CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 maggio 2009
182.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Schema di regolamento recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, nonché al regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali. Atto n. 72.

RILIEVI APPROVATI

La VII Commissione permanente (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati,
esaminato per le parti di competenza l'atto n. 72 recante schema di regolamento recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, nonché al regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali, ai fini della trasmissione di rilievi alla I Commissione (Affari costituzionali);
valutato favorevolmente, nel complesso, l'impianto definito dal Governo per la riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, nonché per la organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali, per tenere conto delle esigenze di razionalizzazione dell'azione amministrativa di settore;
considerate le indicazioni emerse nel corso dell'audizione informale di rappresentanti di fondazioni ed associazioni di categoria e di docenti universitari, svolta nella seduta di martedì 26 maggio 2009;
tenuto conto e condiviso il parere espresso dalla 7o Commissione cultura del Senato, con particolare riferimento alle osservazioni che si intendono richiamate nella loro interezza;
considerato che la razionalizzazione auspicata potrebbe essere raggiunta con efficacia attraverso un accorpamento delle direzioni regionali, anche esse di prima fascia, che intervenga soprattutto tra le regioni più piccole, in linea con tutte le altre amministrazioni dello Stato che hanno articolazioni periferiche che hanno già accorpato le proprie direzioni su regioni diverse;
rilevato, inoltre, che la razionalizzazione, ancor più semplicemente anche attraverso una riduzione del numero delle direzioni, può essere raggiunta con maggiore efficacia ed equilibrio attraverso l'accorpamento della direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali ed il diritto d'autore con la direzione generale per gli archivi, nonché con l'accorpamento della direzione generale per il cinema con quella dello spettacolo dal vivo;
tenuto conto, infine, delle competenze e delle peculiarità esercitate dalla Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee, soprattutto in materia di paesaggio, che si ritiene debbano essere mantenute distinte rispetto alle altre, in virtù della centralità che assume la tutela paesaggistica considerata espressamente dalla Carta costituzionale all'articolo 9 e in considerazione del fatto che il paesaggio italiano rappresenta la più grande «infrastruttura immateriale» della nazione, quella cioè intorno alla quale è possibile rintracciare l'essenza di una identità nazionale, dinamica e plurale;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 2

Schema di regolamento recante modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, nonché al regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali. Atto n. 72.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RILIEVI PRESENTATA DAI DEPUTATI DE BIASI, GHIZZONI, BACHELET, COSCIA, DE TORRE, DE PASQUALE, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, NICOLAIS, PES, PICIERNO, ROSSA, RUSSO, SARUBBI, SIRAGUSA, GIULIETTI

La Commissione cultura,
esaminato lo schema che modifica il decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007 n. 233, recante il regolamento di riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali, per gli aspetti di propria competenza;
premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, prevede all'articolo 74 il ridimensionamento degli assetti organizzativi esistenti per le amministrazioni statali, con corrispondente riduzione delle dotazioni organiche;
che il suddetto decreto, il decreto 93 (cosiddetto taglia-ICI) e la legge finanziaria 2009 hanno previsto - e già in parte attuato - gravi tagli ai finanziamenti del MIBAC, tanto da ridurne il bilancio in un solo anno dello 0,1 per cento di PIL con conseguenze pesanti sul funzionamento dello stesso Ministero e sull'assolvimento delle sue funzioni. Il Governo, con queste scelte di carattere finanziario e politico, espone la cultura al rischio di residualità, all'impoverimento della sua funzione di valore nazionale, come sancito dalla Costituzione, e riduce a pura spesa ciò che dovrebbe essere investimento per la crescita economica, sociale e civile del Paese;
l'assetto di un ministero non risponde a criteri meramente organizzativi, ma esprime una scelta politica coerente con gli obiettivi strategici di un Governo e dovrebbe essere in grado di stabilizzarne il funzionamento a prescindere dall'alternarsi delle maggioranze politiche e di valorizzare la professionalità dei pubblici dipendenti;
considerati negativamente, nello schema di Regolamento in parola, la creazione di una nuova Direzione generale per la valorizzazione del patrimonio culturale e l'accorpamento della ex Direzione generale per i beni architettonici, storico-artistici ed etnoantropologici (con esclusione delle competenze in materia di valorizzazione del patrimonio culturale) con la ex Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura, l'arte contemporanee (PARC) per dare vita alla nuova Direzione generale per le belle arti, il paesaggio, l'architettura, l'arte contemporanee;
valutato negativamente il ripristino delle vecchie denominazioni alle «belle arti» e alle «antichità», poiché si oblitera un secolo di discussione critica ed estetica sulla definizione di «patrimonio» e di «bene culturale», nonché sui concetti di arte contemporanea e di avanguardia;
considerato il parere del Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici espresso il 4 dicembre 2008, che ribadisce le insoddisfazioni del parere del

