CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 ottobre 2010
387.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
Pag. 69

ALLEGATO 1

5-03131 De Pasquale: Sul finanziamento erogato dal MiBAC all'Associazione bandistica di Sgurgola (FR).

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'Onorevole De Pasquale relativa al contributo concesso dal Ministero in favore di complessi bandistici ed in particolare, al contributo concesso all'Associazione bandistica Città di Sgurgola nella misura di 43.000,00 euro.
Occorre precisare al riguardo che, dopo l'abrogazione dell'articolo 40 della legge 14 agosto 1967, n. 800 relativa all'ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali ed in attesa di una disciplina conforme all'articolo 117 della Costituzione che trasferisca le relative competenze agli enti territoriali, i contributi richiamati dall'Onorevole interrogante vengono erogati da questo Ministero ai sensi dell'articolo 16 del decreto ministeriale 9 novembre 2007. I destinatari sono i complessi bandistici - promossi da enti locali, istituzioni o comitati cittadini non aventi scopo di lucro e che siano in possesso dei requisiti previsti dalla legge - ed il contributo è a titolo di concorso nelle spese di impianto e di funzionamento. Il riconoscimento della importanza della musica popolare che non può essere valutato in relazione ai contributi concessi ad altre forme di produzione della musica.
Considerato inoltre il numero elevato dei soggetti che ogni anno presentano la domanda (circa 900) ed il fatto che quasi tutte le richieste vengono accolte, il contributo erogato ad ognuno di essi non può che essere di modesta misura e commisurato al budget annuale destinato a tale settore dalla competente Commissione Musica in sede di previa suddivisione del Fondo unico dello spettacolo - Sezione Musica.
A diverso ambito va invece ascritta la assegnazione, nel 2009, di contributo all'Associazione bandistica Città di Sgurgola, costituitasi legalmente nel 1991, che ha presentato richiesta - ai sensi dell'articolo 17 del succitato decreto ministeriale 9 novembre 2007 - per un progetto speciale dal titolo «Week end di note: riscoperta della musica bandistica popolare» allegando una relazione dettagliata delle attività da realizzarsi nell'arco dell'anno unitamente ad un preventivo finanziario.
La Commissione consultiva per la musica, nelle sedute del 17 e 18 novembre 2009, ha scelto 5 progetti dei 30 presentati da organismi vari per questo specifico settore, e tra questi quello dell'Associazione bandistica in parola a cui è stato concesso il contributo una tantum di euro 43.000,00.
L'attività è stata effettuata dal 18 giugno al 27 dicembre 2009 e regolarmente documentata agli uffici della Direzione generale per lo spettacolo dal vivo. Il progetto non è pertanto assimilabile alla consueta attività bandistica per la quale viene assegnato a centinaia di organismi un esiguo contributo quale mero riconoscimento della validità socio-culturale della iniziativa; invero il progetto speciale ha voluto riassumere - a fini di generale promozione della disciplina in questione e non degli interessi locali - le virtù ed il merito della aggregazione bandistica. Prova ne sia il nutrito numero di eventi ed iniziative cui hanno partecipato gruppi provenienti da più regioni italiane.
Per quanto invece attiene al Tavolo Nazionale per la promozione della musica popolare e amatoriale voluto da questa

Pag. 70

Amministrazione, si evidenzia come tale iniziativa tecnica in materia di musica popolare, corale, bandistica e folklorica costituisca una chiara evidenza dell'attenzione a quei valori postulati dall'interrogante; si intende con questo organo raccogliere informazioni sulle attività e le esigenze degli organismi attivi su tutto il territorio nazionale per promuovere una complessiva politica mirata alla musica prodotta - spesso con eccellenti risultati - da non professionisti. Tanto, nell'ottica della tendenziale ottimizzazione delle risorse del Fondo unico dello spettacolo, peraltro in flessione, che parrebbero meglio allocate per far conoscere alle nuove generazioni la possibilità di esprimersi musicalmente.

