CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 luglio 2010
351.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
Pag. 243

ALLEGATO 1

5-00022 Caparini: Benefici previdenziali per i dipendenti della «Acciaieria di Darfo Spa».

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Caparini, relativa al riconoscimento del beneficio pensionistico per attività lavorativa svolta con esposizione all'amianto, passo ad illustrare quanto reso noto dall'Inail, e dal competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento.
Risulta che la Ditta Acciaierie di Darfo Spa ha cessato l'attività del comparto di laminazione il 31 dicembre del 1999, e del reparto acciaieria nel 1980.
Alla sede Inail di Breno, competente territorialmente, risultano presentate, ai fini del riconoscimento dei benefici previdenziali amianto, 30 domande di ex lavoratori della suddetta ditta, per le quali è stata avviata la fase istruttoria finalizzata a reperire ogni utile documentazione probatoria.
Poiché l'azienda è cessata da molti anni, negli archivi dell'Istituto non è stato reperito alcun elemento utile ai fini della verifica ed, inoltre, essendo stato completamente smantellato lo stabilimento di Darfo, non è stata neanche possibile disporre accertamenti ispettivi.
Pertanto, l'istituto ha provveduto a estendere le indagini ad altri Enti ed Istituzioni presenti sul territorio, per verificare la possibilità di acquisire informazioni e notizie utili per risalire al ciclo produttivo e per approfondire la conoscenza dei materiali utilizzati nei processi di lavorazione.
Tutta la documentazione reperita è stata trasmessa all'esame dalla CONTARP regionale per la Lombardia per gli accertamenti tecnici, sulla base dei quali sono state definite tutte le domande relative alla predetta azienda e rilasciate le prescritte certificazioni all'esito di due pareri tecnici negativi, rispettivamente del 23 marzo 2008 e del 3 aprile 2009.
Si evidenzia che, ai fini della redazione del più recente parere, i professionisti Inail si sono avvalsi dell'ulteriore documentazione fornita dalla Direzione provinciale del lavoro di Brescia, a seguito dell'attivazione della cosiddetta «procedura speciale», prevista per i lavoratori ex dipendenti di aziende cessate ed irreperibili.
Nell'ambito dal riesame complessivo effettuato, non è stato possibile acquisire, per ciascuna figura professionale presa in esame, accanto alle informazioni rese dai lavoratori che hanno richiesto l'accesso ai benefici previdenziali, descrizioni dettagliate anche di fonte aziendale sulle operazioni lavorative che hanno comportato esposizione ad amianto, sulla loro durata e frequenza, sui tipi di manufatti in amianto effettivamente manipolati, sull'organizzazione del lavoro all'interno del reparti (numero degli addetti alle lavorazioni comportanti esposizione all'amianto, possibilità di turnazioni, eccetera).
Sulla base di quanto sopra esposto, allo stato della documentazione prodotta, la CONTARP ha confermato il precedente parere, ribadendo, in particolare, l'insufficienza di elementi comprovanti l'esposizione «qualificata» all'amianto dei lavoratori della Società «Darfo Acciaieria Spa».
Tale conclusione consegue all'applicazione dei criteri valutativi adottati dalla CONTARP a livello nazionale e sanciti dalle leggi attualmente in vigore, che subordinano

