CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 marzo 2010
292.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Ratifica ed esecuzione della Dichiarazione di intenti tra i Ministri della difesa di Francia, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna relativa alla creazione di una Forza di gendarmeria europea, con Allegati, firmata a Noordwijk il 17 settembre 2004, e del Trattato tra il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica portoghese per l'istituzione della Forza di gendarmeria europea, EUROGENDFOR, firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 (C. 3083 Governo).

PARERE APPROVATO

La VIII Commissione,
esaminato il disegno di legge n. 3083, recante «Ratifica ed esecuzione della Dichiarazione di intenti tra i Ministri della difesa di Francia, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna relativa alla creazione di una Forza di gendarmeria europea, con Allegati, firmata a Noordwijk il 17 settembre 2004, e del Trattato tra il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica portoghese per l'istituzione della Forza di gendarmeria europea, EUROGENDFOR, firmato a Velsen il 18 ottobre 2007»;
rilevata l'inopportunità della copertura degli oneri conseguenti a provvedimenti di ratifica mediante corrispondente riduzione della spesa già autorizzata per l'attuazione della Convenzione ONU sulla lotta contro la desertificazione;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 2

Legge quadro per lo spettacolo dal vivo. (Testo unificato C. 136 Carlucci, C. 459 Ciocchetti, C. 769 Carlucci, C. 1156 Ceccacci Rubino, C. 1183 De Biasi, C. 1564 Giammanco, C. 1480 Zamparutti, C. 1610 Zazzera, C. 1849 Rampelli, C. 1935 Caparini, e C. 2280 Goisis).

PARERE APPROVATO

La VIII Commissione,
esaminato il testo unificato delle proposte di legge n. 136, e abbinate, recante «Legge quadro per lo spettacolo dal vivo»;
rilevata l'opportunità di prevedere espressamente nel testo che non sono ammesse deroghe alla normativa urbanistica vigente;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02558 Realacci: Sullo sversamento di petrolio nel fiume Lambro.

Interrogazione n. 5-02562 Rondini: Sullo sversamento di petrolio nel fiume Lambro.

TESTO DELLA RISPOSTA

In ordine alle interrogazioni n. 5-02558 dell'onorevole Realacci ed altri e n. 5-02562 dell'onorevole Rondini ed altri, riguardanti la situazione ambientale, economica e sociale che si è venuta a creare a seguito della fuoriuscita di materiale inquinante dalla raffineria Lombarda Petroli di Villasanta che ha interessato i Fiumi Lambro e Po, nel premettere che sull'argomento ho avuto già modo di riferire, il 25 febbraio 2010 anche in Aula Camera, poiché si tratta di atti aventi ad oggetto la medesima vicenda, risponderò congiuntamente.
Nella giornata di martedì 23 febbraio 2010, si presume intorno alle tre o alle quattro del mattino, ignoti si sono introdotti all'interno del deposito della raffineria Lombarda Petroli di Villasanta ed hanno azionato le pompe idrauliche che vengono normalmente utilizzate per trasferire i prodotti dalle autocisterne, causando la fuoriuscita di circa 2.600 tonnellate di gasolio per autotrazione, riscaldamento e olio combustibile.
Gli idrocarburi, dopo essersi riversati nelle vasche di contenimento e incanalati nel condotto fognario, sono stati convogliati nel depuratore, che si trova tra Monza e San Maurizio al Lambro. Il depuratore è riuscito a filtrare circa 1.250 tonnellate di idrocarburi, circa 300 tonnellate sono state recuperate nel piazzale della Lombarda Petroli, mentre le altre si sono riversate nel fiume Lambro, che attraversa le province di Milano e di Lodi per affluire poi nel Po in provincia di Pavia.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i tecnici dell'ARPA, dell'ASL e dei Vigili del fuoco, oltre che personale dell'Arma dei carabinieri, del Corpo forestale dello Stato, della polizia provinciale e gli interventi diretti a contenere l'emergenza ambientale sono stati seguiti dal centro di coordinamento soccorsi contemporaneamente attivato presso la prefettura di Milano.
Durante la notte tra il 23 e il 24, in coordinamento con le prefetture di Lodi e Piacenza, squadre specializzate hanno provveduto al pompaggio degli idrocarburi e al posizionamento di barriere e materiali oleoassorbenti nei punti ritenuti più idonei a tale attività, in particolare: a Melegnano (in provincia di Milano) e a San Zenone al Lambro (nei pressi di Lodi). Un'ulteriore postazione è stata collocata in provincia di Piacenza, nel punto in cui il Lambro affluisce nel Po. La maggior parte dei liquidi e delle emulsioni aspirate è stata conferita agli impianti della raffineria Eni di Sannazzaro de' Burgondi per il relativo smaltimento.
La prefettura di Milano si è mossa con immediatezza tanto che ancora prima di attivare il centro di coordinamento dei soccorsi, ha provveduto ad allertare le prefetture di tutte le province interessate dal corso dei fiumi Lambro e Po, e nella mattinata del 24 si è riunito il Comitato provinciale per la protezione civile, presieduto

