CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 ottobre 2009
230.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00850 Scilipoti: Iniziative a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini nell'area industriale della Valle del Mela.

TESTO DELLA RISPOSTA

Per quanto indicato nell'atto di sindacato ispettivo n. 5-00850 presentato dall'On. Scilipoti, relativo alle problematiche legate all'inquinamento ambientale nel territorio della Valle del Mela, si rappresenta che in tale area sono ubicati diversi impianti soggetti alle disposizioni di cui al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, recante: «attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento (direttiva IPPC)».
In particolare, la Raffineria di Milazzo S.C.p.A e la centrale termoelettrica ENIPOWER S.p.A. risultano soggetti ad autorizzazione integrata ambientale (AIA) di competenza statale, in quanto rientranti nelle categorie di cui all'allegato V al decreto legislativo n. 59/05 e in quanto, la prima, compresa nella categoria di attività di cui al punto 1.2 (Raffinerie di petrolio e di gas) e la seconda nella categoria di attività di cui al punto 1.1 (Impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW), dell'allegato I, al decreto stesso.
Per la Raffineria di Milazzo S.C.p.A, l'avvio del procedimento di rilascio dell'AIA è stato comunicato al gestore con nota del 16 novembre 2007 e attualmente è in corso l'istruttoria tecnica di competenza della Commissione istruttoria per l'autorizzazione integrata ambientale - IPPC.
Per la centrale termoelettrica ENIPOWER S.p.A. l'avvio del procedimento è stato comunicato al gestore il 22 marzo 2007 e nel corso della riunione del 2 aprile 2009, il rappresentante della Provincia di Messina aveva manifestato l'intenzione di avviare un confronto a livello locale con il gestore e con le parti sociali, alla luce delle preoccupazioni rappresentate da queste ultime in ordine alle conseguenze sugli attuali livelli occupazionali del rilascio dell'AIA.
Tale confronto, coordinato dal Prefetto di Messina, ha portato all'elaborazione da parte del gestore delle proposte formalizzate con note del 5 maggio e del 24 giugno 2009, esaminate nel corso delle riunioni della Conferenza di servizi del 12 giugno 2009 e del 23 luglio 2009.
La Conferenza, nella seduta del 23 luglio 2009, si è quindi espressa favorevolmente in merito al rilascio dell'AIA alle condizioni di cui al nuovo parere istruttorio conclusivo reso dalla Commissione IPPC in data 16 luglio 2009, con gli adeguamenti condivisi nel corso della seduta.
Nell'area in esame sono presenti diversi stabilimenti soggetti al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 e s.m.i., recante: «attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo degli incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (direttiva Seveso)», che risultano aver presentato la notifica prevista dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 334/1999, e redatto il Rapporto di Sicurezza di cui all'articolo 8 del decreto stesso.
Tali stabilimenti risultano essere la stessa Raffineria di Milazzo S.C.p.A. e le società:
ESI Ecological Scrap Industry S.p.A.;
ULTRAGAS CM S.p.A,

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e, per questi, il Comitato Tecnico Regionale (CTR) per la Sicilia ha concluso nel 2002 le istruttorie tecniche per la valutazione dei Rapporti di Sicurezza, ed. 2000.

Inoltre, per gli stabilimenti Raffineria di Milazzo e Ultragas CM, a seguito della presentazione da parte dei gestori degli aggiornamenti quinquennali dei Rapporti di Sicurezza, risultano avviate le istruttorie tecniche per il riesame.
Gli stabilimenti predetti sono stati sottoposti anche a verifiche ispettive disposte dal Ministero dell'ambiente, ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo n. 334/99, nei tempi di seguito indicati:
Raffineria di Milazzo nel corso degli anni 2001 e 2005;
Stabilimento Ultragas CM nel corso degli anni 2001 e 2006;
Stabilimento ESI nel corso dell'anno 2004.

