CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 aprile 2009
164.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00815 Ghizzoni: Questioni inerenti il concorso pubblico per varie categorie professionali bandito dal MiBac il 18 luglio 2008.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco alle questioni segnalate dall'Onorevole Ghizzoni riguardanti il concorso pubblico per varie categorie professionali bandito dal Ministero e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 luglio 2008.
In merito rappresento innanzitutto che la distribuzione dei posti messi a concorso tra le diverse Regioni e per le diverse professionalità, è stata determinata dalla necessità di ovviare, per quanto consentito, alle più gravi carenze di personale. Gli indicatori che sono stati presi in considerazione per stabilire la predetta distribuzione sono stati il numero degli Istituti, dei luoghi di cultura aperti al pubblico e dei dipendenti in servizio in relazione alle specifiche professionalità messe a concorso. In tal senso evidenzio che le regioni Campania, Lazio, Basilicata come anche Abruzzo, Molise e Sicilia, per il settore degli Archivi, presentano una situazione meno critica rispetto alle altre regioni.
Per quanto concerne l'ipotesi formulata dall'interrogante circa una eventuale inclusione fra i titoli valutabili del curriculum formativo, scientifico e professionale dei candidati, faccio presente che il concorso autorizzato dal Dipartimento della Funzione Pubblica è esclusivamente per esami e non per titoli ed esami. Pertanto il bando di concorso all'articolo 2 ha già definito chiaramente i requisiti per l'ammissione alla procedura concorsuale senza prevedere altri titoli oltre a quelli di studio (laurea e scuola di specializzazione/o dottorato di ricerca), né sono stati definiti criteri per la loro valutazione in quanto non previsti. Per questa ragione, una volta verificato il possesso dei requisiti da parte dei candidati che abbiano superato la prova preselettiva, la graduatoria si baserà sulla votazione conseguita nelle successive prove scritte ed orali relative alla professionalità richiesta e su quanto previsto all'articolo 1 commi 4-6 del bando in tema di riserva di posti e preferenza a parità di merito.
Con riferimento alla segnalata mancata pubblicazione del decreto di nomina delle commissioni esaminatrici, preciso che l'articolo 4 del bando di concorso non prevedeva la pubblicazione, né in Gazzetta Ufficiale né in rete, del decreto di costituzione delle commissioni che, ovviamente, è stato comunque redatto e sottoscritto. A tal proposito giova rappresentare che il 19 novembre 2008 l'Amministrazione ha invece pubblicato sul sito istituzionale la lista delle commissioni per ogni Regione, dalla Calabria al Veneto, accessibile dallo spazio «Concorsi».
Per quanto riguarda la denunciata non aderenza dei quesiti alle competenze delle figure professionali da selezionare, si ricorda che la prova preselettiva in un concorso che vede migliaia di candidati, forniti di titoli professionali o specialistici, mira a selezionare lo spessore medio culturale interdisciplinare, la capacità di orientarsi in ambiti e settori anche non prossimi alla propria disciplina nonché la capacità di reagire con prontezza a problemi insoliti o trascurati. Proprio per questa ragione i quesiti non potevano riguardare l'archeologia, la storia dell'arte, l'architettura o il diritto amministrativo ma, in prevalenza, l'italiano e la storia nonché, in numero minore, l'educazione civica, la logica, la matematica, la geografia e le scienze; si tratta, quindi, della combinazione di una serie di materie utilizzata per valutare la «cultura generale», con un peso maggiore dato, nel caso di specie, all'italiano e alla storia. A tal proposito sottolineo che, per la stessa ragione, si è deciso di gestire unitariamente

