CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 febbraio 2009
145.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-01055 Catanoso: Provvedimenti in materia di iscrizione sulla licenza di pesca della rete da posta derivante fino a 2,5 chilometri.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si rappresenta quanto segue.
Occorre, in primo luogo, precisare che con il regolamento (CE) n. 1239/98 del Consiglio in data 8 giugno 1998, è stato vietato, a qualsiasi nave, di effettuare attività di pesca con una o più reti da posta derivanti (cosiddette spadare).
A seguito della citata decisione del Consiglio, è stato varato un piano obbligatorio per la definitiva dismissione e riconversione delle reti derivanti.
In dettaglio, è stato emanato il decreto-legge 7 maggio 2002, n. 85, convertito dalla legge 6 luglio 2002, n. 134, contenente una serie di misure di sostegno in favore dei proprietari-armatori e degli equipaggi che, in esecuzione del citato regolamento n. 1239/98, hanno dovuto interrompere dal 1o gennaio 2002 la pesca con le reti da posta derivanti.
Quanto sopra premesso, a proposito dei ricorsi straordinari al Capo dello Stato avanzati da alcuni pescatori, è pur vero che è stato reso un parere di sospensione del provvedimento di diniego delle istanze volte ad ottenere in licenza la rete da posta derivante fino a 2,5 chilometri.
Tuttavia, successivamente, lo stesso Consiglio di Stato ha richiesto a questa amministrazione ulteriori elementi istruttori, puntualmente forniti, ed ha fissato al 17 dicembre 2008 l'Adunanza per rendere il parere definitivo.
Ad oggi, questo Ministero non ha ricevuto comunicazioni ufficiali dal Consiglio di Stato.
Ad ogni buon conto, preme sottolineare che il regolamento (CE) del Consiglio n. 809/07, richiamato nei ricorsi al Consiglio di Stato, è un testo di valenza «tecnica» più che giuridica, limitandosi a fornire una definizione dell'attrezzo denominato «rete da posta derivante» valida per tutte le acque comunitarie.
Pertanto, il divieto non è stato affatto riconsiderato e non ha aperto formalmente la strada verso l'adozione verso la revisione delle modalità d'uso delle reti da posta derivanti.
In altri termini, come risulta oggettivamente dal parere del Parlamento europeo sul regolamento n. 809/07 del Consiglio dell'Unione Europea, il fatto di aver fissato la definizione tecnica di rete da posta derivante, non ha ampliato il campo di applicazione delle restrizioni e delle condizioni per l'uso degli attrezzi in questione, così come da tempo stabilite dalla normativa comunitaria.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01056 Ruvolo: Orientamenti del Governo in merito alla destinazione delle risorse comunitarie derivanti dai risparmi del bilancio agricolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si rappresenta quanto segue.
In primo luogo, si ritiene opportuno rilevare che in data 8 luglio 2008, la Commissione europea ha licenziato una comunicazione al Parlamento ed al Consiglio sulla crisi economica del settore della pesca determinata, in primo luogo, dal drastico rialzo dei costi del gasolio.
Tra l'altro, nella comunicazione è evidenziata la disponibilità della Commissione ad avviare la procedura per aumentare di 600 milioni di euro la disponibilità finanziaria del Fondo europeo per la pesca (FEP). Le maggiori risorse sarebbero dovute essere assicurate dai risparmi conseguiti nella gestione dei mercati agricoli rispetto al preventivo.
In occasione della sessione di luglio 2008 del Consiglio agricoltura e pesca dell'Unione europea, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha espresso l'apprezzamento per quanto annunciato dalla Commissione. L'incremento dei fondi FEP avrebbe garantito all'Italia finanziamenti aggiuntivi per almeno 60 milioni di euro.
Sinora, la Commissione non ha dato seguito a quanto indicato nella comunicazione citata e nella lista di interventi in materia di investimenti per le infrastrutture, presentato il 28 gennaio 2008, non c'è alcun riferimento al settore della pesca.
La discussione sulle proposte della Commissione prosegue in seno al Consiglio dei ministri economici e finanziari (Ecofin) dell'Unione europea.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01057 Brandolini: Iniziative per lo stato di crisi del settore ippico.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, circa le problematiche del settore ippico, si rappresenta quanto segue.
