CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 aprile 2009
170.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO
Pag. 73

ALLEGATO 1

5-01269 Duilio: Utilizzo risorse della politica di coesione e sviluppo regionale comunitaria destinate all'Italia

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'interrogazione in Commissione n. 5-01269 l'onorevole Duilio ed altri pongono quesiti in ordine ai fondi strutturali.
Al riguardo, si fa presente che dai dati di monitoraggio aggiornati al 31 dicembre 2008, risulta un valore medio complessivo di spesa di oltre il 94 per cento rispetto ai costi totali programmati per il periodo 2000/2006. In tale ambito, i programmi dell'obiettivo 1, riguardanti le Regioni del Mezzogiorno registrano, in media, una percentuale di spesa lievemente inferiore (93,6 per cento dei costi), mentre i programmi dell'obiettivo 2, relativo alle aree del centro-nord, evidenziano una percentuale media di spesa che supera il 100 per cento dei costi. Performance inferiori di spesa infine, si rilevano per gli interventi dell'obiettivo 3 - Fondo sociale europeo Regioni centro-nord (95,5 per cento dei costi), e per i programmi cosiddetti «fuori obiettivo» (interventi in più settori che riguardano tutto il territorio nazionale) che registrano una percentuale media di spesa dell'86,8 per cento dei costi.
In termini assoluti, rispetto al costo programmato per i predetti programmi, di 64,3 miliardi di euro, per l'intero periodo 2000/2006, il residuo da spendere entro il 30 giugno 2009 è pari a 4,3 miliardi di euro.
Sulla base di tali elementi, si può ragionevolmente ritenere, a meno di situazioni particolari ad oggi non prevedibili, che non vi siano rischi di significativi disimpegni finanziari da parte di Bruxelles nei confronti dei programmi italiani, tenuto anche conto dello sforzo che le Amministrazioni centrali e regionali titolari dei programmi stanno ponendo in essere per massimizzare l'utilizzo delle risorse in questione entro il richiamato termine di ammissibilità delle spese del 30 giugno 2009.
Occorre, altresì, considerare che le Amministrazioni sono fortemente impegnate a dare impulso anche alla fase di avvio degli interventi relativi alla programmazione 2007/2013, con una sovrapposizione di adempimenti per le strutture preposte alla gestione, rendicontazione e controllo delle azioni a livello operativo.
Sulla questione, il Ministero dello Sviluppo Economico, competente in materia, ha fornito i seguenti elementi informativi corredati delle allegate tabelle:
In riferimento all'interrogazione n. 5-01269, presentata dall'onorevole Duilio e in calendario questa settimana in V Commissione Bilancia, si riscontra quanto segue.

1. Fondi strutturali - Programmazione 2000-2006 - Stento di attuazione finanziaria.

I pagamenti Effettuati per l'attuazione dei progetti finanziati dal Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 1, rilevati al 28 febbraio 2009, hanno raggiunto nel complesso il 94,3 per cento del totale delle risorse disposizione per l'intero periodo (cfr. tabella 1).
Tale risultato è frutto di performance piuttosto differenziate (dal 104 per cento del PON Trasporti all'83 per cento del PON Pesca). Per alcuni Programmi Regionali in particolare è evidente la necessità di una forte accelerazione della spesa per conseguire l'integrale utilizzo delle risorse.

Pag. 74

I pagamenti effettuati per l'attuazione dei progetti finanziati dal Programmi FESR nelle, Regioni dei Centro-Nord (DOCUP Ob2), alla data del 31 dicembre 2008, hanno superato nel complesso di oltre 3 punti percentuali il totale delle risorse a disposizione per l'intero periodo, (cfr. tabella 2).
In molti casi si registra una capacità di spesa superiore all'importo programmato, dei restanti Programmi, la quasi totalità è vicina al 100 per cento.
I pagamenti effettuati per l'attuazione dei progetti finanziati dai Programmi FSE del Contro-Nord (Ob3), alla data del 31 dicembre 2008, hanno raggiunto, in media, poco più del 95 per cento del totale delle risorse disposizione per l'intero periodo (cfr. tabella 3).
Anche in questo caso si evidenzia un risultato alquanto differenziato tra le diverse Regioni che rende necessaria una forte accelerazione soprattutto nelle Regioni ancora al di sotto del 90 per cento.

