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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 731 di venerdì 7 dicembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 10,05.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 dicembre 2012.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Antonione, Bongiorno, Borghesi, Brugger, Buonfiglio, Cicchitto, Colucci, D'Alema, D'Amico, Della Vedova, Dozzo, Dussin, Fava, Aniello Formisano, Anna Teresa Formisano, Franceschini, Frassinetti, Ghizzoni, Giancarlo Giorgetti, Graziano, Guzzanti, Lucà, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Misiti, Moffa, Mura, Mussolini, Narducci, Nucara, Palumbo, Paniz, Pescante, Pisacane, Pisicchio, Porta, Paolo Russo e Stucchi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Antonino Salvatore Germanà.

PRESIDENTE. Comunico che in data 6 dicembre 2012 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dell'onorevole Antonino Salvatore Germanà:
«Onorevole Presidente, come Le è noto, in seguito alle elezioni regionali siciliane dello scorso 28 ottobre sono risultato eletto e proclamato componente dell'Assemblea regionale siciliana. In occasione della prima seduta di detta Assemblea, svoltasi ieri, 5 dicembre, ho prestato il prescritto giuramento e sono pertanto entrato nel pieno esercizio delle mie funzioni di deputato regionale siciliano. Trattandosi di una carica incompatibile con il mandato parlamentare ai sensi dell'articolo 122, secondo comma, della Costituzione, e dell'articolo 3, comma 7, dello Statuto della regione siciliana, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare in relazione alla mia volontà di optare per la predetta carica regionale. Nel pregarLa di voler comunicare le mie dimissioni all'Assemblea affinché la stessa possa prenderne atto ai sensi dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento della Camera, La ringrazio e Le formulo i miei migliori auguri di buon lavoro.
Firmato: On. Antonino Salvatore Germanà».

Trattandosi di un caso di incompatibilità, ai sensi dell'articolo 122, secondo comma, della Costituzione e dell'articolo 3, comma 7, dello Statuto della regione siciliana, la Camera prende atto, a norma Pag. 2dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Antonio Salvatore Germanà dal mandato parlamentare

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto delle dimissioni del deputato Antonino Salvatore Germanà, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, nella seduta del 19 novembre 2008 - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del Testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati - che il candidato che, nell'ordine progressivo della lista n. 9 - Il Popolo della libertà nella XXV Circoscrizione Sicilia 2, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Pier Paolo Pizzimbone.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XXV Circoscrizione Sicilia 2, Pier Paolo Pizzimbone.
Si intende che da oggi decorre il termine di 20 giorni per la presentazione di eventuali ricorsi. Auguri di buon lavoro, non lungo, ma comunque un lavoro.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,30.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 5520-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato approvato l'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.
Si sono poi conclusi gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno ed il rappresentante del Governo ha espresso i prescritti pareri. Avverto che il fascicolo degli ordini del giorno n. 2, che è in distribuzione, reca la versione corretta dell'ordine del giorno Vanalli n. 9/5520-B/16.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 5520-B)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5520-B). Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/5520-B/1, accettato dal Governo, purché riformulato.

Pag. 3

FABIO GARAGNANI. Sì, signor Presidente, mi è stata detta e accolgo la proposta di riformulazione. Ringrazio il sottosegretario.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Garagnani n. 9/5520-B/1, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mantovano n. 9/5520-B/2, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Ruvolo n. 9/5520-B/3, accettato dal Governo, purché riformulato. Non c'è l'onorevole Ruvolo? Si intende quindi accettata.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/5520-B/4, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rigoni n. 9/5520-B/5, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/5520-B/6, accettato dal Governo.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma al presente ordine del giorno perché riguarda...

PRESIDENTE. A quale? All'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/5520-B/6?

FRANCESCO BARBATO. Sì, perché riguarda i comuni del Mezzogiorno che si trovino in difficoltà per crisi delle aziende.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Faenzi n. 9/5520-B/7, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/5520-B/8, accettato dal Governo.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma anche a questo ordine del giorno, perché prevede una deroga per la possibilità di contrarre mutui a comuni che stanno in pre-dissesto finanziario, come il comune di Napoli, e quindi chiedo di aggiungere la mia firma.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Minardo n. 9/5520-B/9, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/5520-B/10, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Consiglio n. 9/5520-B/11, non accettato dal Governo.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Consiglio n. 9/5520-B/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana... Onorevole Barbareschi... Onorevole Fedriga... Onorevole Nicola Molteni... Onorevole Distaso... Onorevole Servodio... Onorevole Pianetta... Onorevole Lucà... Onorevole Gelmini... Onorevole Boccia... Onorevole Aniello Formisano... Onorevole Capitanio Santolini... Pag. 4Onorevole Lazzari... Onorevole Narducci... Onorevole Mura... Onorevole Isidori... Onorevole Bressa... Onorevole Cimadoro... Onorevole Scajola... Onorevole Alberto Giorgetti... Onorevole Galletti... Onorevole Levi... Onorevole Casini... Onorevole D'Antoni... Onorevole Bergamini... Onorevole Oliveri... Onorevole Paglia... Onorevole Touadi...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 391
Votanti 280
Astenuti 111
Maggioranza 141
Hanno votato
38
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che l'onorevole Pini insiste per la votazione del suo ordine del giorno Pini n. 9/5520-B/12, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pini n. 9/5520-B/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana... Onorevole Granata... Onorevole Mondello... Onorevole Sposetti... Onorevole Ciccanti... Onorevole Verducci... Onorevole Paglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 395
Votanti 295
Astenuti 100
Maggioranza 148
Hanno votato
50
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Rivolta insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/5520-B/13, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rivolta n. 9/5520-B/13, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Granata... Onorevole Cassinelli... Onorevole Della Vedova... Onorevole Mazzuca... Onorevole Torrisi... Onorevole Buonanno... Onorevole Cossiga... Onorevole Gasbarra... Onorevole Sposetti... Onorevole Servodio... Onorevole Sbrollini... Onorevole Baretta... Onorevole Verducci... Onorevole Gatti... Onorevole Maggioni... Onorevole Paglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 401
Votanti 300
Astenuti 101
Maggioranza 151
Hanno votato
50
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Meroni n. 9/5520-B/14, non accettato dal Governo.

FABIO MERONI. Signor Presidente, questo ci sembrava un ordine del giorno di buonsenso. Come ho ricordato ieri, condividendo l'articolato della proposta, noi chiedevamo che per partecipare al Fondo di riequilibrio fosse inserita un'indicazione Pag. 5in più, vale a dire che quei sindaci che si avvalgono di consulenze esterne - abbiamo fatto due esempi, come il sindaco di Napoli, che paga consulenze esterne per i rifiuti e poi li manda in giro con le navi per mezzo Europa o come quello di Parma, che è il nuovo che avanza e che propone consulenze e poi viene bocciato dalla stessa magistratura - le riducano drasticamente o le azzerino del tutto. È solo una richiesta perché certi sindaci non sprechino più denaro pubblico, è per questo motivo che chiedo all'Aula di votare a favore su questo ordine del giorno di buonsenso al decreto-legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'ordine del giorno Meroni n. 9/5520-B/14, perché le consulenze esterne sono uno spreco ed una roba che serve alla casta.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meroni n. 9/5520-B/14, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Pianetta, De Girolamo, Vatinno, De Micheli, Fiano, Verducci, Servodio, Brandolini, Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 410
Votanti 306
Astenuti 104
Maggioranza 154
Hanno votato
50
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Volpi n. 9/5520-B/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Pianetta, Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 303
Astenuti 104
Maggioranza 152
Hanno votato
51
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Vanalli n. 9/5520-B/16 (Versione corretta), non accettato dal Governo.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, intervengo per un chiarimento: lei ha già detto in apertura di seduta che il mio ordine del giorno n. 9/5520-B/16 veniva riportato nella versione corretta in quanto ieri, nel precedente fascicolo, era stato riportato in modo errato. Vorrei quindi chiedere al Governo se, vista la nuova formulazione, non ritiene più coerente modificare il parere contrario che aveva espresso ieri appellandosi al fatto che era uguale a un ordine del giorno precedente e pertanto non poteva essere accolto. Quindi vorrei chiedere al Governo di rivedere il suo parere.

PRESIDENTE. Sottosegretario D'Andrea?

GIAMPAOLO D'ANDREA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, nella nuova formulazione che viene proposta, il Governo può esprimere parere favorevole con riformulazione che consisterebbe nell'aggiungere nel dispositivo, dopo le parole «la possibilità» le parole «salvaguardando le esigenze di finanza pubblica».

Pag. 6

PRESIDENTE. Onorevole Vanalli, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/5520-B/16 (Versione corretta), accettato dal Governo purché riformulato?

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, dopo questa gentile concessione, è vero che sul tema Patto di stabilità noi abbiamo chiesto più di una volta al Governo di rivedere le sue posizioni, i colleghi quando sono in televisione sono d'accordo con noi mentre quando sono qui votano contro. Per tali ragioni, non voglio tirare troppo la corda visto che ho strappato una mezza promessa, per cui mi accontento di questo parere, anche se temo che il Governo poi non porterà a termine questi auspicati impegni.