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le prove preselettive per la terza Area (architetti, archeologi, storici dell'arte, archivisti, bibliotecari, funzionari amministrativi), dal momento che le competenze specialistiche disciplinari si sarebbero valutate durante il concorso vero e proprio che prevede due prove scritte ed una prova orale.
In merito alla pubblicazione dei quesiti, evidenzio che il 21 ottobre 2008 il Ministero ha pubblicato sul proprio sito web due distinte banche dati per i due livelli dei concorsi, ciascuna composta rispettivamente da 4.000 quesiti. La decisione di pubblicare anche le risposte esatte, rispondeva alla volontà di garantire una serena preparazione ai candidati ma non per abbassare il loro livello di impegno bensì per rendere meno gravosa la indispensabile fase di studio, ritenendosi impossibile una memorizzazione meccanica di 4000 quesiti senza il supporto di una base culturale solida e adeguata.
Al riguardo devo sottolineare che tali metodologie sono utilizzate da numerose altre amministrazioni.
Rilevo, inoltre, che i quesiti con risposte non corrette sono stati eliminati dalle banche dati in via definitiva il 4 novembre e che da quel momento tali banche dati non sono state più modificate. In relazione a ciò sono state fornite puntuali e minuziose informazioni sul sito istituzionale che, contrariamente a quanto affermato dall'interrogante, hanno impedito confusione e approssimazione, permettendo una ordinata gestione del complesso procedimento concorsuale.
Per quanto concerne le problematiche segnalate in merito allo svolgimento degli esami, preciso che:
l'apposizione del codice a barre sul foglio anagrafico e sul foglio risposte è la modalità che si usa in tutte le prove preselettive con quesiti a risposta multipla e viene abitualmente usata nei concorsi della pubblica amministrazione;
all'inizio di ogni sessione di prova, in ciascuna sede, alla presenza dei candidati, è stato generato automaticamente dalla banca dati il set dei quesiti, valido per quella sola sessione, che è stato stampato istantaneamente nel numero di copie necessario per i candidati presenti;
alla fine di ogni sessione, alla presenza dei candidati, è stata stilata la graduatoria anonima con riferimento al codice identificativo del candidato;
alla fine di tutte le sessioni di ciascuna Regione, alla presenza della Commissione, è stata generata la graduatoria nominativa, mantenuta riservata;
non vi è stata alcuna segnalazione da parte degli addetti alla vigilanza, dei Presidenti e dei Commissari dei concorsi nonché dei Responsabili organizzativi delle Direzioni regionali del Ministero, della evenienza, rilevata dall'Onorevole interrogante secondo cui vi sarebbero stati candidati che «hanno dovuto accomodarsi sulle gradinate degli spalti»;

Faccio infine presente che:
gli elenchi degli ammessi a sostenere la prova scritta sono stati pubblicati il 16 gennaio sul sito istituzionale;
l'Amministrazione, al fine di approvare i predetti elenchi, ha verificato i dati pervenuti, insieme ai verbali, da tutte le Commissioni;
è stato predisposto un sito dedicato all'accesso telematico da parte del candidato alla propria prova preselettiva (foglio dei quesiti e foglio risposte);
i tagli previsti dalla legge finanziaria 2009 non si estendono ai posti messi a concorso con il bando in argomento in relazione ai quali l'Amministrazione ha già ottenuto l'autorizzazione ad assumere.

In relazione a quanto esposto ritengo, pertanto, che il Ministero abbia operato nel rispetto dei principi di legittimità e di funzionalità, utilizzando tutti gli strumenti organizzativi più innovativi consentiti dalla legge, che hanno permesso, comunque, di agevolare il rapporto cittadino-amministrazione, di ridurre i tempi procedurali e di avere la massima trasparenza in ogni fase del procedimento.

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ALLEGATO 2

5-00877 Centemero: Sulle richieste dei tersicorei dei principali Corpi di ballo stabili italiani.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco alla richiesta degli Onorevoli interroganti relativa alla questione dell'età pensionabile dei tersicorei dei corpi di ballo stabili.
A tal proposito rappresento che è intenzione di questo Ministero, nel più ampio quadro di riforma del settore lirico sinfonico, di rivedere l'età pensionabile dei tersicorei, abbassandola e, conseguentemente, adeguandola ai parametri già in vigore in altri paesi stranieri, anche comunitari.
Tutto ciò, sia al fine di ridurre alcuni costi fissi dei teatri d'opera, sia al fine di consentire il ricambio generazionale.
In tal senso, nei giorni scorsi, abbiamo assunto una specifica iniziativa legislativa che attualmente è al vaglio dei Ministeri del Lavoro e dell'Economia e Finanze.
Sono fiducioso, pertanto, che in tempi brevi tale questione possa essere risolta.

