CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 ottobre 2008
76.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Sugli esiti dell'incontro interparlamentare sul tema «Europa: migrazione e integrazione», organizzato congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Parlamento francese (Bruxelles, 10-11 settembre 2008).

RELAZIONE DELL'ONOREVOLE SOUAD SBAI

Il 10 e 11 settembre scorsi ho partecipato, insieme al senatore De Sena, alla riunione interparlamentare organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e dall'Assemblea Nazionale e dal Senato francesi, sul tema «Europa: migrazioni e integrazione». La riunione, i cui lavori sono stati aperti dal vice Presidente del Parlamento europeo, Antonio do Santos, dal Presidente del Senato francese, Christian Poncelet, e dal Presidente dell'Assemblea Nazionale francese, Bernard Accoyer, si sono articolati in una sessione generale - nel corso della quale agli interventi della Presidenza del Consiglio di turno dell'UE, rappresentata da Brice Hortefeux, ministro dell'immigrazione francese, e della Commissione europea, rappresentata dal Vice Presidente e Commissario per la giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, ha fatto seguito un dibattito, cui hanno partecipato i parlamentari nazionali ed europei - e in tre gruppi di lavoro, relativi all'immigrazione legale ed alla via per un'integrazione riuscita (relatore on. Claudio Fava MPE-PSE), alla politica europea in materia di immigrazione clandestina (relatore onorevole Thierry Mariani, Assemblea nazionale francese) e alla politica comune in materia d'asilo (relatore Ulf Nilsson, parlamentare svedese). La seconda giornata di lavori, co-presieduta dal Presidente del Parlamento europeo, Hans Gert Pottering, dal Presidente del Senato francese, e dal Presidente dell'Assemblea Nazionale francese, ha visto invece la presentazione delle relazioni dei tre gruppi di lavoro, gli interventi del Direttore generale aggiunto dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), Ndioro Ndiaye, del Segretario di Stato francese, Jean-pierre Jouyet, per la Presidenza di turno del Consiglio dell'UE, e del Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, sulla base dei quali si è sviluppato un ampio dibattito. In particolare, mi preme ricordare che il ministro Hortefeux, nel presentare il Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo, proposto dalla Presidenza francese, ha evidenziato come il problema dell'immigrazione abbia una portata assai ampia, dal momento che coinvolge questioni economiche, sociali ed umanitarie, che non possono essere risolte da ciascuno Stato membro in maniera autonoma, ma richiedono soluzioni globali a livello di Unione europea. È quindi necessaria una politica comune europea in grado di coniugare «umiltà e ambizione», puntando su quattro assi principali: organizzare l'immigrazione legale, anche in base alla capacità di accoglienza ed alle necessità dei singoli Stati membri, individuando a tal fine specifici parametri; combattere l'immigrazione illegale; rafforzare il controllo alle frontiere, potenziando in particolare l'agenzia Frontex e sensibilizzando a tal fine i governi nazionali; puntare entro il 2010, o al massimo entro il 2012, ad avere un regime comune in materia d'asilo. Essenziali al raggiungimento di tali obiettivi sono una serie di proposte, all'esame delle istituzioni europee, quali ad esempio le proposte di direttive sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro che