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18 novembre 2008 «...con particolare risalto per il negativo accorpamento di un eccessivo numero di competenze nella nuova Direzione generale per le belle arti ed il paesaggio e per il minor risalto alla architettura e all'arte contemporanea»;
considerati i pareri del Consiglio di Stato in cui si sottolinea che «occorre prendere atto che la valorizzazione del patrimonio culturale costituisce una materia trasversale, che va a toccare le competenze delle altre direzioni centrali e delle direzioni regionali. Di qui il rischio di sovrapposizioni e di non chiare delimitazioni di confine», nonché «quanto alle direzioni generali, si deve constatare l'eccesso e l'eterogeneità delle competenze della Direzione generale per le belle arti, il paesaggio,l'architettura e le arti contemporanee»;
valutate le osservazioni critiche pervenute dai numerosi soggetti auditi in data 26 maggio 2009;
ritenute le funzioni di tutela e valorizzazione, come sancito anche dal Codice dei beni culturali, parti di un unico e inscindibile processo che concorre con la conoscenza non solo a preservare in modo statico, ma ad accrescere potenzialità e funzioni di alto valore sociale del nostro immenso patrimonio artistico e culturale;
ritenuto il paesaggio un bene comune di rilievo costituzionale, che nel profilo del nostro Paese assume un carattere fortemente identitario, universalmente riconosciuto, e pertanto da tutelare e valorizzare in relazione alle grandi trasformazioni che investono i nostri territori e in sintonia con le concezioni più avanzate, che considerano il paesaggio non come mero quadro estetico ma come spazio dinamico in cui si combinano caratteri storico-culturali, morfologici, ambientali, sociali e simbolici;
ritenuto che tale prospettiva trova conferma nella Convenzione Europea del Paesaggio, assunta a fondamento del Codice Urbani, la quale esprime il punto di vista delle duecentomila istituzioni locali europee. A tale proposito, la Direzione generale PARC ha efficacemente operato in questo senso e ha promosso il contemporaneo italiano, anche in campo internazionale, fra l'altro ottenendo di portare in Italia le manifestazioni del Consiglio d'Europa per il decennale della firma della Convenzione Europea del Paesaggio;
ritenuto inoltre che il paesaggio definisce con l'architettura e l'arte contemporanee un unico spazio culturale e sociale che travalica il concetto di modernità nella direzione di ciò che è a noi, appunto, contemporaneo e che quindi interagisce con il concetto di spazio vivibile e, in particolare per il tessuto urbano, con quelli di libertà e sicurezza;
considerato che il nuovo assetto previsto dallo schema di Regolamento accentuerà lo svilimento del ruolo delle Soprintendenze, sottoposte a un centralismo e una burocratizzazione amministrativa che, insieme ai citati tagli, producono una progressiva paralisi della qualità della tutela territoriale;
appare pertanto necessario:
ripristinare la Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura, l'arte contemporanee (PARC) e la Direzione generale per i beni architettonici, storico-artistici e etnoantropologici, nel rispetto delle loro originarie missioni, che nascono da competenze assai diversificate: da un lato, la tutela del patrimonio tradizionalmente intesa e, dall'altro, la promozione del contemporaneo, declinata nell'attenzione alle trasformazioni del paesaggio, alla qualità dell'architettura e dell'arte contemporanee (articolo 7);
non attuare la nuova Direzione per la valorizzazione del patrimonio culturale (articolo 8), che prefigura una politica centralizzata di eventi e mostre lontana dalla relazione con le Direzioni generali di settore e con le politiche di tutela e di sviluppo territoriale del patrimonio culturale e che rivela una preoccupazione

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incline esclusivamente a indirizzi di marketing e promozione turistica;
prevedere che la Direzione generale per gli archivi (articolo 9) coordini le attività di tutela e conservazione degli archivi dello Stato e degli enti pubblici;
garantire maggiore autonomia delle strutture periferiche (soprintendenze, archivi, biblioteche), designate nel nuovo testo come «articolazioni delle Direzioni regionali per i beni culturali e paesaggistici» e definirne puntualmente i compiti (articolo 17). In particolare, lasciare alle Soprintendenze archivistiche (come nel testo vigente) la titolarità della dichiarazione di interesse culturale;
prevedere, con atti normativi specifici, il riconoscimento e la regolamentazione dei profili professionali dei beni culturali, anche al fine di dare coerenza alla relazione tra percorsi formativi e sbocchi lavorativi oltre che stabilità e tutele a coloro che già operano con competenza in questi settori.

Alla luce delle suddette considerazioni

esprime

DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.

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ALLEGATO 3

Schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno 2009, relativo a contributi da erogare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Atto n. 70.

DOCUMENTAZIONE TRASMESSA DAL GOVERNO

Esercizio Finanziario 2009 - Proposta di ripartizione della somma complessiva di euro 14.585.532,75
di cui euro 11.451.642,00 a valere sul capitolo 3670 ed euro 3.133.890,75 a valere sul capitolo 1321.

Si premette che all'esito della richiesta formulata per le vie brevi dalla segreteria di codesta Commissione preliminarmente all'avvio dell'esame del provvedimento in questione, i competenti uffici del Ministero avevano già provveduto a trasmettere in data 23 aprile 2009 la nota n. 12525 contenente dati esplicativi concernenti i riferimenti normativi posti alla base della proposta di ripartizione, nonché l'elenco degli organismi destinatari dei contributi che, come è noto, vengono annualmente rideterminati sulla base delle disponibilità di bilancio.
Nella suddetta nota veniva inoltre segnalato che i contributi destinati agli archivi privati o appartenenti ad enti ecclesiastici ed istituti o associazioni di cultura (articolo l del decreto per un importo di euro 110.514,00) sarebbero stati destinatari di appositi finanziamenti da determinarsi sulla base della valutazione delle singole domande pervenute entro il 31 gennaio 2009 ed ancora in fase di istruttoria. Per tale ragione non risulta quindi ancora possibile identificare i singoli soggetti beneficiari.
All'articolo 2 del decreto in esame viene poi riportata la sottoripartizione della somma di euro 10.215.353,75 destinata ai contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi in, relazione ai quali, nella sopra ricordata nota del 23 aprile, sono esplicitate le motivazioni che non consentono, alla data odierna, di individuare i contributi destinati ad alcune specifiche finalità - edizioni nazionali, premi e sovvenzioni per scrittori, biblioteche non statali - per 1e quali, in ragione delle diversificate date di presentazione delle istanze di accesso ai contributi, le relative istruttorie sono ancora in corso.
Quanto poi ai criteri che hanno determinato una diversa quantificazione della misura dei contributi erogati a favore di taluni enti (Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali; Fondazione Festival dei due Mondi di Spoleto; Biennale di Venezia e Fondazione Rossini Opera festival di Pesaro), che hanno beneficiato di una decurtazione minore (4 per cento) rispetto alla riduzione apportata con carattere di generalità a tutti gli altri (17,35 per cento), si rinvia alle puntuali considerazioni espresse dal relatore medesimo nella relazione introduttiva (vedi seduta del 6 maggio 2009) e peraltro citate nelle premesse del decreto.
Per quanto riguarda infine le proposte di assegnazione dei restanti contributi e la relativa quantificazione, si assicura che essi sono stati individuati, a seguito di accurata e specifica valutazione delle singole domande pervenute, valutazione che ha inteso, tra l'altro, tenere conto della qualità dei progetti presentati, del rilievo e del prestigio nazionale ed internazionale delle istituzioni coinvolte nonché della rilevanza culturale degli eventi programmati per l'anno interessato.
Si fa riserva di far pervenire alla Commissione l'elenco dei contributi relativi agli istituti per i quali, come sopra accennato, è tutt'ora in corso la relativa istruttoria.