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dal prefetto di Milano, al quale hanno partecipato tutti i tecnici e le autorità competenti.
Nonostante gli sbarramenti realizzati sul fiume Lambro nelle province di Milano e Lodi per impedire il deflusso del materiale inquinante e per recuperano prima che giungesse alla confluenza del Po, per la quantità del materiale immesso e per la forte corrente, non è stato possibile fermare tutta in loco la massa nera che stava avanzando. Quindi parte del materiale ha iniziato a transitare nel tratto del fiume Po. Va dato atto che la regione Emilia-Romagna ha tempestivamente messo a disposizione risorse umane e strumentali per contenere la sostanza oleosa in prossimità del Po.
Anche il prefetto di Piacenza ha convocato una riunione urgente, tenutasi nella mattinata del 24 e proseguita per tutta la giornata, a cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle forze di polizia, dell'AIPO, dell'ARPA, VVFF, polizia municipale, il sindaco di Monticelli d'Ongina, nella quale si è deciso di realizzare da subito analoghi sbarramenti nel territorio della provincia di Piacenza. Esaminato il corso del fiume Po sulla base della sua specifica cartografia, individuate le aree più idonee si è convenuto di realizzare i seguenti sbarramenti da monte a valle: due nel territorio del comune di Calendasco, uno nel territorio del comune di Piacenza, all'altezza dello scalo del II reggimento del Genio Pontieri, uno nel territorio del comune di Caorso, all'altezza della foce del torrente Nure, a protezione anche dell'Isola de Pinedo, e l'ultima nel territorio del comune di Monticelli d'Origina, all'altezza del ponte di Sannazzaro, a monte della diga di Isola Serafini.
Nella serata del 24 si è prontamente fermata l'attività della centrale di Isola Serafini, effettuando lo scarico della portata della parte inferiore delle paratie di sbarramento. Sempre dalle prime ore del 25, quindi, si sono posizionati nei pressi della diga anche ulteriori mantelli assorbenti: la diga, in questo senso, ha funzionato da filtro ulteriore. Nella giornata del 25 si è svolta ulteriore riunione a Piacenza con tutte le autorità, convocata dal Capo della Protezione civile, dottor Bertolaso, dove con la collaborazione dell'Enel, a proposito di Isola Serafini, si è messo in luce l'ottimo impatto della diga per il contenimento della massa oleosa.
Si è deciso di invitare i sindaci, in via precauzionale, ad emanare apposite ordinanze, con le quali vietare il prelievo di acqua superficiale dal fiume Po per qualsiasi utilizzo.
Le Regioni coinvolte hanno richiesto alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Dipartimento della protezione civile la dichiarazione dello stato di emergenza, valutazione condivisa pienamente dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a seguito della verifica in loco della situazione.
Il posizionamento degli sbarramenti, secondo le modalità e le localizzazioni indicate nel verbale della riunione, ha presentato notevoli difficoltà collegate all'ampiezza e alla corrente del fiume, tali che nel territorio del comune di Calendasco non si è riusciti a realizzarli.
Nel territorio del comune di Caorso, in località Roncarolo, è stata posizionata lungo il fiume Po una barriera fisica per trattenere il materiale inquinante ed una barriera assorbente. Nella mattinata del 25 si è anche ultimato il posizionamento della barriera assorbente a protezione dell'isola De Pinedo. Un'altra barriera assorbente è stata collocata nel territorio del comune di Monticelli d'Ongina all'altezza del ponte Sannazzaro.
Oltre a ciò, sono state fornite altre barriere rigide, il cui posizionamento è stato deciso anche in relazione alla possibilità di attivare alcuni oil skimmer, forniti dalla stessa agenzia e da ditte specializzate, per aspirare. A questo proposito, c'è da dire che da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la Guardia costiera-reparto ambientale marino, si è deciso di spostare cinque imbarcazioni che, normalmente, agiscono sull'inquinamento marino e che sono in grado anche di risalire il fiume, dotate di oil skimmer, quindi di aspiratori, per intercettare la

