CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 gennaio 2009
120.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Esiti della riunione dei Parlamenti dell'Unione europea in materia di energia e sviluppo sostenibile (Strasburgo, 20 e 21 novembre 2008).

RELAZIONE DELL'ONOREVOLE LULLI

Componenti del Parlamento europeo, di Parlamenti nazionali e delle nazioni candidate ad entrare nell'Unione europea (Croazia e Turchia) si sono riuniti a Strasburgo il 20 e 21 novembre 2008 per approfondire il tema energia e sviluppo sostenibile. L'incontro ha rappresentato un importante momento di riflessione in vista della Conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici che si è svolta a Poznam dal 1 al 12 dicembre scorso. La Conferenza ha segnato una tappa significativa nei negoziati internazionali che sono stati lanciati a Bali nel dicembre 2007 e dovranno condurre alla conclusione di un accordo su un nuovo trattato globale su clima e riduzione dei gas serra previsto nel mese di dicembre 2009 a Copenaghen.
L'incontro è stato introdotto in sessione plenaria dal Presidente del Parlamento europeo, Hans Gert Pöttering, seguito da brevi interventi dei Presidenti del Senato francese, Gerard Larcher e dell'Assemblea nazionale, Bernard Accoyer, nonché del ministro francese per gli affari europei, Jean-Pierre Jouyet, il quale si è soffermato sul ruolo della Presidenza di turno francese riguardo alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalle politiche energetiche. Ha evidenziato la necessità di individuare una linea comune a breve termine, in modo da mantenere una posizione di leadership a livello internazionale nel raggiungimento degli obiettivi fissati, in particolare, rispetto a paesi terzi di primario interesse economico e produttivo quali la Cina, l'India e la Russia.
La discussione si è orientata prevalentemente sulle misure che prevedono entro il 2020 una riduzione del 20 per cento delle emissioni di anidride carbonica, un aumento dell'efficienza energetica del 20 per cento e un'utilizzazione del 20 per cento di fonti rinnovabili: il meglio conosciuto «pacchetto 20-20-20».
La sessione plenaria è stata aperta dall'intervento di Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'Agenzia europea per l'ambiente, la quale ha sottolineato la necessità di una tempestiva revisione delle modalità di approvvigionamento energetico per giungere velocemente ad una post-carbon society attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili. L'Europa deve avanzare rapidamente verso politiche di tecnologia verde, diversificazione dell'approvvigionamento energetico, ecoinnovazione. A questo fine, la professoressa McGlade ha citato, a titolo d'esempio, il generatore di elettricità ad energia mareomotrice messo in funzione nello scorso mese di aprile a Strangford Lough, nell'Irlanda del Nord, sufficiente ad alimentare una piccola città e il recente accordo tra il Presidente Sarkozy e il Primo ministro Brown per procedere ad un rilancio dell'energia nucleare. La relatrice ha evidenziato altresì la possibilità di un migliore utilizzo delle fonti rinnovabili in Europa soprattutto attraverso diverse modalità di distribuzione che superino le dimensioni dei grandi impianti centralizzati a favore di una pluralità di piccoli sistemi di distribuzione. La natura stessa dell'energia prodotta da fonti rinnovabili