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sfruttano l'immigrazione clandestina, sul permesso unico, sui rimpatri. Il Commissario Barrot, ponendo l'accento sul fatto che l'immigrazione è essenziale per l'Europa, che va incontro ad un calo demografico sempre più importante, ha evidenziato la necessità di elaborare una politica comune europea, che poggi sugli assi indicati da Hortefeux. In particolare, per quanto riguarda l'organizzazione dell'immigrazione legale, il Commissario europeo ha ricordato i provvedimenti che le istituzioni dell'UE stanno a tal fine adottando, anche per rendere l'Europa «più attraente» rispetto ad altri paesi, come gli Stati Uniti, in grado di attirare immigrazione qualificata e specializzata. In tale contesto rilievo strategico assumo le proposte riguardanti il quadro generale sui diritti dei migranti, la Carta blu per l'immigrazione qualificata, i lavoratori stagionali, gli stager. Per agevolare poi una piena integrazione dei migranti regolari, il Commissario europeo ricorda l'esistenza del «Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi», istituito nell'ambito del programma quadro «Solidarietà e gestione dei flussi migratori». Sul fronte della lotta all'immigrazione clandestina, Barrot ritiene essenziale puntare sul controllo alle frontiere - rafforzando Frontex, le squadre di intervento rapido, la rete REM - in modo che esso diventi pienamente efficace entro il 2009. Elementi essenziali in quest'ambito sono la proposta di direttiva sui rimpatri, che colma un vuoto normativo pericoloso, nonché la proposta sulle sanzioni contro i datori di lavoro, che risponde all'imperativo morale di evitare lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina. Infine, il Commissario, si è impegnato a presentare entro la fine del 2009 tutte le proposte necessarie a realizzare un regime comune in materia d'asilo.
Nel quadro dell'approccio globale in materia di immigrazione, varato dal Consiglio europeo del 15-16 dicembre 2005, è necessario puntare sugli accordi con i Paesi terzi, intensificando in particolare i rapporti UE-Africa, attraverso partenariati di mobilità (ne sono stati già conclusi due con la Repubblica di Moldavia e Capo Verde e ne è in preparazione uno con il Senegal), nonché sulla creazione delle condizioni affinché si realizzi una migrazione circolare, in modo da prevenire l'immigrazione illegale ed organizzare quella legale. Attraverso questo percorso l'Europa si muove nel solco delle sue tradizioni di accoglienza e rispetto dei diritti fondamentali.
Nel corso del dibattito sviluppatosi sulla base di tali interventi sono emerse posizioni abbastanza univoche, espresse sia dai deputati europei, sia dai parlamentari nazionali, volte ad respingere una configurazione dell'Europa come «fortezza» chiusa nei confronti dell'esterno. L'Unione deve al contrario considerare l'immigrazione come una grande risorsa, a fronte della futura riduzione della popolazione attiva europea (si stima che ciò avverrà a partire dal 2017) e del parallelo calo demografico. Nel delineare la politica comune europea in materia è necessario coniugare sicurezza e tutela dei diritti fondamentali, non facendo riferimento esclusivamente all'aspetto economico, ma anche ai profili di solidarietà e rispetto dei diritti umani. Altro elemento di riflessione è stata la necessità di attrarre maggiormente immigrazione qualificata, in considerazione del fatto che attualmente l'86 per cento dei lavoratori non qualificati del Magreb si dirige verso l'Europa, mentre il 56 per cento dei lavoratori qualificati provenienti dalla stessa area si orienta verso gli Stati Uniti. In riferimento a questi ultimi, l'Europa vanta risultati piuttosto scarsi, visto che solo l'1,7 per cento degli immigrati presenti nell'Unione sono qualificati. A questo proposito è intervenuta la relatrice della proposta di direttiva volta ad introdurre la Carta blu (Klamt PPE-DE), la quale ha sottolineato come l'esistenza di 27 regimi nazionali diversi costituisca un forte ostacolo in questo senso, essendo invece necessarie regole uniche, che vanno comunque inserite nel quadro delle esigenze qualitative e quantitative individuate dai singoli Stati. Per evitare poi la «fuga di cervelli» dai paesi terzi, sempre ad avviso della relatrice, è

