CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 luglio 2009
200.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00797 Ghizzoni: Sullo stato di attuazione di alcuni programmi nazionali per l'istruzione e sulle risorse del FAS.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Quadro Strategico Nazionale nel riconoscere il settore dell'istruzione come un servizio pubblico essenziale per lo sviluppo del mezzogiorno ha assegnato all'istruzione nelle regioni dell'obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) risorse comunitarie pari a circa il 5 per cento del totale delle risorse aggiuntive programmate per il 2007-2013. Al Programma Nazionale sull'Istruzione per le regioni dell'obiettivo Convergenza sono stati attribuiti circa 2 miliardi di euro e altri 600 milioni di euro sono confluiti nei Programmi Operativi Regionali (POR). Rispetto a precedenti interventi delle politiche di sviluppo a favore della scuola, la Programmazione Nazionale sull'Istruzione 2007-2013 affidata al Ministero dell'istruzione è più ambiziosa e, in ragione della sua dimensione finanziaria, è più chiaramente orientata al raggiungimento dei seguenti risultati:
conseguimento di più elevate e più diffuse competenze e capacità di apprendimento continuo, rafforzando e integrando la strategia nazionale ordinaria per la scuola, con interventi a favore dell'incremento delle competenze studenti e della capacità di insegnamento;
riduzione della dispersione scolastica, dando alla scuola maggiore attrattività e potenziando il suo ruolo di motore per l'inclusione sociale, e per il contrasto all'illegalità, e la sua capacità di servire il territorio; ciò capitalizzando sia sull'esperienza passata del Programma Operativo Nazionale Scuola 2000-2006 e sia con un più forte collegamento con il territorio e gli attori che in esso operano;
messa a punto di strumenti a sostegno degli obiettivi precedenti e del miglioramento a regime della qualità del servizio scolastico e di istruzione in generale (valutazione, certificazione, eccetera).

Per alcuni di questi obiettivi, considerati obiettivi di servizio - che contribuiscono direttamente al percorso di avvicinamento dei traguardi su istruzione e formazione condivisi in sede europea nell'ambito della Strategia di Lisbona - si è ritenuto opportuno fissare degli indicatori con target vincolanti allo scopo di dare centralità al raggiungimento di risultati visibili nel settore di intervento considerato e di mobilitare gli attori coinvolti.
La percentuale di giovani (nella classe d'età 18-24) con titolo di studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore e che non partecipa ad ulteriore istruzione o formazione e la percentuale di studenti quindicenni con competenze inferiori al primo livello, saranno oggetto di monitoraggio nel corso degli anni. Per entrambi sono stati fissati valori target da raggiungere entro la fine del periodo di programmazione, al cui conseguimento è collegato un meccanismo di incentivazione che comprende anche un premio finanziario per le Amministrazioni regionali e il Ministero della pubblica istruzione.
In base a quanto previsto nel Quadro Strategico Nazionale, il Ministero ha elaborato e proposto due programmi operativi:

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«Competenze per lo Sviluppo» a valere sul Fondo Sociale Europeo e «Ambienti per l'Apprendimento». Essi sono stati approvati dall'Unione Europea con le decisioni del 7 agosto 2007 e 7 novembre 2007.
Il Programma Operativo Nazionale «Competenze per lo Sviluppo» è finanziato con le risorse del Fondo Sociale Europeo per un importo pari ad euro 1.485.929.492,00, il Programma Operativo Nazionale «Ambienti per l'apprendimento» è finanziato con le risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per un importo pari a euro 495.309.830,00. Ovviamente gli importi programmati sono ripartiti nei sette anni di programmazione; il completamento della spesa è previsto per il 31 dicembre 2015.
Gli obiettivi prioritari di questi programmi consistono nel miglioramento delle competenze di base degli studenti e nella riduzione della dispersione scolastica agendo da un lato attraverso azioni formative rivolte agli studenti, agli insegnanti e per gli adulti e dall'altro attraverso investimenti infrastrutturali per migliorare la qualità e l'adeguatezza degli edifici scolastici e delle attrezzature didattiche e tecnologiche.
L'efficacia ditali obiettivi sarà misurata sulla base dei seguenti indicatori (scelti fra i benchmark definiti per il sistema istruzione dal Consiglio dei Ministri europei):
riducendo la percentuale dei giovani che abbandonano prematuramente gli studi dall'attuale 26 per cento al 10 per cento;
riducendo la percentuale degli studenti di 15 anni con scarse competenze in lettura dall'attuale 35 per cento al 20 per cento;
riducendo la percentuale degli studenti di 15 anni con scarse competenze in matematica dall'attuale 48 per cento al 21 per cento.

Gli ultimi due indicatori saranno rilevati attraverso le prove internazionali predisposte in base al progetto OCSE-PISA cui partecipa il nostro Paese. Le prossime prove saranno tenute nell'aprile 2009.
I due programmi sono stati avviati regolarmente a decorrere dall'anno scolastico 2007/2008. Molte delle attività avviate sono state concluse entro l'anno scolastico, altre sono ancora in corso. Entro il 31 dicembre 2008 sono state autorizzate le iniziative relative all'anno 2008/2009 finanziate dal Fondo Sociale Europeo; la loro conclusione è prevista entro il 31 dicembre 2009.
Per quanto riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e iniziative previste ed in corso di realizzazione sono articolate in due diverse modalità: piani integrati di istituto proposti dalle singole scuole ed iniziative nazionali per lo più finalizzate alla formazione dei docenti ovvero iniziative di istruzione «on line» anche per gli studenti.
Le risorse programmate nei programmi operativi nazionali e i relativi impegni al 31 dicembre 2008 sono i seguenti:
PON «Competenze per lo Sviluppo» - importo programmato Fondo Sociale Europeo euro 1.485.929.492,00, risorse impegnate al 31 dicembre 2008 euro 511.621.960,14 e cioè il 34,43 per cento;
PON «Ambienti per l'apprendimento» Fondo Europeo di Sviluppo regionale importo programmato euro 495.309.830,00, risorse impegnate al 31 dicembre 2008 euro 88.104.602,13 e cioè il 17,79 per cento.