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quali il sole, il vento, le maree richiede sistemi differenziati di generazione che appaiono più efficienti, meno esposti a dispersioni e più sicuri.
La vicepresidente della Commissione europea, Margot Walström, si è soffermata sugli aspetti più rilevanti del Secondo riesame strategico della politica energetica presentato dalla Commissione il 13 novembre 2008, sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo del marzo 2007. Ha evidenziato, in particolare, i cinque punti del Piano d'azione per la sicurezza energetica e la solidarietà. Il primo riguarda le infrastrutture, vale a dire il Piano baltico di interconnessione, un corridoio meridionale per il gas, infrastrutture per il gas naturale liquefatto, un anello energetico mediterraneo, interconnessioni nord-sud all'interno dell'Europa centrale e sudorientale, un Programma per una piattaforma sul mare del Nord. Il secondo punto riguarda le relazioni esterne, nella consapevolezza che vi è forte necessità di una coerente diplomazia di sicurezza energetica e di trasparenza tra Stati membri. Il terzo punto si riferisce alla capacità dei Paesi europei di prevenire e affrontare le crisi di approvvigionamento. La vicepresidente Walström ha annunciato una revisione della legislazione europea sulle scorte strategiche di petrolio, avendo già acquisito un rapporto di valutazione sulla direttiva inerente la sicurezza dell'approvvigionamento di gas in vista della sua revisione nel 2010. Il quarto punto riguarda l'efficienza energetica. Ha ricordato che il pacchetto sull'efficienza energetica del 2008 contiene una serie di proposte volte a rafforzare il quadro legislativo in settori chiave quali, ad esempio, l'edilizia e la cogenerazione. Al riguardo - ha aggiunto la Walström - si sta lavorando a nuove iniziative di finanziamento sostenibile dell'energia in collaborazione con la Banca europea degli investimenti. Il quinto punto riguarda, infine, le fonti energetiche presenti sul territorio europeo. Considerato che le nostre riserve di carburante fossile sono quasi esaurite, ha ricordato che nell'ultima sessione plenaria del Forum sui carburanti fossili, tenutasi a Berlino nello scorso mese di ottobre, si sono prospettate nuove misure a livello nazionale e comunitario e in collaborazione con la Norvegia per promuovere l'accesso conveniente ed ecocompatibile ai carburanti fossili sul territorio europeo. Ha evidenziato, infine, il grande potenziale insito nelle energie rinnovabili e l'intenzione di valutare a livello europeo progetti di finanziamenti per tecnologie a basso contenuto di carbonio.
A questi interventi è seguito un dibattito sempre in sessione plenaria. Per la Francia, l'europarlamentare Joseph Daul, leader del gruppo del Partito popolare europeo, ha rivendicato il coraggio politico di perseguire l'adozione del pacchetto sui cambiamenti climatici, richiamando l'Europa ad un ruolo guida a livello internazionale.
L'europarlamentare finlandese Satu Hassi, del gruppo dei Verdi, ha sostenuto che il pacchetto sul clima è un buon esempio da seguire per il resto del mondo. Ha sottolineato che è necessario ridurre le nostre emissioni senza esternalizzare la parte più rilevante ai paesi in via di sviluppo ed ha concluso che la crisi sarà tanto più costosa quanto più tardi cominceremo a contrastarla.
L'austriaco Hannes Swoboda, vicepresidente del gruppo socialista al Parlamento europeo, ha rilevato che non sarà possibile raggiungere gli obiettivi fissati, se non si procederà ad investimenti massicci in ricerca e sviluppo. Ha sollecitato altresì soluzioni efficaci e pragmatiche per la liberalizzazione del mercato europeo dell'energia.
Riguardo alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico, Pierre Lequiller, deputato dell'Assemblea nazionale francese, ha rilevato che la Russia sta usando la sua ricchezza energetica come un'arma politica nei confronti dell'Europa orientale. Ricordando che la Russia fornisce all'Europa un quarto dei suoi rifornimenti di carbone, un terzo del suo petrolio e metà del suo gas, l'europarlamentare britannico Graham Watson, leader dell'Alleanza di liberali e democratici, ha avvertito che il ricorso ad un'unica fonte di