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necessario puntare alla realizzazione della migrazione circolare, in collaborazione con gli Stati di transito e di origine. Peraltro, alcuni parlamentari tedeschi hanno rilevato come in Germania la migrazione circolare non abbia dato risultati particolarmente positivi, in quanto il ritorno al paese d'origine non si verifica in tempi brevi.
L'on. Frassoni (Verts/ALE), nell'esprimere apprezzamento per l'avvio di una politica comune UE in materia di immigrazione, ha quindi manifestato il timore che le proposte all'esame delle istituzioni europee siano ancora troppo «burocratiche» e, in particolare, che la proposta di direttiva sull'introduzione della Carta blu non riesca a rendere l'Europa «più attraente» rispetto ad altri paesi. I parlamentari europei e nazionali hanno inoltre evidenziato come una corretta gestione dell'immigrazione legale passi necessariamente attraverso una seria politica di integrazione. Sebbene quest'ultima sia di competenza degli Stati membri, è comunque fondamentale che l'Unione individui principi comuni sulla base dei quali muoversi. Alcuni rappresentanti del PSE, in particolare, hanno evidenziato l'importanza di offrire agli immigrati regolari prospettive di eguale trattamento rispetto ai cittadini europei, delineando uno statuto giuridico del migrante. Parallelamente è emersa la necessità di rafforzare la lotta all'immigrazione clandestina, fenomeno che comunque non accenna a diminuire, anche attraverso il potenziamento del ruolo di Frontex - la cui attività non si è rivelata sempre sufficiente - e di Europol, così come indicato da Hortefeux e Barrot. Quest'ultimo, intervenendo in sede di replica, ha ribadito che è necessario aumentare i finanziamenti per Frontex, per raggiungere 82 milioni di euro e 240 unità di personale nel 2009, ricordando comunque come l'agenzia operi su mandato degli Stati membri. Il Commissario europeo ha inoltre precisato che la politica comune europea è basata sul rispetto dei diritti umani e non ha un approccio meramente economico, evidenziando come la Commissione sia impegnata a rivedere una serie di direttive in materia di immigrazione, proprio per superare i limiti esistenti, facendo sì che l'Europa apra le sue porte in modo conforme ai diritti dell'uomo. Per quanto riguarda aspetti specifici, ha preannunciato la presentazione in primavera delle proposte relative alla qualifica di rifugiato e allo status comune dei richiedenti asilo, con la creazione di un ufficio di ausilio, che funzionerà in cooperazione con l'Alto commissariato ai profughi dell'ONU, incaricato di raccogliere informazioni sui paesi d'origine dei candidati all'asilo, sostenere gli Stati membri in situazione di crisi e garantire formazioni comuni. Al termine della sessione generale, si sono riuniti i gruppi di lavoro; in particolare, nell'ambito del primo, relativo all'immigrazione legale ed alla via per un'integrazione riuscita, cui ho partecipato, il relatore Fava (PSE) ha evidenziato il carattere positivo delle politiche UE, finalizzate a favorire l'ingresso, il soggiorno, l'integrazione. Tali politiche sono necessarie in quanto la popolazione lavorativa europea, anche se dovesse proseguire l'immigrazione, dovrebbe ridursi di 50 milioni nel 2050, mentre nel caso in cui non continuasse l'immigrazione diminuirebbe di 100 milioni! Gli Stati membri devono però cedere quote della loro sovranità per realizzare una politica comune europea, in grado di bilanciare diverse esigenze: quelle del mercato, della tutela dei diritti umani e del rispetto delle società degli Stati terzi. Un altro passo importante da fare sarebbe quello di anticipare le disposizioni del Trattato di Lisbona, estendendo sin da ora la procedura di codecisione alla materia dell'immigrazione legale. Il relatore ha altresì rilevato come il Consiglio si sia dimostrato un po' tiepido riguardo al tema dei diritti fondamentali, sociali e di cittadinanza degli immigrati, mentre la Commissione appare maggiormente consapevole del fatto che l'immigrazione legale non può essere disgiunta dalla tutela e certezza dei diritti dei migranti. Nel corso del dibattito sono quindi emerse due posizioni: alcuni si sono dimostrati favorevoli ad un'integrazione che punti ad assimilare gli immigrati alla cultura dei paesi ospitanti,

