CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 maggio 2010
320.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-02820 Livia Turco e Miotto: Decesso di una bambina nigeriana presso l'ospedale di Cernusco sul Naviglio.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito alla vicenda segnalata nell'atto ispettivo in esame, si espongono di seguito le indicazioni fornite dall'Azienda Ospedaliera-Ospedale di Circolo di Melegnano, per il tramite dell'Assessore alla Sanità della Regione Lombardia.
La bambina è stata visitata alle ore 0,39 del 3 marzo 2010 presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale di Cernusco sul Naviglio con le modalità consuete: auscultazione del reperto toracico e cardiaco, palpazione dell'addome e degli organi ipocondriaci, valutazione del cavo orale e delle mucose; tali manovre sono state eseguite in presenza della madre.
Non è stata posta indicazione al ricovero, tenuto conto delle buone condizioni generali e dell'esordio recente dei sintomi (due episodi di vomito da circa un'ora, in completo benessere), ed è prescritta terapia domiciliare.
Alle ore 2,00 si verifica un nuovo accesso in Pronto Soccorso, a causa della persistenza dei sintomi, ed in tale occasione l'indicazione al ricovero ospedaliero si basa sulla reiterazione di richiesta di assistenza ospedaliera da parte dei genitori in conseguenza della persistenza dei sintomi e non è legata alla gravità del quadro clinico; vengono confermati alcuni dati già rilevati in occasione del primo accesso: stato nutrizionale buono (peso iniziale 9,134 kg), assenza di febbre, sensorio integro.
Quanto alle fasi di accettazione della bimba, l'Assessorato ha sottolineato che in nessun modo l'accesso è stato ostacolato o ritardato e non è stata posta alcuna pregiudiziale rispetto alla regolarità della tessera sanitaria, come rilevato anche dal Comitato di Valutazione Codice Etico Comportamentale della stessa Azienda.
Peraltro, anche l'intervento dei Carabinieri, chiamati dal personale del Pronto Soccorso per l'atteggiamento particolarmente agitato del padre, non ha influito in alcun modo sulla opportunità o meno del ricovero.
Infatti, la presa in carico della bambina, presso il reparto di degenza, è stata determinata dalla valutazione dei parametri auxologici (peso, altezza eccetera) e clinici, dall'esecuzione dei primi accertamenti laboratoristici e dalla terapia antivomito specifica, associata a iniziale assunzione di soluzione reidratante per os, come indicato dai protocolli diagnostico-terapeutici; quindi veniva stesa la cartella sanitaria, in collaborazione con il padre.
Dal termine di queste manovre (alle ore 3,00 circa) fino alle ore 8,00, quando venivano completatigli accertamenti laboratoristici, la bambina riposava tranquilla, non venivano più segnalati episodi di vomito, non comparivano nuovi sintomi clinici rilevanti.
Veniva quindi eseguita una visita medica alle ore 9,00 circa, con la conferma del buono stato di salute della bambina, che permetteva di riprendere l'alimentazione per bocca con dieta leggera, oltre a continuare la soluzione reidratante per os.
Nel pomeriggio del 3 marzo 2010 non erano segnalati dalla madre né dal personale

