CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 luglio 2010
348.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Riunione interparlamentare delle commissioni bilancio dei parlamenti dell'unione europea con la commissione sui bilanci del parlamento europeo svoltasi a Bruxelles il 1o giugno 2010

RELAZIONE SCRITTA

1. Descrizione della riunione.

Martedì 1o giugno 2010 si è svolta a Bruxelles la riunione interparlamentare delle Commissioni competenti in materia finanziaria dell'Unione europea con la Committee on Budgets del Parlamento europeo dal titolo: How to create a greater sinergy between the European budget and National budgets. La riunione è stata presieduta ed introdotta da Alain Lamassoure (PPE), presidente della Committee on Budgets.
Al meeting erano rappresentati 17 Paesi dell'Unione, con l'assenza tuttavia di delegazioni ufficiali di taluni importanti Paesi come la Spagna (per via della crisi economica) e il Regno Unito (che non ha fornito una specifica motivazione), per i quali sono tuttavia intervenuti parlamentari europei membri della Committee on Budgets.
La delegazione italiana era composta, per la Camera dei deputati, dall'onorevole Giancarlo Giorgetti (LNP), presidente della Commissione bilancio, e dall'onorevole Lino Duilio (PD) e, per il Senato della Repubblica, dal sen. Massimo Garavaglia (LNP), vicepresidente della Commissione bilancio.

2. Incontro con il Capo della Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea.

Prima del meeting, la delegazione ha incontrato l'ambasciatore Nelli Feroci che ha fornito un quadro degli orientamenti del Consiglio europeo sul bilancio dell'UE e dei diversi dossier su cui le istituzioni europee stanno lavorando e di immediato interesse per i parlamenti nazionali: le prossime negoziazioni per le prossime prospettive economiche 2014-2020, la revisione del patto di stabilità e crescita, la riforma delle risorse proprie dell'Unione europea e le misure europee per la stabilizzazione finanziaria adottate il 9 maggio scorso. In merito al bilancio 2011, la posizione del Consiglio è quella di ridurre in futuro la dimensione del bilancio Unione europea. Questo orientamento si dovrebbe riflettere sulle prossime prospettive finanziarie che potrebbero registrare un'ulteriore riduzione degli stanziamenti complessivi. Per l'Italia, l'avvio del negoziato sulle prospettive economiche rappresenta un appuntamento fondamentale visto che, in seguito alle possibili riduzioni delle risorse totali, le tensioni tra i diversi paesi dovrebbero tendere ad inasprirsi. Il nuovo Trattato di Lisbona prevede peraltro un maggior coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nella fase di definizione delle nuove prospettive finanziarie.
È stato quindi auspicato un maggior coinvolgimento del Parlamento sul tema al fine di aiutare il Governo a perseguire gli interessi nazionali.
Sul lato del finanziamento del bilancio dell'Unione europea, si registra una forte contrarietà ad introdurre incrementi dell'IVA. Più favorevole appare l'orientamento per l'introduzione di una tassazione ambientale destinata a finanziare specifici interventi che si dovessero rendere necessari.

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È stato poi segnalato che l'orientamento prevalente nella ridefinizione del Patto di stabilità e crescita è quello di superare l'attuale esame ex post dei bilanci dei diversi Paesi membri, affiancandolo ad una valutazione preventiva da parte di tutti gli altri Paesi membri. Si vorrebbe poi introdurre un rafforzamento delle sanzioni per le violazioni del patto di stabilità e crescita che andrebbero dalla sospensione dell'erogazione dei fondi europei, alla limitazione del diritto di voto. Un gruppo di lavoro informale sta lavorando su questi aspetti per l'elaborazione di un documento. Tra le proposte ci sarebbe anche la possibilità di attribuire alla BCE il controllo sui bilanci dei paesi membri, mentre l'orientamento di attribuire tale compito alla Commissione incontra decise resistenze.
Infine, l'ambasciatore ha rilevato che i Parlamenti nazionali potrebbero avere un formidabile ruolo di controllo sull'utilizzo delle risorse europee nei confronti dei ministeri di spesa. Si tratterebbe di una tipologia di controllo che non viene svolta in ambito governativo e che sarebbe invece auspicabile per rendere più efficiente l'utilizzo delle risorse europee, soprattutto in determinati e strategici settori, come ad esempio ricerca e sviluppo.