Con particolare riferimento al territorio del «Comprensorio del Mela», con nota del 26 giugno 2008, la Commissione Europea ha notificato la messa in mora ex articolo 226 nei confronti della Repubblica Italiana, per la mancata attuazione di monitoraggi delle concentrazioni in aria ambiente del biossido di zolfo e per la mancata adozione di un piano di azione per contrastare l'inquinamento atmosferico connesso a tale inquinante (mancato rispetto degli obblighi previsti dalle Direttive comunitarie 1996/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente e 1999/30/CE concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo).
In riscontro alla predetta messa in mora, alla Commissione Europea, con nota del 6 agosto 2008, è stata trasmessa una relazione predisposta dalla Regione Siciliana, unitamente al piano di risanamento, all'inventario regionale delle emissioni e alla zonizzazione del territorio, predisposti sempre dalla stessa regione, e da tali atti risulta che:
«nel Comprensorio del Mela la qualità dell'aria viene oggi costantemente monitorata, anche per quanto riguarda il parametro SO2, ed è in progressivo miglioramento;
le iniziative poste in essere dalla Regione Siciliana in materia di gestione della qualità dell'aria ambiente sono coordinate dal Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente adottato con D.A. 176/GAB del 9 agosto 2007 che prevede tutte le misure necessarie per dare piena attuazione a quanto previsto dall'articolo 8 della Direttiva 1996/62/CE e dall'articolo 8 della Direttiva 1999/30/CE con riferimento non solo al Comprensorio del Mela ma all'intero territorio regionale».

In seguito all'invio delle informazioni predette, la Commissione Europea, in data 25 giugno 2009, ha archiviato la procedura di infrazione.
Si comunica, inoltre, che il territorio della Valle del Mela è ricompreso nel sito di bonifica di interesse nazionale «Milazzo», istituito con la legge n. 266/2005 (Finanziaria 2006).
Il sito, perimetrato con DM 11 agosto 2006, coincide con l'area di Sviluppo Industriale di Giammoro ed interessa i comuni di Milazzo, San Filippo del Mela, Pace del Mela, San Pier Niceto e Monforte San Giorgio, già dichiarati «Area ad elevato rischio di crisi ambientale del comprensorio del Mela» ai sensi del decreto legislativo n. 112/1998.
Le principali criticità ambientali riscontrate dipendono dalla presenza di attività industriali, di discariche abusive e/o abbandonate e di stabilimenti industriali dismessi realizzati, in parte, con materiali contenenti amianto.
Gli interventi di bonifica del sito sono tutt'ora in corso e, per completezza di trattazione, si elencano le operazioni ad oggi attivate:
1. la messa in sicurezza d'emergenza dell'area ex Sacelit per la rimozione di materiale contenente amianto all'interno

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degli stabilimenti e l'avvio degli interventi di rimozione di materiali contenete amianto interrati in prossimità dell'area dello stabilimento Punto Industria;
2. l'approvazione dei Piani di Caratterizzazione delle aree private Raffineria di Milazzo, Eni Divisione R&M, Edipower, Punto Industria, Termica Milazzo, Duferdofin;
3. la progettazione del Piano di Caratterizzazione dell'area marino-costiera compresa nel perimetro del sito di Milazzo e dei tratti terminali dei torrenti Corriolo, Muto, Mela e Niceto.

Il Ministero dell'ambiente proseguirà con la massima solerzia e attenzione nella conduzione delle operazioni di bonifica predette.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01560 Schirru: Bonifica e risanamento del sito della miniera di Furti.

