CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 febbraio 2010
285.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-01936 Garagnani: Sulla nomina del nuovo direttore amministrativo dell'Università di Bologna.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Università degli Studi di Bologna ha avviato la procedura di selezione per la nomina del proprio Direttore Amministrativo in esecuzione di quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 23 giugno 2008 in merito ai termini ed alle modalità per la selezione e la designazione dello stesso.
In particolare, nella medesima circostanza, il Consiglio si è impegnato a definire il job profile, l'individuazione, da parte di una apposita Commissione nominata ad hoc e presieduta dal Rettore in carica, di una rosa di candidati ed a porre uno specifico vincolo circa le modalità di scelta relative alla nomina in parola nel senso che «il Rettore in carica consulterà il Rettore eletto in merito al nome da proporre al Consiglio di Amministrazione».
La procedura di individuazione del nuovo Direttore, definita la rosa dei candidati idonei da parte della Commissione, si è interrotta poiché, come da verbale, «la fase della consultazione sul nome da proporre, nell'ambito della rosa dei quattro candidati idonei, fra Rettore in carica e Rettore eletto, si è chiusa senza esito»: il neo-eletto Rettore ha infatti manifestato l'intenzione di non discutere in merito ai nomi selezionati dalla Commissione «non possedendo elementi per entrare nel merito della scelta di uno dei nominativi individuati».
La volontà di auto-limitazione e auto-regolazione espressa dal Consiglio di Amministrazione nell'esercizio delle proprie esclusive prerogative, ha reso indispensabile, infatti, il pieno rispetto di tutti i passaggi necessari e propedeutici alla designazione del nuovo Direttore Amministrativo; questo in particolar modo con specifico riguardo alla mancanza di un presupposto fondamentale quale l'individuazione di un nominativo che scaturisse dalla consultazione tra il Rettore in carica e quello neo-eletto.
Constatata la chiusura della procedura suddetta, il Consiglio di Amministrazione ha dunque proceduto al conferimento dell'incarico delle funzioni ad interim di Direttore Amministrativo alla dottoressa Giovanna Flora Falsetti per il periodo 1o dicembre 2009-31 dicembre 2009.
Con successiva delibera del 10 novembre 2009 è stato nominato all'unanimità quale Direttore il dottor Giuseppe Colpani per il periodo 1o gennaio 2010-30 aprile 2014.
Riguardo ai rilievi sollevati dall'On. interrogante si precisa quanto segue.
Il Rettore in carica non ha subordinato l'azione del Consiglio di Amministrazione alla non decisione del Rettore neo eletto, ma è stato lo stesso Consiglio che collegialmente ed a larghissima maggioranza ha autodeterminato le proprie scelte in modo pressoché unanime, non solo all'epoca della individuazione degli steps attuativi della procedura, ma anche durante le due sedute del luglio e del settembre 2009 quando ha preso atto «che la procedura si è interrotta e pertanto è da considerarsi conclusa».
Inoltre, il Rettore in carica non doveva proporre al Consiglio il nome di un candidato all'incarico poiché un diverso comportamento avrebbe certamente violato le prerogative di esclusiva spettanza del Consiglio,

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atteso che quest'organo aveva invece prescelto ed indicato una diversa strada, puntualmente rispettata.
Quanto alla presunta «inspiegabilità» della durata dell'incarico conferito ad interim, anche in questo caso è stato il Consiglio, organo collegiale e sovrano delle proprie potestà, a decidere in tal senso, certamente non il solo Rettore; quest'ultimo, viceversa, ha pienamente onorato il dovere - normato dallo Statuto Generale d'Ateneo - di curare l'esecuzione delle deliberazioni del Consiglio di Amministrazione.
In merito ad un presunto danno erariale, la circostanza che la procedura non abbia prodotto un esito fruttuoso nulla toglie al fatto che sia stata attivata e svolta nella massima legittimità e trasparenza, fattori che escludono l'esistenza di qualsivoglia danno erariale.
Si precisa che, prescindendo dalla partecipazione totalmente gratuita del Rettore, i membri della Commissione hanno operato a fronte di un compenso pressoché irrisorio e con il mero rimborso delle spese vive.
Non esiste, infine, alcun vizio di legittimità riguardo la presunta omissione di attivazione della procedura del controllo ministeriale previsto dall'articolo 6, commi 9 e 10 della legge n. 168 del 1989; tale procedura, infatti, riguarda lo Statuto nonché gli atti regolamentari in senso stretto, ovvero quelli indicati al capo II «Fonti Normative» dello Statuto Generale di Ateneo, che li identifica quali atti tipici.

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ALLEGATO 2

5-02058 De Pasquale: Accordo sul riparto di competenze tra le istituzioni in materia di istruzione.

TESTO DELLA RISPOSTA

La bozza dell'accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, Province, Comuni e Comunità Montane, riguardante le finalità i tempi e le modalità di attuazione del titolo V, parte II della Costituzione in materia di istruzione, nonché la sperimentazione di interventi condivisi tra Stato, Regioni, Province e Comuni per la migliore allocazione delle risorse umane strumentali ed economiche al fine di elevare la qualità del servizio, alla quale fa riferimento l'Onorevole interrogante, è stata trasmessa, per il prosieguo dell'iter, alla Conferenza Unificata in data 11 novembre 2009.
Successivamente la bozza medesima è stata oggetto di valutazione in una serie di riunioni tecniche nelle quali è stato ridefinito il contenuto.
Allo stato attuale si è in attesa di conoscere le valutazioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze in merito all'ultima bozza sulla quale il Ministero ha già espresso il suo parere favorevole.