3. Introduzione del presidente Lamassoure.

Il presidente Lamassoure ha ricordato come il Trattato di Lisbona abbia rafforzato il ruolo del Parlamento europeo nelle negoziazioni per il bilancio attribuendo ad esso un potere di impugnare decisioni che contrastino con il principio di sussidiarietà.
Poi ha rilevato come su molti campi sia necessario rafforzare il coordinamento tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali individuando nuove soluzioni non specificamente indicate nel Trattato.
Passando al tema della crisi, ha rilevato come la speculazione non sia la causa principale ma il riflesso di un problema più profondo. È il fallimento del modello economico di un Europa allargata che ha creato, in definitiva, tre gruppi di Paesi: quelli come la Grecia, che hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi, peraltro con conti pubblici risultati non attendibili, e che hanno ricevuto generosi trasferimenti dal bilancio dell'Unione europea; Stati come Germania, Francia e Italia, che hanno registrato bassi livelli di crescita; infine Stati, come Irlanda, Spagna e Regno Unito che sono stati considerati primatisti della crescita per molti anni e poi hanno mostrato come il loro modello di sviluppo non fosse sostenibile.
In particolare, la crisi economica, ha dimostrato come Paesi che operano nella stessa area monetaria devono coordinare meglio le proprie politiche di bilancio. L'esperienza ha dimostrato inoltre come i fondi europei nei diversi settori delle politiche pubbliche (istruzione, ricerca sviluppo, coesione) non sono coordinati con le politiche nazionali e quindi non si creano le necessarie sinergie.
Le soluzioni possibili, secondo il presidente Lamassoure sono sostanzialmente due: un maggior coordinamento delle politiche di bilancio a livello europeo, ovvero il coinvolgimento dei Parlamenti sin dalla fase di elaborazione delle politiche di bilancio.
Analogamente alla procedura suggerita dalla Commissione europea ai Governi, il presidente ha avanzato la proposta di organizzare prima una riunione annuale del Parlamento europeo con i diversi Parlamenti nazionali per esaminare le priorità dei bilanci nazionali. In un secondo momento, i singoli Parlamenti potrebbero continuare il dibattito al proprio interno. Il confronto tra i vari Paesi avrebbe il vantaggio di condividere le previsioni macroeconomiche a livello europeo. Tale sede consentirebbe peraltro di verificare se le scelte di politica economica contenute nelle manovre annuali siano coerenti con le scelte di bilancio dell'Unione europea. Ciò potrebbe consentire di creare sinergie per favorire la crescita economica. Il problema connesso a tale iniziativa potrebbe tuttavia essere rappresentato dalla diversa tempistica delle procedure di bilancio nei singoli Paesi membri.

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Infine, il presidente Lamassoure ha messo in rilievo come il fallimento della Strategia di Lisbona sia stato dovuto anche al fatto che, a fronte degli obiettivi ivi indicati, il bilancio europeo non ha mai previsto un ammontare di risorse adeguato. Anche con il Trattato di Lisbona, il ruolo delle istituzioni europee è stato rafforzato, ma non sono ad esempio aumentate le risorse per l'azione esterna dopo la costituzione di un Ministero degli affari esteri europeo.

