CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 luglio 2009
212.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-01250 Realacci: Sui provvedimenti necessari e urgenti per il definitivo superamento dell'emergenza rifiuti in Campania.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato in oggetto, si rappresenta quanto segue.
Come dettagliatamente riportato nel paragrafo 3.10 della prima relazione al Parlamento, dedicato alla parte finanziaria, in base a quanto previsto dai decreti legge n. 90 del 2008 e n. 172 del 2008, e dalle relative ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri, le attività della Struttura del Sottosegretario riguardano in particolare:
il coordinamento dell'azione finanziaria della gestione dei rifiuti in Campania;
il trasferimento di risorse finanziarie alla missione tecnico operativa per le attività di competenza;
le attività negoziali, gestione delle spese di personale, di logistiche di funzionamento delle varie missioni non autonome dal punto di vista finanziario;
la verifica delle procedure, liquidazione pagamento delle fatture relative a discariche e siti connessi allo smaltimento dei rifiuti;
la gestione, ai sensi dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3479 del 2005, delle procedure, fatturazione riscossione delle tariffe di conferimento dei rifiuti da parte dei comuni e degli altri enti, contributi per lo smaltimento della frazione organica irrisorie ai comuni;
le attività solutorie relative al fermo colonizzatore ad Acerra;
il pagamento dei contributi della raccolta differenziata è consorzi di bacino;
la gestione dei fondi POR e APQ e degli altri finanziamenti, pagamenti relativi;
il rimborso delle spese comuni per servizio raccolta rifiuti ingombranti presso domicilio degli utenti ai sensi dell'articolo 10 della ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3721 del 2008.

Pertanto, come già evidenziato, in attuazione dell'articolo 17, comma 1, del decreto-legge n. 90 del 2008 e dell'articolo 2 dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3682 del 2008 ed a seguito dell'istituzione del fondo per l'emergenza rifiuti Campania che poteva contare su una dotazione finanziaria di euro 150 milioni, sono state accese presso la tesoreria provinciale dello Stato di Napoli due distinte contabilità speciali.
Sulla contabilità speciale n. 5146 sono affluite le risorse del fondo unitamente ad altre risorse, mentre l'apertura della contabilità 5148 si è resa necessaria per la riscossione della tariffa di smaltimento dei rifiuti dovuta dai comuni e dagli altri enti conferenti, oltre che per il pagamento degli oneri connessi alla tariffa-quote di ristoro ambientale, (contributi ai comuni per la raccolta in forma autonoma della frazione organica, secondo quanto disposto dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3479 del 2005).
Dei 150 milioni di euro originariamente stanziati, 85 milioni sono stati trasferiti alla Missione tecnico operativa conformemente a quanto stabilito dal comma due

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dell'articolo 2 dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3682 del 2008.
Alla Missione finanziaria erano state affidate le attività inerenti agli oneri per il personale e alle spese generali di funzionamento di tutte le missioni non titolari di contabilità speciali.
Al fine di razionalizzare la Struttura del Sottosegretario di Stato con una conseguente riduzione dei costi, è stata emanata l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3756 del 15 aprile 2009 con cui viene costituita la Missione Amministrativo-Finanziaria, nella quale sono confluiti i compiti e le funzioni in precedenza svolte da quattro Missioni, contestualmente soppresse. I principali obiettivi affidati alla Missione Amministrativo-Finanziaria riguardano:
il coordinamento della complessiva azione finanziaria relativa alla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania;
la definizione del contenzioso e delle situazioni creditorie e debitorie delle pregresse gestioni Commissariali;
la liquidazione dei rapporti di credito e debito, antecedenti il 24 luglio 2008, riconducibili ai disciolti Consorzi delle Province di Napoli e Caserta;
la tenuta dei rapporti tra il Sottosegretario di Stato all'emergenza rifiuti e le istituzioni territoriali relativamente alle attività dei consorzi di bacino e monitoraggio delle iniziative finalizzate alla costituzione delle Società provinciali.

Volendo fornire un quadro aggiornato dell'attuale situazione finanziaria, si può senz'altro rappresentare che, nel periodo che va dal 10 giugno 2008 al 30 giugno 2009, il Sottosegretario all'emergenza rifiuti in Campania ha disposto di un volume di risorse pari a 559.018.574,86 euro e nel medesimo lasso di tempo sono state effettuate spese per 514.725.804,10 euro, di cui 144.607.412,88 euro (pari al 28,1 per cento), per gli investimenti (impianti e discariche); 299.849.079,95 euro (pari al 58,2 per cento) per le spese correnti e 70.269.310,27 euro (pari al 13,7 per cento) per le spese per pagamento dei debiti pregressi.
Per quanto concerne l'ulteriore fabbisogno finanziario, per il secondo semestre 2009 sono stimate entrate per complessivi 243.116.000 euro, a fronte delle quali sono previste spese per 513.000.000 euro, di cui oltre 198.000.000 euro per investimenti.
Da valutazioni effettuate, si può determinare che la differenza, pari a 269.884.000 euro, potrebbe essere coperta utilizzando parte delle risorse assegnate al Fondo per le Aree sottosviluppate (FAS) destinate dal CIPE alla Regione Campania per finanziare le spese di investimento (già sostenute o in corso), ed utilizzabili da parte del Sottosegretariato per la realizzazione di infrastrutture destinate alla gestione del ciclo dei rifiuti.
Relativamente poi al Contenzioso pregresso relativo alle gestioni dei Commissari delegati che si sono succeduti nella gestione dell'emergenza rifiuti, si rappresenta che da dati forniti dalla ex Missione Gestione Contenzioso (MI.GE.CO), il costo complessivo del contenzioso relativo alle gestioni Commissariali veniva valutato in circa 1,2 miliardi di euro, sulla base delle stime delle somme richieste in sede dei diversi giudizi, escludendo le cause di valore indeterminato e gli interessi.
Da una prima analisi condotta a seguito dell'unificazione in capo alla Missione Amministrativo-Finanziaria delle competenze della MI.GE.CO., eliminati alcuni errori materiali, emerge la seguente situazione:
il «petitum» complessivo (al netto delle cause di valore indeterminato e degli interessi) ammonta a circa 750 milioni di curo;
il costo complessivo del contenzioso pendente al 15 giugno 2009, in attesa di dati provenienti da una più accurata ed approfondita analisi delle singole vertenze, si ritiene, allo stato degli atti, quantificabile in circa 200 milioni di euro, il cui pagamento andrà verosimilmente ripartito nell'arco dei prossimi 4/5 anni.