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ALLEGATO 3

5-02110 Melandri: Ipotesi di incompatibilità di funzioni ricoperte dal dottor Mario Resca.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione presentata dall'On.le Melandri riguardante il Dott. Mario Resca, che da qualche mese svolge le funzioni di Direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale.
Come già evidenziato nella risposta all'interrogazione n. 5-01915 dall'On.le Giulietti del 10 novembre 2009, le linee strategiche di azione del Ministero sono prioritariamente indirizzate verso una gestione dinamica del patrimonio e delle attività culturali, anche al fine di sviluppare sinergie con altri settori produttivi del Paese.
In effetti, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale italiano, anche all'estero, costituisce una vera e propria priorità politica.
In quest'ottica, come noto, è stata istituita la Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, alla quale sono attribuite competenze in materia di promozione della conoscenza, fruizione pubblica e valorizzazione del patrimonio culturale, con riguardo agli istituti ed a luoghi della cultura dello Stato, ferme restando le competenze in materia di tutela del patrimonio stesso che rimangono attribuite alle strutture tecnico-scientifiche.
Per la direzione di tale struttura il Ministro ha ritenuto di avvalersi dell'apporto professionale di un manager di altissimo profilo e di riconosciuta capacità professionale.
Il dottor Mario Resca, infatti, vanta esperienze e capacità manageriali indiscusse e altamente qualificate.
In merito, voglio solo sottolineare che i primi importanti risultati sono già stati raggiunti, seppure in un ambito temporale molto ristretto.
Infatti, basta esaminare i dati statistici di confronto tra l'anno 2008 ed il 2009 riferiti sia al numero di visitatori dei luoghi di cultura (+ 8,53 per cento) sia ai conseguenti introiti (+ 15,55) per constatare un incoraggiante trend positivo.
Quanto alle specifiche questioni sollevate dall'On.le interrogante, intendo precisare che le procedure di affidamento dei cosiddetti servizi aggiuntivi non sono di competenza del direttore generale per la valorizzazione ma dei singoli dirigenti delle strutture cui si riferiscono i servizi.
Al dottor Resca spettano soltanto funzioni generali di indirizzo e coordinamento, con esclusione di ogni ingerenza, diretta o indiretta, nello svolgimento di specifiche procedure di gara per l'affidamento dei servizi di accoglienza del pubblico e di valorizzazione.
Voglio comunque rappresentare, per quanto attiene ai profili di assenta incompatibilità con la carica di membro del consiglio di amministrazione della Arnoldo Mondadori s.p.a., che proprio per evitare ogni possibile strumentalizzazione sul suo operato, il Dott. Resca - con grande senso istituzionale - sta prendendo in considerazione la possibilità di sospendere il proprio mandato di membro del consiglio di amministrazione.

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ALLEGATO 4

5-02261 Pizzetti: Sulla sospensione della Festa delle luci organizzata dalla scuola elementare A. Manzoni di Cremona.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito a quanto rappresentato nell'atto in discussione circa lo svolgimento della «Festa delle luci» nella scuola primaria «A. Manzoni» di Cremona, facente parte del 5o Circolo di Cremona, la Direzione scolastica regionale per la Lombardia ha acquisito le necessarie informazioni dal competente dirigente scolastico.
Nella sua relazione, il dirigente scolastico ha fatto presente che la Festa è collocata da almeno 15 anni, quindi prima dell'inizio del massiccio fenomeno dell'immigrazione nel nostro Paese, a ridosso del Natale ed è l'occasione da parte dei docenti di formulare ai genitori e ai bambini gli auguri natalizi, mediante una proposta didattica che si impernia sulle luci e che si sviluppa secondo le seguenti modalità: i bambini, accompagnati dai genitori, alle ore 18.00, tenendo in mano dei lumini, si dispongono a cerchio attorno ad un albero illuminato nel parco della scuola. Durante la manifestazione i bambini delle diverse classi si alternano al cospetto dei genitori con canti natalizi ed un canto etnico.
Secondo il dirigente scolastico, qualche genitore potrebbe non avere correttamente interpretato il significato della Festa, forse perché non adeguatamente informato sul suo significato educativo-didattico; a suo avviso, la ragione del fraintendimento potrebbe essere stata un'intervista rilasciata il giorno 11 dicembre, a sua insaputa, da un docente il quale aveva attribuito alla Festa una sottolineatura eccessivamente interculturale rispetto agli effettivi contenuti come sopra menzionati.
La docente vicaria, peraltro, aveva prontamente provveduto a correggere l'impostazione data dal collega, come riscontrabile dal servizio messo in onda dal TG 5 del 12 dicembre.
Il dirigente scolastico ha riferito, altresì, di essere venuto a conoscenza della vicenda solo nella tarda serata del 12 dicembre, attraverso la collaboratrice vicaria e di avere appreso della polemica in atto dai giornali del 13 dicembre; ha aggiunto che nessuno, né giornalisti, né politici locali lo hanno interpellato per ricevere da lui un resoconto della vicenda.
Inoltre, risulta che il capo d'istituto si sia tempestivamente confrontato con la docente responsabile del plesso «Manzoni» e con alcuni insegnanti, consegnando loro una circolare che invitava tutti i docenti del plesso a porre all'ordine del giorno del Consiglio d'interclasse del 16 dicembre 2009 l'intera vicenda della Festa delle Luci, per chiarirne il senso originario che collocava la proposta nell'ambito della nostra tradizione culturale. Il dirigente ha comunque chiarito che il tutto si sarebbe dovuto svolgere nel rispetto dell'autonomia degli organi collegiali e della libertà d'insegnamento garantita dal Regolamento dell'Autonomia.
Il capo d'istituto ha evidenziato, infine, che nell'atrio del plesso «Manzoni» erano stai collocati due presepi, di cui uno in terracotta realizzato dagli alunni, oltre a festoni ed addobbi che rimandavano all'imminente festività del Natale.
Sentito successivamente dalla Direzione scolastica regionale per le vie brevi, alfine di chiarire alcune ulteriori circostanze, il capo d'istituto ha affermato che il Consiglio d'interclasse, recependo i suoi suggerimenti

