CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 settembre 2009
218.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-01406 Tommaso Foti: Chiarimenti sull'utilizzo dell'immobile sul Colle Palatino da parte dell'ex soprintendente La Regina.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco alla richiesta dell'onorevole Foti relativa all'abitazione sita nell'Edificio dell'Antiquario Palatino concessa in affitto al professor Adriano La Regina, ex Soprintendente per i beni archeologici di Roma, in virtù di un regolare contratto con scadenza 31 dicembre 2009 e con applicazione di un canone a suo tempo stabilito dall'Agenzia del Demanio, successivamente aggiornato con tutte le rivalutazioni previste dalla legge.
Tale concessione fu prorogata al professor La Regina dopo il suo collocamento a riposo, in considerazione del fatto che con decreto ministeriale n. 322 dell'11 agosto 2004 era stato trattenuto in servizio per un triennio anche se, successivamente, il provvedimento era stato revocato per insufficiente copertura finanziaria.
Voglio comunque rappresentare che il predetto ex Soprintendente per i beni archeologici di Roma, ha rilasciato l'abitazione in argomento nello scorso mese di Luglio e che il dottor Angelo Bottini, Direttore della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, utilizzerà il suddetto immobile per finalità istituzionali.

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ALLEGATO 2

5-01617 Rossa: Verifiche sul concorso pubblico per titoli ed esami a dieci posti di dirigente archeologo, bandito dal MiBac il 1o marzo 2009.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'Onorevole Rossa riguardante il concorso pubblico a 10 posti di dirigente di seconda fascia, professionalità Archeologo che, come noto anche all'interrogante, è stato oggetto di una serie di ricorsi presentati dinanzi agli organi giurisdizionali amministrativi.
Per quanto concerne la specifica questione relativa alla Commissione di concorso, voglio anzitutto rappresentare che la sua composizione è stata una scelta sostanzialmente obbligata da parte del Ministero, dal momento che risultano attualmente in servizio, in qualità di Direttore Generale Archeologo, solamente due unità della medesima professionalità, il dottore Stefano De Caro e la dottoressa Anna Maria Reggiani, delle quali ci si è potuti avvalere della sola dottoressa Reggiani dal momento che non è stato possibile nominare nella Commissione il dottor De Caro per ragioni di possibile incompatibilità.
A tal proposito voglio aggiungere, peraltro, che non v'è ancora giurisprudenza univoca sulla impossibilità di nominare, in qualità di «esperto» della materia, un dirigente di seconda fascia in servizio presso l'Amministrazione procedente. Sul punto, dei resto, sembra doveroso aggiungere che nessun dubbio appare validamente proponibile circa la valenza decisamente speciale dei curricula, sia professionali che scientifici, vantati dalla dottoressa Fugazzola (Direttore del Museo Nazionale preistorico ed etnografico "Pigorini") e dal dottor Bottini (Soprintendente per i beni archeologici di Roma), nominati membri supplenti della Commissione in qualità di esperti.
In relazione alla ulteriore richiesta relativa alla nomina dei candidati risultati vincitori di concorso, rappresentato che, come noto anche all'Onorevole interrogante, il Consiglio di Stato con le ordinanze emanate in data 5 giugno 2009 ha accolto l'istanza cautelare ed ha sospeso l'efficacia delle sentenze del Tar Lazio. Pertanto, tutti gli atti impugnati, compresa la graduatoria finale, resistono alla declaratoria di illegittimità del giudice di primo grado sino alla definitiva pronuncia nel merito del ricorso ad opera dello stesso Consiglio di Stato.
Il Ministero, conseguentemente, per porre rimedio al danno derivante dalla mancanza di dirigenti titolari negli Uffici, ha legittimamente provveduto all'assunzione dei vincitori del concorso pur prevedendo nei contratti dei dirigenti in argomento una specifica clausola di riserva in relazione all'esito del giudizio di merito.