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approvvigionamento potrebbe essere una scelta suicida per gli Stati europei. Con riferimento alla crisi economica, ha concluso che dobbiamo orientarci ad una crescita intelligente sostenuta da fonti energetiche più «intelligenti».
Al dibattito in sessione plenaria hanno partecipato anche i quattro componenti della delegazione italiana composta dai senatori Roberto Della Seta (PD) e Simona Vicari (PdL) e dai deputati andrea Lulli (PD) e Roberto Tortoli (PdL).
Il senatore Della Seta ha osservato che ci troviamo ad affrontare tre diverse emergenze: la crisi finanziaria, la crisi climatica, la crisi energetica. Ciò deve rappresentare un'occasione per promuovere un cambiamento radicale nell'economia e nei sistemi energetici. Sarebbe insensato reagire alla crisi finanziaria in atto rimandando o alleggerendo gli impegni di riduzione delle emissioni dannose per il clima, di miglioramento dell'efficienza energetica, di sviluppo delle energie pulite. Di fronte alla crisi, il «pacchetto clima-energia» rappresenta una parte della soluzione. Migliorare l'efficienza energetica serve ad alleggerire i costi a carico delle imprese e delle famiglie e aiuta a liberare risorse per gli investimenti e per i consumi; aumentare il peso delle energie pulite - ha concluso Della Seta - significa ridurre le importazioni di combustibili fossili e creare posti di lavoro.
La senatrice Vicari ha ricordato che l'Italia ha chiesto agli altri Paesi membri un approfondimento dei diversi aspetti del «pacchetto clima-energia» avendo cura di valutare non solamente i benefici apportati, ma anche il metodo individuato per il calcolo dei vincoli per ciascun Paese. Il rischio infatti potrebbe essere quello di porsi obiettivi così ambiziosi da non poter poi, da qui al 2020, essere in grado di raggiungerli con ripercussioni negative sulle singole economie nazionali fondate principalmente sull'attività delle piccole e medie imprese. L'Italia, per esempio, dovrebbe sopportare costi superiori del 40 per cento rispetto agli altri Paesi europei, nonostante abbia raggiunto un'efficienza energetica superiore alla media europea e presenti emissioni inferiori pro capite. Ha quindi sollecitato l'applicazione di meccanismi di flessibilità del «pacchetto» con la previsione di clausole di revisione che siano basate anche sulla nozione di costo-efficacia delle misure introdotte e sul principio di equità. Ha sottolineato, inoltre, che le politiche europee in tema di energia e ambiente avranno valore solo se si riuscirà a renderle condivise dai grandi Paesi inquinatori responsabili delle emissioni. In caso contrario, il «pacchetto 20-20-20» avrà un valore meramente simbolico e metterà fuori mercato molte produzioni europee, favorendo invece i concorrenti extraeuropei.
L'intervento del deputato Lulli si è concentrato sul carattere strategico sicurezza degli approvvigionamenti energetici ai fini delle prospettive di ripresa delle economie europee. In uno scenario caratterizzato dal deterioramento delle condizioni generali dell'economia internazionale e dalla crescente incidenza di alcuni grandi concorrenti (in particolare la Cina) nel consumo di energia, l'Europa deve evitare un insostenibile aggravio dei costi ovvero una carenza di offerta. È necessaria una politica europea che non si limiti a promuovere la diversificazione delle fonti di energia, con riguardo ai soli profili della competitività ambientale, ma che affronti anche la questione della certezza delle fonti. Su questa materia è indispensabile che le istituzioni comunitarie definiscano quanto prima gli strumenti finanziari necessari per supportare il lavoro dei singoli Stati. Si tratta di realizzare investimenti di entità assai rilevante che giustificano ampiamente la creazione di un apposito Fondo europeo. In questa stessa prospettiva, ritiene pienamente condivisibile l'attenzione manifestata dalla Presidenza francese per individuare meccanismi di solidarietà tra i diversi Stati membri al fine di garantire un'adeguata sicurezza dell'approvvigionamento. L'impegno dell'Europa e gli ambiziosi programmi che l'Unione si è data in relazione all'abbattimento delle emissioni inquinanti - ha proseguito Lulli - dovranno essere contemperati

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con l'attenta verifica della praticabilità e della sostenibilità delle decisioni assunte. In ogni caso, garantire la sicurezza della disponibilità degli approvvigionamenti energetici rappresenta un obiettivo prioritario per l'Unione europea.
Il deputato Tortoli ha affrontato la tematica sulla sostenibilità ambientale dello sviluppo sottolineando l'urgenza di adottare misure concrete per ridurre ai livelli stabiliti le emissioni di gas serra. La realizzazione di questo obiettivo implica, infatti, modifiche strutturali dell'assetto produttivo e dell'organizzazione della vita civile degli Stati membri. Le più recenti pronunce dell'Unione europea pongono opportunamente l'accento sul concetto di solidarietà con riferimento alle eventuali gravi difficoltà che uno o più Stati membri, se non l'Europa nel suo complesso, potrebbero affrontare sotto il profilo dell'approvvigionamento. La medesima logica di solidarietà deve essere adottata anche per quanto concerne la realizzazione degli obiettivi stabiliti per la riduzione delle emissioni. Più in generale, in questa materia - ha proseguito Tortoli - si deve procedere con realismo e gradualità. Ciò vale, ad esempio, per il sistema di scambio delle quote. Come accaduto per le regole del patto di stabilità, anche in questo caso occorre attenuare i vincoli in considerazione dell'aggravamento del ciclo economico che comporta oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche e riduce la redditività delle imprese produttive. Queste considerazioni valgono tanto più quando si consideri l'aggressività di alcuni concorrenti che si avvalgono del vantaggio di non dover rispettare gli obiettivi di Kyoto. Il deputato Tortoli ha poi sottolineato la necessità di sostenere la ricerca e la sperimentazione di nuove tecnologie, individuando le risorse necessarie per supportare gli oneri che deriveranno da questo processo. Come il deputato Lulli, ha proposto infine l'istituzione di uno specifico Fondo europeo, da dotare adeguatamente, per supportare le iniziative dei singoli Stati e dei privati.
La giornata è proseguita con la riunione di tre gruppi di lavoro i cui esiti sono stati presentati nella riunione plenaria della giornata successiva.
Il primo gruppo di lavoro - cui ha partecipato il deputato Lulli - si è occupato di politica energetica europea e sicurezza degli approvvigionamenti. Gli interventi hanno sottolineato la necessità di un approccio comune alle tematiche sulla sicurezza degli approvvigionamenti e sulle infrastrutture-chiave. Sono state altresì richiamate le recenti conclusioni della Presidenza francese, la quale ha invitato la Commissione a realizzare reti paneuropee, ad accrescere la cooperazione con gli Stati di approvvigionamento e di transito e a procedere nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
I partecipanti si sono inoltre soffermati sulle problematiche relative alla dipendenza energetica dalla Russia, rilevando la difficoltà di trovare un giusto equilibrio nelle relazioni con questo paese. Il dibattito ha evidenziato un generale consenso sull'esigenza di rafforzare una comune politica europea in materia energetica, soprattutto in un momento di grave crisi finanziaria. A questo proposito, è stato anche richiamato il principio di politiche energetiche solidali, anche se alcuni paesi si sono mostrati scettici sulle modalità con cui è stato finora attuato in Europa il principio di solidarietà tra Stati membri.
Un ulteriore elemento di confronto si è avuto sul mercato interno dell'energia. Il deputato polacco Galazewski ha osservato che la sicurezza energetica implica questioni sia politiche sia militari, raccomandando una più stretta cooperazione con la NATO, mentre il deputato Lulli ha proposto l'istituzione di un Fondo europeo per superare le difficoltà di approvvigionamento.
La questione principale affrontata dal primo gruppo di lavoro riguarda, tuttavia, la necessità di potenziare le infrastrutture e, in particolare, la rete paneuropea per sopperire alla possibile scarsità di elettricità. Sul fronte esterno, molti oratori hanno evidenziato potenzialità e rischi di alcuni progetti di gasdotti (Nabucco,

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Trans-Saharan, White Stream) e si sono trovati generalmente d'accordo sulle nuove vie di transito, eccezion fatta per il progetto North Stream, un gasdotto per collegare la Russia e l'Unione europea attraverso il Mar Baltico, sul quale alcuni parlamentari hanno sollevato obiezioni di carattere politico e ambientale. Una breve parte del dibattito è stata dedicata alla necessità di diversificare le fonti energetiche e alcuni oratori hanno richiamato la questione se l'energia nucleare possa essere considerata parte del mix energetico, sulla quale si sono registrate posizioni non omogenee.
Il secondo gruppo di lavoro - cui ha partecipato il deputato Tortoli - ha affrontato le tematiche dell'innovazione energetica e dello sviluppo sostenibile. Il relatore, Moldan del Senato polacco, ha introdotto i lavori sottolineando che l'attuale crisi finanziaria potrebbe colpire i processi di innovazione, nonostante le importanti sfide imposte dai cambiamenti climatici e dall'energia. I temi trattati possono essere sintetizzati nei seguenti punti.
L'Europa ha una forte dipendenza dall'energia prodotta in altri Paesi, anche se può vantare una funzione leader in molti campi della tecnologia energetica, in particolare per quanto riguarda l'efficienza energetica. È necessario considerare l'attuale crisi economica come un'opportunità di sviluppo dell'innovazione.
Sono necessari investimenti pubblici per supportare l'innovazione tecnologica, specialmente a livello europeo. A questo fine, si deve prevedere un aumento dei finanziamenti comunitari.
In una situazione di scarsi investimenti comunitari per l'innovazione, si registrano tuttavia a livello locale molte iniziative positive.
Le tecnologie attualmente utilizzate devono essere ulteriormente migliorate attraverso processi di innovazione intelligente. Bisogna tenere conto dell'implementazione pratica e non ignorare carenze e difficoltà.
In Europa sussiste una varietà di realtà specifiche. È importante tenere conto delle diverse condizioni politiche e climatiche dei singoli Paesi.
Le principali aree di innovazione cui si è fatto riferimento sono: l'efficienza energetica applicata soprattutto alle abitazioni e alle automobili; la rete energetica e il sistema di distribuzione in generale; lo stoccaggio energetico; le tecnologie del carbone pulito.
L'innovazione come approccio complessivo alle tematiche dello sviluppo sostenibile che comprende anche i settori dell'agricoltura che produce il 18 per cento di metano, mentre il 14 per cento dei gas serra sono prodotti dai trasporti.
Il terzo gruppo di lavoro si è occupato infine di politica europea, cambiamenti climatici e negoziati internazionali. I lavori sono stati aperti con l'auspicio del raggiungimento di un accordo sul pacchetto clima-energia. La crisi finanziaria che investe tutti i Paesi europei non deve costituire un pretesto per evitare di affrontare la preoccupante situazione energetica e climatica a livello globale. Alcuni parlamentari hanno proposto di elevare dal 20 al 30 per cento la riduzione del livello di emissioni di emissioni di gas serra entro il 2020, sollecitando anche più stringenti parametri di efficienza energetica. È stato inoltre evidenziato che per alcuni Stati è difficile applicare il sistema per lo scambio di quote di emissione dei gas ad effetto serra nella Comunità (denominato Emission Trading System, ETS). Sono pertanto necessarie nuove politiche di investimento, anche al fine di evitare l'eccessivo rialzo dei costi energetici. L'industria europea necessita di indicazioni chiare per il futuro così da poter pianificare il proprio business. Si dovrebbe anche procedere ad una ricognizione degli Stati che hanno già migliorato la loro produzione energetica per mettere a punto sistemi premianti. A questo fine, possono essere considerate le tecnologie di confinamento dell'anidride carbonica CCS Carbon Capture and Storage. Si è rilevato che, a causa della crisi finanziaria, ancora più forte appare la necessità di orientarsi a fonti energetiche

