CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 4 febbraio 2010
279.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Schema di decreto legislativo di attuazione della delega di cui all'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99 per la riforma della disciplina in materia di camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Atto n. 177.

NUOVA ULTERIORE PROPOSTA DI PARERE

La X Commissione,
esaminato lo schema di decreto legislativo di attuazione della delega di cui all'articolo 53 della legge 23 luglio 2009, n. 99, per la riforma della disciplina in materia di camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (Atto n. 177);
manifestato particolare apprezzamento per il riconoscimento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura quali autonomie funzionali sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, esplicitamente e correttamente menzionato dal medesimo schema di decreto, nonché per il vincolo di applicazione del principio di sussidiarietà quale criterio informativo delle azioni per lo svolgimento dei compiti e funzioni affidati alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura stesse; nonché la positiva innovazione della rappresentanza degli ordini professionali nei Consigli delle Camere di Commercio

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
a) con riferimento al comma 13 dell'articolo 1 dello schema, che modifica l'articolo 12, della legge n. 580 del 1993, dopo il comma 2, inserire il seguente:
«2-bis. È fatta salva la possibilità per le imprese di essere iscritte a più associazioni; in tal caso, esse sono rappresentate da ciascuna delle associazioni alle quali sono iscritte.»;
b) con riferimento al comma 20 dell'articolo 1, che modifica l'articolo 2 della legge n. 580 del 1993, al comma 7 sia soppresso l'ultimo periodo;
c) all'articolo 3, dopo il comma 5, aggiungere i seguenti:
«5-bis. Ai Segretari generali in servizio alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo continua ad applicarsi la disposizione transitoria di cui al comma 5, ultimo periodo, dell'articolo 20 della legge n. 580 del 1993, nel testo vigente prima dell'entrata in vigore del presente decreto.
5-ter. Le disposizioni dell'articolo 20 della legge n. 580 del 1993, come modificato dall'articolo 1, comma 20, del presente decreto, si applicano decorsi 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto di cui al comma 5 dello stesso articolo 20».

e con le seguenti osservazioni:
a) con riferimento al comma 11 dell'articolo 1 dello schema, che modifica l'articolo 10 della legge n. 580 del 1993, nel rispetto del principio di pari opportunità, valuti il Governo l'opportunità di introdurre, alla fine del comma 2, le seguenti parole: «nonché la rappresentanza femminile, tenuto conto delle caratteristiche

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e della composizione del tessuto produttivo e imprenditoriale di ogni singola circoscrizione territoriale»;
b) con riferimento al comma 17 dell'articolo 1, che modifica l'articolo 16 della legge n. 580 del 1993, al comma 1, primo periodo, le parole: «consiglieri in carica» sono sostituite dalle seguenti: «componenti del consiglio»;
c) con riferimento al comma 19 dell'articolo 1 dello schema di decreto, che modifica l'articolo 18 della legge n. 580 del 1993, concernente il finanziamento delle camere di commercio, in relazione al comma 8, relativo al fondo di perequazione, valuti il Governo l'opportunità di prevedere nelle modalità di ripartizione che una quota dello stesso fondo non destinata ad omogeneizzare l'espletamento nelle camere di commercio delle funzioni amministrative sia destinata, anche alle Unioni regionali delle camere di commercio che contribuiscono al fondo di perequazione per la realizzazione di iniziative finalizzate al miglioramento della produzione e dell'economia, sulla base di accordi di programmazione negoziata con le regioni e che i trasferimenti regionali in favore delle camere operanti nelle rispettive circoscrizioni territoriali non siano computati tra le entrate considerate al fine della quantificazione del contributo corrisposto ad Unioncamere.

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ALLEGATO 2

Sulla partecipazione di tre componenti della Commissione ad una missione presso i poli settentrionali della chimica di Porto Marghera e delle linee produttive di Mantova, Ravenna e Ferrara (Venezia 9 novembre 2009).