PRESIDENTE. Quindi, onorevole Vanalli, accetta la riformulazione e non lo pongo in votazione? Sta bene.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Maggioni n. 9/5520-B/17, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maggioni n. 9/5520-B/17, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Veltroni, Sardelli, Prestigiacomo, Lorenzin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 411
Votanti 296
Astenuti 115
Maggioranza 149
Hanno votato
40
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/5520-B/18, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/5520-B/18, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Porcino, Favia, Cesa, Verducci, Fogliardo, Servodio, Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 412
Votanti 304
Astenuti 108
Maggioranza 153
Hanno votato
50
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Vizia n. 9/5520-B/19, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Vizia n. 9/5520-B/19, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Pianetta, Lussana, Sardelli, Servodio, Brandolini, De Poli, Cosenza, Simeoni, Gentiloni, Ferranti, Colombo, Valentini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 423
Votanti 310
Astenuti 113
Maggioranza 156
Hanno votato
50
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 7
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Molgora n. 9/5520-B/20, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molgora n. 9/5520-B/20, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Sardelli, Tanoni, D'Antona, Galletti, Verducci, Farina Coscioni, Barani, Vella, Torrisi, La Malfa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 301
Astenuti 120
Maggioranza 151
Hanno votato
41
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Goisis n. 9/5520-B/21, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Goisis n. 9/5520-B/21, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Calderisi, Marchioni, Sardelli, Carella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 418
Votanti 297
Astenuti 121
Maggioranza 149
Hanno votato
43
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i deputati Consolo e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/5520-B/22, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rondini n. 9/5520-B/22, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Consolo, Di Stanislao, Farina Coscioni, Verducci, La Malfa, Calderisi, Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 421
Votanti 312
Astenuti 109
Maggioranza 157
Hanno votato
41
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'ordine del giorno Laura Molteni n. 9/5520-B/23 è stato ritirato.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Munerato n. 9/5520-B/24, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Munerato n. 9/5520-B/24, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Pianetta, Viola, Di Stanislao... Pag. 8
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 422
Votanti 312
Astenuti 110
Maggioranza 157
Hanno votato
51
Hanno votato
no 261).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Fogliato n. 9/5520-B/25.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fogliato n. 9/5520-B/25, perché per i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose venga chiuso il rubinetto del Fondo, per marcare chiaramente il confine tra Stato e mafia.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fogliato n. 9/5520-B/25, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fogliato n. 9/5520-B/25, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Landolfi, Gatti, Cera, Touadi... l'onorevole Cera ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 425
Votanti 299
Astenuti 126
Maggioranza 150
Hanno votato
41
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caparini n. 9/5520-B/26, Callegari n. 9/5520-B/27 e Pastore n. 9/5520-B/28, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bonino n. 9/5520-B/29, Togni n. 9/5520-B/30 e Bragantini n. 9/5520-B/31 accettati dal Governo.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma sull'ordine del giorno Bragantini n. 9/5520-B/31, perché riguarda l'IMU.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Forcolin n. 9/5520-B/32, accettato dal Governo e sul quale l'onorevole Barbato ha chiesto di apporre la sua firma.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Polledri n. 9/5520-B/33, accettato dal Governo, purché riformulato e sul quale l'onorevole Barbato ha chiesto di apporre la sua firma.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bitonci n. 9/5520-B/34, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simonetti n. 9/5520-B/35, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Crosio n. 9/5520-B/36, Cavallotto n. 9/5520-B/37 e Paolini n. 9/5520-B/38, accettati dal Governo, purché riformulati. Pag. 9
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Negro n. 9/5520-B/39, accettato dal Governo e sul quale l'onorevole Barbato ha chiesto di apporre la sua firma.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Buonanno n. 9/5520-B/40, non accettato dal Governo.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, vorrei risottolineare al Governo che è veramente scollegato con la realtà degli enti locali. Il fatto di chiedere un allargamento delle regole sull'anticipazione di cassa da parte, ad esempio, dei comuni, significa cercare di dare un po' di respiro a chi, in realtà, è la base di quella che è la gestione del territorio.
Non a caso, ad esempio, vediamo che i dati sull'edilizia e sulle opere pubbliche sono talmente negativi e questo è dovuto anche al fatto che ormai gli enti locali, comuni per primi, non riescono più neanche a muovere un mattone perché, comunque, con tutte le disposizioni varate da questo Governo, siamo ridotti veramente ai minimi termini. È un po' come se questo Governo, chiamato per «curare un malato», cioè il Paese, come dottori ci hanno messo a pane e ad acqua e adesso mettono le mani sul collo e continuano a stringere finché noi non andiamo al creatore.
Il Governo Monti si deve rendere conto che sta uccidendo l'economia del Paese e sta uccidendo anche l'economia degli enti locali, che non riescono più a dare le risposte che la gente chiede. E poi si domandano perché i cittadini si arrabbiano sempre di più. Ora stiamo vedendo - lo vedono i cittadini per primi - che cosa significa il pagamento dell'IMU e adesso che lo vedono, proprio stamattina, l'ultimo sondaggio dice che la fiducia al Governo Monti ha toccato il livello minimo. Questo significa che questo Governo sta facendo una politica demenziale ed i comuni, che sono i primi ad essere in trincea, si ritrovano invece ad avere purtroppo delle risposte insufficienti e neanche nelle anticipazioni di cassa riusciamo a fare qualcosa. Quindi, le colpe alla fine vengono fuori tutte, le bugie vengono fuori tutte, e noi speriamo che il Governo Monti vada a casa al più presto.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Le ricordo che non può fare dichiarazioni di voto, può solo chiedere di aggiungere la firma, altrimenti deve scegliere - qualcuno l'ha già fatto - due dichiarazioni di voto nell'ambito di tutti gli ordini del giorno.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la firma all'ordine del giorno Buonanno n. 9/5520-B/40.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Buonanno n. 9/5520-B/40, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Buonanno n. 9/5520-B/40, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Porcino, Vella, Pianetta, Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 430
Votanti 315
Astenuti 115
Maggioranza 158
Hanno votato
44
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Montagnoli n. 9/5520-B/41, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Gidoni Pag. 10n. 9/5520-B/42, Lanzarin n. 9/5520-B/43 e Allasia n. 9/5520-B/44, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Desiderati n. 9/5520-B/45, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Desiderati n. 9/5520-B/45, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pisicchio, Pianetta, Lusetti, Sbai, Giacomoni, Rampelli, Touadi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 304
Astenuti 127
Maggioranza 153
Hanno votato
41
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fabi n. 9/5520-B/46 e Fava n. 9/5520-B/47, accettati dal Governo, purché riformulati.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Fava n. 9/5520-B/47, perché si tratta della sospensione per i Paesi terremotati dell'Emilia Romagna.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Borghesi n. 9/5520-B/48, Favia n. 9/5520-B/49 e Garofalo n. 9/5520-B/50, accettati dal Governo, purché riformulati.
Preciso che l'ordine del giorno Caparini n. 9/5520-B/26 era stato accolto senza riformulazione.
Poiché la Conferenza dei presidenti di gruppo ha convenuto che le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta abbiano inizio alle ore 12, sospendo la seduta fino a tale ora.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Pier Paolo Pizzimbone, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Popolo della Libertà.
La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 12.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5520-B)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Belcastro. Ne ha facoltà, per due minuti.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, signori del Governo, solo poche battute per ribadire il nostro «no» convinto alla fiducia a questo Governo e per preannunziare la nostra astensione sul provvedimento in esame, che qualcosa di Pag. 11buono lo fa intravedere. La fiducia a questo Governo non la diamo perché questo Governo non se la merita. Infatti, è quello che pensano ormai gli italiani, che hanno visto una serie di provvedimenti posti in essere da voi, esperti di finanza e di economia, in danno del nostro Paese, affossandolo ulteriormente in quest'anno nel quale vi è stata affidata la guida della nostra nazione.
Non vi è un settore della pubblica amministrazione, non vi è un settore dell'economia che abbia avuto dei segnali in positivo rispetto al momento in cui cadde quel Governo che era stato voluto dagli italiani. I nostri giovani sono disperati, l'economia va a rotoli, migliaia e migliaia di imprese chiudono ogni giorno, strozzate dalle banche che voi avete favorito in modo indecente e che adottano, oggi, interessi usurari ai prestiti che danno, quando li danno, alle nostre imprese. Il sud sta morendo...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Belcastro.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Nella fase iniziale mi preoccupavo soltanto del sud, ma vedo che oggi è l'Italia che sta morendo. Andate via e andiamo presto, subito, a nuove elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Autonomia Sud-Lega Sud Ausonia-Popoli Sovrani d'Europa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà per due minuti.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi Liberal Democratici ieri abbiamo votato la fiducia al Governo sul disegno di legge avente ad oggetto il taglio dei costi della politica locale, che va nella direzione di eliminare o ridurre, per quanto possibile, gli eccessi e gli sprechi della politica stessa.
Lo abbiamo fatto, innanzitutto, perché, oltre a condividerne il merito, abbiamo voluto riconfermare la nostra adesione alla complessa e virtuosa attività che il Governo ha svolto finora. Ci è sembrato, poi, quanto mai doveroso rappresentare tutta la nostra solidarietà al Governo all'indomani di un fatto di estrema gravità, accaduto, come noto, al Senato.
Far mancare, infatti, un'ampia maggioranza, rappresentazione di una finora estesa condivisione di una doverosa politica di emergenza nei confronti del Paese, è stato un grave vulnus per quella politica della responsabilità di cui tanti in quest'Aula si sono fino ad ora resi interpreti.
Non si può certo ignorare che l'instabilità politica non danneggia solo il Governo, ma danneggia tutti. Se lo spread, che ultimamente aveva fatto registrare incoraggianti segnali di discesa, ha ripreso a salire e la Borsa di Milano si muove da ieri in terreno negativo, lo dobbiamo proprio a questo clima di tensioni, che il Paese aveva creduto di essersi finalmente messo alle spalle.
Il tutto risulta ancora più paradossale se ricordiamo quanti sepolcri sono stati imbiancati all'indomani degli scandali di Lazio e Lombardia e proprio da coloro che si sono astenuti al Senato e in quest'Aula proprio ieri. Ebbene, noi riteniamo che questo sia un fatto anche paradossale, proprio perché questo provvedimento va nella direzione di tagliare i costi della politica locale, per esempio quelli dei presidenti delle regioni, quelli dei consiglieri regionali, che richiede anche una maggiore trasparenza nella stessa attività degli enti locali.
Ebbene noi intendiamo votare favorevolmente nei confronti di questo provvedimento, ma soprattutto vogliamo riconfermare la nostra fiducia al Governo, chiedendo al Governo di procedere con ancora maggiore forza e determinazione nella sua attività (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliveri. Ne ha facoltà per due minuti.

SANDRO OLIVERI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'approvazione di un provvedimento di tale portata, che si Pag. 12muove nel solco della sensibile riduzione dei costi istituzionali, già peraltro avviata con la cosiddetta spending review, soprattutto in un momento critico come quello che stiamo vivendo, può contribuire a migliorare la percezione della politica da parte della gente comune e ricucire quello strappo che oggi la divide dalle altre istituzioni di cui facciamo parte.
Se infatti da una parte si taglia in settori come sanità o welfare, ma non si mette mano al ridondante sistema istituzionale centrale e periferico di Stato ed enti territoriali, se si accorpano le province, ma non si eliminano o riorganizza la moltitudine di enti di programmazione di area vasta, come ad esempio distretti socio-sanitari, consorzi e via dicendo, se l'accorpamento di piccoli comuni si limita alla gestione associata dei loro servizi attraverso la costituzione di unioni di comuni, si rischia di creare una nuova sovrastruttura comunale, facendo ulteriormente lievitare il numero dei centri di costo inefficienti.
Continuando così, nel mare magnum dei costi della politica, che nasconde altre e ben più grandi cifre da capogiro, si sarà scoperta soltanto la punta di un iceberg. Non possiamo certamente più nasconderci, infatti, che ogni anno tali costi, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,9 miliardi di euro, pari a circa l'1,5 per cento del PIL, dei quali, ad esempio, circa 4,6 miliardi sono destinati agli oltre 24 mila consiglieri di amministrazione, alle consulenze ed al funzionamento degli organi delle società partecipate.
È dunque davvero arrivato il momento che Governo e Parlamento superino quell'approccio solo demagogico ed emotivo della questione, passando alla concretezza fattiva, improntando una seria politica di disboscamento e di alleggerimento di un sistema istituzionale ormai proliferato fino all'inverosimile. Non è solo la società civile e democratica a chiedercelo, ma la coscienza di tutti noi.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Oliveri.

SANDRO OLIVERI. Per queste ragioni noi dell'MpA esprimeremo un voto favorevole al provvedimento, che consideriamo propedeutico ad una serie di futuri interventi, grazie ai quali si potranno conseguire notevoli risparmi, liberando così risorse pubbliche da destinare allo sviluppo, all'alleggerimento del peso fiscale, alla qualità dei servizi pubblici.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Oliveri.

SANDRO OLIVERI. Signor Presidente, spero - anzi preferisco dire credo - che oggi sia l'inizio di un nuovo...

PRESIDENTE. Grazie.

