CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 luglio 2009
207.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-01660 Mariani: sulle cause dell'oneroso aumento della tassa di smaltimento rifiuti nella città di Trieste.

TESTO DELLA RISPOSTA

Riguardo all'interrogazione a risposta immediata presentata dagli Onorevoli Mariani e Maran, inerente il ricorso straordinario al Capo dello Stato, proposto dalla Signora Lucia Balanzin ed altri contro il Comune di Trieste per l'annullamento della deliberazione di Giunta n. 9 del 18 gennaio 2007 con la quale è stato approvato l'aumento del 27,3 per cento, per l'anno 2007, della tariffa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, si rappresenta che il decreto di decisione, datato 23 giugno 2009 è stato già trasmesso per la firma del Signor Presidente della Repubblica ed è in corso la procedura per la notifica ai ricorrenti e all'ente resistente.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01661 Piffari: ripristino idrogeologico nei territori alpini colpiti da gravi fenomeni atmosferici.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito a quanto indicato nell'interrogazione a risposta immediata presentata dall'On. Piffari, si rappresenta che, sul territorio nazionale, gran parte dei dissesti idrogeologici che vengono a generarsi in conseguenza ad eventi meteorologici di elevata intensità sono riconducibili a situazioni note da tempo e gli interventi necessari per loro soluzione risultano in gran parte già pianificati. Purtroppo l'esiguità delle risorse disponibili non ha finora permesso la soluzione di gran parte dei problemi.
Infatti, ad oggi, grazie al lavoro svolto dalle Autorità di bacino e dalle Regioni nell'ambito della predisposizione dei Piani per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.), in cui è prevista la mappatura delle zone con diverso grado di rischio e pericolosità da frana, alluvione, valanga, è ormai stato delineato anche il quadro degli interventi e delle necessità finanziarie per la sistemazione idrogeologica del territorio nazionale.
Tale quadro mostra che il Paese è chiamato ad affrontare nel breve periodo un impegno economico sintetizzabile in oltre 10 miliardi di euro, a cui si aggiunge un impegno di oltre 30 miliardi di euro nel medio e lungo periodo.
L'analisi dei dati riportati nei P.A.I. ha consentito la quantificazione delle aree a pericolosità e rischio più elevati presenti sul territorio italiano, complessivamente stimate in circa il 9,8 per cento del territorio nazionale e coinvolgenti i territori di oltre 6.633 comuni (oltre 81 per cento dei comuni italiani).
Per coniugare l'esigenza di sviluppo economico-sociale con l'esigenza di garantire la sicurezza degli abitati, delle infrastrutture e delle persone è quindi necessario in primo luogo procedere alla realizzazione degli interventi previsti nei Piani.
Al riguardo si osserva che i fondi per la difesa del suolo erogati dall'ex Ministero dei Lavori Pubblici (dal 1991 al 2003) e dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (dal 1998 al 2008) ammontano a circa 5,6 miliardi di euro, dei quali circa 2,5 miliardi di euro nel periodo 1998-2008 per interventi urgenti.
A questi si sommano i fondi per le aree depresse e i fondi F.A.S. per la difesa del suolo (fondi in prevalenza del Ministero dell'Economia erogati mediante A.P.Q. tra M.I.S.E., M.A.T.T.M. e regioni interessate) per un ammontare di circa 1,5 miliardi di euro dal 1998 al 2008, ripartiti secondo le necessità strategiche di sviluppo regionali.
Complessivamente dal 1991 al 2008 lo Stato ha investito circa 7 miliardi di euro per il finanziamento di interventi di difesa del suolo.
Purtroppo, questa dinamica di sostegno alla spesa per la difesa del suolo, per quanto significativa, appare comunque modesta a fronte delle esigenze documentate nei P.A.I. e considerate necessarie per portare il paese fuori dall'emergenza da rischio idrogeologico.
Per contro si evidenzia che i danni prodotti dagli eventi alluvionali degli ultimi anni ammontano a diverse decine di miliardi di euro ed il confronto con l'entità delle recenti manovre finanziarie e con le risorse annualmente stanziate per la prevenzione e la messa in sicurezza è fin troppo chiaro.

