ambientali dei Programmi di Sviluppo Rurale, per le quali l'Italia aspetta, a breve, delle risposte definitive che possano dare, in prospettiva, un futuro certo a tanti produttori e lavoratori interessati.
La congiuntura economica, l'aumento dei costi di produzione, la difficile situazione finanziaria delle imprese e le incertezze sulla Riforma della Politica Agricola Comune, hanno avuto forti ripercussioni sugli agricoltori, tanto da ipotizzare una riduzione delle superfici coltivate, che danneggerebbe l'intera filiera del tabacco (con oltre 60 mila addetti) e i sistemi agricoli delle Regioni, dove è concentrata la produzione di tabacco.
In Italia, la coltivazione del tabacco è concentrata per il 94 per cento, in Campania, Umbria e Veneto, e per il restante 6 per cento, soprattutto in Toscana e nel Lazio.
Nell'ambito degli scambi internazionali, le esportazioni italiane di tabacco greggio occupano un posto di primo piano: l'Italia è il primo Paese produttore ed esportatore europeo, il sesto esportatore mondiale per valore e il decimo produttore per volumi.
Si segnala che, il 1o ottobre scorso, si è svolta, presso il Ministero dell'Agricoltura, una riunione del tavolo della filiera del tabacco ove i principali temi affrontati, sono stati gli accordi con le manifatture, i costi di produzione, le misure agro-ambientali per la coltivazione del tabacco e le Linee guida dell'Organismo Mondiale della Sanità per l'uso degli ingredienti nei tabacchi lavorati.
In particolare, proprio sul versante degli accordi con le manifatture, il citato Ministero aveva già effettuato, prima della pausa estiva, una serie d'incontri con le manifatture operanti in Italia, finalizzati a verificare le condizioni per il rinnovo degli accordi bilaterali, idonei a sostenere il percorso strategico di approvvigionamento e di riqualificazione che dovrà affrontare l'intera filiera.
Nello specifico della questione sollevata dagli interroganti e relativa all'annunciata decisione della BAT di abbandonare lo stabilimento di Lecce, si rileva quanto segue.
La British American Tobacco Italia Spa è nata nell'anno 2004, anche a seguito del processo di privatizzazione dell'ETI Spa.
L'Azienda ha comunicato che, alla luce della concentrazione dei volumi e del conseguente eccesso di capacità produttiva degli stabilimenti operanti all'interno dell'Unione Europea, ha avviato una revisione interna, tesa a valutare l'efficienza del proprio assetto produttivo. In tale contesto è emerso che i costi complessivi dello Stabilimento di Lecce sono significativamente superiori alla media di quelli di altri siti produttivi UE.
Il tavolo di confronto, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è riunito, per la prima volta, lo scorso 20 ottobre.

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In tale occasione l'Azienda ha confermato la decisione di cessare l'attività nel sito di Lecce. Il MiSE, di conseguenza, ha espresso la propria contrarietà alla decisione presa, considerando prioritario il mantenimento delle produzioni BAT nel sito di Lecce.
Nei giorni 5 e 12 novembre 2010, si sono avute nuove riunioni al MiSE che hanno visto la partecipazione di tutte le parti coinvolte dalla problematica in questione.
Il rappresentante della struttura Crisi d'Impresa del citato Ministero ha preliminarmente ricordato come sia stato incaricato, nel corso della vertenza, di attivare due iniziative.
La prima era stata quella, di contattare il management europeo della British American Tobacco.
Di conseguenza è stata inviata una lettera dai vertici del Ministero dello Sviluppo Economico, al Direttore Regionale Western Europe della BAT in cui si chiedevano le ragioni riguardanti la decisione della chiusura del sito di Lecce e si evidenziavano le preoccupazioni del Governo per il plant produttivo.
La risposta dell'Azienda, ha ricalcato le motivazioni alla base della decisione di chiusura già espresse dai dirigenti italiani ed ha evidenziato l'impossibilità di modificare le stesse.
La seconda iniziativa affidata al MiSE, ha riguardato l'acquisizione d'informazioni sulle imprese che British American Tobacco ha proposto per il sito di Lecce, come investitori sostitutivi.
Ci sono state due occasioni d'incontro, la prima con ciascun imprenditore singolarmente e la seconda con tutte e tre le aziende interessate.
Si tratta di aziende che hanno una solidità industriale e finanziaria ed hanno piani di sviluppo motivati sia dalla necessità di espansione, per soddisfare ordini crescenti, sia dalla necessità di diversificare la produzione ed anche di acquisire nuova capacità produttiva.
La Società «KORUS» ha due siti produttivi in Italia e opera anche negli Stati Uniti. Il rappresentante di Korus è amministratore unico di un'azienda che produce infissi ed ha sede a Sabaudia.
L'obiettivo di acquisire parte del sito e di occupare i relativi lavoratori, sarebbe dettato dalla volontà di cogliere le opportunità di un mercato in continua evoluzione, sia attraverso la creazione di una rete di vendita per il Centro Sud (al Nord esiste già) sia, aumentando la capacità produttiva.
Le organizzazioni sindacali pur apprezzando il Piano, hanno però chiesto delle precisazioni e sollevato alcune obiezioni.
La Società «Jacobucci HF» è leader di mercato nel suo comparto e ha necessità di allargare il proprio business.
Si tratta d'impresa attiva nel settore dei componenti di arredo per aeromobili. La stessa opera sul mercato internazionale e vanta fra i propri clienti tutti i maggiori costruttori di velivoli e le maggiori compagnie aeree. Ha necessità di espandere la propria capacità produttiva e, in questo quadro, è interessata a insediarsi a Lecce considerato uno dei più importanti poli aeronautici italiani.
Il progetto prevede l'assorbimento di 150 lavoratori da inserire dopo un adeguato piano di formazione e di acquisizione delle necessarie certificazioni.
La Società «Call Gest» è una società di Call Center che opera principalmente nel settore dell'energia e ha necessità di espandersi, in quanto sta portando avanti un piano di sviluppo con uno dei suoi principali clienti.
Gli impegni delle tre aziende soddisfano le esigenze occupazionali dei lavoratori della manifattura di Lecce. Una questione alla quale tutte le Società sono sembrate molto sensibili, è la tempistica di attivazione dei loro piani.
Le organizzazioni sindacali nell'evidenziare la propria delusione per la conferma della decisione di chiusura del sito da parte della BAT, hanno sottolineato che è essenziale che ognuno sappia prendersi le necessarie responsabilità affinché si possano garantire le prospettive produttive e occupazionali per tutti i lavoratori coinvolti nel sito.

