CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 novembre 2010
400.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-03239 De Pasquale: Sull'eventuale modifica o soppressione dell'Ente nazionale assistenza magistrale (ENAM).

TESTO DELLA RISPOSTA

Nell'atto in discussione, pubblicato nel resoconto della Camera del 14 luglio scorso, l'Onorevole interrogante espone alcune considerazioni che mirerebbero ad evitare la soppressione dell'Ente nazionale di assistenza magistrale (ENAM).
Faccio al riguardo presente che la soppressione dell'ENAM è stata prevista nell'ambito del maxiemendamento, interamente sostitutivo dell'articolo unico del decreto-legge del 31 maggio 2010, n. 78, recante «Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica», sul quale il Governo ha posto la fiducia del Senato, ottenendola, proprio nello stesso giorno in cui è stato pubblicata l'interrogazione dell'Onorevole De Pasquale. La soppressione dell'Ente è stata prevista al fine di assicurare la piena integrazione delle funzioni in materia di assistenza magistrale, e le relative funzioni sono state attribuite all'INPDAP che succede in tutti i rapporti attivi e passivi.
È noto che il suddetto provvedimento è stato poi definitivamente convertito dalla legge n. 122 del 30 luglio 2010.
In data 25 ottobre 2010, con nota protocollo n. 0002180 l'Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell'Amministrazione Pubblica nel fornire le prime istruzioni operative per il subentro del medesimo istituto nell'erogazione delle prestazioni spettanti al soppresso ente ha precisato che le prestazioni erogate dall'ENAM continueranno, seppur gestite dall'INPDAP, ad essere elargite e ad avere come esclusivi beneficiari gli iscritti all'ENAM ed i soggetti individuati dal relativo statuto.
Tuttavia, al fine di garantire che il passaggio delle competenze dell'Ente all'Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell'Amministrazione Pubblica avvenisse in modo organico ed ordinato, con Decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 30 settembre 2010, si è provveduto alla nomina di un Commissario ad acta, con l'incarico di svolgere le attività di cui all'articolo 7, commi 3-bis e 4, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, oltre alle attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2009, di ricognizione delle risorse umane, di predisposizione degli inventari di chiusura alla data di soppressione dell'ente incorporato, comprensivi di tutto il patrimonio mobiliare ed immobiliare.

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ALLEGATO 2

5-03326 Zazzera: Criteri di assegnazione dei finanziamenti destinati alla ricerca.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole Zazzera esprime una posizione critica in merito sia alla gestione dei fondi destinati dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ai progetti di ricerca biomedica di interesse nazionale (PRIN), sia al procedimento di valutazione dei progetti di ricerca per giovani ricercatori, adottato dal Ministero della salute.
Il MIUR annualmente cofinanzia, mediante apposito bando, progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale, liberamente proposti dalle Università nelle quattordici aree disciplinari di cui al decreto ministeriale n. 175 del 2000.
La selezione delle proposte, ai sensi dell'articolo 2 del decreto ministeriale n. 1407 del 2008, è curata dal Ministero, che si avvale di una Commissione di garanzia, formata da quattordici esperti nella ricerca e nella valutazione di progetti di ricerca, uno per ciascuna delle aree disciplinari di cui al citato decreto ministeriale n. 175 del 2000. La Commissione ha la responsabilità della valutazione dei progetti e svolge una funzione di garanzia nei confronti della comunità scientifica e del Ministero. Si avvale, per lo svolgimento dei propri compiti, dell'opera di revisori, preferibilmente stranieri, selezionati tra gli esperti appartenenti alla banca dati del Ministero, utilizzando ai fini pratici della selezione le parole chiave indicate nei progetti e secondo il criterio della peer review.
La procedura valutativa, regolata dall'articolo 5 del citato decreto ministeriale n. 1407 del 2008, si svolge esclusivamente per via telematica e garantisce ai revisori di poter formulare giudizi analitici e di riassumerli in valutazioni sintetiche finali espresse su scale predefinite di valori numerici, secondo i seguenti criteri:
a) rilevanza ed originalità della ricerca proposta e della sua metodologia, nonché potenzialità di realizzare un significativo avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell'arte: fino a punti 35;
b) esperienza ed autorevolezza scientifica del coordinatore nazionale, dei responsabili di unità e delle unità operative nel loro complesso: fino a punti 15;
c) integrabilità delle attività delle singole unità operative rispetto all'obiettivo generale del progetto: fino a punti 10.

