CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 3 febbraio 2009
131.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Risoluzione n. 7-00101 Rainieri: Iniziative per fronteggiare la crisi della filiera bufalina.

TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XIII Commissione,
premesso che:
nel corso del mese di settembre 2008, 46 Comuni della provincia di Caserta hanno chiesto una convocazione urgente alla XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati riguardo all'emergenza della filiera bufalina della provincia di Caserta;
di seguito, la predetta Commissione Agricoltura, nell'ambito di una serie di audizioni informali, ha proceduto ad udire, oltre i comuni richiedenti, anche altri soggetti ed associazioni di riferimento appartenenti al settore dell'allevamento bufalino campano, tra cui il Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana a denominazione di origine protetta (DOP), la sezione lattiero-casearia dell'Unione industriali di Caserta e l'Assolatte;
a riguardo si fa presente che il comparto zootecnico e lattiero-caseario bufalino campano e, più in generale, quello dell'area rientrante nell'ambito territoriale della denominazione di origine protetta «mozzarella di bufala campana», dall'anno 2007 e durante l'anno 2008 è stato interessato da una serie di emergenze a carattere economico-ambientale e sanitario, che hanno messo in crisi la stabilità strutturale del settore ed il regolare funzionamento della filiera produttiva;
i primi segnali di difficoltà per il settore zootecnico bufalino campano, segnatamente di quello della provincia di Caserta, si possono far risalire al mese di novembre 2006, in seguito all'emanazione dell'ordinanza del Ministro della salute del 14 novembre 2006, recante «Misure straordinarie di polizia veterinaria in materia di tubercolosi, brucellosi bovina e bufalina, brucellosi ovi-caprina, leucosi in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia», da cui emersero numerosi profili problematici riguardo all'obbligo di dover abbattere una cospicua entità di capi risultati positivi al batterio della brucellosi e al rischio di decimare in tali circostanze gran parte del patrimonio bufalino della stessa provincia di Caserta;
le vere criticità per la filiera bufalina in questione si sono avvertite pesantemente nel corso del 2008 in corrispondenza dell'emergenza rifiuti in Campania prima e della vicenda sulla diossina poi. In tali circostanze, il comparto dell'allevamento bufalino, in particolare, è stato profondamente sconvolto da tali eventi, che hanno determinato un notevole calo delle vendite di mozzarella di bufala campana con conseguenti ripercussioni su tutte le aziende zootecniche;
in un contesto caratterizzato da consumi in flessione, a causa della recessione economica e della crescita dei prezzi, l'emergenza rifiuti e l'allarme diossina hanno chiaramente contribuito alla contrazione delle vendite di mozzarella di bufala campana DOP, sia in seno alla regione Campania, sia nei territori fuori regione, ma di ambito della stessa DOP. Tali emergenze, indubbiamente, hanno esercitato una specifica pressione sulle vendite e sui rapporti di filiera;

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nel primo quadrimestre del 2008, la contrazione rispetto al 2007 del fatturato dei caseifici (-19 milioni di euro) e degli allevamenti (-3,3 milioni di euro), nonché le eccedenze di latte (oltre 27.000 tonnellate) hanno rappresentato i principali fronti sui quali si sono scaricate le difficoltà di mercato;
sull'entità di tali problemi, in cui una parte importante è rappresentata dalle eccedenze di latte e dalle relative pressioni sul prezzo della materia prima, influiscono anche errori delle imprese che forse hanno coscientemente operato le loro scelte in condizioni di forte incertezza, nonché carenze strutturali del sistema;
il controllo ufficiale imposto dalle autorità sanitarie nei primi giorni del mese di aprile 2008 si è innestato nel contesto delle difficoltà di mercato e dei problemi strutturali, aggravando i danni ed i problemi d'immagine della filiera sui tradizionali canali di commercializzazione;
l'allarme della diossina, che di fatto ha azionato in modo propulsivo una seconda crisi del comparto dopo quella dei rifiuti, molto più forte e persistente della prima, ha rappresentato il nodo di rottura degli equilibri della filiera e delle relazioni commerciali della mozzarella di bufala campana DOP. In tale contesto, infatti, è successo che i normali controlli per la preparazione, trasformazione e commercializzazione del prodotto mozzarella sono diventati gli strumenti per una vera e propria inquisizione del prodotto, accusato di essere causa di seri pericoli della salute umana;
tale situazione amplificata in modo spesso ingiustificato su giornali e televisioni sia a livello nazionale sia internazionale ha segnato in modo quasi indelebile la possibile fine di un sistema produttivo italiano che da sempre ha rappresentato il meglio del made in Italy nel mondo;
vi è la necessità di affrontare in modo complessivo i problemi del comparto. Questa esigenza scaturisce dalla stessa complessità della crisi, che ha posto soprattutto le aziende agricole in una posizione di grande difficoltà economica;
alla contrazione delle vendite di mozzarella di bufala, a maggior danno delle aziende di allevamento bufalino, è seguita la riduzione del fatturato per l'abbattimento di oltre 26.000 capi per il risanamento dalla brucellosi ed il sequestro di altri 5.000 capi circa;
tutte le conseguenze di tali crisi sono ricadute quasi esclusivamente sulle aziende agricole, che non hanno visto pagato il latte ritirato e congelato, hanno subito la contrazione del prezzo e oggi ricevono disdette o proposte di contrattazione a basso prezzo. È evidente che qualunque intervento possibile per venire in soccorso del comparto dovrà vedere quale terminale le aziende agricole, assicurando alle stesse la copertura dei danni subiti sia per il latte prodotto nel periodo di blocco sia per i costi aggiuntivi per l'eventuale distruzione e trasporto che per le perdite di prezzo e fatturato;
le aziende agricole campane e quelle laziali del comprensorio DOP hanno permesso a proprie spese la ripresa della commercializzazione della mozzarella di bufala, ma ora non sono in grado di resistere alla particolare congiuntura che si va delineando;
una questione che emerge in questo contesto e che desta inquietudine è il caso del latte congelato e concentrato. In effetti, su questo aspetto si hanno molti punti da chiarire e anche affermazioni giustificative non sempre convergenti e accettabili;
purtroppo, anche organi di tutela della mozzarella di bufala campana DOP sembrano ritenere normale che nel territorio della DOP più caratteristica al mondo - dove il prodotto alimentare e l'ambiente territoriale, culturale e storico sono un unicum inscindibile, a tal punto da lasciare credere senza ombre di dubbi che in tali luoghi altro non si possa e si debba realizzare se non solo mozzarella di