RELAZIONE

Una delegazione della Commissione attività produttive della Camera dei deputati composta dal presidente Andrea Gibelli e dai deputati Catia Polidori e Ludovico Vico ha effettuato una missione a Porto Marghera nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione e sulle prospettive del sistema industriale e manifatturiero italiano in relazione alla crisi dell'economia internazionale, deliberata dalla Commissione il 25 febbraio 2009.
Nel corso della mattinata, la delegazione ha svolto una serie di incontri con rappresentanti di Confindustria e delle imprese operanti nel petrolchimico di Porto Marghera e con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali a livello regionale e territoriale. Nel pomeriggio la delegazione ha incontrato presso la sede della provincia di Venezia i rappresentanti istituzionali e le associazioni di piccole e medie imprese.
La delegazione ha effettuato il primo incontro presso la sede di Confindustria Venezia alla presenza del presidente Luigi Brugnaro e di numerose imprese attive nell'area del petrolchimico di Porto Marghera. Il presidente Brugnaro ha chiesto che sia finalmente riconosciuto al mondo imprenditoriale un ruolo prioritario nel rilancio del sito di Marghera, sottolineando il ruolo strategico di ENI e l'indispensabile presenza Confindustria a tutti i tavoli in cui si discute il futuro della chimica italiana.
Il presidente Gibelli ha ricordato che la X Commissione della Camera fin dall'inizio della legislatura si è occupata del settore della chimica, che ritiene strategico per l'economia italiana. Oltre all'indagine conoscitiva in corso, il 9 giugno 2009 è stata infatti approvata la risoluzione Vico n. 8-00045 alla quale, nel corso della discussione, è stata abbinata la risoluzione Fava n. 7-00166, a dimostrazione del fatto che i diversi schieramenti politici sono concordi nel perseguire l'obiettivo del rilancio della chimica italiana. La risoluzione ha impegnato il Governo, tra l'altro, a convocare con estrema urgenza un tavolo generale di confronto per il rilancio della chimica italiana, che parta dal monitoraggio di tutti gli accordi di programma esistenti nei siti, nonché ad esercitare tutti i suoi poteri di indirizzo di azionista affinché l'ENI destini al settore della chimica significativi investimenti. Il presidente Gibelli ha ricordato che la risoluzione ha altresì impegnato il Governo a ridurre il differenziale del costo dell'energia con gli altri Paesi concorrenti anche per mezzo della convocazione della Conferenza nazionale sull'energia e a sviluppare le nuove tecnologie ambientali per bonificare e recuperare i siti ad una chimica «più verde» e attenta alla qualità della vita nei territori. Il presidente ha inoltre sottolineato il notevole impegno della X Commissione per la riduzione del costo dell'energia anche attraverso il necessario rilancio del nucleare in Italia.
Le aziende presenti all'incontro hanno manifestato alla delegazione parlamentare l'esigenza prioritaria di avere finalmente uno scenario chiaro sulle prospettive della chimica italiana in generale e sul sito di