Occorre sottolineare che, per quanto riguarda i posizionamenti di Atenei in graduatorie non «ufficiali e, comunque, stilate sulla bozza di criteri del tutto soggettivi, detti» posizionamenti non possono essere considerati come «vincolanti» per l'operato dell'Amministrazione ed in particolare per l'assegnazione di fondi pubblici, essendo, nel caso in specie, molto più importante la valutazione scientifica effettuata da singoli esperti sulla base dei criteri indicati nel bando.
Tra tali criteri, noti alla comunità scientifica fin dal momento della pubblicazione del bando e precedentemente mai contestati, non è certamente presente l'impact factor che, pur essendo generalmente riconosciuto come uno dei parametri utilizzabili per la valutazione delle attività scientifiche già svolte, non appare del tutto idoneo alla valutazione della rilevanza e dell'originalità di una nuova ricerca e della metodologia proposta, nonché della potenzialità di realizzazione di un significativo avanzamento delle conoscenze rispetto allo stato dell'arte.

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Riguardo alle problematiche di competenza del Ministero della salute, si provvede ad illustrare quanto riferito dal Ministero medesimo:
Nel testo dell'interrogazione l'onorevole Zazzera prende posizione nei confronti dell'operato del Comitato di valutazione dei progetti, assumendo in particolare che, nel concludere il procedimento di valutazione relativo al Bando Giovani Ricercatori 2008 esso ha «apportato delle correzioni ai precedenti giudizi e punteggi» ed ha quindi finito «per escludere o includere dall'area finanziata alcuni progetti, difformemente al parere dei valutatori americani».

Il Ministero della Salute, al fine di aumentare il livello di trasparenza nell'assegnazione dei fondi per la ricerca, ha stipulato un accordo con il Center for Scientific Review del National Institutes of Health degli Stati Uniti (NIH-CSR) per la valutazione dei progetti: ciò ha comportato, l'esame di circa 1000 progetti per quasi 3000 valutazioni da parte dei referee affiliati alla suddetta istituzione.
Ogni referee, nel corso del giudizio di valutazione, ha espresso sia un punteggio da 1 a 9 per ognuna delle voci di valutazione (con i per la valutazione migliore e 9 per la peggiore), sia un giudizio di merito. La scala di punteggio era coerente con la valutazione introdotta dall'NIH-CSR, il quale nel 2009 aveva invertito il giudizio numerico sulla qualità dei progetti.
Il Comitato, nell'esaminare la correttezza del procedimento seguito, ha verificato che sussistesse coerenza tra i punteggi attribuiti ed il relativo giudizio di commento; in un limitato numero di casi è emerso che alcuni valutatori avevano continuato ad adoperare la vecchia scala di giudizio invertita rispetto alla scala adottata. Per tali progetti il Comitato ha, dunque, allineato il punteggio al giudizio espresso.
Il Comitato ha, altresì, esaminato tutti i progetti con differenziale di punteggio elevato tra i tre referee ed è intervenuto dove il giudizio espresso non era coerente con il punteggio numerico attribuito.
Tutte le modiche effettuate sono state riportate nella documentazione pubblicata sul sito del Ministero della Salute. In aggiunta, tutti hanno potuto visionare i giudizi espressi dai singoli referee (nel rispetto, comunque, del loro anonimato) per il progetto presentato.
Alla luce di quanto detto, emerge l'assoluta trasparenza dell'intero processo, in relazione al quale il Comitato ha rilevato «solo ed esclusivamente errori» materiali.
È opportuno segnalare che la problematica delle differenti valutazioni tra referee, all'interno del sistema della peer review, è connaturata al sistema stesso, considerando che ogni referee esamina ogni singolo progetto all'interno del suo specifico background scientifico.
Il Ministero della Salute, al fine di superare tale problematica a partire dal sistema di valutazione dei giovani ricercatori 2009 e dei progetti finalizzati per lo stesso anno, ha previsto una specifica fase all'interno del processo di valutazione detta «face to face» in cui i tre referee, dopo aver espresso in modo indipendente il proprio giudizio, si impegnano in un confronto per giungere ad un giudizio concordato con un punteggio comune.
Si rammenta che il finanziamento attribuito ai giovani ricercatori non è un finanziamento ai Destinatari Istituzionali, ma un finanziamento destinato al ricercatore stesso il quale può, come ipotesi estrema, trasferire la propria ricerca presso un altro Destinatario Istituzionale.
Si ribadisce, altresì, che la procedura finalizzata (RF) è rivolta a premiare la qualità dei singoli progetti e non la rilevanza dell'Istituto di appartenenza; questo è il motivo per il quale non vi è alcun riferimento all'Impact Factor delle pubblicazioni connesse con l'attività dell'Istituto medesimo.
Il giudizio sull'Istituto, relativamente alla produzione scientifica, misurata in termini di impact factor prodotto, è, invece, alla base della distribuzione delle risorse economiche per la Ricerca Corrente degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).