SANDRO OLIVERI. ...giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà per tre minuti.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, signor Ministro, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, Diritti e Libertà darà il proprio voto favorevole su questo provvedimento, che è un provvedimento che, in qualche modo, pur non essendo esaustivo - si poteva fare e si dovrà fare molto di più - ha il merito di affrontare una questione sentita dai cittadini italiani e di cominciare a dare delle risposte.
Diamo questo voto favorevole sul provvedimento, pur essendo il vostro Governo, signor Ministro, un Governo del quale noi siamo all'opposizione, perché - e sarà il comportamento che avremo in questa parte finale di legislatura - Diritti e Libertà valuterà atto per atto ogni singolo provvedimento di questo Governo, ed entrerà nel merito e, sulla base dei propri convincimenti, esprimerà se possibile, come oggi, anche un voto favorevole.
Questo serve per dire che noi intendiamo che si vada avanti sulla strada di un riformismo, che comporta una modifica graduale dell'ordinamento politico e sociale, Pag. 13e che escludiamo massimalismi o opposizioni preconcette. Valutazione atto per atto significa che dovrete convincerci della bontà dei provvedimenti e, se ci convincerete, avrete il voto favorevole di Diritti e Libertà, Diritti e Libertà che si richiama ai primi 12 articoli della Costituzione, Diritti e Libertà che sui diritti e sulla libertà vuole portare avanti la propria azione politica, caratterizzandosi come un vero e proprio partito della Costituzione.
Questo provvedimento - e concludo signor Presidente - è un provvedimento che in qualche modo poteva essere più corposo e più sostanzioso, ma proprio perché siamo persone di buon senso, siamo convinti che l'ottimo è nemico del buono e noi, mentre attendiamo l'ottimo per il quale lavoriamo, non vorremmo perdere il buono che con questo provvedimento viene portato avanti.
I cittadini italiani capiranno che si comincia finalmente ad intervenire seriamente sui costi ingiustificati della politica (Misto-Diritti e Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà per tre minuti.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, ieri abbiamo votato la fiducia su questo provvedimento e coerentemente voteremo a favore del provvedimento. Ci sia consentita però qualche osservazione. L'attenzione dell'opinione pubblica e dei media in generale è rivolta ai costi della politica riferibili ai vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali, e il costo della politica viene riferita a questo. È indubbio che questi vadano contenuti, è il caso però di osservare che i costi della politica non si possono limitare a indennità e vitalizi; i costi della politica ben più importanti sono riferibili per esempio al contributo pubblico ai partiti, che fin quando non verrà attuato l'articolo 49 della Costituzione italiana, va interamente abolito.
L'altra questione riguarda il funzionamento delle istituzioni locali. Vitalizi e indennità sono poca cosa rispetto allo sperpero di risorse finanziarie per il funzionamento di giunte, uffici di presidenza di consigli comunali, provinciali e regionali. La Camera dei deputati qualche passo pur piccolo lo ha compiuto per il contenimento delle spese. Il vero problema però sono gli enti locali e lo sperpero di risorse pubbliche conseguenti a politiche allegre di cui non si sente alcun bisogno. Visti i tempi che corrono, forse sarebbe meglio che le esigue risorse finanziare fossero utilizzate a fini sociali. I repubblicani auspicano controlli severi sull'attività degli enti locali che «ingoiano» risorse pubbliche talora senza alcuno riscontro benefico sugli effetti che l'impiego di tali risorse dovrebbe apportare. Basta quindi con i fotografi personali, basta quindi con i video personali, basta con gli uffici stampa che in taluni casi nelle regioni sono, per quantità, superiori a quelli che ha il Presidente degli Stati Uniti d'America. Basta con gli inconcludenti viaggi all'estero che costano ben più di quanto costano i vitalizi dei consiglieri regionali.
Pretendiamo una vita politica più sobria ed in linea con le condizioni economiche del Paese. In conclusione, la componente dei Repubblicani Azionisti del gruppo Misto voterà a favore del provvedimento che riguarda la finanza e il funzionamento degli enti territoriali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà per tre minuti.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signori del Governo, noi deputati del Centro democratico per l'Italia concreta, avendo partecipato attivamente alle primarie del centrosinistra, punto di svolta della politica italiana, votiamo convintamente a favore di questo decreto-legge. Lo avevamo già votato, ed ora è stato ulteriormente migliorato al Senato. Anche per questo appare assurda la decisione di rompere il patto che ha sostenuto in quest'anno il Governo Monti, proprio su questo provvedimento. Il giudizio dei mercati, implacabile, non si è fatto attendere. Pag. 14Ho letto oggi sui giornali che l'onorevole Berlusconi ha staccato la spina al Governo Monti. In realtà l'onorevole Berlusconi ha staccato la spina a se stesso, ed espone il suo movimento politico ad una responsabilità insostenibile perché è in evidente contrasto con gli interessi del Paese. Il Popolo della Libertà mette in discussione ora la politica economica del Governo Monti come se, dopo averci lasciato in eredità il disastro interno e internazionale nel dicembre 2011, vi fossero delle politiche alternative anche di natura fiscale. È proprio il sacrificio dell'IMU che ci ha evitato il baratro. Un anno fa non eravamo neppure in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici, proprio come in Grecia, ed eravamo accompagnati da un pesante e diffuso discredito internazionale. Il Presidente Monti è stato decisivo ed è certo che non tornerà alla Bocconi.
Berlusconi ora torna in campo. Ma non ne poteva uscire! È giusto, si assuma tutte le sue responsabilità e alzi la coppa del disastro politico e morale rispetto al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto - Alleanza per l'Italia). Lo confermano le polemiche sottese alla cosiddetta incandidabilità. Nella tanto vituperata prima Repubblica bastava avere carichi pendenti perché i grandi partiti popolari negassero la candidatura. Altro che condanna a due anni! Ora siamo in pre-crisi. Credo che dobbiamo avere grande fiducia nel Presidente Napolitano. Ci ha assicurato la tenuta delle istituzioni, ci porterà a passaggi elettorali ordinati.
Il centrosinistra è pronto a presentarsi al Paese con un programma serio, responsabile, e rispettoso degli impegni europei. L'Italia non ha bisogno di nuovi pifferai, né di Grillo, né di Ingroia. Le primarie sono state il punto di svolta, Pierluigi Bersani viene percepito come un elemento di garanzia per il futuro Governo e la coalizione con un mix equilibrato di cultura di governo, passione civile, tensione etica e morale. Dovremo trasmettere questa sicurezza a tutti gli italiani. Noi deputati del centro, senza pretese esclusive e senza furbizie, faremo la nostra parte. Non abbiamo puntato sull'ingovernabilità e sullo stallo elettorale, abbiamo concorso a definire, partecipando alle primarie, il perimetro dell'alleanza e lo abbiamo fatto di fronte al Paese. Siamo certi che ci sarà una risposta attenta e fiduciosa perché di questa sensibilità nel Paese c'è sicuramente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gava. Ne ha facoltà per tre minuti.

FABIO GAVA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la componente del gruppo Misto Liberali per l'Italia voterà a favore di questo provvedimento così come ieri ha convintamente votato la fiducia. Questo è un provvedimento che torna dal Senato dopo essere stato già approvato in prima battuta dalla Camera dei deputati. Per chi ha dunque già votato questo provvedimento, la fiducia avrebbe dovuto essere scontata, così come sarebbe scontato il voto favorevole al provvedimento stesso. E del resto dopo gli scandali emersi soprattutto nella regione Lazio, ma non solo, che hanno rappresentato un grande vulnus per tutta la politica italiana, questo decreto voluto dalla stessa Conferenza delle regioni, è stata la risposta più rapida e coerente alla necessità di maggiore trasparenza e sobrietà nella conduzione dell'attività politica. L'occasione odierna dà l'opportunità di precisare alcuni aspetti che a mio avviso non sono emersi nelle scorse settimane nelle cronache mediatiche o addirittura sono stati distorti, come ad esempio la questione dei vitalizi regionali.Va precisato infatti che tale punto non è stato mai modificato rispetto all'impianto originario ma solamente meglio precisato e chiarito anche perché molte regioni avevano ed hanno già recepito il decreto del 2011 con cui tutta la materia era stata profondamente innovata e regolamentata, o passando al regime contributivo o addirittura abolendo definitivamente i vitalizi.
Oggi è quindi anche l'occasione per ribadire la qualità del lavoro che a suo Pag. 15tempo era stato effettuato in Commissione alla Camera dei deputati, ma oggi è anche l'occasione per criticare nuovamente e con forza la decisione del PdL di astenersi ieri sulla fiducia, e probabilmente anche oggi sul provvedimento. Con questa decisione, come ho avuto occasione già di dire, si sono scaricate sul Paese le tensioni e le indecisioni che ormai da mesi attanagliano quel partito. È un fatto grave che condanniamo senza riserve. Mi auguro che una ordinata fase finale della legislatura consenta anche la nascita di una nuova fase politica che chiuda definitivamente con le macerie del passato. E soprattutto a lei, presidente Monti, spetterà di valutare ora i passi che saranno più opportuni per raggiungere questo obiettivo. Noi in ogni caso la sosterremo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberali per l'Italia-PLI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miccichè. Ne ha facoltà per cinque minuti.