In conclusione si sottolinea che i programmi nazionali sopramenzionati sono in fase di avanzata attuazione e che rimangono confermate le finalità e gli obiettivi previsti in quanto ritenuti attuali e cogenti per il miglioramento del sistema scolastico nelle aree territoriali prese in considerazione.
Per quanto riguarda il fondo per le aree sotto utilizzate si ricorda che il Quadro Strategico Nazionale prevedeva anche un piano di intervento finanziato dal suddetto Fondo per le aree sotto utilizzate destinato al settore dell'istruzione per le otto regioni del mezzogiorno. L'importo

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previsto ammontava a 1.593 milioni di euro per il periodo 2007/2015, gli obiettivi definiti erano corrispondenti a quelli definiti per i fondi strutturali europei.
Attesa tuttavia la necessità di creare un fondo per il finanziamento di interventi finalizzati al potenziamento della rete infrastrutturale di livello nazionale, che è ritenuta essenziale per lo sviluppo economico del Paese, l'articolo 6-quinquies del decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito con modificazioni nella legge 6 agosto 2008 n. 133, ha previsto una rivisitazione del Quadro Strategico Nazionale. Nell'ambito di tale revisione è previsto un riallocamento delle risorse del fondo per le aree sotto utilizzate in funzione della creazione di tale fondo, ivi comprese le risorse a suo tempo destinate al Ministero. Attualmente si sta realizzando una fase di concertazione con le regioni al fine di definire unitariamemte la più opportuna riallocazione delle risorse che contemperi sia le esigenze legate agli investimenti infrastrutturali sia la necessità di mantenere un quadro di risorse per il conseguimento degli obiettivi di servizio fissati dal Quadro Strategico Nazionale e finalizzati anche al Ministero dell'istruzione.

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ALLEGATO 2

5-01147 Capitanio Santolini: Misure volte a soddisfare la domanda di tempo pieno o prolungato delle famiglie alla scuola primaria.

TESTO DELLA RISPOSTA

Sulla questione riguardante il tempo scuola nell'istruzione primaria si è più volte riferito in questa sede.
Con riguardo alle richieste dell'onorevole interrogante di assicurare un'offerta formativa rispondente alle esigenze delle famiglie e degli allievi per tale segmento educativo, ribadisco che la scelta del Governo, definita dalla legge 169 del 2008, dal piano programmatico applicativo dell'articolo 64 della legge 133 del 2008 e dal regolamento concernente la «Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione», in corso di pubblicazione, ha dato la possibilità alle famiglie di avere una ulteriore possibilità di opzione.
Infatti all'atto delle iscrizioni alla prima classe della scuola primaria per l'anno scolastico 2009-2010 sono state offerte alle famiglie opzioni relative ai seguenti modelli orari settimanali di tempo normale a: 24, 27, sino a 30 nei limiti dell'organico disponibile.
È importante precisare che nelle classi prime, a prescindere degli orari prescelti, il modello didattico è comunque quello del maestro unico/prevalente, a seconda dei casi affiancato da insegnanti di religione cattolica e di inglese in possesso dei relativi titoli o requisiti. Ciò in quanto il modello dell'insegnante unico/prevalente appare, rispetto a quello basato sul modulo, più funzionale all'innalzamento degli obiettivi di apprendimento, con particolare riguardo ai saperi di base; inoltre favorisce l'unitarietà dell'insegnamento soprattutto nelle classi iniziali costituisce un elemento di rafforzamento del rapporto educativo tra docente ed alunno, amplifica e consolida le relazioni tra scuola e famiglia. Ne consegue che dal punto di vista pedagogico e didattico l'insegnante unico prevalente potenzia l'offerta formativa.
Nelle classi prime a «tempo pieno» a 40 ore, è stato altresì confermato il modello con due maestri «eventualmente coadiuvati da insegnanti di religione cattolica e di inglese in possesso dei relativi titoli o requisiti».
Per quanto concerne il tempo pieno, il Governo ha inteso confermare la positiva valutazione della sua efficacia e ha altresì previsto non solo la conferma, per il prossimo anno scolastico, del numero di posti attivati per l'anno scolastico 2008-2009, ma l'attivazione «di piani pluriennali sulla base di intese con le rappresentanze dei comuni, precedute da un accordo quadro con le autonomie locali in sede di Conferenza Unificata» volti «al potenziamento quantitativo e qualitativo del servizio del tempo pieno sul territorio».
Con riguardo agli organici, come precisato da ultimo nella circolare ministeriale n. 63 del 6 luglio 2009, la dotazione organica della scuola primaria per l'anno scolastico 2009-2010 è stata complessivamente determinata in ragione di 27 ore per ciascuna delle classi prime, di 30 ore per ciascuna delle classi successive alla prima e in 44 ore per le classi a tempo pieno. L'esigenza di effettuare un calcolo delle risorse di istituto il più possibile puntuale e preciso, ha comportato l'istituzione, per la prima volta, nella scuola

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primaria, di «spezzoni orario» il computo dei quali, debitamente rapportato a posti interi di 22 ore ciascuno, deve rientrare nel calcolo della complessiva dotazione organica assegnata con il decreto interministeriale relativo all'a.s. 2009/10.
Preciso che le economie derivanti dalla scelta da parte delle famiglie del modello orario di 24 ore settimanali nelle classi prime o dalla mancata effettuazione dell'intero orario da parte del docente della classe, per effetto dell'impiego del docente di religione e/o del docente specialista di lingua inglese, nonché da eventuali risorse di organico disponibili a livello regionale, concorrono prioritariamente ad assicurare il tempo mensa alle classi organizzate con rientri pomeridiani e, in subordine, a programmare e organizzare le attività educative e didattiche in base al piano dell'offerta formativa.
Le quattro ore residuate dalle 44 ore settimanali per classe, comunque disponibili nell'organico di istituto, potranno essere utilizzate per l'ampliamento del tempo pieno sulla base delle richieste delle famiglie, nonché per la realizzazione di altre attività volte a potenziare l'offerta formativa (compreso il tempo mensa per le classi che attualmente praticano i rientri pomeridiani).
Il totale dei posti e delle ore derivanti dall'applicazione delle disposizioni vigenti, unitamente ai posti e alle ore destinati all'integrazione degli alunni disabili, costituisce la dotazione organica di istituto; l'istituzione scolastica, nell'esercizio dell'autonomia didattica ed organizzativa (decreto del Presidente della Repubblica n. 275/99), articola il tempo scuola in modo flessibile, individuando le soluzioni più idonee per il migliore impiego delle risorse disponibili.
Grazie a questi provvedimenti, quindi, saranno riconfermate le 34 mila classi che lo scorso anno hanno usufruito del modello orario di 40 ore, e a queste si aggiungeranno 2500 classi prime in più.
Le prime classi di scuola primaria che l'anno prossimo faranno il tempo pieno saranno, quindi, il 20 per cento in più di quest'anno.
Per quanto riguarda il tempo normale, le risorse di organico disponibili consentiranno di accogliere, la maggior parte delle richieste delle famiglie, ivi comprese quelle relative al modello sino a 30 ore.
Le classi successive alla prima continuano a funzionare, dall'anno scolastico 2009-2010 e fino alla conclusione del ciclo quinquennale, secondo i modelli orario in atto - 27 e 30 ore - e nei limiti dell'organico assegnato per l'anno scolastico in corso.
Anche in questo caso gli insegnamenti di religione cattolica e di lingua inglese potranno essere svolti da altri docenti che abbiano i titoli o i requisiti ove i docenti della classe non siano in possesso degli stessi. Quindi quasi sempre sarà possibile venire incontro alle richieste delle famiglie per un tempo più disteso.