Tabella 1 - Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006 - Obiettivo 1
Importi in euro

Intervento Contributo Totale
(a)
Attuazione finanziaria-Pagamenti
Valore assoluto
(b)
Valore perc.
(b/a)
PON ATAS517.101.147,000501.789.789,4697,0%
PON Pesca277.383.357,000230.350.850,9583,0%
PON Ricerca2.267.330.812,0002.121.808.674,9993,6%
PON Scuola per lo Sviluppo830.014.570,98819.283.187,0998,7%
PON Sicurezza1.225.836.571,0001.180.881.112,1896,3%
PON Sviluppo4.452.842.857,0004.253.114.414,7295,5%
PON Trasporti4.520.161.290,0004.734.440.034,74104,7%
Totale PON 14.090.670.604,9813.841.668.064,1398,2%
POR Basilicata1.696.070.000,0001.662.462.442,4498,0%
POR Calabria4.034.497.392,0003.740.539.349,6992,7%
POR Campania7.748.172.780,0006.728.003.275,4486,8%
POR Molise467.999.190,000464.152.614,0799,2%
POR Puglia5.230.635.739,0005.074.787.935,2897,0%
POR Sardegna4.191.934.954,0003.924.284.382,5693,6%
POR Sicilia8.459.909.318,0007.887.138.368,0593,2%
Totale POR 31.829.219.373,0029.481.368.367,5392,6%
Totale QCS 45.919.889.977,9843.323.036.431,6694,3%
Pag. 75

Tabella 2 - Obiettivo 2
Importi in euro

Intervento Contributo Totale
(a)
Attuazione finanziaria-Pagamenti
Valore assoluto
(b)
Valore perc.
(b/a)
Docup Abruzzo546.600.125,000536.046.659,7398,1%
Docup Emilia_Romagna263.804.866,000340.435.902,15129,0%
Docup Friuli Venezia Giulia335.758.981,000360.149.550,74107,3%
Docup Lazio884.433.902,000846.590.228,5995,7%
Docup Liguria694.481.800,000666.459.250,1196,0%
Docup Lombardia421.037.469,000406.676.651,4696,6%
Docup Marche346.974.875,000343.460.230,8899,0%
Docup P.A. Bolzano67.639.646,00075.738.965,03112,0%
Docup P.A. Trento58.692.344,00060.041.514,300102,3%
Docup Piemonte1.290.973.667,0001.315.225.893,49101,9%
Docup Toscana1.233.251.481,0001.301.858.967,900105,6%
Docup Umbria400.201.037,000361.312.266,2890,3%
Docup Valle d'Aosta41.870.658,00062.227.184,47148,6%
Docup Veneto596.858.548,000740.756.996,100124,1%
Totale 7.182.579.399,007.416.980.261,23103,3%

Tabella 3 - Obiettivo 3
Importi in euro

Intervento Contributo Totale
(a)
Attuazione finanziaria-Pagamenti
Valore assoluto
(b)
Valore perc.
(b/a)
P.O.R. Abruzzo406.567.379,000352.460.036,3486,7%
P.O.R. Emilia_Romagna1.324.194.714,0001.318.877.638,10099,6%
P.O.R. Friuli Venezia Giulia371.831.680,000426.699.510,34114,8%
P.O.R. Lazio902.041.981,000742.219.028,7482,3%
P.O.R. Liguria371.379.460,000376.186.553,85101,3%
P.O.R. Lombardia1.582.862.831,0001.533.069.175,40096,9%
P.O.R. Marche291.951.816,02272.914.835,2693,5%
P.O.R. Piemonte1.065.330.775,0001.019.950.605,9595,7%
Pag. 76