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e anche per senso di responsabilità verso la comunità cittadina, aveva chiarito il senso educativo e didattico della proposta e stabilito, d'accordo con i genitori, di realizzare la Festa piuttosto che all'interno del plesso, sul Sagrato della Chiesa di S. Michele.
La manifestazione non ha potuto tuttavia aver luogo a causa delle avverse condizioni atmosferiche.
Solo le circostanze, quindi, hanno impedito lo svolgimento della Festa.
Tali circostanze dimostrano l'inconsistenza di quanto affermato nell'interrogazione circa presunte pressioni lesive dell'autonomia scolastica.
Intendiamo invece non solo rispettare ma anche valorizzare l'autonomia scolastica, senza peraltro dimenticare quanto prevede la legge delega n. 53 del 28 marzo 2003, concernente le norme generali sull'istruzione, laddove (articolo 2) indica i principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega, stabilendo, fra l'altro, che «sono promossi il conseguimento di una formazione spirituale e morale, anche ispirata ai principi della Costituzione, e lo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale ed alla civiltà europea».
A questi principi hanno inteso ispirarsi i rappresentanti di Governo cui si fa riferimento nell'interrogazione.

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ALLEGATO 5

5-02291 Ghizzoni: Sull'interruzione dell'attività di scavo archeologico in piazza Vittorio a Roma.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'interrogazione dell'On.le Ghizzoni relativa al progetto di realizzazione di un immobile presso Piazza Vittorio a Roma da destinare a nuova sede dell'Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici e degli odontoiatri (ENPAM), faccio presente quanto segue.
Il progetto New Esquilino prevedeva la ricostruzione integrale di un immobile in elevato e la realizzazione di sei piani interrati, originariamente come iniziativa a capitale privato e, successivamente, come opera pubblica soggetta a Conferenza dei Servizi, allo scopo di riqualificare il quartiere.
In relazione a tale progetto, la Soprintendenza archeologica del Ministero ebbe ad esprimere sin dall'inizio forti riserve in base ai dati archeologici noti che attestavano al di sotto dell'immobile la presenza di ulteriori resti degli Horti Lamiani.
La Società New Esquilino s.r.l., proprietaria dell'immobile, decise comunque di avviare il progetto, dichiarandosi disponibile ad elaborare tutte le varianti necessarie alla salvaguardia dei resti antichi. Le attività sono state sin dall'inizio dei lavori complicate da problemi strutturali, trattandosi di un palazzo pericolante, e sono state svolte in contemporanea con importanti opere di consolidamento, indispensabili per la realizzazione dei 6 piani interrati, in un settore dell'Esquilino già orograficamente accidentato, con forti e improvvisi salti di quota.
Lo scavo è stato avviato nel 2006 con un unico archeologo, scelto ed incaricato dalla proprietà e le opere edilizie moderne si sono intrecciate e spesso sovrapposte alle indagini archeologiche negli stessi spazi di cantiere, creando ostacoli e ritardi, ripetutamente segnalati dalla Soprintendenza.
Nel corso della prosecuzione dei lavori e mari mano che i diversi settori di cantiere venivano resi disponibili dall'impresa, è stato incrementato il numero degli archeologi, selezionati peraltro dalla proprietà in base a valutazioni concordate con la Soprintendenza, che tenevano conto della conoscenza della topografia dell'Esquilino documentata da lavori pregressi e da pubblicazioni scientifiche.
Nel corso degli scavi, è emerso un nuovo settore degli Horti Lamiani, finora sconosciuto. Per consentire la tutela dei resti e al contempo la realizzazione delle opere, la Soprintendenza ha approvato un progetto di tutela e valorizzazione che recuperava gli ambienti imperiali, valorizzando l'insieme anche con l'esposizione sul posto di una selezione dei reperti più significativi.
I tempi di scavo sono stati nel tempo adattati alle esigenze di cantiere, alla disponibilità degli spazi e al numero degli archeologi, mentre ostacoli alle opere moderne (verbali dei VVF, sospensione lavori, diffide dei vicini), hanno spesso dilatato i tempi programmati dalla Soprintendenza e dalla proprietà per l'intero immobile.
A fronte delle continue pressioni dell'ENPAM e delle riunioni con l'Alta Sorveglianza, nel gennaio 2009 la Soprintendenza ha elaborato e trasmesso un cronoprogramma, accettato dalla Proprietà e dall'Alta Sorveglianza, che prevedeva la

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fine delle indagini nel marzo 2010, sulla base di un complesso calcolo delle cubature e delle condizioni di scavo.
Alle successive richieste della proprietà, spesso in variante del progetto approvato, la Soprintendenza ha risposto accettando o rifiutando singole soluzioni - se contrarie alla tutela, ma anche da rivedere in esito ai risultati dello scavo - anche offrendo la massima disponibilità a prolungare l'orario di cantiere, anche di sabato e domenica e ad affiancare altri archeologi a quelli già incaricati.
In data 20 novembre 2009 l'attività di scavo è stata interrotta a seguito di diffida della New Esquilino S.r.l. con la quale si intimava la non prosecuzione dei lavori di scavo con il conseguente allontanamento dello staff di archeologi che fino allora aveva svolto l'attività presso il cantiere di Piazza Vittorio. Tale atto di diffida veniva motivato con l'estrema lentezza delle attività rispetto agli obiettivi prefissati.
A seguito di tale decisione, sia la Società sopracitata che l'Alta Sorveglianza hanno ritenuto opportuno affidare il prosieguo delle operazioni di indagine e di conoscenza scientifica del sito alla Società Land.
Ciò premesso, nel comunicare che attualmente le attività di scavo sono riprese, voglio rappresentare che l'affidamento ditali attività alla predetta Società Land non si ritiene pregiudizievole al contesto archeologico, in quanto essa si avvale di validi archeologi che hanno già affrontato scavi in siti di pari importanza archeologica e scientifica.
Pertanto, si assicura all'Onorevole interrogante che, oltre ad un'adeguata funzione di coordinamento, che continuerà ad essere svolta dalla Soprintendenza di settore, sarà comunque garantita la continuità scientifica, nonché l'utilizzo di idonei standard metodologici di scavo e di documentazione in rapporto alle note caratteristiche del sito.

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ALLEGATO 6

5-02310 Siragusa: Situazione di difficoltà per gli assegnisti di ricerca dell'università di Palermo.

TESTO DELLA RISPOSTA

La normativa di riferimento in materia di conferimento di assegni per la collaborazione ad attività di ricerca è, ad oggi, la legge 27 Dicembre 1997 n. 449 (Finanziaria 1998); per quanto riguarda la parte economica, il decreto ministeriale 26 febbraio 2004 ha previsto importi lordi annui dei relativi assegni, modificando la soglia minima e massima prevista dal decreto ministeriale 11 febbraio 1998.
Ogni anno, sulla base dei criteri previsti dall'articolo 5 del decreto ministeriale 23 ottobre 2003, n. 198 ed in particolare tenendo conto delle risorse erogate per gli assegni di ricerca, il Ministero procede a specifiche assegnazioni agli Atenei a supporto dell'attivazione degli assegni medesimi: per tali finalità all'Università di Palermo nell'ultimo triennio sono stati assegnati per il 2007 euro 1.004.340, per il 2008 euro 961.380 e per il 2009 euro 839.506.
Si ritiene di dover inoltre evidenziare che l'articolo 1, comma 75, della legge 24 dicembre 2007 (Finanziaria 2008) prevede: «Allo scopo di provvedere all'integrazione degli emolumenti spettanti ai titolari degli assegni e dei contratti di ricerca di cui al citato articolo 51 della Finanziaria 1998, in servizio presso le Università statali e gli Enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero e iscritti alla gestione separata, il Fondo di Finanziamento Ordinario delle predette Università ed enti pubblici è incrementato di 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010».
Lo stanziamento previsto, in particolare la quota parte relativa agli Atenei, risulta pari a 6,6 milioni di euro, dei quali all'Ateneo di Palermo sono stati destinati euro 315.313 per il 2008 ed euro 264.362 per il 2009.
Il Ministero ha pertanto inserito all'interno dei criteri di assegnazione delle risorse per il finanziamento ordinario, articolo 9 del decreto ministeriale 23 settembre 2009, n. 45, un finanziamento specifico finalizzato all'integrazione degli assegni di ricerca attivi.
Per quanto riguarda in particolare l'Università degli Studi di Palermo il Rettore ha riferito che nel corso dell'anno 2009 il rinnovo degli assegni di ricerca, di cui al bando emanato con D.R. n. 1516 del 28 marzo 2007, alla fine del primo biennio, ha subito il ritardo di un mese per effetto delle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione in ordine al contenimento della spesa e per effetto delle verifiche di bilancio da parte dei Revisori dei Conti.
Infatti, il rinnovo degli assegni con scadenza giugno, previsto per il mese di luglio 2009, è stato deliberato dal Senato Accademico nella seduta del 7 luglio 2009 e la relativa copertura finanziaria è stata autorizzata dal Consiglio di Amministrazione nella seduta dell'8 luglio 2009.
Le procedure sono state attivate nel successivo mese di Agosto, quando il Direttore Amministrativo pro tempore ha comunicato che, non essendo intervenuti rilievi da parte del Collegio dei Revisori dei Conti e tenuto conto della disponibilità accertata per il corrente esercizio finanziario, si poteva dare esecuzione alla delibera adottata dal Consiglio di Amministrazione.