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infermieristico episodi di vomito, ma comparivano alcune scariche diarroiche, per cui venivano raccolte le feci per coprocultura.
Il giorno seguente era rilevato un calo ponderale pari al 7,7 per cento del peso iniziale (8,430 kg - disidratazione media); non era ancora richiesta una reidratazione parenterale, anche in considerazione del fatto dell'assenza di vomito.
Nel pomeriggio si verificava un deterioramento delle condizioni generali: in serata veniva avviata una terapia reidratante parenterale e venivano richiesti esami di controllo.
In serata iniziava altresì un più stretto controllo clinico tramite un apparecchio dotato di saturimetro, ma, in considerazione della persistente adeguatezza dei valori di ossimetria, alle 5,15 del 5 marzo lo stesso veniva rimosso.
Alle 5,30, a seguito di un controllo infermieristico i cui esiti, erano nella norma, emergeva che la bambina riposava tranquillamente.
Alle 6,05, ad un ulteriore controllo del pediatra, si constatava una asistolia non preceduta da alcuna sintomatologia di rilievo, e venivano immediatamente attivate le manovre rianimatorie con l'intervento dell'anestesista rianimatore di turno: alle 6,55 si constatava il decesso per arresto cardiocircolatorio.
Sono stati attivati subito i procedimenti di verifica interni da parte del risk manager (Root Cause Analysis) e del responsabile della qualità (audit clinico) ed è stato richiesto un riscontro autoptico.
Si precisa al riguardo che l'Azienda Ospedaliera interessata riferisce che «non è in possesso del referto autoptico essendo stata l'autopsia eseguita per disposizione dell'Autorità Giudiziaria».
In merito alla assistenza sanitaria per gli extracomunitari, preciso che il diritto all'assistenza sanitaria viene regolato dagli articoli 34 e 35 del Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
Per gli stranieri non in regola con la normativa riguardante l'ingresso ed il soggiorno nel nostro Paese, sono erogate le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti e/o essenziali, anche continuative, per malattie e infortunio, nonché gli interventi di medicina preventiva e le conseguenti prestazioni di cura (tutela gravidanza e maternità, vaccinazioni, interventi di profilassi, cura e diagnosi delle malattie infettive).
Per quanto riguarda, nello specifico, i minori extracomunitari, il citato decreto legislativo n. 286/1998 ed il relativo Regolamento di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394) prevedono l'iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per i minori extracomunitari, nei seguenti casi:
in quanto familiare a carico di un cittadino straniero regolarmente soggiornante in Italia per uno dei motivi individuati;
in quanto nati in Italia da cittadini stranieri iscritti al SSN;
in quanto soggetto alle disposizioni di carattere umanitario e alle disposizioni riguardanti il diritto all'unità familiare e tutela dei minori;
in quanto minore nato in Italia, a cui è stato rilasciato il permesso di soggiorno per motivi di cura unitamente al genitore: fattispecie nella quale il minore ottiene l'iscrizione nell'elenco dei pediatri di libera scelta per una durata di sei mesi.

Per i minori irregolari, il Servizio Sanitario Nazionale, ai sensi dell'articolo 35, comma 3, del decreto legislativo n. 286/98, garantisce espressamente la tutela della salute del minore in esecuzione della Convenzione dei diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva ai sensi della Legge 27 maggio 1991, n. 176.
Ai sensi dell'articolo 35, comma 6, del decreto legislativo n. 286/98 e in base a quanto esplicitato nella circolare del Ministero della Sanità n. 5 del 24 Marzo 2000, la tutela della salute dei minori

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extracomunitari irregolari rientra tra le prestazioni a carico del Fondo Sanitario Nazionale.
Ai minori stranieri irregolarmente presenti, dopo i primi sei mesi di vita, pur privi dell'iscrizione al SSN e quindi del pediatra, è garantita, ai sensi dell'articolo 35, comma 3, del decreto legislativo n.286/98, l'assistenza sanitaria tramite le strutture ospedaliere di pronto soccorso o secondo le modalità stabilite da appositi accordi regionali, eventualmente in collaborazione con organismi di volontariato aventi specifica esperienza.

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ALLEGATO 2

5-02819 Barani: Istituzione del Registro nazionale dei tumori.

TESTO DELLA RISPOSTA

In via preliminare, ringrazio gli onorevoli che hanno sollevato una tematica di particolare interesse per il Ministero.
Fornisco prima alcune considerazioni di carattere generale.
I registri sanitari fanno capo a due principali tipologie che si differenziano per finalità, modalità di tenuta e di informazioni da registrare:
1. I registri di casistica finalizzati prevalentemente alla valutazione di efficacia degli interventi sanitari, registrano tutti i casi di soggetti portatori di una determinata patologia che afferiscono alla rete delle strutture sanitarie aderenti allo specifico registro, indipendentemente dalla provenienza territoriale dei pazienti. Tali registri sono meno complessi da organizzare ma non danno, in linea generale, informazioni sulla epidemiologia ed etiologia delle patologie studiate.
2. I registri di popolazione, registrano, per un determinato territorio, tutti i casi relativi ai residenti indipendentemente dal luogo di trattamento. Tali registri richiedono un maggior impegno organizzativo e sono finalizzati a fornire informazioni sulle modifiche epidemiologiche (incidenza, prevalenza, mortalità generale e specifica per la patologia studiata) e sullo studio di fattori di rischio (etiologia). Tali tipi di registro richiedono la ricerca attiva di tutti i casi già presenti e in trattamento (prevalenza) e di tutti i nuovi casi (incidenza) per singolo anno, attraverso un incrocio delle diverse fonti informative. In questo tipo di attività di registro è necessario che tutti i casi siano rintracciati e registrati con un notevole sforzo organizzativo, per cui è preferibile «coprire» territori più limitati senza lasciarsi sfuggire casi, anziché coinvolgere territori più ampi ma in maniera incompleta.

