CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 ottobre 2009
231.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-01544 Ghizzoni: Sull'insegnamento della religione cattolica di cui al Regolamento sulla valutazione degli studenti.

TESTO DELLA RISPOSTA

Nell'atto in discussione, l'onorevole interrogante esprime preoccupazioni circa presunte forme di disparità di trattamento tra alunni che si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica e alunni che non se ne avvalgono, che potrebbero derivare dalla formulazione dell'articolo 2, comma 4, e dell'articolo 4, comma 3, del regolamento sulla valutazione degli alunni, in cui si stabilisce che la valutazione dell'insegnamento della religione cattolica resta disciplinata dall'articolo 309 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 «fatte salve eventuali modifiche all'intesa di cui al punto 5 del Protocollo addizionale alla legge 25 marzo 1985, n. 121».
In particolare, è il riferimento alle parole «eventuali modifiche dell'Intesa» che preoccupa l'onorevole interrogante il quale chiede conseguentemente di evidenziare nei citati articoli del regolamento sulla valutazione il contenuto dell'intesa stipulata tra le autorità scolastiche italiane e la Conferenza episcopale italiana, come risulta dal decreto del Presidente della Repubblica n. 751 del 16 dicembre 1985, modificato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 202 del 23 giugno 1990.
Va in primo luogo evidenziato che il Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 28 maggio 2009 ed è stato emanato con decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 22 giugno 2009, quindi il giorno prima della presentazione dell'atto in discussione, che è avvenuta il 23 giugno.
Nel merito, è da ritenere che le preoccupazioni espresse nell'interrogazione non abbiano ragione d'essere. Faccio comunque presente che la valutazione dell'insegnamento della religione cattolica, anche alla luce delle modifiche all'Intesa tra l'autorità scolastica italiana e la Conferenza episcopale italiana, apportate con il protocollo addizionale del 13 giugno 1990, è all'attenzione del Ministero. Si sta esaminando l'argomento nel contesto di eventuali modifiche del suddetto regolamento da sottoporre, eventualmente, al parere del Consiglio di Stato.

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ALLEGATO 2

5-01653 Contento: Sull'Istituto tecnico «P. Sarpi» di San Vito al Tagliamento (Pordenone).

TESTO DELLA RISPOSTA

Gli istituti Tecnici per Periti aziendali e corrispondenti in lingue estere, quali quello di S. Vito al Tagliamento, cui fa riferimento l'onorevole interrogante, in base al vigente ordinamento (articolo n. 191 - comma 3 - del Testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994), rientrano negli istituti tecnici del settore commerciale.
Nell'ambito delle innovazioni riformatrici in materia scolastica, finalizzate a ricondurre a sistematicità e rigore un ordinamento ormai incoerente e a restituire identità ai diversi ordini di scuola secondaria superiore, sono stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri in data 28 maggio 2009, gli schemi di regolamento di riforma della scuola del secondo ciclo, tra i quali quello degli istituti tecnici.
Le norme con esso introdotte sono tese a riorganizzare e potenziare questi istituti a partire dall'anno scolastico 2010-2011 e sono predisposte a riconoscere il valore della cultura, del sapere tecnico e della formazione del capitale umano su una pluralità di scelte formative al passo con i tempi della globalizzazione.
Gli schemi di regolamento relativi ai nuovi assetti ordinamentali della scuola del secondo ciclo (licei, istituti tecnici, istituti professionali, istituti per l'istruzione degli adulti), rispondono ad una pluralità di logiche tra cui:
favorire l'orientamento dei giovani per il loro successo formativo contro la dispersione scolastica;
privilegiare qualità e approfondimento delle materie rispetto al numero delle discipline;
caratterizzare accuratamente ciascun percorso, sia esso liceale che tecnico-professionale, in maniera specialistica ed esclusiva, evitando duplicazioni e sovrapposizioni attraverso una eccessiva frantumazione delle materie.