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Porto Marghera, in particolare, nonché di usufruire di tariffe energetiche in linea con quelle degli altri Paesi europei (Edison, Sapio). Le aziende hanno inoltre chiesto una semplificazione dei sistemi autorizzativi per favorire la realizzazione dei piani industriali. L'amministratore delegato di Polimeri Europa (gruppo ENI), ing. Alberto Maria Alberti, ha fatto presente che, nel cosiddetto quadrilatero (Porto Marghera, Mantova, Ravenna e Ferrara) sono impegnati per il gruppo ENI circa 2.400 lavoratori diretti e 1.200 nell'indotto. Il piano di investimenti, che ammonta a circa 280 milioni di euro, a Porto Marghera è finalizzato soprattutto a interventi di riduzione degli inquinanti. Ha sottolineato che l'ENI ritiene strategico il settore della chimica, come dimostrato da un piano quadriennale di investimenti di 700 milioni di euro, e che vi è necessità di chiarezza del quadro legislativo e di rapidità nella deliberazione dei progetti di bonifica.
Il rappresentante di Arkema ha sottolineato la necessità di operare in uno scenario chiaro e di procedere ad una semplificazione dei sistemi autorizzativi per favorire la realizzazione dei piani industriali. Ha poi evidenziato che l'azienda impiega a Marghera circa 50 dipendenti e altrettanti con diverse forme contrattuali, mentre nello stabilimento di Rho lavorano altre 270 persone nella produzione del plexiglass. Evidenzia infine che l'azienda ha deciso di chiudere gli stabilimenti francesi per valorizzare la linea produttiva italiana.
Successivamente all'incontro con le imprese si è svolto quello con i rappresentanti dei sindacati confederali presso lo storico capannone del petrolchimico di Marghera. Dopo un intervento del segretario regionale della UIL, Brunero Zacchei, che ha denunciato il comportamento predatorio di molte multinazionali che hanno prima operato uno sfruttamento del territorio per poi abbandonarlo senza curarsi delle situazioni sociali. Ha quindi lamentato gli eccessivi costi energetici che penalizzano la competitività delle imprese italiane, richiamando la necessità di procedere alle bonifiche elemento essenziale per attrarre le imprese nel petrolchimico di Marghera. Il rappresentante CISL, Gianni Fanecco, ha preliminarmente sottolineato la necessità di diminuire i costi energetici che sono mediamente superiori del 50 per cento rispetto a quelli sostenuti dalle imprese europee. Sottolinea che questa situazione si è verificata in seguito alla scelta italiana di chiudere le centrali nucleari conseguente al referendum del 1987. Rilevato che per imprese come l'Alcoa il costo dell'energia incide per il 30 per cento sul fatturato, stigmatizza la mancanza di un piano energetico per l'industria e la difficoltà di accesso al credito.
L'intervento del segretario generale della Filcem-CGIL di Venezia, Riccardo Coletti, ha evidenziato la difficoltà di ricollocare i lavoratori delle aziende Nuova Sirma e Montefibre e ha sollecitato insieme al segretario generale della Femca-CISL, Massimo Meneghetti, l'intervento immediato del Governo sull'azienda Vinyls la cui chiusura metterebbe a rischio circa 1.100 posti di lavoro. Meneghetti ha inoltre richiamato l'attenzione sulla necessità di rivedere le politiche energetiche italiane soprattutto in relazione alle produzioni energivore. Il segretario provinciale della Fiom metalmeccanici, Giorgio Molin, ha invece sottolineato che la crisi economica globale non deve essere utilizzata come un pretesto per non rispettare l'assetto industriale minimo definito negli accordi per Porto Marghera. Ha denunciato altresì che le scelte dell'Autorità portuale sono in contrasto con la continuità produttiva delle aziende e, in particolare, di Montefibre, evidenziando un crollo degli investimenti sulla sicurezza degli impianti. Rilevato infine che gran parte delle aziende in crisi nel polo chimico di Marghera sono a partecipazione statale, sottolinea la necessità di aprire un tavolo presso la Presidenza del Consiglio.
Il presidente Gibelli concorda sulla deplorevole tendenza ad utilizzare la crisi internazionale per chiudere gli stabilimenti e sottolinea il ruolo fondamentale dello Stato nel sostenere la chimica italiana. Ha rilevato con soddisfazione che le