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OGGETTO: Esercizio finanziario 2009 - Proposta di ripartizione della somma complessiva di €14.585.582,75, di cui €11.451.642,00 (cap. 3670) ed €3.133.890,75 (cap. 1321).

Facendo seguito alla richiesta per le vie brevi, rivolta al Servizio competente di questa Direzione Generale, si forniscono ad integrazione della relazione a firma dell'onorevole Ministro inviata in data 8 aprile 2009 relativa all'oggetto i seguenti dati già richiamati nella suddetta relazione.
In particolare si elencano i riferimenti normativi relativi alle voci della ripartizione (che sono indicate dalla tabella 1 allegata alla legge n. 448/2001), i cui importi sono rideterminati annualmente in base allo stanziamento del capitolo unico, ad eccezione del contributo in favore dell'Associazione Amici del Teatro Petruzzelli di Bari soppresso dalla legge n. 264/2002:
Contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (si tratta di contributi di cui alla tabella A allegata alla legge n. 549 del 1995 articolo 1, comma 40 che dal 2002 sono conflitti nello stanziamento dell'attuale capitolo 3670);
Ufficio internazionale concernente l'unione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed artistiche (legge n. 774/931);
Associazione Italia nostra (legge n. 444 del 1998, articolo 3, comma 5);
Fondo ambiente italiano (legge n. 400 del 2000, articolo 3, comma 5);
Associazione Reggio Parma Festival (legge n. 29 del 2001, articolo 5, comma 4);
Fondazione Festival Pucciniano (legge n. 29 del 2001, articolo 5, comma 4);
Associazione Centro Europeo di Toscolano (legge n. 29 del 2001, articolo 5, comma 4);

Archivi privati di notevole interesse storico, nonché per gli archivi appartenenti ad enti ecclesiastici e ad istituti o associazioni di cultura (legge n. 253 del 1986).

Le domande vengono presentate alle Soprintendenze archivistiche entro il 31 gennaio dell'anno precedente a quello di riferimento e successivamente trasmesse, corredate del parere del soprintendente, alla Direzione generale per gli archivi. Il piano di ripartizione a firma del Direttore Generale degli Archivi viene trasmesso alla Direzione generale per i beni librari, gli istituti culturali o il diritto d'autore che ne cura l'erogazione, in quanto la gestione del capitolo è assegnata a quest'ultima Direzione:
Fondazione Rossini Opera Festival di Pesaro (legge n. 237 del 1999, articolo 6);
Associazione Ferrara Musica (legge n. 237 del 1999, articolo 6);
Fondazione Ravenna Manifestazioni (legge n. 237 del 1999, articolo 6);
Fondazione Scuola di musica di Fiesole (legge n. 400 del 2000, articolo 3, comma 6);
Istituto universitario di architettura di Venezia per la formazione specialistica nel campo della produzione teatrale (legge n. 29 del 2001, articolo 5, comma 6);
Museo nazionale del Cinema «Fondazione Maria Adriana Prolo» per il funzionamento, la gestione e lo sviluppo del museo stesso (legge n. 404 del 2000, articolo 4, comma 2).

Per quanto riguarda la voce Contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi la stessa si articola secondo la seguente sottoripartizione (prevista dalla legge n. 448 del 2001) ad eccezione di quelli soppressi o confluiti su altri capitoli di bilancio:
Contributi per convegni, per le Edizioni Nazionali, con esclusione di quelle rientranti

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nell'ambito delle specifiche competenze della Consulta dei Comitati Nazionali di cui alla legge n. 420 del 1997.
La quota, nella misura del 50 per cento per ciascuna delle due tipologie di contributi, è stata stabilita sin dal 2002 dall'Amministrazione, condivisa dall'Autorità politica.
Le domande per convegni e pubblicazioni - circolare n. 17 del 2002 - da inviare entro la fine di febbraio di ogni anno, sono esaminate da un'apposita Commissione istituita con D.D.G. Le domande per le Edizioni Nazionali, istituite antecedentemente alla legge n. 420 del 1997, da inviare entro il 31 marzo di ogni anno, vengono esaminate dalla Consulta, prevista dalla suddetta legge.
Premi e sovvenzioni, per scrittori, editori, librai, grafici, traduttori del libro italiano in lingua straniera, associazioni culturali.
Le domande, da inviare entro il 30 giugno di ogni anno - circolare n. 6 del 2004 - sono esaminate da un'apposita Commissione, istituita con D.D.G.
Funzionamento di biblioteche non statali con esclusione di quelle di competenza regionale.
Le domande per il funzionamento delle biblioteche, - circolare n. 138 del 2002 - da inviare entro il 28 febbraio di ogni anno, sono esaminate da un'apposita Commissione, istituita con D.D.G.
Fondazione «Festival dei Due Mondi» di Spoleto (legge n. 418 del 1990).
Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali (legge n. 723 del 1960).
Società di cultura «La Biennale di Venezia» (legge n. 414 del 1984).
Fondazione «La Triennale di Milano» (legge n. 414 del 1984).
Fondazione «Esposizione Nazionale Quadriennale d'Arte di Roma» (legge n. 414 del 1984).