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più economiche rispetto alle attuali. Ciò significa sia modificare i modelli di tassazione in quasi tutti i paesi europei sia diventare produttori - e non solo consumatori - di energia. È urgente a livello europeo prevedere un approccio coordinato alle politiche energetiche, agricole e alimentari, considerato anche che le foreste sono un importante dispersore di carbonio.
In questo senso, appare indifferibile l'accordo sul pacchetto clima-energia, rispetto al quale l'Europa deve assumere una leadership a livello internazionale. La questione dell'inclusione di nazioni quali India e Cina nell'accordo internazionale e nella promozione dell'energia pulita assume pertanto una valenza prioritaria. Il sistema ETS dovrebbe essere applicato a livello globale in base al principio di equità e ciò significa che ogni paese deve disporre di uguale accesso alle fonti. La struttura dei negoziati presso le Nazioni Unite dovrebbe includere agenzie finora ignorate quali il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale il WTO. Raggiungere un simile risultato a livello internazionale presuppone un'unità di intenti a livello europeo. Ciò potrebbe facilitare il raggiungimento di un accordo internazionale secondo gli impegni assunti dall'Unione europea che ha in più sedi ribadito l'importanza di un nuovo accordo globale sul clima, da raggiungere entro la Conferenza delle Nazioni Unite di Copenaghen prevista per la fine del 2009.

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ALLEGATO 2

5-00015 Caparini: Tutela della rappresentatività delle associazioni dei consumatori nella RAI.

TESTO DELLA RISPOSTA

In via preliminare, si fa presente che l'iscrizione nell'elenco delle associazioni rappresentative a livello nazionale di cui all'articolo 137 del decreto legislativo n. 206/2005 (codice del consumo), non implica di per sé un diritto all'utilizzo di spazi in programmi radiotelevisivi in termini paritetici ovvero in correlazione al diverso grado di rappresentatività.
Per quanto riguarda, la possibile attivazione da parte del Consiglio nazionale Consumatori e Utenti presso la Rai al fine di garantire un effettivo pluralismo nella rappresentatività delle associazioni iscritte, si segnala che la questione è stata dal Ministero dello sviluppo economico sottoposta all'attenzione del predetto organismo nella riunione tenutasi lo scorso 18 giugno 2008, il quale, nella sua autonomia, non ha ritenuto di dover intervenire presso la Rai, non considerando la questione di sua competenza.
Da informazioni acquisite presso la RAI, risulta che l'Azienda non intende operare e, comunque, non ha inteso operare alcuna discriminazione nei riguardi dell'Associazione «La Casa del Consumatore»; ciò in un'ottica di pluralismo associativo, di apertura al maggior numero di opinioni, tendenze e correnti di pensiero, tenuto conto, tra l'altro, dei principi e dei valori consacrati nel Codice Etico del gruppo RAI, in cui la stessa si riconosce ed applica nell'esercizio della propria attività.
A tal riguardo, viene anche precisato che, fermo restando la disciplina di cui all'articolo 6 della legge 103/1975, non è dato riscontrare sul piano generale un diritto degli utenti del Servizio pubblico, nonché delle Associazioni rappresentative, ad accedere nel senso di partecipare, in quanto tali, ai programmi RAI di interesse, i quali vengono realizzati nel rispetto dell'autonomia e della discrezionalità editoriale.
Il Ministero dello sviluppo economico continuerà la sua opera di sensibilizzazione nei confronti della RAI, al fine di ricevere assicurazioni in merito ad una linea di comportamento univoca e coerente.