Pag. 71

ALLEGATO 2

5-03132 Ghizzoni: Sul monte-ore destinato all'attività di area di professionalizzazione negli istituti professionali.

TESTO DELLA RISPOSTA

Vorrei precisare preliminarmente che il regolamento di riordino degli istituti professionali, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, consente agli istituti professionali di continuare a rilasciare qualifiche professionali di competenza esclusiva delle Regioni soltanto in regime di sussidiarietà.
La ratio che ha portato al riordino di detti istituti, pur determinata da un'effettiva esigenza di uniformare i percorsi formativi della scuola secondaria in termini di carichi orari settimanali, consegue l'obiettivo di offrire una maggiore attenzione verso le motivazioni personali e culturali dell'allievo e una nuova modalità di entrare in contatto con il mondo del lavoro, per effetto di una nuova organizzazione dei percorsi caratterizzata da una maggiore flessibilità, autonomia e dalla valorizzazione dell'alternanza scuola-lavoro.
Nel merito rappresento che, in base agli esiti del monitoraggio effettuato periodicamente dall'Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell'Autonomia Scolastica (ex Indire), sono emerse nella realizzazione dei corsi di «Terza area» varie criticità tra le quali la mancata preventiva concertazione con le Regioni. Ciò con la conseguenza che gli stessi istituti realizzano nella maggior parte dei casi, soltanto i «corsi surrogatori» previsti dall'articolo 5 del decreto ministeriale del 15 aprile 2004, senza poter rilasciare attestati di qualifica riconosciuti dalle Regioni; inoltre i corsi attivati presentano una estrema disomogeneità in termini di numero di ore e obiettivi.
Infatti nell'anno scolastico 2008-2009 sono stati attivati in totale 8.023 corsi nelle quarte e quinte classi dei predetti istituti, di cui 4.571 sono corsi surrogatori, pari al 57 per cento, e 3.452 corsi regionali pari al 43,6 per cento.
Ciò stante, il citato regolamento n. 87 del 2010 ha previsto la sostituzione dell'area di professionalizzazione con 132 ore di attività in alternanza scuola-lavoro nelle quarte e quinte classi, funzionanti a partire dall'anno scolastico 2010/2011 e sino alla messa a regime del nuovo ordinamento.
A tal fine la direttiva ministeriale n. 93 del 2009, registrata il 22 gennaio 2010, concernente la ripartizione delle risorse di cui al Fondo istituito con la legge n. 440 del 1997, ha stabilito, per l'anno 2009, 30 milioni di euro per la realizzazione di attività in alternanza scuola lavoro, con particolare riferimento all'ex area di professionalizzazione degli istituti professionali.

Pag. 72

ALLEGATO 3

5-03265 Goisis: Modifica dello schema di regolamento sulle classi di concorso, in relazione all'insegnamento della filosofia.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole interrogante nella interrogazione parlamentare in discussione lamenta il fatto che in sede di rivisitazione delle classi di concorso i docenti appartenenti alla classe di concorso 36/A (filosofia, psicologia e scienze dell'educazione), risulterebbero penalizzati e, conseguentemente, chiede iniziative in favore di detti docenti.
Al riguardo vorrei far presente che lo schema di regolamento per la definizione delle nuove classi di concorso, da adottarsi ai sensi dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 sta seguendo il prescritto iter; allo stato si è in attesa di acquisire il parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione che sarà espresso a breve.
Per quanto riguarda la questione oggetto dell'interrogazione al momento, pertanto, si può soltanto far presente che la commissione tecnica appositamente costituita ha ritenuto necessaria l'istituzione di una classe di concorso - A/65 - per l'insegnamento della teoria e tecnica della comunicazione, attesa la specificità della disciplina, mentre, per quanto riguarda le ex classi di concorso 36/A e 37/A la problematica andrà risolta per i docenti di ruolo in dette classi, con norme transitorie fino all'entrata in vigore a regime della riforma.