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ALLEGATO 4

Sulla missione svolta a L'Aquila, il 20 maggio 2009.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

1. Una delegazione della Commissione cultura della Camera dei deputati, guidata dalla presidente Valentina Aprea e formata dai deputati Paola Frassinetti, Paola Goisis, Benedetto Fabio Granata, Maria Coscia, Pierfelice Zazzera ed Eugenio Mazzarella, ha svolto una missione a L'Aquila, nella giornata del 20 maggio scorso. La delegazione è stata accompagnata dal deputato Giovanni Lolli, componente della Commissione, che ha profuso ampio impegno nel contribuire all'iniziativa. Hanno quindi seguito la delegazione parlamentare la professoressa Maria Amata Garito, rettore dell'Università Uninettuno, nonché l'avvocato Daniela Salmini, presidente del Nucleo di valutazione del medesimo ateneo, oltre al dottor Raimondo Sepe e al dottor Francesco Scandale, della medesima università.
2. Nel corso della mattinata la delegazione ha quindi proceduto allo svolgimento di incontri presso il Campo scuola di Paganica, visitando le aule attrezzate nelle tende. Nel corso delle visita è stato svolto in particolare un incontro con studenti del quarto e del quinto anno delle scuole superiori, allo scopo di seguirne specificamente il percorso formativo, anche in vista di una loro successiva visita alla Camera, per lo svolgimento di due giornate di formazione, secondo le consuete modalità di organizzazione di tali eventi a Palazzo Montecitorio. Nel corso dell'incontro con i docenti e gli studenti della scuola secondaria, è stato illustrato il Sistema Nettuno, sviluppato dall'Università telematica Uninettuno messo a disposizione gratuitamente a studenti e docenti, allo scopo di rendere immediatamente disponibile tutto il materiale necessario per lo svolgimento dell'attività didattica. Nel corso dell'incontro, dopo un saluto introduttivo da parte della Presidente Aprea, che ha presentato l'iniziativa della missione, al quale è seguito un intervento del Rettore di Uninettuno, professoressa Garito, è intervenuto Ugo de Paulis, delegato del Consiglio circoscrizionale di Paganica, che ha sottolineato l'importanza della missione della Commissione, finalizzata a fornire un segnale concreto dell'attenzione delle istituzioni, espressione della volontà di ricostruzione della realtà abruzzese così duramente colpita dal recente sisma. Il dottor de Paulis si è quindi soffermato sulla necessità di ricostruire il complesso scolastico, al fine di consentirne la riapertura per la ripresa dell'attività didattica dell'anno scolastico in corso, alla cui conclusione mancano solo due mesi.
È quindi intervenuto il direttore scolastico regionale, professore Carlo Petracca, che ha ringraziato la delegazione della VII Commissione per la pronta risposta fornita all'emergenza abruzzese, ricordando la condizione di provvisorietà in cui versano gli studenti, cinquemila dei quali sono alloggiati sulla costa e altri cinquemilaseicento nelle tende. Alcuni docenti poi, che insegnano sulla costa, hanno deciso di concedere il proprio giorno libero per svolgere iniziative di volontariato tra i ragazzi, senza alcuna retribuzione. Il professore Petracca ha quindi ribadito l'urgenza della riapertura delle scuole a Paganica, come in tutto il territorio colpito dal sisma, sottolineando l'esigenza di predisporre campi estivi per i ragazzi, richiedendo al contempo alla Commissione di farsi mediatrice nell'erogazione di contributi destinati alla ricostruzione del tessuto

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scolastico locale. La Presidente Aprea ha assicurato in tal senso l'impegno suo personale e di tutta la Commissione a farsi carico delle richieste emerse direttamente al Governo, attraverso gli strumenti propri dell'attività parlamentare.
È quindi intervenuto il viceprefetto aggiunto di L'Aquila, dottoressa Manuela Milan, che ha voluto ringraziare la delegazione della VII Commissione per l'iniziativa intrapresa, portando i saluti personali del prefetto, dottor Franco Gabrielli, impossibilitato a partecipare per gli impellenti impegni legati all'emergenza del sisma.
3. La delegazione della Commissione cultura ha svolto quindi un incontro con i rappresentanti della Conferenza nazionale dei direttori delle Accademie di Belle Arti, presso la sede dell'Accademia di Belle Arti di L'Aquila. Nell'occasione, il Presidente della Conferenza, professor Eugenio Carlomagno, ha sottolineato la necessità di realizzare interventi urgenti per il rilancio del settore, rappresentando al contempo le problematiche connesse all'adozione del regolamento sulla programmazione atteso da tempo dalle Accademie, per poter sostituire un decennio di sperimentazione con un ordinamento definitivo. La Presidente Aprea ha rappresentato la propria disponibilità in tale senso. Dopo aver presentato la delegazione ed illustrato gli scopi della missione, ha espresso l'auspicio che il drammatico evento che le popolazioni aquilane si trovano a vivere possa essere funzionale ad accrescere la capacità e professionalità del territorio. Il Presidente della Provincia di L'Aquila, Stefania Pezzopane, ha quindi rimarcato lo straordinario impegno che ha consentito la riapertura dell'Accademia sin dalla prima settimana successiva all'evento sismico. Ha sottolineato peraltro la carenza di alloggi per gli studenti, mancanza che espone il territorio al rischio della perdita di una ampia fetta di popolazione studentesca. Ha infine posto l'accento sull'alto rilievo istituzionale della visita della Commissione, che ha rivestito una eccezionale importanza per la città di L'Aquila, primariamente città della cultura. È quindi intervenuto il Presidente del Conservatorio di L'Aquila, dottor Rinaldo Tordera, che ha rilevato l'opportunità di intervenire tempestivamente in ambito normativo anche al fine di creare strutture di livello europeo, soprattutto laboratori, ricordando peraltro che, in seguito alla tragica alluvione di Firenze, è stato possibile ricostruire una delle città più belle del Paese, soprattutto grazie al concorso delle istituzioni. Al termine, tutti i rappresentanti delle Accademie intervenuti si sono dichiarati disponibili a collaborare con il comune di L'Aquila alle attività di restauro necessarie.
4. La missione è proseguita quindi con l'incontro della delegazione della Commissione cultura con il rettore dell'Università di L'Aquila, professor Ferdinando di Orio, presso la Facoltà di Scienze di Coppito. Dopo un saluto di benvenuto, il professor di Orio ha ricordato il ruolo di città universitaria da sempre ricoperto da L'Aquila, che ha una popolazione che si aggira intorno ai sessantamila abitanti, ai quali si aggiunge circa un terzo di studenti. Ha rilevato pertanto che se l'università non riparte, non riparte nemmeno la città. Il rettore ha ricordato, in particolare, che sono stati svolti gli esami della sessione in corso, ma la situazione resta gravissima, se si tiene conto dei cinquantacinque studenti universitari deceduti e della quasi totalità delle strutture universitarie che risultano inagibili o che sono state distrutte. Il centro storico, il Rettorato, i dipartimenti di area umanistica sono infatti andati completamente perduti sotto il sisma del 6 aprile. Il professor di Orio ha ricordato che il polo di Coppito, dove si è svolto l'incontro, è un polo scientifico ed è l'unico operativo. Si è soffermato quindi sul fatto che i laboratori sono chiusi e che la facoltà di medicina e l'Ospedale hanno riportato seri danni, osservando peraltro che, allo stato attuale, la maggiore difficoltà da affrontare è costituita dalla mancanza di strutture da destinare a residenze universitarie. Ha infine accolto con spirito molto positivo l'accordo di programma con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e con

