CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 settembre 2008
61.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00246 Marco Carra: Sull'accoglimento di rifugiati politici da parte del comune di Castiglione delle Stiviere.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
in ragione delle diverse motivazioni che hanno spinto i migranti verso l'Italia (politiche, di protezione, economiche o quant'altro) è stato necessario predisporre un sistema di accoglienza articolato in diverse tipologie di strutture, a seconda del tipo di soggetti ospitati o della peculiarità del servizio offerto.
In ogni caso, priorità assoluta è quella di assicurare il salvataggio della vita umana e offrire una prima assistenza, compiendo ogni sforzo per individuare l'identità e le motivazioni che spingono le persone migranti ad affrontare viaggi ad alto rischio. Tutto questo con l'intento sia di favorire la tutela dei diritti e delle protezioni umanitarie riconosciuti a livello internazionale e nazionale che di rispettare le regole generali di ingresso e di soggiorno nello Stato ospitante.
L'isola di Lampedusa, in ragione della sua posizione geografica nel Mar Mediterraneo, ha rappresentato e rappresenta ancora il primo avamposto italiano per l'immigrazione proveniente dalle coste del Nord-Africa, diretta verso l'Italia e verso i Paesi Europei dell'area Schengen.
È nell'isola che il sistema di accoglienza nazionale sta subendo il massimo picco della pressione migratoria, con arrivi - nei mesi estivi pressoché giornalieri - di imbarcazioni fatiscenti che trasportano stranieri, talora in condizioni di alto rischio per la sicurezza, che spesso versano in condizioni di salute precarie.
Per fronteggiare efficacemente il crescente afflusso di immigrati, gran parte dei quali richiedenti asilo che provengono dalla Somalia, dall'Eritrea e dall'Etiopia, il Ministero dell'interno sta attuando un notevole impegno organizzativo ed economico, finalizzato a potenziare la recettività dei centri presenti sul territorio, con particolare riferimento a quelli preposti all'accoglienza dei richiedenti asilo.
Tali centri sono soggetti a progressiva saturazione, sia a causa degli adempimenti collegati all'esame delle domande di asilo relative ad un numero molto elevato di richiedenti sia per la prolungata permanenza nelle strutture degli stessi, atteso che in base alla vigente normativa, anche i denegati e i ricorrenti restano nei centri.
Ciò ha richiesto fin d'ora l'adozione di misure di accoglienza straordinarie.
In particolare, lo scorso 24 giugno sono state attivate, in via d'urgenza, due tendopoli di circa 250 posti ciascuna nell'ambito dei centri di accoglienza di Foggia e Crotone ed un centro provvisorio, che ha raggiunto una capienza di 680 posti, all'interno del centro polifunzionale di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma.
Grazie ad una intensa attività di ricerca, svolta attraverso le Prefetture-U.T.G., ed il coinvolgimento di Organizzazioni, quali la Caritas, la Croce Rossa Italiana, le Misericordie d'Italia, che vantano una lunga esperienza in materia di assistenza ai migranti, sono state attivate nuove strutture di assistenza e di soccorso, circa 40, in tutto il territorio nazionale, dotate dei previsti requisiti di qualità e di quantità dei servizi offerti. Tra queste figura anche Castiglione delle Stiviere, in località Ghisiola (provincia di Mantova).
Tra le segnalazioni pervenute è stata, infatti, favorevolmente valutata, d'intesa con la Prefettura di Mantova, quella del

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Comitato Centrale della Croce Rossa Italiana, in merito ad una struttura dell'Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova, sita in Castiglione delle Stiviere (Mantova), in comodato d'uso alla CRI. Tale struttura è stata ritenuta idonea a seguito dei sopralluoghi effettuati dall'A.S.L. di Mantova e dal locale Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
Pur nella ristrettezza dei tempi intercorsi tra l'acquisizione della disponibilità, le verifiche di idoneità e la concreta attivazione del centro, il Prefetto di Mantova ha provveduto ad informare le autorità locali circa l'intendimento di aprire una struttura dedicata all'accoglienza di richiedenti asilo.
Inoltre, nella imminenza dell'arrivo degli ospiti, sono stati tenuti in Prefettura degli appositi incontri, nei giorni 21 e 22 luglio scorso, con i rappresentanti degli enti e degli uffici interessati, ai quali ha preso parte anche il Sindaco di Castiglione delle Stiviere.