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parti sindacali hanno riconosciuto il grave problema dei costi energetici, sottolineando che l'utilizzo esclusivo di energia rinnovabile non consentirebbe di adeguare i costi italiani a quelli europei, poiché la soluzione è da cercarsi in un mix energetico differenziato che deve comprendere necessariamente anche l'approvvigionamento da fonte nucleare. Riguardo ai costi energetici, sottolinea l'opportunità di una loro differenziazione per macroaree territoriali. Con riferimento alla vicenda Vinyls assicura che seguirà direttamente il ruolo dei commissari che devono affrontare la situazione non solo dal punto di vista legale, ma anche industriale.
Nel pomeriggio, presso la sede della provincia di Venezia, la delegazione parlamentare ha incontrato rappresentanti delle istituzioni e di associazioni di imprese.
Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, dopo aver evidenziato il fallimento del piano energetico nazionale, ha richiamato i contenuti dell'accordo nazionale sulla chimica, siglato nel 1998 e modificato nel 2006, che prevedeva investimenti cospicui nel settore. Ha quindi sottolineato la necessità di risolvere le questioni connesse ai costi eccessivi, in alcuni casi di ben tre volte superiori a quelli di altri paesi europei, che le imprese italiane sono costrette a sostenere, e le difficoltà derivanti dai tempi medi (circa 8 anni) per il rilascio delle autorizzazioni. Il sindaco ha concluso il suo intervento rilevando che, per il futuro della chimica di Porto Marghera è essenziale conoscere le strategie industriali dell'Eni, a cominciare dai costi di fornitura delle materie prime e dal suo interesse a continuare ad investire nell'industria chimica.
L'assessore alle politiche dell'economia e dello sviluppo della regione Veneto, Vendemiano Sartor, nel riconoscere che la crisi dell'economia globale ha accelerato la crisi di Porto Marghera, ha sollecitato un chiarimento dei rapporti tra politica industriale perseguita dal Governo e scelte dell'Eni, fondamentale per fare chiarezza sulla continuità delle attività del polo chimico veneto.
Il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, oltre a sollecitare un chiarimento sulle strategie dell'Eni anche in relazione alla politica industriale del Governo, ha posto all'attenzione della delegazione parlamentare l'aspetto dell'interdipendenza delle produzioni dei diversi siti petrolchimici italiani e le questioni connesse agli elevati costi energetici, nonché agli ingenti investimenti in sostenibilità ambientale.
Il sindaco del comune di Mantova, Fiorenza Brioni, ha sottolineato l'importanza degli accordi di programma per la messa in sicurezza degli impianti e per procedere alle bonifiche, mentre l'assessore alle attività produttive del comune di Ravenna, Matteo Casadio, ha rilevato che la chimica italiana rappresenta un grande patrimonio di conoscenze del Paese che non deve essere disperso.
Il deputato Ludovico Vico ha evidenziato l'importanza della chimica italiana per l'industria manifatturiera e, per sottolineare l'importanza del settore, ha ricordato che esso occupa circa 28 mila lavoratori diretti e oltre 100 mila persone nell'indotto.
La delegazione, dopo un intervento del presidente Gibelli che ha ribadito che la chimica rappresenta un settore strategico irrinunciabile per il sistema Paese, ha ascoltato gli interventi dei rappresentanti del mondo delle piccole e medie imprese. Si è evidenziato che a Porto Marghera sono state chiuse aziende fiorenti come Montefibre e che sono state assunte decisioni di riconversione delle produzioni del polo chimico, senza procedere preventivamente alle necessarie bonifiche (Confcooperative). Il presidente di Apindustria Venezia, Ivan Palasgo, ha ricordato che nel 2007 la Confapi ha presentato un importante progetto che prevede un investimento di 135 milioni di euro per la costruzione di una bioraffineria che è stato approvato dalla regione Veneto e che è ora all'esame del CIPE. Sottolinea che la realizzazione di questo progetto potrebbe innescare un ciclo virtuoso per l'avvio della chimica verde a Porto Marghera. Sottolineata altresì l'importanza delle imprese artigiane soprattutto per il settore

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della subfornitura (Confcommercio), la Lega Cooperative ha evidenziato come dall'inizio degli anni Novanta ad oggi sia drammaticamente diminuita la presenza del mondo della cooperazione nell'area di Porto Marghera (da 12 cooperative che occupavano 500 persone si è passati a 6 cooperative con 50 addetti). È stata altresì rappresentata la necessità di avviare processi di riconversione basati su innovazione, ricerca e approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.
È intervenuto infine il direttore di Unioncamere Veneto, Gian Angelo Bellati, che ha sottolineato l'urgenza della realizzazione del federalismo fiscale che, oltre a consentire un maggiore sviluppo del Paese nel suo complesso attraverso l'introduzione della «fiscalità di vantaggio», potrebbe rappresentare lo strumento ideale per affrontare la crisi di Porto Marghera. Sarebbe possibile, infatti, attirare anche capitali esteri, attualmente carenti a causa dell'alta imposizione fiscale e per le note difficoltà burocratiche ben individuate nei consueti rapporti Doing Business della Banca Mondiale che situano l'Italia a livelli bassissimi nella graduatoria mondiale sull'attrattività degli investimenti. Il direttore di Unioncamere ha sottolineato quindi l'importanza di inserire fra i cosiddetti quartieri urbani svantaggiati l'area in questione; ciò permetterebbe un più favorevole trattamento in materia di aiuti di Stato, senza i quali non risulta semplice intervenire per risolvere i problemi della chimica e/o la riconversione delle aziende non più recuperabili. Ha rilevato, infine, come in tema di riconversione produttiva ed industriale occorra un forte coordinamento fra tutti gli strumenti finanziari, ivi compresi i «fondi strutturali» messi a disposizione della regione Veneto. Grazie a questi finanziamenti, sia nazionali che europei, dovrebbe essere realizzata - secondo il presidente di Unioncamere Veneto - urgentemente anche la bonifica dei siti inquinati, bonifica che ovviamente non può essere messa a carico dei soggetti privati, pena lo spostamento di ogni investimento ad aree meno svantaggiate e meno costose.

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ALLEGATO 3

Sulla partecipazione di tre componenti della Commissione ad una missione presso i poli settentrionali della chimica di Mantova (Mantova 30 novembre 2009).