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l'Eni per la creazione di un centro di ricerca, nonché la disponibilità dell'Università Uninettuno a fornire la propria assistenza gratuita all'Università.
La Presidente Aprea ha quindi rappresentato la disponibilità della Commissione a farsi portatrice delle istanze espresse dal rettore con un supporto concreto alle richieste manifestate, a partire dalla presentazione di una risoluzione sottoscritta da tutte le forze politiche che impegni il Governo a ricreare in tempi brevi le strutture universitarie all'interno delle quali costruire alloggi e strutture sportive adeguate per gli studenti. Il rettore dell'università Uninettuno, professoressa Garito, ha quindi sottolineato come il progetto predisposto dal Consorzio Nettuno sia già stato organizzato per fornire all'università aquilana gli strumenti in grado di sostituire la docenza e la frequenza universitaria a breve tempo. Sono quindi intervenuti i deputati Mazzarella e Coscia, i quali, interloquendo con il rettore dell'Università di L'Aquila, professor di Orio, si sono soffermati sulla ricostruzione dell'Università e sui tempi previsti, considerato peraltro che vi sono ben ventiduemilacinquecento studenti in attesa di sistemazione. Il professor Pierangelo Marcati, consigliere di amministrazione del Consorzio Nettuno per l'Università di L'Aquila, ha sottolineato l'importanza dell'accesso a banda larga per gli studenti, per favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie per gli studenti, anche nella fase di utilizzo del sistema informatico predisposto dall'università.
5. La delegazione ha quindi svolto un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali più rappresentative dell'Abruzzo (FLC-CGIL, CISL Scuola, UILScuola, SNALS-Confsal e GILDA Insegnanti), presso il campo mensa Murata Gigotti di Coppito. Dopo il pranzo presso lo stesso campo mensa, i delegati sindacali hanno infatti sottoposto alla Commissione la richiesta di apportare alcune modifiche al decreto-legge n. 39 del 28 aprile 2009, finalizzate ad introdurre alcuni correttivi al predetto decreto per meglio fronteggiare la gravità della situazione scolastica abruzzese. Nel corso dell'incontro, sono quindi intervenuti il sindaco di L'Aquila, Massimo Cialente, ed il presidente della Provincia di L'Aquila, Stefania Pezzopane. Non ha potuto invece partecipare all'incontro il vicepresidente del Consiglio regionale Giorgio De Matteis, impegnato in quelle ore nei lavori consiliari, che ha comunque trasmesso i propri saluti alla delegazione parlamentare, ringraziandola per la solidarietà trasmessa alle popolazioni colpite dal sisma, a nome di tutto il consiglio regionale. La delegazione si è quindi trasferita nel centro storico della città, insieme ai vigili del fuoco di L'Aquila, per verificare la gravità degli effetti del terremoto in quelle aree. Sono quindi stati visitati i principali siti che hanno subito danni, quali le chiese di S. Pietro, S. Marco, S. Agostino, nonché la Prefettura, la Casa dello studente in via XX Settembre, i portici, la piazza del Duomo. È stato riscontrato, pertanto, il faticoso e significativo lavoro condotto dalle molteplici forze impegnate nell'emergenza, alle quali la Presidente Aprea, a nome di tutta la Commissione, ha rivolto un ringraziamento sentito, esprimendo loro profonda solidarietà.
La delegazione della Commissione si è quindi recata presso la Fortezza Spagnola, per verificare i danni da questa riportati, anche allo scopo di seguirne specificamente l'opera di restauro attraverso gli ordinari strumenti parlamentari. La delegazione parlamentare è stata quindi seguita nella visita dal Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici dell'Abruzzo, architetto Maurizio Galletti, dalla direttrice regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo, dottoressa Anna Maria Reggiani, nonché dall'architetto Antonio Di Stefano, rappresentante della Soprintendenza medesima, i quali hanno provveduto ad illustrare gli ingenti danni riportati sia dal Museo, sia dalla struttura ottocentesca dell'edificio. È stato così possibile accertare come la struttura, sebbene appaia dall'esterno meno compromessa di altre, risulti ancora inagibile. Tutti gli uffici in essa dislocati sono stati infatti evacuati, con un aggravio per l'attività

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di coordinamento delle opere di restauro. È stata pertanto rappresentata l'esigenza di un realizzare in tempi utili interventi in grado di far ripartire le attività del castello. Il deputato Granata, a nome di tutti i componenti della delegazione, ha quindi manifestato l'impegno della Commissione a favorire un rapido recupero della Fortezza, allo scopo di poterla restituire alla popolazione aquilana in tempi compatibili con il recupero della sua piena funzionalità.
6. La delegazione della Commissione ha quindi concluso la visita, rinnovando con entusiasmo l'intendimento, condiviso da tutti i suoi componenti, di impegnarsi a seguire le varie attività di recupero e ripristino della Fortezza. In tale occasione, i deputati Frassinetti, Goisis e Zazzera hanno espresso infine l'auspicio che la città possa tornare al più presto alla normalità e che la drammatica esperienza vissuta possa trasformarsi in una occasione di rilancio della realtà locale, dal punto di vista produttivo non meno che da quello culturale. La Presidente Aprea ha quindi rappresentato la piena volontà di essere vicini al cammino che la città dovrà compiere nei prossimi mesi, contribuendo - mediante i canali che la Commissione potrà attivare -, a fornire un apporto fattivo in tal senso, monitorando e favorendo la speditezza degli interventi necessari, in particolare, in ambito scolastico e universitario, nonché nelle attività di restauro di beni culturali.