Gli ospiti accolti nella struttura sono 80, 71 uomini e 9 donne, tutti di nazionalità somala, provenienti dal Centro di pronto soccorso ed accoglienza di Lampedusa. Tale numero non è suscettibile di aumento, stante la Convenzione stipulata tra Prefettura e Croce Rossa, lo scorso 28 luglio (valida fino al 30 novembre 2008), che prevede la possibilità di accogliere fino ad un massimo di 80 persone. Conseguentemente la Croce Rossa ha così assunto l'onere di fornire ai cittadini extracomunitari servizio di accoglienza fino al 30 novembre 2008.
Preciso - a tal proposito - che si tratta di persone che hanno presentato domanda di asilo e, in quanto tali, hanno diritto di rimanere nel territorio dello Stato fino alla decisione della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale territorialmente competente (articolo 7 del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25), che nel caso di specie è la Commissione territoriale di Milano (decreto ministeriale 6 marzo 2008).
La Commissione, non appena ricevute dalla Questura di Agrigento le domande di asilo presentate dagli 80 cittadini somali ospiti della struttura di Castiglione delle Stiviere, ha immediatamente dato avvio all'esame delle singole domande, al fine di verificare la sussistenza dei requisiti richiesti per il riconoscimento della protezione internazionale.
Alla data dei 19 settembre 2008, erano state accolte 38 domande, con l'adozione di 12 provvedimenti di riconoscimento dello status di rifugiato e 26 di protezione sussidiaria, sulla base di quanto previsto dagli articoli 11 e 17 dei decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251.
I colloqui individuali - con cadenza di tre al giorno - sono volti alla verifica dei presupposti per l'accoglimento della domanda di riconoscimento dello status di rifugiato agli interessati.
Preciso altresì che la Prefettura di Mantova ha effettuato presso la struttura due ispezioni - rispettivamente in data 5 agosto e 8 settembre 2008 - al fine di accertare il rispetto delle disposizioni contenute nella convenzione stipulata in proposito con il Presidente del Comitato regionale della C.R.I.
Dalle verifiche è emerso che gli stranieri ospitati presso lo stabile sono stati sottoposti a screening sanitario e sono risultati tutti in buone condizioni di salute ad eccezione di un uomo, attualmente ricoverato presso il locale Ospedale, e di una donna - pure ricoverata nel medesimo nosocomio - in vista dell'imminente parto previsto per il prossimo mese di ottobre.
Nei confronti degli altri ospiti, gli operatori presenti nella struttura - in numero di 15 durante le ore diurne - stanno effettuando, anche attraverso moduli di intermediazione culturale, corsi di alfabetizzazione e di igiene, nel rispetto dei programmi ministeriali. Comunico, inoltre, che gli stranieri vengono accompagnati nel loro processo di integrazione da un'equipe di esperti nel settore psicologico e sociologico che opera quotidianamente presso la struttura di che trattasi.
La presenza dei richiedenti asilo politico in quella zona non ha determinato particolari problemi.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00277 Contento: Sulla documentazione che i cittadini extracomunitari devono produrre ai fini anagrafici.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
la Prefettura di Pordenone, in data 30 agosto 2007, ha trasmesso a questo Ministero un quesito concernente la validità dei certificati redatti all'estero e legalizzati dalla competente autorità consolare italiana, prodotti da cittadini stranieri ai fini anagrafici, non corredati della traduzione in lingua italiana da parte della medesima autorità consolare.
Il quesito si basava su un'interpretazione del Comune di Pordenone che riteneva validi unicamente i certificati redatti all'estero e tradotti dall'autorità consolare italiana, secondo quanto previsto dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 394/1999, modificato dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 334/2004, a fronte di un diverso orientamento espresso dalla Prefettura di Pordenone che, a sua volta, riteneva valida, per i certificati rilasciati da un'autorità straniera ed autenticati dall'autorità consolare italiana all'estero, anche la traduzione operata da un traduttore ufficiale operante in Italia (in analogia con quanto avviene per le pratiche di concessione della cittadinanza italiana).
Tale interpretazione, non incidente sugli aspetti inerenti la certezza e la legalità del documento, era volta ad assicurare la coerenza generale del sistema in un'ottica di semplificazione amministrativa.