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bufala campana Dop - si possa invece produrre, spesso addirittura negli stessi caseifici aderenti alla DOP, anche una mozzarella non DOP. Il Parlamento ha posto rimedio stabilendo che a decorrere dal 1o gennaio 2013 la produzione della mozzarella di bufala campana DOP dovrà essere effettuata in stabilimenti separati da quelli in cui ha luogo la produzione di altri tipi di formaggi o preparati alimentari (articolo 4-quinquiesdecies del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2008, n. 205);
in questo scenario si cala una specifica questione che riguarda il latte congelato. Se da un lato si è affermato, da parte degli operatori e delle autorità di controllo locali allo scopo interessati, che il congelamento del latte di bufala si sarebbe reso necessario solo per far fronte alla crisi delle vendite della mozzarella di bufala DOP e che tale latte verrebbe ad ogni modo utilizzato per produrre mozzarelle anche parzialmente a base di latte di bufala e latticini commerciali a base bufalina, dall'altro lato si è anche esplicitamente riferito che la tecnica del congelamento verrebbe regolarmente utilizzata da alcuni operatori del settore caseario locale per fare scorte di latte nei periodi invernali, quando la mozzarella di bufala campana DOP è meno richiesta e proprio quando anche le bufale, se non destagionalizzate, producono più latte, per poi scongelarlo e lavorarlo nei periodi primaverili ed estivi in corrispondenza dell'incremento della domanda della mozzarella DOP;
si deve rimarcare, ad ogni modo, che la mozzarella di bufala campana DOP si deve produrre secondo un disciplinare, il quale esclude tassativamente l'uso di latte di bufala diverso da quello «intero fresco»;
è evidente che siamo di fronte ad un fenomeno molto allarmante e destabilizzante per la reputazione della DOP e per la trasparenza delle relazioni commerciali tra trasformatori (caseifici) ed allevatori, che in tali condizioni non hanno alcuna arma di trattativa, visto anche che si hanno sospetti che del latte congelato facciano parte anche quote di materia prima di provenienza estranea al territorio della DOP;
a riguardo, soprattutto le organizzazioni agricole regionali fanno rilevare che le difficoltà commerciali riscontrate nel corso del 2008 hanno prodotto un crescente quantitativo di latte congelato stoccato che pesa certamente sul mercato del fresco, giustificando, in parte le fibrillazioni del mercato, le continue disdette e la irrilevanza, al momento, della indubbia contrazione della mandria produttiva per effetto degli abbattimenti;
nel mese di febbraio la sezione lattiero-casearia dell'Unione industriali di Caserta quantificava in circa 26 milioni di chilogrammi i quantitativi già presenti in specifici stabilimenti, precisando che 7 milioni di chilogrammi riguardavano latte concentrato congelato;
è evidente che le scorte attualmente stoccate potrebbero risultare anche di molto superiori al dato iniziale che, se fondato, lascia comprendere che le giacenze di materia prima erano già rilevanti prima delle crisi indicate e non trovavano giustificazione in un normale accantonamento invernale per essere poi destinato a mozzarella DOP;
i quantitativi di latte congelato stoccati andrebbero censiti in via definitiva da parte delle istituzioni, essendo depositati in locali soggetti ad autorizzazione sanitaria, per quantità, provenienza e qualità, anche per poter valutare la portata degli interventi necessari per una parziale sottrazione dal mercato degli stessi;
tale latte andrebbe pertanto eliminato dal mercato in quanto rappresenta pur sempre un problema, soprattutto per il settore dell'allevamento bufalino da latte, ed anche un pericolo per la produzione di mozzarella DOP. È auspicabile che per esso sia scelta in via prioritaria una utilizzazione diversa da quella alimentare