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ALLEGATO 3

5-01374 Zazzera: Questioni relative all'Agenzia spaziale italiana (ASI).

TESTO DELLA RISPOSTA

La decisione di nominare un Commissario straordinario e un sub Commissario per l'Agenzia spaziale italiana, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, della legge n. 165 del 2007 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o agosto 2008), si è resa necessaria in quanto, il 5 luglio 2008, sei componenti su sette del Consiglio di amministrazione dell'ente, hanno rassegnato le proprie dimissioni.
Il Governo ha ritenuto, pertanto, di attivare la procedura di commissariamento ai sensi della citata legge n. 165 «nel caso di comprovata difficoltà di funzionamento, il Governo può procedere al commissariamento degli enti [di ricerca] attraverso decreti sottoposti al parere delle Commissioni parlamentari competenti».
Le circostanze, evidentemente, imponevano al Governo l'adozione di un provvedimento di maggiore incisività, anche nella prospettiva dei futuri impegni istituzionali che attendevano l'Agenzia, quali la Conferenza Ministeriale ESA, presieduta dall'Italia, e la definizione del Piano Aerospaziale 2009-2011.
Il ricorso, proposto al TAR del Lazio dal professor Bignami, presidente dell'ASI prima del commissariamento, la cui procedura è iniziata su proposta del Ministro Gelmini in data 15 luglio 2008, precedendo la delibera del Consiglio dei ministri del 18 luglio 2008, è stato respinto con sentenza del 9 gennaio 2009.
Dalla sentenza medesima risulta che «La norma di cui l'Amministrazione ha fatto applicazione non pone limiti tassativi al suo ambito di operatività, rimettendo all'Autorità governativa il giudizio sull'inveramento di circostanze in concreto determinanti malfunzionamento dell'Ente e conseguente necessità di commissariamento... La valutazione è stata non illogicamente e quindi legittimamente operata dall'Amministrazione...».
In merito alla nomina del commissario dell'ASI ingegner Saggese, si evidenzia che non esiste rapporto tra Finmeccanica ed il medesimo perché quest'ultimo è in quiescenza, e, pertanto, non sussiste alcun conflitto di interessi.
Il nuovo staff di Presidenza e le strutture dell'Ente rispondono del loro operato direttamente al Commissario straordinario.
L'ASI ha già dimostrato, nell'ambito della Conferenza ministeriale dell'ESA svoltasi a l'Aja, di operare in pieno successo: il Direttore Generale dell'ESA Jean Jacques Dordain, ha avuto modo di esprimere i suoi ringraziamenti al Ministro Gelmini per il contributo dato dall'Italia al successo della Conferenza stessa, presieduta dallo stesso Ministro.
Quest'ultimo è solo uno degli eventi tenutosi l'anno scorso, dove l'Italia con l'ASI, ha sostenuto ruoli importanti uscendone rinforzata nell'immagine a livello europeo.
Riguardo il professor Piero Benvenuti, si fa presente che:
è stato Commissario straordinario dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e, successivamente, suo presidente per la durata di tre anni;
il comunicato del sindacato USI/RdB-Ricerca del 26 giugno 2006, come riferito dall'onorevole interrogante, riporta alcune informazioni sulla carriera professionale

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del professor Benvenuti, allora Presidente INAF, nel momento della conclusione dell'accordo con le OO.SS. riguardante le Tabelle di equiparazione tra le posizioni tecnico-amministrative del personale degli ex Osservatori Astronomici (CCNL Università) e quello degli Istituti ex-CNR (CCNL Ricerca). L'accordo venne poi firmato da 4 organizzazioni sindacali su 5 (CGIL-CISL-UIL e ANPRI), con l'eccezione proprio di USI/RdB;
dal clima della trattativa e dalla posizione estrema di USI/RdB discende il tono aggressivo e genericamente denigratorio del comunicato che dovrebbe, eventualmente, essere confrontato con le espressioni di apprezzamento sull'operato del Presidente stesso, da parte della maggioranza delle rappresentanze;
durante il Commissariamento-Presidenza Benvenuti il bilancio annuale in entrata dell'INAF è costantemente aumentato grazie alle azioni dallo stesso intraprese;
la valutazione CIVR ha collocato l'INAF al primo posto tra gli Enti di Ricerca sia in area Fisica che in area Spaziale;
la gestione dei grandi progetti dell'INAF (LBT - Large Binocular Telescope, SRT - Sardinia Radio Telescope, VST - VLT Survey Telescope) è stata migliorata, risolvendo alcune criticità accumulatesi nei periodi precedenti. In particolare la gestione di SRT (Sardinia Radio Telescope) è stata assegnata ad un gruppo di ricercatori e tecnici facenti capo al Prof. Nicolò D'amico (Università di Cagliari e Direttore dell'Osservatorio Astronomico di Cagliari), vincitore dell'edizione 2005 del Premio Internazionale Descartes per le sue ricerche radioastronomiche sulle stelle pulsar;
riguardo la gestione delle questioni sindacali e dei rapporti con il personale, il prof. Benvenuti ha dedicato la massima attenzione alla risoluzione del problema, oggettivamente complesso e difficile, del passaggio del personale dal comparto Università al comparto Ricerca (come richiesto dal decreto legislativo n. 128 di riordino dell'INAF), riuscendo a siglare l'accordo sulle Tabelle di equiparazione con 4 OO.SS. (CGIL-CISL-UIL e ANPRI) con la sola opposizione dell'USI/RdB che pretendeva soluzioni di passaggio improponibili e che, comunque, non avrebbero ottenuto l'approvazione da parte della Funzione Pubblica e del Ministero vigilante;
in merito alle critiche dei professori Hack e Pacini, le stesse vanno lette nell'ottica della dialettica politica: l'autorevolezza degli scienziati è limitata all'ambito scientifico, non certo in quello gestionale, ambito nel quale il Prof. Benvenuti può vantare nel suo curriculum la gestione pluriennale di importanti progetti spaziali internazionali per conto dell'Agenzia Spaziale Europea (IUE-Madrid 1977-1984, Hubble Space Telescope-Monaco di Baviera 1984-2003);
per quanto riguarda la richiesta del sindacato di dimissioni immediate, questa è da inquadrare nella citata problematica sindacale: l'avvicinarsi dell'accordo con le altre OO.SS., infatti, stava isolando l'USI/RdB che cercava quindi, in tutti i modi, di denigrare l'operato del Presidente.