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A titolo di esempio, si può osservare come, per azioni di emergenza di protezione civile, indennizzi ed opere a seguito di eventi calamitosi, nel solo bacino del Fiume Po, dal 1994 al 2005, sono stati spesi oltre 12,5 miliardi di euro, dei quali oltre 5,5 miliardi di euro per far fronte alla sola alluvione del 2000.
In sintesi si può presumibilmente stimare che il rapporto tra quanto spende lo Stato in prevenzione ed in post-evento è inferiore ad 1/10.
Si può e si deve affinare la capacità di previsione degli eventi, ma naturalmente non ci si può limitare alla gestione dell'emergenza. La prevenzione dalle calamità comporta la necessità di realizzare interventi strategici e, in qualche caso, di ripensare il territorio. La pianificazione va connessa a misure atte a compensare i vincoli ed a sollecitare anche la partecipazione di capitali privati, ad incentivi per la delocalizzazione di manufatti, a iniziative in campo agricolo e ad interventi di riforestazione compensativa nei bacini idrografici, in modo da riequilibrare i finanziamenti verso la prevenzione e l'intervento ordinario.
È doveroso ricordare che negli ultimi anni il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sulla scorta delle risorse disponibili, è stato per quanto possibile attento alle richieste formulate dagli enti locali e dalle regioni.
Ad esempio, nel corso del 2008 ha concordato con le Regioni il «Piano Strategico Nazionale e di intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico di cui all'articolo 2, comma 321, della legge 24 dicembre 2007 (Legge Finanziaria 2008)» nel quale sono confluiti gli interventi più urgenti e prioritari per fronteggiare situazioni di rischio idrogeologico, allo scopo indicati dalle regioni.
Altre risorse sono state destinate nel corso del 2008 direttamente agli Enti locali, per mezzo del «Programma di interventi urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico Annualità 2008», emesso a seguito di specifiche richieste di finanziamento inoltrate dagli enti locali direttamente al Ministero.
Si rappresenta infine che, con riferimento ai comuni citati nell'interrogazione, al momento non risulta pervenuta presso questo Ministero alcuna richiesta di finanziamento ad eccezione di quanto prodotto nel 2007 dal comune di Gandellino, relativamente ai lavori di «Difesa dell'abitato di Tezzi con opere di drenaggio dei versanti in frana». Tale opera, anche grazie ad analoga richiesta operata dalla regione Lombardia, fu interamente finanziata per un importo complessivo pari ad Euro 3.100.000,00.
Da parte sua, la Regione Lombardia ha fatto presente che nel periodo invernale, in particolare dai primi giorni di febbraio alla prima decade di marzo, il territorio bergamasco è stato interessato da numerosi dissesti aventi causa nelle abbondanti nevicate in quota, che hanno attivato fenomeni di valanga o distacchi di materiali.
Le zone più colpite sono state l'alta valle Seriana e l'alta valle Brembana e il quadro complessivo delle segnalazioni pervenute alla Regione Lombardia, verificate sul posto da tecnici della Sede Territoriale di Bergamo, con importi in fase di validazione da parte della stessa Sede, sulla base di documentazioni in corso di trasmissione da parte dei comuni, porta a valori pari a:
euro 2.918.305,21 per danni alle infrastrutture;
euro 9.384.574,25 per danni al territorio;
euro 61.400 per danni ai privati, per complessivi 12.364.279,46 euro.

La Regione si è immediatamente attivata con interventi di somma urgenza (n. 10) per complessivi euro 475.500, al fine di garantire sicurezza al territorio, ripristinare collegamenti stradali indispensabili e mettere in sicurezza i nuclei abitati più esposti.
Lo stato di calamità promulgato con OPCM del 7 maggio 2009 n. 3765 non ha stanziato ancora fondi specifici.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01662 Stradella: lavori urgenti di regimazione del Rio Loreto ad Alessandria e ristoro dei danni conseguenti il suo recente straripamento.