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ALLEGATO 3

5-01419 Giulietti: Promozione di una campagna informativa per la ricostruzione dei territori colpiti dall'evento sismico in Abruzzo.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'atto di sindacato ispettivo presentato dalla S.V. onorevole, si fu presente quanto segue.
Il Dipartimento per l'informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha provveduto, nel mese di maggio 2009, a dare seguito alla richiesta del Ministero per i beni e le attività culturali di pianificare gratuitamente sulle reti RAI la campagna istituzionale «Salviamo l'arte in Abruzzo» promossa dallo stesso Dicastero.
Dal 12 al 30 maggio, infatti, è andato in onda, con 8 passaggi al giorno, un video-comunicato della durata di 30 secondi con lo scopo di promuovere la raccolta fondi per la ricostruzione ed il restauro del patrimonio artistico nelle zone abruzzesi colpite dal recente terremoto.
Inoltre, in occasione delta XVI edizione dei Giochi del Mediterraneo, che si sono svolti a Pescara e in altre località dell'Abruzzo dal 26 giugno al 5 luglio 2009, il predetto Dipartimento ha curato la produzione di un apposito spot di comunicazione dell'evento, andato in onda sulle reti Rai dal 20 al 27 giugno, con quattro passaggi al giorno e dal 28 al 30 giugno con cinque passaggi. al giorno.
Dal 7 al 20 luglio si è, poi, provveduto a diffondere, sempre negli spazi istituzionali riservati dalla Rai alla Presidenza del Consiglio, una campagna per la raccolta di fondi a favore dell'Abruzzo promossa dal comune dell'Aquila, mentre, dal 30 giugno al 5 luglio, è andata in onda una campagna promossa dal Ministro per il Turismo per rilanciare l'immagine della regione Abruzzo composta di cinque spot, a cui hanno preso parte testimonial sportivi d'eccezione, e da sette filmati raffiguranti alcuni tra i paesaggi più belli d'Abruzzo.
Oltre alle iniziative citate, si fa presente che anche il Dipartimento della protezione civile ha provveduto a realizzare la campagna di comunicazione «Emergenza terremoto Abruzzo: gli strumenti per ripartire», dedicata alle misure, alle agevolazioni e ai contributi previsti per i cittadini colpiti dal terremoto.
Detta campagna, che ha preso il via nel mese di agosto 2009, è stata diffusa per mezzo della stampa e attraverso la distribuzione di volantini, dépliant e altro materiale informativo in vari luoghi e occasioni istituzionali o eventi organizzati dalla stessa protezione civile.
Il suddetto Dipartimento ha in proposito fatto presente che, sin dalla prima fase dell'emergenza, il terremoto che ha interessato la regione Abruzzo è stato un evento sul quale tutti i cittadini italiani sono stati informati e sensibilizzati, anche in attuazione di quanto disposto dall'articolo, 1 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3757 del 21 aprile 2009, che impegna il Commissario delegato a promuovere una campagna di informazione volta alla conoscenza delle procedure e delle decisioni adottate per fronteggiare la suddetta emergenza.
Tale campagna è stata condotta attraverso un uso integrato dei diversi strumenti di comunicazione a disposizione del Dipartimento della protezione civile, quali internet, media tradizionali, prodotti a stampa, incontri ed eventi istituzionali.
Riguardo al rischio di un eventuale «progressivo oscuramento mediatico» dell'Abruzzo,

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la comunità italiana e internazionale ha manifestato, fin dalle prime ore, solidarietà e interesse che non accennano, tuttora, di affievolirsi, anche grazie ad alcune scelte strategiche nell'organizzazione di eventi e manifestazioni istituzionali.
In particolare il Vertice G8 2009, che si è svolto in Abruzzo, è diventato un'occasione eccezionale per parlare di protezione e prevenzione in senso molto ampio, a partire dalla consapevolezza dell'alto livello di rischio che caratterizza il nostro Paese.
Hanno fatto il giro del mondo e sono state certamente più efficaci di qualsiasi spot, le immagini di Barack Obama e degli altri capi di Stato e di Governo in visita all'Aquila, ad Onna e nei luoghi colpiti da terremoto. Così anche la campagna di adozione dei monumenti, lanciata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, è stata sostenuta dal Dipartimento della protezione civile con la proiezione dello spot alle mostre del G8 e con la partecipazione ad incontri internazionali.
Per il 2 giugno il predetto Dipartimento ha prodotto un video istituzionale che è stato proiettato all'Ambasciata italiana a Washington ed è disponibile sul sito istituzionale.
In occasione dei Vertice G8 sono state promosse due mostre, «L'Aquila bella mai non po' perire» e «L'arte del saper far bene italiano», che sono state aperte al pubblico nei due fine settimana successivi.
Le mostre sono state pubblicizzate sui siti istituzionali gestiti dal Dipartimento della protezione civile, per promuovere la conoscenza dell'arte e del «saper fare bene» abruzzese ed è stato proiettato lo spot istituzionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La mostra sui terremoti, allestita poco prima del G8, è tuttora visitabile presso la Caserma di Coppito.
Rimane vivo l'interesse per l'Abruzzo, da parte dei media nazionali ed internazionali, anche in virtù della risonanza di eventi organizzati a sostegno dell'emergenza, quali il concerto dì Riccardo Muti del 6 settembre scorso, che ha ricordato i cinque mesi trascorsi dal terremoto, alla presenza autorevole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l'inaugurazione, il 15 settembre, del villaggio provvisorio di case di legno per i cittadini di Onna e dell'asilo.