Circa la nomina di sub commissario, le motivazioni sono chiaramente indicate nel relativo provvedimento (competenza scientifica e gestionale nel campo dell'Astrofisica Spaziale, come risulta dal CV, e continuità di gestione).
L'interrogante esprime delle riserve sulla possibilità che l'Asi si trovi di fatto a ricoprire il ruolo di succursale del gruppo Finmeccanica e questo non corrisponde assolutamente al vero: Finmeccanica occupa, nei confronti delle scelte dell'ASI, una posizione di assoluta neutralità, in quanto non coinvolta nella scelta dei programmi, ma destinataria della realizzazione degli stessi, con la sua tecnologia e le sue maestranze il cui alto livello è ampiamente riconosciuto.
Riguardo al personale, ritenuto privo di organizzazione ed esautorato nelle sue funzioni dallo staff di Presidenza, non

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risultano segnalazioni di disfunzioni tra il personale e lo staff medesimo, problematiche che, comunque, rientrano nell'autonomia dell'Ente; è anche evidente che il commissariamento comporta una fase transitoria, caratterizzata dal necessario decentramento dei poteri di gestione in capo al Commissario ed al suo staff.
Posso affermare che l'Agenzia spaziale italiana è assolutamente competitiva a livelli europei, e ne sono la dimostrazione i risultati oggettivi raggiunti, valutati positivamente sia dal Governo che dall'opposizione: lo stesso Ministro, il 4 marzo scorso, in visita alla sede ESA/ESRIN di Frascati, ha ricordato i programmi di punta approvati nel summit dell'Aja, e, tra gli altri, il potenziamento della stazione spaziale internazionale, il lanciatore Vega, progettato e costruito in Italia, che andrà presto in orbita.

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ALLEGATO 4

5-01488 Marchignoli: Sulla soppressione delle classi quarte della scuola superiore statale di Medicina (BO).

TESTO DELLA RISPOSTA

I criteri e i parametri per la formazione delle classi sono ora definiti dal regolamento sul dimensionamento della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, adottato con decreto del Presidente della Repubblica del 20 marzo 2009, n. 81 ai sensi dell'articolo 64, comma 4 del decreto legge n. 112 del 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008 e che sostituisce integralmente il decreto ministeriale n. 331 del 1998 e successive modifiche e integrazioni.
Per il solo anno scolastico 2009-2010 restano confermati i limiti massimi di alunni per classe previsti dal predetto decreto n. 331 per le istituzioni scolastiche individuate in un apposito piano generale di riqualificazione dell'edilizia scolastica adottato dal Ministero d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze.
Per quanto riguarda in particolare le classi intermedie degli istituti di istruzione secondaria superiore detto regolamento precisa che le medesime classi sono costituite in numero pari a quello delle classi di provenienza degli alunni, purché il numero medio di alunni per classe non sia inferiore a 22; diversamente si procede secondo i criteri previsti dall'articolo 16 del regolamento medesimo che detta norme per la formazione delle classi iniziali degli istituti e scuole d'istruzione secondaria superiore.
Con riguardo alla classe quarta della sede coordinata dell'istituto d'istruzione superiore «Giordano Bruno» di Budrio, il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale di Bologna ha riferito che in occasione dell'elaborazione dell'organico di diritto per il prossimo anno scolastico per il liceo scientifico, sezione associata dell'istituto di istruzione superiore «G. Bruno» di Budrio con sede nel comune di Medicina, è stata proposta la costituzione di una classe IV composta da 11 alunni. La medesima proposta è stata avanzata anche per l'istituto professionale commerciale, sezione associata dell'istituto di istruzione superiore «G. Bruno» con sede nel comune di Medicina.
Considerato il notevole scostamento del numero degli alunni rispetto ai parametri previsti dal regolamento le proposte suddette non hanno potuto trovare accoglimento, anche in considerazione della possibilità di accoglienza degli alunni rispettivamente presso il liceo scientifico dello stesso istituto con sede a Budrio e presso la sede coordinata del comune di Molinella del medesimo istituto professionale commerciale.

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ALLEGATO 5

5-01540 Ciocchetti: Provvedimenti a tutela del diritto allo studio.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il problema segnalato nell'atto in discussione, riguardante la situazione finanziaria delle scuole del Lazio, è analogo a quello delle istituzioni scolastiche di altre regioni del territorio nazionale. Sull'argomento si è già avuto occasione di riferire in questa stessa sede, pertanto confermo quanto già comunicato in risposta ad interrogazioni di analogo contenuto.
Come già fatto presente nelle precedenti occasioni, le misure di contenimento della spesa introdotte dalle leggi finanziarie degli anni pregressi hanno comportato, analogamente a quanto avvenuto anche in altri settori pubblici, una riduzione delle risorse finanziarie destinate alle scuole determinando le note difficoltà finanziarie.
Di questa situazione era consapevole il precedente Governo il quale ha peraltro assunto provvedimenti che non hanno affatto migliorato il quadro finanziario delle istituzioni scolastiche.
Ricordo, a titolo esemplificativo, la misura introdotta dall'articolo 2, comma 5, del decreto-legge n. 147 del 2007, che ha sì posto a carico del bilancio del Ministero gli oneri relativi alle retribuzioni del personale della scuola nominato in sostituzione del personale assente per maternità ma, a tal fine, ha contestualmente ridotto il tetto massimo di spesa per le supplenze brevi precedentemente fissato dalla legge finanziaria del 2005.
Ricordo anche il consistente aumento di spesa verificatosi per l'attuazione delle nuove norme introdotte dalla legge n. 1 del 2007 per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore.
Aggiungo poi che, per l'anno 2008, la situazione finanziaria delle scuole ha registrato una forte sofferenza per l'applicazione della cosiddetta clausola di salvaguardia contenuta nella legge finanziaria del 2007. Come è noto, la stessa legge aveva previsto misure di razionalizzazione del personale della scuola la cui mancata attuazione ha comportato il taglio di 560 milioni di euro degli stanziamenti relativi alle spese di funzionamento delle scuole statali, determinando così un impoverimento del servizio scolastico.
Per l'anno 2008, la suddetta riduzione di 560 milioni di euro è stata solo in parte compensata mediante l'intervento di recupero di circa 153 milioni di euro, disponibili sulle contabilità speciali riferite all'amministrazione scolastica, effettuato con il decreto ministeriale 26 marzo 2008 emanato in applicazione della legge n. 31 del 28 febbraio 2008.
Questa è la situazione che abbiamo trovato.
Per dare una prima risposta alle prioritarie esigenze di funzionamento delle scuole, con il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008, si è incrementato di 200 milioni di euro il «Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche» e si è contestualmente provveduto alla erogazione della prima rata dei fondi per il medesimo anno, relativa ai 4 dodicesimi, pari a 491 milioni e 519 mila euro.
A seguito del monitoraggio effettuato per le spese riferite alle supplenze brevi e saltuarie del periodo 1o settembre-31 dicembre

