CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 gennaio 2009
123.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00598 Caparini: Sul concorso pubblico a 10 posti di dirigente Archeologo concluso il 2 ottobre 2008.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'Onorevole Caparini riguardante il concorso pubblico a 10 posti di dirigente di seconda fascia, professionalità Archeologo, bandito con Decreto Dirigenziale del 9 marzo 2007 ed oggetto di ricorsi presentati dinanzi ai Tribunali Amministrativi Regionali per il Lazio e la Liguria.
In merito occorre inizialmente ripercorrere la successione temporale dei fatti di causa e lo stato in cui si trovano attualmente i ricorsi giurisdizionali pendenti di fronte ai citati tribunali:
nel contenzioso in atto presso il Tribunale amministrativo per il Lazio, nella Camera di Consiglio del 15 ottobre 2008 l'adito Tribunale ha reso l'ordinanza collegiale istruttoria n. 4836/2008, con la quale ha ordinato l'integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti i concorrenti utilmente collocati in graduatoria ed ha accolto la domanda cautelare dei ricorrenti fino alla Camera di Consiglio del 16 dicembre 2008, cui ha rinviato per la trattazione dell'istanza incidentale di sospensione;
relativamente al contenzioso pendente dinanzi al Tribunale amministrativo per la Liguria, con ordinanza n. 385 del 30 ottobre 2008 la sede di Genova ha concesso la misura cautelare richiesta dai ricorrenti, disponendo la sospensione dell'esecuzione dei provvedimenti impugnati. Successivamente alcuni dei vincitori del concorso hanno proposto appello avverso la predetta ordinanza n. 385 del 30 ottobre 2008 ed il Consiglio di Stato si è pronunziato annullandola e disponendo, con ordinanza n. 6469/2008, l'integrazione del contraddittorio anche in questa sede nei confronti di tutti i vincitori;
contestualmente, l'Avvocatura distrettuale di Genova ha comunicato di avere proposto ricorso per regolamento di competenza al Consiglio di Stato, trattandosi di ricorsi pendenti sulla medesima materia per la quale si ritiene competente per territorio, in via esclusiva, il Tribunale amministrativo per il Lazio;
in attesa della pronunzia sul merito, prevista per il 16 dicembre 2008 dinanzi al Tribunale amministrativo per il Lazio, il Ministero ha dato ottemperanza alla citata ordinanza di sospensione n. 385/2008 del Tribunale amministrativo per la Liguria e non ha proceduto, pertanto, alla nomina dei candidati risultati vincitori;
all'udienza del 16 dicembre 2008, il Tribunale amministrativo per il Lazio ha rinviato al 21 gennaio 2009 la discussione del merito del ricorso proposto.

Il contenzioso in atto, pertanto, ha impedito al Ministero di approvare la graduatoria e la nomina dei vincitori.
Per quanto concerne, invece, l'attribuzione degli incarichi dirigenziali di seconda fascia della professionalità di archeologo, faccio presente che l'Amministrazione ha proceduto informando la propria attività alla piena realizzazione degli obiettivi di efficienza ed efficacia, pur disponendo di un numero ridotto di dirigenti. Il conferimento degli incarichi dirigenziali, infatti, è stato predisposto secondo modalità idonee a garantire la migliore utilizzazione delle competenze professionali

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dei dirigenti in relazione ai risultati da conseguire e tenendo conto della disponibilità manifestata al riguardo dai dirigenti stessi, quale valida alternativa ad una situazione di assoluta vacanza di tecnici da preporre a compiti di così elevata specializzazione.
Al fine di evitare eventuali ipotesi di incertezza in merito alle procedure di attribuzione degli incarichi, faccio altresì presente che il Ministero ha conformato la propria attività ai principi costituzionali del buon andamento e dell'imparzialità delle pubbliche amministrazioni, anche per quanto riguarda la durata dell'incarico il cui termine è fissato in ragione degli obiettivi da perseguire al fine di assicurare la certezza delle situazioni giuridiche e garantire la continuità dell'azione amministrativa.
Gli stessi principi hanno conformato anche l'attribuzione degli incarichi a dirigenti tecnici della Regione Sicilia, in base all'articolo 19, comma 5 del decreto legislativo 165/2001 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche).
In relazione a quanto rappresentato in risposta all'Onorevole interrogante, si assicura che il Ministero per i beni e le attività culturali, nella consapevolezza dell'attuale carenza di figure dirigenziali della professionalità di archeologo, provvederà alla nomina dei candidati risultati vincitori ed alla stipulazione dei successivi contratti, non appena saranno superate le attuali difficoltà ed i ritardi derivanti dal contenzioso in atto in sede giurisdizionale.

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ALLEGATO 2

5-00735 Vannucci: Sulla rappresentazione della regione Marche nella guida del MiBAC «Italy the wonders of culture».

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'Onorevole Vannucci riguardante la guida intitolata «Italy the wonders of culture».
In merito rappresento che la pubblicazione della predetta guida è relativa ai soli luoghi della cultura di proprietà statale e l'ultima stesura risale ad oltre tre anni fa.
Con specifico riferimento alle lacune ed errori evidenziate dall'Onorevole interrogante, evidenzio che:
i bronzi di Pergola erano ricompresi in quanto bene archeologico e, come tale, di competenza della Soprintendenza per i beni archeologici delle Marche con sede ad Ancona; conseguentemente, sono stati affiancati allo spazio riservato a quest'ultima;
al momento della definitiva assegnazione del gruppo bronzeo al Museo civico di Pergola, il volume era già in stampa;
poiché il Museo di Pergola è di proprietà comunale non può essere inserito nella pubblicazione del Ministero per i beni e le attività culturali in quanto, come già rappresentato, la stessa riguarda esclusivamente i luoghi della cultura di proprietà statale;
la mancanza di eventuali foto è legata alla necessità, per la buona riuscita del lavoro editoriale, che le stesse siano ad elevata risoluzione. Considerando che le Soprintendenze, il più delle volte, non hanno foto con tali caratteristiche nel proprio archivio fotografico, si sarebbero dovuti reperire ulteriori fondi, non disponibili, necessari per realizzare una nuova campagna fotografica;
la Rocca di San Leo è, con convenzione, in consegna al Comune che ne ha la gestione;
il Duomo di Pesaro non è di proprietà statale.