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In proposito si rappresenta che la stima sopra riportata tiene in considerazione sia le sentenze rese nel frattempo nelle varie tipologie dei giudizi, sia l'eccessiva quantificazione delle richieste avanzate dagli attori. Sono invece escluse le somme derivanti dalla richiesta di FIBE che ammonterebbe a 300 milioni di euro, in quanto rientra nel volume degli importi conteggiati nella vertenza generale (dare/avere) con le ex affidatarie del servizio per la gestione integrale dei rifiuti e il costo relativo alle vertenze proposte dagli Enti Locali, dai loro Consorzi e Società, in quanto si può ragionevolmente ritenere che lo stesso potrà essere compensato, almeno in parte, con i debiti degli stessi nei confronti delle pregresse gestioni commissariali.
La situazione debitoria delle gestioni Commissariali potrebbe essere compendiata come segue:
n. 370 richieste di pagamento pervenute al 30 giugno 2009: euro 338.535.719,17;
n. 139 richieste di pagamento evase al 30 giugno 2009: euro 63.590.211.70;
debito residuo al 30 giugno 2009: euro 274.945.507,87.

Il debito residuo al 30 giugno 2009 è costituito come segue:
n. 85 richieste di pagamento relative a FIBE e FIBE Campania: euro 25.194.215,99;
n. 48 richieste di pagamento relative a FISIA Impianti: euro 14.330.082,60;
n. 98 richieste di pagamento di appaltatori e fornitori nei confronti ex gestioni Commissariali e Sottosegretario all'emergenza rifiuti: euro 235.421.209,28.

Per quanto concerne invece la situazione creditoria delle precedenti gestioni Commissariali, queste ultime vantano crediti nei confronti dei Comuni, relativamente al periodo 16 dicembre 2005-10 giugno 2008, per un ammontare di 148.152.000 euro, di cui potranno essere riscossi nel secondo semestre 2009, soltanto 9.672.000 di euro, mentre, al fine di evitare il dissesto dei Comuni, la quota residua potrà essere riscossa nell'arco dei prossimi anni (mediamente 5 anni) sulla base di piani di rientro, formulati e gestiti d'intesa con il Ministero dell'Interno.
Riguardo, poi, ai rapporti di credito/debito degli ex Consorzi di bacino delle Province di Napoli e Caserta e alla relativa liquidazione economico-finanziaria, diremo che in considerazione della diffusa incertezza in ordine alla attendibilità dei dati riportati nei bilanci dei Consorzi, soprattutto a seguito dello scioglimento degli otto Consorzi di bacino delle Province di Napoli e Caserta avvenuto il 24 luglio 2008 e la conseguente unificazione nel Consorzio Unico di bacino, amministrato, nella fase di avvio, da un gestore unico e, successivamente, a decorrere dal 29 dicembre 2008, da un Presidente nominato dall'Assemblea Consortile, si è provveduto ad incaricare quattro Società di Revisione di verificare, entro il 30 giugno 2009 la fondatezza dei dati contabili rilevati.
Nel frattempo è stato concretamente affrontato il problema dei debiti contratti dagli ex Consorzi nei confronti degli Istituti di Previdenza e dell'Erario al fine di pervenire, a fronte di un piano concordato di estinzione dei debiti, ad una congrua riduzione degli interessi moratori e delle sanzioni. Con il coinvolgimento dei Comuni debitori, sono state, inoltre, promosse attività finalizzate alla riscossione dei crediti vantati dai Consorzi disciolti nei confronti di detti Comuni, così come sono state impartite disposizioni per il pagamento, nei limiti delle risorse disponibili tempo per tempo, dei debiti verso fornitori che, sempre più numerosi e con comprensibile insistenza, reclamano il saldo delle fatture emesse per forniture e servizi ai Consorzi stessi.
Non si può, infine, fare a meno di evidenziare come le attività solutorie risentano in modo determinante del rallentamento se non addirittura della sospensione dei pagamenti ad opera dei Comuni debitori, i quali, adducendo motivazioni di difficoltà finanziarie, sostengono come i

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servizi resi dai Consorzi siano qualitativamente e quantitativamente inferiori agli standard contrattuali. Ciò comporta una notevole difficoltà per la riscossione dei crediti e, per la conseguente estinzione dei debiti.
In merito poi all'attività posta in essere dal Gestore del Consorzio Unico delle province di Napoli e Caserta, si evidenzia che tale attività era stata improntata con l'obiettivo di predisporre una prima articolazione della struttura consortile, dotandola di tutti gli strumenti idonei a garantire una corretta gestione, soprattutto per quanto attiene agli aspetti che denotavano una particolare criticità, quali la mancanza di risorse finanziarie e l'esistenza di un esubero di personale.
Ciò nonostante, al momento, permane uno stato di criticità economico finanziario causato soprattutto dal mancato ed irregolare versamento delle quote dovute dai comuni per i quali viene effettuato il servizio, dalla inesistenza di ulteriori entrate e dalla mancata adozione del piano industriale, con la conseguente impossibilità di avviare le procedure di messa in mobilità del personale.
Sulla base di quanto previsto dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3686 del 1o luglio 2008, l'assemblea dei Sindaci dei Comuni facenti parte del Consorzio Unico, il 29 dicembre 2008, ha eletto Presidente il Sindaco del comune di Villa Literno, Enrico Fabozzi, e Vice Presidente il Sindaco del comune di Grazzanise, Enrico Parente. Successivamente, a seguito dello scioglimento dell'amministrazione comunale di Villa Literno, ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il sindaco Enrico Fabozzi è decaduto anche dalla carica di presidente del Consorzio Unico delle province di Napoli e Caserta.
L'amministrazione del Consorzio Unico è attualmente assicurata dal Vice Presidente Enrico Parente il quale ha convocato l'assemblea dei Sindaci per l'elezione del nuovo Presidente per il 23 luglio 2009, in prima convocazione, e per il 29 luglio 2009, in seconda convocazione, dopo che l'assemblea tenutasi il 9 luglio 2009 è terminata senza lo svolgimento delle procedure di voto.
Al fine di fronteggiare la suddetta criticità economico finanziaria, si è reso necessario prevedere un contributo mensile, stabilito dall'Ordinanza del Presidente dei Consiglio dei Ministri n. 3764 del 6 maggio 2009 in euro 2.500.000,00 da trasferire al Consorzio Unico delle province di Napoli e Caserta, per l'erogazione del trattamento economico spettante al personale, nonché per il pagamento delle spese dei mezzi meccanici necessari per la raccolta dei rifiuti. Tale contributo sarà proporzionalmente ridotto in relazione alla concreta attuazione dei processi di mobilità e degli altri specifici interventi relativi al personale in esubero.
Nel corso degli ultimi mesi sono state trasmesse, da diversi comuni appartenenti al Consorzio Unico, numerose note nelle quali si lamentano disservizi nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti e la carenza di personale da impiegare per tali attività. Per l'approfondimento di tali problematiche è stato redatto dal Consorzio Unico un piano di intervento volto a risolvere le criticità.
Nel frattempo le conseguenze dei disservizi sopra descritti sono state affrontate ponendo in essere interventi sostitutivi da parte della Missione Tecnico Operativa e impiegando, per questa funzione, anche il personale addetto all'Articolazione di Napoli, nell'ambito del territorio di pertinenza dell'Articolazione di Caserta.
In merito poi alle tematiche connesse alla raccolta differenziata dei rifiuti per quanto concerne le attività finalizzate al recupero dei rifiuti, assume particolare importanza l'avviamento e l'entrata a regime del sistema di raccolta differenziata.
Il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90 detta nuove disposizioni anche nel settore della raccolta differenziata, infatti all'articolo 11 sono stabiliti obblighi, scadenze e sanzioni a carico dei Comuni inadempienti. In particolare, prevede che il Sottosegretario di Stato verifichi il raggiungimento dell'obiettivo minimo di raccolta differenziata pari al 25 per cento dei