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mentre altri preferirebbero integrare i migranti, aiutandoli però a conservare le loro tradizioni culturali. Io sono intervenuta per portare l'esperienza del nostro paese, sottolineando come l'immigrazione sia in aumento in Italia, dal momento che è uno dei pochi Stati che accoglie veramente gli immigrati, tra l'altro salvandoli dai «barconi» del mare. Per quanto riguarda l'integrazione, ho evidenziato come sia un fattore importante educare l'immigrato nello Stato ospitante, assimilandolo alla sua cultura, attraverso l'insegnamento della lingua e delle tradizioni. Il problema dell'istruzione è assai grave soprattutto per le donne: su 126 mila immigrate presenti in Europa, l'86 per cento è analfabeta, mentre nei paesi d'origine l'analfabetismo femminile è sceso al 35 per cento. È necessario aiutare queste donne, in modo da farle partecipare in modo attivo alla vita sociale del paese ospitante. Ho quindi espresso apprezzamento per la proposta di direttiva che introduce la Carta blu, in quanto crea prospettive concrete per i migranti, mentre ho manifestato alcune riserve sulla proposta «sanzioni», in quanto è frequente che siano in posizione irregolare, ad esempio, le badanti di persone anziane, che non sarebbe giusto colpire con sanzioni severe; al contrario sarebbe molto più utile una regolarizzazione di coloro che, pur essendo clandestini, hanno già un lavoro. La seconda giornata di lavori è stata aperta dalla presentazione delle relazioni dei tre gruppi di lavoro, al termine delle quali è intervenuto il Direttore generale aggiunto dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), Ndioro Ndiaye, che ha rilevato come il dibattito sull'immigrazione sia giunto ad un momento cruciale, in considerazione della fuga di cervelli e dell'invecchiamento della popolazione. Ritiene la proposta di direttiva sulla Carta blu una buona strada per l'Europa affinché raggiunga altri paesi, come gli Stati Uniti e il Canada, nell'attrarre immigrazione qualificata. La proposta può anche essere l'occasione per avviare una riforma sociale, estendendo ai migranti regolari il diritto di voto. Successivamente sono intervenuti, per la Presidenza francese, Jean-Pierre Jouyet, Segretario di Stato francese per gli affari europei, che ha ribadito quanto affermato da Hortefeux e Barrot, in merito alla necessità di cooperare con gli Stati d'origine, rafforzare Frontex, arginare la fuga di cervelli e attrarre immigrazione qualificata attraverso la Carta blu, e il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso. Il Presidente della Commissione ha sottolineato che è costante il dialogo con il Parlamento europeo, ma è importante potenziare anche quello con i parlamenti nazionali, soprattutto in politiche come quella dell'immigrazione, che necessita del sostegno di tutte le parti coinvolte. Di fronte alla carenza di manodopera ed all'invecchiamento della popolazione attiva in Europa, è necessario riuscire ad attrarre lavoratori, grazie a politiche comuni ed al coordinamento degli Stati membri. Questi ultimi devono cogliere la sfida, rappresentata dall'immigrazione, soprattutto per quanto riguarda l'integrazione nel paese di accoglienza, da realizzare attraverso l'istruzione, l'assistenza sanitaria, la politica abitativa. Integrare i migranti regolari e le loro famiglie è essenziale per una buona riuscita e gestione dell'immigrazione regolare: a questo proposito, Barroso ha ricordato la seconda edizione del Manuale per l'integrazione presentato dalla Commissione nel maggio 2007, l'attività dei punti di contatto nazionali, la cui rete è stata istituita dalla Commissione su richiesta del Consiglio europeo dell'ottobre 2002, un sito web creato dalla Commissione europea. Il Presidente Barroso ha altresì ricordato come la Commissione europea il 17 giugno scorso, attraverso l'adozione delle comunicazioni «Una politica d'immigrazione comune per l'Europa: principi, azioni e strumenti» e «Piano strategico sull'asilo: un approccio integrato in materia di protezione nell'Unione europea», abbia definito gli assi della politica europea in materia, che passano attraverso i programmi di Tampere e dell'Aia e l'approccio globale in materia di immigrazione. In quest'ottica diventa importante una tempestiva approvazione delle proposte di direttiva