Il Ministero provvederà, comunque, nelle future edizioni, alle correzioni che si dovessero rendere necessarie per le mancanze e gli errori che verranno individuati.

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ALLEGATO 3

5-00741 Bocci: Erogazione di stanziamenti per il Parco archeologico e necropoli etrusca di Corciano in Umbria.

TESTO DELLA RISPOSTA

Mi riferisco all'interrogazione dell'on.le Bocci riguardante il protocollo d'intesa tra il Comune di Corciano e la Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Umbria stipulato in data 10 maggio 2005 per regolamentare gli interventi finanziati ai sensi dell'articolo 1 della legge 23 febbraio 2001 n. 29 sul Parco archeologico e la necropoli etrusca di Corciano (decreto ministeriale 7 novembre 2001).
Devo premettere che tale protocollo, successivo e sostanzialmente confermativo di quello già stipulato in data 16 maggio 2002, individuava e distingueva gli interventi a carico della Soprintendenza e quelli a carico del Comune (questi ultimi relativi specificatamente alla realizzazione del nuovo museo), regolamentando i rispettivi finanziamenti e prevedendo che la Soprintendenza, entro 30 giorni dalla rendicontazione dello stato di avanzamento dei lavori corrispondente o superiore al 50 per cento degli interventi previsti, versasse al Comune il 95 per cento del finanziamento.
In data 15 dicembre 2003, in costanza del primo protocollo d'intesa, è stato erogato un primo acconto per spese di progettazione pari ad euro 51.645. Successivamente è stato pagato un ulteriore acconto di euro 111.520 gravante direttamente sulla contabilità speciale della Soprintendenza in attesa dell'ulteriore accreditamento da parte del Ministero successivamente disposto, a saldo di quanto previsto dal decreto ministeriale 7 novembre 2001, per un importo di euro 1.334.559 (comprensivo anche della quota parte destinata a lavori condotti direttamente dalla Soprintendenza).
Conseguentemente la Soprintendenza, verificato lo stato d'avanzamento dei lavori, ha versato l'11 dicembre 2007 un ulteriore acconto di euro 650.000, nonostante il Comune richiedesse una cifra inferiore, essendo fortemente preoccupato di sforare il patto di stabilità. La restante cifra è rimasta in carico della contabilità speciale della Soprintendenza, assoggettata alle procedure di spesa che tale contabilità comporta.
Alla fine del mese di settembre 2008, quando il Comune di Corciano ha consegnato la rendicontazione richiesta per un ammontare di euro 413.000, la Soprintendenza, pur avendo una disponibilità di cassa estremamente limitata, in data 14 novembre 2008 ha versato un ulteriore acconto di euro 50.000, rischiando anche di restare parzialmente scoperta rispetto agli altri impegni da onorare entro la fine dell'esercizio finanziario. Infine, pervenuti gli attesi accreditamenti in data 11 dicembre 2008, in pari data è stato immediatamente predisposto il mandato per il Comune di Corciano per un importo di euro 363.419,31.
Da quanto rappresentato si desume che:
sull'importo totale del progetto, pari ad euro 1.291.142, è stato erogato il 95 per cento del finanziamento, pari ad euro 1.226.585, così come previsto dal citato Protocollo d'intesa;
la Soprintendenza ha operato con trasparenza e correttezza, così come riconosciuto anche dallo stesso Sindaco del Comune di Corciano che, con una lettera del 12 dicembre 2008, ha espresso al Soprintendente sentimenti di stima e ringraziamento per i buoni rapporti di collaborazione fra le due istituzioni.

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ALLEGATO 4

5-00642 Siragusa: Sulla riforma degli istituti tecnici.

TESTO DELLA RISPOSTA

Com'è noto la riorganizzazione e il potenziamento del sistema dell'istruzione tecnica e professionale sono stati previsti dalla legge n. 40 del 2007.
Successivamente l'articolo 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 tra l'altro ha stabilito che nel quadro di una più ampia revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, si provveda alla ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orario, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali.
La materia, quindi sarà disciplinata con apposito regolamento da adottarsi ai sensi del su indicato articolo 64 della legge n. 133.
Ciò premesso, con riguardo a quanto richiesto dall'Onorevole interrogante chiarisco che Confindustria, avvalendosi della collaborazione di alcuni dirigenti scolastici, ha da tempo sostenuto l'esigenza di salvaguardare identità e ruolo dell'istruzione tecnica.
Per aggiornare, alla luce del nuovo quadro normativo, le proposte di riforma di questo segmento di istruzione, Confindustria medesima ha elaborato, in data 17 ottobre 2007, un documento denominato «Action Plan istruzione tecnica», avvalendosi della collaborazione di associazioni territoriali e di categoria maggiormente interessate e di un gruppo di lavoro.
L'elaborazione del documento in parola non ha previsto il coinvolgimento della competente direzione per l'istruzione e la formazione tecnica superiore e per i rapporti dei sistemi formativi delle regioni del Ministero.
Non risulta, infine, che nel corso dell'incontro tra Ministro e rappresentanti di Confindustria, svoltosi l'8 novembre 2008, si sia affrontato il tema specifico della riforma degli istituti tecnici e professionali.

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ALLEGATO 5

5-00686 Centemero: Recepimento e attuazione della legge 169/2008 nelle scuole italiane all'estero.