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massa oleosa. Questo in forza del contratto che il Ministero dell'ambiente ha sottoscritto con Castalia per la fornitura di questo genere di servizi.
La regione Emilia-Romagna ha reperito macchinari anche per il prelievo ed il filtraggio delle acque da dislocare in vari punti. Inoltre, si è valutata la predisposizione di uno sbarramento fisso con diverse macchine per il prelievo in corrispondenza del ponte di barche realizzato a Piacenza, a seguito del crollo del ponte sulla via Emilia avvenuto nella scorsa primavera.
I tecnici delle regioni e i rappresentanti delle prefetture di Lodi e Piacenza hanno seguito costantemente con sopralluoghi l'andamento al fine di valutare, soprattutto, la resistenza dello sbarramento alla spinta idrodinamica della corrente e gli sforzi delle squadre tecniche dei vigili del fuoco e dell'ARPA si sono concentrate, per la provincia di Milano, nella messa in sicurezza del sito della raffineria Lombarda Petroli di Villasanta e del depuratore collettore Alto Lambro.
Con lo scopo di evitare che le possibili precipitazioni potessero procurare ulteriori danni per il dilavamento degli argini del Lambro e degli altri corsi ad esso collegati, è stata realizzata un'attenta attività di monitoraggio, tesa all'individuazione dei siti ove collocare ulteriori barriere e paratie mobili.
Si sono attivate campagne di controllo ambientale per scongiurare pericoli per la popolazione, soprattutto in riferimento alle acque destinate al consumo umano e parimenti si sono bloccati i reflussi verso tutti i canali di derivazione utilizzabili per lo scopo irriguo. Tutte queste attività, congiuntamente, hanno di sicuro ridotto notevolmente la propagazione degli inquinanti lungo l'asta del fiume Po.
Dalle ultime notizie, si evince che:
circa 100 tonnellate di idrocarburi sono state recuperate dalle barriere sul Lambro realizzate per l'emergenza;
circa 450 tonnellate sono state recuperate allo sbarramento dell'Isola Serafini;
mentre altro quantitativo non ancora stimabile è stato raccolto in assorbimento dalle Stesse barriere (panne oleoassorbenti) sul Lambro e dalle altre barriere realizzate sul Po.

In totale, almeno 2.100 tonnellate, su un totale di 2.600 tonnellate, sono state già recuperate.
Le attività di controllo, di bonifica e di messa in sicurezza sono in corso e proseguiranno, soprattutto le bonifiche, senza soluzione di continuità.
La regione Lombardia ha messo a disposizione del parco regionale Valle Lambro 250.000 euro per tutte la azioni preliminari all'attività di bonifica e ha previsto di stanziare circa 20 milioni di euro per attività di difesa idraulica, riqualificazione ambientale e miglioramento della qualità delle acque del Lambro, nell'ambito del «Contratto di Fiume Lambro» promosso dalla stessa Regione lo scorso dicembre.
Da studi precedentemente effettuati risulta che il fiume rappresenta uno dei corridoi ecologici di maggiore importanza per la biodiversità, in quanto consente la connessione biologica da sud a nord attraverso una delle aree più urbanizzate d'Europa e la sua funzione in tal senso è vitale per molte specie animali italiane. Un'apposita squadra di biologi e naturalisti è già operativa dal 24 febbraio 2010 e fornirà a breve dettagli sui rilevamenti e sulle proposte di azioni di recupero.
A proposito degli impatti previsti sulle specie animali presenti, le prime specie ad essere direttamente colpite dal disastro ambientale sono quelle acquatiche dei pesci, delle anatre selvatiche e le colonie di aironi, che proprio in questi giorni hanno iniziato a nidificare sulle sponde del Po. Sarà necessario monitorare che non vi siano possibili ripercussioni su tutta la catena alimentare, con conseguenze che in questo caso durerebbero nel tempo.
Sono gravi anche le ricadute sul settore agricolo che gravita intorno al sistema fluviale a valle di Isola Serafini fino al mare, dove sono presenti 24 derivazioni ad uso irriguo.
Sono, inoltre, presenti prelievi per l'approvvigionamento idro-potabile, per i