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rifiuti urbani prodotti entro il 31 dicembre 2009, al 35 per cento entro il 31 dicembre 2010 e al 50 per cento entro il 31 dicembre 2011, così come stabilito dal Piano Regionale dei rifiuti adottato con Ordinanza del Commissario delegato per l'emergenza dei rifiuti n. 500 del 30 dicembre 2007.
Per il monitoraggio della raccolta differenziata, i Sindaci dei Comuni della Regione Campania devono inviare mensilmente alla Struttura del Sottosegretario di Stato i dati di produzione dei rifiuti e di raccolta differenziata, da pubblicare mediante modalità individuate dalla Struttura del Sottosegretario di Stato.
Risultano obbligati ad effettuare la raccolta differenziata anche le aziende, la grande distribuzione, gli uffici della Pubblica Amministrazione ed i mercati ortofrutticoli.
Alle Province è affidato il compito di disincentivare i prodotti «usa e getta», mentre al CONAI spetta la realizzazione di una capillare campagna di Comunicazione in collaborazione con la Struttura del Sottosegretario di Stato.
Con lo scopo di implementare ulteriormente la raccolta differenziata, il decreto-legge n. 172 del 2008, all'articolo 1, prevede misure specifiche per incentivare la raccolta differenziata degli imballaggi. A tale fine vengono autorizzati la raccolta e il trasporto occasionale o saltuario di singole tipologie di imballaggi usati e rifiuti di imballaggio, nella misura massima di 100 chilogrammi al giorno, per il successivo conferimento presso le piattaforme afferenti al sistema CCNAI. Per tale attività, ai cittadini, alle Associazioni e alle parrocchie che conferiscono rifiuti di imballaggio spetta un corrispettivo, parametrato a quello riconosciuto dallo stesso CONAI, ai sensi del vigente accordo quadro stipulato con l'Associazione nazionale Comuni italiani (ANCI).
In seguito all'emanazione del decreto-legge n. 172 del 2008 sono stati organizzati e allestiti, a decorrere dal 9 dicembre 2008, i primi 15 centri di conferimento «Campania pulita» presso le piattaforme CONAI dove i cittadini, le associazioni di volontariato e le parrocchie possono conferire i rifiuti di imballaggio. Dal 10 gennaio 2009 sono stati allestiti gli ulteriori 11 centri. La Struttura del Sottosegretario, con il personale del Dipartimento di Protezione Civile, ha effettuato sopralluoghi sia per verificare l'andamento delle operazioni, sia per acquisire informazioni circa le problematicità e le criticità dell'attività avviata. Pertanto, dal mese di gennaio 2009, nelle 28 piattaforme CONAI site in Campania sono stati allestiti e resi operativi 26 centri di raccolta. Dal 9 dicembre 2008 al 21 luglio 2009 si sono recati presso i centri di conferimento più di 25.000 tra cittadini e associazioni che hanno conferito 870 tonnellate di rifiuti di imballaggio.
In data 14 novembre 2008 il Sottosegretario, ai sensi dall'articolo 11 del decreto-legge n. 90 del 2008, ha emanato il decreto 5723 recante «Modalità di monitoraggio sulla produzione dei rifiuti e sulla raccolta differenziata», che rappresenta il primo sistema telematico in Italia per la certificazione dei dati e di tracciabilità dei rifiuti a livello regionale (SIGER), con il quale ha approvato:
le modalità di monitoraggio sulla produzione dei rifiuti e sulla certificazione della raccolta differenziata previste dall'articolo 11 del decreto legge n. 90 del 2008, secondo le modalità di cui al Documento tecnico relativo al sistema informativo SIGER, che ne forma parte integrante;
lo schema di Convenzione con la Regione Campania e con le Province Campane, per l'utilizzo del portale dell'Osservatorio Regionale Rifiuti e degli Osservatori Provinciali Rifiuti;
il «metodo standard» di certificazione delle percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti urbani della regione Campania;
ed ha revocato l'Ordinanza Commissariale n. 164 del 26 maggio 2006 emessa dall'allora Commissario di Governo per l'emergenza rifiuti nella regione Campania, Delegato ex O. P. C. M. 3341 del 27 febbraio 2004.

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Il SIGER nei fatti, rappresenta il primo sistema in Italia che dà attuazione a quanto previsto nell'articolo 189, dei decreto legislativo 152/2006, come modificato dall'articolo 3-bis del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, che prevede la realizzazione del sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai fini della trasmissione e raccolta di informazioni su produzione, detenzione, trasporto e smaltimento di rifiuti.
Tale sistema informativo permette, per la prima volta, di eliminare l'invio cartaceo e di inviare in tempo reale i dati, di uniformare il sistema di raccolta, di semplificare il processo di comunicazione delle informazioni, di validare mensilmente e di certificare annualmente i dati ricevuti, di generare gratuitamente ed in automatico il MUD (Modello unico di dichiarazione ambientale), e di utilizzare il servizio.
Ad oggi, il SIGER ancora non ha ricevuto dagli Osservatori Provinciali, secondo le modalità stabilite, i dati di tutti i 551 comuni della Campania. La mancanza di invio dei dati da parte dei Comuni è causata, principalmente, da fattori legati in modo particolare alla disomogenea e non unitaria modalità di compilazione dei formulari di trasporto o delle bolle di trasporto dei rifiuti.
Nel 2007 la raccolta differenziata in Campania era attestata, secondo quanto descritto nel Rapporto rifiuti dell'ARPA Campania, sede del Catasto regionale rifiuti al 15,53 per cento.

ProvinciaComuniN. abitantiTot. Prod. % RD
AV119440.931151.774.97729,55
BN78291.42799.432.37818,54
CE104865.957375.193.3627,67
NA923.154.6171.673.681.87011,91
SA1581.093.663493.848.68828,61
Totale5515.846.5952.793.931.27315,53

Nel secondo semestre del 2008, molti Comuni, soprattutto di medie e piccole dimensioni, hanno avviato la raccolta differenziata anche sulla spinta legislativa che li aveva portati nel primo semestre ad adottare ed attuare i piani della raccolta differenziata.