GIANFRANCO MICCICHÈ. Signor Presidente, ben vengano questi provvedimenti sui costi della politica. Oggi la società italiana non si riconosce più nelle Istituzioni, che risultano sempre più distaccate e lontane. Però - Presidente della Camera, Presidente del Consiglio - è noto a tutti che questo tipo di provvedimenti legislativi sia finalizzato più a salvare la faccia di noi politici che a ottenere un vero e proprio aiuto a superare la crisi che continua ad attanagliarci. Tutto però verrà assolutamente vanificato (tutto il lavoro che si fa, tutti i soldi che come politici ci siamo tolti dai vari stipendi) se poi, per esempio, per puri calcoli di convenienza individuale, non si metterà mano alla legge elettorale ridando ai cittadini il diritto di scegliere da chi devono essere rappresentati. Ma se vogliamo una vera e propria azione di risparmio nella politica, dobbiamo renderci conto che bisogna mettere mano alla struttura della burocrazia, non soltanto all'ambito dei politici.
Noi siamo odiati dalla gente, siamo odiati non solo perché c'è tra di noi chi ruba, chi prende i soldi del proprio gruppo, chi prende le tangenti, chi non fa il lavoro che dovrebbe fare, ma siamo odiati perché non facciamo buone leggi, perché facciamo leggi che non interessano ai cittadini, ma altrettanto odiati sono i burocrati perché i burocrati sembrano nemici dei cittadini, perché non esiste una struttura amministrativa che aiuti il cittadino. Esiste solo una struttura amministrativa che serve a rendere le cose più difficili alla nostra gente.
In un discorso che ha tenuto recentemente Benedetto XVI a Milano nel giugno di quest'anno, il Papa ci ha ricordato come un buon amministratore è buon amministratore solo se riesce a creare ammirazione tra i propri cittadini. Non mi sembra che ci sia uno sforzo enorme da parte di quest'Assemblea, o delle altre assemblee, di cercare l'ammirazione dei cittadini, di fare nulla per il loro bene. Mi sembra che ci sia ancora oggi un atteggiamento per cui uno cerca l'ammirazione forse dei propri elettori, l'ammirazione forse della propria famiglia, l'ammirazione del proprio gruppo di potere, più che quella del bene collettivo, più che quella dei cittadini. Noi di Grande Sud-PPA abbiamo appoggiato questo Governo e anche ieri abbiamo votato la fiducia. L'abbiamo votata perché siamo gente seria, perché abbiamo preso un impegno con la nostra gente nella speranza che questo Governo ci potesse dare una mano, che ci potesse aiutare per i problemi dell'Italia e del Mezzogiorno d'Italia in particolare. Però, Presidente Monti, non si sta facendo nulla. Mi deve credere, non si sta facendo nulla. Non ci si rende conto di come tutte queste leggi siano soltanto palliativi rispetto al disagio reale e sociale che esiste oggi nel Mezzogiorno d'Italia e, forse, anche in altre regioni, ma certamente da noi.
Tutto questo viene vanificato da una regola assurda, da una legge come quella sull'IMU, per cui la gente che ha una casa di proprietà è considerata benestante, solo perché ha una casa, solo perché ancora paga mutui per una casa di proprietà, e oggi la gente non spende più, non consuma più perché sta mettendo da parte la folle Pag. 16cifra che deve pagare per l'IMU della prima casa o anche della seconda. Bisogna intervenire diversamente, Presidente Monti, bisogna fare qualcosa di reale e bisogna fare degli interventi veri nei confronti del sud del Paese. Bisogna farli veri, Presidente Monti, e lo dico a tutti voi Ministri e sottosegretari: non pensiate più che la gente sia disponibile a pagare, che la gente sia disponibile a soffrire e non si capisce perché, per una crisi che non si capisce da cosa è determinata e non si capisce quando finirà. Vi ricordo soltanto che basterebbe il patrimonio di una fondazione bancaria per eliminare tutti questi balzelli che si stanno mettendo a carico dei cittadini italiani e dei cittadini del sud (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Grande Sud-PPA).
L'IMU ci porta a oltre il 45 per cento di pressione fiscale. Intervenite sulle cose serie, intervenite sui patrimoni inutili, intervenite sui patrimoni delle fondazioni bancarie o di altre situazioni italiane che non servono a niente, che servono soltanto ad arricchire pochissime lobby e ridate ai cittadini la possibilità di ricominciare a vivere, ridate ai cittadini la possibilità di ricominciare a consumare, e questa crisi possibilmente passerà. Continuando così, questa non è una crisi che passerà velocemente, con uno spread che aumenta un giorno e diminuisce un altro giorno, che sembra veramente un gioco del rimbalzo della pallina, come quello che troviamo sull'iPad. Non sarà questo a risolvere i problemi del nostro Paese.
Grande Sud-PPA ha votato ieri la fiducia e voterà ancora questo provvedimento, ma vi prego di credermi, non è perché c'è la campagna elettorale a giorni, ma noi vogliamo che si comincino a fare cose serie. Chiediamo un confronto a questo Governo perché, per la Sicilia e per tutte le altre regioni del Sud, si cominci ad intervenire in maniera seria e non con inutili palliativi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Grande Sud-PPA).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, questo decreto-legge è conosciuto come il decreto sui tagli ai costi della politica. Si tratta di un tema assai caro a noi dell'Italia dei Valori, al quale abbiamo dedicato molte delle nostre forze fuori da quest'Aula e all'interno del Parlamento, sia quando siamo stati forza di Governo, sia da forza di opposizione.
Voglio ricordare le misure che, grazie alla nostra decisiva presenza, furono prese nell'ultima finanziaria del Governo Prodi e che hanno portato al dimezzamento delle comunità montane e dei consorzi di bonifica, alla pressoché totale eliminazione delle circoscrizioni comunali, al blocco degli automatismi di crescita delle indennità parlamentari, alla riduzione dei componenti dei consigli di amministrazione delle società pubbliche o partecipate dagli enti locali, e ad altro ancora. A regime si tratta di un risparmio di denaro pubblico di almeno un miliardo di euro l'anno.
Credo anche che la nostra pressione continua su questi temi sia anche all'origine di successivi interventi, ancora modesti a nostro giudizio, in questo come in altri provvedimenti, sulla questione del numero dei consiglieri di regioni ed enti locali, sulla questione delle province, sulla questione dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, sulla riduzione dei privilegi degli ex parlamentari: battaglie che rivendichiamo alla nostra tenace azione svolta in questi dodici anni dalla parte dei cittadini e che nessuno, ripeto nessuno, neppure il Movimento Cinque Stelle potrà sottrarci.
Dicevo che questo decreto-legge è conosciuto come il decreto sui tagli ai costi della politica, mentre invece quest'Aula sembra essere da ieri ripiombata nella miseria del confronto a cui si era ridotta un anno fa, se a favore o contro uno come Berlusconi, se credere o meno all'eleganza delle sue cene, e lo dico con ironia, mentre il Paese, ipnotizzato da un benessere ben formattato dal film The Truman show, si impoveriva di civiltà etica, di costume, ma soprattutto si impoveriva di soldi: come tutti ricorderanno in cassa non c'era più nulla, neppure per pagare gli stipendi del Pag. 17personale. E quando da fuori studio arrivò il rimprovero del mondo reale che si trattava di uno show che costava troppo, fummo tutti svegliati per sentirci dire che ora noi, spettatori e cittadini comuni, sempre i soliti, avremmo dovuto pagare i vent'anni di bagordi.
Vogliamo forse oggi tornare a questo tipo di confronto con un Paese che sceglie tra un panettone o le scarpe ai figli come nel dopoguerra? Ci mettiamo forse ad aspettare il promo di un nuovo reality? Colleghi, vi prego, non è un ritorno al passato, né tanto meno un ritorno al futuro. Non cadiamo nell'attesa di chiederci quando, come e se parlerà Berlusconi. E chi se ne frega! Ve lo dico io: l'onorevole Berlusconi, dopo un anno di assenza da questa Aula, userà il suo banco per lanciare il suo ennesimo spot.
Concentriamoci, invece, sulle cose da fare e sui programmi da realizzare, perché ci sia un cambio deciso verso politiche di equità e sviluppo. Troppo hanno pagato fin qui i cittadini onesti, quelli che le tasse le hanno sempre pagate, i più deboli: gli anziani privi di assistenza adeguata; i giovani che hanno un tasso di disoccupazione ormai vicino al 40 per cento; le donne costrette a rinunciare al lavoro per carenza di servizi di supporto familiare; le piccole e medie imprese e gli artigiani, che le pubbliche amministrazioni non pagano ma che sono strozzati dalle banche, novelli usurai di questo decennio; i pensionati, ai quali non si fa più recuperare neppure l'aumento del costo della vita, mentre non si eliminano le pensioni d'oro sopra i 10 mila euro; gli esodati, che il Ministro Fornero ha lasciato senza pensione e senza lavoro; quelli che per avere una pensione di 1.200 euro al mese, pur avendo quarant'anni di contributi divisi tra più enti previdenziali, dovrebbero, per il ricongiungimento, pagare più di 200 mila euro, che ovviamente non hanno; i lavoratori rimasti senza lavoro perché il Governo non ha fatto nulla per l'equità e lo sviluppo, pur avendolo promesso all'atto del suo insediamento.
Altro che preoccuparci della discesa in campo di Berlusconi, che dirà ancora una volta che ridurrà la pressione fiscale al 33 per cento, dopo averci portato al 47 per cento, e che creerà un milione di posti di lavoro dopo aver creato due milioni di disoccupati. Dobbiamo, invece, concentrarci sulle cose da fare, per togliere il Paese da questa morsa, stretto tra la disoccupazione e la recessione, e persino oltraggiato dalla vergogna di chi non vuole neppure una legge sull'incandidabilità in Parlamento per chi ha ricevuto condanne passate in giudicato.
In questo senso, noi dell'Italia dei Valori ci appelliamo alle forze democratiche presenti nel Paese per costruire insieme, nel futuro Governo, le condizioni per un necessario cambiamento, ad iniziare da quelle presenti in quest'Aula, nonostante la divergenza sul Governo Monti, con le quali però convergiamo sui programmi futuri.
Signor Presidente, c'è chi pensa che il rispetto verso il Presidente della Repubblica venga meno quando si muove qualche critica alla sua persona per comportamenti che non attengono direttamente al suo ruolo istituzionale. Noi pensiamo che, invece, sia molto più grave disattendere i richiami che egli fa nelle sue prerogative di supremo garante della Costituzione e di massimo rappresentante di tutti gli italiani, come ha fatto questo Governo, che se ne è fregato delle sue reiterate lagnanze al rispetto dell'articolo 77 della Costituzione sul ricorso ai decreti-legge ed ancor più sul ricorso, costante e continuato, al voto di fiducia che ha, di fatto, svuotato le funzioni del Parlamento; così come il Popolo della Libertà che, nonostante gli accorati appelli del Capo dello Stato, sta facendo di tutto per far naufragare una nuova legge elettorale anziché dare una risposta agli elettori che chiedono di votare per poter decidere chi davvero li rappresenti, e chiedono di votare sapendo prima chi si propone di governare, con quale programma e con quale coalizione.
Ricordo, ancora una volta, che l'Italia dei Valori si è fatta promotrice di un referendum che in poche settimane ha raccolto le firme di un milione duecentomila cittadini per una diversa legge elettorale. Pag. 18A tale specifico riguardo, vorrei assicurare fin d'ora il Capo dello Stato che, ove questo Governo cadesse senza una nuova legge elettorale ed egli ravvisasse anche un solo percorso per tutelare i diritti elettorali dei cittadini, noi lo sosterremo.
In conclusione, signor Presidente, il Presidente del Consiglio non ceda al ricatto del Popolo della Libertà e si presenti immediatamente davanti al Presidente della Repubblica affinché si trovi subito quel percorso e si garantisca ai cittadini che nella prossima legislatura non ritroveranno ancora, in quest'Aula, persone che vi cercano solo il rifugio alle loro condanne (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente della Camera, signori del Governo, signor Presidente del Consiglio, il gruppo di Popolo e Territorio si è sempre presentato agli appuntamenti importanti, relativi non solo alla richiesta di fiducia ma anche all'approvazione di alcuni provvedimenti da parte del Governo Monti, libero da ogni condizionamento di sorta. Abbiamo sempre espresso le nostre posizioni anche con grande senso critico, assumendoci importanti responsabilità e continuiamo a farlo con quella libertà di pensiero che credo debba connotare le scelte dei parlamentari e dei gruppi parlamentari, soprattutto nei momenti più difficili che attraversa il nostro Paese. Lo vogliamo fare anche oggi, dove è in discussione un provvedimento che parla di riduzione dei costi della politica ma che è solo un «pannicello caldo» rispetto alla vera questione che quest'Aula non ha saputo affrontare a tempo debito e che avrebbe sì dato dignità al Parlamento e ridato senso e qualità alla politica; infatti la matrice di tutti i mali corruttivi che attraversano la politica e le sue rappresentanze nei vari livelli si chiama: finanziamento pubblico dei partiti. Noi avevamo presentato, in quest'Aula, una proposta di legge, tra l'altro sottoscritta anche da altri deputati in maniera trasversale, che superasse il finanziamento pubblico per andare verso un finanziamento, un sostegno ai partiti su base semplicemente volontaria.
Qui si sono scelte altre strade a dimostrazione del fatto che non c'è nessun alito di rinnovamento né tanto meno alcuna idea di cambiamento da offrire ai cittadini in questa anticipazione di campagna elettorale.
E mi dispiace, signor Presidente del Consiglio, essere stato facile profeta, non più tardi di una settimana fa, quando proprio da questi banchi richiamammo il Governo a non esagerare nell'eccesso di richieste di fiducia perché talvolta, eccedendo in questa richiesta, si commette qualche errore madornale. E certo un errore madornale lo ha commesso quel Ministro Passera che passerà alla storia per essere il Ministro della «disarmonia», quello che ha, di fatto, disarticolato quel principio cardine che era alla base di questo Esecutivo burocratico-tecnocratico, cioè quello di essere un soggetto terzo rispetto a quella strana maggioranza che, in qualche modo, si era configurata all'indomani del passo indietro fatto dal Presidente del Consiglio Berlusconi per consentire, alla destra come alla sinistra, di trovarsi intorno al Presidente Monti per affrontare i temi dell'emergenza del nostro Paese.
Dicemmo una settimana fa, e lo ripetiamo oggi, qual è il vero problema politico sul quale saremo chiamati a confrontarci come forze politiche, al di là di quelli che sono i percorsi di quello che ogni partito tradizionale intenderà fare. E io mi auguro che sia arrivato il momento, sul versante del centrodestra, di ripensare a questa articolazione che dovrà presentarsi al prossimo appuntamento elettorale con un'opzione politica forte per contrastare quella che ormai è la sinistra di Bersani e Vendola, tenuto conto che il «carosello» dell'andirivieni di Casini non determinerà nessun cambiamento di rotta rispetto ad una sinistra che si colloca sempre di più su quel versante. Pag. 19
Ebbene, io mi auguro che l'opzione politica possa far rinascere un centrodestra articolato su una struttura federativa dove le varie opzioni possano coniugarsi in una nuova sintesi che ritrovi il coraggio di fare una proposta di cambiamento per il nostro Paese, un progetto per l'Italia al quale bisognerebbe davvero tutti lavorare con grande dedizione superando il «Montismo». Infatti il vero problema non è tanto la Presidenza del Consiglio nella figura di Monti quanto il «Montismo», quella sorta di pensiero unico che in questo anno ha attraversato, da destra a sinistra, tutto lo schieramento parlamentare e che ha consegnato al popolo italiano un'unica ricetta, che era quella del rigore di marca Merkeliana senza capire che il nostro Paese sta affondando e che la crisi è profonda perché non ce la fanno più le imprese, non ce la fanno più gli italiani, non ce la fanno più le famiglie, e non abbiamo sviluppato - questo, sì, sarebbe stato un dibattito politico interessante in questi mesi - un'idea diversa, come se questa fosse l'unica medicina da dispensare e questa fosse l'unica Europa. Si chiede più Europa; noi chiediamo un'Europa diversa, un'Europa altra che sappia in qualche modo far uscire l'economia dalla recessione e sappia ridare dignità ai popoli che nell'Europa continuano a credere.
Siccome, però, siamo ormai alle ultime battute di questa legislatura, credo che sia doveroso fare i conti con quella che è la realtà, e la realtà ci dice - non voglio fare una rassegna stampa, ma credo che la crudezza dei dati oggi ci debba chiamare davvero ad una riflessione, al di là delle suggestioni o comunque del tentativo di rinfocolare le polemiche soltanto perché l'ex Presidente del Consiglio Berlusconi ha detto qualcosa appena ieri -, i dati ci dicono che le nuove tasse introdotte in quest'anno dal Governo Monti assumono una misura mai vista in precedenza. Parliamo di cinquanta tasse, un numero incredibile; un aumento delle tasse, soprattutto dei pedaggi autostradali, con l'IMU che è diventata sostanzialmente l'elemento forte e che oggi aumenta il gettito a fronte, invece, di minori entrate connesse all'aumento dell'IVA. E poi l'addizionale regionale dell'IRPEF, la tassa sui rifiuti e ancora la tassa sulle barche, sugli aerei, l'aumento del prezzo del gasolio, della benzina e del GPL. Si sono trovati anche evidentemente altri escamotage per introdurre una tassazione aggiuntiva per le imprese. Abbiamo qualcosa che ci ha portato ad un livello di tassazione ormai non più sopportabile.
E quando parliamo di quello che è oggi il dramma del nostro Paese faccio riferimento a quanto detto dal presidente di Confindustria, Squinzi, il quale ci dice che la ripresa non ci potrà essere prima del 2015, dalla Corte dei corti, dal Fondo monetario internazionale e dalle banche di investimento che dicono che oggi c'è un allarme per questo mix di austerity e tasse che non aiuterà certamente l'Italia ad uscire dalla crisi, ma forse ci chiamerà ancora di più ad affrontare in maniera dolorosa il tentativo di risanare il nostro sistema.
A questa crisi economica, come rispondono le famiglie? Abbiamo i dati dell'Eurisko di qualche giorno fa che ci dicono che oggi abbiamo raggiunto il minimo storico sotto il profilo della garanzia di sicurezza delle famiglie, che oggi hanno difficoltà a pagare mutui e bollette, ed hanno il timore di non riuscire più ad accantonare alcunché dei loro risparmi, perché la prospettiva è drammatica.
Appena ieri dall'INPS abbiamo saputo che c'è un aumento incredibile della cassa integrazione nell'ultimo anno; abbiamo le aziende estere, le multinazionali dell'India e le multinazionali della Cina, che si apprestano a fare shopping sulle nostre aziende. Abbiamo il record di quello che è il debito pubblico che ormai rasenta i 2 mila miliardi di euro e che, guarda caso, fa il paio con quello che è stato - mi consentirà il Presidente del Consiglio, Monti - anche un momento importante della sua vita. Si parla spesso del Presidente del Consiglio come l'uomo che ci ha rappresentati in Europa degnamente quando è stato Commissario europeo - e certamente questo è vero - e che avuto la Pag. 20capacità di contrastare nel campo della concorrenza le lobby che volevano imprimere accelerazioni e, in qualche modo, determinare alcune scelte dei mercati, ma Monti è anche l'uomo che collaborò con Pomicino quando, in quei fatidici anni del Governo Andreotti, il debito pubblico italiano aumentò di dieci volte e arrivammo ad un rapporto debito-PIL che salì dal 93 al 105,2 per cento. Allora, evidentemente oggi le forze politiche, quelle che hanno interesse al destino del Paese, devono anche interrogarsi su quello che è stato il Governo in questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, votiamo oggi un provvedimento per il rigido controllo ed il taglio dei costi della politica, in particolare delle regioni, che è una risposta seria all'indignazione dei cittadini dopo gli scandali recenti. È un altro buon provvedimento proposto dal Governo e migliorato in Parlamento, che voteremo con convinzione, avendo peraltro contribuito, come Futuro e Libertà, con la relatrice Chiara Moroni, a portare a casa. Così come torniamo ad augurarci che il decreto legislativo varato ieri dal Governo sulle incandidabilità dei condannati veda la luce definitiva prima delle prossime elezioni. Il PdL - questa è la notizia del giorno - non voterà a favore del provvedimento che taglia i costi della politica, perché ha deciso di togliere il sostegno al Governo Monti, interrompendo una stagione proficua di collaborazione parlamentare. Proprio per questo oggi occorre fare chiarezza sul Governo.
A portare il Governo Monti non è stata la crisi in sé, ma sono stati dieci anni di riforme mancate, di occasioni perse quando lo spread era a 100 punti e c'erano ampi margini per fare le cose necessarie, senza i sacrifici che abbiamo visto dopo. Negli anni buoni siamo stati un Paese cicala, mentre altri erano Paesi formiche, e oggi paghiamo le conseguenze di questo. Le riforme e le misure necessarie sono state ritardate o addirittura esercitate con professione di ottimismo largamente infondata, quando non disonesta. Un anno fa, nel novembre 2011, Berlusconi spargeva irresponsabilmente ottimismo dicendo che non c'era la crisi perché i ristoranti erano pieni e non si potevano prenotare gli aerei. Oggi disegna l'Italia come un Paese che sta affondando. Aveva torto marcio un anno fa, ha torto marcio esattamente oggi. Un anno fa l'Italia era un Paese screditato in Europa e nel mondo, un Paese che rischiava di non trovare più investitori disposti a comprare i titoli del debito pubblico o doveva pagare interessi altissimi. Un Paese con un piede già nel precipizio, dove sarebbero caduti innanzitutto gli italiani più deboli e più bisognosi.