TESTO DELLA RISPOSTA

Rispondo, anche a nome del Ministero degli Affari Esteri, all'Onorevole interrogante che chiede chiarimenti in merito al recepimento ed all'attuazione, da parte delle scuole italiane funzionanti all'estero, delle innovazioni introdotte dalla legge n. 169 del 30 ottobre 2008 e degli interventi previsti dal piano programmatico di cui all'articolo 64 della legge n. 133 del 2008.
Al riguardo il succitato Ministero ha fatto presente che in data 21 novembre 2008 ha trasmesso alle sedi delle Ambasciate e dei Consolati, ove funzionano scuole italiane e/o paritarie, il testo della legge n. 169 del 30 ottobre 2008 di conversione del decreto legge n. 137 del 2008 con l'invito diretto ai dirigenti scolastici di porre particolare attenzione alle nuove norme in materia di valutazione del comportamento e del rendimento scolastico degli alunni in vigore dal corrente anno scolastico.
Il medesimo Dicastero ha anche segnalato che l'introduzione del maestro unico nella scuola primaria andrà in vigore dal prossimo anno scolastico.
Con riguardo al piano programmatico di cui all'articolo 64 della legge n. 133 del 6 agosto 2008, che prevede specifici interventi in materia di revisione degli ordinamenti e dei programmi scolastici, preciso che le scuole italiane all'estero conformano le proprie attività a quanto previsto per le istituzioni scolastiche funzionanti in Italia, secondo le modalità previste dall'articolo 629 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 il quale stabilisce che con provvedimenti adottati dal Ministro degli Affari Esteri di concerto con il Ministro della Pubblica istruzione le scuole italiane statali all'estero sono conformate per il loro ordinamento, salvo varianti rese necessarie da particolari esigenze locali, alle corrispondenti scuole statali del territorio nazionale.
Pertanto, non si mancherà di dare applicazione a tale normativa conformando le istituzioni scolastiche italiane all'estero statali e paritarie a quelle metropolitane, con gli aggiustamenti che si renderanno necessari per corrispondere ad esigenze locali.

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ALLEGATO 6

5-00705 Antonino Russo: Stato di attuazione del progetto «Più scuole meno mafia».

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Ministero ha stipulato in data 26 luglio 2008 un Protocollo di Intesa con l'Agenzia del Demanio riguardante l'utilizzo dei beni confiscati alle associazioni criminali.
Tale iniziativa è stata resa possibile a seguito della recente modifica all'articolo 2-undecies della legge 31 maggio 1965, n. 575, «Disposizioni contro la mafia», introdotta dal comma 201 dell'articolo 1, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria per il 2007), che ha esteso la possibilità di utilizzazione dei beni immobili «confiscati e mantenuti al patrimonio dello Stato» oltre che per finalità di giustizia, di ordine pubblico e di protezione civile, «anche per altri usi governativi o pubblici connessi allo svolgimento delle attività istituzionali di amministrazioni statali, agenzie fiscali, università statali, enti pubblici e istituzioni culturali di particolare interesse».
Il Protocollo di Intesa si inserisce in quest'ultimo ambito, individuando, quali «usi pubblici connessi allo svolgimento delle attività istituzionali» dell'Amministrazione scolastica, l'impiego dei beni confiscati per progetti «che riguardano l'insegnamento, la scuola, l'università, la ricerca o più in generale, iniziative di carattere culturale».
In tali casi, infatti, allo sviluppo di progetti sociali rilevanti per il recupero delle aree del territorio si accompagna il valore educativo per la riaffermazione dei principi di legalità, specie nel mondo giovanile.
Per realizzare i suddetti obiettivi l'Agenzia del Demanio e il Ministero hanno assunto, rispettivamente, i seguenti impegni:
attivare tutte le iniziative necessarie a superare gli ostacoli che si frappongono all'assegnazione dei beni e ad assicurare una gestione unitaria degli interventi nei singoli territori e a livello nazionale;
favorire, con tutti gli strumenti disponibili, la realizzazione di progetti integrati per l'utilizzo dei beni nei settori di competenza e di sviluppare, inoltre, forme adeguate di assistenza tecnica, di sostegno, di promozione e di coordinamento dei vari enti interessati all'utilizzo degli immobili.

Più precisamente, l'Agenzia si è impegnata:
a compiere tutte le attività istruttorie finalizzate alla destinazione dei beni e alla consegna degli stessi;
a formalizzare il decreto di destinazione per gli immobili occupati, previa disdetta dei contratti di locazione, anche tacitamente prorogati, ed avvio delle procedure di sgombero nei casi di occupazione abusiva o senza titolo. Conseguentemente la consegna dei beni avverrà una volta che l'Agenzia avrà liberato gli immobili dagli occupanti.

A sua volta il Ministero si è impegnato:
a definire progetti di utilizzo;

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a sviluppare iniziative di promozione e di stimolo nei confronti dei potenziali utilizzatori;
a verificare la possibilità di impiego di Fondi disponibili al fine di assicurare piena realizzazione dei progetti di utilizzo degli immobili confiscati.

Per semplificare e accelerare le procedure di destinazione dei beni confiscati l'Accordo in questione ha previsto l'istituzione di un tavolo tecnico permanente finalizzato a:
promuovere e incentivare i progetti integrati per l'utilizzo dei beni confiscati;
individuare gli immobili idonei e compatibili con i predetti utilizzi;
indicare gli eventuali oneri finanziari e la relativa copertura connessa all'attuazione dei progetti.

Come previsto dalla legge 575/1965, su tutte le iniziative dovrà essere acquisito il prescritto parere del Prefetto e del Comune ove è ubicato il bene.
Considerato che le attività potranno riguardare beni ubicati sull'intero territorio nazionale, sarà necessario interessare tutti gli altri Enti, ed in particolare regioni e province, per gli eventuali profili di competenza connessi ai progetti da realizzarsi.
Con riguardo allo stato di attuazione del Protocollo di Intesa dopo la fase di analisi dei 230 beni immobili confiscati suscettibili di utilizzazione, finalizzata a verificarne le potenzialità anche sulla base dello stato del procedimento di destinazione, che è risultata complessa sia per la quantità sia per l'eterogeneità delle situazioni da verificare, si sta procedendo alla individuazione dei singoli beni destinabili al Ministero sui quali sviluppare le idee progettuali.
Dal punto di vista organizzativo, per gestire tutti gli adempimenti connessi agli impegni assunti con il Protocollo di Intesa, il Ministro ha costituito un gruppo di lavoro permanente che si avvale di qualificate professionalità interne e di un consulente esterno esperto nei settori della progettazione, orientamento e formazione professionale, fondi strutturali dell'Unione europea, found raising, creazione d'impresa, terzo settore.
Allo stato il gruppo di lavoro, in stretta collaborazione con l'agenzia del Demanio sta definendo, fra l'altro:
le linee progettuali generali (progetto quadro nazionale);
la mappa effettiva delle disponibilità attraverso la costruzione di un codice di identificazione del singolo bene che evidenzi condizioni strutturali, tempi e potenzialità di utilizzo;
le procedure di affidamento dei beni;
le sinergie con altri progetti nazionali e locali;
la rilevazione dei fabbisogni formativi e occupazionali nei territori in cui sono insediati i beni.

Allo stato la situazione riguardante l'utilizzo dei beni confiscati alle associazioni criminali è quella appena esposta.

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ALLEGATO 7

5-00708 De Pasquale: Iniziative concernenti il precariato della scuola.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si conviene con l'Onorevole interrogante che il problema del precariato della scuola mortifica il ruolo degli insegnanti, impedisce la continuità del lavoro della scuola, la sua capacità progettuale, mette seriamente in discussione la qualità della didattica e rappresenta un danno per il futuro lavorativo di tanti giovani.
Per troppi anni la scuola ha smesso di essere un servizio ai cittadini e alla Nazione per diventare un enorme ammortizzatore sociale e questo è mortale per la qualità del sistema educativo.
Con riguardo in particolare alle assunzioni, ricordo preliminarmente che la norma contenuta nell'articolo 1, comma 605, della legge n. 296 del 2006, finanziaria 2007, - recante la definizione di un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente e amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) della scuola per gli anni 2007-2009 - prevede verifiche annuali, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze e con la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica circa la concreta fattibilità dello stesso.
Occorre far presente inoltre che il precedente Governo aveva avviato anche un piano triennale di contenimento della spesa pubblica nel settore della scuola rispetto al quale non possiamo che procedere; la situazione economica internazionale lo impone.
In particolare la suddetta legge n. 296 conteneva una serie di misure atte a realizzare un più razionale utilizzo delle risorse e una maggiore efficienza del sistema dell'istruzione. Tali misure avrebbero comportato, nel biennio 2007-2008, un contenimento degli organici di complessive 47.000 unità tra personale docente e personale ATA.
Successivamente, con l'articolo 2, comma 412, della legge n. 244 del 2007 (finanziaria 2008), si è proceduto ad una rimodulazione del citato intervento con la previsione di una riduzione complessiva di posti, tra personale docente ed ATA, di 14.000 unità per l'anno 2007/08 e di 11.000 unità per ciascuno dei tre anni successivi (2008/09 - 2009/10 - 2010/2011).
Per l'anno scolastico 2008/09 la medesima legge finanziaria ha disposto un ulteriore contenimento nella misura di 2.000 posti, portando in tal modo a 13.000 unità l'intervento riduttivo da attuare per lo stesso anno scolastico.
La citata legge ha anche mantenuto la clausola di salvaguardia che prevede la riduzione delle dotazioni complessive di bilancio del Ministero della pubblica istruzione, ad eccezione delle competenze spettanti al personale, in misura corrispondente alla quota di riduzioni non operata in ciascun anno.
Dette riduzioni nell'anno scolastico 2008/09 sono state suddivise in 12 mila posti per il personale docente e mille per il personale ATA.
Non si può quindi prescindere dai vincoli posti dalla legge nonché dalla situazione della finanza pubblica.
Di questa situazione si è fatto carico il Governo predisponendo le misure in materia di organizzazione scolastica contenute nell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008.

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Il citato articolo 64 prevede, in particolare, l'adozione di un piano programmatico di interventi, volti ad una maggiore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili ai fini di una maggiore efficacia ed efficienza del sistema scolastico, quali la razionalizzazione e l'accorpamento delle classi di concorso e la revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale della scuola, nonché l'adozione di uno o più regolamenti per la revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico.
Si sta procedendo ora a dare attuazione alla succitata normativa. Soltanto a conclusione del percorso delineato dal suddetto articolo 64 potrà dunque farsi una fondata valutazione sul fabbisogno di risorse umane e sulle reali capacità di assorbimento da parte del sistema scolastico, al fine di evitare situazioni di soprannumero e il riprodursi del precariato.
Ciò premesso, considerati gli impegni precedentemente presi e la loro sostenibilità in rapporto all'attuale situazione economica e finanziaria del Paese, per il corrente anno scolastico 2008/2009 sono state effettuate assunzioni a tempo indeterminato di 25mila unità di personale docente ed educativo e di 7mila unità di personale ATA.
Queste assunzioni consentono di corrispondere alle necessità del sistema scolastico salvaguardando, comunque, la qualità del servizio d'istruzione in termini di efficienza ed efficacia.
Ricordo infine che le economie di spesa che saranno realizzate in attuazione delle misure previste dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 saranno destinate, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale del personale della Scuola.
Con riguardo poi alla richiesta di conoscere se «il Ministero non consideri opportuno» aggiornare le graduatorie ad esaurimento consentendo ai docenti di poter far valere gli anni di servizio e i titoli post laurea conseguiti successivamente alla data di primo inserimento in graduatoria, faccio presente che sia nell'ambito delle previgenti graduatorie permanenti che nelle attuali graduatorie ad esaurimento, in occasione degli aggiornamenti, i candidati già inclusi in dette graduatorie hanno sempre avuto la possibilità di far valere titoli e servizi acquisiti dopo il primo inserimento.
In merito infine alla richiesta di conoscere in che forma si intendano inserire i futuri docenti che al momento dell'apertura delle graduatorie ad esaurimento non abbiano ancora concluso il corso di specializzazione, faccio presente che il relativo provvedimento conterrà l'indicazione della data del 30 giugno 2009 quale ultimo termine ai fini dell'iscrizione a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento per il biennio scolastico 2009/2010-2010/2011.

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ALLEGATO 8

5-00761 De Angelis: Sulla figura professionale del collaboratore del preside o dirigente scolastico.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'interrogazione parlamentare alla quale si risponde l'Onorevole interrogante chiede iniziative volte a «definire il ruolo e la natura della figura professionale del collaboratore del preside o dirigente scolastico... al fine di uniformare, nei concorsi a titoli per il personale docente, la corretta valutazione da parte degli uffici periferici del MIUR relativamente alla figura del collaboratore del preside o dirigente scolastico...».
Si ritiene che l'Onorevole interrogante si riferisca ai concorsi riservati per dirigente scolastico atteso che la vigente normativa non prevede «concorsi a titoli per il personale docente» ad eccezione delle procedure di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento ai fini del reclutamento del medesimo personale docente.
Con riguardo a detti concorsi i bandi relativi alle procedure concorsuali riservate hanno previsto, quale requisito di ammissione, ai fini della partecipazione alle medesime, l'aver svolto le funzioni di preside incaricato e, pertanto, correttamente, non sono stati ammessi i collaboratori del preside che non hanno svolto le predette funzioni vicarie.
La ratio della norma originaria, di cui all'articolo 29, comma 3, del decreto legislativo n. 165 del 2001, è infatti, quella di perseguire la graduale abolizione del fenomeno del precariato, consentendo la partecipazione, ai concorsi di cui trattasi, del personale che abbia acquisito una rilevante esperienza nello svolgimento delle funzioni direttive, come può verificarsi soltanto nel caso di sostituzione del preside o dirigente scolastico, e non semplicemente affiancandolo in qualità di collaboratore. Ciò a prescindere dalle eventuali difformi decisioni adottate dagli organi giurisdizionali a seguito di contenzioso, applicabili peraltro solo nei confronti di singoli ricorrenti, nonché dai successivi provvedimenti di sanatoria adottati nei confronti di coloro che sono stati ammessi con riserva.
Si fa notare, peraltro che il servizio prestato in qualità di collaboratore del capo d'istituto è compreso nella tabella di valutazione dei titoli di servizio; nei bandi in questione è previsto che la valutazione di detti titoli e di quelli culturali sia effettuata dalla commissione giudicatrice per ciascun candidato al termine della prova colloquio. Ciò al fine di attribuire un punteggio aggiuntivo valido per l'inserimento in graduatoria.
Si ritiene opportuno sottolineare anche che i prossimi concorsi saranno indetti secondo i principi contenuti nel regolamento emanato con D.P.R. 10 luglio 2008, n. 140, in applicazione dell'articolo 1, comma 618 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 211 del 9 settembre 2008.
Detto regolamento prevede, tra l'altro, che il reclutamento della dirigenza scolastica avvenga con un unico concorso, per esami e titoli, e, pertanto, allo stato non viene contemplata la possibilità che vengano banditi ulteriori concorsi a dirigente scolastico a carattere riservato.

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ALLEGATO 9

5-00768 Codurelli: Sulla situazione finanziaria degli istituti scolastici di Lecco.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come rilevato anche dall'Onorevole Interrogante, le misure di contenimento della spesa disposte con le leggi finanziarie relative agli anni pregressi hanno comportato, come in altri settori pubblici, tagli consistenti delle risorse finanziarie destinate alle scuole.
Delle difficoltà finanziarie delle istituzioni scolastiche derivanti da tali misure era consapevole la precedente gestione che, come ha ricordato l'Onorevole interrogante, ha a tale riguardo promosso specifiche iniziative.
Ebbene, pur nell'attuale difficile situazione economica e finanziaria globale, i provvedimenti messi in atto dal precedente Governo - quali il pagamento a carico del Ministero delle supplenze per maternità e reperimento delle risorse per il pagamento degli esami di Stato - sono stati confermati per il decorso anno 2008 e per il corrente anno 2009. Ad essi si aggiunge l'esenzione dal pagamento della TARSU per le scuole, il cui onere, come è noto, è stato assunto direttamente dal Ministero che, in data 27 novembre 2008, ha disposto le assegnazioni a favore dei Comuni delle somme ad essi spettanti, in attuazione dell'articolo 33-bis della legge 28 febbraio 2008, n. 31, convertito nella legge 31 dicembre 2007, n. 248, e dell'Accordo sancito in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali in data 20 marzo 2008.
Vorrei peraltro ricordare che l'articolo 2, comma 5, del decreto-legge n. 147 del 2007, convertito con modificazioni dalla legge n. 176 del 2007, nel porre a carico dei capitoli di spesa dello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione gli oneri relativi alle retribuzioni spettanti al personale della scuola nominato in sostituzione del personale assente per motivi di maternità, ha sì disposto una integrazione degli stanziamenti dei relativi capitoli, ma ha finanziato l'integrazione riducendo contestualmente allo scopo il tetto massimo di spesa per le supplenze brevi fissato dalla legge finanziaria 2005 all'articolo 1, comma 129.
In tale contesto, il Ministero ha effettuato, con riferimento all'anno 2008, un monitoraggio delle spese imputabili al fondo per il funzionamento delle scuole, ritenute assolutamente incomprimibili, quali, ad esempio, gli appalti delle pulizie diversi da quelli gestiti dal personale ex LSU, il pagamento della TARSU, eccetera, nonché delle spese relative alle supplenze brevi del personale della scuola. Poiché tale accertamento ha evidenziato, in effetti, una insufficienza degli stanziamenti di bilancio relativi alle suddette voci di spesa, questa Amministrazione ha segnalato tempestivamente al Ministero dell'economia e delle finanze le esigenze rilevate.
Venendo al programma annuale delle istituzioni scolastiche per il 2009, il Ministero per la predisposizione del programma stesso ha fornito precise indicazioni con circolare del 25 novembre 2008, riservandosi di inviare successive comunicazioni relativamente alle assegnazioni per le spese di funzionamento. Per quel che concerne specificamente le risorse finanziarie per le supplenze brevi e saltuarie, in detta circolare sono stati indicati i relativi parametri, corrispondenti a quelli stabiliti dal decreto ministeriale n. 21 del 1o marzo 2007, emanato in attuazione della legge n. 296 del

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27 dicembre 2006 - Finanziaria 2007 - e si è fatto presente che, a seguito di apposito monitoraggio, si provvederà alla eventuale integrazione dell'assegnazione base, determinata secondo gli indicati parametri, in relazione al fabbisogno accertato e comunque entro il limite massimo del 50 per cento della somma corrispondente all'assegnazione base; ciò, secondo quanto già previsto nell'anzidetto decreto ministeriale n. 1 del 2007.
Per quanto riguarda in particolare le voci di spesa relative alle supplenze brevi e saltuarie per il periodo 1o settembre - 31 dicembre 2008, il Ministero, in data 9 gennaio 2009, ha dato avviso alle istituzioni scolastiche della disponibilità, nel periodo dal 14 al 24 gennaio 2009, delle funzioni relative alla procedura di rilevazione delle ulteriori esigenze di finanziamento da assegnare in relazione a tali spese.
Ovviamente, la situazione delle istituzioni scolastiche della provincia di Lecco, alla quale si fa espresso riferimento nell'interrogazione, riflette la situazione delle altre province della Lombardia e di altre parti del territorio nazionale.

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ALLEGATO 10

Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009 ed il programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea, elaborato dalla presidenza francese, ceca e svedese (COM (2008)712 def. - 1124/08).

PROPOSTA DI RELAZIONE

La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione);
esaminato per le parti di competenza, il programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2009 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese (COM(2008)712 def. - 11249/08);
valutato positivamente il fatto che nel programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009, all'Allegato 1 sotto il titolo «comunicazione sul dialogo università-imprese» è prevista una comunicazione della Commissione, nella quale viene specificato che le università operano al centro del triangolo della conoscenza costituito da istruzione, ricerca e innovazione, che esse svolgono un ruolo cruciale nella creazione di un'Europa delle conoscenze e devono aprirsi maggiormente ai bisogni delle società e che basandosi sulle buone pratiche, la comunicazione proporrà orientamenti e strutture per migliorare e intensificare la cooperazione tra università e imprese, ridurre le barriere tra università e imprese, migliorare la governance, migliorare la pertinenza dei programmi di studio, promuovere lo spirito imprenditoriale presso le Università e gli studenti, migliorare la mobilità e sviluppare e rafforzare il ruolo delle università nell'educazione permanente;
rilevato con soddisfazione per quel che riguarda il programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea, elaborato dalla presidenza francese, ceca e svedese, che in esso viene specificato che considerato il ruolo cruciale della ricerca e dell'innovazione nella promozione della competitività, le presidenze cercheranno di rafforzare lo spazio europeo della ricerca, anche assicurandone la gestione efficace e promuovendo sia programmi di ricerca comuni sia la cooperazione internazionale nella scienza e nella tecnologia;
sottolineato, invece che per quel che riguarda l'istruzione e la formazione, viene sottolineato che un'istruzione e una formazione di alta qualità costituiscono la base per la creazione di posti di lavoro qualitativamente migliori e la sostenibilità della crescita e che verrà prestata particolare attenzione ai preparativi per la relazione finale sul programma «Istruzione e formazione 2010» nonché al futuro di questo processo dopo il 2010;
sottolineato altresì con favore che nel capitolo cultura, audiovisivi e multilinguismo, per quel che riguarda la cultura, si prevede che le tre presidenze si concentreranno sull'attuazione dell'Agenda europea per la cultura e del piano di lavoro per la cultura 2008-2010 nell'ambito del metodo di coordinamento aperto e che particolare attenzione sarà rivolta a come migliorare l'accesso alla cultura, specie da parte di bambini e giovani, e sviluppare sinergie tra cultura e istruzione e che inoltre, le presidenze metteranno ulteriormente in risalto l'importanza del contributo

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dei settori culturale e creativo alla crescita e all'occupazione nonché allo sviluppo sostenibile;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con le seguenti osservazioni:
1) appare opportuno specificare ulteriormente le modalità e le misure attraverso le quali si prevede di migliorare e intensificare la cooperazione tra università e imprese, prevedendo forme di scambi di esperienze dirette tra i due settori attraverso progetti ad hoc e forme di partenariato;
2) si ritiene altresì opportuno specificare, in merito all'importanza del contributo dei settori culturale e creativo alla crescita e all'occupazione nonché allo sviluppo sostenibile, le modalità e le misure attraverso le quali è possibile prevedere, nell'ambito di una concezione della gestione dei beni culturali, improntata al rispetto delle peculiarità di tali beni, un programma operativo che porti alla nascita di una vera e propria strategia per la gestione del settore culturale europeo nel suo complesso;
3) appare opportuno prevedere il potenziamento delle iniziative di comunicazione e di informazione relative alle modalità e alle misure messe in atto dall'Unione europea nei settori della ricerca, istruzione e formazione, cultura, multilinguismo, sport.

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ALLEGATO 11

Sulla missione svolta a Bruxelles, l'8 dicembre 2008.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