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ALLEGATO 3

5-03491 De Biasi: Sulle dichiarazioni del docente del Conservatorio di Milano, Johanne Maria Pini.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Maestro Joanne Maria Pini, docente di Armonia complementare presso il Conservatorio di Musica «Giuseppe Verdi» di Milano, nel corso di una discussione avvenuta sulla piattaforma Facebook il 25 settembre 2010 ha espresso un'opinione di contenuto discriminatorio nei confronti dei soggetti disabili che ha suscitato la profonda disapprovazione delle associazioni operanti nel settore e degli altri partecipanti al suddetto forum.
Il Ministro Gelmini ha immediatamente preso le distanze dalle opinioni espresse dal Maestro Pini.
Nella stessa ottica si è mossa la direzione del Conservatorio la quale, dopo aver formalmente stigmatizzato le affermazioni del Maestro, ha affidato alla Commissione interna di disciplina il compito di svolgere un'indagine tesa ad accertare se le convinzioni espresse dal Pini abbiano influito sul suo comportamento e sulla sua attività didattica in Conservatorio; ciò al fine di assumere gli eventuali opportuni provvedimenti disciplinari.
La citata Commissione, compiuti gli approfondimenti del caso anche attraverso colloqui con un campione di studenti e di colleghi del Pini, ha evidenziato l'estraneità dell'attività professionale di quest'ultimo rispetto alle idee espresse nella discussione su Facebook. Gli accertamenti compiuti hanno al contrario mostrato una certa sensibilità verso la tutela dei più deboli da parte del soggetto coinvolto, il quale si è più volte adoperato nei confronti di due colleghi del suo stesso dipartimento, uno con gravi problemi di deambulazione e l'altro non vedente.
Il Consiglio Accademico, successivamente chiamato ad analizzare la questione, ha criticato con decisione le affermazioni del Pini formulando un giudizio di grave disappunto per quanto affermato e per le conseguenze negative di immagine che sono ricadute sul Conservatorio. Nel contempo, il Consiglio Accademico ha preso atto della relazione della Commissione di Disciplina che ha accertato la correttezza del comportamento professionale del Pini.
Si fa presente, comunque, che la valorizzazione della cultura del rispetto tra le persone è un tema al centro dell'attenzione del Ministero: tra i compiti della scuola vi è, infatti, quello di contribuire, con le modalità che le sono proprie, a promuovere la crescita comune dei giovani evitando divisioni, discriminazioni e pregiudizi, nonché quello di favorire un insegnamento fondato sulla conoscenza dei diritti fondamentali e sull'educazione alla legalità ed al rispetto delle regole.
In tale ottica, sono stati istituiti Osservatori regionali permanenti con il compito di promuovere percorsi di educazione alla cittadinanza ed alla legalità all'interno delle scuole, tramite attività curriculari ed extracurriculari.
Sono inoltre state fornite indicazioni e disposizioni ai responsabili degli Uffici scolastici regionali e territoriali affinché intraprendano tutte le iniziative utili all'attivazione di collaborazioni con le Regioni, gli Enti Locali, le forze sociali ed i soggetti a vario titolo coinvolti con il tema dell'integrazione e di sostegno ai disabili.