Oggi invece - ed è l'altra menzogna - l'Italia è un Paese che si è rimesso in carreggiata, ha recuperato credibilità, riconquistato il suo posto in Europa e, come tutti riconoscono, anche i giudici più severi nei nostri confronti, può guardare al futuro con meno pessimismo. L'OCSE, ad esempio, mai tenero nei confronti dell'Italia, dice che le misure di Monti porteranno crescita per il 4 per cento del PIL nei prossimi dieci anni, cioè buona occupazione.
Nella legge di stabilità e nel bilancio dello Stato - che mi auguro riusciremo ad approvare senza drammi e senza esercizi provvisori - abbiamo potuto rinunciare ad un aumento di tasse già scritto, e cioè di un punto percentuale sull'aliquota IVA, e abbiamo redistribuito - poco - in termini di minori carichi fiscali alle famiglie, ma un anno fa sarebbe sembrato un miracolo.
Si è parlato di equità. Noi, come Futuro e Libertà, abbiamo lavorato con il Governo, e non contro il Governo, per trovare una soluzione ragionevole alla questione degli esodati, così come per cancellare la tassazione delle pensioni di invalidità e di guerra. Ma ieri il capogruppo del PdL ha detto che il suo gruppo toglie la fiducia a Monti per il fallimento della sua politica economica. Cicchitto ha bocciato Monti, i mercati hanno bocciato Pag. 21Cicchitto e il PdL che bocciava Monti, facendo aumentare lo spread, cioè portando nuove tasse degli italiani a pagare gli interessi sul debito, anziché i servizi pubblici.
Ma il punto è un altro: non c'è nessuna verità nella polemica del PdL contro il rigore di Monti. Non c'è nessuna onestà intellettuale in chi - PdL e Lega - ha portato l'Italia sul precipizio, ha firmato accordi durissimi e ora si accinge cinicamente, sulla pelle degli italiani, a cavalcarne le difficoltà, questo è il punto. Il fiscal compact, il patto sul bilancio, lo ha negoziato Berlusconi sostenuto dalla Lega. L'impegno al pareggio di bilancio nel 2013 non l'ha preso il Governo Monti, l'ha preso Berlusconi.
Quando il PdL accusa il Governo di compiacere il Governo tedesco dice una cosa falsa storicamente. Il Governo che ha chinato il capo nei confronti dei Paesi forti europei, infatti, non è quello attuale, ma quello precedente che, essendo il Governo screditato, con un leader screditato (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo) non ha saputo, né potuto, negoziare nell'interesse dell'Italia.
E oggi cosa chiedereste al Governo Monti? Di mancare la parola data, questo chiedete, perché questo è stato il vostro stile ed è questa una delle ragioni per cui noi ce ne siamo andati dal PdL. Diciamolo chiaro agli italiani: le tasse che oggi paghiamo, che oggi gli italiani pagano, i sacrifici che oggi i sindaci fanno, sono in buona parte tasse volute dal PdL e dalla Lega, ad esempio la tassa sui rifiuti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), ad esempio la tassa sui rifiuti che i commercianti e gli artigiani italiani pagheranno nei prossimi mesi, l'avete voluta voi, l'IVA l'avete voluta voi e - diciamolo una volta per tutte - gli attacchi che voi fate ad Equitalia e alle ganasce fiscali sono falsi, perché le norme su Equitalia e le ganasce fiscali le avete votate voi, non le ha portate in questo Parlamento il Governo Monti (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Partito Democratico).
Anche noi riteniamo che il fiscal compact, che ha imposto una stretta fiscale così dura in tempi così rapidi, vada cambiato, ma - lo dico anche ai tanti che raccontano favole nel centrosinistra e che vogliono rottamare l'«agenda Monti» - dobbiamo ricordarci che il fiscal compact si cambia in Europa con le regole europee e che tanto più l'Italia rispetterà gli impegni presi, tanto più avrà voce in capitolo per chiedere una riformulazione degli impegni e per chiedere un allungamento dei tempi del risanamento fiscale, ma non esistono scorciatoie.
Solo con la credibilità e l'attuazione dell'«agenda Monti», oggi e nella prossima legislatura, potremo contribuire a determinare, nel maggiore interesse dell'Italia, le regole fiscali e la politica monetaria europea. La «colpa» di Monti è di aver imposto un rapporto onesto tra le ragioni del consenso e quelle del Governo in un Paese in cui si governava per avere poi il consenso e non si chiedeva il consenso per governare.
Noi riteniamo che l'esperienza di questo Governo vada rivendicata. Lo facciamo sapendo che tanti errori sono stati commessi, che tante cose potevano essere fatte meglio. Lo facciamo sapendo che nel Paese c'è sofferenza per i sacrifici e angoscia per il futuro, ma lo facciamo perché siamo intimamente convinti che, grazie a questi sacrifici, gli italiani possano oggi guardare al futuro con meno angoscia di un anno fa.
Ci vogliono più misure di equità, certo, misure più incisive per la crescita, certo, ma serve il coraggio di continuare a fare le riforme necessarie anche quando sono impopolari nel breve periodo.
Abbiamo sostenuto il Governo, lo faremo nelle prossime settimane e andremo dagli elettori a chiedere il voto perché si prosegua una stagione di serietà e riforme contro le demagogie, contro i populismi e contro le favole. In questa strategia del PdL, che lo accomuna ai tanti populisti ed estremisti di cui pullula la destra europea, Pag. 22non c'è nulla di liberale, non c'è nulla di riformatore e, men che meno, nulla di moderato. C'è, al contrario, una strategia incompatibile con qualunque responsabilità di Governo ed è per questo che noi, con altri, ci sentiamo impegnati a dare una possibilità sincera all'elettorato liberale, moderato, legalitario ed europeista. Ora si tratta di chiudere decentemente questa legislatura, senza fare danni agli italiani e, possibilmente, evitandone di peggiori, assicurando il voto alla legge di stabilità e di bilancio in primo luogo. Guiderà il Governo e il Parlamento in questa crisi la mano saggia del Capo dello Stato.
Ma c'è una cosa, in conclusione, signor Presidente, esponenti del Governo, che crediamo vada comunque evitata e cioè che l'Italia mostri all'Europa e al mondo lo spettacolo indecoroso di un Governo forte, a cui dobbiamo riconoscenza tutti quanti, come quello del professor Monti, che finisce sulla graticola dei continui ricatti e dispetti parlamentari di chi lo vuole indebolire per meglio attaccarlo in campagna elettorale. Il professor Monti, l'Italia, gli italiani che fanno sacrifici non meritano di passare così i prossimi mesi. Ognuno si assuma le proprie responsabilità fino in fondo davanti agli elettori (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, anzitutto voglio dire all'onorevole Della Vedova che condivido pienamente il suo intervento e mi complimento con lui, perché ha interpretato bene anche le nostre ragioni. Voglio dire anche che stiamo discutendo di un provvedimento, non è che stiamo discutendo di poesia. Stiamo parlando di una cosa concreta che si vota oggi per limitare i costi della politica.
Sono scoppiati scandali di diversa natura. Pensiamo qui a Roma, che hanno riguardato il capogruppo del PdL e quello dell'Italia di Valori. In giro per l'Italia ci sono stati fatti certamente disdicevoli. Questo provvedimento, che per noi ha seguito l'onorevole Libè, che ringrazio di questo, prevede: un taglio del 30 per cento dei membri delle giunte e dei consigli regionali; una riduzione dei compensi per i presidenti e i consiglieri; una riduzione dei contributi dei gruppi consiliari; mai più finanziamenti milionari, ma un massimo di 5 mila euro l'anno per ogni consigliere; riduzione dei vitalizi, delle indennità di fine mandato; divieto di cumulo delle indennità e un controllo trasparente della Corte dei conti.
Chi vota la fiducia al Governo vota questi provvedimenti. Chi ritiene legittimamente di non votarli non vota questi provvedimenti. È un fatto di chiarezza che va spiegato agli italiani, perché sennò sembra che stiamo parlando del sesso degli angeli (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
Non a caso noi abbiamo avuto ieri l'onorevole Mantovano che ha detto: Io sono del PdL, ma poiché condivido questo provvedimento, io non me la sento di seguire il mio gruppo parlamentare. Chi si oppone di fatto lavora per il mantenimento dello status quo. Noi lavoriamo per ridare credibilità alla politica, perché l'unica arma contro l'antipolitica è la buona amministrazione.
Si dirà: «Quali sono le ragioni del distacco tra la gente e la politica?». Certamente le giravolte di palazzo incomprensibili sono causa di questo distacco.
È stato emblematico, a tal proposito, l'atteggiamento di queste ore da parte del partito di maggioranza relativa in quest'Aula, del partito del Popolo della Libertà, che ha tolto la fiducia al Governo dalla sera alla mattina solo per un calcolo elettorale o per motivi... perché i casi sono due, o c'è stato un calcolo elettorale o ci sono motivi connessi a provvedimenti che questo Governo sta varando. Io non lo so quale delle due sia la ragione; in entrambi i casi non ne vedo una terza, ma io mi chiedo, onorevoli colleghi, si può essere ostili a provvedimenti come quello sull'incandidabilità Pag. 23dei condannati (peraltro, figlio di una scelta precisa del Parlamento, perché ieri il Consiglio dei ministri ha emanato un atto dovuto; con un ordine del giorno e con una legge delega noi abbiamo imposto al Governo di intervenire prima delle prossime elezioni per stabilire questo principio) (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)?
Oppure, altra ipotesi, può essere ostile una legge elettorale che restituisce alla gente il diritto di scegliere i propri parlamentari (dato che l'altra ipotesi è quella che si voglia mantenere il porcellum, che io ho votato; chiedemmo in quella circostanza le preferenze, fummo lasciati soli, nel Parlamento di due legislature fa) (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo)?
Vedete, effettivamente - perché di solito in tutte le cose una parte di verità c'è - questo mantenimento dell'attuale legge elettorale qualche effetto sembra già averlo creato, perché a parte l'onorevole Frattini e alcuni colleghi del PdL che ieri hanno avuto un atto, a mio parere, di grande dignità e responsabilità, questo mantenimento - che si paventa - dell'attuale sistema credo che abbia avuto già qualche effetto, d'altronde forse non è un caso se l'onorevole Bondi sul Corriere della Sera di questa mattina si dichiara disgustato. Bondi non è un signore qualsiasi, Bondi è coordinatore nazionale del PdL e dice disgustato - sono le sue affermazioni, le cito testualmente - «persone che per lunghe settimane sono rimaste in silenzio per non esporsi o addirittura nella penombra del Transatlantico tramavano contro Berlusconi, ora sono lì, a spellarsi le mani e a gridare evviva» (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Onorevole Bondi, non si dispiaccia, non si dispiaccia troppo, questa è la regola della vita, se uno non ha il coraggio non glielo si può dare, ma certamente questo è il primo effetto di un paventato mantenimento del «porcellum», legge che probabilmente con le preferenze e con uno sbarramento come richiesto dalla Corte costituzionale per l'accesso al premio tutto sarebbe salvo che una legge «porcellum».
Cari colleghi, certamente quello di Bondi è una affresco realistico della condizione di un partito che ha vinto le elezioni facendo il pieno dei voti moderati, è arrivato in Parlamento con più di 100 voti di maggioranza, in questi ultimi mesi ha dichiarato almeno 12 volte che faceva le primarie, che non le faceva, che c'è un leader, che ce n'era un altro, e in realtà - ma qui giudichiamo quello che è successo nei primi quattro anni di questa legislatura - ha «tirato a campare» per quattro anni.
Oggi, onorevoli colleghi - ma mi rivolgo soprattutto agli italiani - si vorrebbero esattamente capovolgere i termini del problema. La colpa della situazione italiana, ma è chiaro, la colpa è di Monti! La colpa dell'IMU, che sta tartassando gli italiani, ma è chiaro, la colpa è di Monti, non è di chi, facendo una scelta demagogica, ha tolto l'ICI apprendo delle voragini nelle casse degli enti locali e dello Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)! C'è la recessione, la colpa è di Monti! C'è la disoccupazione, ma è ovvio, la colpa è di Monti!
C'è un aumento della povertà, c'è un'ansia dei pensionati, che sono stati certamente colpiti con il provvedimento, ma la colpa è di Monti.
Onorevoli colleghi, ma voi credete davvero che la gente sia disposta a credere a queste bugie? La campagna elettorale di veleni e di falsità la pagherà l'Italia, che rischia di vedere vanificati i propri sforzi e noi dobbiamo dire grazie agli italiani, perché è grazie ai loro sacrifici che abbiamo evitato di fare la fine della Grecia. È grazie ai sacrifici dei nostri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo) che hanno pagato duramente, che noi abbiamo sottoscritto gli impegni europei.
Colleghi, lo ha detto Della Vedova, con una certa maestria: noi abbiamo sottoscritto Pag. 24degli impegni europei grazie a chi, con troppa superficialità, o per disperazione poiché era screditato sul piano europeo, ha dovuto accettare condizioni poste dagli altri. E anche qui si vogliono ribaltare le questioni. Quelli che oggi si lamentano di un Governo troppo debole in Europa, quelli che dicono: ma Monti non è forte con i tedeschi, non è sufficientemente orgoglioso con la Merkel sono gli stessi che, solo un anno fa, consentivano agli altri un trattamento umiliante per il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
Allora, colleghi - e concludo - se tutto questo teatrino è servito comunque a porre le premesse per una ricandidatura di Berlusconi e una deriva del PdL verso lidi populisti antieuropei, almeno sarà fatta chiarezza.
Certamente, noi ci confronteremo in campagna elettorale e, come sempre, sarà il popolo che deciderà a chi affidare il proprio futuro.
Un'ulteriore considerazione la voglio fare, riferita al Governo e alle forze politiche: noi abbiamo detto, all'atto di insediamento di questo Governo: «Noi privilegeremo il dialogo con le forze che sostengono questo Governo». Lo abbiamo detto un anno fa, lo abbiamo ripetuto sei mesi fa, lo confermiamo oggi. Secondo noi, il banco di prova di ogni ragionamento serio per il futuro della politica italiana parte dal sostegno a questo Governo.
Un'ultima considerazione la rivolgo ai ministri, da chi, a pieno titolo, ha sostenuto questo Governo - e certamente noi non possiamo essere tacciati di intermittenza nel sostegno - guai, guai, colleghi, se, cedendo ad una evidente strategia di logoramento, il Governo si rassegnasse a «tirare a campare». Un Governo che, dopo tanti anni, ha detto agli italiani la verità, ha fatto scelte impopolari assumendosene la responsabilità, non può diventare il parafulmine di questi giochi irresponsabili fatti sulla pelle degli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ieri lei, Presidente, ha annunciato il risultato sul voto di fiducia. Hanno votato «sì» 281 deputati. Il Governo aveva richiesto alla maggioranza la fiducia e non è riuscito ad avere il numero di 316 votanti. Questo è il dato di fatto.
Quindi, il Governo, essendo mancati ben 35 voti per raggiungere i 316 voti necessari, non ha la maggioranza. Cosa ha fatto Monti? Invece di andare immediatamente da Napolitano, ha dichiarato che prima doveva aspettare istruzioni. Poi, ha aggiunto in segno di sfida: «Ci sfiducino apertamente». Presidente Monti, lei non se n'è accorto, ma è già sfiduciato: non ha la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Presidente Fini, può ricordare al collega ed ex Presidente della Camera Casini che un conto è il voto sulla questione di fiducia e un conto è il voto finale sul provvedimento? Sono due cose separate, caro Presidente Casini, sono due cose separate.
Presidente Monti, vorrei ricordare che vi sono stati dei Ministri, che si sono recati al Colle per dare le proprie dimissioni, avendo avuto un solo voto in meno dei 316 voti necessari. In questo caso, è bene ricordarlo, ne mancano ben 35 e la matematica non è un'opinione e non lo è, soprattutto, per chi fa di mestiere il professore di economia.
Il Presidente della Repubblica, invece di convocare subito Monti, dato che questo aspettava istruzioni, dichiarava: «Bisogna evitare una fine convulsa della legislatura». Presidente Napolitano, la cosa è molto semplice: per evitare una fine convulsa della legislatura può benissimo, dopo il voto sulla legge di stabilità che si può tenere entro dieci giorni, sciogliere le Camere e indire subito le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), sia quelle politiche sia quelle regionali sia quelle amministrative, da tenersi in un unico giorno, il cosiddetto election day. È Pag. 25in vigore, infatti, una legge che obbliga l'accorpamento alla stessa data delle varie elezioni e si avrebbe, inoltre, un risparmio di parecchi milioni di euro.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se, al posto del cosiddetto Governo tecnico, vi fosse stato un Governo politico. Il Presidente Napolitano avrebbe avuto lo stesso atteggiamento? Io ne dubito. E poi, diciamola tutta! Vengono dal Colle messaggi continui contro il cosiddetto Parlamento dei nominati. Ma mi domando: non fu forse il Parlamento dei nominati ad eleggere, sette anni fa, Napolitano al Quirinale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)? Se una legge non va bene, non va bene sempre e non solo quando non fa più comodo ai propri interessi.
Ma, ritornando a quanto è successo ieri, davanti allo scenario di un Governo che non ha la fiducia della sua maggioranza, non è successo assolutamente nulla. Allora, mi viene da pensare che Monti ritiene di non rassegnare le proprie dimissioni perché, essendo un Governo tecnico, si sente al di sopra della democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), la stessa a cui si è rivolto, però, per ottenere la fiducia e che, invece, lo ha sonoramente bocciato. Sì, con le votazioni di ieri la maggioranza, formata da PdL, PD, UdC e FLI, si è squagliata, non esiste più. Questo è il dato politico evidente a tutti!
Ma, quello che fa specie è il silenzio assordante di tutto quel mondo che va dai costituzionalisti di regime, dai magistrati, dagli opinionisti, dai maître à penser, dagli imprenditori cosiddetti nominati, campioni, a ogni pie' sospinto, della democrazia, che ora tacciono. Avrebbero fatto lo stesso, queste persone, se vi fosse stato un Governo politico e, per di più, di centrodestra? Sarebbero stati zitti come lo sono stati in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
E sento ancora, in quest'Aula, chi si dice fiero di aver sostenuto il Governo Monti. Presidente Casini, presidente Della Vedova, vi è poco da andare fieri di questo Governo e i dati lo dimostrano. Ma, intendo rivolgermi anche a lei, presidente Cicchitto, perché non da ieri i dati sono negativi. Non sono degenerati ieri, signor presidente Cicchitto. Noi stiamo denunciando da mesi che tutti i parametri economici sono negativi. Lo abbiamo detto molte volte in quest'Aula, anche in sua presenza. Quindi, lei non poteva non sapere che il Paese era allo stremo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Vi sono quasi tre milioni di disoccupati, per non parlare della disoccupazione giovanile, con quasi 700 mila persone, giovani senza lavoro, è il 36,5 per cento. Poi, vi è l'aumento della tassazione, con l'ultima rata dell'IMU da pagare che si mangia le tredicesime per coloro che hanno ancora la fortuna di percepirle, perché vi sono molti, purtroppo - e mi riferisco ai disoccupati e agli esodati -, che quelle tredicesime non le percepiranno, perché sono senza lavoro e senza pensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Avete votato ancora insieme la riforma delle pensioni, rendendo ancora più difficile per i giovani l'entrata nel mondo produttivo. Ora la Fornero lancia l'idea del prendi due e paghi uno e mezzo, come si usa fare nelle campagne pubblicitarie dei supermarket. Lavoratori trattati alla stregua dei fustini dei detersivi, una cosa indecente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Aumento del debito pubblico, aumento della recessione, diminuzione della produzione industriale e dei consumi, diminuzione del risparmio delle famiglie. È di questo che si deve andare fieri presidente Casini? Presidente Cicchitto, peccato che martedì scorso avete votato assieme ai vostri - devo chiamarli ora ex alleati? - la vergognosa legge che libera chi è stato condannato a meno di quattro anni di carcere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) per aver compiuto crimini di grave allarme sociale, come lo stalking, la pornografia minorile, la truffa, il furto, la violenza privata, l'induzione all'accattonaggio dei minori e molti altri. I delinquenti vi ringraziano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ma il massimo lo abbiamo raggiunto con il paradosso che Pag. 26nei talk show hanno voluto farvi credere che i partiti che sostenevano Monti - Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro e Futuro e Libertà - in effetti non fossero la stessa maggioranza. I loro rappresentanti negli studi televisivi erano posti gli uni da un lato, gli altri dal lato opposto. Ma chi volete ingannare? Sono tutti partiti che hanno appoggiato Monti. L'unica vera opposizione al Governo tecnico, a questo Governo, è stata la Lega Nord; questo è il dato di fatto. Mi congratulo con lei, onorevole Bersani, per la vittoria ottenuta alle primarie. Dopo un mese e mezzo di campagna pubblicitaria a mezzo stampa, radio e televisione, ininterrotta a vostro favore, andate in onda a reti unificate. Lei ha vinto grazie anche a chi ha pagato il canone RAI (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Meno male che questo tormentone Bersani-Renzi è finito e la ringrazio di aver vinto per questo; non ne potevamo più. Onorevoli colleghi, è arrivato il momento delle decisioni e chiediamo ai colleghi del Popolo della Libertà di andare fino in fondo e staccare in maniera definitiva la spina a questo Governo. Lo dovevate fare un anno fa e non lo avete fatto. Presidente Monti, senatore a vita, bisogna ricordarlo, che non è presente in quest'Aula, perché è andato a Milano, ad assistere alla prima della Scala, poltrona in prima fila naturalmente, lei non ha salvato affatto il Paese, ma lo ha distrutto. Lo spettacolo è finito. Salvi almeno il suo onore e vada al Quirinale a dare le dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bersani. Ne ha facoltà.

