CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 settembre 2009
219.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-01775 Bobba: Crisi occupazionale delle aziende del gruppo Phonemedia.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento alla complessa vicenda del gruppo Phonemedia, interessato da una modifica degli assetti societari, con notevoli ripercussioni sul piano finanziario, dopo la confluenza nel network Omega, sono state acquisite notizie presso i competenti uffici dell'Amministrazione che rappresento, della Regione e dei Ministero dello sviluppo economico, con le seguenti risultanze.
In particolare, per quanto concerne la situazione del call center operante presso la provincia di Vercelli, a Trino, citato nell'atto ispettivo, il competente ufficio territoriale del lavoro ha reso noto che, a tutt'oggi, non risultano presentate richieste di tentativi obbligatori di conciliazione, ex articolo 410 c.p.c., da parte dei lavoratori in merito a rivendicazioni di mancate retribuzioni o T.F.R.. In ordine al versante contributivo, il predetto ufficio ha reso noto che la sede INPS di Vercelli ha già esperito i dovuti accertamenti provvedendo ad effettuare le relative iscrizioni a ruolo.
I competenti uffici del Ministero dello sviluppo economico hanno comunicato, di avere intrapreso un'operazione di monitoraggio in ordine alla situazione societaria di che trattasi al fine di acquisire elementi utili ad un efficace contrasto delle ragioni di criticità del settore.
L'Assessorato regionale del Piemonte, ha informato che nei prossimi giorni verrà convocato, su sollecitazione delle parti sociali, un tavolo regionale di approfondimento.
In proposito, faccio presente che, sulla base delle notizie fornite dagli uffici dell'Amministrazione che rappresento, i tavoli di confronto a livello locale non hanno, finora, sortito risultati a fronte di impegni formali dell'azienda non concretamente attuati con conseguente malcontento dei lavoratori che hanno proclamato scioperi e agitazioni.
Nell'informare, in conclusione, che le parti sociali non hanno richiesto, ad oggi, alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale, né è pervenuta alcun'altra segnalazione al riguardo, non posso che assicurare la massima attenzione da parte del Governo in ordine alla vicenda societaria sollecitata, non diversamente da altre situazioni di crisi che abbiano visto coinvolti lavoratori e le propri famiglie, ribadendo la più ampia disponibilità dell'Esecutivo all'apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti istituzionalmente coinvolte.
Sarà mia cura informare personalmente l'Onorevole Bobba circa gli ulteriori sviluppi della vicenda in parola.

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ALLEGATO 2

5-01774 Antonino Foti: Incompleto recepimento del parere parlamentare sul decreto correttivo del testo unico in materia di sicurezza del lavoro.

TESTO DELLA RISPOSTA

La complessa e articolata procedura dettata dall'articolo 1 della legge n. 123/2007, per l'esercizio della delega finalizzata al riassetto ed alla riforma delle disposizioni vigenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché per la predisposizione di eventuali disposizioni integrative e correttive, prevedeva il coinvolgimento di diversi attori istituzionali, ovvero Amministrazioni dello Stato, per le parti di propria competenza, Regioni, Province Autonome, e Parti sociali.
Il Governo, in conformità alle predette disposizioni, si è impegnato, sia a livello tecnico che politico, in un lungo ed intenso confronto, nelle diverse sedi e con tutti gli interlocutori sociali ed istituzionali interessati, al fine di addivenire ad un testo ampiamente condiviso.
Nel confronto con le Parti sociali sono stati valutati attentamente e, successivamente sostanzialmente recepiti, in sede di redazione della norma all'attenzione, i contenuti della proposta di Avviso Comune, in materia di salute e sicurezza sul lavoro, frutto di numerosi incontri tenutisi presso l'Amministrazione che rappresento, nonché le ulteriori indicazioni emerse nel corso del lungo iter istruttorio.
Parimenti è avvenuto in relazione alle indicazioni emerse nel confronto a livello tecnico con le Regioni e ai pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari di Camera e Senato.
Tutto ciò premesso sul piano generale, per quanto riguarda, in particolare, lo specifico punto «Verifiche da parte di enti pubblici,» mi sembra opportuno ricordare che il citato Avviso Comune, tenuto conto delle criticità emerse in ordine ai meccanismi delle verifiche di cui agli articoli 71, commi 11 e 12, del decreto legislativo n. 81/2008, proponeva di modificare il secondo capoverso del citato comma 11, nel senso di specificare che la prima di tali verifiche viene effettuata dall'ISPESL e che decorso inutilmente il termine previsto il datore di lavoro può avvalersi di «soggetti pubblici o privati notificati di cui agli articoli 12 e 14 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93, per quanto di competenza»; le successive verifiche sono effettuate dalle ASL e, nell'ipotesi in cui decorra inutilmente il termine, il datore di lavoro può avvalersi di «soggetti pubblici o privati notificati di cui agli articoli 12 e 14 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93, per quanto di competenza».
Tale proposta, avanzata da tutte le Parti sociali al Governo, è risultata motivata - come emerso nel corso delle riunioni - dalla volontà di contemperare l'apertura agli organismi privati delle verifiche periodiche con l'esigenza di non esautorare le strutture pubbliche che, da sempre, garantiscono lo svolgimento di tali attività riservando, anzi, ad esse la possibilità di svolgerle tramite le proprie strutture.
L'attuale formulazione dell'articolo 71, comma 11, del Testo Unico, intende assicurare, quindi, il «controllo» da parte di organismi pubblici senza, tuttavia, riservare ad essi in via esclusiva tale prerogativa, aprendo anche ad organismi privati, in possesso dei requisiti di legge, la possibilità di effettuare le verifiche periodiche.