4. Lo studio della Deloitte e la relazione dell'on. Sidonia Jedrzejewska.

Nella fase introduttiva della riunione è stato presentato lo studio commissionato alla società di consulenza Deloitte su come creare maggiori sinergie tra i diversi bilanci UE. Dallo studio, basato su 4 paesi membri dell'eurozona (Francia, Belgio, Slovenia e Portogallo) emerge innanzitutto la necessità, dimostrata peraltro dal presente momento di crisi, di un allineamento tra i livelli di spesa dei singoli Paesi europei in alcuni settori (ricerca e sviluppo, istruzione, formazione, etc.), nel rispetto dei vincoli comunitari. Si sottolinea inoltre come vi sia tuttora una discrepanza tra gli obiettivi fissati a Lisbona e le concrete azioni di bilancio.
Si formulano quindi tre raccomandazioni per il futuro:
procedere nella direzione di un allineamento delle categorie di spesa a livello di bilanci nazionali e bilancio UE al fine di migliorare la leggibilità e la trasparenza dell'azione politica e finanziaria. All'uopo, occorrerebbe creare un'analisi aggregata della finanza pubblica europea, realizzare un sistema in grado di poter comparare le spese nazionali e quelle europee e adottare un comune sistema di classificazione COFOG;
legare le decisioni di bilancio nazionali agli sforzi volti al conseguimento degli obiettivi europei;
maggiore coordinamento tra i Parlamenti nazionali e quello europeo attraverso lo sviluppo di sedi ed occasioni di confronto come questa.

L'onorevoleSidonia Jedrzejewska (PPE), relatrice sul mandato per il trilogo relativo al progetto di bilancio 2011, ha quindi sottolineato come, nell'attuale fase, vi sia una difficoltà di finanziamento per molti importanti progetti previsti dagli accordi di Lisbona, con particolare riferimento al bilancio 2011. I margini finanziari delle prospettive economiche sono esauriti e non è chiaro come si riescano a finanziare i nuovi interventi che si renderanno necessari. Ha segnalato che molto spesso le ambizioni europee sono tradite dalla scarsità delle risorse disponibili.
La nuova procedura di approvazione del bilancio, con il superamento dell'attuale sistema delle due letture, dovrebbe consentire una maggiore disciplina ed, al contempo, una maggiore concentrazione sulle priorità. In questo quadro, i Parlamenti nazionali possono svolgere un rilevante ruolo di cerniera tra istituzioni e cittadini europei, diffondendo a livello nazionale i programmi europei.

5. Dibattito.

Nel dibattito è intervenuto il senatore Garavaglia per segnalare alcune difficoltà nel coordinamento delle politiche europee e nazionali: la dimensione limitata del bilancio dell'Unione europea, la logica annuale delle procedure nazionali difformemente dalla logica pluriennale del bilancio dell'Unione europea, l'attenzione al «tasso di ritorno» delle politiche finanziate sul bilancio dell'Unione europea piuttosto che all'impatto delle politiche stesse. Tuttavia, la nuova fase di riduzione delle spese potrebbe rappresentare il contesto giusto per ricercare e realizzare sinergie tra bilancio nazionale e bilancio dell'Unione europea.
A tal riguardo, ha preannunciato l'intenzione di proporre che le Commissioni bilancio di Camera e Senato avviino uno studio sulle sinergie possibili tra bilancio dell'Unione europea e politiche pubbliche nazionali.