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ALLEGATO 3

5-01004 Siragusa: Sulla gestione amministrativa e contabile dell'Orchestra sinfonica siciliana.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco alla richiesta dell'Onorevole interrogante riguardante l'Orchestra sinfonica siciliana.
L'Ente autonomo Orchestra Sinfonica siciliana, istituito con decreto legislativo del Presidente della Regione Siciliana 19 aprile 1951, n. 19, successivamente modificato dalla legge regionale n. 33 del 1966, a seguito della legge regionale n. 2 del 2002 è stato trasformato in Ente di diritto privato assumendo la denominazione di Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana.
Quest'ultima è stata ricompresa nell'articolo 28 della legge n. 800 del 1967 tra le Istituzioni concertistico-orchestrali che hanno ottenuto formale riconoscimento in campo musicale a livello nazionale. Intendo rimarcare che tale riconoscimento, però, non attribuisce a questo Ministero alcuna forma di controllo o di vigilanza, propriamente intesa, sull'attività posta in essere dalla Fondazione in argomento. Infatti, ai sensi degli articoli 6 e 13 della legge regionale siciliana n. 33 del 1966 la vigilanza sulla Fondazione è esercitata dalla Regione Siciliana, tant'è che il Presidente della Regione, sentita la Giunta regionale, può sciogliere, per giustificati motivi, il consiglio direttivo, affidando la gestione straordinaria dell'Ente ad un commissario.
Il Ministero per i beni e le attività culturali, dal canto suo, può concedere, ai sensi dell'articolo 9 decreto ministeriale 9 novembre 2007 recante «criteri e modalità di erogazione di contributi in favore delle attività musicali», un contributo alle Istituzioni concertistico-orchestrali di cui all'articolo 28 della predetta legge n. 800 del 1967 in presenza di determinate condizioni quali:
l'esclusività della direzione artistica;
la presenza di un organico orchestrale costituito, in misura non inferiore al cinquanta per cento, da personale inserito stabilmente nell'organico medesimo con riferimento ai mesi di attività;
la produzione musicale propria, individuata sulla base di un organico programma culturale, che consideri anche la ricerca e la sperimentazione nel campo musicale e che assicuri la continuità con lo svolgimento annuale di almeno cinque mesi di attività con effettuazione, nel periodo di attività dichiarata, di un minimo di cinque concerti per ogni mese e con il raggiungimento di una media di nove concerti mensili.

Considerata la sussistenza dei presupposti di cui al citato articolo 9 del decreto ministeriale 2007, la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana è risultata destinataria per il 2008 di un contributo da parte di questo Ministero di euro 530 mila.
Alla luce di quanto esposto, evidenzio che questo Dicastero non esercitando alcuna funzione di vigilanza sulla Fondazione in argomento, non ha il potere di richiedere alla Fondazione medesima alcuna informazione sulla gestione contabile ed amministrativa della stessa, se non con stretto riferimento a quegli aspetti direttamente connessi alla erogazione del contributo annuale. Diversamente si configurerebbe

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un improprio (ed illegittimo) sindacato su atti o deliberazioni adottati dalla Fondazione in argomento.
Rappresento, infine, che nel corso del 2008 è stata disposta da questo Ministero, su iniziativa della Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo, una verifica ispettiva per quanto di stretta competenza e cioè per contestare il superamento del valore massimo consentito di alcuni cachet di artisti scritturati. Dall'accertamento condotto presso la Fondazione a cura dei Servizi Ispettivi di questa Amministrazione e del Dipartimento Generale di Finanza/Ispettorato Generale di Finanza del Ministero dell'economia e finanze, è emerso che non è stata ancora effettuata la trasformazione dell'Ente in Fondazione privata con connessi problemi irrisolti di gestione.