PIER LUIGI BERSANI. Signor Presidente, non vorrei rubare il mestiere ai commentatori politici, ma mi sembra che la situazione che si è venuta a creare sia piuttosto chiara. In primo luogo, l'onorevole Berlusconi ha deciso di scendere in campo. In secondo lungo, scende in campo con il suo piatto forte da spartirsi con la Lega, come abbiamo sentito, cioè: no Stato, no Europa, no regole, no tasse, no comunisti e così via. La discesa in campo e l'avvio, perché di questo si tratta, della sua campagna elettorale vengono suonate in la maggiore, cioè dichiarando subito che Monti è un usurpatore e un affamatore del popolo. Ora, una persona in buona fede potrebbe chiedere: ma tutto questo dalla sera alla mattina? Tutto questo su un provvedimento che incide fortemente sui costi della politica? Tutto questo esponendosi alla critica di volersi opporre a norme sull'incandidabilità? Queste domande sarebbero giuste, ma fatte da uno che avesse vissuto su Marte negli ultimi dieci anni, perché in realtà noi conosciamo bene l'incoerenza e la spregiudicatezza di chi ha compiuto questi gesti in queste ore e sappiamo quindi che non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Invece, si potrà dire seriamente dell'amarezza di vedere l'eterno ritorno di quelle strade che ci hanno portato al disastro, in un Paese che avrebbe un drammatico bisogno di una nuova assunzione di responsabilità da parte di tutti.
Ma, alla fine, mi chiedo e chiedo ai colleghi del PdL, glielo chiedo sinceramente: come ci si poteva aspettare qualcosa d'altro? Poco più di un anno fa è caduto il Governo Berlusconi e in un intero anno noi non abbiamo mai, dico mai, avuto notizia di una discussione in casa vostra sul seguente ordine del giorno: ma negli ultimi dieci anni abbiamo forse sbagliato qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Noi non abbiamo mai saputo che questa ipotesi vi abbia sfiorato per un attimo, né a proposito dell'azione di Governo né a proposito della natura personalistica, si potrebbe dire padronale, del vostro meccanismo politico. È evidente che, se non vi è niente da riflettere su questo, niente da cambiare, è ovvio che il Governo Monti, dal vostro punto di vista, non sia una transizione verso un'altra cosa, come è per noi.
No, è una parentesi: la apri, la chiudi e torna tutto come prima. Il problema, Pag. 27cari colleghi del PdL, è che in Italia ci siamo anche noi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e le domande che voi non vi fate, le domande che voi non vi fate, ve le facciamo noi, una a una (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), a proposito anche dell'intervento di ieri dell'onorevole Cicchitto.
Cominciate a rispondere a questa domanda: pensate o no di avere qualche responsabilità se l'Italia è là dove non doveva essere, sul punto più esposto della crisi? Non vi era ragione che fossimo lì, non vi era ragione che fossimo in squilibrio di finanza pubblica: più spesa corrente, più tassazione, più debito, ancora prima della crisi. Colleghi leghisti, venite a dire di recessione? Ma lo sapete che è dal 2007 che noi perdiamo 20 punti di produzione industriale? Lo sapete che sono cinque anni buoni che il reddito delle famiglie va giù, e quindi i risparmi, e quindi i consumi?
Attenzione bene: ci si raccontava, in quegli anni, che la crisi era psicologica, che stavamo meglio degli altri. Voi ci avete raccontato questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Siete stati degli irresponsabili, degli irresponsabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), voi e tutti quelli, in giro per l'Italia, che hanno fatto finta di credervi, sperando che si bagnasse solo la terza classe, per egoismo sociale.
E non vi era neanche ragione che vi fosse un solco così profondo fra istituzioni politiche e i cittadini, che fosse così ampio il discredito. Pensate di non avere avuto niente a che fare con questo? Pensate di avere sempre svolto il vostro compito con disciplina e onore, come dice la Costituzione? Pensate questo o avete qualcosa da chiedervi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
E chi ha firmato in Europa - lo ha detto il collega Della Vedova - non potendo portare riforme e credibilità, un patto del pareggio strutturale di bilancio per l'anno prossimo? Solo noi ce lo abbiamo, il Paese più in recessione dopo la Grecia! Chi ha firmato? Ha firmato Monti? No, hanno firmato Berlusconi e Tremonti! Loro hanno firmato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)!
Quindi, da lì derivano le manovre, i tagli, le tasse. L'IMU non è la tassa di Monti, è la tassa di Berlusconi e Tremonti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Misto-Alleanza per l'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Non tutto quello che ha fatto e fa il Governo Monti a noi piace, lo sapete benissimo, lo abbiamo detto, però noi abbiamo una parola sola: abbiamo detto qui un anno fa che noi saremmo stati leali, e saremo leali, cercando di correggere e dicendo le cose che non ci piacciono. Saremo leali, siamo pronti ad essere leali fino alla fine della legislatura (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), leali nel sostegno al Governo e leali alle indicazioni del Capo dello Stato, che, ancora una volta, saprà guidarci in questo frangente difficile.
Leali sì, leali sì (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...
State buoni. Leali sì, ma ingenui no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ingenui no, perché non potete mica pensare che noi, oltre il peso della transizione, ci mettiamo sulle spalle anche il peso della vostra propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo non esisterà. Questo non esisterà!
Quindi attenzione agli argomenti. Voi avete il coraggio di motivare la vostra improvvisa decisione con la situazione del Paese. La venite a dire a noi la situazione del Paese? Che non c'è lavoro, che saltano le imprese, che non girano i soldi? Lo venite a dire a noi? Lo sappiamo bene! Ma non penserete mica che si possa credere in giro per l'Italia che la medicina possa venire da Berlusconi, Tremonti, Calderoli e così via, quelli che ci hanno portato fin qua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Pag. 28
O pensate anche di logorare la situazione, caricando su noi tutto quello che capita? Venite via da questi tatticismi, se mai li avete in mente. Oggi è successo qualcosa di più profondo: non è una buona giornata per l'Italia, perché qui muore la speranza che il centrodestra italiano possa dare un suo contributo di cambiamento, di innovazione, di cui il Paese ha bisogno da tutti i lati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
È questa la notizia importante di oggi: è una speranza che muore, è una possibilità che muore. E davanti a questa speranza che muore, noi ci prendiamo l'impegno, noi come partito, per quel che riguarda noi ed il nostro fronte, a continuare a costruire sul nostro versante una politica nuova, una politica che rivendichi il suo ruolo ma conosca il suo limite, una politica non personalistica e non demagogica, una politica aperta e trasparente, che attiva la partecipazione, che accetta la contendibilità dei ruoli che ci sono in politica e che fa da supporto ad espressioni del libero civismo, una politica al servizio dell'espressione di un civismo, di una riscossa civica di questo Paese.
Noi siamo fuori da ogni logica di formazioni politiche personali, che hanno portato guai per l'Italia. Noi ribadiamo che invece il nostro messaggio sarà quello di uno sforzo collettivo, dove chi ha di più dovrà dare di più, non siamo quelli dell'uomo solo al comando, non ci crediamo.
Voi oggi, per così dire, scuotete l'albero di questa transizione.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Bersani.