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ALLEGATO 5

5-00803 Ghizzoni: Inserimento della musica quale materia obbligatoria nelle scuole secondarie superiori.

TESTO DELLA RISPOSTA

La Raccomandazione del Consiglio d'Europa richiamata dall'Onorevole interrogante (2006/962/CE) mira ad individuare un insieme di competenze chiave ritenute essenziali e basilari per l'apprendimento permanente. Ne sono state individuate otto di cui 4: la comunicazione nella lingua madre, nelle lingue straniere, la competenza matematica e di base nelle scienze tecnologiche e la competenza digitale sono ritenute essenziali. Le altre 4: imparare ad imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturale sono qualificate come competenze «trasversali» che sostengono il progetto di apprendimento lungo tutto l'arco della vita.
In tale quadro la «musica», come anche altre manifestazioni dell'arte e del pensiero, è indicata nell'area trasversale che al punto 8 recita testualmente «consapevolezza dell'importanza dell'espressione creativa di idee, esperienze ed emozioni in un'ampia varietà di mezzi di comunicazione, compresi la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive». In questa area si evidenziano una serie di strumenti culturali e artistici diretti a far maturare una generale consapevolezza dell'identità culturale locale, nazionale ed europea della persona e a far sviluppare abilità creative per la realizzazione di profili professionali utili per l'elaborazione di nuove opportunità sociali ed economiche.
La portata formativa delle espressioni artistiche come la musica, le arti dello spettacolo, la letteratura e le arti visive è certamente coerente con tali finalità.
Ciò premesso, l'inserimento della musica nelle scuole secondarie superiori è affrontata nell'ambito dell'applicazione dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n.133 che, com'è noto, individua un quadro organico di interventi e misure per lo sviluppo e l'ammodernamento del sistema scuola, compresa la revisione degli ordinamenti, dei piani di studio e dei quadri orari nei diversi ordini di scuola.
In sede di definizione dei curricoli del secondo ciclo d'istruzione, attualmente in corso, l'esigenza di dare all'insegnamento della musica il dovuto rilievo è tenuta in considerazione al fine di rispondere alle richieste dei cittadini e alle raccomandazioni del Consiglio d'Europa e ciò non solo nel liceo musicale e coreutico e nel liceo delle scienze umane in cui tale insegnamento è obbligatorio, ma, con opzionalità, anche negli altri percorsi liceali.

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ALLEGATO 6

5-01050 De Pasquale: Sui criteri che determinano la chiamata diretta e le assunzioni di docenti universitari in base al decreto-legge n. 180 del 2008.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito all'interrogazione illustrata dall'On. interrogante parlamentare indicata in oggetto si riferisce che l'articolo 1, comma 9, della legge n. 230 del 4 novembre 2005, recante norme in materia di chiamata diretta, per la copertura di posti di professore di I e II fascia, di studiosi stabilmente impegnati all'estero e dei cosiddetti «cervelli rientrati», è stata recentemente modificato dall'articolo 1-bis (Disposizioni in materia di chiamata diretta e per chiara fama nelle università) del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, convertito, con modificazioni, nella legge 9 gennaio 2009, n. 1.
La predetta norma ha introdotto innovazioni in senso migliorativo rispetto alla precedente disciplina.
È, infatti, stata estesa la possibilità di autorizzare la chiamata diretta ai ricercatori universitari, consentendo di disporre i provvedimenti autorizzatori in stretta correlazione con il livello delle competenze didattiche, scientifiche e di ricerca acquisite e congrue rispetto al posto per il quale la chiamata stessa viene proposta.
Sono anche stati precisati i requisiti prescritti al fine di consentire alle università interessate di accertare se esistono i presupposti per formulare le predette proposte al Ministero, precisando, in particolare, che gli studiosi per i quali si propone la chiamata diretta devono essere stabilmente impegnati all'estero in attività di ricerca o di insegnamento a livello universitario da almeno un triennio, che devono ricoprire una posizione equipollente in istituzioni universitarie estere o che abbiano svolto, per chiamata diretta autorizzata dal Ministero, nell'ambito del programma di rientro dei cervelli, un periodo di almeno tre anni di ricerca e di docenza nelle università italiane e conseguito risultati scientifici, come già detto, congrui rispetto al posto per il quale ne viene proposta la chiamata.
Si ritiene, pertanto, che le problematiche espresse circa le eventuali disparità di trattamento tra i docenti, siano state positivamente risolte con l'introduzione della nuova norma.

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ALLEGATO 7

5-01273 Coscia: Sulla nuova denominazione dei licei con indirizzo socio-umanistico.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come ricorda l'Onorevole interrogante l'indirizzo di scienze sociali è un corso di origine sperimentale che si è diffuso sul territorio nazionale dopo la soppressione del corso di istituto magistrale per effetto del decreto interministeriale 10 marzo 1997.
Nel curricolo di questo indirizzo sono contenute discipline attinenti all'area linguistico-letteraria, all'area storico-giuridico-economica e a quella scientifico-matematica tra le quali scienze della terra, scienze sperimentali.
Tanto nel progetto originario quanto in quello del progetto autonomia si innestano le varianti dovute all'applicazione della quota del 20 per cento del monte orario annuale riservata all'istituzione scolastica; in circa il 30 per cento delle scuole interessate alla sperimentazione si studia il latino in luogo della seconda lingua straniera. Consistenti sono gli apprendimenti relativi alle scienze sociali e alla filosofia.
Con riguardo alle compresenze dei docenti occorre tener conto del piano programmatico elaborato ai sensi dell'articolo 64, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 8 agosto 2008, n. 133.
Com'è noto all'Onorevole interrogante è attualmente ancora in corso, per chiudersi in tempi brevi, la definizione dei percorsi dei nuovi licei, da adottarsi ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n 112, convertito dalla legge 8 agosto 2008, n. 133.
La prevista revisione potrà comportare modifiche dei percorsi liceali così come definiti dal decreto legislativo n. 226 del 17 ottobre 2005.
Al fine di accompagnare e sostenere le innovazioni riguardanti il riordino dei licei, in costante dialogo con le istituzioni scolastiche interessate, è stato costituito un apposito gruppo tecnico al quale vengono sottoposte le istanze provenienti dalle scuole, dal mondo della cultura e dalle istituzioni.
Nel corso dei lavori finalizzati al perfezionamento dei suddetti percorsi sarà esaminata con la dovuta attenzione la proposta di cambiare la denominazione del «liceo delle scienze umane» con quella di «liceo delle scienze umane e sociali».
Comunque, nel liceo delle scienze umane, così come definito dal decreto legislativo n. 226 del 2005, sono compresi negli obiettivi specifici di apprendimento gli insegnamenti riferibili alle «scienze sociali» quali psicologia, pedagogia, sociologia, antropologia. Si tratta quindi di potenziare sotto il profilo orario e contenutistico l'insegnamento delle scienze umane, che comprende anche «scienze sociali». Sarà anche presa in considerazione l'ipotesi di inserire tra le discipline obbligatorie l'insegnamento di diritto ed economia. Dovrà tuttavia essere garantita l'acquisizione da parte dello studente degli elementi essenziali della cultura liceale, come definita nel decreto legislativo n. 226 del 2005.