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ALLEGATO 4

5-00879 Contento: Chiarimenti sulla gestione degli istituti scolastici della provincia di Pordenone.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito alla richiesta rivolta dall'Onorevole Contento di una risposta più puntuale circa la situazione di bilancio delle scuole della Provincia di Pordenone, si conferma quanto già riferito dal Sottosegretario Giuseppe Pizza in questa stessa commissione in data 26 febbraio 2009 ed in particolare che le difficoltà delle scuole di Pordenone, come quelle di altre province, derivano dalle misure di contenimento della spesa pubblica previste nelle leggi finanziarie degli ultimi anni.
In data 26 febbraio si è riferito dettagliatamente sui motivi di tale sofferenza generalizzata registrata dalle istituzioni scolastiche nel 2008.
Si fornisce ora il prospetto riguardante la situazione finanziaria delle singole scuole della provincia di Pordenone per l'anno 2008 il quale, pur tenendo conto delle riduzioni operate sulle assegnazioni per il medesimo anno, evidenzia nel suo complesso, una disponibilità di cassa a fine esercizio in attivo. Infatti, a fronte di un complessivo fondo di cassa al 1o gennaio 2008 di 5.975.991,13 euro, al 31 dicembre dello stesso anno la disponibilità di cassa risulta di 4.575.912,15 euro con riscossioni per 18.640.755,97 euro e pagamenti per 20.040.834,95 euro.
Si conferma inoltre che in data 29 gennaio 2009 è stata erogata la prima rata di finanziamento relativa al medesimo anno mentre, a seguito del monitoraggio effettuato in merito alle spese per supplenze brevi e saltuarie relative al periodo 1o settembre 2008 - 31 dicembre 2008, con valuta 23 marzo 2009 sono state assegnate ulteriori risorse finanziarie. Ad aprile sarà assegnata la seconda rata relativa all'anno 2009.

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ALLEGATO 5

5-00886 Tommaso Foti: Carenza di fondi in alcuni istituti scolastici della provincia di Piacenza.

5-00998 De Micheli: Situazione finanziaria delle scuole della provincia di Piacenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

Rispondo congiuntamente alle interrogazioni parlamentari n. 5-00886 dell'Onorevole Foti e n. 5-00998 dell'Onorevole De Micheli con le quali gli Onorevoli interroganti chiedono che vengano integrate le risorse finanziarie per le istituzioni scolastiche della provincia di Piacenza che risultano insufficienti.
Le misure di contenimento della spesa contenute nelle leggi finanziarie degli anni pregressi hanno comportato, come in altri settori pubblici, una riduzione delle risorse finanziarie destinate alle scuole, determinando le segnalate note difficoltà delle scuole stesse.
Di tale situazione era consapevole la precedente gestione che, al riguardo, aveva promosso alcune iniziative risultate, tuttavia, non risolutive. Alcuni provvedimenti della precedente legislatura al contrario non hanno affatto migliorato la situazione finanziaria delle istituzioni scolastiche.
Ricordo, a titolo esemplificativo, l'articolo 2, comma 5, del decreto-legge n. 147 del 2007 che, nel porre a carico del bilancio del Ministero gli oneri relativi alle retribuzioni del personale della scuola nominato in sostituzione del personale assente per maternità, ha sì integrato gli stanziamenti dei relativi capitoli, riducendo però contestualmente, allo scopo, il tetto massimo di spesa per le supplenze brevi fissato dalla Finanziaria 2005.
Va pure ricordata l'accresciuta spesa per gli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore, conseguente all'attuazione delle disposizioni dettate in materia dalla legge n. 1 del 2007.
In particolare, per l'anno 2008, la situazione finanziaria delle scuole ha registrato una forte sofferenza, determinata dall'applicazione della cosiddetta «norma di salvaguardia» contenuta nella Finanziaria 2007. In base a questa norma si sarebbe dovuto procedere ad una razionalizzazione del personale della scuola; ciò non è avvenuto e il risultato è stato un taglio di 560 milioni di euro degli stanziamenti relativi alle spese di funzionamento delle scuole statali con un impoverimento del servizio scolastico agli studenti.
Di questa situazione hanno risentito anche le scuole della provincia di Piacenza le quali hanno prioritariamente utilizzato le risorse ricevute nell'esercizio finanziario 2008 per retribuire i supplenti temporanei la cui spesa, nell'anno 2008, ammonta a livello regionale a 59.593.460; non hanno potuto, invece retribuire i compensi per i progetti realizzati nell'anno scolastico 2007-2008.
Per dare una prima risposta alle prioritarie esigenze di funzionamento delle scuole, si è provveduto ad incrementare di 200 milioni di euro il «Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche» con il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008. Contestualmente si è proceduto alla erogazione della prima rata dei fondi per il medesimo anno, relativa ai 4 dodicesimi, pari a 491 milioni e 519 mila euro.