RELAZIONE

Una delegazione della Commissione attività produttive della Camera dei deputati composta dal presidente Andrea Gibelli e dai deputati Catia Polidori e Ludovico Vico ha effettuato il 30 novembre 2009 una missione a Mantova nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione e sulle prospettive del sistema industriale e manifatturiero italiano in relazione alla crisi dell'economia internazionale, deliberata dalla Commissione il 25 febbraio 2009.
Nel corso della mattinata si sono svolti gli incontri con i rappresentanti delle istituzioni, delle confederazioni sindacali e con i rappresentanti delle associazioni delle imprese.
Dopo un intervento introduttivo del sindaco di Mantova, Fiorenza Brioni, che ha sottolineato la necessità di non disperdere il patrimonio della chimica italiana e di sostenere la rete di imprese diffusa sul territorio, il presidente Andrea Gibelli ha rilevato che la missione a Mantova rappresenta la tappa conclusiva di un percorso di verifica sul territorio della situazione dei poli chimici italiani, che ha portato la delegazione parlamentare a visitare in precedenza Porto Torres e Porto Marghera.
Il presidente della provincia di Mantova, Maurizio Fontanili, ha ricordato che in Italia si produce circa il 10 per cento della chimica di base europea e che l'80 per cento della produzione italiana è controllata da ENI. Ha sottolineato inoltre che il polo chimico mantovano si è gradualmente sviluppato a partire dagli anni Cinquanta e che al momento, nonostante la maggiore sensibilità ambientale, nel sito si registra ancora un forte inquinamento ambientale. A questo riguardo, ha ricordato che nel 2004 è stato ottenuto un primo finanziamento per le bonifiche, ma l'Eni ha presentato ricorso contro le operazioni di bonifica.
Il prefetto, Giuseppe Oneri, ha rilevato che il petrolchimico è situato nella zona industriale del capoluogo (in località Frassine), ossia in una porzione territoriale altamente sensibile nella quale insistono altre importanti attività produttive quali Enipower (settore energetico), Belleli Energy (settore metalmeccanico), IES (settore petrolifero), Sol e Sapio (settore produzione gas tecnici). Ha ricordato che l'insediamento del petrolchimico risale al 1956 e che dall'iniziale lavorazione di salgemma, benzene ed altro, si è approdati all'attuale ciclo produttivo dello stirene monomero, dei polimeri stirenici e dei prodotti chimici intermedi (fenolo, acetone ed altri). La Polimeri Europa attualmente occupa una superficie di 125 ettari ed ha un carattere multisocietario poiché al suo interno operano «Polimeri Europa Spa», «Enipower Spa», «Syndial» (ex Enichem) e «Sol Spa». Lo stabilimento si approvvigiona delle materie prime mediante trasporto ferroviario, stradale ed idroviario nonché per mezzo di tre «pipelines» provenienti da Porto Marghera ed è caratterizzato dalla presenza di un avanzato centro ricerche collegato con l'Università di Mantova. Al momento, le aziende danno lavoro a circa 1.100 persone cui vanno aggiunte ulteriori 500 unità circa le quali operano alle dipendenze di imprese esterne.