ProvinciaComunin. Comuni con RD avviata
al 31 dicembre 2007
n. Comuni con RD avviata
al 31 dicembre 2008
Avellino1195359
Benevento782243
Caserta1042960
Napoli922756
Salerno1586391
Totale551193310

Da una prima analisi si stima che la raccolta differenziata nell'ultimo semestre del 2008 ha subito un incremento medio regionale pari al 9 per cento circa. Dai dati inviati alla Struttura dal CONAI (preconsuntivo 2008) si evidenzia che nel 2008 sono state raccolte 230.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio, con un incremento rispetto al 2007 del 26 per cento.

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Raccolta differenziata rifiuti d'imballaggio in plastica nella Regione Campania
Pre-consuntivo 2008

Provincia prevalenteQuantità (Kg) anno 2007Quantità (Kg) anno 2008%
Avellino2.658.6832.486.832-6,46
Benevento893.8912.047.277129,03
Caserta3.471.5247.383.797112,70
Napoli7.500.02320.198.410169,31
Salerno7.240.8769.695.67033,90
Totale21.764.99741.811.98692,11

Fonte: COREPLA

Nello stesso periodo, in particolare, c'è da segnalare che nelle città di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta. Tali progetti sono stati realizzati nell'ambito degli Accordi stipulati tra il Sottosegretario ed il CONAI ed i Comuni medesimi.
Nella tabella sottostante, vengono evidenziati oltre alle città capoluogo di provincia anche gli altri Comuni della Campania nei quali è stata avviata la RD sempre nell'ambito degli Accordi sopra citati e vengono illustrati i risultati conseguiti.

Riepilogo risultati accordi sottosegretario - CONAI

CittàProv. Abitanti% RD anno 2007% RD anno 2008Periodo attivazione nuovo Piano
SalernoSA141.86013,483,0lug-08
AvellinoAV56.4009,135,0giu-08
BeneventoBN61.63614,325,0set-08
CasertaCE78.9652,532,004-gen-09
Nocera InferioreSA48.41838,441,7set-08
Giffoni Valle PianaSA11.02611,030,0set-08
PositanoSA3.88619,368,0lug-08
AcerraNA47.7173,0in corsoin attesa sentenza TAR su gestore
OttavianoNA23.2842,969,7ott-08
San Sebastiano VesuvioNA10.3122,261,4giu-08
BacoliNA27.1915,324,0set-08
QuartoNA38.0635,216 (in corso) dic-08
ProcidaNA10.67116,3in corsofeb-09
CercolaNA19.2777,347,2ott-08
Marano Di NapoliNA58.6452,5in corsofeb-09
Mugnano Di NapoliNA31.2770,0in corsofeb-09
ArzanoNA38.24210,829,819-gen-09
Castellammare Di Stabia NA66.33915,638,8dic-08
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4.1. Il Progetto pilota sulla tracciabilità dei rifiuti.

Il decreto-legge n. 172 del 2008 prevede all'articolo 2, comma 2-bis, che il Sottosegretario di Stato avvii un progetto pilota per garantire la piena tracciabilità dei rifiuti al fine di ottimizzare la gestione integrata degli stessi. La norma prevede che tale progetto possa essere realizzato attraverso l'integrazione funzionale tra il sistema informativo SIGER di cui al decreto del Sottosegretario di Stato all'emergenza rifiuti del 12 novembre 2008 ed il sistema informativo realizzato nell'ambito del progetto Sirenetta di cui ai Fondi Por 2000-2006.
Il progetto è stato presentato ufficialmente, presso la Struttura del Sottosegretario, alle province della Campania, ai direttori dei 7 Impianti STIR, ai gestori delle piattaforme che afferiscono al CONAI, nonché ai gestori dei siti di stoccaggio, di trasferenza e di discarica.
L'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3746 del 12 marzo 2009 prevede, all'articolo 1, commi 1 e 2, l'istituzione di un apposito tavolo tecnico al fine di avviare e gestire, fino alla cessazione dello stato di emergenza, il progetto. Tale tavolo garantisce la trasmissione del sistema informativo integrato agli enti territoriali ordinariamente competenti, al fine di dare prosecuzione all'attività di monitoraggio sul ciclo integrato di gestione dei rifiuti.
In data 31 marzo 2009, nell'ambito della riunione convocata presso la sede della Struttura del Sottosegretario, si è costituito formalmente il suddetto tavolo; in tale contesto sono stati individuati e approvati i 65 siti fissi in ottemperanza a quanto previsto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3746, presso i quali installare i dispositivi Hardware e Software.
Nelle riunioni successive sono state affrontate le problematiche relative alla realizzazione della prima fase che vede l'allestimento dei 7 STIR e del termovalorizzatore di Acerra e di circa 40 mezzi che trasporteranno i rifiuti dagli STIR all'impianto di Acerra.
Dal 24 aprile al 27 maggio 2009, sono stati installati i dispositivi su 38 mezzi del Consorzio CITE, aggiudicatario del bando di gara per il trasporto dei rifiuti, come da verbali redatti dal gruppo di lavoro istituito dal Capo Missione MITO e detenuti presso l'ufficio Coordinamento Raccolta Differenziata.
Sono state installate le apparecchiatura HW e SW e le linee telefoniche ADSL dedicate all'invio dei dati al DATA CENTER presso i 7 STIR e l'impianto di Acerra.
Si stima che il progetto possa essere completamente avviato nel mese di settembre 2009.
L'iniziativa connessa alla piena operatività del sistema di tracciabilità dei rifiuti sull'intero territorio nazionale, mira a contrastare le illecite attività poste in essere dalla criminalità organizzata nell'ambito dello smaltimento illegale dei rifiuti; in tal senso il Governo si è fatto promotore di idonea iniziativa legislativa per l'introduzione di apposita norma nel testo di conversione del decreto-legge «anti-crisi».
Nella convinzione che siano maturi i tempi per iniziare ad attuare una politica rigorosa e responsabile, capace di rendere efficiente lo smaltimento dei rifiuti nella regione Campania mediante una consapevole presa in carico di tale responsabilità

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da parte degli enti locali, il legislatore ha approvato nel testo dell'ultimo decreto-legge emanato in materia, il commissariamento di enti locali.
Tale disposizione determina che, nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, in caso di grave inosservanza degli obblighi posti a carico delle Province (in merito alla programmazione ed organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale ed alla individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti) e dei comuni (in merito alla disciplina delle modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata, della promozione del recupero delle diverse frazioni di rifiuti, della raccolta e trasporto dei rifiuti primari di imballaggio), il Sottosegretario di Stato è autorizzato ad indicare all'ente interessato un congruo termine perentorio nel quale adottare i provvedimenti di competenza.
Decorso inutilmente tale termine, con decreto del Ministro dell'interno, su proposta motivata del medesimo Sottosegretario, potranno essere rimossi i vertici inadempienti.
Ad oggi, come riportato nella tabella seguente, 258 sono i Comuni diffidati di cui 11 sono a rischio di commissariamento.

STRADE EXTRAURBANE

Asse Mediano Circumvallazione esterna di Napoli Asse di Supporto Nola-Villa Literno S.S. 268 Asse di supporto
7 5 9 11 9
Totale 41 Comuni

Numero di comuni diffidati - Art. 3 Legge 30 dicembre 2008, n. 210.