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A seguito del monitoraggio effettuato per le spese riferite alle supplenze brevi e saltuarie del periodo 1o settembre 31 dicembre 2008, nel mese di marzo è stata messa a disposizione delle scuole la relativa assegnazione finanziaria.
Entro il mese di aprile sarà assegnata la seconda rata sul finanziamento dell'anno 2009.
In relazione poi alla carenza di fondi da utilizzare per l'avvio dei corsi di recupero dei debiti formativi nelle scuole secondarie di secondo grado, cui fa specifico riferimento l'interrogazione dell'Onorevole Foti, si precisa che, in base a quanto stabilito con circolare n. 12 del 2 febbraio 2009, per il corrente anno scolastico, le scuole potranno avvalersi di ulteriori risorse, pari a 55 milioni di euro, in corso di trasferimento al Ministero da parte del Ministero dell'economia e delle finanze che saranno quanto prima erogati alle singole istituzioni scolastiche.

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ALLEGATO 6

5-00900 Pes: Interruzione di un corso di studi presso l'Istituto d'arte «Diego Contini» di Oristano.

TESTO DELLA RISPOSTA

l'Onorevole interrogante chiede chiarimenti in merito alla soppressione, in corso d'anno scolastico, della sezione d'arte del tessuto funzionante presso la sede staccata di Samugheo, che dipende dall'istituto d'arte di Oristano.
È stato interessato al riguardo il Dirigente dell'Ufficio scolastico regionale per la Sardegna, personalmente responsabile della formazione delle classi, il quale ha fatto presente che nella suddetta scuola si è assistito negli ultimi anni ad un consistente calo di iscrizioni tale da rendere problematico il rispetto delle norme vigenti in materia.
Con riguardo in particolare alla sezione arte del tessuto il suddetto dirigente ha fatto presente di aver consentito nei decorsi anni scolastici agli alunni iscritti, nonostante il loro limitato numero, la prosecuzione degli studi fino al conseguimento del titolo di maestro d'arte al termine della terza classe.
Per l'anno scolastico in corso l'Ufficio scolastico provinciale di Oristano, il quale provvede per delega del direttore dell'Ufficio scolastico regionale, alla determinazione degli organici delle scuole del territorio di pertinenza, si è trovato nell'impossibilità di costituire la classe quarta per l'assoluta insufficienza del numero degli allievi.
Solo a metà dell'anno scolastico in corso il direttore regionale ha appreso che il dirigente della scuola in questione ha costituito una classe quarta articolata con l'inserimento dei sei alunni provenienti dalla terza classe arte del tessuto di Samugheo.
Il direttore dell'ufficio scolastico regionale è dovuto necessariamente intervenire sull'operato del dirigente scolastico per farne cessare gli effetti, attesa la sua diretta responsabilità in ordine al rispetto delle norme in materia di formazione delle classi.
Il medesimo direttore, anche al fine di tutelare l'affidamento suscitato negli alunni ha invitato il dirigente scolastico ad individuare le soluzioni che, nel rispetto dell'ordinamento, potessero consentire agli stessi alunni la prosecuzione degli studi anche in altra sezione, attraverso percorsi integrativi, eventualmente con l'intervento finanziario degli enti locali.
Il Dirigente dell'Istituto Statale d'Arte «Contini» di Oristano ha comunicato l'avvio di uno specifico progetto finanziato dalla Provincia di Oristano finalizzato a superare le difficoltà delle sei studentesse già appartenenti alla classe quarta.
Tale progetto, approvato dal collegio dei docenti il 9 febbraio, prevede la frequenza delle alunne nella classe IV A con indirizzo «Arte della Ceramica» per le materie comuni, mentre le materie dell'indirizzo «Arte del tessuto» (progettazione e laboratorio), vengono insegnate da una professoressa titolata assunta con contratto di collaborazione nel mese di febbraio.
In questo modo le studentesse continuano ad essere seguite in tutte le materie e si preparano all'esame di idoneità alla quinta classe che sosterranno presso l'istituto statale d'arte di Sassari dal 25 al 28 maggio, presso il quale esiste l'indirizzo «Arte del tessuto».

