CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 maggio 2010
325.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-02662 Nicola Molteni: Vicende occupazionali dell'azienda Sisme di Olgiate Comasco.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Con l'atto parlamentare in discussione, l'onorevole Molteni chiede di conoscere quali iniziative si intendano adottare, nei confronti del gruppo Sisme, per garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali, il mantenimento del sito produttivo di Olgiate e la competitività sul mercato.
La società SISME SPA, presente in Provincia di Como, con unità operative nel Comune di Olgiate Comasco, opera nel settore metalmeccanico e, nello specifico, nella produzione di motori per la ventilazione, motopompe per lavastoviglie, rotostatori per compressori frigoriferi.
Preliminarmente, pare opportuno ricordare che, a seguito di apposito verbale di accordo, siglato il 22 dicembre 2008 con le organizzazioni sindacali presso il Ministero che rappresento, la società sta usufruendo di un periodo di CIGS, di durata biennale, per crisi aziendale per cessazione parziale dell'attività, presso lo stabilimento di Olgiate Comasco (Como).
Con il citato accordo, l'azienda, al fine di salvaguardare l'occupazione, si è impegnata a garantire un'efficace gestione delle eccedenze, attraverso il ricorso alla mobilità volontaria, alla riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori.
Conseguentemente, con decreto del Ministero che rappresento del 17 marzo 2009 è stato approvato il programma di gestione ed è stato concesso il trattamento di CIGS per il periodo 7 gennaio 2009-6 gennaio 2010. È attualmente in corso di emanazione il decreto di concessione della seconda annualità di corresponsione del trattamento di CIGS in scadenza al 6 gennaio 2011.
I lavoratori interessati dall'intervento del trattamento di integrazione salariale sono complessivamente n. 170 su 799 dipendenti.
In attuazione del predetto piano, le cessazioni di lavoro sono state ad oggi 88 di cui 8 per dimissioni, 69 per mobilità, 2 per scadenza dei contratti a termine, 5 per adesione ad attività formative e 4 per pensionamento.
Allo stato attuale, premesso che non sembra compromessa la presenza dell'insediamento industriale in Olgiate Comasco, le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno prospettato ad Azienda e Confindustria, al termine della CIGS ed ai fini di salvaguardia dei livelli occupazionali, il possibile ricorso ai contratti di solidarietà, articolo 1 legge 863/1984, cioè la riduzione condivisa dell'orario di lavoro e della retribuzione, con integrazione economica a carico del fondo CIGS.
Resta inteso, in conclusione, che al termine del periodo di CIGS autorizzato, questo Ministero si rende disponibile ad esaminare le eventuali situazioni di criticità che dovessero determinarsi e ad individuare ogni possibile soluzione diretta a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie.

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ALLEGATO 2

5-02698 Madia: Situazione occupazionale dell'azienda Videocon di Anagni.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

La grave situazione della Videocon, società controllata da una delle maggiori multinazionali indiane, con 1300 dipendenti nello stabilimento di Anagni, è stata più volte oggetto di atti ispettivi proprio in considerazione del forte impatto occupazionale che tale vicenda ha sull'intero territorio della provincia di Frosinone e per le rilevanti conseguenze sull'indotto.
Al fine, quindi, di delineare, in questa sede, un panorama aggiornato della complessa vicenda, sono state acquisite notizie presso i competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento, della Regione e del Ministero dello Sviluppo economico, che più da vicino segue la situazione societaria, con le seguenti risultanze.
In particolare il predetto Ministero, presso il quale è aperto, da oltre un anno un tavolo, ha comunicato che, dopo mesi di forte preoccupazione, è stato recentemente sottoscritto, tra la società in questione e il gruppo industriale arabo-canadese SSIM, un Accordo di esclusiva (Memorandum of Understanding) e sono stati avviati conseguentemente i negoziati per giungere il più rapidamente possibile alla vendita del complesso aziendale.
Il MSE ha reso noto di aver comunque sollecitato i futuri acquirenti ad anticipare l'avvio delle attività anche ricorrendo, in modo transitorio, all'affitto dei rami che consentirebbero la ricollocazione parziale ma immediata di 100 lavoratori.
Presso il Ministero dello sviluppo economico, lo scorso 10 maggio, si e tenuto il primo incontro per a presentazione del gruppo arabo-canadese SSIM; in quella sede i vertici della SSIM hanno illustrato, alla presenza delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali, le linee generali del piano industriale che sarà oggetto, a partire dalle prossime settimane, di approfondimenti con le parti sociali.
Premesso che, ad oggi, le Parti sociali non hanno richiesto alcun incontro presso l'Amministrazione che rappresento per l'esame della situazione occupazionale, né è pervenuta alcuna altra segnalazione al riguardo, sono sicuramente in grado di assicurare che il Governo continuerà a seguire con attenzione questa delicata situazione aziendale nell'intento di individuare, nel più breve tempo; soluzioni che consentano la ripresa delle attività produttive, salvaguardando l'importante patrimonio di competenze presente nel complesso di Anagni, e il reimpiego dei 1300 lavoratori.
In questo senso i rappresentanti del MSE hanno invitato i vertici della SSIM ad accelerare il più possibile l'avviato iter negoziale.