In tale logica complessiva, le caratteristiche salienti dell'ordinamento dei nuovi istituti tecnici, attraverso un ampio e approfondito dibattito di tutte le forze politiche e sociali nel corso di queste ultime legislature, sono state individuate:
in una solida base culturale a prevalente carattere scientifico-tecnologico;
semplificazione, che si realizza col passaggio dagli attuali 10 settori a 2 soli settori (economico e tecnologico) e corrispondente diminuzione dagli attuali 39 indirizzi a soli 11, di cui 2 per il settore economico e 9 per quello tecnologico;
più intensa e frequente attività di laboratorio;
rafforzamento degli insegnamenti linguistici per far acquisire agli studenti efficaci competenze comunicative in una economia globalizzata;
rafforzato rapporto con la società civile e con il mondo del lavoro.

Com'è evidente quindi il vigente assetto dell'istruzione tecnica è completamente riformato

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secondo criteri evolutivi ed innovativi dallo schema di regolamento attualmente in fase consultiva che prevede il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia. In tali sedi, pertanto, potranno essere forniti tutti i suggerimenti e le osservazioni utili a migliorare l'impianto predisposto.
In base alla normativa dell'ordinamento che si sta predisponendo, l'istituto tecnico di S. Vito al Tagliamento sarà compreso nel settore economico e riorganizzato insieme all'indirizzo per ragionieri e per ragionieri programmatori, nell'indirizzo amministrazione, finanza e marketing.
In tale contesto, la formazione dei periti aziendali e corrispondenti in lingue estere risulterà innovata, evitandosi sovrapposizioni con la nuova configurazione del liceo linguistico, e con l'indirizzo per i servizi commerciali degli istituti professionali. I maggiori spazi di autonomia e di flessibilità consentiranno comunque agli istituti tecnici del settore economico di recuperare anche il profilo formativo degli istituti per periti aziendali.

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ALLEGATO 3

5-01669 Bachelet: Chiarimenti sull'erogazione ritardata del contributo italiano all'ESRF.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si risponde alla interrogazione illustrata, riguardante l'European Synchrotron Radiation Facility, (Laboratorio europeo delle radiazioni al sincrotrone), sulla base degli elementi comunicati dalla competente Direzione Generale per il Coordinamento e lo sviluppo della ricerca.
Il Ministero, per venire incontro alle esigenze e agli impegni di spesa presi in ambito internazionale dal laboratorio di Sincrotrone di Grenoble, che riceve le proprie contribuzioni dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, attinge le relative somme da due specifici capitoli di bilancio, il 1678/2 ed il 7236.
Il capitolo 1678/2, (formato da tre così detti «piani gestionali»: il Sincrotrone di Trieste e l'ESRF usufruiscono rispettivamente, del 1o e 2o piano, mentre il 3o, per una piccola somma, è appannaggio diretto del CNR), prevede, per l'anno 2009, uno stanziamento complessivo di euro 18.052.853,49 che ha, però subito, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, un accantonamento di euro 2.605.423,49 rispetto all'originario stanziamento di euro 20.658.276,00.
Si fa presente che, anche nell'esercizio 2008, il capitolo aveva subito un taglio di euro 3.323.253,67 riducendo così lo stanziamento iniziale da euro 20.658.276,00 ad euro 17.335.022,23.
È evidente che, per effetto di detti accantonamenti, mai disaccantonati, si è prodotto un forte squilibrio a livello economico finanziario nei confronti degli organismi beneficiari che si sono trovati nella condizione di non poter più far fronte agli impegni assunti in precedenza.
Pertanto, le quote da erogare, stabilite in euro 7.746.853,00 per il Laboratorio di Grenoble, ed in euro 12.911.422,00 per quello di Trieste, secondo quanto previsto dal decreto-legge 23 settembre 1994 n. 547, convertito in legge 22 novembre 1994 n. 644, hanno registrato consistenti diminuzioni.
Nel frattempo, essendo aumentato il budget complessivo approvato con delibera dall'ESRF, è anche aumentata la quota che il nostro Paese dovrà pagare, quota che, per il 2009, è prevista in euro 12.075.000.00; di tale aumento, però, si è avuta notizia dal CNR soltanto quando non era più possibile chiedere al MEF reintegrazioni sul predetto capitolo 1678.
L'ESRF, tuttavia, può essere finanziato, tramite il CNR, sul capitolo 7236, Fondo Ordinario Enti di Ricerca; anche tale capitolo ha subito un accantonamento di circa 98 milioni di euro ed il Ministro ne ha, quindi, chiesto al MEF l'immediato disaccantonamento.
In tal modo sarà fatto il possibile per venire incontro alle esigenze del Laboratorio con un ulteriore e significativo stanziamento a favore del CNR.
Si fa presente che, in sede di assestamento di bilancio, è stato già chiesto al MEF, nel rispetto degli accordi internazionali, almeno di coprire con una integrazione la differenza contabile che si era prodotta tra lo stanziamento 2008 e quello del 2009 di euro 2.606.461,00.
Purtroppo, malgrado siano state esperite tutte le soluzioni alternative, non è stato possibile reperire le somme necessarie al pagamento delle quote di nostra competenza.