STRADE URBANE

Provincia Napoli Provincia Caserta Provincia Salerno Provincia Avellino Provincia Benevento
66 64 81 20 27
Totale 258 Comuni (*)
(*) in 34 Comuni in corso attività di rimozione in danno.

Numero di comuni diffidati - Art. 3 Legge 30 dicembre 2008, n. 210.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01656 Libè: Sui modi di risoluzione dell'emergenza rifiuti in Campania.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato in oggetto, si rappresenta quanto segue.
Come è noto il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, è stato emanato per fronteggiare la fase di massima criticità manifestatasi nei primi mesi dello scorso anno nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, introducendo un nuovo modello per la gestione del quadro emergenziale in rassegna.
Il decreto legge n. 90 del 2008 si prefigge lo scopo primario di poter disporre di un adeguato sistema impiantistico, funzionale alla complessiva attività di gestione dei rifiuti, anche attraverso l'esecuzione, a norma, di interventi di infrastrutturazione del territorio, al duplice fine di procedere, nell'immediato, allo smaltimento dei rifiuti sversati nei territori urbani ed extraurbani della regione, e di dotarsi, a regime, di un sufficiente numero di aree, siti ed impianti, si da assicurare un ciclo virtuoso di gestione dei rifiuti, erodendo, finalmente, le illecite attività della criminalità organizzata, senz'altro favorite dall'assenza, sul territorio, di discariche e aree di sedime ove l'utenza, generalmente considerata, può lecitamente conferire i rifiuti prodotti. È evidente pertanto come il contesto emergenziale che si è dovuto affrontare nella prima fase riguardava essenzialmente la limitatezza del complesso infrastrutturale asservito alla fase di smaltimento dei rifiuti.
Ed infatti, il 23 maggio 2008, all'atto dell'insediamento della Struttura del Sottosegretario di Stato, al fine di contrastare in modo efficace la perdurante situazione di criticità nella gestione del ciclo dei rifiuti nella regione Campania, si è proceduto a mettere a punto un'efficace strategia per la risoluzione della fase critica dell'emergenza.
Va ricordato che, nel maggio 2008, la quantità dei rifiuti giacenti in strada nell'intera regione Campania era stimata in 35.000 tonnellate, mentre circa ulteriori 90.000 tonnellate erano le giacenze stoccate presso i siti provvisori comunali, per un totale di circa 125.000 tonnellate complessive. La produzione giornaliera era superiore a 7.000 tonnellate, mentre la raccolta differenziata (su dato certificato dalla Regione Campania) si attestava intorno al 13 per cento.
La capacità di raccolta quotidiana di rifiuto «tal quale» risultava essere pari a una media di 6.600 tonnellate, inferiore, quindi, alla produzione giornaliera che si attestava sulle 7.000 tonnellate circa, e lo smaltimento avveniva presso:
la discarica di Macchia Soprana,
il sito di stoccaggio provvisorio di Ferrandelle,
gli stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti, le cui balle venivano stoccate presso le piazzole di Taverna del Re, San Tammaro (Maruzzella), Eboli (Coda di Volpe), Battipaglia (area ASI),
l'inceneritore di Massafra (TA),
ovvero mediante i conferimenti fuori Regione.

Le capacità di smaltimento erano piuttosto limitate, in quanto risultavano ancora

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in fase di attuazione le procedure per la realizzazione delle discariche di Savignano Irpino (AV) e di Sant'Arcangelo Trimonte (BN) individuate dal decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, convertito con modificazioni dalla legge 5 luglio 2007, n. 87, mentre erano ancora in fase di studio progettuale sia la discarica di Chiaiano (NA), sia quella di Terzigno (NA) nonché la realizzazione di ulteriori piazzole di stoccaggio di balle e di rifiuto tal quale nei siti di Ferrandelle e di Marruzzella.
I sette stabilimenti STIR, utilizzati per la tritovagliatura e l'imballaggio dei rifiuti, ricevevano giornalmente circa 2.200 tonnellate e versavano in condizioni di criticità, connesse soprattutto:
al sequestro giudiziale dell'impianto di Tufino, operato dalla magistratura di Nola nell'agosto del 2006 e comportante un ulteriore carico di rifiuti in ingresso negli altri impianti;
alle difficoltà di allontanamento della frazione umida e delle balle dagli impianti, in considerazione dell'assenza di termovalorizzatori e di sufficienti volumetrie di discariche. La frazione organica era, poi, conferita esclusivamente presso la discarica di Macchia Soprana-Serre (SA), mentre le balle venivano inviate nei quattro siti di stoccaggio allestiti in Campania, peraltro prossimi alla saturazione.

Con specifico riferimento all'assoluta carenza di termovalorizzatori, si rappresenta che i lavori di costruzione dell'impianto di Acerra (NA), unico in tutta la regione, in via di realizzazione e già completato per il 90 per cento, risultavano sospesi a causa di problemi connessi agli aspetti economico-finanziari e gestionali.
Data la situazione appena descritta, l'azione del Sottosegretario, improntata al superamento della fase acuta dell'emergenza, è stata finalizzata ad assicurare, entro il 31 dicembre 2009, la promozione degli interventi necessari a consentire il completamento e l'integrazione delle diverse fasi del ciclo di gestione dei rifiuti nella regione e la relativa ottimizzazione.
Il piano del Sottosegretario di Stato si è, pertanto, sviluppato lungo le seguenti direttrici:
l'allestimento di discariche e la costruzione di termovalorizzatori;
l'impiego dell'Esercito a tutela delle aree allestite per gli impianti (che diventano aree di interesse nazionale);
l'obbligo per Comuni e Province di seguire precisi obiettivi per la raccolta differenziata.

In altre parole, come già evidenziato, in considerazione della gravità della situazione ereditata, il Sottosegretario di Stato ha provveduto ad avviare un'attività basata essenzialmente su due linee di intervento, una a breve termine finalizzata alla soluzione delle problematiche emergenziali più urgenti e relative alla rimozione dei rifiuti giacenti sulle strade, onde ripristinare quanto prima le condizioni ordinarie di igiene e di sicurezza per i cittadini, e l'altra caratterizzata da interventi che richiedevano tempi più lunghi, destinati alla progressiva riconduzione della gestione dei rifiuti nell'ambito del regime ordinario.
Per quanto riguarda la prima linea di intervento si è provveduto ad avviare tutte le attività relative alla urgente rimozione dei rifiuti giacenti su strada, facendo ricorso ad aree di stoccaggio provvisorio.
Per quanto attiene, invece, alla seconda linea di intervento, si è proceduto alla realizzazione di discariche, termovalorizzatori e all'ottimizzazione di impiego degli impianti STIR.
Al fine di corrispondere agli impegni del Governo, così come sanciti nel decreto legge n. 90 del 2008, riguardo alla cessazione dello Stato di emergenza entro il termine del 31 dicembre 2009, va rilevato che il processo di progressivo rientro nel regime ordinario prevede l'attribuzione delle competenze in materia di gestione integrata dei rifiuti in capo alle Province per il tramite di un soggetto a totale o prevalente capitale pubblico, secondo quanto stabilito dall'articolo 20 della legge regione Campania 28 marzo 2007, n. 4,