PIER LUIGI BERSANI. Sto per concludere, signor Presidente. Ne impedite uno svolgimento ordinato, prendete a pretesto problemi del Paese che voi stessi avete ingigantito, vi predisponete ad una campagna, di cui si vedono già le note, quelle del populismo. Gli italiani decideranno. Se voi proporrete favole, noi non le proporremo. Non proporremo favole (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà)! Se voi proporrete l'uomo del miracolo, noi parleremo di uno sforzo comune, dove chi ha di più deve dare di più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Nel solco classico di quelli che hanno già visto - ve lo dico da subito - lasceremo a voi tutti gli effetti speciali e le campagne di comunicazione, i cieli azzurri ed i soli in tasca: tutto a voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Noi andremo sobri, dicendo due parole: moralità e lavoro. Non ce le ha spiegate nessun comunicatore, le abbiamo sentite in un viaggio che abbiamo fatto con milioni di persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Quindi, se per voi è ancora il tempo dell'uomo solo al comando, per noi è il tempo nuovo della verità, della partecipazione, della riscossa civica, del cambiamento.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Bersani.

PIER LUIGI BERSANI. E abbiamo l'ambizione - ve la dico - di metterci alla testa di questo cambiamento (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angelino Alfano. Ne ha facoltà.

ANGELINO ALFANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, apprendiamo oggi con una certa sorpresa che la notizia di oggi è che è morta la speranza dell'onorevole Bersani e dei colleghi di sinistra in un centrodestra migliore e più forte. Non ci eravamo mai accorti che avessero coltivato questa speranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Hanno piuttosto coltivato la speranza di abbattere in tutti i modi un'area politica che è stata, e siamo convinti rimarrà, maggioranza in questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio). Pag. 29
Ecco perché noi vorremmo dire con grande chiarezza che quando l'onorevole Bersani dice che la nostra campagna elettorale sarà fatta con slogan, con concetti di «no tasse», «no Europa», «no regole», «no comunisti», l'unica cosa che azzecca è «no comunisti» (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Lo diremo non perché crediamo che mangino i bambini, ma perché crediamo che facciano sbagliare la riforma del mercato del lavoro, che non firmino l'accordo sulla produttività (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), che non mandino avanti la libera intrapresa, che immaginino un quadro di regole che siano contro il lavoro e le imprese. Non loro, gli effetti tralatici della loro cultura.
E adesso veniamo alla ragione che ci porta a fare questi interventi qui. La ragione è una, ed è questa: vedete, tredici mesi fa questo Governo nacque perché le cose andassero meglio. Dopo tredici mesi le cose vanno peggio. Non abbiamo bisogno di troppi argomenti. Noi abbiamo agevolato, acconsentito, voluto la nascita di questo Governo ed il Presidente Berlusconi, che non era stato sfiduciato da quest'Aula e non aveva perso le elezioni, ha detto di sì alla nascita di un Governo, nella speranza che nel nostro Paese le cose andassero meglio. Ed oggi che siamo qui a dire che consideriamo conclusa l'esperienza di questo Governo, vogliamo dare atto al Presidente Monti che nulla del nostro giudizio ha che fare con la rispettabilità della sua persona, con il decoro con cui ha servito e serve le istituzioni repubblicane, con la lealtà con cui ha condotto il rapporto con le forze politiche e con la nostra in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Nel momento anche del giudizio negativo nei confronti di questo Governo, noi abbiamo il dovere di dire agli italiani perché pensiamo che le cose vadano peggio. Pensiamo che le cose vadano peggio perché il debito pubblico è peggiorato, perché non abbiamo visto nessuna strategia di sviluppo, perché il PIL è diminuito, perché la produzione industriale è diminuita, perché i consumi sono in picchiata, perché l'inflazione è cresciuta, perché la disoccupazione è cresciuta, perché le tasse sono aumentate, perché la produzione nel settore delle costruzioni è crollata, perché è crollata la compravendita degli immobili e perché sono stati compiuti alcuni errori.
Noi crediamo anche che gli errori principali di questo Governo li ha fatti compiere il Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Mi riferisco più specificamente alla riforma del mercato del lavoro, che anche nel momento in cui il Partito Democratico aveva dato un'apertura... Calma, calma!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

ANGELINO ALFANO. Presidente, non si preoccupi, tanto io il filo del discorso non lo perdo.

PRESIDENTE. Stia sicuro che io non mi preoccupo, onorevole. Colleghi, per cortesia.