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ALLEGATO 4

5-01226 Fiano: Distribuzione di volantini presso il liceo Parini di Milano.

TESTO DELLA RISPOSTA

La situazione venutasi a creare presso il liceo classico «Parini» di Milano è stata tenuta sotto attenta vigilanza dal direttore dell'ufficio scolastico regionale per la Lombardia che ha convocato tempestivamente il dirigente scolastico per chiarimenti circa lo svolgimento dei fatti.
Il dirigente scolastico ha confermato di aver consentito la distribuzione agli alunni delle classi del triennio di inviti-manifestino per un convegno sul tema dell'attualità del pensiero di Julius Evola, organizzato dal comune di Buccinasco (Milano) per la serata del 27 novembre 2008.
Il medesimo dirigente ha affermato di aver operato in tal modo nell'intento di stimolare lo spirito critico degli studenti attraverso proposte non convenzionali e perché è sua convinzione che sia corretto diffondere tutte le iniziative di carattere culturale, soprattutto se arricchite dalla presenza di relatori di fama. Ha inoltre sottolineato che l'iniziativa era al di fuori dell'ambito scolastico, pertanto non era necessaria l'acquisizione del parere degli organi collegiali dell'istituto.
Il dirigente ha invece negato di avere ottenuto attestazioni di solidarietà da parte di organizzazioni giovanili.
Lo stesso dirigente ha in ultimo riferito che il «caso Evola» è stato dibattuto in due successive sedute del collegio dei docenti, l'una del 20 gennaio (e non del 27) e l'altra del 3 febbraio 2009.
Nella prima seduta il collegio aveva proposto l'istituzione di una commissione composta da quattro docenti - due per l'area disciplinare letteraria e due per quella scientifica - con funzione consultiva in merito alla diffusione del materiale proveniente da soggetti esterni all'istituto; nella riunione del 3 febbraio il collegio poi ha deliberato, a larga maggioranza, l'adozione di una procedura più snella, che prevede, prima dell'eventuale diffusione di proposte di provenienza esterna, la previa consultazione, da parte del dirigente scolastico, dei docenti della disciplina attinente la proposta.
Le decisioni assunte dal collegio dei docenti dell'istituto dovrebbero assicurare per l'avvenire un più stretto controllo sull'eventuale diffusione di materiali di provenienza esterna alla scuola.