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ALLEGATO 4

5-01644 Vannucci: Sulla permanenza di alcune opere di Raffaello nella loro collocazione naturale a Urbino.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione presentata dagli onorevoli Vannucci e Buttiglione con la quale chiedono informazioni circa il rientro presso la Pinacoteca di Brera dei dipinti «L'Annunciazione» di Giovanni Santi e «La predella» di Berto di Giovanni, esposti alla mostra dedicata a Raffaello nel Palazzo Ducale di Urbino, rimasta aperta fino al 12 luglio 2009.
A tal proposito premetto che si tratta di due opere su tavola appartenenti alla Scuola dell'Italia Centrale del Rinascimento che, insieme alla pittura veneta del Cinquecento, costituisce uno dei settori più importanti della Pinacoteca di Brera. L'Annunciazione pervenne a Brera, insieme al nucleo iniziale, il 25 maggio 1809, anno della fondazione della Pinacoteca, mentre «la Predella» entrò nel 1855 con il legato Oggioni, uno dei lasciti più importanti per la storia dell'Istituto. Aggiungo, peraltro, che nessuno dei due dipinti proviene da Urbino; infatti, l'opera di Giovanni Santi arriva dalla Chiesa di Santa Maria della Maddalena di Senigallia, mentre quella di Berto di Giovanni dalla Chiesa di San Francesco di Montone, sita presso l'omonimo Comune in Provincia di Perugia.
Per quanto concerne la questione della concessione delle due opere di proprietà della Pinacoteca di Brera, rappresento che, su richiesta della Soprintendenza delle Marche, «La predella» fu depositata direttamente presso la Casa di Raffaello nell'anno 1964 al fine di attrarre i visitatori, mentre «l'Annunciazione» fu concessa in temporaneo deposito presso la predetta Soprintendenza nel 1967 ed il 1o luglio 1970 ceduta, per l'esposizione, all'Istituzione locale «Accademia/Casa Natale di Raffaello».
A tal proposito sottolineo che dai documenti agli atti del Ministero risulta che i dipinti furono concessi in buone condizioni ma che, a partire dal momento del deposito presso la Casa Natale di Raffaello, essi iniziarono a presentare gravi problemi conservativi causati, verosimilmente, dalle caratteristiche strutturali e climatiche del predetto immobile. È stato infatti rilevato, anche a seguito di apposito sopralluogo, che il clima interno è molto instabile ed è soggetto sia a momenti di ristagno di umidità sia ad improvvisi cambiamenti delle condizioni atmosferiche interne, dall'umido al secco, causati dalla totale apertura degli ambienti per consentire il passaggio dei visitatori in tutti gli angoli della suggestiva dimora. Inoltre, in molti mesi dell'anno le piccole stanze che sono meta continua di visite, vengono aereate naturalmente con l'apertura delle finestre senza alcun controllo microclimatico.
Tale problematica, evidenziata più volte nel corso degli anni, era stata riproposta dalla Pinacoteca di Brera con una lettera del 4 dicembre 2008 relativa proprio al prestito per la citata mostra svoltasi a Palazzo Ducale, con la quale si chiedeva ufficialmente che i due dipinti non venissero più riconsegnati alla Casa di Raffaello tenuto conto della accertata mancanza di idonee condizioni climatiche nonché della carenza dei servizi di custodia.

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Voglio comunque rappresentare agli Onorevoli interroganti che la Soprintendente della Pinacoteca di Brera, dopo ulteriori valutazioni, ha provveduto a revocare la richiesta di restituzione delle due opere in argomento chiedendo però, nel contempo, che i due dipinti rimangano esposti, al momento, nel Palazzo Ducale di Urbino per evitare i rischi sopra rappresentati.
A tal ultimo proposito sottolineo che la Soprintendente ha precisato che «La Predella» potrà essere riportata nella Casa di Raffaello solo dopo che il sistema di sicurezza sarà garantito anche nelle ore di apertura al pubblico, mentre «l'Annunciazione», poiché necessita di un ambiente climatico costante, dovrà restare nel Palazzo Ducale dove, peraltro, era stata destinata fin dal primo atto di deposito.

