CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 dicembre 2008
105.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00554 Lulli: Finanziamento di alcuni programmi spaziali e iniziative correlate.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si condivide quanto indicato nelle premesse dell'interrogazione in cui si sottolinea il ruolo strategico dello Spazio sia come campo di indagine scientifica, sia come opportunità per lo sviluppo di tecnologie innovative che sostengano la competitività del sistema industriale, sia come ambito in cui sviluppare applicazioni, infrastrutture e servizi di portata nazionale e internazionale, a supporto dell'economia e della società.
Relativamente alle richieste dell'interrogante, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Nel recente Consiglio ESA a livello ministeriale, tenutosi a l'Aia il 25-26 novembre 2008, è stata adottata la dichiarazione ESA/C-M/CLIV/26 Rev. 9: Amended Declaration, on the European Space Exploration Programme Aurora. In tale ambito, l'Italia ha confermato il proprio ruolo di leader per il programma ExoMars, passando da una contribuzione di 247.16 Meuro (a condizioni, economiche 2008), sottoscritta alla Ministeriale ESA di Berlino, nel 2005, ai 278.16 Meuro (condizioni economiche 2008) attuali.
La dichiarazione prevede anche una ulteriore fase di valutazione ed eventuale revisione del programma, da realizzarsi da parte dell'esecutivo ESA entro il 2009, che ne mantenga la natura strategica nel settore dell'esplorazione robotica spaziale, ma che ne favorisca, nel contempo, l'internazionalizzazione, per il coinvolgimento di altre agenzie spaziali quali quella americana e russa.
La nuova sottoscrizione complessiva, pari a 850.00 Meuro (condizioni economiche 2008) include una parte fissa, quella sottoscritta a Berlino pari a 691.34 Meuro (condizioni economiche 2008), e una parte definita come «indicativa», che potrà essere confermata ed eventualmente ulteriormente aumentata da parte dei vari Paesi fino alla sottoscrizione definitiva prevista entro il 31 dicembre 2009.
Tale sottoscrizione riguarda il contributo ESA al programma, previsto entro il limite di 1 Beuro, mentre il costo complessivo della missione potrà essere superiore se coperto dai contributi delle altre agenzie spaziali.
L'Italia, mantenendo, il ruolo di leader della propria industria aerospaziale, potrà ospitare il Centro di controllo del robot marziano (ROCC), che sarà ubicato presso il Centro ALTEC di Torino. L'industria italiana rimane coinvolta anche nelle tecnologie innovative ed abilitanti quali quella relativa al «trapano» marziano in grado di acquisire campioni fino ad una profondità di due metri, ad oggi mai ottenuta.
Riguardo il programma SimbolX: l'ASI ha costituito a metà ottobre 2008 un gruppo di esperti formato da due rappresentanti dell'ASI, uno dell'INAF, due del CNES e uno del CNRS. I lavori del gruppo saranno presentati il 10 dicembre 2008 allo «Steering Committee del Programma, a Parigi. L'obiettivo è quello di rivedere la configurazione della missione alla luce di un budget definito, prevedendo la possibilità di estendere la collaborazione ad altre agenzie spaziali. L'obiettivo è di garantire un ruolo primario per l'Italia, nelle tecnologie degli specchi X, riconosciuto a livello internazionale, non escludendo un ruolo, anche nelle tecnologie innovative

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relative al «volo in formazione». Si ricorda che la missione consiste in un telescopio a raggi X a grande lunghezza focale realizzato con due satelliti posti e mantenuti a distanza variabile tra 20 e 30 metri tra di loro.
In merito alla capsula abitata europea per il collegamento con la Stazione Spaziale, la rilevanza politica e strategica di tale iniziativa impone che la decisione d'indirizzo sia presa a livello UE; l'ESA dovrebbe svolgere il ruolo di attuatore ed eventuale cofinanziatore del programma.
Il costo di realizzazione di un sistema autonomo di trasporto europeo può essere stimato in un range di 9Beuro-15Beuro. Ciò comporterebbe un incremento di oltre il 30 per cento per anno del budget ESA e di un raddoppio del contributo totale in ESA per quei Paesi che volessero avere un ruolo di leadership (intorno al 30 per cento).
Questi numeri dimostrano l'insostenibilità finanziaria di tale programma se mantenuto soltanto nell'ambito dell'ESA.
In un programma autonomo europeo di trasporto, occorre, inoltre, considerare anche i problemi di Safety degli astronauti. Infatti, se è vero che l'Europa, e le sue industrie hanno acquisito know-how nei sistemi abitati (Spacelab, Columbus, Nodo2, Nodo3, Cupola, eccetera), è anche vero che poco è stato fatto nello studio, la sperimentazione e la realizzazione di sistemi di trasporto man-rated, dove il rischio di perdita di vite umane è elevato, soprattutto per chi non ha maturato tali esperienze. Un incidente in una missione avrebbe un impatto fortemente negativo sull'opinione pubblica e le critiche generate potrebbero avere effetti negativi sui finanziamenti alle attività spaziali.
L'Italia è favorevole ad approfondire, mediante studi di scenario e/o di architettura di sistema, alcune aree critiche, come la sicurezza (safety) astronauti, o come la potenziale cooperazione con NASA, in modo da poter avere tutti i dati anche finanziari, per una decisione da assumere in ambito ESA, in occasione del prossimo Consiglio a livello Ministeriale del 2011.
Per il Modulo MPLM per l'ampliamento della Stazione Spaziale, la fattibilità tecnica è in corso di studio e si basa sulla notevole esperienza nel settore, dell'industria aerospaziale italiana: la decisione finale dipende anche dai prossimi sviluppi del programma «Stazione Spaziale» da parte della NASA.
Il Governo, come in più occasioni affermato, considera lo Spazio un settore strategico che richiede garanzia e continuità di finanziamenti per perseguire gli obiettivi strategici nazionali: obiettivo immediato del Governo è, pertanto, quello di definire un'appropriata politica spaziale nazionale che garantisca:
opportuno bilanciamento tra le attività e le commesse nazionali e quelle europee (che si realizzano attraverso la contribuzione in ESA, anche alla luce delle recenti sottoscrizioni effettuate alla Ministeriale dell'Aia);
equilibrio tra programmi atti a sviluppare, da una parte, servizi ed applicazioni per il cittadino e dall'altra, attività scientifiche, di ricerca e di innovazione tecnologica.

Al riguardo, l'ASI sottoporrà al MIUR, nei prossimi mesi, la proposta di nuovo Programma Aerospaziale Nazionale (PASN) 2009-11, che identificherà anche gli obiettivi strategici di lungo periodo (15 anni).

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ALLEGATO 2

5-00558 Siragusa: Sulla scelta dei formatori del Piano di formazione sull'indagine OCSE-PISA.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Ministero è titolare del Programma Operativo Nazionale «Competenze per lo Sviluppo», finanziato con le risorse dei Fondi Strutturali Europei nell'ambito della Programmazione 2007/2013, che ha come obiettivo prioritario il miglioramento delle competenze di base degli studenti e la riduzione della dispersione scolastica nelle aree dell'Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
L'efficacia di tale obiettivo sarà misurata sulla base dei seguenti indicatori (scelti fra i benchmark definiti per il sistema istruzione dal Consiglio dei Ministri europei):
riduzione dall'attuale 26 per cento al 10 per cento della percentuale dei giovani che abbandonano prematuramente gli studi;
riduzione dall'attuale 35 per cento al 20 per cento della percentuale degli studenti di 15 anni con scarse competenze in lettura;
riduzione dall'attuale 48 per cento al 21 per cento della percentuale degli studenti di 15 anni con scarse competenze in matematica.

Gli ultimi due indicatori saranno rilevati attraverso le prove internazionali predisposte in base al progetto OCSE-PISA cui partecipa il nostro Paese. Le prossime prove saranno tenute nell'aprile 2009.
Come dimostra l'indagine PISA dell'OCSE, nel mezzogiorno d'Italia il livello delle competenze dei giovani di 15 anni registra una situazione di difficoltà in tutte le discipline oggetto dell'indagine, sia per l'esiguità delle eccellenze, sia per l'ampiezza dei livelli più bassi di apprendimento.
Al fine di raggiungere nel più breve tempo possibile risultati tangibili, il Programma è stato avviato già dal primo anno di programmazione con un insieme di iniziative volte a migliorare le competenze di base degli allievi, tra le quali un progetto di sensibilizzazione e informazione sulla ricerca internazionale OCSE-PISA, che indaga sulle competenze dei quindicenni scolarizzati relativamente alla comprensione della lingua madre, alla matematica e alle scienze.
È stato dato quindi incarico all'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), che, come è noto, si occupa istituzionalmente anche dell'organizzazione delle prove internazionali sopramenzionate, di individuare gli esperti/formatori allo scopo di realizzare un insieme di seminari di sensibilizzazione e informazione, destinati inizialmente ai docenti di italiano, matematica e scienze del primo biennio degli istituti di istruzione di secondo grado. Ciò in vista delle prossime prove previste per la primavera del 2009.
Il piano di sensibilizzazione continuerà, comunque, con la realizzazione di ulteriori azioni formative nei prossimi anni anche nei confronti degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado.
L'INVALSI, pertanto, tenuto conto delle disposizioni comunitarie in materia e conformandosi all'incarico, conferito dal Ministero, di individuare esperti/formatori per attivare nelle regioni dell'Obiettivo Convergenza iniziative di informazione e