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Infine ha dato conto del dibattito svolto in Commissione bilancio al Senato sulla recente crisi, sull'insoddisfacente livello di convergenza delle economie europee e sull'accumulazione, in capo a pochi Stati, di surplus commerciali a compensazione di diffusi deficit della bilancia dei pagamenti dei paesi con minore competitività. In merito al bilancio dell'Unione europea ha rilevato come esso non sia in grado di svolgere una funzione anticongiunturale e non in grado di assorbire i «rischi fiscali» costringendo i paesi ad intervenire per il salvataggio dei paesi più colpiti dalla crisi.
Ha quindi aderito alla proposta del presidente Lamassoure rilevando l'importanza di coinvolgere i Parlamenti nazionali su questi temi.
Nel dibattito seguente, è stato espresso un generale consenso sulla proposta dell'onorevole Lamassoure e sull'opportunità di creare maggiori sinergie tra bilancio dell'Unione europea e bilanci nazionali, anche al fine di evitare duplicazioni di spesa. È stato riconosciuto da tutti che finora i diversi livelli istituzionali hanno agito in modo separato. Qualche rappresentante ha sottolineato l'esigenza di maggiore trasparenza dei bilanci e della compatibilità e comparabilità delle previsioni macroeconomiche. Il maggior coinvolgimento dei Parlamenti nazionali è stato rilevato da molti come lo strumento per garantire un maggior coinvolgimento dei cittadini europei.
Il rappresentante dell'Assemblea nazionale francese ha sottolineato come il binomio tra risanamento e crescita economica non sia stato soddisfacente. Ha rilevato l'importanza di un maggior coinvolgimento dei Parlamenti nazionali per ritrovare soluzioni efficaci per riprendere la crescita nel continente europeo. Il bilancio europeo dovrebbe avere una dimensione maggiore per svolgere una funzione anticongiunturale. Il rappresentante spagnolo ha sottolineato la necessità che il Parlamento europeo ed i Parlamenti nazionali si confrontino sulle priorità al fine di raggiungere un maggior coordinamento, rivendicando la sovranità nazionale sul bilancio. Il rappresentante svedese, membro del Parlamento europeo, lamenta l'insufficienza del bilancio dell'Unione europea e l'assenza di strumenti in grado di modulare le risorse tra le diverse priorità. Ritiene che maggiori risorse siano individuabili attraverso i cofinanziamenti e tassazione verde. Si dichiara contrario ad una competenza fiscale europea, ma condivide l'opportunità di incrementare le sinergie per migliorare la qualità della spesa. Trasparenza, priorità di spesa e maggiore responsabilizzazione democratica sono i punti più critici da affrontare.
L'onorevole Duilio ha rilevato come la dimensione europea sia l'unica soluzione per gli Stati di superare la crisi attuale. Ritiene necessario un intervento europeo per innalzare la competitività in quest'area economica e riprendere la crescita. Ciò può essere realizzato anche incrementando le risorse europee a condizione che l'Europa diventi un'opportunità per porre fine ai sacrifici. Si è quindi dichiarato favorevole alla proposta di Lamassoure.
Il presidente Giorgetti ha rilevato come l'omogeneità dei criteri di rappresentazione dei bilanci nazionali con quello dell'Unione europea sia lo strumento essenziale per raggiungere un maggior coordinamento delle politiche pubbliche. Ha rilevato come i calendari di attuazione delle decisioni di bilancio tra i vari paesi sia differenziato e come ormai questi si coniughino in modo insufficienti con i tempi delle crisi economiche. Ha quindi concordato comunque sull'opportunità di un confronto tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali e ha sottolineato che i Parlamenti nazionali devono essere lo strumento di diffusione delle politiche europee.

6. Conclusioni.

Dalla riunione è emersa, come bene illustrato anche nella replica conclusiva del presidente Lamassoure, l'esigenza di un maggiore coordinamento nell'azione di bilancio dei Parlamenti nazionali, al fine

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di migliorare l'efficienza nell'allocazione delle risorse, conseguendo risparmi necessari nell'attuale congiuntura e al fine di rafforzare il ruolo dei Parlamenti come interlocutori più vicini alle necessità dei cittadini.
A tale proposito, il presidente Lamassoure ha lanciato la proposta di una Conferenza stabile tra le Commissioni bilancio dell'Unione europea al fine di realizzare l'obiettivo di una discussione europea più ampia sulle priorità di bilancio ed anche per consentire a ciascun parlamento di incidere in maniera più efficace anche sugli impegni che il rispettivo Governo andrà ad assumere in sede europea con riferimento al Patto di stabilità e crescita.
All'uopo, tale nuovo metodo dovrebbe prevedere una sede europea di dibattito per condividere esperienze e fissare le priorità politiche, ed una successiva fase nazionale di discussione e decisione interna.
A tal fine, appare evidente la necessità di una strutturazione più omogenea dei bilanci e una adeguata preparazione tecnica di tali incontri.

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ALLEGATO 2

Norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili. C. 2505 e abb. - A.

PARERE APPROVATO

La V Commissione,
esaminati gli emendamenti 2.102, 3.101 (nuova formulazione), 3.102, 4.101, 4.102 e 5.100 al disegno di legge C. 2505 e abb-A, recante norme in materia di riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili;
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

sull'emendamento 3.102 con la seguente condizione, volta a garantire l'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
al comma 1-ter, dopo le parole: a condizione che la Regione aggiungere le seguenti: , nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio e nel rispetto dei vincoli derivanti dall'applicazione del Patto di stabilità interno,

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti.