CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 gennaio 2009
127.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO
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ALLEGATO

Indagine conoscitiva sulla finanza locale.

PROGRAMMA DELL'INDAGINE

Il processo di superamento della natura derivata della finanza locale, avviato dal legislatore ordinario nel 1992, è finalizzato alla progressiva sostituzione dei trasferimenti erariali con il riconoscimento agli enti locali di entrate proprie di natura tributaria.
Tuttavia, nonostante l'intervenuta affermazione a livello costituzionale del principio dell'autonomia finanziaria degli enti locali attraverso la riscrittura dell'articolo 119 della Costituzione, operata nel quadro della riforma costituzionale del 2001, nelle ultime due legislature ed in quella in corso il rafforzamento dell'autonomia impositiva degli enti locali non ha registrato sviluppi significativi.
In questo contesto è inoltre intervenuta l'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale, avviata nella scorsa legislatura e completata in quella attuale, che ha fatto venir meno uno dei pilastri del sistema impositivo comunale.
Anche la riforma del Patto di stabilità interno, avviata nella scorsa legislatura e proseguita nell'attuale, non ha garantito agli enti locali quella effettiva maggiore autonomia finanziaria richiesta dal dettato costituzionale.
Riflessi significativi, diretti e indiretti, sulla finanza locale sta inoltre avendo la crisi finanziaria ed economica internazionale.
La recente approvazione da parte del Senato della Repubblica del disegno di legge del Governo volto a dare attuazione al federalismo fiscale e l'avvio del suo esame presso questo ramo del Parlamento rendono oltremodo urgente l'approfondimento dello stato attuale della finanza locale e delle possibili prospettive evolutive alla luce dei principi costituzionali.
In questo quadro, l'indagine conoscitiva potrebbe soffermarsi sui seguenti aspetti:
la valutazione dei trasferimenti erariali corrisposti agli enti locali con riferimento alla relativa classe dimensionale, all'area geografica di appartenenza e ad alcuni indicatori significativi della situazione economico-sociale. Al riguardo, va sottolineato come il sistema dei trasferimenti erariali continui ad essere disciplinato dal decreto legislativo n. 504 del 1992, senza che si sia mai rivelato possibile procedere ad una revisione del sistema coerente con il processo di ampliamento dell'autonomia impositiva degli enti locali;
l'analisi dell'effettiva gestione economica e finanziaria degli enti locali, anche al fine di valutare l'adeguatezza dei controlli previsti nel nostro ordinamento. A tale proposito, appare significativa la circostanza che nel nostro Paese il sistema dei controlli è incentrato su forme di verifica di carattere essenzialmente interno, affidate ad un organo di revisione i cui componenti sono nominati dagli stessi enti locali, mentre i controlli affidati alle sezioni regionali della Corte dei conti, che pure sono stati potenziati e aggiornati, in molti casi si limitano ad aspetti di carattere formale e sono, comunque, prevalentemente indirizzati agli stessi enti interessati dai controlli;
con riferimento a tale ultimo aspetto, oltre ad un esame dell'effettivo funzionamento dei controlli previsti dalla legislazione

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vigente, appare opportuno svolgere un'analisi di tipo comparato dei sistemi di controllo sull'autonomia contabile e finanziaria degli enti locali previsti nei principali ordinamenti continentali, che in molti casi consentono agli organismi di controllo interventi particolarmente incisivi ed efficaci. Tale analisi potrebbe, infatti, consentire di individuare misure utili ad una migliore gestione delle risorse da parte degli enti locali, le quali potrebbero tradursi in concrete proposte di riforma della normativa vigente;
l'esame degli effetti della mancata stabilizzazione del Patto di stabilità interno a dieci anni dalla sua istituzione. Anche dopo la scelta, intervenuta nel 2007, di un sistema di controllo basato sui saldi di bilancio, residuano un complesso di problemi e di incongruenze che devono trovare soluzione attraverso la definizione di un quadro coerente e stabile;
la puntuale ricostruzione, sempre con riferimento al Patto di stabilità interno, della composizione della spesa degli enti locali e, conseguentemente, delle funzioni da questi esercitate;
l'esame del fenomeno dell'indebitamento degli enti locali, che negli ultimi anni ha assunto un rilievo crescente, realizzato attraverso l'indebitamento (mutui, operazioni di cartolarizzazione, cessione di crediti), l'emissione di titoli obbligazionari e operazioni in strumenti finanziari derivati, oggetto di ripetuti interventi di carattere legislativo. L'indagine potrebbe consentire di fare il punto sul tema, consentendo di valutare l'efficacia dei controlli in essere e degli interventi normativi recentemente adottati e, conseguentemente, di verificare quali siano gli attuali profili di rischio;
i profili di armonizzazione e di coordinamento della finanza locale con la finanza statale e regionale, anche nella prospettiva dell'attuazione del federalismo fiscale;
la valutazione del processo di esternalizzazione e di conseguente trasferimento delle funzioni dagli enti locali a società esterne, nella sua dimensione finanziaria, nel suo impatto sull'economia reale, nei suoi rapporti con le regole del mercato e nei suoi possibili sviluppi, anche alla luce della progressiva espansione del numero delle società partecipate dagli enti locali intervenuta negli ultimi anni.

L'indagine, che avrebbe la durata di 10 mesi, dovrebbe concludersi entro il mese di novembre 2009 e si articolerebbe, in una prima fase, nell'audizione dei seguenti soggetti:
rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze;
rappresentanti del Ministero dell'interno;
rappresentanti degli enti locali;
rappresentanti della Corte dei conti;
rappresentanti della Banca d'Italia;
rappresentanti della CONSOB;
rappresentanti dell'ISTAT;
rappresentanti della Cassa depositi e prestiti;
rappresentanti dell'ISAE;
rappresentanti del sistema bancario;
rappresentanti delle agenzie di rating;
esperti e studiosi.

In una seconda fase potrebbe inoltre valutarsi l'eventualità di alcune missioni di studio, la cui autorizzazione sarà preventivamente richiesta al Presidente della Camera, in uno o più Paesi europei, al fine di acquisire elementi conoscitivi in ordine alle migliori pratiche sviluppate in materia di finanza locale e di relativi controlli.