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L'insediamento - ha proseguito il prefetto Oneri - presenta rilevanti profili ambientali tra i quali si evidenziano le problematiche connesse alle emissioni in atmosfera con specifico riferimento alle sostanze rilasciate da camini e sfiatatoi nonché conseguenti a perdite evaporative. Sottolinea che da indagini avviate dalla Conferenza dei servizi nel 2002, d'intesa con enti locali e regioni, sono emerse situazioni di contaminazione del sottosuolo e della falda principale, in alcune parti dello stabilimento, a causa della presenza di idrocarburi, di solventi aromatici, di stirene e di cumene. Per quanto attiene ai rischi di incidente rilevante, ha fatto presente che la prefettura di Mantova ha da tempo predisposto l'apposita pianificazione di emergenza esterna prevista dalla normativa vigente (decreti-legge n. 334/99 e n. 238/05), e che la Polimeri ha definito, negli ultimi anni, un piano di miglioramento per ridurre la probabilità di incidenti. Ha ricordato infine che le direttive del Ministero dell'ambiente del settembre 2009 impongono di porre rimedio all'emergenza del surnatante, sostanza composta da idrocarburi ed altri inquinanti che galleggia sulle acque di falda. Ha infine sollecitato il via libera al piano di risanamento dell'area, di cui si avverte particolarmente l'esigenza.
L'assessore al territorio e all'urbanistica della regione Lombardia, Davide Boni, si è invece soffermato sulla difficoltà di ottenere fondi per le bonifiche anche per le numerose aree industriali dismesse che rappresentano un grave rischio per la regione. Ha tuttavia sottolineato la necessità di contemperare le esigenze di sicurezza ambientale con la tutela dei livelli occupazionali. L'assessore all'ambiente del comune di Mantova, Carlo Saletta, come altri si è chiesto se l'Eni intenda ancora investire sulla chimica o orientarsi esclusivamente all'energia. Ha posto l'attenzione sulla delicatezza del tessuto ambientale, con particolare riferimento al surnatante, al rilascio di clorurati, nonché ai trasporti pericolosi che per l'attuale configurazione logistica sono costretti ad attraversare il centro abitato di Mantova.
L'onorevole Giovanni Fava ha ricordato gli impegni assunti dall'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, nel corso di una recente audizione presso la X Commissione della Camera dei deputati, in relazione allo sviluppo del polo chimico di Mantova. Ha sottolineato, d'altro canto, che sia a livello personale sia come rappresentante della Lega Nord ritiene che il petrolchimico di Mantova vada difeso per le sue specificità nell'ambito della ricerca applicata e per i livelli occupazionali che garantisce. Il parlamentare ha messo in luce come per gli interventi di tipo ambientale siano necessari progetti immediatamente cantierabili che, ad oggi, non sono disponibili per l'area mantovana. Ha altresì richiamato il tema dei consorzi dei trasporti, rilevando che molti fornitori del servizio di trasporto sono stati sostituiti da aziende operanti in altre regioni, in particolare pugliesi. Si è augurato infine un'ampia convergenza per la valorizzazione del sito petrolchimico connessa agli opportuni interventi di bonifica ambientale.
Il deputato Ludovico Vico ha sottolineato come sia necessario investire sui siti di eccellenza, come quello mantovano, per coniugare sviluppo industriale, innovazione e tutela dell'ambiente. È una sfida di primaria importanza che investe non un solo elemento della catena industriale, bensì l'intero sistema della chimica nazionale che è fortemente correlato al proprio interno. Il parlamentare ha ribadito che la crescita di questo settore comporta una necessaria convergenza di risorse tra Stato, regioni e società proprietarie degli impianti. Il tema della bonifica per i ventidue siti di interesse nazionale deve pertanto essere affrontato in una visione sinergica.
Sono poi intervenuti i rappresentanti sindacali. Il segretario regionale della CGIL, Giovanni Baseotto, ha ricordato l'aumento esponenziale sul territorio lombardo della CIG nel settore chimico. Ha lamentato come l'ENI non investa più nella chimica di base, sollecitando al riguardo interventi del Governo sulla dirigenza del gruppo, mentre ha chiesto di