Tuttavia, successivi approfondimenti hanno però indotto questo Ministero a privilegiare una interpretazione più rigorosa dell'articolo 3, comma 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000, ed in linea con l'orientamento del Comune di Pordenone, che pertanto verrà seguita per la risoluzione di analoghi quesiti.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00351 Luciano Dussin: Sulla dislocazione delle forze di polizia tra le diverse regioni.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
come noto la sicurezza pubblica rappresenta una delle priorità dell'azione di Governo ed i provvedimenti fin qui adottati si muovono nella direzione di assicurare la massima efficacia all'azione delle forze di polizia anche attraverso un'utilizzazione ottimale delle risorse disponibili ed una loro più sinergica e coordinata interazione con le altre forze presenti sul territorio.
In questo senso l'auspicio formulato dall'onorevole Dussin di una più omogenea e razionale distribuzione delle forze appare condivisibile ed in linea con le iniziative già intraprese.
Per quanto riguarda, in particolare, le regioni Lombardia e Veneto, è vero che i dati statistici disponibili, aggiornati a tutto il 2007, indicano una presenza di operatori di polizia sul territorio percentualmente meno elevata che nel resto del Paese: in Lombardia un operatore ogni 377 abitanti, in Veneto uno ogni 368, mentre il dato nazionale indica una media di un operatore ogni 264. È altrettanto vero, però, che fra il gennaio 2007 e l'agosto 2008 entrambe le predette Regioni hanno fruito di un significativo incremento delle unità impiegate sul territorio, pari a 331 unità in più in Lombardia e 287 unità in più nel Veneto.
L'altro parametro statistico fondamentale di cui tener conto riguarda l'indice di delittuosità, che, per quanto riguarda il 2007, in Lombardia segnala effettivamente un'incidenza di reati più alta della media, con 5.831,69 delitti commessi ogni centomila abitanti a fronte di un dato nazionale attestato a 4.919,79; leggermente più basso, invece, il dato dei Veneto, dove i delitti rilevati sono 4.604,12 ogni centomila abitanti.
Di tali parametri si terrà, ovviamente, conto al momento dei prossimi provvedimenti di assegnazione e movimentazione del personale, che peraltro considerano anche altri elementi, come le esigenze operative della rete dei presidi di polizia, l'aggressività e virulenza delle manifestazioni criminali radicate nelle varie aree del Paese e le caratteristiche economiche e socio-ambientali di ciascun territorio.
In proposito, è da sottolineare come il Governo, sin dal suo insediamento, abbia adottato provvedimenti concreti per il potenziamento delle forze di polizia. In particolare, ricordo il decreto del Presidente della Repubblica 26 giugno 2008 con il quale è stata autorizzata l'assunzione di 3.913 unità nei corpi di polizia dello Stato, anche attraverso il ricorso ai volontari delle forze armate. L'impegno del Governo è testimoniato anche dalle previsioni contenute nel decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, che, in deroga alle normative vigenti, ha autorizzato la spesa di 100 milioni di euro per l'assunzione, a decorrere dall'anno 2009, di personale delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco per circa tremila unità complessive.
In questo modo si è dato avvio ad un primo intervento per il ripianamento degli organici delle forze di polizia che, al 31 dicembre 2007, lamentavano una carenza del 7,2 per cento, pari a 21.790 unità, ed una prospettiva non favorevole nel medio periodo, anche per via dell'età media del personale salita a oltre 42 anni, che prelude

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a numerose cessazioni dal servizio e di conseguenza a significative esigenze di turnover. Si tratta di una situazione ereditata dagli esercizi finanziari precedenti che, nel perseguire finalità di contenimento della spesa pubblica, come noto avevano posto stringenti vincoli per le nuove immissioni in servizio.
Per far fronte a questa situazione, i cui effetti sono destinati a perdurare ancora nel tempo, il Governo confida nei positivi risultati che potranno essere conseguiti attraverso altre azioni di razionalizzazione ed ottimizzazione delle risorse disponibili, quali la razionalizzazione delle rete dei presidi di polizia, l'adozione di nuovi e più efficaci criteri per la pianificazione dei servizi di controllo coordinato del territorio, l'estensione dei servizi di prossimità, l'introduzione di moderne tecnologie e procedure informatiche che consentano il recupero e reimpiego di personale precedentemente impiegato nell'assolvimento di funzioni amministrative e di supporto, l'interconnessione delle sale operative come strumento finalizzato ad evitare duplicazioni d'intervento.