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ALLEGATO 3

5-02843 Di Biagio: Occupazione dei lavoratori italiani impiegati nel settore dell'editoria all'estero.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Di Biagio inerente la salvaguardia dei contributi a sostegno delle realtà editoriali italiane oltre confine, passo ad illustrare quanto reso noto dal Dipartimento per l'informazione e l'Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento.
Come ricordato dall'interrogante, l'articolo 10-sexies della legge 26 febbraio 2010, n. 25, che ha convertito in legge il decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 196 (cosiddetto milleproroghe), ha ridotto, per l'anno 2009, le provvidenze all'editoria relativamente alle imprese editrici di testate quotidiane e periodiche, edite e diffuse all'estero, nella misura del 50 per cento del contributo calcolato per ciascuna impresa.
La decisione parlamentare di rispettare il vincolo di copertura della spesa anche attraverso una riduzione dei contributi in favore dei quotidiani diffusi e editi all'estero è stata assunta, probabilmente, a seguito di una valutazione delle priorità, che ha tenuto conto dei fattori di crisi che attualmente rendono difficile la sopravvivenza delle imprese del settore operanti sul territorio nazionale, imprese che impiegano risorse umane, strumentali e materie prime più strettamente connesse all'economia del Paese.
Per quanto riguarda la problematica occupazionale, faccio presente che i trattamenti di sostegno ai reddito, previsti dalla legislazione vigente, si riferiscono a lavoratori che hanno una posizione contributiva ed assicurativa aperta presso gli istituti previdenziali italiani. Pertanto, per i lavoratori dipendenti da realtà editoriali operanti fuori del territorio italiano, risulta necessario verificare, in via preliminare, tale posizione, al fine del riconoscimento dei trattamenti di integrazione salariale per sospensione, riduzione ovvero cessazione dal lavoro.
Da ultimo, informo che il Governo, sensibile alla situazione di difficoltà rappresentata dall'interrogante, è orientato ad affrontare il prospettato problema nell'ambito degli Stati Generali dell'editoria, programmati a breve, dai quali scaturiranno e linee guida per una razionale riforma del settore e per la scelta di eventuali interventi mirati a sostegno di settori in crisi.