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ALLEGATO 5

5-01461 Siragusa: Tagli degli organici della scuola primaria, in particolare in Sicilia.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'onorevole interrogante prendendo spunto dall'articolo apparso sul quotidiano la Repubblica del 21 maggio 2009 secondo cui all'inizio del nuovo anno scolastico oltre 500 insegnanti di ruolo della scuola primaria nella regione Sicilia avrebbero perso la sede e sarebbe stato quasi impossibile assegnare supplenze, giunge alla conclusione che ciò costituisce l'effetto immediato della riduzione degli organici della scuola primaria a seguito dell'introduzione del «maestro unico di riferimento» e della cancellazione delle compresenze. Particolarmente penalizzate dalla situazione sarebbero le regioni meridionali, ed in particolare la Sicilia, con la conseguenza di un inevitabile peggioramento della qualità dell'istruzione e del diritto allo studio.
In relazione a quanto sopra vorrei pertanto soffermare l'attenzione sul tema dell'insegnante unico/prevalente nella scuola primaria e sugli effetti conseguenti alla introduzione di tale figura.
Premesso che non vi è alcun elemento a supporto dell'affermazione secondo la quale l'istituzione di tale figura si traduca in un peggioramento della qualità dell'istruzione, ricordo che la maggioranza dei Paesi europei adotta tale modello e che il modello articolato su due classi con tre docenti costituisce una peculiarità del sistema scolastico italiano che, al di là dei costi ormai difficilmente sostenibili, non ha sicuramente sortito gli effetti positivi tanto reclamizzati, considerato il declassamento subìto dal nostro Paese negli ultimi 10 anni nelle classifiche europee.
Il modello dell'insegnante unico/prevalente, anzi, appare più funzionale, rispetto a quello basato sul modulo, all'innalzamento degli obiettivi di apprendimento, con particolare riguardo ai saperi di base; inoltre è figura di riferimento, soprattutto nelle prime classi, che assume un ruolo di coordinamento della relazione educativa nei riguardi del singolo alunno e dell'intera classe nonché nei rapporti con le famiglie favorendo in tal modo l'unitarietà dell'insegnamento ed evitando i rischi della secondarizzazione precoce dei percorsi formativi.
Sul piano delle modalità di erogazione del servizio scolastico ricordo che all'atto delle iscrizioni per il corrente anno scolastico alla prima classe della scuola primaria, sono state offerte alle famiglie che hanno richiesto il tempo scuola normale opzioni relative a 24, 27 sino a 30 ore settimanali, nei limiti dell'organico disponibile. Sia tali modelli, che quello delle 40 ore settimanali, confluiscono in un progetto pedagogico in cui la diversa consistenza oraria si integra in un piano formativo unitario con comuni traguardi di competenze da raggiungere. Il modello del docente unico/prevalente viene indicato come modello da privilegiare nell'ambito delle possibili articolazioni del tempo scuola, tenuto conto delle richieste delle famiglie e nel rispetto dell'autonomia scolastica. Nella sostanza l'indicazione del modello rimette all'autonomia delle scuole la strutturazione di orari e assetti didattico-organizzativi, nell'ambito dell'organico assegnato, secondo la propria programmazione e valutazione.
Colgo l'occasione per confermare che non solo non è prevista alcuna riduzione oraria del tempo pieno, che continua pertanto

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a configurarsi come una preziosa opportunità di valenza non soltanto sociale, ma anche didattica, ma che quest'anno, grazie proprio all'introduzione della figura del docente unico/prevalente, sono state attivate 2191 classi di tempo pieno in più rispetto all'anno scolastico precedente, di cui 1505 solo nelle prime classi. In risposta alle richieste delle famiglie, saranno pertanto 36.508 in tutto le classi a tempo pieno che assicureranno a ben 50.000 bambini in più di usufruire di tale modello orario.
Quanto sopra premesso preciso che i dati indicati nell'articolo di stampa non corrispondono a quelli comunicati dall'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, dai quali emerge che i docenti di ruolo soprannumerari nella scuola primaria ammontano a n. 373 unità.
Relativamente alle classi a tempo pieno, sono state accolte nuove richieste per un totale di 278, mentre sono solo 94 le richieste disattese di ulteriori classi prime e 124 quelle successive alla prima.
Per quanto riguarda l'orario settimanale di 30 ore si evidenzia che le risorse assegnate alle singole istituzioni scolastiche hanno consentito di accogliere la quasi totalità delle richieste delle famiglie.
Dai dati esposti consegue che sia contenuto anche il mancato rinnovo delle assunzioni a tempo determinato, parzialmente temperato dai collocamenti a riposo.
In proposito ricordo che, peraltro, nell'intento di dare fin da subito una risposta ai precari coinvolti nel processo di razionalizzazione, lo schema di decreto-legge recante «Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e l'esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee», di prossima pubblicazione, prevede che per l'anno scolastico 2009-2010, le supplenze temporanee siano assegnate, con precedenza assoluta, al personale docente e non docente già destinatario di supplenze annuali o fino al termine delle attività scolastiche nel precedente anno. A seguito di tale provvedimento il sostegno ai precari avverrà grazie anche ad accordi con le regioni che potranno finanziare progetti di rafforzamento dell'offerta formativa.

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ALLEGATO 6

5-01558 De Pasquale: Taglio di personale docente e ATA in Toscana.

TESTO DELLA RISPOSTA

Sull'argomento oggetto dell'atto in discussione il Governo ha più volte riferito, anche recentemente, in questa stessa sede.
A conferma di quanto comunicato nelle precedenti occasioni, si fa presente che, nel quadro dei provvedimenti di finanza pubblica assunti con il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008, l'articolo 64 ha introdotto disposizioni in materia di organizzazione scolastica finalizzate ad una migliore qualificazione dei servizi scolastici e ad una piena valorizzazione professionale del personale docente.
Nell'ambito dei provvedimenti previsti dal citato articolo 64, vi è quello riguardante l'incremento graduale di un punto, nell'arco del triennio 2009/2011, del rapporto docenti/alunni al fine di adeguano alla media europea; obiettivo, questo, da raggiungere sulla base di un Piano programmatico di interventi volto a realizzare contestualmente sia il riassetto della spesa pubblica sia l'ammodernamento e lo sviluppo del sistema scolastico.
Gli interventi e le misure finora adottati, ai sensi delle disposizioni contenute nella suddetta norma, riguardano l'organizzazione della rete scolastica, la formazione delle classi, il riordino dell'impianto e dell'articolazione del primo ciclo di istruzione nonché le dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. A tale fine, sono stati emanati il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 (Regolamento sul dimensionamento e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane), il decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 20 marzo 2009, recante la revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, il decreto del Presidente della Repubblica n. 119 del 22 giugno 2009, riguardante la definizione dei criteri e dei parametri per la determinazione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola.
Con riguardo in particolare alla determinazione delle dotazioni organiche del personale docente, come precisato nella circolare n. 38 del 2 aprile 2009, con la quale è stato trasmesso lo schema di decreto interministeriale sugli organici del personale docente, gli interventi finalizzati alla elaborazione delle dotazioni di organico hanno richiesto confronti ed interazioni con le Regioni e gli Enti locali, titolari di specifiche ed importanti attribuzioni in materia di programmazione dell'offerta formativa di dimensionamento, di distribuzione della rete scolastica e dei punti di erogazione del servizio, nonché di fruizione del diritto allo studio.
La ripartizione a livello regionale dell'organico complessivamente definito è stata effettuata sulla base dei dati e degli elementi che concorrono alla definizione delle risorse necessarie per il corretto funzionamento del sistema d'istruzione nelle sue diverse articolazioni e tenendo conto delle specifiche esigenze dei comuni montani, delle piccole isole, delle aree geografiche particolarmente esposte a situazioni di disagio e precarietà, comprese quelle edilizie, nonché dei contesti con rilevante numero di alunni stranieri.
Il decreto interministeriale ha previsto anche che le riduzioni stabilite dalla legge

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n. 133 del 2008, per l'anno scolastico 2009-2010, avvenissero in parte in organico di diritto e per una quota in organico di fatto al fine di rispondere meglio alle esigenze del territorio e realizzare una migliore stabilità del personale scolastico, anche a tutela della continuità didattica.
Con circolare n. 63 del 6 luglio 2009, con la quale sono state fornite agli uffici scolastici regionali le annuali indicazioni per l'adeguamento dell'organico del personale docente alle situazione di fatto, è stato anche sottolineato che le azioni di adeguamento in organico di fatto mentre, da un lato, dovranno tendere ad una rigorosa utilizzazione del personale in situazione di esubero, dall'altro, devono tener conto degli effettivi incrementi del numero degli alunni, in vista dell'obiettivo di corrispondere in maniera adeguata alla domanda di istruzione espressa dalle famiglie in vista anche dell'avvio, dall'anno scolastico 2009-2010, del riordino del primo ciclo.
Quanto alla situazione della Toscana, cui si fa specifico riferimento nell'interrogazione, il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Toscana ha precisato che la dotazione complessiva di personale docente assegnata ha permesso di accogliere tutte le richieste di espansione del numero delle classi funzionanti a «tempo pieno» nella scuola primaria (che sono passate dalle 2.932 dell'anno scolastico 2008/09 alle 3.077 con un aumento di 145 classi), soddisfacendo quindi le richieste di «tempo scuola» presentate dalle famiglie.
La medesima dotazione organica ha consentito di assicurare il funzionamento di tutte le sezioni di scuola dell'infanzia già autorizzate per l'anno scolastico 2008/09, nessuna delle quali, quindi, è a rischio di chiusura. Peraltro, poiché la scuola dell'infanzia non rientra nell'obbligo scolastico, l'autorizzazione di nuove sezioni non può discendere automaticamente dall'eventuale aumento delle richieste di frequenza ma deve essere compatibile con le eventuali disponibilità di organico in esito alle operazioni di avvio dell'anno scolastico.
Circa, poi, l'organico dei docenti di sostegno, l'articolo 9 dello schema di decreto interministeriale, trasmesso con circolare ministeriale n. 38 del 2009, ha quantificato il numero massimo di posti di sostegno istituibili a livello regionale in applicazione di quanto stabilito dall'articolo 2, commi 413 e 414, della legge finanziaria per il 2008 che, è bene ricordarlo, pongono l'obiettivo del graduale raggiungimento del rapporto medio nazionale di un insegnante ogni due alunni disabili; alla Toscana è stato attribuito il medesimo numero di posti dell'anno scolastico 2008-2009 (4.650), atteso che detta quantità risultava coerente con il citato rapporto di 1 a 2.
Infine, relativamente al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, il medesimo direttore generale ha precisato che le riduzioni della dotazione organica dei vari profili professionali, previste dalle leggi n. 244 del 2007 e n. 133 del 2008, sono state ripartite tra le province della regione tenendo conto, oltre che della consistenza della popolazione scolastica, anche della incidenza di specifiche situazioni quali il numero delle sedi che compongono le istituzioni scolastiche, la presenza di personale a mansioni ridotte, il numero di alunni in stato di handicap, in modo da ottenere una assegnazione di risorse quanto più equilibrata possibile.

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ALLEGATO 7

5-01649 Braga: Riduzione del personale ATA prevista dal decreto-legge n. 112.

TESTO DELLA RISPOSTA

Ricordo preliminarmente che le misure contenute nell'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, recante disposizioni in materia di organizzazione scolastica, si inseriscono nel più ampio contesto del globale contenimento della spesa pubblica, limitando peraltro al minimo possibili disagi al sistema istruzione. Anzi, contrariamente a quanto avvenuto per il passato, gli interventi previsti rientrano nell'ambito del processo di riqualificazione del sistema scolastico italiano e mirano a realizzare il riordino complessivo del sistema attraverso la valorizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, il pieno coinvolgimento delle regioni e delle autonomie locali, una nuova governance territoriale dell'istruzione-formazione ed un più appropriato ed efficace utilizzo delle risorse.
Pur in presenza del suddetto complessivo piano di interventi, anche per l'anno scolastico 2009-2010, per garantire continuità didattica agli studenti, assicurare la stabilità necessaria al personale della scuola e la continuità organizzativa a tutte le istituzioni scolastiche sono state autorizzate 16.647 assunzioni ed in particolare: n. 647 dirigenti scolastici, n. 8.000 docenti e n. 8.000 amministrativi, tecnici ed ausiliari.
La riorganizzazione della scuola, che è una realtà ineludibile, ha riguardato, per l'anno scolastico 2009-2010, circa 42.000 unità di personale docente; considerato tuttavia il considerevole numero di docenti che al termine dell'anno scolastico 2008-2009 sono andati in pensione, il numero dei docenti con contratto a tempo determinato a cui non potrà essere riconfermato il contratto nell'anno scolastico 2009-2010 si è notevolmente ridotto. Analogamente la riduzione di organico che ha riguardato il personale amministrativo tecnico ed ausiliario della scuola è in gran parte compensata dai pensionamenti avvenuti al termine dell'anno scolastico 2008-2009.
Come noto, peraltro, nell'intento di dare fin da subito una risposta ai precari coinvolti nel processo di razionalizzazione, lo schema di decreto legge recante «Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e l'esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee», di prossima pubblicazione, prevede che per l'anno scolastico 2009-2010, le supplenze temporanee siano assegnate, con precedenza assoluta, al personale docente ed ATA già destinatario di supplenze annuali o fino al termine delle attività scolastiche nel precedente anno. A seguito di tale provvedimento il sostegno ai precari avverrà grazie anche ad accordi con le regioni che potranno finanziare progetti di rafforzamento dell'offerta formativa.
Ciò premesso, per quanto riguarda in particolare la consistenza complessiva delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola, la sua riduzione rispetto a quella determinata per l'anno scolastico 2007-2008 era stata già prevista dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244. L'articolo 64 della suddetta legge n. 133 ha poi previsto la revisione dei criteri e dei parametri per la determinazione della consistenza complessiva dei vari profili professionali di detto personale alla luce delle misure contenute