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2008, nel marzo scorso è stata messa a disposizione delle scuole la relativa assegnazione finanziaria.
Con disponibilità 30 aprile si è poi provveduto all'assegnazione di un'ulteriore rata sul finanziamento dell'anno 2009.
In particolare, per quanto riguarda le istituzioni scolastiche del Lazio dal 1o gennaio al 30 giugno 2009 alle istituzioni scolastiche sono state assegnate risorse gravanti sugli appositi fondi costituiti presso il Ministero, in applicazione dell'articolo 1, comma 601 della legge n. 296 del 2006, in ragione di euro 94.301.288,42 per spese di personale di cui euro 30.020.864,24 per supplenze ed euro 48.777.457,39 per spese di funzionamento.
Con riguardo alle supplenze va sottolineato che, a seguito delle misure introdotte dalla citata legge n. 133 del 2008, sono notevolmente diminuite a livello nazionale le assenze per malattia del personale della scuola. Il trend in diminuzione prosegue, come risulta dalla recente elaborazione dei dati effettuata dal Servizio Statistico del Ministero, che ha riguardato il 97,5 per cento delle istituzioni scolastiche statali chiamate a rispondere alla rilevazione. Ciò potrà avere riflessi positivi sia sulla continuità didattica che sulla situazione finanziaria delle istituzioni scolastiche.
Analoghi riflessi positivi sulla situazione finanziaria delle scuole potrà avere la disposizione contenuta nel decreto legge del 1o luglio 2009 n. 78 che pone a carico delle aziende sanitarie locali gli oneri relativi agli accertamenti medico-legali sui dipendenti assenti dal servizio per malattia effettuati dalle aziende sanitarie locali su richiesta delle amministrazioni pubbliche interessate.
Comunque nella consapevolezza che le scuole devono essere messe nelle condizioni di assicurare lo svolgimento del servizio scolastico, sono state tempestivamente segnalate al Ministero dell'economia e delle finanze le esigenze finanziarie degli anni pregressi, nonché la necessità di integrare gli attuali stanziamenti riguardanti le spese di funzionamento delle scuole statali che, anche per il corrente anno, risultano essere insufficienti rispetto alle esigenze manifestate dalle scuole.
Quanto alle attività di recupero delle carenze formative nelle scuole secondarie di secondo grado, faccio presente che le scuole possono avvalersi di risorse pari a 55 milioni di euro; è in corso di erogazione agli istituti di istruzione secondaria di secondo grado che ne hanno diritto il 50 per cento di detto importo; sarà cura del Ministero provvedere alla ripartizione ed erogazione il restante 50 per cento appena sarà disponibile sull'apposito capitolo di bilancio atteso che a norma dell'articolo 6 del decreto legge n. 65 del 2 marzo 1989, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 155 del 1989 nel primo semestre di ciascun esercizio possono essere assunti impegni di spese correnti, in termini di competenza, a carico dei singoli capitoli di bilancio di previsione, in misura non superiore al 50 per cento dello stanziamento previsto.
Con riguardo all'aumento del numero degli iscritti nelle istituzioni scolastiche del Lazio faccio presente che alla data del 18 giugno 2009 il numero degli alunni di tutti gli ordini di scuola inseriti al sistema SIDI registra un aumento molto lieve pari a più 360 su un totale di 717.565 alunni, distribuiti su 33.535 classi rispetto ad un totale di 717.205 allievi del decorso anno scolastico su 33.819 classi.
Il rapporto alunni-classe per i vari ordini di scuola è il seguente:
scuola dell'infanzia 23,58;
scuola primaria 18,20;
scuola secondaria di primo grado 20,87;
scuola secondaria di secondo grado 21,70.

Appare pertanto infondato il timore che allo stato attuale vi siano troppi alunni per classe.
Sul rischio del mancato rispetto dei parametri di sicurezza nella formazione delle classi l'ufficio scolastico regionale per il Lazio ha fornito assicurazioni che gli uffici scolastici provinciali hanno assunto