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I ritardi verificatisi per il pagamento della mensilità di Novembre 2009 sono imputabili alla necessità di approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 22 dicembre 2009, di una variazione al bilancio di previsione dell'Esercizio Finanziario 2009, volta a consentire il pagamento dei ratei di Novembre e Dicembre dello stesso anno.
Il pagamento della mensilità di Novembre è stato effettuato alla fine del mese di Dicembre 2009, e, quello di dicembre 2009 a gennaio 2010: i contributi INPS sono stati regolarmente versati entro il giorno 15 del mese successivo al pagamento delle borse ed i files prodotti con la procedura INPS (EMens) sono stati regolarmente trasmessi.
Si ritiene opportuno, infine, far presente che l'attenzione del Governo nei confronti dei giovani ricercatori è molto elevata: infatti, nel disegno di legge recante norme in materia di organizzazione e qualità del sistema universitario, di personale accademico e di diritto allo studio (Atto Senato 1905), attualmente all'esame della VII Commissione Senato, è stata prevista una revisione della materia in argomento allo scopo di poter definire in modo chiaro e puntuale i requisiti dei soggetti interessati, la durata degli assegni e le relative rinnovabilità, le incompatibilità, nonché l'importo degli assegni stessi.

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ALLEGATO 7

5-02327 De Biasi: Sulla nomina del dottor Mario Resca a commissario delegato all'armonizzazione delle iniziative coinvolte nel 150o anniversario dell'Unità d'Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si fa riferimento all'atto di sindacato ispettivo parlamentare sopra richiamato, con il quale i Deputati De Biasi e Ghizzoni, in relazione alla nomina del dott. Mario Resca, a Commissario delegato per gli interventi sul Palazzo monumentale di Brera, nell'ambito delle iniziative necessarie allo svolgimento del grande evento relativo al 150o anniversario dell'unità d'Italia, chiedono di conoscere quale sia la reale consistenza degli oneri che comporterà l'istituzione del Commissario, sia con riferimento al suo compenso e a quello dei suoi consulenti, sia per quanto concerne gli interventi che si ritiene di dover realizzare, in coerenza con il progetto complessivo che si è ritenuto di voler assegnare alla sede milanese.
In via preliminare, con riferimento all'ammontare del compenso che sarà attribuito al Commissario delegato, si ribadisce quanto già comunicato con immediatezza in relazione a notizie apparse su alcuni organi di stampa. La remunerazione del Commissario, in relazione agli impegni e alle responsabilità previste dall'incarico, sarà pienamente in linea con le disposizioni normative in materia, in particolare il compenso è equiparato a quello del direttore dei lavori, ossia, in base a quanto prevede la normativa sui lavori pubblici, al massimo corrisponderà al 20 per cento dello 0,5 per cento dell'importo dei lavori posto a base di gara. Inoltre tale cifra è dilazionata nell'arco dell'intera durata del cantiere. Risulta pertanto di tutta evidenza come l'importo non potrà mai raggiungere, nemmeno lontanamente, le somme riportate da alcuni quotidiani in data 11 gennaio 2010, a cui gli interroganti fanno riferimento, basate tra l'altro sull'entità di un appalto non ancora definito.
Per la realizzazione del progetto «Grande Brera» in base alle prime stime effettuate saranno necessarie risorse finanziarie pari a circa 50 milioni di euro.
Sono in corso di definizione l'individuazione dei soggetti che a vario titolo parteciperanno al finanziamento, anche con il coinvolgimento delle realtà territoriali, il quadro complessivo degli interventi da realizzare e le esigenze correlate.

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ALLEGATO 8

5-02350 Ceccuzzi: Sulla situazione finanziaria dell'Università di Siena.

TESTO DELLA RISPOSTA

La complessa questione concernente la situazione finanziaria dell'Università degli Studi di Siena e le iniziative prospettate dall'Ateneo ai fini del risanamento, come ricordato dall'Onorevole interrogante, è già stata oggetto di discussione presso questa Commissione: si ritiene comunque opportuno riassumere la vicenda.
La situazione di grave crisi economica e finanziaria in cui versa l'Università degli Studi di Siena da una parte è riconducibile ai rilevanti debiti accumulati negli esercizi precedenti, dovuti, soprattutto, al mancato rispetto delle scadenze dei versamenti dell'IRAP e degli oneri dovuti all'INPDAP e dall'altra è conseguenza dello squilibrio tra le spese fisse e finanziamento statale determinato, in particolare, dal numero storicamente alto dei dipendenti rispetto al fondo di finanziamento ordinario che nel corso degli ultimi anni ha fatto registrare un valore superiore al limite massimo del 90 per cento previsto dall'articolo 51, comma 4, della legge n. 449 del 1997.
Un ulteriore elemento di criticità è costituito dal fatto che solo alla fine dell'anno 2008 è emersa l'ampiezza dello squilibrio strutturale fra entrate ed uscite d'esercizio, stante la rappresentazione non veritiera dei risultati d'amministrazione pregressi riportati nei rispettivi documenti di bilancio che ha contribuito ad impedire un'evidenziazione chiara e tempestiva dello squilibrio.
Nonostante nel corso dell'anno 2009, si sia proceduto all'estinzione della situazione debitoria pregressa nei confronti dell'INPDAP (72,9 milioni di euro) mediante l'utilizzo dei proventi della vendita di un immobile (San Niccolò), il disavanzo presunto di amministrazione al 31 dicembre 2009 risulta stimato in oltre 104 milioni di euro nella situazione finanziaria allegata al bilancio di previsione 2010, approvato dal Consiglio di amministrazione il 29 dicembre 2009.
Peraltro, il disavanzo di competenza previsto per l'anno 2010 ammonta a 32,3 milioni di euro, a fronte di entrate previste per 254,1 milioni di euro e spese per 286,4 milioni di euro.
Al riguardo, si precisa che, sulla base di quanto comunicato dall'Ateneo con nota n. 289 del 7 gennaio 2010, dette previsioni sono state predisposte in attuazione del Piano di risanamento 2009-2014 approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 13 luglio 2009 i cui effetti, sempre sulla base di quanto dichiarato dallo stesso Ateneo, si sono in parte realizzati nel corso dell'anno 2009 (blocco del turnover, tagli delle dotazioni ai centri autonomi di spesa, riduzione del numero di borse di dottorato e degli assegni di ricerca, recesso di alcuni contratti di locazione, cessazione del ricorso al lavoro interinale, riduzione dei contratti di pulizia e sorveglianza, ecc.).
A fronte di tale squilibro finanziario, l'Ateneo prevede di effettuare nel corso del primo semestre del corrente anno ulteriori dismissioni di beni immobili non strumentali (Policlinico le Scotte, Certosa di Pontignano, Palazzo Bandini-Piccolomini, Collegio Santa Chiara), dei quali non si è in grado, al momento, di conoscere il relativo valore economico di mercato.
Va fatto presente che all'Ateneo è preclusa la possibilità di ricorrere alla contrazione di prestiti e altre tipologie di