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nello stesso articolo 64, quale il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, nonché alla luce della revisione dell'orario degli assistenti tecnici e delle previsioni contenute nell'articolo 40, comma 5, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 che consentono alle istituzioni scolastiche, consorziate tra loro, di affidare in appalto i servizi di pulizia dei locali scolastici e delle loro pertinenze a condizione che si apporti una riduzione della dotazione organica di istituto in misura tale da consentire la compensazione dei costi contrattuali.
Comunque, il decreto del Presidente della Repubblica n. 119 del 22 giugno 2009 che reca il regolamento per la determinazione dei criteri e dei parametri che presiedono alla quantificazione e all'assegnazione delle risorse di detto personale, salvaguarda, per quanto possibile, le figure amministrative necessarie allo sviluppo dell'autonomia scolastica.
La ripartizione della consistenza numerica nazionale a livello regionale tiene conto delle specificità degli ambiti territoriali interessati, con riguardo in particolare alle peculiarità strutturali, organizzative e operative delle istituzioni scolastiche e alle diversità conseguenti alle situazioni ambientali e socio economiche e tiene conto altresì delle funzioni e dei compiti previsti per i profili professionali del personale. Ulteriore attenzione è prestata in relazione ai diversi contesti territoriali interessati ai fenomeni migratori, alla distanza ed ai collegamenti tra le istituzioni scolastiche situate nei comuni montani e nelle piccole isole.
È compito del dirigente regionale assegnare le risorse di personale alle province di competenza in modo da assicurare condizioni di sicurezza per gli alunni e per tutto il personale della scuola, in riferimento sia alla dimensione e complessità, sia al numero degli edifici utilizzati e in modo da garantire la necessaria efficacia, ed efficienza del servizio.
Con riguardo, in particolare, agli organici del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della regione Lombardia, al quale fa riferimento l'Onorevole interrogante, i dati comunicati dalla FLC Cgil Nazionale non corrispondono a quelli contenuti nelle apposite tabelle allegate allo schema di decreto recante disposizioni concernenti la definizione dei criteri e dei parametri per la determinazione degli organici del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario del comparto scuola e la consistenza della dotazione organica per l'anno scolastico 2009-2010.
La dotazione organica del personale in questione nella regione Lombardia risulta essere per l'anno scolastico 2009-2010 di 32.588 unità di personale con una decurtazione rispetto all'anno scolastico 2007-2008 (quindi in due anni) di 1855 e non di 2082 unità.
Analogamente per gli assistenti amministrativi, a fronte di una consistenza di 8.030 unità nell'anno scolastico 2007-2008, si è pervenuti a determinare, per l'anno scolastico 2009-2010, una consistenza di 7.694 unità di personale: la differenza quindi è di 320 unità complessive negli anni scolastici 2007-2008 e 2008-2009 e non di 513.
Con riguardo al profilo degli assistenti tecnici a fronte di una dotazione, sempre nell'anno scolastico 2007-2008, di 2.246 unità di personale, si è passati ad una dotazione di 2.139 unità nell'anno scolastico 2009-2010 con una differenza in due anni scolastici di 107 e non di 164 unità in un solo anno scolastico. Anche per i collaboratori scolastici la differenza tra la consistenza della dotazione organica relativa a tale profilo dal 2007-2008 al 2009-2010 è di 1410 e non di 1396 unità in un solo anno scolastico.