Pag. 73

ALLEGATO 4

5-03383 Giulietti: Sul progetto di costruzione di un polo congressuale presso il lido di Venezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'atto di sindacato ispettivo presentato dalla S.V. Onorevole, concernente il Nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi del Lido di Venezia e in seguito a quanto comunicato dal Dipartimento della Protezione Civile, si fa presente quanto segue.
Giova innanzitutto premettere una ricostruzione di sintesi del quadro normativo dal quale trae origine e si è sviluppata l'azione del Commissario Delegato per la realizzazione del Nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi di Venezia.
A tal fine si rappresenta che, essendo in carica il Governo presieduto dall'Onorevole Romano Prodi, in data 8 maggio 2007 è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Veneto, il Comune di Venezia e l'Azienda ULSS 12 veneziana, finalizzato alla riqualificazione dell'isola del Lido da realizzarsi, tra l'altro, attraverso la costruzione del Nuovo Palazzo del Cinema.
Inoltre, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Onorevole Romano Prodi, del 13 luglio 2007, è stato nominato il Commissario Straordinario per la costruzione del Nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi, ai sensi dell'articolo 13 del decreto-legge n. 67/2007.
Successivamente, con un altro decreto del 23 novembre 2007 dello stesso Presidente del Consiglio, è intervenuta la dichiarazione di «grande evento», ai sensi dell'articolo 5-bis, comma 5, del decreto-legge 7 settembre 2001 n. 343, convertito con modificazioni dalla legge 9 novembre 2001 n. 401, in relazione agli interventi connessi alle celebrazioni per il 150o Anniversario dell'Unità d'Italia, tra i quali è ricompresa la realizzazione del Nuovo Palazzo del Cinema di Venezia.
Con l'articolo 13 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 marzo 2009 n. 3746, il Dottor Vincenzo Spaziante, dirigente generale dello Stato, è stato nominato Commissario Delegato per la realizzazione del Nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi di Venezia ai sensi del citato articolo 5-bis, comma 5, del decreto-legge n. 343/2001, convertito dalla legge n. 401/2001 e con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 30 aprile 2009 n. 3759 e successive modificazioni ed integrazioni sono stati definiti gli ambiti di riferimento dell'azione commissariale e le relative attribuzioni, recuperando l'originaria impostazione del Protocollo d'intesa.
Riguardo agli aspetti finanziari dell'opera, si fa presente che l'importo posto a base della gara espletata nell'anno 2007 è stato pari a 75.366.888,77 di euro (cui si aggiungevano euro 19.117.899,66, quali somme a disposizione dell'amministrazione, per un costo complessivo dell'intervento pari a euro 94.484.788,53).
La gara è stata aggiudicata per l'importo di 61.329.777,79 euro.
A seguito di tale gara si sono tenute una serie di Conferenze di servizi, nell'ambito delle quali le Amministrazioni interessate (Comune di Venezia, Fondazione della Biennale, Sovrintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia, Vigili del Fuoco) hanno affinato il quadro complessivo delle esigenze relative alla nuova opera.