In quest'ottica, ovviamente, un ruolo importante assumeranno anche i nuovi modelli di collaborazione avviati con il mondo delle autonomie, che tendono ad un sempre più ampio e significativo coinvolgimento delle forze di polizia locale in compiti di concorso attivo alle strategie per l'innalzamento dei livelli di sicurezza nella città.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00352 Capodicasa: Sul personale dei vigili del fuoco.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
nella mattinata dello scorso 18 settembre, rappresentanti dei Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell'interno hanno incontrato il signor Antonio Brizzi, fornendogli risposte esaustive in merito alle sue richieste, a seguito delle quali l'esponente del CONAPO, nello stesso giorno, ha deciso di revocare lo sciopero della fame che stava effettuando.
Il Governo ha anche effettuato le preliminari verifiche ordinamentali ed economiche per esaminare la possibilità di estendere al personale del Corpo nazionale dei Vigili dei Fuoco l'esclusione dall'operatività delle disposizioni di cui agli articoli 70 e 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008, in analogia a quanto già previsto per il personale del comparto sicurezza e difesa. Ciò in ragione delle similari specificità ordinamentali e dell'appartenenza del Corpo nazionale alle strutture comunque chiamate alla tutela della collettività.
A seguito degli approfondimenti, lo scorso 22 settembre è stato avviato l'iter per la presentazione di due emendamenti all'A.C. 1441-quater attraverso i quali viene confermato il diritto all'equo indennizzo in favore del personale del Corpo nazionale dei vigili dei fuoco e viene anche esteso l'ambito di applicazione della deroga di cui articolo 71, comma 1-bis.
Per quanto riguarda, più in generale, l'inclusione dei vigili dei fuoco nel comparto sicurezza, la legge n. 252 del 30 settembre 2004, adottata su proposta dell'allora Ministro dell'interno Pisanu, ha introdotto un'incisiva riforma dei Corpo nazionale riconducendone il rapporto di impiego dal regime privatistico a quello di diritto pubblico, in ragione del fondamentale ruolo svolto dalla struttura, al pari di quanto già previsto per gli altri Corpi dello Stato chiamati alla difesa dei valori fondamentali della Repubblica.
Con il decreto legislativo n. 217 del 13 ottobre 2005, concernente l'ordinamento del personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, è stato istituito un apposito comparto di negoziazione, similare al comparto sicurezza, per la definizione degli aspetti economici e la disciplina di alcuni aspetti del rapporto di impiego, al fine di non creare possibili confusioni ordinamentali circa la natura delle funzioni assegnate al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco che, seppur comparabili, sono comunque diverse rispetto a quelle delle Forze di polizia.
Tale scelta appare assolutamente coerente con il ruolo e le funzioni affidate al Corpo medesimo e si ritiene, quindi, tuttora condivisibile.
In merito, invece, alla necessità di un'equiparazione del trattamento economico e pensionistico, già con la richiamata legge n. 252/2004 e con il decreto legislativo n. 217/2005 è stato avviato un processo che, compatibilmente con le risorse finanziarie del Paese, si propone di riconoscere, anche sul piano economico, le peculiari e delicate funzioni attribuite al personale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.
In merito alla rilevazione delle deleghe associative per misurare la rappresentatività sindacale, il Ministero dell'interno ha chiesto al Ministero dell'economia e finanze

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gli elementi necessari per la compilazione delle relative schede, a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 19 luglio 2008 del decreto del Presidente della Repubblica 7 maggio 2008 di recepimento dell'Accordo sindacale integrativo. Tali dati sono stati forniti il 6 agosto 2008 e, a partire da quella data, si è dato avvio alla procedura di compilazione che terminerà nei prossimi giorni.
Le predette schede verranno conseguentemente trasmesse alle Organizzazioni sindacali per la prescritta certificazione e, una volta restituite, fatte salve eventuali contestazioni, saranno inoltrate al Dipartimento della Funzione Pubblica per l'adozione del decreto di individuazione delle Organizzazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale per il biennio 2008-2009.