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agli atti tutte le dichiarazioni in merito fornite dai dirigenti scolastici, e nei casi di comprovata problematica di spazio si è proceduto ad una diversa composizione delle classi.
Con riguardo alla carenza di personale docente il competente ufficio scolastico regionale, nella fase di elaborazione del piano di assegnazione delle risorse del personale scolastico del Lazio alle singole province, ha stabilito gli opportuni contatti, previsti per norma, con la Regione e gli Enti locali, titolari di specifiche attribuzioni in materia di programmazione dell'offerta formativa, di dimensionamento e distribuzione della rete scolastica e dei punti di erogazione del servizio.
Nell'ambito di queste interlocuzioni sono stati elaborati specifici parametri di contesto, partendo dai dati previsionali e dalla consistenza attuale della popolazione scolastica, registrata al sistema SIDI, con riguardo alle esigenze degli alunni diversamente abili, al grado di consistenza demografica delle varie province, alla distribuzione della popolazione tra i comuni di ogni circoscrizione provinciale, alle caratteristiche geo-morfologiche dei territori interessati, alle condizioni socio-economiche e di disagio sociale delle diverse realtà.
Quanto alla riduzione di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario nella regione in questione, va evidenziato che già da anni, per normativa pregressa, si verifica un abbattimento del 25 per cento di organico in presenza di affidamento del servizio di pulizia a ditte specifiche «appalti storici» e ex lavoratori socialmente utili, che ha portato ad un consolidato finanziario nel triennio pari a 92.699.884,80 per gli ex lavoratori socialmente utili e - 117.874.830,28 per gli «appalti storici».
Con riguardo infine alla sicurezza degli edifici scolastici scolastica ricordo preliminarmente che tutto ciò che attiene alla fornitura ed alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei circa 45.000 edifici scolastici pubblici statali, compresi l'adeguamento e la messa a norma ed in sicurezza degli stessi, rientra nelle dirette ed esclusive competenze degli enti locali (comuni fino alla scuola media di I grado e province per il resto).
Ciò nonostante lo Stato ha sempre provveduto, anche con notevoli impegni finanziari, a coadiuvare i competenti enti locali in tali oneri, sovvenzionando l'attivazione di appositi piani d'intervento formulati dalle regioni territorialmente competenti sulla base delle richieste avanzate dai rispettivi enti locali. Con le iniziative assunte ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 gennaio 1996, n. 23 - sono stati assegnati dal 1997 al 2006 l'equivalente di circa 4.000 miliardi di vecchie lire, prioritariamente dedicati alla messa in sicurezza delle strutture scolastiche.
Ai sensi della stessa legge, poi, è stato attivato il piano triennale 2007-2009 che - a fronte del Patto per la sicurezza sottoscritto con le regioni e gli enti locali - è stato interamente dedicato alla messa a norma ed in sicurezza delle scuole e compartecipato con essi, per un complessivo sviluppo di investimenti di oltre 900 milioni di euro, tutti destinati alle predette finalità.
Di tale triennio, a tutt'oggi sono stati attivati il piano 2007 di circa 184 milioni di euro, il piano 2008 per altri 300 milioni di euro ed entro il corrente mese saranno concretamente assegnate alle regioni le risorse - sostanzialmente analoghe a quelle relative alla decorsa annualità - dirette all'attivazione del piano 2009. Con tale annualità si chiude il triennio 2007-2009, e si rende perciò necessario reperire congrui finanziamenti per l'avvio del prossimo triennio 2010-2012.
Peraltro, ai sensi dell'articolo 80, comma 21, della legge n. 289 del 2002, è stato inserito, nell'ambito del programma nazionale delle infrastrutture strategiche formulato dal Ministero per le infrastrutture e i trasporti, un «Piano straordinario di messa in sicurezza delle scuole, con particolare riguardo a quelle insistenti nelle zone a rischio sismico». Per assicurarne l'avvio, la legge n. 350 del 2003 ha riservato ad esso almeno il 10 per cento delle risorse destinate all'intero programma citato disponibili al 1o gennaio

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2004 ed, a seguito di ciò, è stato formulato il piano straordinario generale comportante un fabbisogno complessivo di 4 miliardi di euro e concretamente avviati i primi due piani stralcio, rispettivamente di 194 e 301 milioni circa.
Al fine di garantire la prosecuzione dei relativi interventi, l'articolo 7-bis della legge 169 del 2008 ha previsto un finanziamento strutturale, e quindi stabile negli anni, del Piano straordinario citato, con una somma non inferiore al 5 per cento delle risorse complessivamente stanziate per il programma nazionale delle infrastrutture strategiche, nel quale esso è compreso.
A fronte di ciò, il Comitato interministeriale per la programmazione economica - con delibera del 6 dicembre 2008 - ha assegnato per l'avvio del terzo piano stralcio una somma pari a circa 120 milioni di euro, ai sensi dell'articolo 212 del decreto- legge n. 185 del 2008.
Inoltre, tra le altre iniziative recentemente assunte, si ricordano:
l'approvazione nella conferenza unificata del 13 ottobre 2008, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, con il quale è stata ripartita tra le regioni la somma di 20 milioni di euro per la messa in sicurezza sismica delle scuole, rinveniente dai risparmi sulle cosiddette «spese della politica» ed - a decorrere dal 2008 - destinata annualmente a tale finalità;
l'attivazione dell'intesa istituzionale del 28 gennaio 2009, attualmente in corso, per il tempestivo accertamento di eventuali rischi di carattere non strutturale negli edifici scolastici. Come affermato dal Ministro Gelmini nella audizione del 21 aprile 2009, in Commissione istruzione, con l'intesa raggiunta in Conferenza unificata il Governo e le autonomie locali si sono accordati per una reciproca assunzione di responsabilità e per la prima volta è stata superata la frammentazione delle competenze in materia;
l'intervenuta definizione con l'INAIL del bando 2008/2009 - pubblicato il 29 dicembre 2008 - per l'assegnazione agli enti locali di una somma complessiva di 70 milioni per la messa in sicurezza e l'eliminazione delle barriere architettoniche nelle scuole secondarie;
l'assegnazione - con delibera CIPE del 6 marzo 2009 - di 1.000 milioni di euro al Ministero delle infrastrutture, destinati alla messa in sicurezza delle scuole, ai sensi dell'articolo 18 del decreto-legge n. 185 del 2009.

Quanto sopra, a fronte della considerazione che l'edilizia scolastica costituisce per il Governo una delle priorità, con conseguente impegno all'assunzione di ogni possibile iniziativa per favorirne il miglioramento.
In tale ottica si pone anche la più ampia collaborazione sinergica con il Dipartimento della protezione civile ed ogni altra componente comunque interessata (regioni, enti locali, Ministero per le infrastrutture e i trasporti...), per il raggiungimento del fine ultimo di pervenire con la massima tempestività alla soddisfazione delle primarie esigenze dell'intera utenza scolastica al migliore esercizio del diritto allo studio, in ambienti idonei e, soprattutto, sicuri.
Giova, inoltre, ricordare che l'articolo 7 della legge n. 23 del 1996 ha previsto l'attivazione presso il Ministero di un'anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica, articolata per regioni e con il supporto degli enti locali direttamente interessati, con lo scopo primario di far conoscere a tutti i soggetti istituzionalmente competenti l'effettivo stato del patrimonio edilizio scolastico, anche ai fini della programmazione dei rispettivi interventi.
L'iniziativa è stata particolarmente complessa ed ha comportato in particolare - oltre al necessario raccordo tra i vari soggetti istituzionali coinvolti - la definizione delle schede di rilevazione e del relativo manuale con numerose domande anche di carattere tecnico, la formazione presso il Ministero dell'istruzione, università, e ricerca di circa 150 formatori regionali che, a loro volta, hanno istruito circa 1.500 rilevatori (tratti prioritariamente dai competenti enti locali), i quali

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hanno puntualmente visitato gli oltre 42.000 edifici scolastici acquisendo le informazioni richieste e transitandole, tramite le rispettive regioni, al sistema informativo del Ministero.
Al momento, è in corso l'elaborazione finale delle informazioni acquisite a tutto il 9 dicembre 2008 dalle competenti regioni ed enti locali, al fine della produzione, a breve, di un primo prodotto di sintesi dei dati rilevati, dal quale potrà evidenziarsi con maggiore certezza anche l'eventuale possesso, da parte delle scuole, delle varie certificazioni richieste, fermo restando che anche tali questioni rientrano nelle dirette ed esclusive competenze e responsabilità degli enti locali rispettivamente interessati.