Importi in euro

Intervento Contributo Totale
(a)
Attuazione finanziaria-Pagamenti
Valore assoluto
(b)
Valore perc.
(b/a)
P.O.R. Bolzano207.864.926,000209.301.132,61100,7%
P.O.R. Trento230.381.834,000253.653.865,69110,1%
P.O.R. Toscana705.004.230,000698.323.322,4399,1%
P.O.R. Umbria232.164.044,000222.583.527,7495,9%
P.O.R. Valle d'Aosta93.248.981,00088.375.101,1894,8%
P.O.R. Veneto872.405.697,000783.049.326,0389,8%
P.O.N. Azioni di Sistema440.442,855,65394.823.110,0289,6%
Totale 9.097.673.203,678.692.486.769,6895,55%

2. Esecuzione del bilancio comunitario.

Al 28 febbraio 2009 i rimborsi effettivamente acquisiti dall'Italia nell'ambito della Politica di Coesione per tutti gli obiettivi e tutti i Fondi strutturali sono pari all'87 per cento delle risorse comunitarie attribuite al Paese. Tuttavia se si calcolassero i rimborsi già maturati a valere sulle richieste già formalizzate alla Commissione europea ma non ancora da questa rimborsate, tale ammontare salirebbe al 94 per cento (cfr. tabella 4).

Tabella 4 - Programmazione 2000/2006 - esecuzione del Bilancio comunitario
Importi in euro

 Rimborsi
reali
Rimborsi
teorici
Obiettivo Quota UE
(1)
Pagato da UE
(2)
Maturato UE
(3)
Anticipo UE
(4)
5=2/1 6=(3+4)/1
FUORI OBIETTIVO782.651.907688.776.448668.833.95354.467.000088,01% 92,42%
OBIETTIVO 123.870.171.58920.429.711.16620.803.120.5711.514.672.530085,59% 93,50%
OBIETTIVO 22.721.000.00002.550.732.6242.503.736.129182.560.000093,74% 98,72%
OBIETTIVO 34.055.805.20003.675.591.17003.580.954.805272.099.03390,63% 95,00%
URBAN 114.122.959101.717.464103.647.0518.036.000089,13% 97,86%
Totale31.543.751.65527.446.528.87227.660.292.5092.031.834.56387,01% 94,13%

3. Programmazione 2007/2013 - Stato di attuazione al 31 dicembre 2008.

Al 31 dicembre 2009, data della prima applicazione della regola del disimpegno automatico, l'Italia dovrà spendere e certificare alla Commissione europea un importo pari complessivamente a 3.835 milioni di euro per tutti i Programmi FESR e FSE a valere sui tre obiettivi (2.625 per l'obiettivo Convergenza; 1.185 per l'obiettivo Competitività regionale e Occupazione; 25 per l'obiettivo Cooperazione territoriale).
Sulla base dei dati al 31 dicembre 2008, la distanza da questi valori obiettivo appare rilevante salvo, limitate eccezioni. Ciò a causa di un ritardo generalizzato, pe

Pag. 77

raltro comune alla maggioranza degli Stati membri, come risulta dallo scambio di informazioni con i nostri partner europei sul punto. Tale ritardo è in parte influenzato sia dalla eccessiva numerosità e complessità degli adempimenti previsti dai nuovi regolamenti comunitari, sia dal prolungamento delle attività di chiusura della programmazione 2000/2006, prorogata, come noto in tutti gli Stati membri, al 30 giugno 2009.
I dati di attuazione oggi disponibili non riflettono pienamente l'effettiva mobilitazione progettuale intercorsa dal 2007 in poi, dovendosi ancora chiudere contabilmente la programmazione 2000-2006 e quindi quantificare in via definitiva i progetti che resteranno imputati a quest'ultima. Tuttavia, pur considerando la sottostima della capacità di attuazione che può derivare questa circostanza, è innegabile che si è in presenza di un preoccupante ritardo. Rispetto a questa situazione il Ministro ha dato precise indicazioni al Dipartimento per la coesione per un rafforzamento delle attività di sorveglianza e supporto alle amministrazioni titolari di programmi cofinanziati. È in programma un fitto calendario di incontri per individuare le criticità specifiche e definire le misure correttive.
Peraltro, assieme alla Commissione europea, alcuni incontri sono già stati svolti e hanno permesso di definire una tabella di marcia. Il rispetto di questa tabella di marcia è condizione essenziale per conseguire l'inderogabile obiettivo di acquisire integralmente tutte le risorse comunitarie in scadenza a fine anno (a fronte dei 3.835 milioni di euro di spesa complessiva, le risorse comunitarie soggette a disimpegno ammontano a 1.790 milioni di euro).