In primo luogo, si ritiene opportuno far presente che, relativamente all'erogazione all'UNIRE del contributo straordinario 2008 di 25 milioni di euro proveniente dal decreto-legge n. 149 del 2008, convertito dalla legge n. 184 del 2008, va evidenziato che il Ministero dell'economia e delle finanze ha comunicato a questo Ministero di aver allocato i fondi sul Cap. 7732-esercizio 2008 (completamento e potenziamento infrastrutturali dei servizi istituzionali UNIRE) solo il 9 gennaio 2009.
Non essendo evidentemente possibile impegnare i predetti fondi oltre la fine dell'esercizio si è provveduto ad effettuare la richiesta al Ministero dell'economia e delle finanze di conservazione in bilancio dei fondi e parallelamente è stato richiesto all'UNIRE un apposito programma a sostegno delle iniziative richiamate dalla citata legge n. 184. Come per i programmi già approvati per gli anni 2005-2007 realizzati con i fondi recati dalla legge n. 71 del 2005, le iniziative riguarderanno tra le altre il miglioramento dei sistemi retributivi dei servizi resi dalle società di corse e interventi diretti al mantenimento dei montepremi.
Inoltre, questo Ministero, per «assicurare le risorse finanziarie necessarie per il proseguimento dell'attività, in attesa del piano di rilancio del settore», sta valutando la possibilità di trasferire all'UNIRE, in quote di dodicesimi, parte delle risorse recate dall'articolo 1-bis, comma 7, del decreto-legge n. 149 del 2008, convertito dalla legge n. 184 del 2008, proprio per venire incontro alle esigenze manifestate dalle categorie ippiche.
Circa le proposte scaturite dagli stati generali, che hanno visto una partecipazione molto significativa per qualità e quantità dei partecipanti, terminata la fase cui hanno partecipato i rappresentanti delle imprese ed organizzazioni italiane, ora sono in corso le audizioni dei rappresentanti dei sistemi ippici dei principali paesi europei.
È emersa generale la consapevolezza che il sistema ippico italiano vada profondamente riformato per assicurargli competitività ed autosufficienza.
C'è consapevolezza che il settore potrà essere rilanciato solo dopo che adeguate politiche di prodotto saranno poste in atto. Stante la complessità e la gravità della situazione che abbiamo ereditato, la definizione di un piano di rilancio ancorché in tempi celeri non può essere operazione frettolosa e superficiale, e entro aprile questo Ministero presenterà al Parlamento una proposta di Piano strategico del settore ippico.
Un Gruppo di lavoro con i rappresentanti delle organizzazioni e degli enti più rappresentativi si riunirà il 5, il 18 e il 26 marzo presso questa amministrazione per definire il più possibile in modo condiviso, principi, obiettivi e strumenti del Piano.
Sulla base del Piano strategico si individueranno anche le nuove caratteristiche che l'ente di governance deve avere.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00521 Brandolini: Espletamento dei servizi di pulizia nei comandi stazione del Corpo forestale dello Stato in Emilia-Romagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, si rappresenta quanto segue.
Si evidenzia preliminarmente che, a causa della cronica carenza di fondi sui pertinenti capitoli di spesa afferenti al bilancio del Corpo Forestale dello Stato (CFS), la situazione relativa alle pulizie dei 76 comandi stazione forestali presenti nella regione Emilia-Romagna è la seguente:
1. 10 sono chiusi perché privi di personale e non necessitano quindi di pulizie;
2. per 12 di essi le pulizie sono effettuate settimanalmente con fondi della Regione o delle province o degli enti parco;
3. per 10 stazioni le pulizie straordinarie sono effettuate da operai degli Uffici territoriali per la biodiversità (UTB), ovvero utilizzando fondi di enti, con frequenza da 1 a 4 volte l'anno;
4. per 16 comandi stazione le relative gare d'appalto sono andate deserte ed attualmente risultano in corso di riproposizione;
5. per 4 stazioni sono effettuate pulizie saltuarie, con cadenza mensile;
6. per 24 unità organizzative le pulizie sono effettuate dal personale in servizio.

Per i 3 posti fissi (articolazioni degli UTB), pure presenti nella regione, le pulizie sono effettuate settimanalmente da maestranze degli UTB a ciò destinate e per la sede del Nucleo operativo CITES (NOC) provvede regolarmente la Società Aeroporti di Bologna.
Inoltre si fa presente che il personale delle stazioni non ha espresso lamentele, provvedendo anzi a richiedere il materiale necessario per le pulizie agli uffici periferici del CFS i quali lo hanno fornito.
Si evidenzia poi che dalle risultanze dei sopralluoghi eseguiti dal Medico competente ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2008 non sono emerse osservazioni sulla pulizia e le condizioni igieniche dei locali dei comandi stazione.