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ALLEGATO 3

5-00344 Burtone: Sull'impianto industriale della Pfizer in Valbasento.

TESTO DELLA RISPOSTA

La multinazionale Pfizer, come è noto, è una società leader nel comparto farmaceutico, presente con vari stabilimenti di produzione dislocati a Latina, nelle Marche ed in provincia di Matera (Pisticci).
L'industria farmaceutica costituisce certamente un settore a cui dare particolare attenzione, anche perché esso contribuisce sensibilmente alla creazione di posti di lavoro e alla crescita economica (il mercato farmaceutico complessivo ammonta a circa 19 miliardi di euro annui), oltre che allo sviluppo del Paese su una base scientifica.
Questa Amministrazione sta seguendo con molta attenzione le vicende dell'Azienda Pfizer e si conferma che la produzione dello stabilimento di Pisticci verrà sospesa alla fine del mese di dicembre 2008, come già dal 10 settembre scorso è stato comunicato ai lavoratori. Tale decisione è legata ai problemi relativi alla produzione della molecola della Dalbavancina ed è motivata dalla necessità di far fronte all'obbligo imposto dagli enti regolatori del farmaco, di effettuare ulteriori analisi sulla molecola stessa. L'inchiesta dovrebbe durare circa due anni, mettendo a serio rischio la continuità produttiva del sito lucano.
Seppure con la produzione ferma, nel 2009 lo stabilimento verrà comunque mantenuto aperto ed i lavoratori percepiranno il salario integrale. Non è, infatti, previsto al momento il ricorso ad alcun tipo di ammortizzatore sociale.
Inoltre nessuna richiesta di apertura di «tavolo» è pervenuta a questa Amministrazione per tale vertenza, né dalle proprietà né dalle organizzazioni sindacali, anche se da notizie assunte dal Ministero del lavoro è emerso che il responsabile dell'Unità Operativa Controversie di Lavoro nel settore privato è stato contattato da rappresentanti di alcune Organizzazioni sindacali, al fine di acquisire informazioni sulle procedure di proroga dei contratti di lavoro a termine di alcuni dipendenti della società Pfizer.
Come già si ha avuto modo di affermare, le intenzioni del Governo e la politica del Ministero dello sviluppo economico, per questo importante settore dell'industria italiana, è finalizzata a riqualificare i poli chimici e a promuoverne i processi di reindustrializzazione compatibili con l'ambiente, attraverso il consolidamento della chimica di base e lo sviluppo delle filiere a valle.
Il Ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola convocherà, entro il prossimo mese di gennaio, il «Tavolo Nazionale per la chimica» composto dalle associazioni di categoria, dalle principali imprese del settore operanti in Italia, dalle organizzazioni sindacali confederali e di categoria e dall'Osservatorio Chimico.
Il tavolo, finalizzato al consolidamento e allo sviluppo ecocompatibile del settore, dovrà servire, partendo dalla situazione del comparto e dai piani delle imprese, a individuare le linee di intervento da seguire per superare i principali ostacoli alla crescita competitiva della chimica italiana.
A tal fine, verrà predisposto un programma di lavoro che prevederà, per i necessari approfondimenti territoriali,

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specifici incontri con le forze politiche e sociali locali. Tra i territori oggetto di tali approfondimenti rientrerà quello della Valbasento.
Il Ministero dello sviluppo economico seguirà, dunque, in modo attento l'evoluzione di questa vicenda, rendendosi disponibile fin da ora ad attivarsi su richiesta delle parti, ai fine di affrontare le problematiche emerse, con l'obiettivo di individuare un percorso che consenta di superare l'attuale momento di crisi, verificando ogni possibile soluzione affinché questa importante realtà produttiva possa continuare ad operare nel territorio della Lucania.

