CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1° luglio 2008
24.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La IV Commissione Difesa,
esaminato il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1);
premesso che:
il citato Documento fissa un obiettivo programmatico di indebitamento netto rispetto al PIL, pari al 2,5 per cento nel 2008, al 2 per cento nel 2009, all'1 per cento nel 2010, e allo 0,1 per cento nel 2011, nonché un obiettivo di progressiva riduzione del rapporto debito/PIL che dovrebbe raggiungere una soglia inferiore al 100 per cento (97,2 per cento) nel 2011, per attestarsi al 90,1 per cento nel 2013;
ai fini della realizzazione dei citati obiettivi, esso reca una manovra triennale di stabilizzazione della finanza pubblica basata sull'integrale convergenza tra parte programmatica e parte attuativa, il cui impatto correttivo è stimato, rispetto al PIL, nell'ordine dello 0,6 per cento nel 2009, dell'1,1 per cento nel 2010 e dell'1,9 per cento nel 2011;
la predetta manovra, per il prossimo triennio, tende a recuperare risorse per circa 35 miliardi di euro, principalmente attraverso la riduzione della spesa pubblica;
rilevato che il Documento in esame non presenta profili di specifico interesse della Commissione Difesa, posto che gli interventi attraverso i quali la manovra viene concretamente attuata sono contenuti in appositi strumenti normativi, sui quali, per altro, la Commissione stessa dovrà esprimersi in sede consultiva per il parere alle Commissioni competenti;
rilevata comunque l'opportunità di prevedere che le risorse destinate alla Difesa nel corso della legislatura siano elevate ad un livello superiore all'1 per cento del PIL, salvaguardando altresì gli stanziamenti riservati al comparto Difesa e Sicurezza già a partire dall'anno 2009, con particolare riferimento alle spese di esercizio;
valutata infine positivamente la conformità dei predetti obiettivi agli impegni assunti dall'Italia in sede europea;
esprime:

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente osservazione:
si preveda che, nel corso della legislatura, le risorse destinate alla Difesa siano elevate ad un livello superiore all'1 per cento del PIL, salvaguardando altresì gli stanziamenti riservati al comparto Difesa e Sicurezza già a partire dall'esercizio 2009, con particolare riferimento alle spese di esercizio.

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ALLEGATO 2

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL DEPUTATO VILLECCO CALIPARI

La IV Commissione difesa,
esaminato il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1);
premesso che:
a legislazione invariata e a regolamenti parlamentari vigenti, la sessione di bilancio ha regole ben precise, nei tempi e nei modi, prevedendo che, entro il 30 giugno, siano presentati il DPEF (che indica gli andamenti tendenziali e programmatici) e il disegno di legge di assestamento di bilancio per l'anno in corso e che, entro il successivo 30 settembre, siano presentati il disegno di legge di bilancio e contestualmente il disegno di legge finanziaria, nonché la Relazione previsionale e programmatica e l'eventuale nota di aggiornamento al DPEF;
l'approvazione da parte delle Camere del DPEF, mediante una risoluzione con cui si impegna il Governo sui saldi ed, eventualmente, sui contenuti della manovra, non rappresenta un atto formale a carattere meramente programmatico, ma costituisce l'atto di codeterminazione di decisioni vincolanti per la fase di bilancio che, di norma, è successiva;
paradossalmente, questa volta la tempistica viene invertita: è la manovra che anticipa e vincola il DPEF e non il contrario. È una grave violazione delle prerogative del Parlamento a cui l'articolo 81 della Costituzione attribuisce una funzione di indirizzo e controllo in ordine alla destinazione e allocazione delle risorse pubbliche, in relazione ai fini da perseguire nell'interesse della collettività;
considerato che:
la politica economica del Governo, illustrata dal DPEF 2009-2013, non è all'altezza dei problemi del Paese, è controproducente ai fini dell'aggiustamento della finanza pubblica e non affronta le vere priorità del Paese quali l'anemia della produttività e la perdita di potere d'acquisto dei redditi da lavoro e pensione;
l'assenza di interventi significativi per lo sviluppo e per il sostegno al potere d'acquisto delle famiglie è riflessa dalle previsioni sull'andamento della produttività e del PIL nell'arco temporale della legislatura, posto che anche per l'ultimo anno della previsione (2013), l'aumento della produttività è inferiore all' 1 per cento e permane un significativo differenziale di crescita con i Paesi dell'area-euro;
sull'andamento dei redditi da lavoro e, conseguentemente, su quello della domanda interna, pesa l'obiettivo dell'inflazione programmata. Il Governo ha indicato un'inflazione programmata dell' 1,7 per cento per l'anno in corso e del 1,5 per cento dal 2009 in poi, che appare troppo bassa per essere credibile e che potrebbe generare conflittualità, incertezze, ritardi nella negoziazione e, inevitabilmente, effetti negativi sugli investimenti e sui consumi;
per quanto riguarda la finanza pubblica, la correzione per il 2009 avverrà

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attraverso un aumento della pressione fiscale - che, nel quadro programmatico, rimane significativamente al di sopra degli andamenti tendenziali - e una riduzione delle spese per gli investimenti, nonostante l'enorme deficit infrastrutturale di cui soffre il Paese, contrariamente a quanto sarebbe necessario per rilanciare l'economia;
infatti, nonostante l'ipotizzata riduzione della spesa per 35 miliardi di euro, l'impegno di riportare il bilancio in pareggio nel 2011 non avviene attraverso riduzioni di imposte, che anzi vengono aumentate per oltre 5 miliardi a partire dal 2009;
l'azione correttiva si concentrerà principalmente sulla spesa pubblica, come dimostra il fatto che, oltre ai previsti risparmi di spesa per le amministrazioni centrali per un ammontare pari a circa 14,5 miliardi nel triennio, di cui circa 5 miliardi nel 2009, il DPEF prevede misure specifiche, con un effetto di recupero pari, nel triennio, a circa 20 miliardi, che si concentreranno in particolare nei settori del pubblico impiego, della finanza decentrata - dalla quale dovranno provenire 9,2 miliardi di euro di risparmi di cui un terzo nel 2009 - della sanità, che dovrà fornire risparmi per 3 miliardi dal 2010, e della previdenza;
essendo molti servizi sociali forniti dagli enti territoriali questo si tradurrà in una riduzione dei servizi e delle garanzie sociali essenziali;
sul piano della crescita economica, le stime del DPEF vanno dallo 0,9 per cento del 2009 all' 1,5 per cento del 2011, con una media nel triennio dell'1,2 per cento, registrando una crescita così bassa che rivela implicitamente lo scetticismo dello stesso Governo circa l'efficienza della manovra a favore dello sviluppo, tale da far sembrare irrealizzabili gli obiettivi di finanza pubblica, primo fra tutti il pareggio di bilancio nel 2011;
sono completamente assenti misure di rilancio dei consumi interni mediante un incremento del reddito disponibile della famiglie;
valutato che, nelle materie di propria competenza, il DPEF ignora i problemi della Sicurezza e della Difesa non prevedendo alcun passaggio specifico, contraddicendo in tal modo le indicazioni contenute nella Relazione programmatica illustrata dal Ministro della Difesa La Russa alle Commissioni difesa congiunte di Camera e Senato;
valutato altresì che, nelle citate materie, il DPEF non garantisce:
un quadro di risorse finanziarie su cui poter contare nel tempo per dare certezza e stabilità ai programmi di investimento;
la disponibilità di mezzi, adeguandone gli standard di efficienza ai crescenti ritmi di impiego;
al personale, nella quotidianità del servizio prestato, i livelli di formazione e addestramento necessari a svolgere le impegnative attività operative loro affidate in Italia e nell'ambito delle missioni internazionali;
esprime:

PARERE CONTRARIO.