1. La riunione ha registrato la partecipazione dei rappresentanti dei Parlamenti di 12 Paesi membri (Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Spagna, Regno Unito), 1 Paese candidato (la Croazia), ed alcuni deputati del Parlamento europeo. Per il Parlamento italiano erano presenti l'On. Valentina Aprea, Presidente della Commissione cultura della Camera dei deputati, e il Sen. Vincenzo Vita, Vice Presidente della Commissione Istruzione pubblica e beni culturali del Senato.
La riunione è stata co-presieduta da Katerina Batzeli (Grecia), Presidente della Commissione cultura del Parlamento europeo, Mr. Christian Kert, Vice Presidente della Commissione cultura dell'Assemblea nazionale francese, e Bernadette Bourzai, membro della Commissione cultura del Senato francese.
2. La prima parte dell'incontro è stata dedicata all'approfondimento dei seguenti temi: apprendimento delle lingue straniere; multilinguismo; dialogo interculturale. La sessione è stata introdotta dal Commissario europeo per il multilinguismo, Leonard Orban, il quale ha illustrato la recente comunicazione della Commissione europea Il multilinguismo: una risorsa per l'Europa e un impegno comune. Il Commissario ha sottolineato l'opportunità di realizzare una maggiore sinergia tra le iniziative comunitarie e quelle nazionali, valorizzando l'applicazione del principio di sussidiarietà.
È quindi intervenuto Vasco Graça Moura, membro della Commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo, il quale si è soffermato sulla questione delle competenze diversificate, mostrandosi favorevole alle iniziative volte ad agevolare l'apprendimento delle lingue nei vari Paesi dell'Unione. Ha sottolineato, in particolare, l'esigenza prioritaria di riconoscere la parità alle lingue dell'UE. È seguito l'intervento di un'altra componente della medesima Commissione, Maria Badia i Cutchet, che ha rilevato l'importanza del multilinguismo quale fonte di sviluppo economico, auspicando che esso possa altresì agevolare il dialogo interculturale. Ha, infatti, riconosciuto nel multilinguismo un fattore decisivo ai fini del corretto funzionamento delle istituzioni, evidenziando peraltro che un terzo del bilancio del Parlamento europeo è dedicato proprio a questo aspetto. Ha osservato, inoltre, che cultura e lingua costituiscono fonti di ricchezza e che la diversità culturale e linguistica può e deve diventarlo. Tale considerazione assume rilievo specifico nell'ambito dell'Unione europea, che coinvolge ben ventisette Stati e ventitré lingue ufficiali, rendendo pertanto necessario l'intervento attivo delle istituzioni e dando maggiore spazio ai cittadini.
Gli interventi dei rappresentanti dei Parlamenti nazionali si sono incentrati soprattutto sull'esigenza di garantire il rispetto della pari dignità per tutte le lingue dell'Unione europea, anche quelle non ufficiali e minoritarie, ma nel contempo promuovere l'apprendimento delle lingue straniere. In particolare, sia il rappresentante del Parlamento greco, Maria Kollia-Tsaroucha, sia il rappresentante maltese, Owen Bonnici, hanno ricordato che nei loro Paesi vige l'obbligo di imparare due lingue straniere sin dalla scuola primaria. Un obbligo analogo verrà introdotto anche in Croazia, come evidenziato

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dal rappresentante del Parlamento croato. Jerzy Wenderlich, membro della Commissione cultura del Parlamento polacco, nel ricordare che la legislazione nazionale garantisce la tutela delle minoranze linguistiche, ha invocato l'applicazione del principio di reciprocità, dato che - a suo avviso - la minoranza polacca residente in Germania non gode di un'analoga tutela.
La Presidente Aprea ha posto l'accento sull'esigenza di fissare degli obiettivi concreti, ad esempio l'impegno da parte di tutti gli Stati membri a destinare il 3 per cento del PIL al settore dell'istruzione e della ricerca, anche attraverso un diverso approccio al rispetto degli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona. Ha altresì sottolineato l'importanza del dialogo interculturale con i Paesi terzi, che consente di prevenire i conflitti, favorire processi di avvicinamento e riconciliazione tra i popoli, specialmente nelle aree che versano in situazioni di fragilità politica, nonché a gestire con più efficacia i fenomeni migratori. Ha rilevato quindi la necessità che il dialogo interculturale sia promosso attraverso progetti concreti, azioni di sensibilizzazione e scambi di buone prassi, svolti peraltro con successo negli Stati membri e al di fuori dell'Unione nel corso del 2008, dichiarato anno europeo del dialogo interculturale. La Presidente Aprea ha ricordato, inoltre, ai colleghi presenti che i temi in agenda sono tutti impegnativi e rappresentano delle vere e proprie sfide che l'UE dovrà affrontare in questo millennio, in misura maggiore rispetto al passato, a seguito dell'apertura delle frontiere in un sistema di comunicazioni sempre più permeabile e diffuso. Ha espresso quindi anche la convinzione che, tra gli obiettivi da perseguire nell'immediato futuro, vi sia in primo luogo il potenziamento del ruolo riservato all'apprendimento delle lingue nelle politiche e nei programmi svolti nel quadro dello spazio educativo europeo, favorendo la cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali competenti nel settore dell'educazione, a partire dall'UNESCO e dal Consiglio d'Europa, al fine di migliorare la qualità e diversità delle azioni culturali attuate e, in generale, di contribuire alla realizzazione del multilinguismo individuale, che deve diventare un must per ogni sistema fonetico. A partire dal multilinguismo, infatti, e grazie all'apprendimento delle lingue e agli scambi culturali tra giovani di diversa nazionalità, sarà possibile dispiegare a pieno le potenzialità di tutte le lingue europee in vista dello sviluppo del dialogo interculturale ed economico col resto del mondo.
In conclusione, ha rilevato che incontri come quello di Bruxelles possono essere la sede opportuna per favorire il dialogo interculturale tra i Paesi dell'UE e il resto delle nazioni a patto che si dimostrino in grado di rappresentare ai Governi nazionali e alle istituzioni europee competenti linee guida alle quali ispirarsi, in modo da consentire alle nuove generazioni la costruzione di un futuro che non sia fondato sulle incomprensioni o, peggio ancora, sui conflitti, ma un percorso di pace sempre più condiviso. Ha auspicato pertanto che le riunioni dedicate all'approfondimento di tali tematiche, come quella che si terrà a Praga nel semestre di presidenza ceca del Consiglio dell'Unione europea, vadano appunto nella direzione di favorire la crescita delle fondamenta comuni nel rispetto delle singole diversità, analogamente a quanto compete ai Parlamenti nazionali.
Athina Kiriakidou, membro della Commissione affari educativi del Parlamento cipriota, ha formulato quindi osservazioni circa l'opportunità di favorire il dialogo interculturale, il cui principale obiettivo è preservare la tradizione e l'identità culturale di ogni Paese, divenendo così strumento di pace tra i popoli. Il Commissario europeo per il multilinguismo, Leonard Orban, è quindi intervenuto sottolineando che, per quanto concerne l'insegnamento delle traduzioni letterarie nelle scuole, la Commissione europea rispetta il principio di sussidiarietà. Ha espresso altresì la piena condivisione delle osservazioni svolte dalla Presidente Aprea sulla cooperazione col resto del mondo e sul dialogo interculturale nelle scuole, anche per la presenza di alunni stranieri nelle scuole. Maria Kollia-Tsaroucha, presidente della Commissione