TESTO DELLA RISPOSTA

Per quanto indicato nell'interrogazione a risposta immediata presentata dagli On.li Ghiglia e Stradella dove, anteponendo 1'esondazione del Rio Loreto, si chiede l'urgente avvio dei lavori per la regimazione dello stesso e per il ristoro dei danni causati, si rappresenta quanto segue.
In considerazione della complessità del tema, connessa anche alla mancata demolizione del ponte della Cittadella, e considerati i cospicui interventi realizzati nel periodo 1994-2000, nel settembre 2008 l'AIPO ha costituito al proprio interno un gruppo di lavoro avente lo scopo di individuare le condizioni di criticità residue e di formulare proposte di interventi di riassetto integrativi e complementari.
Nell'aprile 2009 è stata completata la prima fase dell'attività, che individua i principali interventi ancora necessari, consistenti prevalentemente nell'adeguamento in quota e nel completamento del sistema arginale interessante il fiume Tanaro nel tratto urbano, nella chiusura dei varchi esistenti in corrispondenza del Rio Loreto e della Tangenziale Sud e nel completamento degli argini in sinistra Bormida.
Nello specifico, relativamente alla chiusura dal sistema arginale in corrispondenza del Rio Loreto, intervento urgente sia in quanto oggetto della prima fase di programmazione, sia in ragione delle ricorrenze d'allagamento, viene evidenziata la necessità di realizzazione di argini di rigurgito fino alla quota della strada provinciale Alessandria-Valenza e la contestuale realizzazione di una chiavica, con vasca di accumulo per l'eventuale pompaggio delle acque di piena dello stesso torrente, tramite impianto di sollevamento da dimensionare opportunamente.
Infatti, la realizzazione della sola chiavica, comunque necessaria, non risolverebbe i problemi di allagamento lamentati in presenza di concomitanti livelli di piena, che si venissero ad instaurare su entrambi i corsi d'acqua, Rio Loreto e Tanaro.
Pertanto, con nota in data 8 giugno 2009 il Direttore dell'Agenzia Interregionale per il Po ha formulato alla Regione Piemonte la proposta per lo spostamento di parte delle risorse del PS45, annualità 1999-2000, attualmente nella disponibilità dell'AIPO, al fine di poter soddisfare l'intero fabbisogno finanziario necessario per realizzare un primo lotto urgente di opere sul nodo idraulico in questione.
Nello specifico, l'Agenzia propone la realizzazione di opere idrauliche in corrispondenza del Rio Loreto volte, alla chiusura del sistema arginale con argini di rigurgito fino alla quota della provinciale Alessandria-Valenza e la realizzazione di una chiavica con vasca di accumulo: quest'ultima in previsione di un secondo lotto di lavori concernenti un impianto di sollevamento per il pompaggio delle acque di piena.
I lavori del primo lotto in argomento sono quantificati in euro 2.600.000,00, dei quali euro 1.000.0000,00 già assegnati all'AIPO nell'ambito del programma PS45, approvato dall'Autorità di Bacino del fiume Po con deliberazione di Comitato Istituzionale n. 9 del 10 maggio 1995, e finalizzati alla realizzazione dei lavori di

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«Chiusura finestre mediante realizzazione di una chiavica nell'argine maestro del fiume Tanaro in comune di Alessandria».
La copertura economica della residua somma di euro 1.600.000,00, si propone venga reperita attingendo dalle risorse attualmente assegnate nell'ambito del programma PS45, anno 1999-2000, per l'intervento «Lavori di adeguamento dei rilevati arginali in corrispondenza del nodo idraulico, Bormida-Orba dal ponte autostradale A14 al ponte ferroviario sul fiume Bormida, e sino all'abitato di Casal Cermelli», dell'ammontare complessivo di euro 7.965.000,00, al momento non ancora progettato.
Tutto ciò premesso, considerato che le opere proposte dall'AIPO rivestono carattere di urgenza e visti anche gli effetti prodotti nell'area in argomento dall'ultima piena del fiume Tanaro, la Regione Piemonte, con nota in data 17 giugno 2009, ha chiesto alla Autorità di Bacino del fiume Po di autorizzare l'utilizzo della somma di euro 1.600.000,00, attualmente programmata per parte delle opere sul nodo Orba-Bormida, per la realizzazione degli interventi riguardanti il nodo idraulico rio Loreto-fiume Tanaro.
Al riguardo, l'Autorità di Bacino si è prontamente attivata sottoponendo l'argomento al proprio Comitato Tecnico, che ha espresso parere favorevole nella seduta del 14 luglio 2009.
In conseguenza di ciò, ai fini della approvazione definitiva della proposta, è presumibile che l'Autorità di bacino del fiume Po sottoponga l'argomento, sotto forma di richiesta di deliberazione, in un prossimo Comitato Istituzionale.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-01663 Guido Dussin: procedimento autorizzativo per la realizzazione di una centrale nel comune di Villa di Serio.