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ALLEGATO 7

5-00918 Zazzera: Interventi contro la chiusura di numerosi istituti convittuali e semiconvittuali.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole interrogante evidenzia la complessa e articolata attività del personale educativo della scuola il quale è chiamato a svolgere un ruolo di fondamentale importanza nel processo di formazione ed educazione degli allievi, convittori e semiconvittori, anche in un quadro coordinato di rapporti ed intese con i docenti delle scuole da essi frequentate e chiede che venga ridotto il rapporto alunni-docente previsto.
Le riforme e le innovazioni introdotte nel sistema scolastico nel corso degli anni hanno conosciuto vicende alterne e spesso tormentate che ne hanno impedito la completa attuazione, generando ritardi nel processo di modernizzazione in atto negli assetti sociali.
Si rende pertanto necessario un sereno ripensamento dell'impianto complessivo del sistema scolastico e l'avvio e la gestione di una fase di revisione, riordino e «essenzializzazione» dell'intero quadro normativo, ordinamentale e organizzativo.
Di questa esigenza si fa interprete il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge n. 133 del 2008, che all'articolo 64 individua un quadro organico di interventi e misure che intendono realizzare sia il riassetto della spesa pubblica, sia l'ammodernamento e lo sviluppo del sistema scolastico.
In particolare questa norma detta disposizioni in materia di organizzazione scolastica prevedendo l'adozione di interventi e misure volti ad incrementare gradualmente di un punto il rapporto alunni-docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011-2012. E ciò per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei.
Per il raggiungimento delle su indicate finalità la medesima norma ha previsto la predisposizione di un piano programmatico di interventi volto ad una maggiore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili che conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema educativo.
Il piano è stato predisposto e, come prescritto dalla legge, sottoposto al parere delle competenti commissioni parlamentari; sono ora in fase di definizione i previsti regolamenti di attuazione. Recentemente è stato approvato dal Consiglio dei Ministri in seconda lettura lo schema di regolamento recante norme per la riorganizzazione della rete scolastica ed il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane che stabilisce anche i criteri per la determinazione della consistenza delle dotazioni organiche del personale della scuola.
La revisione dei parametri ha dovuto riguardare necessariamente i criteri per la definizione della dotazione organica anche del personale educativo dei convitti nazionali e degli educandati femminili al fine di poter realizzare gli obiettivi previsti dalla suddetta legge n. 133 del 2008.