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ALLEGATO 5

5-01652 Palomba: Tagli alle immatricolazioni presso la Facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si riferisce, preliminarmente, che, considerate le particolari esigenze manifestate da alcune sedi dopo l'emanazione del decreto del 3 luglio scorso «Definizione dei posti disponibili per ammissioni al corso di laurea specialistica in Medicina Veterinaria» e, sentita la Conferenza dei Presidi, è stato sottoposto alla firma del Ministro un provvedimento che incrementa il numero dei posti disponibili per le immatricolazioni relative all'anno accademico 2009-2010.
In particolare, per l'Ateneo di Sassari, è stato previsto un incremento dei posti da 26 a 38.
Si ritiene, comunque, per completezza di informazione, di riferire analiticamente in merito all'iter che ha portato all'emanazione del suddetto decreto del 3 luglio.
Come è noto la legge 2 agosto 1999, n. 264, affida al Ministro il compito di determinare, annualmente, il numero dei posti, a livello nazionale, per i corsi che la stessa legge individua all'articolo 1, comma 1, tra i quali il corso in Medicina veterinaria.
La norma prevede che siano sentiti gli altri Ministri interessati, al momento soltanto il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, che la determinazione tenga conto della valutazione dell'offerta potenziale del sistema universitario e del fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo e che la ripartizione dei posti tra le Università tenga conto dell'offerta potenziale comunicata da ciascun Ateneo e dell'esigenza di una equilibrata attivazione dell'offerta formativa sul territorio.
Pertanto, la procedura per la programmazione dei corsi si basa oltre, come già detto, sull'acquisizione della potenziale offerta formativa degli Atenei; anche sul lavoro di un apposito Gruppo rappresentativo di tutte le componenti interessate nel quale, ciascuna per la propria competenza, argomenta su vari aspetti, esprime considerazioni e, se possibile, formula proposte.
Il Ministro, sulla base degli elementi raccolti e delle eventuali proposte definisce la programmazione.
Riguardo la definizione dei posti disponibili per l'anno accademico 2009-2010, relativamente al corso di laurea specialistica in Medicina Veterinaria, si precisa che è sempre stata presente nella discussione e nella decisione ministeriale, la necessità cogente rappresentata dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di ridurre progressivamente, ma incisivamente, il numero dei posti per le immatricolazioni.
I dati acquisiti dal predetto Ministero, dalle Regioni e dalle Province Autonome hanno evidenziato, per l'anno accademico che sta per iniziare, un fabbisogno pari a 595 posti rispetto all'offerta formativa complessiva di tutti gli Atenei di 1.281.
Al di là dell'interesse che il corso può rappresentare per le singole Regioni, è stata condivisa la proposta formulata dal Gruppo tecnico di determinare il numero dei posti in riduzione con riferimento alla complessiva offerta formativa a livello nazionale.
Tale riduzione è derivata dalle considerazioni espresse dai componenti del Gruppo per cui sono state enucleate quelle

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sedi che allo stato attuale hanno ricevuto l'approvazione dell'EAEVE (Istituzione preposta dalla Commissione Europea per il controllo della qualità della formazione veterinaria a livello comunitario) ed è, pertanto, sulla base del riconoscimento ottenuto, che con il decreto ministeriale 3 luglio 2009, è stata confermata per le predette sedi, l'offerta formativa 2009-2010, nell'intento di sottolineare positivamente l'impegno profuso per ottenere il riconoscimento di standard formativi di qualità.
È anche emersa l'indicazione di una situazione complessiva nazionale che, sia pure nell'ambito di una generale criticità di parametri dell'offerta formativa, ha tuttavia indotto l'Amministrazione, limitatamente al prossimo anno accademico, ad operare una riduzione di posti per tutte le altre sedi in misura diversificata e ritenuta coerente con le indicazioni emerse.
Tutto ciò, con l'impegno di riconsiderare la situazione delle Facoltà e di razionalizzare l'offerta formativa del corso di laurea all'interno del piano programmatico che il Ministero intende realizzare.
Dovranno, quindi, essere individuati idonei parametri stabili, standardizzati e unanimemente accettati per la loro oggettività, in vista della programmazione dell'anno accademico 2010-2011; in tal senso è stata data assicurazione alla delegazione che, accompagnata dal Presidente della Conferenza dei Presidi, è stata ricevuta dal Ministro in data 22 luglio 2009 ed alla quale è stato anche riferito che già nel corso del mese di Settembre sarebbe stato costituito un apposito Tavolo tecnico.