Tabella 5 - Programmazione 2007-2013 - Stato di attuazione al 31 dicembre 2008
Importi in euro

 Spesa da certificare entro il 31/12/2009 Pagamenti Spesa residua entro il 2009
Totale di cui UE v.a. %
Obiettivo Fondo A B C E=A-C F=E/A
ConvergenzaFESR2.1771.0782591.91888,1%
FSE44821614934476,9%
Totale2.6251.2954092.26286,2%
CompetitivitàFESR65125412254283,4%
FSE53422117536367,9%
Totale1.18547529790576,4%
CooperazioneFESR2520 25100,0%
Totale 3.8351.7907053.19283,2%
Pag. 78

ALLEGATO 2

Relazione dell'onorevole Giudice sulla partecipazione all'Incontro interparlamentare sul futuro della politica di coesione dopo il 2013 svoltosi a Bruxelles l'11 febbraio 2009

Alla riunione, organizzata dalla Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo, hanno partecipato i rappresentanti di 18 Parlamenti nazionali (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito, Repubblica ceca, Ungheria). La delegazione italiane di cui ero componente era altresì composta dal senatore Luigi Lusi, Vice-Presidente della Commissione Bilancio e programmazione economica del Senato.
All'incontro ha altresì partecipato Dirk Ahner, Direttore generale della DG politica regionale della Commissione europea, il quale ha ricordato che, al momento, la Commissione non ha intenzione di presentare proposte concrete sul futuro della politica di coesione, anche se il tema verrà trattato nella comunicazione sulla revisione del bilancio comunitario, attesa per giugno 2009.
Per agevolare il dibattito, la Commissione stessa ha incaricato un gruppo di esperti (coordinati dall'italiano Fabrizio Barca) di preparare uno studio sulla situazione attuale e sulla possibile evoluzione delle dinamiche di sviluppo regionale all'interno dell'Unione.
In rappresentanza della Presidenza ceca dell'UE sono interventi Ivo Barek, Presidente della Commissione per la Pubblica amministrazione, lo Sviluppo regionale e l'Ambiente del Senato ceco, e Emil Horcicka, Direttore generale del Ministero dello sviluppo regionale della Repubblica ceca. Entrambi hanno sottolineato che tra le priorità della Presidenza ceca rientrano la semplificazione delle norme relative alla politica di coesione e la conclusione del dibattito sulla coesione territoriale. I rappresentanti della Presidenza ceca hanno inoltre ricordato che in aprile verrà organizzato un Consiglio dei ministri informale dell'UE proprio sui temi dello sviluppo regionale.
Alla riunione è intervenuto anche un rappresentante della prossima Presidenza svedese dell'UE (1o luglio-31 dicembre 2009), e precisamente Mrs. Marie Weibull Kornias, membro della Commissione Industria e Commercio del Parlamento svedese. Nel suo intervento, pur ribadendo che l'obiettivo principale della politica di coesione rimane il superamento delle disparità regionali, ha sottolineato l'opportunità di adeguare la politica di coesione alle nuove sfide della globalizzazione, con particolare riferimento ai temi dell'energia, dell'ambiente e del cambiamento climatico.
La discussione tra i rappresentanti dei Parlamenti nazionali e i membri della Commissione del Parlamento europeo si è incentrata su cinque aspetti principali:
obiettivi generali della politica di coesione;
sinergia e coordinamento delle politica di coesione con le politiche nazionali e con le altre politiche comunitarie;
miglioramento della governance e del sistema di partenariato (UE-Stati nazionali, pubblico-privato);
approfondimento del concetto di coesione territoriale e della cooperazione transfrontaliera;

semplificazione delle procedure amministrative.