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ALLEGATO 8

5-01684 Antonino Russo: Sul ritiro della nota del Miur del 7 luglio 2009 del 2008.

TESTO DELLA RISPOSTA

Nell'atto in discussione si chiede il ritiro della nota ministeriale del 7 luglio 2009, protocollo n. AOODGPER.09/10171/B/2, diramata in previsione di eventuali ordinanze cautelari di accoglimento di domande incidentali di sospensione dell'efficacia del decreto ministeriale n. 42 dell'8 aprile 2009, concernente l'integrazione e aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento per il personale docente ed educativo per gli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011, nella parte in cui il citato decreto prevede che gli interessati possano scegliere, senza cancellazione dalla graduatoria di appartenenza, ulteriori tre province in cui figurare in posizione subordinata, cioè «in coda».
In particolare, nella citata nota del 7 luglio 2009, si è evidenziata l'inopportunità dell'inserimento con riserva «a pettine» dei ricorrenti, ossia nel rispetto del punteggio posseduto dal docente trasferitosi, anziché «in coda».
In primo luogo, vorrei fare presente che, come evidenziato nelle premesse del suddetto decreto ministeriale n. 42, l'Amministrazione ha ravvisato l'opportunità di concedere al personale interessato la descritta possibilità - trasferimento in coda nella graduatoria di ulteriori tre province - in relazione all'esigenza di esaurire quanto prima possibile le graduatorie in parola e al fine di favorire la stipula di contratti a tempo indeterminato o determinato del personale interessato alla procedura di integrazione ed aggiornamento delle graduatorie.
Venendo alla questione sollevata, è noto che il TAR per il Lazio (Sezione Terza Bis) ha accolto le anzidette richieste di provvedimenti cautelari con le ordinanze menzionate nell'interrogazione, avverso le quali l'Amministrazione ha peraltro chiesto all'Avvocatura dello Stato di proporre appello al Consiglio di Stato.
In proposito, va preliminarmente sottolineato che l'esecuzione delle sfavorevoli ordinanze cautelari relative ai ricorsi avverso il suddetto decreto ministeriale n. 42, nella parte in cui lo stesso decreto dispone che ai docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento è data la possibilità di chiedere l'iscrizione in altre tre province, ma in coda ai docenti già iscritti in ciascuna provincia, comprometterebbe l'avvio dell'anno scolastico essendo già state disposte le assunzioni del personale a tempo indeterminato ed in via di completamento quelle a tempo determinato.
Circa, poi, le indicazioni fornite agli uffici scolastici regionali con la nota ministeriale del 7 luglio 2009, nella quale si è fatto presente che i ricorsi «dovevano essere notificati non solo all'amministrazione resistente..., ma anche all'organo munito di rilevanza esterna nei confronti del quale si rivendica il provvedimento», diversamente da quanto affermato nell'interrogazione, non si è inteso affatto disattendere l'articolo 21 della legge n. 1034 del 1974; la legge stabilisce infatti che il ricorso «deve essere notificato tanto all'organo che ha emesso l'atto impugnato quanto ai controinteressati ai quali l'atto si riferisce, o almeno ad alcuno tra essi...».
È a tal proposito da ritenere che gli interessati avrebbero dovuto rivolgere i ricorsi contro i provvedimenti attuativi del decreto ministeriale 42 del 2009, ossia

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contro le singole graduatorie aggiornate secondo le modalità previste dal decreto stesso. Ciò, in quanto solo la concreta collocazione di ciascun ricorrente nella coda della graduatoria, anziché a pettine, avrebbe potuto fornire la prova della situazione di pregiudizio grave e irreparabile (mancata nomina in ruolo) derivante dall'applicazione del decreto, condizione necessaria per ottenere la misura cautelare.
Aggiungasi che l'eventuale collocazione a pettine dei ricorrenti, che hanno ottenuto le ordinanze di sospensiva, produrrebbe lo scavalcamento di numerosi docenti collocati in graduatoria senza che gli stessi abbiano potuto far valere le proprie ragioni.
Infine, con riguardo alla richiesta di ritiro della nota ministeriale del 7 luglio 2009 e l'invito a dare istruzioni agli uffici scolastici regionali affinché sia data immediata esecuzione ai provvedimenti cautelari della magistratura amministrativa, è da ritenere che, allo stato, prima di assumere ulteriori decisioni, occorra attendere che il Consiglio di Stato si pronunci almeno su una delle richieste di appello proposte dall'Amministrazione avverso le ordinanze in argomento.