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come modificato dall'articolo 1 della legge regione Campania 14 aprile 2008, n. 4.
In mancanza di una visione globale del sistema di gestione dei rifiuti nella Regione Campania, tale disposizione, ha incontrato, da parte dei Presidenti delle Province, difficoltà nell'immediata attuazione.
In data 24 aprile 2008, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Commissario Delegato ex O.P.C.M. 3653 del 30 gennaio 2008 e il Presidente della Giunta Regionale della Campania nel quale si prevedeva che le Province subentrassero nei rapporti attivi e passivi dei precedenti titolari della funzione nel più breve tempo possibile e, comunque, improrogabilmente entro il 30 novembre 2008, termine rilevante ai fini dell'esercizio dei poteri sostitutivi attribuiti al Presidente della Giunta Regionale dalla legge regionale n. 4 del 2007.
Successivamente, nel corso di un incontro tenutosi il 3 febbraio 2009 presso la Presidenza della Giunta Regionale della Campania, con i Presidenti delle Province, alla presenza del Sottosegretario di Stato all'emergenza rifiuti e del Presidente della Giunta Regionale, ha trovato consenso una ipotesi che potrebbe contemperare i principi ispiratori delle legge regionale con le concrete e ragionevoli possibilità delle Province di esercitare in maniera soddisfacente le competenze in materia di gestione integrata dei rifiuti.
Detta ipotesi prevede la costituzione, per ciascuna provincia, di una società, a totale o a prevalente capitale pubblico, alla quale affidare la titolarità e la gestione di tutti gli impianti a servizio dei Comuni della provincia e di una serie di società controllate dai Comuni per l'attività di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti. Le società provinciali assumerebbero la veste di una holding pubblica esercitando, in ambito provinciale, l'attività di controllo, di indirizzo e coordinamento delle società controllate dai comuni. Il capitale di queste società sarebbe sottoscritto dagli enti locali e da privati, purché in misura inferiore alla quota di controllo.
Al fine di dare concreta attuazione a detta soluzione, la regione Campania ha avviato un tavolo tecnico.
Nel frattempo con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3746 del 12 marzo 2009, al fine di superare definitivamente lo stato emergenziale nella regione Campania, è stata disposta, in via prioritaria, la costituzione delle società provinciali da parte delle Province di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. I Presidenti delle suddette Province, in deroga a quanto previsto dagli articoli 42, 48 e 50 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (competenze di consiglio giunta e presidente), avrebbero dovuto procedere alla nomina, entro cinque giorni dalla data di pubblicazione della ordinanza, di Commissari ad acta per la costituzione delle società. Decorso inutilmente tale termine, il Sottosegretario di Stato all'emergenza rifiuti avrebbe dovuto provvedere, in via di surroga.
Si sottolinea che i Commissari hanno un ruolo fondante per la costituzione delle società citate: essi, infatti, devono provvedere, entro trenta giorni dalla nomina, alla redazione del piano industriale della società, anche avvalendosi esperti di comprovata professionalità in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 7, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, alla individuazione della consistenza dello stato patrimoniale della società, alla predisposizione dell'atto costitutivo e dello statuto della società, all'avvio delle procedure di gara per la individuazione del socio privato, avvalendosi delle deroghe al codice dei contratti previste dall'articolo 18 del decreto legge n. 90 del 2008.
Nel corso delle riunioni del tavolo tecnico di cui sopra, tenutesi nel mese di marzo 2009, tra la Struttura del Sottosegretario di Stato, la Regione Campania e le Province, sono state formulate talune osservazioni da parte delle Province in ordine alle modalità ed alla tempistica di costituzione delle richiamate società provinciali, sulla scorta delle quali il rappresentante del Sottosegretario di Stato, nel chiarire le finalità dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3746

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del 2009 e fermo restando l'impianto generale della norma e la ratio acceleratoria della stessa, ha evidenziato la disponibilità del Sottosegretario medesimo a modificare l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri e a soprassedere alla nomina, in via sostitutiva, dei Commissari ad acta.
In data 11 maggio 2009, presso la sede del Sottosegretariato di Stato all'emergenza rifiuti, si è tenuto un incontro, con l'Assessore all'Ambiente della Regione Campania ed i rappresentanti delle Province, nel corso del quale tutti gli intervenuti hanno concordato sulle modifiche da apportare al testo dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3746 del 2009, così come risultante da verbale redatto a cura della Segreteria Tecnica del Sottosegretario.
Con l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3775 del 28 maggio 2009 sono state definitivamente adottate le pertinenti disposizioni in merito all'iter procedurale connesso alla costituzione delle Società provinciali, anche in coerenza con quanto disposto dall'ordinanza del TAR Lazio, sez. I, n. 1642 del 2009 che ha sospeso l'esecutività della precedente Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3746 del 2009.
Con nota del 3 giugno 2009, il Sottosegretario di Stato ha quindi sollecitato le Amministrazioni territoriali all'evasione degli incombenti funzionali alla costituzione delle più volte richiamate società provinciali, tenuto conto della possibilità di procedere alla nomina di un soggetto attuatore nei termini stabiliti dall'articolo 1, commi 5 e 6, dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3775/2009, evidenziando la particolare urgenza che rivestono gli adempimenti di cui trattasi, anche per i rilevanti aspetti occupazionali del personale attualmente titolare di contratti di natura precaria, temporalmente correlati al periodo emergenziale in corso.
In riscontro alla nota del Sottosegretario da ultimo citata:
la provincia di Benevento, in data 15 giugno, ha comunicato l'avvenuta elaborazione di uno schema di statuto finalizzato all'imminente costituzione della propria società provinciale;
la provincia di Avellino, in data 18 giugno, ha manifestato l'intendimento di procedere alla costituzione della propria società ai sensi della richiamata Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3775 del 2009;
la provincia di Salerno, in data 9 luglio, ha manifestato l'intendimento di richiedere al Soggetto Attuatore, già nominato con decreto n. 12 del 24 marzo 2009, la costituzione della società provinciale, rappresentando, al contempo, la necessità di far rientrare nell'asse societario anche le attività di gestione del previsto termovalorizzatore di Salerno, anche per costituire le condizioni più idonee per riallocare efficacemente i lavoratori attualmente impiegati nelle società pubbliche operanti nel settore.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01674 Bratti: Sulle problematiche relative al funzionamento del termovalorizzatore di Acerra.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato in oggetto, si rappresenta quanto segue.
Con riferimento allo stato di attuazione delle iniziative connesse al completamento e all'avvio dell'esercizio del termovalorizzatore di Acerra, si evidenzia che i lavori di completamento dell'impianto possono ritenersi ormai giunti a conclusione in accordo con le integrazioni realizzative concordate tra i rappresentanti dell'Amministrazione, della Direzione lavori e della Società FIBE. La progressione temporale delle operazioni ha consentito l'avvio delle tre linee di trattamento rifiuti di cui si compone l'impianto, tuttavia occorre evidenziare che molteplici sono state le situazioni di «fuori servizio» verificatesi nel corso della fase di avviamento del termovalorizzatore, causate da alcune disfunzioni di carattere elettromeccanico che, pur insuscettibili di determinare effetti in ambito ambientale, igienico-sanitario ovvero della salute dei lavoratori, hanno tuttavia pregiudicato il funzionamento «in continuo» del termovalorizzatore, non consentendo il compiuto espletamento delle previste operazioni di messa a punto e taratura delle singole componenti elettromeccaniche.
In proposito il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Sottosegretario di Stato, ha emanato diversi provvedimenti al fine di promuovere diverse iniziative.
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3745 del 5 marzo 2009, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 5 del decreto-legge 90/2008 che prevede l'autorizzazione all'esercizio del termovalorizzatore di Acerra in termini di compatibilità ambientale e nel rispetto dei limiti di emissione contenuti negli elaborati di progetto dell'impianto, e tenuto conto della avvenuta attuazione delle prescrizioni impiantistiche contenute nel parere reso dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 agosto 2004, n. 3369, ivi compresa l'esecuzione degli interventi volti ad aumentare l'affidabilità dell'impianto di termovalorizzazione, è stato disposto, in termini di somma urgenza, l'avviamento e l'esercizio provvisorio dell'impianto stesso.
Sempre in attuazione del citato articolo 5 del decreto-legge 90/2008, l'autorizzazione legislativa delle fasi di avviamento, di esercizio provvisorio nelle fasi di collaudo e di esercizio a regime dell'impianto di termovalorizzazione di Acerra, è stata integrata con le prescrizioni di cui agli elaborati tecnici denominati «Contenuti e modalità dell'autorizzazione integrata ambientale» e «Piano di monitoraggio e controllo», redatti in termini funzionali all'esercizio dell'impianto di termovalorizzazione, ed adottati con provvedimento n. 44 in data 26 febbraio 2009 del Soggetto Vicario del Sottosegretario di Stato.
Con la richiamata Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3745/2009 l'Agenzia regionale protezione ambiente della Campania è stata incaricata, nell'ambito della complessiva azione di monitoraggio riguardante l'esercizio del termovalorizzatore di Acerra in termini di compatibilità ambientale, dell'esecuzione delle attività di verifica dei parametri di