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ALLEGATO 6

5-01654 Siragusa: Sul concorso a 200 posti di dirigente scolastico nella Regione Sicilia, di cui al decreto dirigenziale del 22.11.2004.

5-01690 Ruvolo: Sulla graduatoria approvata dall'Ufficio scolastico regionale della Sicilia, relativa al corso-concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si risponde congiuntamente alle interrogazioni parlamentari n. 5-01654 dell'Onorevole Siragusa e n. 5-01690 dell'Onorevole Ruvolo.
Gli Onorevoli Interroganti richiamano le sentenze del Consiglio di Giustizia Amministrativa n. 477 e n. 478 del 25 maggio 2009, con le quali il giudice amministrativo ha annullato la procedura concorsuale a livello regionale per il reclutamento dei dirigenti scolastici, ed evidenziano la contestuale presenza delle aspettative di coloro che hanno superato le procedure concorsuali e di coloro che sono stati allo stato attuale illegittimamente estromessi.
Al riguardo ricordo che, con decreto del direttore generale del personale della scuola del 22 novembre 2004, attuativo dell'articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e dell'articolo 22, commi 8 e 10 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, è stato indetto un corso concorso con carattere selettivo e formativo finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici nell'amministrazione scolastica periferica. Sia le procedure di selezione che l'immissione nel ruolo dirigenziale sono avvenute su base regionale.
Con specifico riferimento alla Regione Sicilia, il numero dei posti messi a concorso, distinto per i diversi settori formativi, era determinato in complessive 200 unità.
Le modalità di svolgimento della procedura concorsuale originariamente prevedevano una prima selezione in base ai titoli, finalizzata all'ammissione al concorso in un numero di candidati pari a sette volte i posti disponibili per l'immissione in ruolo.
Una seconda selezione basata su due prove scritte ed una orale e la successiva ammissione al corso di formazione di un numero di candidati idonei pari a quello dei posti messi a concorso, maggiorato del 10 per cento.
Detto corso, della durata di nove mesi, a sua volta si concludeva con lo svolgimento di un esame finale articolato in una prova scritta ed in una prova orale. Sin dalla fase iniziale della procedura concorsuale dovevano essere formate graduatorie generali regionali di merito, distinte per il settore formativo della scuola primaria e secondaria di primo grado, della scuola secondaria superiore e delle istituzioni educative.
È evidente, prima degli interventi della Legge n. 296 del 2006 (Legge finanziaria 2007) e della successiva Legge n. 17/2007 (Legge «milleproroghe»), con le quali si sono effettuati rilevanti interventi sulle modalità di espletamento dei concorsi all'epoca in corso, come fosse articolata e complessa la procedura prevista dal bando.
Relativamente alle commissioni giudicatrici l'articolo 8 del bando di concorso prevedeva l'istituzione di un'unica commissione competente per i tre settori formativi, nominata secondo le indicazioni