Da quanto sopra esposto appare evidente che i differenti registri richiedono approcci diversificati.
Un secondo elemento generale che è utile richiamare, riguarda il fatto che rispetto agli anni in cui hanno cominciato a strutturarsi le più importanti e qualificate esperienze di registri tumori in Italia (anni 70-80), è fortemente cresciuta, nel nostro Paese, la sensibilità sul rispetto dei dati personali e si è consolidata un'importante normativa in tema di tutela dei dati sensibili.
Nel merito dei quesiti posti si comunica che il Ministro della Salute intende inserire in un prossimo disegno di legge di iniziativa governativa una norma, che risponde alle esigenze di sanità pubblica, oltre che alle sollecitazioni che provengono dall'interrogazione in esame; si deposita presso la segreteria della Commissione la bozza di articolato. Tale norma affronta in maniera organica la tematica dei registri sanitari nel nostro Paese, con riferimento anche a quello per i tumori.
Nell'attivare la norma in esame sarà valutato:
il rapporto costo-beneficio per ciascun tipo di registro da attivare, tenendo

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ovviamente conto anche degli impatti economico-finanziari connessi;
il confronto con l'Autorità garante per la protezione dei dati personali in merito alle misure tecniche finalizzate alla tutela dei dati sensibili.

Da ultimo, senza alcuna nota di polemica, segnalo che il Ministero guarda con favore anche ad ogni iniziativa di natura parlamentare che potrà essere avviata a sostegno della tematica in esame.

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ALLEGATO 3

5-02751 Pedoto: Istituzione del registro nazionale dei tumori

TESTO DELLA RISPOSTA

In via prelimiare, ringrazio l'Onorevole interrogante che hanno sollevato una tematica di particolare interesse per il Ministero.
Fornisco prima alcune considerazioni di carattere generale.
I registri sanitari fanno capo a due principali tipologie che si differenziano per finalità, modalità di tenuta e di informazioni da registrare:
1. 1 registri di casistica finalizzati prevalentemente alla valutazione di efficacia degli interventi sanitari, registrano tutti i casi di soggetti portatori di una determinata patologia che afferiscono alla rete delle strutture sanitarie aderenti allo specifico registro, indipendentemente dalla provenienza territoriale dei pazienti. Tali registri sono meno complessi da organizzare ma non danno, in linea generale, informazioni sulla epidemiologia ed enologia delle patologie studiate.
2. I registri di popolazione, registrano, per un determinato territorio, tutti i casi relativi ai residenti indipendentemente dal luogo di trattamento. Tali registri richiedono un maggior impegno organizzativo e sono finalizzati a fornire informazioni sulle modifiche epidemiologiche (incidenza, prevalenza, mortalità generale e specifica per la patologia studiata) e sullo studio di fattori di rischio (enologia). Tali tipi di registro richiedono la ricerca attiva di tutti i casi già presenti e in trattamento (prevalenza) e di tutti ì nuovi casi (incidenza) per singolo anno, attraverso un incrocio delle diverse fonti informative. In questo tipo di attività di registro è necessario che tutti i casi siano rintracciati e registrati con un notevole sforzo organizzativo, per cui è preferibile «coprire» territori più limitati senza lasciarsi sfuggire casi, anziché coinvolgere territori più ampi ma in maniera incompleta.