TESTO DELLA RISPOSTA

Per quanto indicato nell'interrogazione a risposta immediata presentata dagli On.li Dussin e Lussana, si rappresenta che, con decreto dell'11 dicembre 2003, è stata espressa pronuncia favorevole di compatibilità ambientale per la realizzazione di un ripotenziamento dell'impianto di produzione di energia elettrica a ciclo combinato in Comune di Villa di Serio (Bergamo) e delle relative opere connesse, tra le quali il metanodotto di collegamento alla rete gas.
In sede di Conferenza dei Servizi del 22 gennaio 2007, convocata ai sensi dell'ex articolo 1 della L. 55/2002 dal Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di concludere il procedimento autorizzativo della Centrale di Villa di Serio, si è evidenziata, sulla base di una specifica richiesta da parte degli Enti Locali, la necessità di proporre una modifica del tracciato del metanodotto già valutato positivamente, come opera connessa, con il decreto VIA summenzionato.
In conseguenza di quanto sopra, con istanza del 26 luglio 2007, la Società Italgen S.r.l. ha presentato istanza di pronuncia di compatibilità ambientale per una variante del metanodotto, che si sviluppa in provincia di Bergamo e comporta un incremento di 2,805 km rispetto al tracciato originario.
Con decreto DSA-DEC-2009-0000585 del 15 giugno 2009, a fronte del parere favorevole con prescrizioni n. 173 del 4 dicembre 2008 della Commissione Tecnica di verifica dell'impatto ambientale, nonché dei pareri favorevoli con prescrizioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 30 gennaio 2009 e della Regione Lombardia del 12 novembre 2008, è stato espresso giudizio favorevole di compatibilità ambientale.
In merito a quanto sostenuto nell'interrogazione, dal Verbale della Conferenza dei Servizi del 22 gennaio 2007 non risulta che il Ministero dell'ambiente si sia espresso nel senso di rilevare la necessità di «presentare un progetto alternativo organico dell'intero tracciato».
Infatti, nel Verbale della Conferenza dei Servizi, trasmesso dal Ministero dello Sviluppo Economico in data 5 febbraio 2007, si può leggere che la Direzione Salvaguardia Ambientale: «Sottolinea, inoltre come il nuovo progetto da approvare debba necessariamente riattivare la procedura di VIA, pertanto l'accordo condiviso sul tracciato deve precedere l'elaborazione del progetto preliminare. Invita la Società ad attivarsi per trovare un accordo con i Comuni, la Provincia e quindi la Regione, la quale ha più volte richiesto l'assenso di tutti gli enti locali interessati dall'iniziativa; una volta definito il tracciato, e quindi l'elenco dei Comuni attraversati dal metanodotto, la Società dovrà presentare istanza di variante al progetto originario. Tale atto, formalizzando la rinuncia da parte della Società dell'ipotesi progettuale originaria, attiverà un nuovo procedimento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
Appare evidente che la richiesta di formalizzazione della rinuncia da parte della Società dell'ipotesi progettuale originaria, si riferisce alla parte del progetto relativa al tratto sostituito dalla variante e non al progetto complessivo.

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Infatti, se è pur vero che l'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 1988 n. 377 prevede che la VIA si applica anche «agli interventi su opere esistenti rientranti nelle categorie di cui al comma 1 qualora da tali interventi derivi un'opera con caratteristiche sostanzialmente differenti dalla precedente», non può certo sostenersi nella fattispecie, né esistono precedenti al riguardo, che una variante di meno di tre chilometri del tracciato del metanodotto alla centrale possa far configurare il ripotenziamento della centrale di Villa di Serio e le relative opere connesse come un'opera «sostanzialmente differente» da quella che ottenne parere favorevole in data 11 dicembre 2003.
Riguardando l'istanza di VIA solo una limitata variante al metanodotto di collegamento alla centrale non si comprende perché, a detta dell'interrogante, l'avviso al pubblico, non contenendo una descrizione del progetto unitario composto dal potenziamento della centrale termoelettrica di Villa di Serio e di tutte le opere connesse tra cui il «nuovo metanodotto», sarebbe difforme da quanto previsto dall'articolo 5, comma 1, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 1988, n. 377.
In merito al fatto che non sarebbero state prese in considerazione dalla Commissione Tecnica VIA-VAS le osservazioni trasmesse dall'Avvocato Marco Savoldi e relative al transito del gasdotto in località Valbona in Comune di Scanzorosciate e alla gravi problematiche geologiche e idrogeologiche ivi evidenziate con delibera 18169/2004 della Regione Lombardia, occorre chiarire che queste sono state trasmesse in data 28.11.2008, ossia successivamente alla data di approvazione del parere sul progetto da parte della Commissione Tecnica VIA-VAS (4 novembre 2008).
Vale la pena comunque rappresentare che la prescrizione n. 3 del DSA-DEC-2009-0000585 del 15 giugno 2009 prevede indagini geologiche, geotecniche ed idrogeologiche di dettaglio anche nel Comune di Scanzorosciate, in un tratto ai margini di «Aree che non consentono trasformazioni territoriali a causa di gravi situazioni dovute alla presenza di ambiti a forte rischio idrogeologico (frane/esondazioni) o ad elevato rischio valanghivo».

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ALLEGATO 5

Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (C. 2602 Cirielli ed emendamenti).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La VIII Commissione,
esaminata la proposta di legge n. 2602, recante «Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali»;

esprime

sul testo del provvedimento:

PARERE FAVOREVOLE

sull'emendamento 1.1 Evangelisti:

PARERE CONTRARIO

sui restanti emendamenti ed articoli aggiuntivi:

NULLA OSTA