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indebitamento, tenuto conto che dette operazioni sono possibili solo per il finanziamento di interventi in conto capitale, così come definiti dall'articolo 3, comma 18, delle legge n. 350 del 2003.
Inoltre, l'indicatore del limite di indebitamento riferito all'anno 2008 - calcolato rapportando l'onere complessivo di ammortamento annuo (capitale ed interessi) dei mutui e di altre forme di indebitamento a carico del bilancio dell'Ateneo alla somma algebrica dei contributi statali per il funzionamento, per gli investimenti e l'edilizia ed i proventi delle tasse, soprattasse e contributi universitari nell'anno di riferimento - si attesta al 34,5 per cento e quindi l'Ateneo incorre nel divieto sancito dall'articolo 3, comma 1, del decreto interministeriale del 1o settembre 2009 che prevede l'impossibilità di contrarre nuovi mutui e altre forme di indebitamento con oneri a carico del proprio bilancio in casi in cui l'indicatore di indebitamento risulti pari o superiore al 15 per cento.
Per quanto riguarda la richiesta prospettata nell'interrogazione di interventi legislativi volti ad introdurre la possibilità di prepensionamenti o forme di ammortizzatori sociali non previsti dalla vigente normativa, si fa presente che gli stessi determinano oneri per la finanza pubblica, per i quali è necessario individuare i relativi mezzi di copertura.
In particolare, per quanto concerne, nel merito, la possibilità di prepensionamenti, si evidenzia che la stessa si porrebbe in contrasto con l'obiettivo di elevazione media dell'età di pensionamento dei lavoratori prevista dai provvedimenti di riforma del sistema previdenziale.
Relativamente al personale dell'Ateneo senese, nel documento parlamentare, si parla genericamente di contratti in scadenza e di mancati rinnovi di contratti di personale vincitore di concorso, ma non ancora stabilizzato: tali indicazioni sono frammentarie e non consentono di individuare esattamente le posizioni giuridiche di cui i soggetti sono titolari. Sulla materia, tuttavia, si rammenta che le Università sono assoggettate ad una specifica disciplina limitativa delle assunzioni a tempo indeterminato ai sensi dell'articolo 66, comma 13, del decreto-legge n. 112 del 2008 come modificato dall'articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 180 del 2008 convertito con modifiche dalla legge n. 1 del 2009 fermi restando i vincoli di cui all'articolo 1, comma 105, della legge n. 311 del 2004.
In merito all'instaurazione di rapporti di lavoro a tempo determinato, invece, vigono i limiti giuridici e di spesa previsti rispettivamente dall'articolo 49 della legge n. 133 del 2008 e dall'articolo 1, commi 187 e 188 della legge n. 266 del 2005 e successive modificazioni e integrazioni.
In materia di mobilità specifica del personale dell'Ateneo non sono state poste in essere, allo stato attuale, iniziative in materia di prepensionamenti e mobilità; tuttavia occorre evidenziare che, nell'ambito degli interventi per favorire la mobilità del personale docente e ricercatore (decreto ministeriale 23 settembre 2009, n. 45), sono stati previsti maggiori incentivi nell'ipotesi in cui i soggetti chiamati prestavano servizio presso atenei con un rapporto assegni fissi/FFO maggiore del 90 per cento.
In via generale, però, corre l'obbligo di rappresentare che tutte le procedure autorizzatorie di assunzioni devono essere precedute dall'esperimento di procedure di mobilità. Sul tema si rinvia anche alle indicazioni recate dalla circolare, di concerto MEF e Dipartimento Funzione Pubblica, prot. 14115/05/1.2.3.1 dell'11 aprile 2005.
Quanto alle problematiche relative alle qualifiche dirigenziali e al direttore amministrativo si rappresenta che, sulla scorta di alcune anomalie di dati emerse in sede di rilevazione del conto annuale per l'anno 2008, ai sensi del titolo V del decreto legislativo n. 165 del 2001, il Ministero sta procedendo all'approfondimento al fine di assumere eventuali iniziative in caso di comprovata violazione di disposizioni di legge, regolamentari o contrattuali.
Ad ogni buon conto, considerato che le anomalie riscontrate in alcuni Atenei, tra