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ALLEGATO 4

5-03592 Ghizzoni: Sullo stato degli stanziamenti per interventi urgenti sul patrimonio scolastico.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si risponde anche per conto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti all'interrogazione parlamentare dell'Onorevole Ghizzoni (n. 5-03592) concernente l'edilizia scolastica.
Va preliminarmente ricordato che, ai sensi della complessiva normativa di riferimento in materia di edilizia scolastica e, segnatamente, della legge n. 23 dell'11 gennaio 1996, la competenza programmatoria spetta alle Regioni, mentre tutto ciò che attiene alla fornitura ed alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici pubblici statali - compresi l'adeguamento e la messa a norma e in sicurezza degli stessi - rientra nelle dirette ed esclusive competenze degli enti locali (Comuni fino alla scuola secondaria di primo grado e Province per la scuola secondaria di secondo grado).
Da parte sua, il Governo considera l'edilizia scolastica una priorità nazionale, tant'è che fin dall'avvio della legislatura si è attivato con numerose iniziative, anche di sostegno finanziario, dirette a favorire i compiti degli enti locali.
Risulta essenziale, in proposito, il possesso di un quadro completo di informazioni sulla condizione delle strutture scolastiche.
È noto che in passato il Ministero era in possesso di informazioni molto frammentate sullo stato degli edifici scolastici italiani. Ora, finalmente, è stata completata l'anagrafe degli edifici scolastici: la relativa banca dati contiene per la prima volta, oltre agli elementi strutturali (strutture portanti, coperture, intonaci, impianto di riscaldamento, impianto idrico, impianto igienico sanitario), anche gli elementi non strutturali degli edifici (controsoffitti, tramezzature, parapetti, data di costruzione e ultima ristrutturazione, stato di conservazione ed eventuale degrado, rischio sismico, presenza di barriere architettoniche, certificazioni antincendio, idoneità statica, presenza di amianto). Le informazioni sugli elementi non strutturali, come ha dimostrato la tragica vicenda di Rivoli, sono altrettanto importanti.
Si ricorda, a questo proposito, l'intesa firmata in Conferenza Unificata il 28 gennaio 2009, che ha consentito la costituzione, con il coordinamento delle Regioni, di 466 squadre tecniche che hanno effettuato sopralluoghi negli edifici scolastici verificando, in particolare, lo stato degli elementi non strutturali.
Il MIUR ha attivato un aggiornamento diretto della banca dati chiedendo direttamente alle scuole le informazioni relative allo stato di salute degli edifici. Queste rilevazioni hanno consentito un aggiornamento dei dati all'aprile 2010. Dallo scorso 15 novembre è iniziato un ulteriore aggiornamento, in modo da tenere costantemente aggiornata la banca dati ed evidenziare gli interventi realizzati e quelli ancora da realizzare. Dall'ottobre 2010 è attiva una commissione MIUR Regioni, incaricata di individuare le modalità più opportune per garantire il costante aggiornamento dei dati anche da parte degli enti locali.
Passando alle risorse finanziarie per l'edilizia scolastica, il Ministero delle infrastrutture, con nota del 12 ottobre scorso, ha ricordato che già nel 2003 ha predisposto un piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici