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ALLEGATO 8

5-01060 Frassinetti: Iniziative di promozione della memoria della tragedia delle foibe.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Ministero in occasione del Giorno del Ricordo (istituito con la legge n. 92 del 2004), che si celebra il 10 febbraio di ogni anno, segue con ogni attenzione le iniziative che assumono le scuole volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di Italiani, abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia a lasciare le loro case dopo secoli di permanenza in quei territori.
Anche quest'anno nell'approssimarsi del 10 febbraio, con apposita circolare, è stata sottolineata l'importanza di tale ricorrenza che è ormai inserita stabilmente nella programmazione scolastica; risulta infatti che le istituzioni scolastiche attivano e partecipano ad iniziative, alla quali sono coinvolte anche le Associazioni degli esuli, per impegnare i giovani in momenti di riflessione e confronto su quelle tragiche vicende storiche.
Tra le numerose iniziative alle quali hanno aderito le istituzioni scolastiche nel corrente anno scolastico, ricordo l'esperienza di numerosi studenti di 25 scuole superiori romane che hanno partecipato al progetto «Viaggio nella civiltà istriana-dalmata» con l'obiettivo didattico-educativo di far conoscere ai ragazzi quel segmento di storia.
Il viaggio, promosso dall'assessorato delle Politiche educative e scolastiche delle famiglia e della gioventù del comune di Roma, si è svolto dal 12 al 15 febbraio 2009 ed ha consentito ai ragazzi di percorrere i diversi luoghi legati agli eccidi delle foibe e agli avvenimenti che nella seconda guerra mondiale hanno interessato il confine nord-orientale italiano: il sacrario di Redipuglia, il più grande cimitero militare italiano, situato sul monte Sei Busi, il centro raccolta profughi di Padriciano, la foiba di Basovizza e la città di Fiume, Pola e Trieste. Nel corso del viaggio i ragazzi hanno avuto modo di ascoltare le testimonianze degli esuli.
Ricordo ancora il concorso promosso dal Consiglio regionale per la Lombardia rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, a cui hanno partecipato detti allievi, singolarmente, a gruppi oppure come classe.
Molte altre significative iniziative si sono svolte in tutta Italia.
È intendimento del Ministero agevolare la diffusione di buone pratiche al fine di rendere il Giorno del Ricordo ancor più significativo atteso che la scuola, luogo della conoscenza e dell'istruzione, ha anche il compito di formare i giovani per la vita, di favorire lo sviluppo del senso civico, di educare ai valori della cittadinanza, della pace e della solidarietà.
Con riguardo all'adozione dei libri di testo faccio presente che detto adempimento rappresenta un momento molto importante che impegna, per diversi livelli di responsabilità tra loro collegati, il docente proponente, il consiglio di classe, il collegio dei docenti, il dirigente scolastico e il consiglio d'istituto, nell'esercizio responsabile e consapevole dell'autonomia delle istituzioni scolastiche.
Annualmente, con apposita circolare, il Ministero ricorda le procedure da seguire per l'adozione dei libri di testo; in particolare, la scelta avviene, di norma, attraverso una fase preliminare nella quale si procede ad una verifica dei testi in uso,

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eventualmente nell'ambito di comitati misti docenti, genitori e studenti, in modo tale da valutare compiutamente le nuove proposte editoriali.
Effettuata tale valutazione, i docenti interessati per materia formulano le proposte di adozione che sono sottoposte, prima dell'esame da parte del collegio dei docenti, ai consigli di classe di cui fanno parte anche i genitori.
Nell'attuale sistema scolastico, connotato da principi propri dell'autonomia didattica e organizzativa, non possono prevedersi interventi ministeriali in merito ai contenuti veicolati dai libri di testo, la cui scelta deve essere invece operata dai singoli istituti.
Ricordo comunque che nell'ambito della progettualità di ogni scuola e della discrezionalità professionale degli insegnanti, l'uso dei testi scolastici, centrati sui nuclei essenziali delle varie discipline di studio, è accompagnato dal ricorso alle diverse risorse strumentali: da quelle digitali o disponibili sulla rete Internet a quelle offerte dalle biblioteche scolastiche, recentemente arricchite grazie al progetto «Amico libro».