Da quanto sopra esposto appare evidente che i differenti registri richiedono approcci diversificati.
Un secondo elemento generale che è utile richiamare, riguarda il fatto che rispetto agli anni in cui hanno cominciato a strutturarsi le più importanti e qualificate esperienze di registri tumori in Italia (anni 70-80), è fortemente cresciuta, nel nostro Paese, la sensibilità sul rispetto dei dati personali e si è consolidata un'importante normativa in tema di tutela dei dati sensibili.
Nel merito dei quesiti posti si comunica che, il Ministro della Salute intende inserire in un prossimo disegno di legge di iniziativa governativa una norma, che risponde alle esigenze di sanità pubblica oltre che alle sollecitazioni che provengono dall'interrogazione in esame; si deposita presso la segreteria della Commissione la bozza di articolato. Tale norma affronta in maniera organica la tematica dei registri sanitari nel nostro Paese, con riferimento anche a quello per i tumori.
Nell'attivare la norma in esame sarà valutato:
il rapporto costo-beneficio per ciascun tipo di registro da attivare, tenendo

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ovviamente conto anche degli impatti economico-finanziari connessi;
il confronto con l'Autorità garante per la protezione dei dati personali in merito alle misure tecniche finalizzate alla tutela dei dati sensibili.

Da ultimo, senza alcuna nota di polemica, segnalo che il Ministero guarda con favore anche ad ogni iniziativa di natura parlamentare che potrà essere avviata a sostegno della tematica in esame.

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ALLEGATO 4

5-02503 Mancuso: Campagne informative per la tutela degli animali d'affezione.

TESTO DELLA RISPOSTA

Preliminarmente, preciso che il Ministero della Salute, negli ultimi anni, ha svolto attività di informazione e sensibilizzazione presso la popolazione per tutelare il benessere degli animali da compagnia o da affezione favorendone la convivenza con l'uomo e condannando il loro maltrattamento.
In quest'ambito si inserisce la campagna di comunicazione realizzata nell'anno 2009 contro l'abbandono degli animali d'affezione «Tu di che razza sei? Umana o disumana» finalizzata a sensibilizzare la popolazione contro questo gesto incivile per la quale sono stati realizzati: uno spot TV di 30 (trasmesso sulle reti RAI), affissioni sugli impianti nelle principali strade extraurbane, autostrade, autogrill, stazioni di servizio e impianti nelle grandi città; spazi di informazione on line sul sito del Ministero.
In collaborazione con l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sono stati coinvolti i Comuni italiani con affissioni locali.
Per quanto riguarda il 2010, è in fase di definizione uno spot contro la tratta illegale dei cuccioli di cane, che verrà diffuso attraverso le emittenti televisive pubbliche.
Questa iniziativa verrà realizzata in collaborazione con il Ministero degli Esteri.
Per quanto riguarda le dichiarazioni rilasciate dal giornalista Beppe Bigazzi durante la trasmissione televisiva «la prova del cuoco», che hanno suscitato sentimento di sdegno in numerosi cittadini e nelle Associazioni di protezione animalista, nella mia veste di Sottosegretario di Stato, mi sono fatta portavoce dell'indignazione collettiva, ho dichiarato pubblicamente che i gatti, come tutti gli animali da affezione, sono tutelati dalla Legge 14 agosto 1991, n. 281, che favorisce la convivenza con l'uomo e condanna il loro maltrattamento, prevedendo la loro soppressione, in modo eutanasico, solo se gravemente malati o incurabili.
Sottolineo, inoltre, la gravità del fatto in quanto le dichiarazioni del giornalista sono state pronunciate durante una trasmissione del servizio pubblico molto seguita e in una fascia oraria protetta ed è opportuna, quindi, la decisione dell'Azienda di sospendere l'autore di tale comportamento, infatti sussiste il rischio che affermazioni simili possano essere oggetto di emulazione, configurando il reato di istigazione a compiere un atto vietato e perseguibile, come quello del maltrattamento animale (articolo 544-ter Codice Penale).