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quali sono già in atto monitoraggi continui della qualità e piani di emergenza per garantire l'erogazione dell'acqua potabile.
La Protezione civile, attraverso la sala operativa «Situazione Italia» segue la vicenda in stretto contatto con il centro di coordinamento e soccorso e le unità di crisi costituite presso la prefetture, nonché con le regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto e con le capitanerie di porto competenti ed ha istituito, in accordo con le Regioni interessate, una unità di crisi composta da rappresentanti delle tre Regioni colpite dall'evento, dell'Autorità di Bacino del Fiume Po e dall'AIPO (Agenzia Interregionale per il Fiume Po) che ha seguito le attività delle sette ARPA provinciali facenti capo alle tre ARPA Regionali, al fine di garantire univocità di campionatura per le analisi.
Nei giorni successivi all'allarme, l'ARPA Sezione di Piacenza ha attivato controlli in tre punti del territorio provinciale (Calendasco, Piacenza e a valle dello sbarramento di Isola Serafini) con prelievo ed analisi giornalieri. I primi rilievi hanno fatto emergere valori apprezzabili di idrocarburi totali in acqua in tutte le stazioni di campionamento. I valori più elevati sono Stati registrati a Isola Serafini, sia a monte che a valle dello sbarramento.
Nei giorni successivi i dati dei prelievi effettuati a Calendasco e a Piacenza sono progressivamente scesi al di sotto dei limiti di rilevabilità, mentre piccole tracce di idrocarburi sono state ancora rilevate a valle di Isola Serafini.
I dati del 1o marzo 2010 hanno confermato che a Calendasco e a Piacenza non si rilevano più idrocarburi, mentre piccole tracce, pari a 0,003 mg/l risultano ancora presenti a valle dello sbarramento predetto.
Nei pozzi di falda freatica controllati in data 26 febbraio 2010 e 1o marzo 2010 non è stata rilevata la presenza di idrocarburi.
A fronte delle iniziative sopra descritte, nel pomeriggio di ieri 1o marzo 2010, alla presenza del Sottosegretario dottor Guido Bertolaso, si è tenuta una riunione di coordinamento, alla quale hanno partecipato i Presidenti e gli Assessori competenti delle Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto unitamente ai rispettivi Direttori delle Agenzie Regionali di Protezione Civile, i Prefetti ed i Presidenti o Assessori di tutte le Province interessate, Aipo, Autorità di Bacino del fiume Po, Uffici ARPA regionali, Enel (gestore della centrale idroelettrica di Isola Serafini), II Reggimento Genio Pontieri, Vigili del Fuoco.
Nel corso della predetta riunione è emerso che in queste ore si sta passando dalla fase emergenziale a quella dell'avvio della bonifica delle sponde e dei manufatti siti lungo l'asta del fiume Po.
L'Agenzia Regionale di Protezione Civile della regione Emilia Romagna, sentiti tutti gli attori coinvolti nella fase emergenziale, ha declassato lo stato di «allerta» a stato di «attenzione» per la durata di 48 ore, fino alle ore 16.00 di oggi.
Come anticipato, in ordine a quanto accaduto, le regioni Lombardia ed Emilia-Romagna già il 24 febbraio 2010 hanno richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 24 febbraio 1992, n. 225, riservandosi di fornire successivamente una precisa definizione dell'estensione territoriale delle zone colpite, nonché una quantificazione economica dei danni derivati dall'evento in questione. Al riguardo, il Consiglio dei Ministri, il 1o marzo 2010, ha dichiarato lo stato di emergenza richiesto e per le prime operazioni di bonifica risultano già disponibili fondi, che verranno integrati, nella quantificazione e nelle modalità di utilizzo, dall'Ordinanza di Protezione Civile che a breve verrà emanata.
Per quanto riguarda l'imminente avvio dell'attività di bonifica, si è concordato sulla necessità che la stessa sia coordinata dal Ministero dell'Ambiente, con il coinvolgimento dell'ISPRA, dell'Autorità di Bacino del fiume Po, dell'AIPO, degli Uffici Regionali di Protezione Civile e degli Uffici ARPA delle tre Regioni interessate.
Si è anche rimarcato che la fase di bonifica avrà come centro di coordinamento Piacenza, ove nei giorni scorsi si