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funzionamento secondo quanto stabilito nei citati elaborati tecnici denominati «Contenuti e modalità dell'autorizzazione integrata ambientale» e «Piano di monitoraggio e controllo», nonché della verifica della realizzazione e della messa in funzione della rete di monitoraggio della qualità dell'aria. Al fine, poi, di assicurare che il collaudo del termovalorizzatore di Acerra venga posto in essere secondo modalità atte a garantirne la congruenza rispetto alle norme tecniche vigenti in materia, la Commissione di collaudo del termovalorizzatore di Acerra è stata incaricata, nell'ambito dei compiti di verifica in corso d'opera e di collaudo finale delle opere e degli impianti afferenti al termovalorizzatore stesso, di svolgere una serie di controlli e prove funzionali aventi lo scopo, sostanzialmente, di testare la corretta messa in servizio delle diverse parti dell'impianto, controllando le sequenze di avviamento e i modi operativi, fino al funzionamento a pieno carico dei diversi sottosistemi che compongono il termovalorizzatore.
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3770 del 15 maggio 2009, considerata l'esigenza di testare ulteriormente, in continuo, il corretto funzionamento dei sistemi del termovalorizzatore in condizioni di combustione continua dei rifiuti sulle tre linee ed allo scopo di allineare le fasi di inizializzazione e di funzionamento, sì da verificare l'andamento dei dati delle emissioni in atmosfera nel rigoroso rispetto dei limiti di emissione posti a tutela della salute pubblica e dell'ambiente, è stata prorogata la durata della Fase 1 di avviamento delle linee del termovalorizzatore, così come definita nell'elaborato tecnico «Contenuti e modalità dell'autorizzazione integrata ambientale», nel rispetto della tempistica totale autorizzata per l'avviamento dell'impianto.
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3785 del 26 giugno 2009 è stata autorizzata l'esecuzione, in termini di somma urgenza, dei necessari interventi volti ad ovviare a talune carenze, riguardanti, principalmente, i sottosistemi ausiliari dell'impianto e sono state, parallelamente, accorpate le fasi 1 e 2 di avviamento e di esercizio provvisorio del termovalorizzazione, con conseguente applicazione dei limiti di emissione imposti dal decreto legislativo 133/2005 a far data dal prossimo mese di settembre. La Struttura del Sottosegretario ha quindi provveduto a sollecitare la Soc. FIBE per la celere realizzazione di una serie di interventi, ritenuti tecnicamente funzionali all'esercizio dell'impianto alla stregua delle previsioni di cui alla citata Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3785/2009.
Con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3730 del 7 gennaio 2009, allo scopo di garantire la più ampia informazione nei confronti della popolazione relativamente all'esercizio dell'impianto, con particolare riferimento agli aspetti di compatibilità ambientale, è stata stabilita la ricostituzione dell'Osservatorio Ambientale di Acerra, demandando la definizione delle modalità organizzative e di funzionamento di tale Organo ad apposito provvedimento del Sottosegretario di Stato, che, in tal senso, ha emanato apposito decreto contenente i termini e le modalità di composizione, di competenza, di attività e di funzionamento dell'Osservatorio.
Per riassumere, si evidenzia che la prima fase di avviamento del suddetto impianto è stata completata a maggio 2009 ed entro il 15 settembre saranno ultimate le fasi di preavviamento dell'impianto. Giova rappresentare in proposito che durante la fase delle prove prestazionali per la messa a regime del medesimo impianto, sono stati trattati rifiuti per un massimo giornaliero di 1.400 tonnellate, senza determinare problemi di emissioni.
Con specifico riferimento agli aspetti connessi alla tutela dell'ambiente ed alle misure intraprese a garanzia della salute pubblica, si specifica che:
l'articolo 5, comma 1, della legge 123/2008 deroga espressamente la prescrizione dell'utilizzo esclusivo di CDR di cui