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cui quello di Siena, riguardavano tra l'altro il conferimento di incarichi di dirigente di prima fascia si è provveduto, in sede di incontri tecnici relativi all'atto di indirizzo dell'Area VII (ricomprendente la dirigenza amministrativa delle Università e degli enti di ricerca), a puntualizzare che nelle Università non è prevista la prima fascia dirigenziale.
Per quanto riguarda gli aspetti connessi al piano di risanamento si evidenzia che lo strutturale squilibrio finanziario è determinato dall'eccessivo costo del personale atteso che nell'Ateneo senese sussiste il rapporto di una unità di personale ogni 3,7 studenti, rispetto ad una media nazionale di una unità di personale ogni otto studenti.
Si riferisce, infine, che il gruppo di lavoro incaricato di procedere ad una accurata analisi delle situazioni finanziarie deficitarie di alcune Università, compresa quella di Siena, sta predisponendo la versione definitiva della relazione finale e, pertanto, si ritiene che l'incontro con il Ministro debba essere rinviato ad un momento successivo all'esame della suddetta relazione.

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ALLEGATO 9

5-02355 Murer: Sulla riduzione dei fondi destinati alla pulizia e sorveglianza delle scuole.
5-02397 Mattesini: Sulla riduzione dei fondi destinati alla pulizia e sorveglianza delle scuole.
5-02446 Delfino: Sulla riduzione dei fondi destinati alla pulizia e sorveglianza delle scuole.
5-02453 Vico: Sulla riduzione dei fondi destinati alla pulizia e sorveglianza delle scuole.

TESTO DELLA RISPOSTA

Rispondo congiuntamente alle interrogazioni n. 5-02355 dell'Onorevole Murer. n. 5-02397 dell'Onorevole Mattesini n. 5-02446 dell'Onorevole Delfino e n. 5-02453 dell'Onorevole Vico in quanto di analogo contenuto; alle interrogazioni dell'Onorevole Murer e dell'Onorevole Mattesini su delega della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In merito all'annoso tema dei contratti di appalto per la pulizia dei locali scolastici occorre risalire al 1999 e precisamente alla legge 3 maggio 1999 n. 124, che all'articolo 8 ha disposto il trasferimento nei ruoli dello Stato del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario delle scuole dipendente dagli Enti locali, senza oneri per lo Stato.
In via interpretativa si è ritenuto che, oltre al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario dovessero essere trasferiti allo Stato, sempre senza oneri, i contratti stipulati dagli enti locali per l'affidamento dei servizi di pulizia nelle scuole.
Il subentro dello Stato nei contratti di appalto stipulati dagli enti locali per lo svolgimento di detti servizi ha comportato, invece, un rilevantissimo onere.
Le procedure di terziarizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili ivi utilizzati sono state definite poi con decreto ministeriale n. 65 del 24 aprile 2001, emesso di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale ed il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, in applicazione delle disposizioni contenute nell'articolo 78, comma 31, della legge n. 388 del 23 dicembre 2000 (Legge finanziaria 2001).
Per effetto di detto decreto nelle scuole che si avvalgono per i servizi di pulizia di imprese e consorzi e che utilizzano lavoratori socialmente utili, conseguentemente, la dotazione organica dei collaboratori scolastici è stata ridotta.
In data 7 giugno 2001, è stata poi stipulata una Convenzione quadro con quattro Consorzi che, tra l'altro, ha previsto la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili utilizzati presso gli istituti scolastici al 30 giugno 2001.
Nel corso del rapporto è intervenuta poi una procedura di infrazione da parte della Commissione delle Comunità europee che ha espressamente richiesto il rispetto della disciplina comunitaria in materia di appalti per i servizi in questione, avendo il Ministero proceduto in deroga alla disciplina in materia di contratti della Pubblica Amministrazione.
Di tali censure ha preso atto la legge 31 ottobre 2003, n. 306 recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità

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europee che ha espressamente richiesto il rispetto della disciplina comunitaria in materia di appalti anche per i servizi in questione.
Un apposito gruppo di lavoro ha quindi elaborato e predisposto una documentazione di gara con procedure le quali prevedono che il bando di gara sia affidato agli uffici scolastici regionali e il concreto affidamento dei lavori effettuato, con il perfezionamento dei rispettivi contratti attuativi, ad ogni capo d'istituto.
Per garantire una certa omogeneità di comportamento sono state fornite indicazioni ed istruzioni con due apposite direttive: la n. 68 del 25 luglio 2005 riguardante gli appalti storici e la n. 92 del 23 dicembre 2005 per i lavoratori socialmente utili.
Il Governo ora ha assunto l'impegno di mettere in ordine i conti pubblici, di ridurre gli sprechi e di restituire qualità, efficacia ed efficienza al sistema scolastico in modo da allineano agli standard europei ed internazionali.
In tale ottica si è proceduto alla rimodulazione dei contratti di fornitura dei servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie di cui alla Direttiva del Ministro n. 68 del 2005, ed istruzioni in tal senso sono state impartite alle scuole con la nota n. 9537 del 14 dicembre 2010 con la quale è stata comunicata a ciascuna istituzione scolastica la risorsa finanziaria su cui far affidamento.
Faccio presente che tale rimodulazione rappresenta il 2,25 per cento del totale delle risorse destinate a servizi di pulizia e vigilanza.
La medesima rimodulazione assicura comunque a tutte le istituzioni scolastiche risorse finanziarie quanto meno pari al costo del personale della scuola sostituito con i servizi esternalizzati, garantendo più opportuni livelli di servizio e liberando risorse per altre spese di funzionamento delle istituzioni scolastiche.
Quanto alle indicazioni per la predisposizione del programma annuale per l'anno 2010 da parte delle istituzioni scolastiche, contenute nella suddetta circolare del 14 dicembre 2010, faccio presente che sono in corso di predisposizione ulteriori istruzioni operative che saranno tempestivamente diramate. Nel contempo, il termine ultimo di quarantacinque giorni, decorrenti dall'inizio dell'esercizio finanziario per l'approvazione da parte dei consigli d'istituto del programma annuale, previsto dall'articolo 8 del decreto interministeriale 1o febbraio 2001, n. 44, è stato prorogato sino al 1o marzo prossimo.

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ALLEGATO 10

DL 194/09: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative (C. 3210 Governo, approvato dal Senato).

PARERE APPROVATO

La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 3210 Governo, approvato dal Senato, recante «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative»,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) appare necessario prevedere che la proroga di cui all'articolo 4, comma 2, riguardante l'attribuzione di un punteggio sulla base dei risultati conseguiti, oltre che con il test di ingresso, anche sulla base dei risultati del pregresso iter scolastico, si applichi solo alle procedure di arruolamento degli ufficiali medici delle Accademie militari di Esercito, Marina militare e Aeronautica;
2) appare altresì necessario prevedere il differimento all'anno finanziario 2011 dell'entrata in vigore del comma 62 dell'articolo 2 della legge 191 del 2009 (legge Finanziaria per il 2010), concernente l'erogazione di contributi e previdenze in favore dell'editoria.

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ALLEGATO 11

7-00262 Frassinetti: Incremento di iniziative nelle scuole sul tema delle foibe e relativo avvio di corsi di formazione per i docenti.

RISOLUZIONE APPROVATA

La VII Commissione,
premesso che:
con la legge 30 marzo 2004 n. 92 è stata istituita dal Parlamento italiano la «Giornata del ricordo», al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani, giuliani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale;
tale giornata è dedicata alla celebrazione ed alla memoria della complessa vicenda del confine orientale e, all'interno di questa, del martirio degli italiani infoibati, del loro assassinio di massa organizzato dalle bande comuniste del maresciallo Tito, raccapricciante segno di una pulizia etnica che fu attuata in terre teatro di uno storico e tragico scontro di nazionalismi e che durò fino al 1948, provocando l'esilio forzato di 350mila italiani dall'Istria, da Fiume e da tutta la Dalmazia;
il martirio non fu risparmiato né alle donne né ai bambini, né ai vecchi né ai sacerdoti, la cui sola colpa era quella di essere italiani;
considerato altresì che:
all'articolo 1, comma 2, della legge n. 92 del 2004 si fa espresso riferimento al fatto che tali commemorazioni debbano essere realizzate per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado e che istituzioni ed enti debbano favorire la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende;
tali iniziative, inoltre, devono essere volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario ed artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica, ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero;
negli ultimi due anni tale ricorrenza è stata celebrata da parte delle più alte cariche istituzionali;
nonostante tutto, purtroppo, oggi in Italia c'è chi tende a minimizzare la tragedia delle foibe e dell'esodo e, paradossalmente, proprio la scuola è l'istituzione che tende a dimenticare maggiormente questa pagina tragica della storia italiana. Infatti i testi scolastici dovrebbero contemplare questa drammatica vicenda e, invece, in molti casi, la stessa non viene nemmeno menzionata, disattendendo in questo modo una delle principali finalità indicate dalla legge n. 92 del 2004;
da tempo in molte scuole a parlare delle foibe e dell'esodo sono associazioni che il più delle volte tendono a minimizzare l'evento o comunque ad effettuare ricostruzioni che non corrispondono alle oggettività storiche, così offendendo i martiri italiani;

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pertanto pare necessario che per scongiurare questo pericolo sia più opportuno che a essere chiamati a ricordare e a spiegare nelle scuole questi tragici eventi siano i testimoni diretti di quei fatti, nonché studiosi che abbiano approfondito il tema con serenità e rigore,

impegna il Governo:

ad incrementare le iniziative nelle scuole sul tema di cui in premessa, avviando anche dei corsi di formazione per docenti e studenti mediante seminari di studio a loro dedicati e affidati a docenti che ne garantiscano il carattere scientifico;
a garantire che, nel rispetto dell'autonomia scolastica, siano i testimoni di quelle vicende ad incontrare gli studenti al fine di trasmettere e conservare la memoria della storia e della tragedia dei confini orientali.
(8-00060)
«Frassinetti, Garagnani, Barbieri, Goisis, Granata, Ceccacci Rubino, Mazzuca, Barbaro, Giammanco, Murgia, Centemero, Palmieri, Rivolta, Aprea, Grimoldi, Lainati».