In definitiva, non corrisponde a verità l'affermazione - contenuta nell'interrogazione in questione - che nei 76 comandi stazione non sia stata assicurata alcuna pulizia dei locali. Tale situazione è limitata, per le ragioni suesposte, a 27 unità organizzative, per le quali il relativo personale non risulta aver presentato specifiche richieste ai rispettivi comandanti.
Inoltre, tutti i fondi disponibili nel 2008 sui capitoli di spesa specifici per il pagamento di utenze, forniture e servizi di pulizia degli uffici del Corpo forestale dello Stato in Emilia-Romagna sono stati utilizzati.
È stato così possibile ridurre le criticità riscontrabili in alcune strutture, sia con l'effettuazione di pulizie straordinarie che con la stipula di nuovi contratti di pulizia per l'anno 2009. Infine, questa amministrazione assicura il dovuto impegno degli uffici del Corpo Forestale dello Stato competenti per le iniziative in materia, nell'ambito della disponibilità finanziarie che, tenendo conto della riduzione delle complessive «spese per missioni e programmi» imposta dalla legge di bilancio, sarà possibile rendere disponibili per l'Emilia-Romagna.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-01002 Paolo Russo: Iniziative per la prevenzione e il contrasto delle infestazioni delle palme ad opera del punteruolo rosso.

TESTO DELLA RISPOSTA

In riferimento all'interrogazione indicata in oggetto, relativa alla presenza dell'organismo nocivo Rhynchophorus ferrugineus su piante di palma in importazione nel territorio nazionale, si rappresenta quanto segue.
In primo luogo, si ritiene opportuno far presente che il citato coleottero Rhynchophorus ferrugineus nidifica nel fusto delle piante di numerosi generi di palme e con il suo sviluppo ne provoca la morte.
Tale insetto, di origine asiatica, si è stabilito in Medio oriente ed in particolare modo in Egitto, da dove presumibilmente è arrivato, tramite l'importazione di palme, prima in Spagna, primo paese di ingresso in Europa, e successivamente anche in Italia.
Le notizie di ingenti danni al patrimonio ornamentale che provenivano dalla Spagna hanno evidenziato il pericolo fitosanitario rappresentato dall'introduzione di questo insetto altamente dannoso e pertanto, al fine di approfondire la problematica, il servizio fitosanitario centrale di questo Ministero ha, già agli inizi del 2005, istituito uno specifico gruppo di lavoro tecnico costituito da esperti dei servizi fitosanitari regionali, dell'Istituto sperimentale per la zoologia agraria di Firenze, nonché di diverse università.
Lo scopo iniziale di detto gruppo è stato di definire le misure di intervento più idonee permettere, ai servizi fitosanitari regionali, la più efficace azione di contrasto dell'introduzione sia di questo organismo nocivo, che di un altro organismo dannoso alle palme denominato Paisandisia archon, con le spedizioni di piante di palme in importazione.
Contemporaneamente, il ritrovamento dei primi esemplari di Rhynchophorus ferrugineus in alcuni areali nazionali, ha portato alcune regioni, quali la Campania, ad adottare specifici provvedimenti regionali per l'intervento sul territorio di propria competenza.
All'iniziale mandato del gruppo di lavoro, pertanto, si è aggiunta la richiesta di formulare delle misure di intervento sul territorio al fine di permettere la predisposizione di un decreto di lotta obbligatoria contro questo insetto.
Una significativa esperienza è stata acquisita su una partita di palme del genere Waschintonia proveniente dall'Egitto, introdotta in Italia attraverso il porto di Napoli e messa in quarantena presso l'azienda del dell'importatore in Puglia, ove sono stati rinvenuti numerosi esemplari adulti di Rhynchophorus ferrugineus, nonché stadi larvali in ogni stadio di sviluppo.
Dette piante risultavano completamente asintomatiche all'esame esteriore ed il ritrovamento è stato possibile grazie alla comparsa di un adulto fuoriuscito da una pianta e trattenuto dalla rete anti insetto con la quale erano state avvolte singolarmente tutte le piante ai fini della quarantena.
Il taglio della pianta interessata ha evidenziato un forte attacco dell'organismo nocivo in questione, che non sarebbe stato riscontrato senza la distruzione della stessa.