Pag. 79

Riguardo al primo punto (obiettivi generali della politica di coesione), dal dibattito è emerso un sostanziale consenso sui seguenti elementi:
la politica di coesione deve continuare a fondarsi su un principio di solidarietà, e pertanto deve beneficiare in primo luogo le regioni in ritardo di sviluppo. Di conseguenza, è da respingere qualsiasi tentativo di rinazionalizzazione delle politiche di coesione;
lo scopo principale della politica di coesione deve rimanere la riduzione delle disparità regionali, con particolare attenzione al settore dell'occupazione, della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Tuttavia, si pongono all'attenzione una serie di nuove sfide sovranazionali: il cambiamento demografico (diminuzione della natalità e relativo fenomeno dell'invecchiamento della popolazione) e il suo impatto sui fenomeni di spopolamento delle campagne e correlata urbanizzazione; la sicurezza dell'approvvigionamento energetico; i fenomeni migratori; il cambiamento climatico; la concorrenza esercitata dalle economie dei Paesi emergenti;
la politica di coesione deve integrarsi, in modo complementare e non sostitutivo, con la Strategia di Lisbona per l'occupazione e la Strategia di Göteborg per lo sviluppo sostenibile. In altri termini, i tre settori di intervento devono concorrere allo stesso obiettivo di promuovere la prosperità economica dell'UE, mantenendo tuttavia nettamente distinti gli strumenti finanziari di cui si avvalgono;
le regioni che godono di regimi di sostegno transitorio (phasing out e phasing in) devono continuare a beneficiare di tale supporto fino al superamento definitivo delle disparità regionali.

La quasi totalità delle delegazioni intervenute ha inoltre concordato sull'esigenza di assicurare della sinergia e del coordinamento delle politica di coesione con le altre politiche europee e nazionali. In particolare, si è convenuto che:
va rafforzato il coordinamento della politica di coesione con altre politiche comunitarie che hanno un impatto territoriale (in particolare, la politica dei trasporti, l'ambiente, la pesca, l'energia e la ricerca), mantenendo distinte le dotazioni finanziarie; è altresì essenziale, secondo il giudizio della maggior parte degli intervenuti, rivedere il rapporto tra politica di coesione e strategia di sviluppo rurale, rendendolo maggiormente sinergico;
le risorse economiche devono essere concentrate su obiettivi concreti e su settori strategici, sia a livello comunitario sia a livello nazionale. A tal fine, è auspicabile un consolidamento della collaborazione tra le autorità degli Stati membri e quelli dell'UE responsabili della implementazione dei progetti finanziati dalla politica di coesione;

Relativamente al miglioramento della governance della politica di coesione e del partenariato, la maggior parte degli intervenuti ha sottolineato che:
è auspicabile individuare nuove strategie per un maggior coinvolgimento del settore privato; inoltre, sarebbe opportuno sviluppare ulteriormente nuovi strumenti finanziari a beneficio, in particolare, delle piccole e medie imprese;
le autorità degli Stati membri dovrebbero incrementare il ricorso ai nuovi strumenti finanziari messi a disposizione dalla Banca europea per gli investimenti, in particolare le iniziative Jeremie Jaspers e Jessica.

In tema di coesione territoriale e cooperazione transfrontaliera, è emerso un ampio consenso sui seguenti elementi:
la coesione territoriale costituisce uno dei tre pilastri, insieme alla coesione sociale ed economica, della politica regionale comunitaria;
nella elaborazione della politica di coesione dopo il 2013 bisognerà tener conto che talune sfide non possono essere affrontare e superate solo con l'approccio

Pag. 80

nazionale e regionale, ma è necessario intensificare la cooperazione transfrontaliera;
la Strategia per il Mar Baltico, sulla quale Commissione europea presenterà le proprie proposte nel corso del 2009, rappresenta un ottima esempio di come Paesi con problematiche ambientali e socio-economiche similari possano collaborare ai fini dell'individuazione di soluzioni comuni;

Con riferimento alla semplificazione e all'efficienza amministrativa, nel corso del dibattito è stato sottolineato che:
la semplificazione del quadro normativo è essenziale per garantire procedure agili e flessibili nella erogazione dei finanziamenti. In particolare, viene auspicata - ove possibile - una armonizzazione delle regole che disciplinano i diversi Fondi strutturali;
sarebbe necessario assicurare efficacia e, nel contempo, trasparenza nella utilizzazione dei fondi.
la revisione in corso dei regolamenti sui fondi strutturali, dovuta alla crisi economica, costituisce un primo passo nella direzione della semplificazione, analogamente al gruppo di lavoro ad hoc creato dalla Commissione europea a cui partecipano anche rappresentanti degli Stati membri.