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intervenire sul risanamento ambientale con una politica di incentivazione a favore delle imprese. Per la CISL, il segretario generale di Femca Mantova, Giusy Amadosi, ha sottolineato la necessità di rafforzare il tavolo della chimica attraverso un intervento comune dei Ministeri dello sviluppo economico, dell'ambiente e dell'economia. La CISL ha ricordato altresì che il centro ricerche del polo chimico di Mantova occupa oltre 160 persone e rappresenta una realtà positiva su cui continuare ad investire. Ha sottolineato altresì la questione degli elevati costi energetici che ha penalizzato sul territorio mantovano sia la produzione delle calze sia quella delle ceramiche.
Giovanni Pellizzoni, segretario provinciale dei chimici della UIL, ha evidenziato che il polo mantovano garantisce circa 5 mila posti di lavoro tra lavoratori diretti e indiretti. La sua qualità di eccellenza nella ricerca applicata ha finora consentito di attenuare gli effetti nella crisi della chimica. Ha evidenziato la necessità di una programmazione di lungo periodo. La UIL ha inoltre ribadito che l'eccessivo costo dell'energia penalizza la competitività internazionale del settore.
Il presidente Gibelli ha sottolineato anche in questa sede l'importanza di risolvere il problema degli alti costi energetici che danneggiano pesantemente l'industria italiana e ha richiamato l'attenzione sulla questione relativa al costo estremamente differenziato dell'energia nelle diverse aree del Paese. Ricordato che l'Italia è il secondo paese manifatturiero a livello europeo, ha rilevato che la grave crisi internazionale può essere superata solo mantenendo le produzioni fondamentali sul territorio italiano, risultando a questo fine essenziale ridurre i costi energetici.
Il sindaco Brioni ha evidenziato la necessità per realtà territoriali come quella mantovana di avere un quadro definito delle politiche industriali del Paese e di avere un interlocutore unitario cui rappresentare le questioni della chimica padana. Ritiene che le bonifiche e la messa in sicurezza degli impianti dei petrolchimici debbano essere seriamente considerate dalle istituzioni e,, per quanto riguarda il petrolchimico di Mantova, sottolinea che il comune non ha finora ricevuto nessun sostegno dal Ministero dell'ambiente. Allo stesso modo, ritiene fondamentale l'impegno e l'assunzione di responsabilità delle imprese nei confronti del territorio per quanto riguarda la messa in sicurezza degli impianti.
Si è poi svolto l'incontro con le associazioni rappresentative delle imprese operanti sul polo chimico mantovano. È intervenuto per Confartigianato Enzo Zanca che ha evidenziato la consistenza dei consorzi per l'autotrasporto che rappresentano più di 200 imprese, mentre Carlo Zanetti, presidente della Camera di commercio di Mantova, ha richiamato gli investimenti fatti sulle bonifiche. Il direttore di Confapi, Giovanni Acerbi, ha fatto presente che la sua associazione rappresenta circa 600 aziende con 13 mila addetti, la cui sopravvivenza dipende dalla continuità del polo chimico mantovano. La presenza di un centro di ricerca applicata, oltre a favorire l'innovazione e uno stretto rapporto con il mondo universitario, può anche accrescere la sensibilità ambientale tenendo conto del fatto che a Mantova si produce molta energia dalla quale, per il momento, non si ricava alcun beneficio. Anche il direttore della CNA di Mantova ha sottolineato l'importanza di programmi aziendali ecocompatibili, aggiungendo che il petrolchimico offre molte opportunità di lavoro per le imprese artigiane e soprattutto alle imprese di trasporto conto terzi. Maurizio Ottolini, presidente di Confcooperative, ha rilevato che la chimica è un settore che ha molte prospettive di sviluppo fortemente connesse alla ricerca. Con riferimento alla situazione mantovana, ha sollecitato lo sviluppo di una rete infrastrutturale efficiente.
Il deputato Marco Carra, che si è unito alla delegazione parlamentare, ha osservato come dai diversi incontri sia emerso un quadro omogeneo del petrolchimico di Mantova quale polo strategico per lo sviluppo del territorio. Ha auspicato quindi un'azione coerente del Governo tra le dichiarazioni più volte rese sulla volontà

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di rilancio della chimica italiana, quale settore strategico della politica industriale del Paese, e le azioni conseguenti al raggiungimento di questo obiettivo. Si è augurato, infine, una collaborazione più efficace tra Ministeri dell'ambiente e dello sviluppo economico e la conclusione della complessa vicenda relativa al personale dell'Ispra.
Nel pomeriggio, presso la sede di Polimeri Europa all'interno del petrolchimico, ha avuto luogo l'incontro con rappresentanti di Confindustria e delle imprese di maggiori dimensioni in esso operanti (Polimeri Europa, Enipower Mantova, Sapio, Sol, IES e Syndial).
Il vicepresidente di Confindustria Mantova, Gianluigi Coghi, ha evidenziato come il petrolchimico rappresenti un centro vitale per l'economia mantovana con circa 700 aziende e 3 mila lavoratori. Ha sollecitato la semplificazione dell'attuale normativa al fine di salvaguardare e promuovere l'attività delle preziose realtà imprenditoriali presenti sul territorio. Per il gruppo Eni è stato dato particolare rilievo al centro ricerche di Polimeri Europa che impiega 166 dipendenti di cui il 47 per cento è rappresentato da personale laureato, mentre la dirigenza di Enipower ha illustrato la realizzazione della nuova centrale a ciclo combinato alimentata a gas naturale che ha comportato un notevole miglioramento delle emissioni. I dirigenti delle imprese presenti all'incontro hanno confermato che la situazione del polo mantovano è complessivamente migliore rispetto a quella di Porto Torres e Porto Marghera, ma hanno ribadito le problematiche connesse agli elevati costi energetici e ai complicati iter autorizzativi per le fonti rinnovabili che richiedono dai 18 ai 24 mesi per la loro definizione.
La delegazione parlamentare ha infine visitato il centro ricerche di Polimeri Europa.