TESTO DELLA RISPOSTA

In risposta all'interrogazione n. 5-01560 presentata dall'On. Schirru ed altri, dove viene segnalata la situazione in cui versa l'area mineraria di «Santu Miali», ubicata nel comune di Furtei (VS), sulla scorta di quanto comunicato dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Sardegna e all'Amministrazione Regionale, si rappresenta quanto segue.
Il 17 dicembre 2008, presso il sito di cui trattasi, si è tenuta una riunione per verificare le condizioni di sicurezza della diga fanghi della miniera e per accertare potenziali situazioni di pericolo per l'ambiente e, a seguito di questa, il 13 febbraio 2009, sono stati effettuati specifici campionamenti per appurare la qualità delle acque del bacino denominato «IS Concas», di quello denominato «Su Masoni» e delle acque presenti nel canale di raccolta che confluisce nel Rio di Santu Miali.
Dalle analisi condotte è emersa la presenza di «significative» concentrazioni di alcuni metalli pesanti (Fe, Mn, Cu, Zn) nelle acque dei bacini «IS Concas» e «Su Masoni», mentre nel canale di raccolta delle acque piovane ne sono state riscontrate «moderate» concentrazioni.
Successivamente, in data 6 maggio 2009, si è tenuta una riunione del comitato provinciale del Medio Campidano per l'ambiente a cui hanno partecipato il Direttore del Dipartimento ARPA Sardegna di Cagliari e il direttore del Servizio Controlli ed attività di campo e nel corso della stessa si è sottolineata la mancanza di risorse finanziarie atte all'assicurazione delle attività essenziali di gestione del sito da parte del personale dell'azienda in liquidazione. In particolare, l'ARPA Sardegna ha fatto presente la necessità di garantire un presidio del sito da parte di personale per il puntuale controllo delle pompe di regolazione delle acque dei bacini minerari.
La Regione Autonoma della Sardegna ha riferito che tutti gli atti necessari a garantire le manutenzioni di sicurezza del sito minerario sono poste in capo all'Assessorato dell'Industria considerando, innanzitutto, che esso è preposto alla verifica e al controllo delle attività di chiusura, di messa in sicurezza e riabilitazione ambientale di miniere e cave dismesse e che dispone anche della società in house Igea e della società compartecipata Consorzio TEA (Igea e IFRAS) in grado di fornire, con adeguata celerità, le prestazioni specifiche necessarie alle manutenzioni di sicurezza suddette.
L'Assessorato dell'Industria della in data 27 gennaio 2009 aveva adottato le seguenti misure prescrittive:
entro tre mesi, la predisposizione del piano della caratterizzazione interessante le aree impiegate per le strutture di deposito o comunque delle aree utilizzate per depositare in via temporanea o permanente rifiuti di estrazione, da sottoporre per l'approvazione all'organo competente;
entro due mesi, l'eliminazione dei cumuli di materiali di estrazione ubicati in prossimità dell'impianto di trattamento;
entro due mesi, il completamento dell'intervento di riabilitazione ambientale del cantiere Santu Miali Cima (rinverdimento);

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entro otto mesi, previo emungimento delle acque e, ove necessario, mediante trattamento delle stesse ai fini di ricondurle entro i limite di legge, la messa in sicurezza e la riabilitazione delle aree degli scavi dei cantieri Is Concas 1 e 2, Santu Miali est, Sa Perrima e Su Masoni, mediante adeguato riempimento ottenuto con riprofilatura delle pareti di scavo e/o con riempimento di rifiuti sterili di estrazione e con successiva riabilitazione ambientale delle stesse aree;
entro quattro mesi dalla data di approvazione del piano di cui al punto 1, da parte dell'autorità competente, l'esecuzione del piano di investigazione iniziale e l'analisi di rischio delle aree adibite a strutture di deposito dei rifiuti di estrazione che non hanno subito processi di trattamento;
entro sei mesi dalla data di approvazione del piano di cui al punto 1, da parte dell'autorità competente, l'esecuzione del piano di investigazione iniziale e l'analisi di rischio della struttura di deposito contenente i rifiuti dell'impianto di trattamento;
entro due mesi dall'approvazione dell'analisi di rischio, la predisposizione del progetto di messa in sicurezza e/o di bonifica delle aree interessate dalle strutture di deposito;
entro quattro mesi dall'approvazione dei progetti di messa in sicurezza permanente e/o di bonifica, l'esecuzione degli interventi approvati dall'autorità competente per le aree interessate dalle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione non interessati da processi di trattamento;
entro sei mesi dall'approvazione dei progetti di messa in sicurezza permanente e/o di bonifica, l'esecuzione degli interventi approvati dall'autorità competente per la messa in sicurezza permanente dell'area della struttura di deposito dei rifiuti di estrazione derivanti dai processi di trattamento,
rimarcando, inoltre, che tra le manutenzioni di emergenza doveva essere posta immediata attenzione alla problematica del trattamento delle acque dei bacini sterili e degli scavi minerari, principale fonte di rischio per l'ambiente.

Tuttavia, successivamente a quella data, sono subentrate le seguenti vicende:
Con sentenza del Tribunale di Cagliari n. 15/09 del 5 marzo 2009 è stato dichiarato il fallimento della società S.G.M. S.p.A e la relativa liquidazione e il successivo 20 aprile, con nota del curatore fallimentare Dott. Fabio Murgia, è stata comunicata alla Regione Sardegna la rinuncia della concessione mineraria, che sarebbe dovuta scadere naturalmente il 4 ottobre 2009. In tale data il curatore ha dichiarato, altresì che, a far data dal 30 giugno 2009, non avrebbe potuto garantire la presenza di personale per la sorveglianza degli impianti e la custodia delle pertinenze.