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sensibilizzazione sull'indagine OCSE-PISA, ha istituito un Albo specifico di Formatori attraverso un avviso al pubblico. L'istituzione di tale Albo è, peraltro, coerente con i compiti e le attività intraprese dall'Istituto per dare attuazione al disposto dell'articolo 3, comma 1, lettera g), del decreto-legislativo n. 286 del 2004 nonché al punto 5 della Direttiva annuale n.75 del 15 settembre 2008 in ordine alla promozione della cultura della valutazione, con particolare riferimento alle azioni di formazione del personale dirigente e docente, per favorire la piena attuazione dell'autonomia didattica e organizzativa.
A tal fine è stato pubblicato sul sito istituzionale dell'ente l'avviso di iscrizione all'«Albo dei Formatori sulla valutazione» dove si indicano i profili richiesti e i relativi requisiti e dove si precisa che per il progetto di sensibilizzazione in questione l'iscrizione è condizione necessaria per il reclutamento dei formatori. Nello stesso avviso è stato prevista la costituzione di un'apposita commissione, per la individuazione dei formatori, con il compito di esaminare le richieste e redigere due albi distinti per il profilo senior e per il profilo junior. A tale proposito si precisa che la creazione di un albo non comporta la creazione di una graduatoria.
L'avviso indicava anche la necessità di individuare esperti senior e junior allo scopo di garantire team di formatori effettivamente in grado di fornire tutte le informazioni complesse correlate alle prove OCSE-PISA. Ciò ha comportato la necessità di garantire un gruppo di esperti ad alto livello che potessero coordinare altri con informazioni e competenze più limitate. Tenuto conto che nell'indagine sono stati coinvolti, in Italia, un numero limitato di esperti e che la costituzione dei team doveva rispondere all'esigenza di garantire la qualità degli interventi, i componenti senior sono stati individuati a livello nazionale escludendo la limitazione territoriale che non avrebbe consentito di garantire la presenza di un sufficiente numero di esperti ad alto livello di qualificazione nell'ambito specifico di queste prove internazionali. Per quanto riguarda, invece, gli esperti junior si è preferito dare rilevanza al collegamento territoriale per garantire la crescita di un nucleo di esperti per ogni Regione.
In proposito si precisa che l'INVALSI ha accolto tutte le domande di iscrizione all'albo che potrà costituire, eventualmente integrato e aggiornato sulla base di un avviso pubblico, una valida risorsa per le future attività di informazione e/o formazione. Inoltre è stato necessario comunque individuare dall'Albo, in prima battuta, figure professionali da utilizzare per lo svolgimento del piano di formazione sopramenzionato rivolto a tutti gli insegnanti di italiano, matematica e scienze del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado delle regioni dell'Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). L'albo è stato successivamente pubblicato a cura dell'INVALSI.
Allo scopo di individuare il gruppo di formatori per questa prima fase di realizzazione del progetto è stata successivamente nominata la commissione prevista nell'avviso e sono stati esplicitati i criteri per l'individuazione dei team di esperti.
In primo luogo sono stati individuati tra gli iscritti all'Albo i nominativi in base ai seguenti criteri filtro già impliciti nei profili descritti nell'Avviso:
relativi ai tre ambiti disciplinari cui fanno riferimento le competenze indagate dalla ricerca OCSE-PISA;
con esperienza in attività di formazione degli insegnanti;
con titoli ed esperienze coerenti con le tematiche dell'indagine OCSE-PISA con esperienze svolte negli anni indicati nel modello del curriculum.