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ALLEGATO 4

5-00550 Benamati: Introduzione di forme di incentivazione per la produzione di energia geotermica.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'approvazione della proposta di Direttiva sulle fonti rinnovabili, contenuta nel cosiddetto «Pacchetto clima-energia», all'esame del Consiglio Europeo il 12 dicembre scorso, si sono poste le basi per raggiungere l'ambizioso traguardo del 17 per cento di produzione di energia rinnovabile entro l'anno 2020.
Ciò comporterà una rinnovata azione di promozione per le energie rinnovabili in Italia, tra cui anche la geotermia, coinvolgendo sia le applicazioni di alta e di bassa entalpia (ovvero della quantità di energia che un sistema termodinamico può scambiare con l'ambiente), sia la produzione di energia elettrica e di quella diretta di calore.
La produzione di energia da fonte geotermica in Italia avviene da oltre 100 anni e presenta interessanti prospettive di sviluppo.
In particolare, nella Regione Toscana, la geotermia rappresenta la fonte rinnovabile più rilevante, fornendo una importante quota dell'energia elettrica necessaria al fabbisogno regionale.
Circa venti anni or sono, in coincidenza con l'emanazione della legge nazionale sulla geotermia (legge n. 896 del 9 dicembre 1986), è stato effettuato il primo inventario nazionale delle risorse geotermiche, che è in corso di aggiornamento, alla luce delle nuove conoscenze maturate attraverso la perforazione di numerosi pozzi e della possibilità di sfruttamento dei giacimenti consentito dalle nuove tecnologie.
L'uso elettrico della geotermia, possibile attraverso lo sfruttamento di giacimenti ad alta entalpia, ha trovato un forte sviluppo, ma solo nella regione Toscana; restano ancora da approfondire le possibilità di sfruttamento della risorsa geotermica per uso non elettrico, possibile in molte aree del territorio nazionale, anche in giacimenti a bassa entalpia.
Si segnala, inoltre, che la legge finanziaria per il 2008 ha riconosciuto la detrazione fiscale del 55 per cento, già prevista per interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione, anche per le spese sostenute per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a bassa entalpia. Al riguardo, occorre far presente che l'intera materia delle detrazioni fiscali per riqualificazione energetica degli edifici è stata oggetto di revisione con l'articolo 29 del decreto-legge n. 185 del 29 novembre 2008 (decreto anticrisi), che ha introdotto alcuni correttivi finalizzati a garantire la fruizione del beneficio entro i limiti delle risorse disponibili.
Nel precisare che le modifiche apportate con il citato decreto non avranno efficacia retroattiva e non pregiudicheranno quindi gli investimenti effettuati, si segnala che è stato, recentemente, approvato dalle Commissioni V e VI della Camera dei Deputati un apposito emendamento, presentato in sede di conversione in legge del decreto, diretto a semplificare l'applicazione del beneficio fiscale.
Si evidenzia, inoltre, che con decisione CE 6820 del 20 dicembre 2007, la Commissione

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europea ha approvato il Programma Operativo Interregionale (POI) «Energia rinnovabile e risparmio energetico» che trova applicazione nelle regioni Convergenza del nostro Paese (ovvero Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), di cui al Quadro Comunitario di Sostegno per il periodo 2007-2013 (QSN). L'Obiettivo generale del Programma è aumentare la quota di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e migliorare l'efficienza energetica, promuovendo le opportunità di sviluppo locale. La dotazione finanziaria del citato Programma consiste in circa 1.607,79 milioni di euro comprensiva di risorse FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e di risorse nazionali di cofinanziamento.
Per quanto riguarda, infine, l'ultimo quesito relativo all'utilità di condurre una campagna di informazione sulle potenzialità della geotermia, si evidenzia che, nell'ottica di raggiungere l'obiettivo del 17 per cento al 2020, è ferma intenzione del Ministero dello sviluppo economico, attivare tutte le possibili forme di diffusione delle informazioni sull'utilizzo della risorsa geotermica e proporre nuove iniziative, di concerto con le Regioni, per l'incentivazione di questa fonte energetica, caratteristica del nostro Paese.