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ALLEGATO 8

5-01282 Lenzi: Chiarimenti sul tempo scuola al primo anno della scuola elementare.

TESTO DELLA RISPOSTA

Rispondo all'interrogazione dell'Onorevole Lenzi n. 5-01282, concernente gli organici del personale della scuola per il prossimo anno scolastico con particolare riguardo alle dotazioni organiche delle scuole dell'Emilia-Romagna.
Per ciò che concerne le dotazioni organiche a livello nazionale, confermo quanto già riferito in questa stessa sede il 21 maggio scorso rispondendo all'interrogazione dell'Onorevole Cavallaro n. 5-01232.
Come già fatto presente nella suddetta occasione, lo schema di decreto interministeriale sulle dotazioni organiche del personale docente per l'anno scolastico 2009-2010 tiene conto di quanto stabilito dall'articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. Esso è il risultato di un articolato e ponderato lavoro di analisi e di elaborazione di dati ed elementi per l'individuazione delle diverse esigenze gestionali ed operative e la quantificazione del personale occorrente per il corretto funzionamento del sistema d'istruzione.
Al fine di garantire una maggiore stabilità delle platee scolastiche e del personale docente interessato ed anche a tutela della continuità didattica e della qualità del servizio, la riduzione apportata in organico di diritto è stata di 37.100 unità, con un recupero di 5.000 posti rispetto all'obiettivo di riduzione di 42.100 posti che era stato previsto per l'anno scolastico 2009/2010.
La ripartizione a livello regionale dell'organico complessivamente definito è stata effettuata sulla base dei dati e degli elementi che concorrono alla definizione delle risorse necessarie per il corretto funzionamento del sistema d'istruzione nelle sue diverse articolazioni, tenendo altresì conto delle specifiche esigenze dei comuni montani, delle piccole isole, delle aree particolarmente esposte a situazioni di disagio e precarietà, comprese quelle edilizie, nonché dei contesti con un rilevante numero di alunni con cittadinanza non italiana.
Gli uffici scolastici regionali sono stati invitati, nella fase di assegnazione delle risorse alle singole province, a coinvolgere opportunamente le regioni e gli enti locali e a tener conto delle specifiche esigenze delle diverse tipologie e condizioni di funzionamento delle istituzioni scolastiche, nonché delle innovazioni introdotte dagli atti applicativi dell'articolo 64 del citato decreto-legge n.112 del 2008.
A livello delle singole istituzioni scolastiche, un ruolo fondamentale spetta alle stesse istituzioni scolastiche, per la piena valorizzazione degli spazi di flessibilità organizzativa e didattica previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 sull'autonomia. È quindi compito delle istituzioni scolastiche, una volta ricevute le risorse di organico, articolare il tempo scuola secondo criteri e soluzioni più idonei al migliore impiego delle risorse, all'ampliamento del servizio e all'incremento dell'offerta formativa, valorizzando in tal modo le potenzialità derivanti dall'autonomia.
Quanto alla scelta del quadro orario, si è inteso dare alle famiglie la possibilità di optare fra più articolazioni del quadro orario stesso.