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ALLEGATO 5

5-02720 Mancuso: Ispezione presso lo zoo sito nel comune di Terrasini in provincia di Palermo.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito a quanto richiesto dagli On.li interroganti, si precisa che la struttura «Zoo fattoria», di Terrasini (PA), la cui chiusura al pubblico risale al 1995, è stata già sottoposta a controllo da parte del Comando Carabinieri per la tutela della salute, N.A.S. di Palermo, in data 24 settembre 2009.
Questo Ministero, tuttavia, a seguito del servizio mandato in onda il 5 aprile 2010 durante la trasmissione televisiva «Striscia la notizia», ha ritenuto opportuno richiedere alla ASL territorialmente competente un aggiornamento in merito allo stato di salute e benessere degli animali ancora presenti e una relazione sulle operazioni effettuate fino ad oggi nella struttura Zoo di Terrasini e, più in particolare, sui provvedimenti intrapresi per il definitivo trasferimento in strutture più idonee, anche al fine di evidenziare e risolvere eventuali casi di maltrattamento.
Ciò al fine di poter valutare la necessità di effettuare un sopralluogo a cura di ispettori ministeriali congiuntamente con i Carabinieri N.A.S.
Contemporaneamente, stante la competenza del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si è provveduto a segnalare allo stesso Ministero il fatto che la struttura, nonostante non abbia la licenza di giardino zoologico ai sensi del decreto legislativo 21 marzo 2005, n. 73, né ne abbia fatto richiesta, continua a ricevere visitatori. Nel frattempo, è stata acquisita una dettagliata nota dalla Prefettura di Palermo, da cui, tra l'altro, si evince quanto segue.
In data 11 settembre 2009, l'ASP - Distretto Veterinario di Palermo, ha effettuato un'ispezione presso la struttura, chiusa al pubblico, e riscontrato che gli animali ivi ospitati si presentavano in buone condizioni di salute, in buono strato di nutrizione e non presentavano segni o sintomi riferibili a malattie infettive o diffusive.
È stato inoltre effettuato il controllo dell'idoneità delle gabbie dove sono ospitati gli animali, nonché la verifica degli scarichi e dei liquami.
Il 13 novembre 2009, il Corpo Forestale - Servizio CITES di Palermo, ha effettuato un sopralluogo congiunto con l'ASP - Distretto Veterinario di Carini, presso la struttura «Zoo Fattoria», constatando che lo stato di salute degli animali era buono così come lo stato di nutrizione e che non si rilevavano segni di malattie infettive o diffusive in atto; è stato, inoltre, informato il Sindaco di Terrasini in merito alla necessità di effettuare una perizia tecnica per constatare la sicurezza e la staticità delle gabbie, che ospitavano esemplari di specie pericolose per la salute e (incolumità pubblica, poiché le stesse presentavano evidenti segni di corrosione e varie giunture e riparazioni.
Il 26 marzo 2010, il Nucleo Operativo Regionale del Corpo Forestale di Palermo ha effettuato un sopralluogo congiunto con l'A.S.P. - Distretto Veterinario di Carini presso la struttura «Zoo Fattoria», rilevando la presenza di 2 pantere, 2 leopardi, 1 orso bruno, 1 tigre e 3 pavoni, il cui stato dì salute era buono e non presentavano segni o sintomi di malattie infettive o diffusive in atto. Inoltre, le condizioni

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igieniche delle gabbie risultavano buone e lo spazio a disposizione degli animali sufficiente alla loro permanenza.
Il 5 aprile 2010, militari della Stazione Carabinieri di Terrasini, congiuntamente a personale dell'A.S.P. Palermo - Dipartimento di Prevenzione Veterinario di Carini, si sono recati presso la struttura «Zoo Fattoria», per accertare i presunti maltrattamenti di animali segnalati nel servizio televisivo trasmesso la sera precedente nel corso di un servizio andato in onda su Canale 5 all'interno del programma «Striscia la Notizia». La verifica condotta sul posto ha evidenziato che gli animali si trovavano nello stesso stato documentato in esito ai controllo effettuato in data 26 marzo 2010.
Dalla verifica attuata lo scorso 5 aprile, la stessa Prefettura precisa che sebbene durante i controlli effettuati il 26 marzo 2010 fosse presente personale di «Striscia la Notizia», le immagini trasmesse nel corso della trasmissione del 4 aprile scorso non erano state riprese in quel giorno, ma risalivano all'estate dell'anno precedente (2009).
La Prefettura sottolinea che, dalle informazioni acquisite, risulta che tutti gli animali presenti nella struttura vengono curati ed alimentati e che gli esemplari di specie pericolose verranno, a breve, trasportati presso il «Parco Faunistico Valcorba» di Stroppare di Fozzonovo (PD).