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ALLEGATO 4

5-02853 Gatti: Dati sull'utilizzo dei voucher nei diversi settori lavorativi.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Passo ad illustrare l'atto ispettivo dell'onorevole Gatti, sulla base degli elementi informativi acquisiti presso i competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento, nonché di quelli forniti dall'INPS e dall'INAIL.
Preliminarmente pare opportuno ricordare che l'istituto del lavoro occasionale di tipo accessorio è stato introdotto nel nostro ordinamento al fine di ricondurre in ambito di diritto determinate prestazioni di lavoro che altrimenti rischierebbero di rimanere totalmente sommerse. Ciò, in particolare, attraverso il sistema dei voucher che consente la massima semplificazione degli obblighi retributivi e contributivi connessi alla prestazione lavorativa.
L'istituto in parola consente al committente di poter beneficiare di prestazioni lavorative nella completa legalità, con copertura assicurativa INAIL per eventuali incidenti sul lavoro, senza rischiare vertenze sulla natura della prestazione e senza dover stipulare alcun tipo di contratto formalizzato.
Consente al lavoratore, altresì, di poter integrare le sue entrate attraverso prestazioni occasionali, il cui compenso, esente da ogni imposizione fiscale, dà diritto all'accantonamento previdenziale presso l'INPS e alla copertura assicurativa presso l'INAIL ed è totalmente cumulabile con i trattamenti pensionistici.
La disciplina in tema di lavoro occasionale accessorio, contenuta negli articoli 70-73 del decreto legislativo 276/2003, è stata successivamente modificata da diversi interventi normativi che ne hanno progressivamente ampliato il campo di applicazione sotto il profilo delle attività, dei settori di intervento e dei destinatari.
Ciò ha comportato la trasformazione del lavoro accessorio in uno strumento flessibile di politica attiva del lavoro e di emersione del lavoro nero.
Tanto premesso, sono in grado di informare, sulla base dell'analisi dei dati gestionali forniti dall'INPS, che i prestatori assicurati tramite lo strumento dei voucher, nei primi mesi del corrente anno, ammontano a 80.944, con una netta prevalenza degli uomini: 55.901 (uomini) contro 25.043 (donne).
La ripartizione per classi di età evidenzia una concentrazione maggiore nel gruppo dei lavoratori maturi: il 31,7 per cento è stato utilizzato per pagare servizi effettuati da prestatori con più di 65 anni di età, il 19,7 per cento con età compresa tra 60 e 65 anni.
Per le altre classi di età si riscontra una equa distribuzione, che vede il 26,7 per cento dei 25-59enni e il 21,9 per cento con meno di 25 anni. In media ogni prestatore ha effettuato 1,6 prestazioni.
Per quanto riguarda i settori di utilizzo, si annota l'utilizzo ancora considerevole nell'ambito delle attività agricole, in cui si concentra il 48 per cento del totale dei voucher venduti, seguito dall'ambito delle manifestazioni sportive, fieristiche, culturali e dei lavori di emergenza e solidarietà (15 per cento), dalle prestazioni effettuate dai soggetti cosiddetti «trasversali» (studenti, pensionati, percettori di prestazioni a sostegno del reddito e personale part time) in altri settori di attività (12 per cento) e dal commercio (9 per cento).

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Dalla distribuzione percentuale di prestatori, da cui risulta una prevalenza di pensionati (ultrasessantenni) e giovani (in gran parte studenti), e dall'importo medio riscosso per prestatore, rilevato a gennaio 2010, pari a circa 530 euro (in dettaglio 250 euro per prestatore impiegato con il sistema «cartaceo» e circa 820 euro per prestatore impiegato con il sistema telematico, preferito dai «grandi» committenti, come le associazioni di categoria, per le prestazioni ripetute), si rileva un ricorso al sistema dei voucher congruente con le finalità delle indicazioni normative.
Da una prima analisi degli effetti che l'introduzione dei voucher ha avuto nell'ambito dei settori produttivi più interessati dall'impiego degli stessi, con riferimento in particolare al settore agricolo, si osserva che dall'esame degli importi dei contributi tariffati dall'Istituto previdenziale e pagati dalle aziende agricole per gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato, relativamente ai primi due trimestri dell'anno 2009 a confronto con i primi due trimestri dell'anno 2008, non si rilevano elementi che evidenzino una destrutturazione dei rapporti di lavoro in agricoltura, in quanto non risulta una sostanziale diminuzione degli importi contributivi.
Inoltre, dal confronto tra i prestatori impiegati con in voucher e gli iscritti nelle gestioni dell'Istituto emerge che circa il 75 per cento dei prestatori risulta già titolare di una posizione assicurativa. La maggioranza risulta iscritta nella gestione del fondo lavoratori dipendenti (per cui si può ragionevolmente presumere che si tratti di soggetti in cassa integrazione o mobilità e titolari di disoccupazione), circa un terzo risulta iscritto come lavoratore agricolo mentre quote più contenute si riferiscono al settore del lavoro autonomo o domestico.
Il 25 per cento dei prestatori assicurati per la prima volta all'INPS tramite i voucher è composto per la maggioranza da giovani sotto i 25 anni e da soggetti con più di 60 anni, che rappresentano le categorie «elettive» dei prestatori.
In ogni caso faccio presente che un'analisi più dettagliata, anche Regione per Regione, dei dati richiesti dall'interrogante potrà essere idoneamente fornita allorquando entrerà a regime il coordinamento informativo tra INPS ed INAIL, avente ad oggetto i dati relativi al lavoro accessorio, in attuazione del disposto di cui all'articolo 73 del decreto legislativo 276/2003.
Tengo comunque a precisare che eventuali monitoraggi volti a confrontare sotto il profilo statistico, in determinati settori di attività e in ambito regionale, l'eventuale andamento riduttivo dei contratti di lavoro subordinato con il trend di sviluppo del lavoro occasionale sarebbero poco significativi, essendo comunque riferiti a fenomeni che, sebbene compatibili, presentano caratteristiche diverse sotto il profilo dei destinatari, della tipologia dei committenti e delle modalità di svolgimento delle prestazioni.