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ALLEGATO 9
5-01170 Delfino: Sul caso del Circolo didattico di Saluzzo (Cuneo) e sulle misure a tutela dei diritti degli alunni.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito a quanto evidenziato dall'Onorevole interrogante il responsabile dell'Ufficio scolastico regionale per il Piemonte ha riferito che la vicenda prospettata trae origine dalle risultanze della visita ispettiva disposta dall'Ufficio scolastico regionale ed affidata ad un dirigente tecnico.
La docente in questione insegna presso il circolo didattico di Saluzzo dall'anno scolastico 2001/2002 a seguito di assegnazione provvisoria dalla provincia di Pavia; dall'anno scolastico 2005/2006, è stata trasferita nel plesso «Dalla Chiesa» del medesimo circolo di Saluzzo.
La suddetta sede, ubicata nella città di Saluzzo, attua un'organizzazione modulare innovativa piuttosto articolata con più rientri pomeridiani e turni mensa che impongono quadri orari molto complessi.
L'ispettore incaricato, dopo aver ascoltato la docente ed esaminato l'ampio e pluriennale carteggio che la riguarda, composto di numerosi e rilevanti fatti avvenuti a partire dal lontano 2003 - quale, ad esempio, la richiesta d'intervento dei Carabinieri a scuola - ha accertato:
«... una situazione di incompatibilità di permanenza nella sede del plesso - Dalla Chiesa e dell'intero circolo didattico di Saluzzo dell'insegnante...»;
«... che la permanenza della docente, in contrasto con i docenti di tutti i plessi, con i genitori degli alunni delle proprie e altrui classi, con il personale di segreteria e con il dirigente scolastico stesso comprometterebbe il funzionamento dell'istituzione scolastica e nuocerebbe ulteriormente all'immagine educativa della scuola e di coloro che vi operano»; «che le carenze di funzionamento sereno e dignitoso del plesso - Dalla Chiesa - e del Circolo di Saluzzo sono da attribuire ad una situazione di incompatibilità manifesta tra l'insegnante... e la scuola;
«... ne consegue la proposta di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale... che non riveste carattere di sanzione disciplinare, bensì mira a facilitare il riattivarsi di positive immagini e della reputazione di tutti, sia della scuola che della stessa insegnante, in quanto ripristina una situazione scevra da memorie e vissuti negativi per tutti.»
L'ispettore ha altresì accertato che i docenti e il dirigente scolastico hanno agito verso l'insegnante con correttezza e con modalità tendenti a non esacerbare le dinamiche già compromesse dal clima di sospetto generato dall'insegnante di cui trattasi.
Il responsabile dell'ufficio scolastico regionale ha precisato che «non appare, al momento, censurabile il comportamento delle componenti scolastiche, genitori, insegnanti, personale ATA nella gestione di questa vicenda...».
In data 10 ottobre 2008, su parere favorevole del consiglio di disciplina, l'Ufficio scolastico provinciale di Cuneo ha disposto il trasferimento per incompatibilità ambientale della docente dalla direzione didattica di Saluzzo alla scuola media statale (centro territoriale permanente) di Saluzzo.
Avverso tale provvedimento l'interessata ha presentato ricorso al Tribunale di Saluzzo il quale, in data 19 novembre 2008, ha emanato una ordinanza cautelare in cui riconosce l'esistenza dell'incompatibilità ambientale nei plessi dove la docente

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ha insegnato in passato, ma accoglie il ricorso limitatamente alla richiesta di reintegro della docente all'interno di uno degli altri plessi in cui si articola il circolo didattico di Saluzzo.
L'ufficio scolastico provinciale di Cuneo, consapevole degli effetti del rientro della insegnante, ha presentato reclamo al collegio ex articolo 669-terdecies c.p.c. chiedendo la sospensione della suddetta ordinanza e nel contempo l'integrale rigetto del ricorso dell'insegnante.
Preso atto che il Tribunale di Saluzzo ha rigettato in data 27 febbraio 2009 il suddetto reclamo, il dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale di Cuneo, nell'attesa di conoscere l'esito del giudizio di merito da parte del giudice, con proprio provvedimento del 5 marzo 2009, ha disposto il reintegro della insegnante in uno dei plessi: Pivano, Costa o Musso.
Tale ultima circostanza ha sollevato vibrate proteste, sia da parte degli altri insegnanti del circolo che da parte dei genitori, che hanno avuto eco nella stampa.
Il dirigente scolastico di Saluzzo, tenuto anche conto dell'esigenza di non gravare l'erario, ha cercato una soluzione ipotizzando l'inserimento della insegnante in parola presso il plesso Musso al posto di un'altra insegnante titolare, la quale si sarebbe spostata sul posto lasciato libero dalla docente in questione.
Tale ipotesi ha generato la protesta dei genitori, che non hanno mandato i bambini a scuola per una intera settimana, nonché ulteriori proteste da parte di un comitato di genitori.
Successivamente, il medesimo dirigente scolastico ha modificato la propria proposta, intesa a salvaguardare la continuità didattica e a non spostare alcun docente, decidendo di affiancare la docente a un team di titolari già esistenti; ciò per assicurare comunque la funzione docente all'interessata e per favorirne nel contempo il pieno reintegro.
Dal 16 marzo scorso l'insegnante presta servizio per 12 ore nel plesso Pivano e per 10 ore nel plesso Musso; ma ben presto le criticità sono emerse nuovamente e, su richiesta del dirigente scolastico, è stata disposta in questi giorni dal responsabile dell'Ufficio scolastico regionale una ulteriore visita ispettiva. Soltanto al termine della visita ispettiva potrà valutarsi quali eventuali provvedimenti adottare.