Pag. 74

Dette esigenze sono state raccolte dalla allora operante Struttura di missione nel progetto generale esecutivo approvato nel novembre 2008, per un importo di poco superiore a 118 milioni di euro, ai quali sono stati aggiunti circa 19 milioni quali somme a disposizione dell'amministrazione, per un costo complessivo dell'intervento pari a 137 milioni, a fronte di una disponibilità pari a circa 96 milioni di euro.
In questa situazione, che evidenzia una differenza di oltre 41 milioni di euro, tra costi previsti e risorse disponibili, il Commissario Delegato attualmente in carica è intervenuto, riducendo le somme a disposizione dell'amministrazione, con un'economia pari a 7 milioni di euro; ha avviato una rimodulazione, in riduzione, del progetto generale esecutivo, fondata sulla rielaborazione di alcune componenti del progetto (quali la definizione solo a grezzo degli spazi sotterranei nell'area antistante il Nuovo Palazzo, il conseguente ridimensionamento delle forniture di arredi e di impianti tecnologici, l'eliminazione del rifacimento in marmo del piazzale), la cui mancata realizzazione non pregiudica la funzionalità dell'opera.
In tale prospettiva il costo complessivo dell'intervento è stato ridefinito in un importo corrispondente a quello delle risorse finanziarie disponibili, assicurando, in tal modo, il completamento e la piena funzionalità dell'opera e lasciando intatta la possibilità, nel caso si rendessero disponibili, di disporre di ulteriori risorse finanziarie e di riprendere in qualsiasi momento i lavori, senza maggiori costi, per portare a termine l'intervento secondo le originarie linee progettuali.
Tali considerazioni non tengono, peraltro, conto delle implicazioni finanziarie delle attività occorrenti per la rimozione degli elementi di amianto che sono stati rinvenuti nel corso dei lavori, portando alla sospensione degli stessi nel marzo 2010.
Al fine di provvedere alla loro rimozione, è stato predisposto un progetto idoneo, nel rispetto delle vigenti normative europee e nazionali, peraltro di non agevole attuazione, specie per la pluralità delle Amministrazioni coinvolte in via ordinaria negli occorrenti procedimenti autorizzativi.
Tenendo conto di tale frammentazione di competenze, che costituisce, di per sé un elemento di notevole ritardo per il perfezionamento delle autorizzazioni e il concreto avvio delle conseguenti attività, il progetto è stato portato all'esame di apposite Conferenze di Servizi, alle quali hanno partecipato tutte le Amministrazioni competenti in materia.
Ciò ha consentito di ridurre al minimo i tempi normalmente occorrenti per l'espletamento dei complessi percorsi procedurali previsti ed il progetto è stato approvato da tutte le Amministrazioni coinvolte, nel rispetto delle vigenti normative.
A seguito dell'espletamento di tutte le necessarie autorizzazioni amministrative, le determinazioni delle predette Conferenze di Servizi sono state portate ad effetto all'inizio del presente mese di ottobre, con l'avvio dei lavori per la realizzazione di una «piattaforma ecologica», destinata ad ospitare le necessarie attività di verifica delle oltre 50.000 tonnellate di terre di scavo interessate.
Per le motivazioni sopra esposte, non si ravvisa alcun elemento che induca, tanto sul piano giuridico che su quello dell'efficacia delle politiche d'intervento concretamente sviluppate, a prendere in considerazione l'ipotesi di un'anticipata conclusione della gestione commissariale in atto, il cui venir meno determinerebbe pesanti conseguenze negative sul corretto e più tempestivo completamento delle diverse iniziative in corso.
In attuazione di tale progetto, nella prima metà di ottobre, è stato dato avvio ai lavori con la realizzazione delle prime attività sulla verifica dell'eventuale presenza di ordigni bellici e dai primi accertamenti è emersa la presenza nel sottosuolo di rifiuti solidi urbani e di elementi di amianto, che hanno indotto a presentare formale denuncia all'Autorità Giudiziaria,

Pag. 75

che ha disposto il sequestro dell'area della construenda «piattaforma ecologica».
In attesa degli ulteriori sviluppi delle attività giudiziarie in corso, si è proceduto ad una nuova formale sospensione dei lavori, con la previsione di ipotesi alternative a quella già approvata, ove la stessa risultasse impercorribile.
L'insieme dei descritti elementi, legati alla presenza di amianto nelle aree interessate, che costituisce circostanza imprevista ed imprevedibile, comporterà un pressoché certo differimento dei tempi di completamento dell'opera, al momento non quantificabile, in conseguenza delle incognite oggettivamente irrisolvibili sopra ricordate, senza, peraltro, che ciò possa ritenersi elemento sufficiente a rinunciare alla prosecuzione dei lavori, giunti a una percentuale di avanzamento pari a quasi un quarto dell'intera opera.
Analoghe considerazioni valgono per ciò che attiene al maggior costo da sostenere in relazione alle attività necessarie volte a risolvere l'insieme delle suddette problematiche di natura ambientale.
Questo maggior costo, a fronte del quale il Comune di Venezia ha già reso disponibili significative risorse, verrà necessariamente a definirsi, in termini precisi, solo quando potranno essere sciolte le incognite sopra dette, che incidono sulla individuazione delle possibili soluzioni tecniche e metodologiche degli interventi da portare ad effetto e, quindi, sulla conseguente, puntuale determinazione delle risorse finanziarie necessarie.