Sulla base delle necessità a livello regionale/provinciale e dei suddetti criteri filtro, la Commissione ha successivamente proceduto a formare i team tenendo conto dei seguenti sottocriteri, indicati in ordine di qualificazione, del tutto deducibili anche dall'Avviso di partecipazione:
attività di ricerca sull'indagine OCSE-PISA (partecipazione a gruppi di lavoro

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per l'analisi e l'elaborazione di dati e rapporti anche a carattere regionale);
partecipazione a gruppi di lavoro OCSE-PISA per la costruzione delle prove internazionali;
esperienza in qualità di formatore in convegni e programmi nazionali/regionali sull'indagine e sui risultati OCSE-PISA;
esperienza quali referenti nazionali e/o regionali per l'indagine OCSE-PISA;
esperienza di formatore, sulle discipline oggetto dell'indagine OCSE-PISA, in ambito universitario, nelle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SSIS) e nei piani nazionali di formazione;
tutor dei piani SISS, Mat@bel e Poseidon che hanno partecipato alla prima fase di formazione;
esperienze come formatore in uno dei tre ambiti disciplinari indagati dalla ricerca OCSE-PISA;
collaborazione in progetti di ricerca didattica sulla valutazione con l'INVALSI e gli ex-IRRE;
attività di coordinamento progetti ed esperienze di gestione di gruppi di lavoro in ambito nazionale, regionale e locale.

I team di esperti sono stati pertanto individuati in base ai suddetti criteri, prescindendo dalla provenienza territoriale in ragione della necessità di garantire in primo luogo la qualità dell'intervento formativo. Solo per gli esperti junior si è proceduto, a parità di titoli, a conferire una preferenza in relazione alla provenienza territoriale.
I team sono stati successivamente costituiti non tenendo conto della provenienza territoriale per il gruppo dei senior, tosi come era deducibile anche dal testo dell'Avviso. La maggiore concentrazione di esperti senior presso la Regione Siciliana è, pertanto, del tutto casuale.

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ALLEGATO 3

5-00562 Mancuso: Accertamenti ispettivi presso l'Università degli studi di Genova.

TESTO DELLA RISPOSTA

La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica, per il tramite del Ministero, con nota del 24 ottobre scorso, ha informato le Università che la Conferenza Italiana di Base Unicobas aveva proclamato lo sciopero nazionale per tutto il personale docente e non docente, di ruolo e non, per l'intera giornata del 30 ottobre scorso.
Il Ministero, nell'ambito delle proprie prerogative istituzionali, nei giorni precedenti lo sciopero, ha chiesto ai Rettori, proprio al fine di avere informazioni specifiche dal territorio, di relazionare in merito alle modalità di svolgimento dello stesso.
Riguardo al caso indicato dagli On. interroganti si riferisce quanto comunicato dal Rettore di Genova in merito allo sciopero in parola: «L'Ateneo ha proceduto nei consueti modi previsti dalla legge 12 giugno 1990, n. 146 e successive modificazioni e integrazioni. In particolare, è stato comunicato a tutti responsabili di struttura che dovevano essere garantiti i servizi essenziali, sia nel caso di adesione del personale di comparto, sia nel caso di adesione di personale docente. È stata, altresì, data informazione dell'evento ai giornali. Dalla rilevazione risulta esservi stata adesione di personale allo sciopero.
Nella stessa giornata, la FLC CGIL, CISL Scuola Università FIR, UIL-SCUOLA PA UR AFAM di Genova hanno indetto una assemblea «itinerante» di tutto il personale dell'Università e degli enti pubblici di ricerca e manifestazione del personale della scuola.
La partecipazione a tale assemblea del personale del comparto, ai sensi dell'articolo 16 del CCNL del comparto Università del 16 ottobre 2008, è stata considerata nell'ambito del monte ore previsto dallo stesso articolo.
È stata, infine, condotta un'indagine presso le Facoltà dell'Ateneo da cui risulta che in tale data:
l'adesione del personale docente a detta assemblea non è avvenuta con modalità incompatibili con gli impegni didattici programmati;
non sono stati deliberati blocchi o sospensioni dell'attività didattica».