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ALLEGATO 6

5-01359 Siragusa: Ridefinizione degli assetti organizzativi dell'Istituto nazionale del dramma antico (I.n.d.a).

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione relativa alla Fondazione Istituto Nazionale del Dramma Antico, con la quale l'onorevole Siragusa chiede di valutare l'opportunità di intraprendere alcune azioni nei confronti del citato Ente, riferisco quanto segue.
In merito alla prima decisione del Consiglio di Amministrazione dell'INDA di sopprimere il periodico «Dioniso», voglio precisare che non è prevista alcuna chiusura della rivista, che continuerà ad essere pubblicata. L'Istituto, peraltro, non solo ha intenzione di porre in essere un' azione di rafforzamento del periodico mantenendone, attraverso i suoi Organi, il controllo editoriale, ma ha anche in programma di realizzare il bollettino on-line che andrà ad aggiungersi alla rivista «Prometeus» già consultabile sul sito dell'INDA.
Per quanto concerne le ulteriori questioni sollevate dall'interrogante, evidenzio che:
l'attività teatrale posta in essere dall'INDA non è destinata al solo Teatro greco di Siracusa. A tal proposito faccio presente che uno degli spettacoli prodotti, «Le supplici» di Eschilo, sarà distribuito anche in altri teatri, al momento in via di definizione;
la situazione del bilancio non risulta «preoccupante»; ciò in considerazione sia dei dati relativi al bilancio 2007, che si è chiuso con un utile di 158 mila euro, sia di quello 2008, che sarà approvato a breve e chiuderà anch'esso in attivo. Va pertanto sottolineato che, seppure vi sia stato un trend negativo riscontrabile dai bilanci 2003-2006, tale fase appare ora superata grazie ad una attività di gestione orientata verso una progressiva opera di risanamento;
il dottor Buttafuoco non può essere ritenuto in conflitto di interessi, tenuto conto che l'attività dello Stabile di Catania da lui presieduto, non ha alcun tipo di collegamento con l'attività dell'INDA né, tantomeno, la fonte di finanziamento risulta essere la stessa, visto che ci si riferisce a due diversi sottosettori del FUS Prosa;
non risultano irregolarità nell'amministrazione o violazioni alle disposizioni legislative e, pertanto, non si ravvisa la necessità di procedere al commissariamento dell'Ente;
non si ritiene opportuno procedere, al momento, ad una nuova ridefinizione organizzativa dell'Ente, in considerazione del fatto che la riorganizzazione è intervenuta con il decreto legislativo n. 33 del 2004 il quale ha disciplinato dettagliatamente le finalità dell'Istituto (articolo 3) ed ha introdotto importanti novità relativamente agli Organi, sopprimendo il Comitato Scientifico e ampliando le funzioni spettanti al Consiglio di Amministrazione. Appare pertanto logico attendere il trascorrere di un maggior lasso di tempo per poter esprimere un giudizio più completo sulla funzionalità della nuova struttura;
il nuovo assetto organizzativo consente un più efficace raggiungimento dei fini istituzionali della Fondazione nonché un miglioramento dei conti, atteso che

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nella nuova struttura la mancanza del Comitato Scientifico consente un risparmio annuo di 70 mila euro e che il nuovo Consiglio di Amministrazione incide, in termini di costi, per poco più di un terzo rispetto al precedente.

Voglio infine rappresentare che dai verbali inviati dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio dei revisori dei conti, a far data dall'anno 2004, non sono emersi fatti per i quali ritenere opportuna una ispezione sull'attività della Fondazione.

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ALLEGATO 7

5-01513 Alessandri: Iniziative a tutela dei beni culturali dell'area delle ex scuole medie di Podenzano (PC).

TESTO DELLA RISPOSTA

Con riferimento all'interrogazione presentata dagli onorevoli Alessandri e Foti concernente l'edificio ex scuole medie «G. Panni» di Podenzano ed il vicino fabbricato rurale, nel richiamare quanto già illustrato in data 14 ottobre 2008 in risposta all'interrogazione parlamentare n. 5-00350 presentata dall'onorevole Foti, ribadisco che i predetti immobili sono stati oggetto di verifica di interesse ai sensi dell'articolo 12 del Codice dei Beni culturali.
In particolare, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia Romagna, in data 13 marzo 2006 ha comunicato alla proprietà che i fabbricati, concordemente con quanto ritenuto dalle Soprintendenze di settore, non presentano i requisiti di interesse storico artistico.
La valutazione della non sussistenza dell'interesse culturale, com'è noto, era peraltro già stata espressa in data 4 febbraio 1999 dall'allora Ufficio Centrale per i Beni Archeologici, Architettonici, Artistici e Storici.
Voglio inoltre rappresentare che nell'unico caso citato dagli Onorevoli interroganti in cui un Ufficio del Ministero, nello specifico la Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici di Bologna con nota del 18 giugno 1996, aveva ritenuto che i fabbricati in argomento fossero da ritenersi di interesse, si era in presenza di un parere istruttorio, anteriore e quindi non aggiornato rispetto ai suddetti provvedimenti emanati nei mesi di febbraio 1999 e marzo 2006 rispettivamente dall'Ufficio Centrale e dalla Direzione Regionale, quali articolazioni competenti ad emettere la valutazione definitiva.
Voglio comunque evidenziare che, nonostante fosse stata già accertata le non esistenza dei requisiti di interesse culturale da parte di più Uffici del Ministero, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Parma, come preannunciato nella risposta alla precedente interrogazione n. 5-00350 dell'onorevole Foti, ha svolto in data 29 settembre 2008 un nuovo sopralluogo a Podenzano nonché ulteriori verifiche ed accertamenti documentali i cui esiti hanno confermato ancora una volta che gli edifici non sono da ritenere di interesse culturale e non risultano, quindi, sottoposti alle disposizioni del Codice dei Beni Culturali.