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Mi sembra importante, inoltre, evidenziare quanto segue:
l'introduzione al primo capoverso del comma 11 dell'articolo 71, successivamente alle parole «verifiche periodiche», dell'espressione «volte a valutarne l'effettivo stato di conservazione e di efficienza ai fini di sicurezza» ha unicamente uno scopo chiarificatore e non incide affatto sulla natura e sulle finalità delle verifiche in oggetto;
il secondo capoverso del medesimo comma 11 dell'articolo 71 differisce da quanto la Commissione ha suggerito al Governo di valutare, peraltro attraverso la formulazione di un'osservazione, come noto, non vincolante, unicamente in quanto prevede che sia l'ISPESL - in ragione della riconosciuta competenza nel settore delle verifiche sulle attrezzature di lavoro -, nella sua qualità di soggetto pubblico e per le ragioni sopra individuate, a provvedere alla prima verifica disponendo che se la richiesta non viene tempestivamente evasa il datore di lavoro può rivolgersi a soggetti pubblici (ASL) o privati che siano in possesso dei requisiti di legge; mi sembra importante precisare che le disposizioni del secondo capoverso corrispondono sostanzialmente a quanto previsto nel parere parlamentare in argomento, nella parte relativa ai «soggetti preposti», in quanto i medesimi coincidono con i «soggetti di cui al precedente periodo» individuati al comma 11 (si tratta di ISPESL, ASL o soggetti pubblici o privati abilitati).

In conclusione vorrei ribadire che il Governo ha valutato attentamente le indicazioni emerse nell'ambito dei pareri resi dalle Commissioni e le ha, per quanto sopra illustrato, sostanzialmente recepite nella sua opera di sintesi delle diverse istanze manifestate dagli interlocutori coinvolti nella complessa procedura che ha portato all'approvazione definitiva del provvedimento in parola, condividendone i contenuti sia sul piano tecnico che sotto il profilo politico, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 31 luglio scorso.

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ALLEGATO 3

5-01776 Delfino: Quantificazione delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento alle questioni sollecitate dall'Onorevole Delfino, relativamente alle risorse per gli ammortizzatori sociali, faccio presente che l'articolo 2, comma 36, della legge 22 dicembre 2008, n. 203 (legge finanziaria 2009) ha, previsto lo stanziamento di € 600 milioni ai fini delle concessioni degli ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente per l'anno 2009.
L'articolo 19, comma 9-bis del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha disposto che «in sede di prima assegnazione delle risorse destinate per l'anno 2009, di cui al comma 9 del presente articolo, nelle more della definizione degli accordi con le regioni e al fine di assicurare la continuità di trattamenti e prestazioni, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali assegna quota parte dei fondi disponibili direttamente alle regioni ed eventualmente alle province».
Con delibera CIPE del 6 marzo 2009 sono stati stanziati, per il biennio 2009-2010, 4 miliardi di euro con la seguente ripartizione:
2 miliardi e 950 milioni di euro al Centro-Nord;
1 miliardo e 50 milioni di euro al Mezzogiorno.

Con decreti ministeriali n. 45080 del 19/02/2009, e 46449 del 07/07/2009, a valere sulle risorse sopra indicate, sono state assegnate alle Regioni risorse per complessivi 825,5 milioni di euro, a copertura della quota nazionale di finanziamento degli ammortizzatori in deroga.
L'INPS sulla base dei dati in proprio possesso ha comunicato di aver rilevato una decisa frenata della cassa integrazione autorizzata nel mese di agosto del corrente anno, precisamente -40,6 per cento rispetto al mese di luglio.
In particolare, nel mese di agosto sono state autorizzate 24,8 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria (CIGO) nell'industria (-48,52 per cento rispetto a luglio) e 1,5 milioni di CIGO nell'edilizia (-75 per cento). È diminuito anche il ricorso alla cassa integrazione straordinaria (CIGS): 27,3 milioni di ore autorizzate (compresi i 13,2 milioni di ore di cigs in deroga), ovvero -24,4 per cento rispetto a luglio.
Diminuiscono le richieste di cassa integrazione ordinaria, così come quelle della straordinaria non in deroga.
Nel settore edile sono stati evidenziati dall'Istituto dei miglioramenti anche rispetto al 2008: in Liguria, nel Lazio e in Sicilia si è fatto meno ricorso alla CIG nel corso dell'agosto 2009 rispetto all'agosto 2008.
Anche l'aumento delle domande di disoccupazione mostra un deciso rallentamento: in questo caso l'ultimo dato disponibile riguarda luglio, e rispetto allo stesso mese del 2008, quest'anno sono state presentate «solo» il 20 per cento in più (150mila domande nel luglio 2009 contro 120mila del luglio 2008).
Per quanto riguarda le misure a sostegno dei lavoratori a progetto, per l'anno 2009, è stata prevista dall'articolo 19,

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comma 2 della legge n. 2/2009, la corresponsione di una indennità una tantum pari al 20 per cento del reddito da lavoro. Tale indennità è corrisposta ai lavoratori in possesso dei seguenti requisiti:
iscritti in via esclusiva alla gestione separata;
si sia verificato l'evento «fine lavoro»;
monocommittenza;
che per il 2008 il reddito dal lavoro deve essere non inferiore a 5.000 euro e non superiore a 13.819 (minimale contributivo);
accredito contributivo per almeno tre mensilità nell'anno di riferimento;
accredito contributivo nell'anno precedente per almeno tre e non più di dieci mesi.