Riguardo la possibilità di attivare ispezioni ministeriali, si riferisce che la Legge n. 168 del 1989, attuativa dell'autonomia universitaria, prevedendo la potestà statutaria e regolamentare degli Atenei e degli Enti di Ricerca, ha assegnato al Ministero la titolarità dei poteri di indirizzo e coordinamento nei confronti delle predette istituzioni, nel rispetto dei principi di autonomia stabiliti dall'articolo 33 della nostra Costituzione.
Mancano, pertanto, gli strumenti per avviare l'attività ispettiva.

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ALLEGATO 4

5-00582 Cera: Chiarimenti sul decreto ministeriale n. 59 del 2008, in materia di personale ATA di terza fascia.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'onorevole interrogante si sofferma sulle graduatorie di terza fascia per il conferimento delle supplenze al personale amministrativo, tecnico e ausiliario statale (ATA) compilate dai dirigenti scolastici per il triennio 2008/09 - 2010/11, ai sensi del decreto ministeriale n. 59 del 26 giugno 2008, e segnala una serie di inconvenienti che non assicurerebbero la legittimità dell'operato dell'amministrazione e l'uniformità di trattamento tra gli amministrati.
In primo luogo, faccio presente che la disciplina della materia è contenuta nel decreto ministeriale n. 430 del 13 dicembre 2000, «Regolamento recante norme sulle modalità di conferimento delle supplenze al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario ai sensi dell'articolo 4 della legge 3 maggio 1999, n. 124», che è stato puntualmente applicato dal suddetto decreto ministeriale n. 59 del 2008 per il triennio di riferimento.
Vengo, quindi, alle specifiche osservazioni formulate nell'atto di sindacato ispettivo.
Per quel che riguarda l'attribuzione alle scuole della competenza a redigere le graduatorie di terza fascia anziché agli uffici scolastici provinciali, preciso che l'anzidetto regolamento attribuisce espressamente ai dirigenti scolastici la competenza a compilare le graduatorie di circolo e di istituto (cosiddetta terza fascia) in base alle domande prodotte dagli aspiranti a seguito dell'emanazione, ogni 3 anni, di apposito decreto ministeriale.
Quanto, poi, alla valutazione dei titoli vantati dagli aspiranti in base all'autocertificazione, anziché in base alla produzione della relativa documentazione, chiarisco che ciò avviene in conformità alla normativa generale in materia di semplificazione amministrativa per la quale al ricorso all'autocertificazione corrisponde il divieto per la pubblica amministrazione di richiedere ai candidati la certificazione dei titoli dichiarati. Resta fermo per la pubblica amministrazione l'obbligo di procedere a controlli a campione secondo quanto previsto dagli articoli 71 e 72 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 28 dicembre 2000 ed applicare le prescritte sanzioni in caso di dichiarazioni mendaci.
Per quel che concerne, infine, la valutazione dei servizi resi nelle scuole non statali ridotta a metà per il personale ATA, anziché piena come avviene per le graduatorie degli aspiranti alle supplenze del personale docente, faccio presente che la valutazione dei titoli, compresi quelli relativi ai servizi resi nelle scuole non statali, è effettuata sulla base delle tabelle allegate al suddetto regolamento del 13 dicembre 2000, n. 430, che prevede appunto la valutazione del servizio non di insegnamento prestato nelle scuole non statali in misura pari alla metà del servizio reso in scuole statali.
A tale ultimo proposito, ricordo che la legge n. 62 del 10 marzo 2000, nell'indicare i requisiti di qualità ed efficacia occorrenti per richiedere la parità scolastica, ha fatto menzione del personale docente, fornito del titolo di abilitazione, mentre non ha menzionato il personale non docente. È da ritenere che su questa linea si sia poi mosso il legislatore nell'introdurre la disposizione dell'articolo 2, comma 2, del decreto-legge n. 255 del 3 luglio 2001, convertito, con modificazioni

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dalla legge n. 333 del 20 agosto 2001, in base alla quale i servizi di insegnamento prestati dal 1o settembre 2000 nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali.
Il problema segnalato non può dunque essere risolto in via amministrativa in quanto non è possibile, con un atto amministrativo, estendere l'anzidetta disposizione di legge a categorie di personale diverse da quelle espressamente contemplate dal legislatore.

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ALLEGATO 5

5-00591 Ghizzoni: Sul fenomeno dei «laureati precoci».