Pag. 244

il rilascio della certificazione di esposizione all'amianto, ai fini dei benefici previdenziali (articolo 13, comma 8 della legge n. 257 del 1992) alla dimostrazione dl un'avvenuta esposizione «qualificata» in attività di lavoro, in concentrazione media annua non inferiore a 100 fibre/litro come valore medio su otto ore al giorno e, comunque, sulla durata oraria giornaliera prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro.
La CONTARP, infatti, ai fini delle predette verifiche, non può che far riferimento a prove documentali e ad informazioni rese da fonti ufficiali o comunque qualificate, relative alla specifica realtà dell'azienda oggetto di esame. Ben più ampio e penetrante, come è noto, è il potere d'indagine attribuito al giudice, che può avvalersi, ad esempio, anche di prove testimoniali per pervenire alla propria decisione.
Ciò premesso, rimane ferma, in ogni caso, la massima disponibilità dell'Istituto a rivedere, sulla base della nuova documentazione tecnica che dovesse essere prodotta, le posizioni degli ex dipendenti della predetta Società la quasi totalità dei quali risulta, peraltro, già titolare di trattamento pensionistico.
Tale condizione, infatti, non pregiudica, in via generale, il diritto degli ex lavoratori alla rivalutazione dei periodi lavorativi, per i quali si consegua il riconoscimento dell'esposizione all'amianto ai sensi dell'articolo 13, comma 8, della legge n. 257 del 1992, come sottolinea, peraltro, l'onorevole Caparini nella parte finale dell'interrogazione, richiamando il regime normativo vigente in materia di benefici previdenziali amianto, innovato con la riforma del 2003, già citata.
In particolare, si rappresenta che le condizioni di fruizione dei benefici pensionistici di cui trattasi sono ampiamente dettagliate nella apposita circolare Inps n. 58 del 15 aprile 2005, emessa in attuazione della predetta riforma, con la quale vengono appunto regolati i profili richiamati dall'interrogante.

Pag. 245

ALLEGATO 2

5-03144 Gnecchi: Incentivi per favorire il ricambio generazionale nel mondo del lavoro.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Passo ad illustrare l'atto ispettivo dell'onorevole Gnecchi che solleva l'attenzione sulla necessità di mettere in atto politiche volte ad accrescere le opportunità di lavoro per le nuove generazioni.
In proposito mi sembra importante ribadire che l'Esecutivo ha posto la tematica dell'occupazione giovanile, e il suo incremento, tra gli obiettivi programmatici da perseguire nell'arco della legislatura.
In questo senso, prendendo in considerazione quanto finora realizzato, voglio ricordare il Piano di azione per l'occupabilità dei giovani attraverso l'integrazione fra apprendimento e lavoro (Italia 2020), predisposto dall'Amministrazione che rappresento d'intesa col Ministero dell'istruzione, dell'università e ricerca.
Il predetto Piano individua linee di azioni comuni ai due Dicasteri, da perseguire attraverso una «cabina di pilotaggio condivisa», per costruire un rapporto nuovo e più integrato tra sistema formativo e mondo del lavoro, al fine di realizzare la piena occupabilità dei giovani.
Tra le priorità del Piano vi è, in particolare, il rilancio del contratto di apprendistato, quale strumento fondato sull'integrazione tra sistema educativo e formativo e mercato del lavoro, che supera la vecchia, quanto artificiosa distinzione tra formazione «interna» e formazione «esterna» all'impresa e consente ai giovani un rapido e stabile ingresso nel mondo del lavoro.
Faccio inoltre presente che, nel luglio del 2009, l'Amministrazione che rappresento, d'intesa con il Ministero dello sviluppo economico e con la Presidenza del Consiglio ha stipulato la Convenzione «Lavoro e Sviluppo» per l'attuazione del PON «Ricerca e competitività» 2007-2013.
L'accordo, avente durata triennale, prevede la realizzazione di interventi formativi, riservati non solo ai lavoratori colpiti dalla crisi ma anche ai giovani disoccupati ed inoccupati residenti nelle Regioni «Convergenza» (Puglia, Calabria, Campania e Sicilia) e nelle altre Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna), e finalizzati a promuovere l'occupazione presso quelle imprese che aderiscono al Progetto Lavoro e Sviluppo 2009-2012.
Obiettivo principale dell'intervento è quello di agevolare l'incrocio tra fabbisogni delle aziende, da un lato, e professionalità dei lavoratori, dall'altro, attraverso il ricorso a diverse tipologie di tirocinio ed altri strumenti di politica attiva.
Da ultimo non posso non ricordare il Piano triennale per il lavoro, predisposto dal Governo con l'obiettivo di far crescere l'occupazione, la produttività e le remunerazioni dei lavoratori.
Tra le priorità del Piano vi è, in particolare, quella relativa alle azioni e ai provvedimenti finalizzati all'attuazione dell'Accordo sulla Formazione, attraverso il quale Governo, regioni e parti sociali hanno inteso valorizzare la capacità formativa dell'impresa, allo scopo di favorire l'occupabilità e di combattere l'incompetenza che, al contrario, provoca l'esclusione dal mercato del lavoro.