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all'«Allegato A» del Parere di compatibilità ambientale del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005, autorizzando il trattamento presso il termovalorizzatore di Acerra di rifiuti aventi i codici CER 19.05.01, 19.05.03, 19.12.12, 19.12.10, 20.03.01, 20.03.99, (tra i quali rientra anche il cosiddetto «tal quale»), per un quantitativo massimo complessivo annuo pari a 600.000 tonnellate;
l'autorizzazione di cui al punto precedente, e la relativa deroga, fanno salve le indicazioni a tutela dell'ambiente e quelle concernenti le prescrizioni impiantistiche migliorative contenute nel Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005;
l'articolo 5, comma 2, della legge 123/2008 autorizza l'esercizio del termovalorizzatore di Acerra ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 59/2005 (Autorizzazione Integrata Ambientale A.I.A.);
in base a quanto disposto dall'articolo 1, comma 2, dell'OPCM 3745/09, l'autorizzazione ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 59/2005 di cui al punto precedente è integrata con le prescrizioni di cui agli elaborati tecnici denominati «Contenuti e modalità dell'autorizzazione integrata ambientale» e «Piano di monitoraggio e controllo» (di seguito «Integrazioni AIA»);
le «Integrazioni AIA»:
recepiscono le prescrizioni di cui all'Allegato A del Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005, ad eccezione di quella relativa all'esclusivo uso di CDR, superata dall'articolo 5, comma 1, della legge 123/2008;
limitano la qualità dei rifiuti trattabili presso l'impianto solamente a quelli provenienti dagli impianti di preparazione e/o trattamento indicati dall'Autorità Competente. Tale limitazione esclude il conferimento del cosiddetto «tal quale», che è invece autorizzato dall'articolo 5, comma 1, della legge 123/2008;
disciplinano le condizioni di funzionamento dell'impianto nelle fasi di avviamento, ed esercizio provvisorio, propedeutiche al raggiungimento della condizione di regime nella quale dovranno essere garantite le emissioni prescritte dal Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005; in particolare, le «Integrazioni AIA» identificano due distinte fasi di avviamento consecutive e definiscono, per ciascuna di esse, durata e limiti di emissioni al camino;
prescrivono ulteriori implementazioni impiantistiche, aggiuntive rispetto a quelle introdotte dal Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005. In particolare, relativamente ai sistemi di controllo ambientale, il documento prescrive l'installazione di:
un sistema di monitoraggio in continuo del mercurio;
un sistema di prelievo in continuo per i microinquinanti organici;
la duplicazione del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni al camino (SME) già esistente;
le prescrizioni impiantistiche aggiuntive di cui al punto precedente sono anche espressamente richiamate all'articolo 1, comma 1, dell'OPCM 3745/2009 che, nel disporre l'avviamento e l'esercizio provvisorio dell'impianto, ne prevede l'installazione entro il termine delle operazioni di collaudo;
le «Integrazioni AIA», al punto D.2.1 del documento, prescrivono che, per ciascuna linea, alla data del relativo avviamento, siano operativi i sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni e la registrazione dei dati monitorati;

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l'articolo 1, comma 7, dell'OPCM 3745/2009 dispone espressamente che la Commissione di Collaudo, prima dell'avviamento dell'impianto, verifichi il corretto funzionamento e taratura del sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni al camino;
il monitoraggio eseguito dall'ARPAC è relativo alla qualità dell'aria ambiente all'esterno del sedime del termovalorizzatore, in punti distanti alcuni chilometri dall'impianto medesimo. Tale monitoraggio è rispondente alle prescrizioni dell'Allegato C del Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005 relative alla realizzazione e messa in esercizio della rete di monitoraggio della qualità dell'aria in «zona vasta». La qualità dell'aria ambiente monitorata dall'ARPAC tiene evidentemente conto degli effetti prodotti da tutte le fonti inquinanti presenti sul territorio; a riguardo si segnala che, così come espressamente evidenziato nel Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005, la qualità dell'aria ambiente nei territori circostanti l'impianto presentava già all'epoca livelli di criticità per il parametro PM 10 (polveri sottili) dovute all'esercizio di altri impianti industriali esistenti ed al traffico veicolare. Tale situazione è stata ulteriormente confermata dalle campagne di monitoraggio della qualità dell'aria eseguite, in ottemperanza al Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005, ante-operam con centraline mobili, per la durata di otto settimane ed in periodi distribuiti in modo regolare nell'arco dell'anno.

Tutto ciò premesso, si segnala quanto segue:
l'operatività dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni ai camini di ciascuna linea dell'impianto è antecedente al relativo avviamento. Tali sistemi, prima dell'avviamento, hanno conseguito la certificazione di taratura QAL1 prevista dalla norma UNI EN 14181;
l'operatività e la taratura dei sistemi di monitoraggio è stata certificata dalla Commissione di Collaudo in corso d'opera nelle «Relazioni tecniche pre-avviamento» di ciascuna linea trasmesse alla struttura del Sottosegretario in data: 11 marzo 2009 e 13 marzo 2009 per la linea 1; 30 aprile 2009 per la linea 2; 6 maggio 2009 per la linea 3;
sulla base di tali certificazioni della Commissione di Collaudo, con provvedimenti n. 64 del 17 marzo 2009, n. 105 del 2 maggio 2009 e n. 113 dell'8 maggio 2009, è stato autorizzato l'avviamento delle singole linee dell'impianto;
le implementazioni impiantistiche di monitoraggio aggiuntive prescritte dalle «Integrazioni AIA» saranno realizzate entro i termini previsti dall'Autorizzazione e comunque, ai sensi dell'OPCM 3745/2009, entro il termine delle operazioni di collaudo; a riguardo è opportuno precisare che tali implementazioni non sono richieste né dalla vigente normativa né dal Parere del Ministro dell'Ambiente del 9 febbraio 2005 ma rappresentano una ulteriore garanzia di controllo che il Sottosegretario ha inteso introdurre per il termovalorizzatore di Acerra;
il rifiuto fino ad oggi conferito e trattato al termovalorizzatore di Acerra è costituito esclusivamente dal tritovagliato prodotto dagli impianti S.T.I.R. (ex Impianti C.D.R.), oggi gestiti da Ufficiali dell'Esercito;
i superamenti dei limiti per le PM10 registrati dalle centraline ARPAC site in Acerra e S. Felice a Cancello non sono correlabili al funzionamento del termovalorizzatore di Acerra e non possono in alcun modo essere utilizzati per valutare il rispetto delle condizioni prescritte per le fasi di avviamento dell'impianto. Gli unici rilevamenti significativi in tal senso sono acquisiti e registrati dai sistemi di monitoraggio ai camini operanti sin dall'inizio

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delle attività di incenerimento di ciascuna linea del termovalorizzatore.

Sul punto è illuminante quanto si legge sul sito ufficiale dell'ARPAC laddove in merito ai livelli di concentrazione di PM10 nell'aria, si attesta inequivocabilmente che i dati registrati dalle centraline di Acerra nel periodo marzo/maggio 2009 non si discostano da quelli misurati nel corso delle campagne di monitoraggio ex ante della qualità dell'aria effettuate negli anni 2006/2007, e si precisa che alcuni dei superamenti dei limiti di PM10 riscontrati nello stesso periodo marzo/maggio 2009 sono stati registrati anche durante i periodi di fermo dell'impianto di termovalorizzazione.