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Per quel che concerne il tempo pieno nella scuola primaria, è confermato, nei limiti dell'organico disponibile, il modello di 40 ore settimanali con due insegnanti, eventualmente coadiuvati da insegnanti di religione cattolica e/o di inglese in possesso dei relativi requisiti. Per il prossimo anno scolastico, il numero di posti per il tempo pieno, che resta disciplinato dalla normativa vigente, non ha subito decurtazioni percentuali risultando, anzi, un aumento di posti rispetto all'anno scolastico 2008-2009.
Relativamente al tempo normale, le risorse di organico disponibili consentono di accogliere la maggior parte delle richieste delle famiglie, ivi comprese quelle relative al modello sino a 30 ore. Il fabbisogno dell'organico è stato calcolato moltiplicando per 27 (ore settimanali) il numero complessivo delle classi prime e per 30 (ore settimanali) il numero complessivo delle classi seconde, terze, quarte e quinte, senza tener conto della disponibilità di ore derivante dalla presenza aggiuntiva di insegnanti di religione cattolica e/o di insegnanti specialisti di inglese.
Per la secondaria di primo grado il modello orario normale è di 30 ore settimanali.
Quanto, poi, ai criteri e alle modalità per l'attribuzione dell'organico di sostegno, è richiamato il rapporto tendenziale di un docente ogni due alunni definito nella precedente legislatura ed è confermata la disposizione che prevede, di norma, non più di 20 alunni per classe in presenza di soggetti diversamente abili.
Detto questo in via generale, per quanto concerne gli organici di personale docente di scuola primaria, secondaria di primo e di secondo grado dell'Emilia-Romagna per il 2009/2010, il competente Direttore scolastico regionale ha fatto presente che, nel contesto delle misure previste dalla legge n. 133 del 2000, gli organici di diritto del personale docente della stessa regione hanno subito complessivamente una contrazione di 1019 posti normali. Tale contrazione è stata peraltro parzialmente compensata dall'incremento di 248 posti di sostegno per il 2009/2010 rispetto all'organico di diritto del corrente anno.
Circa, poi, l'esigenza di tener conto delle scelte delle famiglie, per quel che riguarda il tempo scuola, segnatamente le 30 ore e il tempo pieno nella scuola primaria, è stato operato il consolidamento delle classi a tempo pieno, la cui incidenza percentuale in provincia di Bologna è tra le più alte dell'intero territorio nazionale.
Attraverso un'oculata utilizzazione, da parte dei dirigenti scolastici, delle risorse assegnate agli istituti di rispettiva competenza, sarà possibile soddisfare le ulteriori esigenze di un tempo scuola di 40 ore rappresentate dalle famiglie e assicurare il tempo mensa nel modello organizzativo a 40 ore.
L'ampia e capillare diffusione del tempo pieno (3787 classi su 8694 previste per il prossimo anno scolastico), nonché i posti di insegnamento di lingua inglese e di religione cattolica, che si traducono in risorse aggiuntive rispetto al monte ore settimanale dei diversi modelli organizzativi, apriranno ampi spazi di flessibilità organizzativa che potranno anche consentire, laddove necessario, lo svolgimento di attività didattiche in contemporaneità.
Alla luce di queste considerazioni, non hanno ragion d'essere le preoccupazioni espresse dall'onorevole interrogante.
Infatti, relativamente al presunto «azzeramento» dei rientri pomeridiani nella scuola primaria, già in organico di diritto sono state assegnate, in luogo delle 27, le 30 ore settimanali.
È pienamente rispettata l'autonomia didattica ed organizzativa delle istituzioni scolastiche, secondo quanto previsto dal regolamento sull'autonomia emanato con il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 dell'8 marzo 1999.
Inoltre, come risulta da quanto sopra esposto con riferimento alla scuola primaria nella sua completezza, sono stati rispettati i modelli orari ed organizzativi esistenti nelle classi successive alla prima della scuola primaria e nel tempo prolungato della media; per quanto attiene alla

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scuola media saranno attivate tutte la classi a tempo prolungato richieste dalle famiglie, laddove sussistano le condizioni necessarie, che peraltro la recente riforma non ha modificato.
Concludo, quindi, affermando che saranno largamente accolte le richieste dei genitori che hanno iscritto i loro figli al primo anno della scuola primaria chiedendo il tempo scuola di 27, 30 e 40 ore.

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ALLEGATO 9

5-01266 De Biasi: Sulla futura gestione del teatro degli Arcimboldi di Milano e questioni correlate.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'Onorevole De Biasi con la quale vengono poste una serie di questioni concernenti la gestione del Teatro degli Arcimboldi che, come è noto, è un Teatro di proprietà del Comune di Milano.
Voglio anzitutto evidenziare, per quanto di competenza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che al momento il «Teatro alla Scala» non ha rivolto né comunicato alla competente Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo alcuna richiesta formale per la gestione del Teatro in argomento.
Per completezza di informazione, rappresento però che la Fondazione «Teatro alla Scala», interpellata in tal senso, ha comunicato l'esistenza di una ipotesi di affidamento, ad essa, dell'Arcimboldi, finalizzata alla realizzazione di una produzione tipica di una Fondazione Lirico-Sinfonica.
Voglio peraltro evidenziare che già nell'anno 2002 il predetto Teatro è stato utilizzato dalla Fondazione «Teatro alla Scala» per la realizzazione della sua attività, nel corso della ristrutturazione della sua sede storica.
A tal proposito la citata Fondazione ha comunicato che per il trasferimento delle proprie attività presso l'Arcimboldi, ha sostenuto costi pari a curo 9 milioni e 199 mila, lasciando al predetto Teatro beni per un valore di curo 6 milioni e 800 mila in termini di migliorie strutturali, interventi impiantistici, arredi ed impianti.
Nell'anno 2004, alla riapertura del Teatro alla Scala, dopo un periodo di doppia produzione, fino al mese di Luglio 2005, il Teatro degli Arcimboldi è stato riconsegnato al Comune di Milano che non ha mai fatto pervenire alcun rilievo. Nei due anni successivi, inoltre, il Teatro alla Scala insieme al Piccolo Teatro di Milano ed alla Fondazione Pomeriggi Musicali, ha contribuito alla gestione dell'Arcimboldi, realizzando in quella sede spettacoli d'opera e di balletto, attività, peraltro, resa possibile dalle condizioni sicuramente «non difficili» in cui il Teatro è stato riconsegnato al Comune.
Ciò premesso, voglio inoltre precisare che l'unico contributo che lo Stato, per il tramite della competente Direzione Generale di questo Ministero, eroga al Teatro della Scala è quello previsto dalla legge 163 del 1985 e dal decreto legislativo n. 367 del 1996, gravante sul fondo unico per lo spettacolo, per l'attività ordinaria posta in essere dalla medesima Fondazione; a questo si aggiunge il contributo previsto dall'articolo 145, comma 87, della legge 388 del 2000, in considerazione del fatto che il Teatro alla Scala è riconosciuto quale Ente di particolare interesse nazionale nel campo musicale.
Sulla base di quanto rappresentato, sottolineo che la citata Direzione Generale non ha in programma di corrispondere al Teatro alla Scala di Milano alcun ulteriore contributo riferito all'attività descritta dall'Onorevole interrogante, anche alla luce della situazione di particolare criticità in cui versa il Fondo unico per lo spettacolo.
Voglio infine evidenziare che, in ogni caso, ai sensi dell'articolo 3 del Decreto legislativo n. 367 del 1996 le Fondazioni per il perseguimento dei propri fini provvedono

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direttamente alla gestione dei teatri loro affidati conservandone il patrimonio storico culturale, e realizzano, anche in sedi diverse, in territorio nazionale o all'estero, spettacoli lirici, di balletto e concerti.
I predetti Enti possono altresì svolgere, in conformità agli scopi istituzionali, attività commerciali ed accessorie, operando secondo criteri di imprenditorialità ed efficienza e nel rispetto del vincolo di bilancio.