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sulle «sanzioni», sulla Carta blu, sui rimpatri. A quest'ultimo proposito, rileva che il dibattito relativo a tale proposta è stato troppo emotivo in quanto essa non mette comunque in discussione l'acquis communautaire. Egli è inoltre intervenuto a spiegare ai paesi del Sud America, che avevano avanzato proteste in merito, che il sistema europeo è quello più aperto al mondo sotto il profilo della garanzia del diritto di circolazione delle persone. Il Presidente della Commissione ha quindi concordato sulla necessità di potenziare Frontex, di arginare l'immigrazione clandestina, puntando sulla collaborazione con gli Stati terzi, e di creare un ufficio di contatto per l'asilo, in riferimento al quale ha preannunciato la presentazione della proposta istitutiva in primavera. Infine, ha sottolineato la grande innovazione contenuta nel Trattato di Lisbona, che consiste nell'applicare il metodo comunitario a tutto lo spazio di libertà, sicurezza, giustizia.

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ALLEGATO 2

Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (testo base C. 22 Zeller, C. 646 Cicu, C. 1070 Palomba, C. 1449 Gozi, C. 1491 Bocchino, C. 1507 Soro e C. 1692 Lo Monte).

EMENDAMENTI

Sostituire la lettera a), con le seguenti:
a) il secondo comma dell'articolo 12 è sostituito dal seguente:
Le liste dei candidati devono essere sottoscritte da almeno 5.000 e da non più di 6.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni compresi nelle circoscrizioni fino a 2 milioni di abitanti; da almeno 10.000 e da non più di 12.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 2 milioni di abitanti e fino a 6 milioni di abitanti; da almeno 15.000 e da non più di 18.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 6 milioni di abitanti;
a-bis) il terzo comma dell'articolo 12 è abrogato;
1. 7. (nuova formulazione) Santelli.

Al comma 1, dopo la lettera a) aggiungere la seguente:
a-bis) il quarto comma dell'articolo 12 è sostituito dal seguente:
Nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare all'inizio della legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle Camere o che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno tre seggi in una delle due Camere. Nessuna sottoscrizione è richiesta altresì per i partiti o gruppi politici che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno ed abbiano ottenuto almeno tre seggi al Parlamento europeo.
1. 9. (nuova formulazione) Santelli.

Al comma 1, dopo la lettera a) aggiungere la seguente:
a-bis) il quarto comma dell'articolo 12 è sostituito dal seguente:
Nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti, o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare all'inizio della legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi anche in una sola delle Camere o che nell'ultima elezione abbiano presentato candidature con proprio contrassegno e abbiano ottenuto almeno tre seggi in una delle due Camere.
1. 11. (nuova formulazione) Luciano Dussin.

Al comma 1, lettera b), capoverso, sopprimere il terzo periodo.

Conseguentemente, il comma 2 è sostituito dal seguente:
2. L'articolo 56 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, è sostituito dal seguente:
Art. 56. - (Pari opportunità nell'accesso alla carica di membro del Parlamento europeo). - 1. Per

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il movimento o il partito politico che non abbia rispettato le disposizioni di cui all'articolo 12, settimo comma, della legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni, l'importo del rimborso per le spese elettorali di cui alla legge 3 giugno 1999, n. 157, è ridotto in misura pari al 30 per cento della somma ad esso spettante. La riduzione è incrementata in misura pari all'1,5 per cento della somma spettante, per ciascuna circoscrizione, oltre la prima, in cui si sia riscontrata la violazione.
2. La somma eventualmente derivante dalla riduzione di cui al comma 1 è erogata ai partiti o gruppi politici organizzati che abbiano avuta proclamata eletta, ai sensi dell'articolo 22, primo comma, della legge 24 gennaio 1979, n. 18, e successive modificazioni, una quota superiore ad un terzo di candidati di entrambi i generi. Tale somma è ripartita in misura proporzionale ai voti ottenuti da ciascuno di tali partiti o gruppi politici organizzati.
3. Le somme non assegnate ai sensi del comma 2 costituiscono economia per il bilancio dello Stato nell'esercizio in corso.
1. 17. (nuova formulazione) Bernini Bovicelli, Bertolini, Sbai, Calabria, De Girolamo, Santelli, Stasi.