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ALLEGATO 8

5-01472 Ceccuzzi: Sulla realizzazione della infrastruttura viaria alternativa alla strada provinciale 326 in Val di Chiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Ceccuzzi con la quale sollecita ulteriori informazioni circa le problematiche concernenti la realizzazione del nuovo tratto stradale alternativo alla strada provinciale n. 326, determinate dal procedimento di tutela indiretta avviato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Siena e Grosseto nei confronti del terreno circostante il Podere Molinaccio, sito nel Comune di Torrita di Siena.
A tal proposito faccio presente che il Comitato tecnico scientifico per i beni architettonici e paesaggistici, come già preannunciato nella risposta alla precedente interrogazione n. 5-01174, si è riunito in data 21 maggio 2009 per fornire parere a seguito della richiesta di supporto e consulenza presentata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana in ordine alla decisione di adozione del provvedimento di tutela indiretta in argomento.
Il predetto Comitato, in quella sede, ha stabilito che: «...preso atto delle argomentazioni esposte in sede di audizione dai rappresentanti delle Amministrazioni Provinciale e Comunale e di quelle prospettate dai competenti Uffici periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed, infine, ascoltate le ragioni avanzate dalla proprietà dell'immobile tutelato, il Comitato considerato che i luoghi di cui trattasi sono privi di rilievi orografici e che, inoltre, il nuovo assetto viario prevede opere a raso, ritiene opportuno raccomandare che tali opere viarie occupino il limite estremo all'interno del corridoio urbanistico, così da distanziarle il più possibile dal bene vincolato. Allo scopo di ottimizzare detto distanziamento, il Comitato reputa conveniente che venga suggerito alle Amministrazioni locali esecutrici delle suddette opere di verificare attentamente la possibilità di semplificare l'impianto infrastrutturale progettato in modo da limitarne le dimensioni e, quindi l'impatto visivo».
Sulla base del predetto parere, gli Uffici territoriali del Ministero stanno organizzando i necessari incontri tecnici con le Amministrazioni locali proponenti l'intervento infrastrutturale, per valutare le modifiche progettuali necessarie all'attuazione di quanto stabilito nel parere.

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ALLEGATO 9

5-01504 Murgia: Sul funzionamento delle Biblioteche nazionali centrali di Roma e di Firenze.

5-01559 De Pasquale: Sulla operatività delle Biblioteche nazionali centrali di Roma e di Firenze.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco alle interrogazioni degli onorevoli Murgia e De Pasquale relative alle Biblioteche Nazionali Centrali di Roma e Firenze e debbo anzitutto evidenziare, così come già illustrato in risposta ad analoghe interrogazioni parlamentari, che le riduzioni dei finanziamenti per il settore delle biblioteche nel periodo 2006-2009 sono state determinate dalla situazione di graduale e progressiva diminuzione delle disponibilità di bilancio con cui il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al pari di altri Dicasteri, si è dovuto confrontare.
Ciò premesso, faccio presente che l'attività della Direzione Generale per i Beni Librari è rivolta da anni al contenimento della spesa corrente degli Istituti dipendenti, mediante un'attenta azione di monitoraggio degli impegni necessari per il mantenimento delle funzioni basilari delle biblioteche stesse. A tal proposito sottolineo che la programmazione per il 2009 è stata effettuata anche sulla base dei costi denunciati dalle strutture dipendenti con i rendiconti di contabilità economica analitica per centri di costo, al fine di ottenere una equilibrata distribuzione delle risorse disponibili.
Per quanto riguarda le spese di investimento, che nel settore dei Beni librari si riferiscono essenzialmente all'acquisto di patrimonio librario, alla catalogazione informatizzata, allo sviluppo del sistema bibliotecario informatico e alla tutela del patrimonio bibliografico, si è in presenza di una riduzione degli stanziamenti che ha, conseguentemente, determinato una flessione degli investimenti.
Di fatto, però, le risorse necessarie per la valorizzazione del patrimonio bibliografico sono state comunque rinvenute, utilizzando le disponibilità del capitolo 1321 gestito dalla Direzione Generale per il Bilancio, che, in sede di ripartizione dello stanziamento, ha tenuto conto delle esigenze di valorizzazione del patrimonio librario.
In particolare sono stati finanziati i seguenti tre progetti presentati dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma per un totale di 150 mila euro:
«progetto integrato per acquisto scaffalature», per un costo di 40 mila euro;
«progetto integrato movimentazione materiale librario», per una spesa di 60 mila euro;
«progetto integrato spolveratura», per un costo di 50 mila euro.

Inoltre, è stato finanziato un «progetto per la realizzazione di un modello di gestione di Biblioteca finalizzato alla fruizione pubblica» per un importo pari a 300 mila euro, presentato dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Si fa inoltre presente che, dal 1o gennaio 2008, alle Biblioteche Nazionali Centrali di Roma e Firenze è stata attribuita autonomia non solo scientifica ma anche

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amministrativa, gestionale e finanziaria, che consentirà, presumibilmente, di attingere a varie altre forme di finanziamento, introducendo un modello di gestione più moderno e rispondente alle necessità e finalità degli Istituti.
Nelle more della piena attivazione dell'autonomia speciale (costituzione organismi statutari, definizione capitoli di spesa, eccetera) e tenuto conto delle complesse condizioni gestionali e finanziarie dei due Istituti, sono comunque state accreditate, in aggiunta alle risorse già stanziate, le somme di euro 200 mila per la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ed euro 150 mila per la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, da utilizzare per sopperire alla carenza di risorse umane con servizi da concedere in outsourcing.
Va peraltro sottolineato che i predetti Istituti hanno dato prova di capacità progettuali ed organizzative idonee ad adeguarsi, il più possibile, ad un mutato trend gestionale.
In merito alla riduzione degli orari di consultazione dei libri, faccio presente che gli stessi sono rimasti invariati. Le Biblioteche Nazionali Centrali in argomento, infatti, effettueranno per tutto l'anno il servizio di distribuzione anche in orario pomeridiano e nella giornata di sabato.
Per quanto riguarda, inoltre, i problemi relativi alla carenza di organico, faccio presente che essi sono tenuti in debita considerazione dal Ministero che sta per completare le procedure dei concorsi banditi a seguito della legge finanziaria 2008. A tal proposito segnalo, anche, che si sta procedendo all'attivazione di un progetto di utilizzo di n. 40 volontari del Servizio Civile Nazionale, da destinare in numero di 20 unità per ciascuna sede.
Voglio infine evidenziare che le Biblioteche Nazionali Centrali stanno svolgendo, in collaborazione con le analoghe istituzioni europee, un'attività di conservazione dell'editoria digitale che può essere considerata, senza dubbio, come un'eccellenza nell'attività di ricerca oltre che nell'applicazione delle più innovative tecnologie.
In questo nuovo e promettente settore la Direzione Generale ha previsto uno stanziamento triennale a favore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze finalizzato al finanziamento del progetto «Creazione di una teca digitale» per un totale di euro 580 mila per il triennio 2007-2009.