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In considerazione di questa nuova esperienza relativa al fatto che con i previsti controlli all'importazione non era possibile verificare la presenza di detto organismo nocivo sulle piante, il Servizio fitosanitario centrale, con nota 33873 del 12 settembre 2006, ha richiesto ai Servizi fitosanitari regionali che tutte le spedizioni di palme in importazione da paesi terzi fossero sottoposte ad un periodo di quarantena durante il quale le piante restano avvolte singolarmente con rete anti insetto.
Considerato che nel frattempo, il punteruolo rosso è stato ritrovato oltre che in Spagna ed in Italia, anche in Francia e Grecia, la Commissione europea ha adottato la decisione 2007/365/CE del 25 maggio 2007, che stabilisce le misure d'emergenza per impedire l'introduzione e la diffusione nella Comunità di Rhynchophorus ferrugineus (Olivier), entrate in vigore dal mese di maggio del 2007.
Detta decisione, recepita con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del 9 novembre 2007, prevede che le piante di palma, originarie di paesi terzi in cui è nota la presenza dell'organismo nocivo, prima di poter essere importate nel territorio europeo devono essere tenute per almeno un anno in quarantena, sotto protezione fisica totale, nei vivai di produzione ove vengono sottoposte ad attente ispezioni.
Arrivate nel nostro paese, dette piante devono rimanere un altro anno sotto una specifica protezione fisica o chimica e sottoposte ad ispezioni periodiche prima di poter essere commercializzate.
Il suddetto decreto ministeriale, inoltre, stabilisce anche le misure obbligatorie da adottarsi nelle aree del territorio nazionale in cui è presente l'organismo nocivo.
In particolare, devono essere abbattute le piante infestate o che recano sintomi di infestazione ed inoltre non è possibile spostare piante sensibili all'insetto al di fuori delle aree infestate.
I Servizi fitosanitari regionali effettuano regolarmente il monitoraggio del territorio e prescrivono le misure fitosanitarie da attuare ai proprietari delle piante interessate, nonché danno massima divulgazione della pericolosità dell'insetto, della conoscenza dei sintomi e delle tecniche di lotta e prevenzione, ai sensi dell'articolo 9 del suddetto decreto. La prescrizione delle misure ritenute necessarie viene inviata anche alle amministrazioni comunali che valutano l'eventuale sussistenza di situazioni di pericolo per la pubblica incolumità, provvedendo se del caso alla attuazione degli interventi ritenuti più idonei.
Infine, si fa presente che questo Ministero ha finanziato il progetto di ricerca DIPROPALM «Difesa nei confronti del punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus» con i seguenti obiettivi:
1. mappatura dei focolai di diffusione e creazione di un sistema di informazioni, per stabilire dove maggiore è il rischio di infestazione;
2. sviluppo di sistemi diagnostici adeguati;
3. definizione di una valida strategia di difesa a basso impatto ambientale per frenare la diffusione del punteruolo rosso e per salvaguardare il patrimonio di palme appartenenti alla specie P. canariensis.

In conclusione, appare opportuno evidenziare cinque punti:
1. Non è possibile vietare l'importazione delle palme dai paesi fonti dell'insorgere del focolaio in quanto la norma comunitaria prevede che ciò possa avvenire con le indicate prescrizioni. Inoltre, le piante raggiungerebbero l'Italia ugualmente attraverso il fenomeno della triangolazione commerciale con gli altri paesi della Comunità europea, con conseguente aumento dei prezzi delle piante.
2. È già stata effettuata dai Servizi fitosanitari regionali una campagna informativa (depliant, poster, convegni, eccetera) al fine di sensibilizzare la popolazione e prevenire la diffusione. Per quanto riguarda l'utilizzo di prodotti fitosanitari è stato autorizzato dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, in via

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eccezionale, l'utilizzo di alcune sostanze attive di concerto con lo scrivente Ministero ed il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
3. I servizi fitosanitari monitorano costantemente la situazione ed adottano le iniziative più appropriate che devono essere attuate, sia da parte delle amministrazioni locali che dei privati interessati dal fenomeno.
4. Il coinvolgimento di altre strutture operative appartenenti alla pubblica amministrazione sarà valutato caso per caso in funzione della gravità della situazione riscontrata e del livello di inadempienza alle prescrizioni impartite dai servizi fitosanitari.
5. Quanto alla possibilità di attivare interventi compensativi, si fa presente che nel prossimo piano assicurativo nazionale sarà prevista la possibilità di intervenire con il sistema delle assicurazioni agevolate, nei casi la coltivazione delle palme rappresenti un fattore economico collegato all'attività agricola o vivaistica.