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nel quale si è stimato un fabbisogno complessivo, per gli interventi di adeguamento degli edifici scolastici, pari a circa 13 miliardi di euro. Poi, constatata la coesistenza di una pluralità di linee di intervento e di finanziamento e considerato il contesto economico generale del Paese nonché la situazione generale della finanza pubblica, con il comma 91 dell'articolo 3 della legge finanziaria n. 350 del 2003, al «Piano straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici» è stato destinato un importo pari a circa 489 milioni di euro finanziando con due programmi stralcio (delibere CIPE n. 102 del 2004 e n. 143 del 2006) circa 1600 interventi.
Successivamente, con la delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) n. 114 del 18 dicembre 2008, (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 14 maggio 2009) il Governo ha accantonato per la prosecuzione del piano in oggetto ulteriori 10,5 milioni di euro per quindici anni pari, ai tassi di interesse vigenti, a circa 115 milioni di euro. A questo proposito, va fatto presente che il comma 239 dell'articolo 1 della legge n. 191 del 23 dicembre 2009 (legge finanziaria 2010) per l'assegnazione di questi fondi richiede la preventiva approvazione di «apposito atto di indirizzo delle commissioni parlamentari permanenti competenti per materia».
Sulla scorta dei primi dati risultanti dalla verifiche tecniche effettuate in attuazione dell'Intesa sancita in sede di Conferenza Unificata il 28 gennaio 2009, si è ritenuto di predisporre un «Primo Programma straordinario stralcio di interventi urgenti sul patrimonio scolastico finalizzati alla messa in sicurezza e alla prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi, anche non strutturali, degli edifici scolastici a valere sulle risorse di cui al Fondo infrastrutture di cui all'articolo 18, lettera b), del decreto-legge n. 185 del 2008, nell'ambito dell'assegnazione della Delibera CIPE n. 3 del 6 marzo 2009», (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 129 del 6 giugno 2009) al fine di consentire il regolare svolgimento delle attività scolastiche destinando 358,422 milioni di euro a valere sui fondi FAS assegnati al Fondo infrastrutture per l'edilizia scolastica dalla delibera CIPE 6 marzo 2009 per rimuovere oltre 1700 casi di accertata pericolosità.
Detto programma è stato approvato dal CIPE con la delibera n. 32 del 13 maggio 2010, espressamente citata nell'atto in discussione, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 14 settembre scorso. Immediatamente dopo la pubblicazione della stessa delibera, il Ministero delle infrastrutture ha provveduto a fornire agli enti interessati una completa informazione circa le modalità di utilizzo sia attraverso i propri uffici periferici sia attraverso l'Unione delle province italiane (UPI) e l'Associazione nazionale dei comuni d'Italia (ANCI).
Nella considerazione che i fondi FAS sono allocati presso il Ministero dello sviluppo economico, il Dicastero delle infrastrutture ha provveduto a richiedere al Ministero dell'economia e al Ministero dello sviluppo economico l'istituzione di un apposito capitolo allocato presso lo stesso Ministero delle infrastrutture e la necessaria variazione di bilancio.
Completate le attività di trasferimento di tali risorse nel capitolo appositamente istituito all'interno del bilancio del Ministero delle infrastrutture, i fondi stessi vengono erogati secondo le modalità previste dalle singole convenzioni con gli enti beneficiari.
Comunque tutte le attività propedeutiche alla consegna dei lavori, riconducibili alla sottoscrizione delle apposite convenzioni, alla progettazione, all'esame e approvazione dei progetti ed alla effettuazione delle gare di appalto, possono essere già espletate potendosi prevedere che la materiale erogazione della prima rata avvenga in tempi sicuramente compatibili con l'avanzamento dei lavori.
Lo schema di convenzione approvato dal CIPE prevede testualmente che «Il Ministero erogherà, ove non in contrasto

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con i vincoli di finanza pubblica correlati all'utilizzo delle risorse FAS, all'Ente i importo attraverso due rate di acconto, pari ognuna al 45 per cento, ed una rata di saldo pari al 10 per cento conformemente alle seguenti modalità:
prima rata di acconto entro 60 giorni dall'avvenuta stipula e registrazione del presente documento;
seconda rata di acconto alla positiva certificazione inviata Ministero dall'Ente della realizzazione di lavori pari, almeno, all'80 per cento dell'importo della prima anticipazione;
saldo su richiesta dell'Ente contenente, tra l'altro, la delibera di approvazione da parte dell'Ente attuatore degli atti di collaudo, la relazione Stato-Ente e il parere sulla ammissibilità della spesa reso dal Provveditorato».