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contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2001, n. 341. In particolare, l'articolo 2, comma 7 del decreto richiamato disponeva che «le commissioni esaminatrici possono essere suddivise in sottocommissioni qualora i candidati, che hanno sostenuto la prova scritta per i posti messi a concorso per i tre settori formativi indicati al precedente comma 1, superino complessivamente le 500 unità, con l'integrazione di un numero di componenti, unico restando il presidente, pari a quello delle commissioni originarie e di un segretario aggiunto».
Sulla base del tenore letterale della norma, l'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia ha ritenuto che la sottocommissione, considerata l'unicità del presidente, dovesse essere costituita da due membri. Tale posizione, condivisa dal Ministero, ha trovato applicazione anche nelle altre Regioni dove vi era un elevato numero di candidati.
Sul piano funzionale, risulta dai verbali che la commissione operava divisa in due sottocommissioni con la presenza del presidente che seguiva i lavori di entrambe.
Al riguardo le sentenze n. 477 e n. 478 del 25 maggio 2009 del Consiglio di giustizia amministrativa, annullando le favorevoli sentenze del TAR Sicilia, hanno in via definitiva statuito l'illegittimità delle operazioni di concorso successive alla prova scritta.
A parere del giudice amministrativo, le due commissioni hanno svolto le procedure di correzione degli elaborati con una commissione incompleta, in quanto nell'una o nell'altra era assente il presidente, in violazione del combinato disposto dell'articolo 8 del bando di concorso e dell'articolo 2, comma 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2001, n. 341. In sintesi, non si è rispettato il principio fondamentale dell'ordinamento giuridico in tema di natura di collegio perfetto delle commissioni giudicatrici dei concorsi, in base al quale occorre almeno un numero dispari di componenti, non inferiore a tre, che rimanga costante ed inalterato per tutta la correzione.
Sul punto l'Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia rileva che le decisioni richiamate, oltre a statuire l'illegittima esclusione dei ricorrenti, mettono in discussione le immissioni in ruolo di 335 dirigenti scolastici, dirigenti che hanno fatto affidamento sulla regolarità della procedura concorsuale.
Per tali motivi, le modalità attuative delle sentenze di cui trattasi verranno definite d'intesa con l'Avvocatura Generale dello Stato.

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ALLEGATO 7

5-01665 Evangelisti: Salvaguardia di posti di lavoro a rischio nel settore delle agenzie giornalistiche.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'atto ispettivo che passo, ad illustrare, la competente Direzione provinciale del lavoro ha comunicato, sulla base degli accertamenti svolti, quanto passo ad illustrare.
La TM NEWS Spa, proprietaria ed editrice della testata APCOM, ha intrapreso un percorso di contenimento dei costi aziendali, da realizzarsi attraverso la riduzione dei costi delle forniture e dei servizi acquisiti all'esterno, (mentre procedure relative ad una riduzione del costo dei lavoro non risultano ancora avviate), ed ha sottoscritto, in data 18 dicembre 2006 ed integrato in data 21 gennaio 2008, un accordo con il Comitato di Redazione finalizzato alla stabilizzazione di circa 40 contratti a tempo determinato, relativi ad altrettanti giornalisti.
Fino al mese di giugno 2009 la società predetta ha dato corretta esecuzione a detto accordo procedendo all'assunzione, con, contratto di lavoro a tempo indeterminato, di 28 lavoratori il cui contratto di lavoro era giunto a scadenza. Per dare completa esecuzione all'accordo in parola dovranno essere assunti, entro il 2010, 12 lavoratori.
Con il cambio di proprietà dell'azienda, l'avvenuto nel mese di maggio del 2009, il nuovo management ha ritenuto opportuno sospendere l'esecuzione dell'accordo nella considerazione che le stabilizzazioni fossero nuove assunzioni.
La società ha comunque offerto ai lavoratori con i contratti in scadenza, la proroga degli stessi, accettata dai lavoratori interessati. Attualmente l'organico aziendale consta di 83 giornalisti, entità indicata dal direttore responsabile come quella minima per la realizzazione del piano editoriale; a tale proposito il Comitato di Redazione ha evidenziato che la paventata riduzione di 30 unità giornalistiche, per ragioni inerenti alle difficoltà economiche e finanziarie dell'azienda, non consentirebbe l'attuazione del piano medesimo.
Per quanto riguarda, invece, l'agenzia di stampa DIRE, gestita dalla società cooperativa Dire, citata nell'atto parlamentare, il predetto ufficio, ha comunicato che la società non ha dichiarato alcuno stato di crisi o proceduto, a licenziamenti individuali o collettivi.
L'azienda, dal secondo semestre del 2006 fino al 30 giugno del corrente anno, si è avvalsa delle prestazioni professionali di personale giornalistico distaccato da altra azienda, la Dire New s.r.l. Alla naturale scadenza dei contratti di distacco, il personale distaccato è tornato a disposizione dell'azienda; tuttavia, nove giornalisti facenti parte del novero di 18 distaccati, sono stati assunti direttamente dalla DIRE soc. coop. per il potenziamento, del proprio organico. Attualmente l'organico risulta composto da 26 giornalisti dipendenti, oltre a collaboratori e personale tecnico ed amministrativo inquadrato nella categoria dei poligrafici.
In data 1o luglio 2009 il direttore responsabile ha presentato il piano editoriale all'assemblea di redazione nel quale sono illustrate le motivazioni a base della cessazione della pubblicazione del notiziario sportivo, ritenuto troppo oneroso per la società, con un evidente squilibro tra costi sostenuti per la produzione e ricavi ottenuti dalle vendite.