Dal 5 marzo 2009 fino al 5 marzo 2010 è stata riconosciuta per un massimo di 42 unità lavorative la C.I.G.S. prevista «a zero ore», a rotazione e compatibilmente con le esigenze della società S.G.M. S.p.A di garantire la guardiania del sito» (Decreto concessione CIGS fasc. 32057/B del 25 maggio 2009).
Su richiesta da parte del Presidente della Regione, il Giudice fallimentare ha autorizzato la curatela fallimentare all'amministrazione dell'attività di guardiania fino al 30 ottobre 2009.
La chiusura della miniera, rimasta in attività per soli quindici anni, ha determinato una grave situazione ambientale e di allarme sociale. Infatti ha lasciato nel territorio, oltre ai quarantadue lavoratori senza occupazione, vuoti di escavazione, una diga di fanghi colma di liquami dove sono presenti in misura considerevole cianuro e altri metalli gravemente inquinanti e nei bacini Is Concas e Su Masoni discariche di materiale di scavo.
In questi mesi gli operai hanno prestato volontariamente servizio per garantire il presidio del sito minerario e gli interventi di prima urgenza per il controllo dei bacini d'acqua, che contengono cianuro, metalli pesanti e altri prodotti derivati

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dalle lavorazioni eseguite nella miniera e che non devono fuoriuscire dai bacini e inquinare l'ambiente. Per garantire condizioni di sicurezza è necessario un presidio continuo del sito con operai che conoscono l'impianto per mantenere in esercizio pompe, macchine, canali e gli altri sistemi appositamente predisposti.
La situazione esposta esige interventi indifferibili e urgenti ai quali la Regione Sardegna, non potendosi sottrarre, ha fornito una prima risposta con deliberazione della Giunta Regionale n. 34/20 del 20 luglio 2009 per far fronte agli interventi più strettamente urgenti, dando mandato all'Assessorato dell'Industria di disporre gli atti necessari a garantire le condizioni di sicurezza del sito in argomento.
In attuazione di quanto sopra, in data 7 settembre 2009, è stato formalizzato l'incarico con la curatela del predetto fallimento per la custodia e le attività di vigilanza del sito ai fini di garantire le necessarie condizioni di sicurezza dello stesso.
Con successiva deliberazione n. 37/7 del 30 luglio 2009 la Giunta regionale, ha assegnato all'Assessorato Industria il compito di disporre gli atti necessari per la predisposizione, ai sensi del decreto legislativo 152/06, del «Piano della caratterizzazione» la cui esecuzione è propedeutica alla progettazione dei successivi interventi di messa in sicurezza permanente e/o di bonifica del sito.
Attualmente, è in corso, da parte dell'Assessorato dell'Industria, la predisposizione degli atti per l'affidamento, a soggetto giuridico avente specifica qualificazione, della predisposizione e della esecuzione del Piano della caratterizzazione, nonché della progettazione ed esecuzione degli interventi di messa in sicurezza permanente e/o di bonifica.
È allo studio, inoltre, la possibilità dell'impiego dei lavoratori attualmente alle dipendenze della S.G.M. da utilizzare nelle attività sopradette.
In riferimento a quanto sopra, giova precisare che l'ambito territoriale in cui ricade la miniera di Furtei citato nell'atto non è collocato in aree ricadenti all'interno del perimetro del sito di bonifica di interesse nazionale del Sulcis-Iglesiente-Guspinese, per le quali la Direzione Generale per la Qualità della Vita del Ministero dell'ambiente conduce le istruttorie nell'ambito del procedimento amministrativo di bonifica.
La competenze in materia di censimento ed anagrafe dei siti da bonificare sono demandate alle Regioni sulla base dei criteri definiti dall'ISPRA. Le azioni di prevenzioni e ripristino ambientale a carico dell'operatore dovranno essere realizzate seguendo le procedure operative ed amministrative previste dall'articolo 242 del decreto legislativo 152/2006. Resta impregiudicata, tuttavia, per quanto previsto dall'articolo 1 del Decreto di Perimetrazione del sito di interesse nazionale del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (decreto ministeriale Ambiente 12 marzo 2003), l'iniziativa della Regione Sardegna di proporre modifiche della perimetrazione del sito «nel caso in cui dovessero essere individuate altre aree esterne al perimetro provvisorio con una possibile situazione di inquinamento».
Ad oggi, non risultano pervenute richieste da parte della Regione Sardegna relative all'estensione alle aree minerarie in riferimento del sito di bonifica di interesse nazionale del Sulcis-Iglesiente-Guspinese.