TESTO DELLA RISPOSTA

Come è noto l'espressione «laureati precoci» indica una specifica categoria di laureati che hanno conseguito il diploma in un numero di anni inferiore alla durata ufficiale del corso prescelto.
La laurea precoce non deve essere necessariamente considerata una anomalia da valutare come una disfunzione del sistema universitario in quanto è la normativa che consente l'abbreviazione dei corsi di laurea.
Infatti, l'articolo 22, comma 13 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (Finanziaria 2002) e l'articolo 5 comma 7 del decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270, hanno previsto la possibilità di riconoscere, senza criteri predeterminati, e quindi senza limiti numerici, come crediti formativi universitari che consentono l'abbreviazione dei corsi, le conoscenze e abilità professionali nonché altre conoscenze e abilità maturate in attività formative di livello post-secondario, alla cui progettazione e realizzazione le Università hanno concorso, a seguito della stipula di apposite convenzioni.
L'articolo 1, comma 147 del Decreto legge 3 ottobre 2006 n. 262, convertito in legge 24 novembre 2006 n. 286, ha modificato la normativa vigente prevedendo un limite massimo annuo al numero dei crediti riconoscibili nella misura di 60.
Si ritiene che tale limite costituisca un elemento di moralizzazione in quanto in grado di eliminare una disfunzione che si era verificata attraverso il riconoscimento di un numero non definito di crediti formativi.
Tali disposizioni sono state recepite nei provvedimenti di determinazione delle classi delle lauree universitarie e delle lauree magistrali del 16 marzo 2007, i quali stabiliscono anche che gli studenti che maturano 180 crediti (laurea triennale) e 120 crediti (laurea magistrale) sono ammessi a sostenere la prova finale ed a conseguire il titolo di studio indipendentemente dal numero di anni di iscrizione all'università.
Lo stesso disegno di legge, già approvato dal Senato della Repubblica, di conversione in legge del decreto legge 10 novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca, all'articolo 2 prevede, a decorrere dall'anno 2009, di promuovere e sostenere l'incremento qualitativo delle attività delle Università statali.
L'orientamento del Governo, espresso anche nelle Linee Guida per l'Università, è di continuare, dotandosi degli strumenti più appropriati, a perseguire la strada della moralizzazione attraverso il controllo della qualità della formazione, nel senso di percorso di valorizzazione del merito, promuovendo una collaborazione virtuosa tra il Ministero, che deve accreditare, valutare, incentivare e, soprattutto garantire il rispetto degli standard qualitativi, e gli Atenei che devono assicurare alla comunità nazionale ed internazionale, in riferimento a parametri qualitativi ed economici concordati e verificati, educazione di qualità, ricerca di alto livello, gestione efficiente delle risorse, contributo efficace allo sviluppo culturale, economico e tecnologico del Paese.
Siamo, a tale proposito, aperti a eventuali suggerimenti che l'onorevole interrogante e i componenti della Commissione vogliano offrire all'attenzione del Governo e del Parlamento su un tema che, riguardando come pochi altri il futuro del Paese, richiede una condivisione la più ampia possibile di obiettivi e strumenti.

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ALLEGATO 6

5-00597 Centemero: Sullo studio della lingua latina nella classe terminale del Liceo Scientifico e delle Scienze Umane.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si forniscono assicurazioni all'Onorevole interrogante che l'insegnamento del latino e della cultura latina sarà impartito nei nuovi percorsi del liceo scientifico e del liceo delle scienze umane per cinque anni, dalla classe prima alla classe terminale. Sarà così riaffermato l'irrinunciabile ruolo formativo del latino nell'istruzione liceale, giustamente sottolineato dall'onorevole interrogante le cui osservazioni sono pienamente condivise da questo ministero.
Già in data 6 novembre 2008, rispondendo alla interpellanza n. 2-00194 dell'Onorevole Frassinetti, sono state fornite assicurazioni che il Ministero si è mosso nel senso auspicato dall'Onorevole interrogante e cioè che il latino sarà insegnato non soltanto nel liceo classico ma anche nei licei scientifico, linguistico e delle scienze umane.
La questione, com'è noto è affrontata nell'ambito della applicazione dell'articolo 64 del decreto legge 25 giugno 2008, convertito, con modificazioni, nella legge 6 agosto 2008, n. 133 che individua un quadro organico di interventi e misure per lo sviluppo e l'ammodernamento del sistema scuola, compresa anche la revisione degli ordinamenti scolastici, dei piani di studio e dei quadri orari nei diversi ordini di scuola.