Il Dicastero delle infrastrutture ha fatto infine presente che sta valutando la possibilità di predisporre un secondo programma stralcio del programma già approvato da CIPE con la citata delibera n. 32 del 2010 e, a tal fine, nell'ambito dei limiti di utilizzo dei Fondi FAS, si sta procedendo a verificare la programmazione complessiva del fondo infrastrutture allo scopo di definire le percentuali di risorse da assegnare alle aree depresse del Mezzogiorno ricomprese nell'obiettivo 1, di cui al regolamento (CE) n. 1260 del 1999. Non appena completata tale verifica si darà corso alle attività di predisposizione del piano. A tal proposito, si prevede di iniziare la predisposizione del predetto piano nei primi mesi del prossimo anno.
Da parte di questa Amministrazione, si ritiene opportuno evidenziare che con l'articolo 7-bis del decreto-legge n. 137 del 2008 (cosiddetto decreto Gelmini) è stata introdotta una norma che prevede uno stanziamento fisso per l'attivazione di piani per la messa in sicurezza e per l'adeguamento sismico delle scuole, attraverso uno stanziamento non inferiore al 5 per cento dei fondi destinati alle grandi opere infrastrutturali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Come è noto, è stato stanziato un miliardo di euro; di questi, 226 milioni sono stati dedicati alla ricostruzione delle scuole dell'Abruzzo colpite dal sisma, mentre una prima tranche di 358 milioni di euro è già stata sbloccata per i 1.706 interventi più urgenti, sulla base delle priorità indicate dalle suddette squadre tecniche. Su questo primo finanziamento non è stata chiesta la compartecipazione finanziaria degli altri enti interessati. Il prossimo finanziamento previsto è di 426 milioni di euro.
È in corso, inoltre, un bando specifico per gli edifici delle scuole del Sud, che scadrà a fine novembre, pari a 220 milioni di euro, finanziati con fondi FESR (il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale riservato alle Regioni Obiettivo 1).
Sono stati realizzati anche accordi con il Ministero dell'ambiente e il Ministero dell'economia e delle finanze per far convergere le risorse necessarie per l'edilizia scolastica. In particolare, con il Ministro dell'ambiente è stata raggiunta un'intesa che prevede un investimento di 20 milioni di euro per interventi per migliorare l'efficienza energetica degli istituti (per esempio, l'installazione di pannelli solari).
E ancora:
dopo i tragici eventi del 22 novembre 2008, nel marzo 2009 sono stati assegnati all'istituto «Darwin» di Rivoli 100 mila euro per gli interventi più urgenti.
Successivamente è stato deciso un finanziamento ad hoc di 3 milioni di euro;
lo scorso 5 novembre è stato firmato un Protocollo d'Intesa con la Regione Lazio per la riqualificazione e la messa a norma delle scuole. L'intesa prevede uno stanziamento fino a 115 milioni di euro.
con la Regione Calabria è stato firmato un Protocollo d'Intesa il 24 giugno 2010, per un investimento complessivo di circa 42 milioni di euro;
è in corso di pubblicazione un bando sulla cultura della sicurezza nelle scuole in

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collaborazione con l'INAIL e il Ministero del Lavoro che metterà a disposizione 5 milioni di euro sul tema della sicurezza;
il protocollo d'Intesa con i Vigili del Fuoco per la formazione degli addetti alle misure antincendio; il supporto multimediale autocertificante per l'informazione generica di tutto il personale scolastico; l'assegnazione annua di 20 milioni di euro agli Uffici scolastici regionali per la formazione specifica delle «figure sensibili».