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destinando, anche con un programma agevolato, le scorte alla produzione di tale latte in polvere per uso zootecnico;
alla luce delle numerose problematiche sopra indicate, si ritiene necessario ed indifferibile un intervento del Governo volto a favorire la positiva risoluzione delle stesse;
una soluzione pertinente e specifica si dovrebbe ad ogni modo riservare al problema del latte congelato. Ove anche si ipotizzasse in tal senso la destinazione di prodotto a base di latte di bufala agli indigenti, si ritiene che non possano essere ritenuti salutari interventi occasionali sulla spinta di suggestioni momentanee che rischierebbero di favorire solo alcuni attori della filiera (i trasformatori) senza garantire quella svolta necessaria al rilancio del mercato del latte di bufala;
persiste il rischio infatti che un ritiro di parte del prodotto dal mercato non risolva gli attuali problemi, ma addirittura aumenti le fibrillazioni sul mercato del latte fresco, se non vengano definite nuove regole di comportamento con un accordo quadro tra tutti gli attori garantito dalle istituzioni;
un programma di operazioni tese al superamento dell'attuale momento di crisi della filiera bufalina, dovrebbe tenere conto di specifiche azioni, possibilmente da inserire in un accordo quadro in cui gli allevatori dovrebbero avere una chiara evidenza e che non dovrebbe prescindere dai seguenti punti:
a) sospensione dei contributi previdenziali, sospensione e dilazione dei mutui e delle esposizioni comunque connesse allo svolgimento dell'attività agricola. In alternativa, la ristrutturazione delle esposizioni finanziarie con affiancamento delle aziende da parte dell'ISMEA per le garanzie da fornire agli istituti di credito;
b) ristoro dei danni subiti nel corso del 2008 compreso il pagamento del latte conferito ai caseifici;
c) mantenimento dell'attuale disciplinare della mozzarella di bufala campana DOP;
d) miglioramento del funzionamento del relativo Consorzio di tutela che preveda:
1) il controllo obbligatorio degli allevatori che conferiscano latte di bufala per la produzione di mozzarella di bufala campana con metodologie diverse da quelle attuali e la loro iscrizione al consorzio, al fine di estendere la certificazione DOP e le sue garanzie di qualità a tutto il ciclo produttivo e a tutti gli attori della filiera;
2) divieto assoluto di iscrizione al consorzio di organismi di intermediazione nella commercializzazione del latte di bufala DOP anche se cooperativi;
3) revisione del sistema dei controlli che al momento non garantiscono la tracciabilità del prodotto finito;
e) garanzia di una equa rappresentanza della parte agricola negli organi sociali del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana DOP, prevedendo anche forme di intervento sul Consorzio da parte del Ministero,

impegna il Governo:

a prendere in debita considerazione la crisi che sta attraversando la filiera bufalina appartenente all'istituto giuridico della DOP, secondo quando descritto in premessa, e in tale ambito ad attivare ogni iniziativa che sia utile a salvaguardare gli interessi degli allevatori bufalini colpiti dal contesto di crisi, evitando che le loro aziende arrivino al collasso, nonché ad adottare gli opportuni provvedimenti che siano capaci di rafforzare la qualità della mozzarella di bufala campana DOP, prescrivendo in maniera chiara il divieto dell'uso del latte congelato;
ad adottare, entro il termine stabilito del 30 giugno 2009, il decreto ministeriale diretto a definire le modalità per l'attuazione dell'articolo 4-quinquiesdecies del

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decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2008, n. 205, che prevede che a decorrere dal 1o gennaio 2013 la produzione della «mozzarella di bufala campana» dovrà essere effettuata in stabilimenti separati da quelli in cui ha luogo la produzione di altri tipi di formaggi o preparati alimentari; ad istituire, contestualmente all'adozione del predetto decreto, apposito tavolo di monitoraggio permanente con le regioni interessate e con le rappresentanze dei soggetti della filiera per verificare eventuali problematiche nell'attuazione delle predette disposizioni; ad adottare - anche sulla base delle risultanze di tale monitoraggio - le misure di accompagnamento e di sostegno alle imprese che si rendessero necessarie per l'attuazione della nuova disciplina;
a verificare la necessità di provvedere a dare esecuzione ad un programma d'interventi sulla base dell'accordo quadro indicato in premessa, allo scopo dando priorità di attuazione ai 5 punti che lo caratterizzano;
a fare in modo che, ove si decidesse di concorrere all'eliminazione del latte congelato, i sussidi siano concessi solo per il latte di cui sia accertata la provenienza da allevamenti aderenti alla filiera della DOP mozzarella di bufala campana e, in tale ambito, a subordinare tali soccorsi all'avvenuto pagamento del latte in questione ai relativi allevatori, nonché alla destinazione di questo latte a farine per uso zootecnico.
(8-00029) Rainieri, Negro.