Pag. 76

ALLEGATO 5

5-03536 Frassinetti: Uccisione di animali per fini didattici.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come già noto all'Onorevole interrogante, a seguito di segnalazioni da parte della Lega Italiana Antivivisezione circa il verificarsi di episodi di impiego di animali o loro parti per esercitazioni didattiche nelle scuole, in data 29 aprile 2008 con nota n. 2219, il Ministero ha ricordato alle strutture periferiche il divieto di far uso di animali per esercitazioni didattiche precisando che nella Direttiva europea 86/609 e nel decreto legislativo di recepimento n. 116 del 1992 viene sancito il principio secondo il quale l'impiego di animali va evitato quando esistano metodi alternativi e che in ambito didattico è molto vasta e variegata la disponibilità sul mercato di supporti didattici alternativi utilizzabili per lo studio dell'anatomia, la fisiologia, la biochimica e discipline affini, riconosciuti come metodi scientificamente e pedagogicamente più validi dell'uso degli animali stessi. Il Ministero medesimo ha anche segnalato la possibilità di accedere a supporti didattici alternativi all'impiego di animali o parti di animali per l'insegnamento delle discipline scientifiche sul sito www.interniche.org, che effettua anche servizio di prestito.
Nella stessa nota il Ministero ha altresì ricordato che è stato rinnovato in data 1o febbraio 2007 con la LAV Onlus, Lega Anti Vivisezione, un protocollo d'intesa con lo scopo di «promuovere la diffusione e l'approfondimento dei temi dell'educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado».
A tale ultimo riguardo faccio presente che il Ministero ha provveduto a rinnovare ulteriormente detto protocollo in data 8 febbraio 2010.
Ciò premesso, in merito alla vicenda alla quale fa riferimento l'Onorevole interrogante il competente Ufficio scolastico regionale per la Lombardia ha fatto presente che è tuttora in corso un'ispezione promossa dall'Ufficio stesso al termine della quale sarà possibile conoscere se i fatti riferiti da alcuni organi di stampa siano veritieri e, nel caso, quale sia il loro effettivo rilievo.
Comunque sono state acquisite notizie presso il dirigente dell'istituto tecnico industriale «Molinari» di Milano, il quale nella sua relazione ha fatto presente che i fatti sono presumibilmente avvenuti nel mese di novembre 2009 e probabilmente all'insaputa del precedente capo d'istituto che, con una circolare specifica, aveva vietato l'utilizzo di animali in laboratorio.
Nel corso del successivo mese di luglio essendo pervenuti all'Ufficio territoriale di Milano esposti che segnalavano i fatti medesimi è stato prontamente informato il capo d'istituto che provvedeva ai primi accertamenti chiedendo delucidazioni al docente interessato. Ricevute le sue controdeduzioni, le inviava all'Ufficio di Milano, che chiedeva all'attuale dirigente scolastico, nel frattempo nominato reggente dell'Istituto, un parere relativo alle osservazioni prodotte dal docente.
Il dirigente scolastico, ritenendo le argomentazioni addotte alquanto generiche ed elusive, poiché non facevano alcun cenno ai fatti oggetto degli esposti, riteneva opportuno richiedere una visita ispettiva e nel contempo raccomandava al docente di utilizzare al meglio il libro di testo e gli intimava di non effettuare esercitazioni pratiche su animali.

Pag. 77

L'Ufficio scolastico regionale ha anche acquisito copia delle controdeduzioni fornite dal docente in data 23 agosto 2010 ed ha rilevato che, in effetti, le stesse non chiariscono i fatti.
Come già riferito l'ispezione disposta è in corso; soltanto al termine degli accertamenti e sulla base delle risultanze ispettive potranno essere adottati gli eventuali, consequenziali provvedimenti.