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era già costituita l'Unità di Crisi Interregionale. Ciò in ragione sia della collocazione baricentrica di Piacenza rispetto all'intero scenario dell'evento, sia del fatto che proprio nel territorio piacentino (allo sbarramento di Isola Serafini) è stata raccolta la maggior parte degli idrocarburi sversati nel Po.
In merito allo smaltimento dei rifiuti prodotti dalle operazioni di prelievo, si è convenuto di suddividere tale materiale in parti uguali fra le tre Regioni interessate e sulla necessità di mantenere costantemente monitorato il campionamento dell'acqua antistante lo sbarramento di Isola Serafini, poiché il livello di bonifica di tale sito può dare utili informazioni sullo stato dell'intera asta del Po.
Il Ministero dell'ambiente segue costantemente con i suoi tecnici e il personale delle autorità di bacino l'andamento di tutta la vicenda e l'ISPRA, che ha prontamente attivato il servizio emergenze per il supporto tecnico-scientifico, attualmente sta già raccogliendo gli elementi necessari per effettuare la valutazione del danno ambientale a supporto della richiesta di risarcimento che verrà inoltrata ai Soggetti Obbligati da parte del Ministero.
Da quanto detto, appare evidente che tutte le istituzioni competenti si stanno prodigando con ogni mezzo per limitare i danni delle centinaia di migliaia di litri di sostanze inquinanti che hanno determinato tale grave scempio ambientale.
In ordine alla richiesta di «verificare quali soggetti abbiano concesso alla Lombarda Petroli S.p.A. di uscire» dalle industrie soggette alla direttiva Seveso, si segnala che il decreto legislativo 334/99 e s.m.i., recepimento italiano della cosiddetta «direttiva Seveso TI», prevede che i gestori degli stabilimenti in cui sono presenti sostanze pericolose in quantitativi superiori a determinati limiti devono trasmettere una notifica, sottoscritta nelle forme dell'autocertificazione, contenente le principali informazioni utili a caratterizzare il rischio potenziale dello stabilimento e corredata della «scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori» (contenenti tra l'altro informazioni sulle sostanze pericolose, loro quantitativi, possibili scenari incidentali eccetera).
Nel caso in cui il gestore di uno stabilimento «Severo» modifichi il proprio assetto industriale in maniera tale da non essere più soggetto agli obblighi del decreto legislativo 334/99 e s.m.i., il decreto legislativo stesso, all'articolo 6, comma 4, così come modificato dal decreto legislativo 238/05, prevede che «in caso di chiusura definitiva dell'impianto o del deposito, ... nonché di variazioni delle informazioni di cui al comma 2 (le informazioni contenute nella notifica) il gestore aggiorna tempestivamente, nelle forme dell'autocertificazione, la notifica».
Nel ribadire, quindi, che nell'attuale ordinamento l'«uscita» dalla normativa Seveso avviene nelle forme dell'autocertificazione, si segnala che, nelle more del trasferimento di competenze alle regioni, a norma dell'articolo 72 del decreto legislativo 112/98, le attività operative e di controllo previste dalla normativa in materia di prevenzione dei rischi di incidente rilevante, in Lombardia sono ripartite tra la Regione ed il Comitato tecnico regionale (CTR) ex articolo 19 del decreto legislativo 334/99 e s.m.i., come ribadito dal Consiglio di Stato con parere 26 novembre 2003 n. 3510/2003, che ha ritenuto che nel CTR è concentrata «tutta l'attività ... tesa a vigilare e reprimere le attività industriali pericolose».
Nello specifico, si segnala come la Lombarda Petroli S.p.A., facendo seguito alla precedente comunicazione di imminente cessazione delle attività, con nota del 13 gennaio 2009, indirizzata anche al CTR Lombardia, ha dichiarato la propria avvenuta esclusione dall'applicazione del decreto legislativo 334/99 e s.m.i. essendo divenuta «la giacenza massima di sostanze pericolose largamente inferiore ai limiti di assoggettabilità» alla normativa Seveso.
Sui fatti suddetti, la Procura della Repubblica di Monza, che ha disposto il sequestro del sito in parola, ha aperto un fascicolo processuale per i reati di disastro ambientale e inquinamento delle acque, delegando il Comando Carabinieri Tutela

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dell'Ambiente, Nucleo Operativo Ecologico di Milano e l'Arma Territoriale alle attività di indagine attualmente in corso.
Si confida che tali indagini conducano rapidamente all'individuazione dei responsabili di questo gravissimo attentato all'ambiente e alla salute pubblica, contro i quali ovviamente il Ministero dell'ambiente si costituirà parte civile.
Infine il Governo vuole ringraziare in questa sede tutti coloro che si sono attivamente impegnati e stanno continuando ad impegnarsi per mitigare il grave danno ambientale occorso a seguito dell'ingiustificabile atto doloso; il ringraziamento è particolarmente rivolto a quei volontari che fin dalle prime ore del fatto con abnegazione si sono prontamente mobilitati.