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Peraltro, la cessazione della pubblicazione dei notiziario sportivo non ha comportato alcuna riduzione di personale giornalistico poiché i redattori sportivi sono stati spostati ad altri servizi.
Per quanto riguarda la richiesta inerente l'ammontare dei finanziamenti fruiti dalle società di che trattasi, il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato che la DIRE, in quanto cooperativa di giornalisti, è destinataria di un contributo ex legge n. 250 del 1990. Gli ultimi contributi diretti erogati, relativi all'anno 2007 ammontano ad euro 1.012.255,52. Per ottenere l'effettiva erogazione del contributo la cooperativa deve essere in regola con il pagamento degli oneri contributivi verso gli istituti previdenziali interessati, INPS ed INPGI, nonché dei premi dovuti all'INAIL.
La società medesima, per l'anno corrente, è titolare di un rapporto contrattuale col citato Dipartimento, per la fornitura di lavori giornalistici, per un corrispettivo pari ad euro 740,509,68 (inclusa Iva).
L'Apcom, invece, non riceve finanziamenti in base alla legge per l'editoria, in quanto gli stessi non sono previsti per le agenzie di stampa, ed ha rapporti di fornitura di contenuti giornalistici con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria, per un corrispettivo pari ad euro 2.010.808,80 inclusa Iva.
Per quanto concerne, infine, le richieste relative all'utilizzo degli ammortizzatori sociali sono in grado di informare che, ad oggi, non risultano pervenute, presso i competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento, istanze per il riconoscimento dei benefici di integrazione salariale da parte delle società Apcom e Dire.
Da ultimo faccio presente che presso i competenti uffici del Ministero del lavoro non risulta attivata alcuna procedura per la riduzione di organico delle due società prima citate.
Tutto ciò premesso, intendo ribadire la mia più ampia disponibilità ad informare l'Onorevole Evangelisti in ordine agli ulteriori sviluppi della vicenda all'attenzione.

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ALLEGATO 8

5-01867 Aprea: Sul rischio di chiusura del Teatro San Babila di Milano e sulla tutela delle attività teatrali.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione del Presidente Aprea con la quale chiede di valutare l'opportunità di specifiche iniziative normative al fine di estendere la tutela prevista dagli articoli 27 e 28 della legge n. 392 del 1978 alle attività teatrali nella loro totalità a qualsiasi titolo condotte.
A tal proposito, voglio anzitutto premettere che, al di là della specifica vicenda giudiziaria puntualmente ricostruita dal Presidente che vede opposti nella causa di sfratto la parrocchia di San Babila, proprietaria del Teatro, e l'Associazione culturale San Babila, gestore dello stesso, l'esistenza nel nostro ordinamento delle norme citate che fissano in nove anni la durata minima dell'affitto di sale teatrali, costituisce una adeguata garanzia per i teatri e le loro attività che sono elementi fondamentali per lo sviluppo culturale e socio-economico di una città o quartiere.
Ciò premesso, voglio evidenziare che un eventuale intervento legislativo che permetta di estendere le norme di tutela dell'affitto dei teatri anche alle fattispecie di affitto di azienda, come nel caso del Teatro San Babila, sarà attentamente valutato ed approfondito anche al fine di individuare nel minor tempo possibile, le soluzioni più idonee per fornire maggiore tutela alle gestioni teatrali.