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cultura del Vouli ton Ellinon greco, ha rilevato che la Grecia ha adottato numerose iniziative in materia di multilinguismo, tant'è che due lingue straniere vengono insegnate sin dalle elementari. Ha sottolineato l'importanza dell'apprendimento in tutto l'arco della vita, mostrandosi favorevole alla traduzione delle opere letterarie nelle varie lingue straniere.
L'opportunità di promuovere, anche con adeguati strumenti finanziari, la traduzione delle principali opere letterarie di ciascun Paese, che possono diventare un essenziale veicolo di diffusione delle diverse culture nazionali, è stata richiamata peraltro in numerosi interventi. Piotr Andrzejewski, presidente della Commissione cultura e media del Senato polacco, ha caldeggiato fortemente il sostegno delle istituzioni europee a favore del multilinguismo, che considera fonte di rispetto della molteplicità culturale che caratterizza il sistema europeo, esprimendo altresì l'auspicio che le minoranze linguistiche polacche che risiedono all'estero siano garantite e tutelate. Il senatore Vincenzo Vita ha ricordato come la conoscenza di due o più lingue straniere sia oggi una sorta di «esigenza dell'evoluzione umana», nel senso che costituisce il presupposto ineludibile per interagire nell'era della comunicazione globale e virtuale. Ha osservato, inoltre, che la necessaria tutela delle lingue minoritarie non dovrebbe sconfinare in una sorta di «regressione localistica», dato che dimensione globale e locale devono necessariamente essere armonizzate.
Badia i Cutchet ha proposto l'avvio di una ricerca a livello comunitario per conoscere nel dettaglio il grado di conoscenza delle lingue straniere in ciascuno Stato membro, adottando indicatori comuni. Mavrommatis (Grecia, Parlamento europeo) ha invece evidenziato la necessità di mantenere, e se possibile incrementare, gli stanziamenti che l'UE destina al settore della cultura e dell'istruzione. A tale riguardo, il Commissario Orban ha ricordato che è fondamentale l'integrazione tra i fondi comunitari e quelli nazionali, dato che molte iniziative in questo ambito vengono elaborate ed eseguite a livello regionale e locale. Sono intervenuti altresì Francis Agius, membro del Parlamento maltese, che ha ribadito la necessità di collegare lo studio delle lingue ad aspetti utilitari, Hywel Williams, membro della Commissione gallese della Camera dei Comuni del Parlamento britannico, e Petar Selem, presidente della Commissione educazione, scienza e cultura del Hrvatski Sabor della Croazia.
Il Commissario europeo per il multilinguismo, Leonard Orban, in sede di replica, ha evidenziato che gli Stati membri dovrebbero garantire l'insegnamento della propria lingua agli immigrati dei Paesi terzi, dato che la competenza linguistica è uno degli elementi chiave per agevolarne l'integrazione. Sono infine intervenuti Michal Stuligrosz, membro della Commissione affari europei del Sejm polacco, che ha ribadito la necessità dell'apprendimento di una lingua straniera, osservando che latino e greco sono importanti anche in vista di tale obiettivo, e Christos Aidonis, membro della Commissione cultura del Vouli ton Ellinon greco, che ha sottolineato il diritto alla diversità delle lingue e delle culture.
3. La seconda parte del dibattito è stata dedicata ai temi della diversità culturale e dell'economia digitale. La sessione è stata aperta dall'intervento di Viviane Reding, Commissaria responsabile del settore audiovisivo e della società dell'informazione. Nella sua relazione, Reding ha evidenziato i seguenti aspetti: la recente approvazione della direttiva 2007/65/CE relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive. La direttiva deve essere recepita entro la fine del 2009. A tale riguardo, la Commissaria ha espresso l'auspicio che nel recepire la direttiva gli Stati membri non introducano elementi che possano stravolgerne gli obiettivi; l'importanza di approvare rapidamente la proposta di decisione relativa a un programma comunitario pluriennale (2009-2013) per la protezione dei minori che usano internet e le altre tecnologie di comunicazione (COM(2008)106); i ragguardevoli successi

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conseguiti dai Programmi Media, intesi a promuovere la produzione e la distribuzione di opere cinematografiche europee; la grande novità rappresentata dalla biblioteca multimediale Europeana, che entro il 2010 conterrà oltre 10 milioni di opere europee; l'opportunità di potenziare la banda larga e soprattutto le connessioni wireless (senza fili), in modo da rendere fruibile internet anche nelle più remote regioni d'Europa. La tecnologia informatica, infatti, svolge un ruolo essenziale per l'industria dell'audiovisivo, ma dovrebbe essere applicata anche a taluni servizi pubblici, come l'apprendimento (e-learning) e i servizi sanitari a domicilio. Per fronteggiare queste sfide, secondo la Commissaria, l'UE dovrebbe disporre di adeguati mezzi finanziari, ma non sempre i Governi degli Stati membri dimostrano la necessaria attenzione: ad esempio, Reding ha ricordato che nell'ultimo consiglio ECOFIN i Ministri dell'economia hanno respinto la proposta della Commissione di utilizzare nel settore delle nuove tecnologie fondi comunitari non spesi (pari a 1 miliardo di euro), deliberando invece la loro redistribuzione a livello nazionale.
Nel corso del dibattito, la Presidente Batzeli ha sottolineato che uno degli elementi cruciali in questa materia è il bilanciamento tra il diritto all'accesso, che dovrebbe essere universale, e il diritto d'autore, che deve tutelare i prodotti dell'ingegno e l'industria culturale nel suo complesso. Anche Weber (Francia, Parlamento europeo) ha enfatizzato il problema della pirateria informatica, suggerendo alcuni possibili rimedi: la possibilità di scaricare dalla rete, legalmente e a prezzo ridotto, i prodotti audiovisivi; l'imposizione di una tassa ad hoc sull'acquisto dei personal computer, il cui gettito dovrebbe confluire in un fondo unico per la tutela del diritto d'autore. Williams (Regno Unito, House of Commons) ha infine rilevato che in Gran Bretagna lo swtitch-off del sistema analogico potrebbe determinare la chiusura di molte emittenti locali, con gravi conseguenze in termini di pluralismo dell'informazione.