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Le organizzazioni sindacali hanno, inoltre, espresso dei dubbi circa l'attività del Call Center.
Lo stabilimento di Lecce è frutto di una privatizzazione e circa 60 dipendenti (ex-AAMS), di cui 40 pensionabili nel prossimo triennio, rischiano di trovarsi senza la copertura degli ammortizzatori sociali durante il periodo d'insediamento dei nuovi imprenditori. Le OO. SS. hanno, quindi, chiesto al Governo di adoperarsi per la riapertura dei termini per la reimmissione nella PA dei lavoratori (ex articolo 4 comma 4 del DLgs 283/1998).
Il tavolo sarà riconvocato nelle prossime settimane e in tale sede verranno anche fatte ulteriori e puntuali verifiche.
Il Governo, unitamente al Ministero dello Sviluppo Economico, alla Provincia e al Comune di Lecce, si è impegnato, e continuerà a impegnarsi, su questa vertenza chiedendo la collaborazione di tutte le parti coinvolte, al fine di garantire prospettive produttive e occupazionali ponendo rimedio, in tal modo, al disimpegno della multinazionale britannica sul territorio leccese.

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ALLEGATO 5

5-03599 Contento: Problematiche connesse all'utilizzo del legno da riciclo negli impianti per la biomassa.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione n. 5-03599 presentata dall'On. Contento, dove, nel sottolineare come le grandi quantità di sottoprodotti generati dall'industria del legno, tipicamente destinati alla produzione di pannelli truciolati, oggi vengano impiegati nella produzione di energia elettrica, portando ad una rarefazione della materia prima e ad un conseguente rialzo dei prezzi dei pannelli, pone in evidenza il rischio che una tale pratica possa mettere in crisi tutto il settore dell'industria del legno-arredamento italiano, si rappresenta quanto segue.
Ai fini del raggiungimento degli obiettivi della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, la biomassa ricopre un ruolo importante come energia primaria in tutti i tre settori considerati dalla direttiva stessa: il riscaldamento e raffreddamento, l'elettricità e i trasporti.
La strategia nazionale in materia di biomassa è, quindi, un elemento determinante per pianificare il ruolo e le interazioni d'uso tra usi finali dell'energia, nonché, le interazioni con altri settori non energetici. Per tale motivo, occorre valutare il potenziale interno al paese e la possibilità di sfruttare maggiori risorse di biomassa interne e importate, nonché analizzare l'impatto e l'interazione con altri settori non energetici, come l'industria alimentare e dei mangimi, l'industria della carta e della pasta per carta, l'industria delle costruzioni, il settore del mobile e altro.
Premesso ciò, la strategia che viene a delinearsi si basa essenzialmente:
nel promuovere idonee colture energetiche che non hanno una destinazione d'uso compatibile con altri settori industriali;
nel favorire la diffusione di impianti di piccola taglia e l'autoconsumo laddove si produce biomassa residuale
nello stabilire priorità di destinazione a scopi diversi da quello energetico, che rispondono a criteri di uso razionale della risorsa.

In tal modo, si diminuiscono gli impatti negativi sullo sviluppo dell'imprenditoria locale e, viceversa, si concede un'opportunità ai settori produttivi interessati attraverso l'auto-produzione di energia. A breve la Direttiva Europea dovrà essere recepita e la Legge Comunitaria 2009, che delega il governo al recepimento, prevede anche la necessità di provvedere ad un riassetto degli incentivi in termini di efficienza ed efficacia. Questo sarà un primo importante momento per affrontare alcune delle principali questioni inerenti l'uso efficiente della biomasse.
In particolare, le valutazioni sulla regolamentazione delle tipologie di biomasse impiegabili sono già state inserite nel Piano di azione nazionale predisposto dal Ministero dello sviluppo economico in attuazione della direttiva 2009/28/CE sulle fonti rinnovabili e inviato alla Commissione

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Europea nel luglio 2010. In particolare, nel capitolo recante: «Regimi di sostegno finalizzati a promuovere l'uso delle fonti di energia rinnovabili nella produzione di elettricità», si fa riferimento all'introduzione di priorità di destinazione delle biomasse a scopi diversi da quello energetico, stabilendo di destinare le sole biomasse rifiuto a scopi elettrici, preferibilmente in assetto cogenerativo e, comunque, in subordine alla produzione di calore o all'impiego nei trasporti, avendo cura di non penalizzare una destinazione energetica rispetto alle altre possibili.