Al termine della riunione, il Presidente della Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo, Mr. Gerardo Galeote (PPE-ED), ha enucleato alcune conclusioni:
il dibattito sul futuro della politica di coesione dopo il 2013 deve inquadrarsi nella più ampia discussione sulla revisione della politica di bilancio dell'UE, a riguardo della quale si attende una proposta della Commissione europea entro giugno 2009;
è essenziale valutare l'efficacia e l'efficienza degli attuali strumenti di attuazione della politica di coesione, al fine di individuare le nuove priorità sulla base delle esigenze di ciascuna regione;
allo scopo di effettuare una disamina accurata, fermo restando la centralità del PIL come indicatore principale per stabilire le disparità regionali, è opportuno individuare da subito nuovi parametri di valutazione, di carattere economico, sociale ed ambientale.

Interventi dei rappresentanti italiani.

Nel mio intervento ho posto l'accento su alcuni punti sui quali, come sopra riportato, si è registrato un sostanziale consenso o un'ampia convergenza da parte di numerose delegazioni (soprattutto quelle di Spagna, Portogallo e Grecia).
Dopo aver ricordato che la politica di coesione è uno dei valori cardine della costruzione europea in quanto espressione della solidarietà tra gli Stati membri e fattore imprescindibile per uno sviluppo equilibrato delle regioni europee, ho sottolineato che essa deve rimane una priorità tra le politiche di spesa dell'UE post 2013, evitando qualsiasi rischio di totale rinazionalizzazione di tale politica. A mio avviso, devono inoltre restare fermi alcuni presupposti fondamentali:
il riferimento territoriale non può che continuare ad essere quello regionale;
la politica deve rimanere una politica di sostegno all'occupazione e allo sviluppo delle aree in ritardo. Per questo motivo occorre evitare qualunque tentazione di «lisbonizzazione» ovvero di forzarne le finalità per il perseguimento di altri obiettivi, per i quali si dovrà ricorrere ad latri strumenti politici e finanziari;
la politica di coesione deve continuare ad avvalersi di risorse quanto meno non inferiori a quelle previste nel quadro finanziario vigente;
occorre aumentare in misura significativa le risorse aggiuntive distribuite in base ai meccanismi premiali attualmente previsti;
è necessario che l'UE orienti ciascuno Stato membro a concentrare le risorse su

Pag. 81

un nucleo ristretto di obiettivi e settori ad alto valore aggiunto, in grado di produrre effetti positivi per la crescita delle aree in ritardo, segnatamente le infrastrutture;
occorre semplificare le procedure e i metodi di programmazione e gestione, pur garantendo il rigore dei meccanismi di spesa e di controllo.

Il Senatore Lusi, da parte sua, ha evidenziato che il rafforzamento del legame tra la politica di coesione e la Strategia di Lisbona potrebbe costituire un rischio nella misura in cui si dovesse considerare la coesione come una sorta di «serbatoio finanziario» per le misure previste dalla Strategia.
Il Senatore Lusi ha quindi ricordato come i fondi strutturali costituiscono un elemento significativo del piano europeo di ripresa economica e ha sottolineato che il Trattato di Lisbona attribuirà al PE un forte controllo in materia di fondi strutturali, attraverso l'estensione della procedura di codecisione. Dunque, in prospettiva, il Parlamento europeo e gli stessi Parlamenti nazionali disporranno di nuovi strumenti per estendere la propria influenza su uno dei cardini della strategia di sviluppo dell'UE.
Il Senatore Lusi ha infine concordato sulla necessità di conservare e rafforzare la politica di coesione anche dopo il 2013 e di opporsi alla sua rinazionalizzazione.