ANGELINO ALFANO. La cosa che intendo ribadire è che sulla riforma del mercato del lavoro, quando anche il Partito Democratico aveva dato una disponibilità ad una riforma che fosse veramente tale, il Partito Democratico si è piegato ai diktat della CGIL, che a sua volta ha subito i diktat della FIOM.
Questa è la verità di questi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), e noi vogliamo evitare che questa sia la verità per i prossimi anni, cioè un Governo a trazione economica della CGIL, e questo è il motivo per cui noi diremo queste cose con grande chiarezza. Vedete, noi abbiamo notato come alcune cose in questi mesi non siano andate bene. L'epilogo è stato il voto sbagliato, sbagliatissimo, dell'Italia all'ONU sullo Stato di Palestina (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) che ha riorientato la politica estera italiana in una direzione che non è quella che ha fatto bene all'Italia in questi anni. Noi lo consideriamo un errore e lo ascriviamo, anche in questo Pag. 30caso, al cattivo condizionamento della sinistra nei confronti di questo Governo. Anche in materia di giustizia, noi abbiamo fatto un patto con le forze politiche che sostenevano questo Governo, che fosse approvata la legge contro la corruzione, che portava la mia prima firma come Ministro della giustizia e che era stata proposta dal Governo Berlusconi. Quel disegno di legge è stato approvato e quell'impegno è stato onorato.
Ieri è stato approvato il decreto attuativo di quel disegno di legge e noi salutiamo con favore quell'approvazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), ma riscontriamo che il Governo non ha avuto la forza, forse, di mantenere gli altri due impegni e cioè una seria regolamentazione dell'abuso delle intercettazioni e l'approvazione della responsabilità civile dei magistrati (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) che sono l'unico corpo istituzionale di questo Paese che ha diritto a sbagliare senza rispondere dell'errore. Noi vorremmo che il Governo impiegasse le ultime settimane che ha davanti per adempiere all'impegno assunto anche con noi. Noi vorremmo che gli impegni in materia di giustizia fossero mantenuti. Così come - lo dico con il sorriso e con altrettanta chiarezza all'onorevole Casini e all'onorevole Bersani che hanno abusato dell'espressione «irresponsabilità» o «irresponsabili» - noi non ci faremo attaccare addosso la lettera scarlatta della «i» di irresponsabili.
Sapete perché non ce la faremo attaccare addosso? Perché noi non siamo stati e non siamo degli irresponsabili. Semplicemente non crediamo che responsabilità faccia rima con cecità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e non crediamo che il rispetto delle istituzioni coincida con il dispetto alla realtà delle cose. Noi ieri non abbiamo votato la sfiducia perché votare la sfiducia avrebbe forse causato per il nostro Paese l'abisso dell'esercizio provvisorio. Noi ieri non abbiamo votato la sfiducia perché vogliamo concludere ordinatamente questa legislatura. Noi non abbiamo votato la sfiducia perché consideriamo conclusa l'esperienza del Governo Monti, ma non vogliamo mandare le istituzioni e il Paese a scatafascio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questo è il nostro senso di responsabilità, come è stato responsabile da parte nostra votare provvedimenti che, in buona misura, non abbiamo condiviso, perché siamo stati persone di parola e abbiamo votato «sì» anche quando non abbiamo pienamente condiviso, perché era stato il nostro impegno quello di sostenere questo Governo.
A questo gesto e a questa scelta noi abbiamo pagato un conto salato anche con il nostro elettorato, un elettorato al quale noi ci rivolgeremo dicendo esattamente ciò che pensiamo. Pensiamo di credere nell'Europa, e pensiamo che però credere nell'Europa non significhi dire sempre di «sì» alla Germania e alla Francia (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Noi crediamo che le tasse vadano pagate ed è il motivo per cui abbiamo combattuto contro l'evasione raddoppiando, dal 2008 al 2011, l'incasso della lotta all'evasione, ma siamo contro le violenze nella esazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) e siamo per rivedere i poteri di Equitalia. Noi crediamo che le tasse vadano pagate ma che, al pari del debito pubblico e al pari della spesa pubblica, siano troppo alte e dunque vadano diminuite unitamente al debito pubblico e alla spesa pubblica. Dire questo è dire esattamente ciò in cui abbiamo sempre creduto.
Vedete, abbiamo capito su che cosa farete la campagna elettorale, la campagna elettorale sarà fatta spiegando che ci sono protagonisti della vita politica italiana recentemente precipitati qui da Marte che non hanno svolto ruoli nelle istituzioni e che devono spiegare a noi che cos'è la responsabilità di Governo.
Noi sappiamo cos'è la fatica del Governo e lo diciamo anche al Presidente Monti, ma non accettiamo, onorevole Bersani, che voi facciate i marziani. Voi avete governato questo Paese per otto anni dall'avvio della «seconda Repubblica» (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Pag. 31Libertà), governate le città, governate i comuni e non vi consentiremo di sottrarvi alle vostre responsabilità. E, in conclusione, vi dico una cosa, che è la cosa su cui noi ci impegneremo da qui alla conclusione della legislatura e poi in campagna elettorale; glielo dico con una certa fermezza e con una certa solennità dal nostro punto di vista: noi non faremo riscrivere da voi la nostra storia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi non consentiremo che siate voi a scrivere la nostra storia anche perché, quando scrivete la storia, amate usare il bianchetto per le cose che vi convengono e l'evidenziatore per quelle che non vi convengono (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi ci siamo, restiamo in campo e combatteremo un'altra partita per vincere in questo Paese e dare ai moderati italiani una prospettiva che sia alternativa a quella vostra (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Popolo e Territorio e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, l'articolo 2 del provvedimento in esame recita ipocritamente: ««tagli ai costi della politica nelle regioni», quando poi al comma 1, lettera c), prevede espressamente l'assegno di fine mandato per i consiglieri regionali. In altre parole, un «assegnino» per consiglieri regionali come Fiorito, come Maruccio, come Penati che avete provveduto a finanziare e a dare copertura, mettendo le mani nelle tasche degli italiani sin dal prossimo 17 dicembre, rapinando gli italiani con l'odiosa IMU. Allora, siete voi gli incandidabili di questo Paese, voi che avete fatto delle leggi per la casta. È incandidabile il trio «ABC» che ha fatto le leggi «magna Italia» (Commenti). È incandidabile Alfano, è incandidabile Bersani, è incandidabile Casini (Commenti), perché voi siete i responsabili di questo disastro nel nostro Paese...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, non le consento di usare questo linguaggio e le tolgo la parola.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, noi ieri abbiamo votato la fiducia al Governo Monti, fiducia che rinnoviamo perché siamo convinti di averla data ieri e di volerla rinnovare oggi, però vorremmo dire due parole nel merito del provvedimento. Proprio su impulso del Governo, sulla questione dell'IMU alla Chiesa Cattolica, è stato presentato un emendamento per inserire il regolamento sotto la copertura della legge, dopodiché il 13 novembre scorso il Consiglio di Stato aveva negato tale copertura, ritenendo che alcune limitate parti dello schema del regolamento dovessero essere ricondotte a coerenza con i principi comunitari, anche allo scopo di evitare il rischio di una procedura di infrazione avente per oggetto il nuovo atto normativo, procedura di infrazione alla quale siamo oggi ancora esposti evidentemente. Quindi, noi ci asterremo, come hanno fatto i nostri colleghi del Senato.
Signor Presidente, per spiegare più nel dettaglio questa nostra posizione, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 32

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per dissociarmi, a nome di tutti gli altri colleghi, in modo chiaro, netto e pubblico dall'intervento del collega Barbato (Applausi) e per scusarmi con l'onorevole Alfano, con l'onorevole Casini e con l'onorevole Bersani, che ha avuto, soltanto qualche giorno fa, il consenso di qualche milione di italiani (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5520-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5520-B, di cui si è testé concluso l'esame (Scambio di apostrofi tra la deputata Mura e il deputato Barbato). Onorevole Mura, la prego. Onorevole Barbato, la prego. Onorevole Mura!
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paglia e Alfano...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa» (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (5520-B):

Presenti 422
Votanti 269
Astenuti 153
Maggioranza 135
Hanno votato 268
Hanno votato no 1
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa dei progetti di legge A.C. 4195, A.C. 5457 e A.C. 5458 (ore 13,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di progetti di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la I Commissione (Affari costituzionali) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento: Veltroni ed altri: «Istituzione del "Giorno della memoria dei bambini di Bullenhuser Damm" in ricordo dei venti bambini ebrei della scuola di Bullenhuser Damm, utilizzati in esperimenti medici nel campo di sterminio di Neuengamme» (4195) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo); se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.

(Così rimane stabilito).

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa del seguente disegno di legge, del quale la I Commissione (Affari costituzionali) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento: S. 2235 - «Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Unione Induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione» (Approvato dalla 1a Commissione permanente del Senato) (5457); se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.

(Così rimane stabilito).

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa del seguente disegno di legge, del quale la I Commissione (Affari costituzionali) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento: S. 2236 - «Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Unione Buddhista italiana, in attuazione dell'articolo 8, terza comma, della Costituzione» (Approvato dalla 1a Pag. 33Commissione permanente del Senato) (5458); se non vi sono obiezioni così rimane stabilito.

(Così rimane stabilito).

Sull'ordine dei lavori (ore 13,41).

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, mi permetta a nome del gruppo di rilevare che i numeri a sostegno del Governo Monti oggi sono ulteriormente diminuiti. Quindi, noi riterremmo almeno opportuno che il Presidente del Consiglio venisse in Aula a riferire sulla situazione, perché è evidente che non ha più una maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Magari, se ha tempo, dopo lo spettacolo, senz'altro importante, de La Scala, di dedicarsi anche al Parlamento, crediamo che ciò sarebbe opportuno. Gli italiani dovrebbero sapere, attraverso i loro rappresentanti regolarmente eletti, che cosa vuole fare Monti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente (ore 13,42).

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite IX (trasporti) e X (Attività produttive):
S. 3533 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese» (Approvato dal Senato) (5626).

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dall'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Il calendario vigente dei lavori prevede che tale disegno di legge sia esaminato dall'Assemblea a partire da martedì 11 prossimo venturo.
Avverto in proposito che, con lettera trasmessa in data odierna, il presidente della Commissione Trasporti, anche a nome della presidente della Commissione Attività produttive, ha chiesto di differire l'inizio dell'esame del provvedimento da parte dell'Assemblea a mercoledì 12 dicembre. Conseguentemente, l'esame del disegno di legge di conversione sarà iscritto all'ordine del giorno a partire da tale data.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,45).

DANIELE GALLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, vorrei porre l'attenzione del Parlamento e del Governo rispetto alla scelta che ha fatto ENEL di dismettere la propria partecipazione al sistema nucleare francese, non partecipando a cinque nuove costruende centrali nucleari francesi di ultima generazione e ciò mentre, in Italia, è in discussione il piano energetico. Chiedo al Governo di segnalare se questo sia avvenuto in conformità con la scelta voluta, se sia stato informato di quanto è successo e se ciò sia corrispondente all'interesse nazionale.
Vorrei segnalare un ultimo particolare: l'Italia è l'unica nazione al mondo dove, essendoci un'offerta di energia doppia rispetto al consumo, anziché diminuire, il costo dell'energia è in crescendo; questo fatto è veramente incomprensibile.

Pag. 34

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 11 dicembre 2012, alle 11:

1. - Discussione della proposta di legge (per la discussione sulle linee generali):
GIANCARLO GIORGETTI ed altri: Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione (C. 5603-A).
- Relatori: Duilio e Alberto Giorgetti.

(ore 15)

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 3271 - Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia (Approvato dal Senato) (C. 5569).
e dell'abbinata proposta di legge: REGUZZONI ed altri (C. 4740).
- Relatori: Cirielli e Garofani.

3. - Seguito della discussione della proposta di legge:
GIANCARLO GIORGETTI ed altri: Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione (C. 5603-A).
- Relatori: Duilio e Alberto Giorgetti.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Di Stanislao ed altri n. 1-01030, Rugghia ed altri n. 1-01203, Dozzo ed altri n. 1-01204 e Misiti ed altri n. 1-01205 concernenti iniziative per la tutela di militari e civili in relazione alle gravi conseguenze derivanti dall'esposizione ad uranio impoverito.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00866, Terranova ed altri n. 1-00990, Rao, Briguglio ed altri n. 1-00991, Romani ed altri n. 1-00992, Caparini ed altri n. 1-00994, Oliveri ed altri n. 1-00995, Pionati ed altri n. 1-01002 e Peluffo ed altri n. 1-01005 concernenti iniziative in relazione al piano nazionale di assegnazione delle frequenze, con particolare riferimento all'emittenza locale.

6. - Discussione congiunta delle Relazioni territoriali sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia, approvate dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (Doc. XXIII, nn. 10 e 12).

La seduta termina alle 13,50.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO RITA BERNARDINI SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 5520-B

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, i deputati Radicali pur avendo votato la fiducia sul decreto enti locali si asterranno sul merito del provvedimento perché, su impulso del Governo, è stato presentato un emendamento per inserire il regolamento sotto la copertura della legge dopo che il 13 novembre scorso il Consiglio di Stato aveva negato tale copertura ritenendo che «alcune limitate parti dello schema di regolamento» dovessero esser «ricondotte a coerenza coi principi comunitari, anche allo scopo di evitare il rischio di una procedura di infrazione avente ad oggetto il nuovo atto normativo».
Il Governo, piuttosto che elaborare meglio il concetto di attività economica, in teso in senso comunitario, ha preferito la scappatoia di «legificare» il regolamento, andando contro le azioni giurisdizionali relative ai possibili aiuti di Pag. 35Stato legati all'esenzione del pagamento di tasse da parte della CEI. La decisione del Governo fa seguito a quella di finanziare lautamente le istituzioni scolastiche parificate. Con questa norma, oltre ad ampliare le esenzioni per tutta una serie di attività non caritatevoli o strettamente connesse alla religione, si renderà anche molto più complessi e onerosi gli eventuali ricorsi delle amministrazioni locali.
Ultimo, ma per questo non meno importante, ci si espone così a nuove censure in sede nazionale ed europea, dopo la Corte di Strasburgo (sentenza 7 giugno 2011, Agrati ed altri contro Italia) e la Corte costituzionale italiana (sentenza n. 78 del 2012), ci mancava soltanto la Corte di Lussemburgo a completare il coro di coloro che censurano questa peculiarità tutta italiana.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 5603

Pdl n. 5603 - Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatori 20 minuti (complessivamente) 20 minuti
(complessivamente)
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 4 ore e 38 minuti
Popolo della Libertà 51 minuti 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 50 minuti 1 ora e 2 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 34 minuti 26 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 33 minuti 24 minuti
Popolo e Territorio 32 minuti 22 minuti
Italia dei Valori 32 minuti 22 minuti
Misto: 35 minuti 28 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 7 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti 3 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti 2 minuti
Diritti e Libertà 3 minuti 2 minuti
Fareitalia per la Costituente
Popolare
3 minuti 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 2 minuti
Autonomia Sud Lega Sud Ausonia - Popoli sovrani d'Europa 2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Movimento per le autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5520-B - odg 9/5520-B/11 391 280 111 141 38 242 54 Resp.
2 Nom. odg 9/5520-B/12 395 295 100 148 50 245 54 Resp.
3 Nom. odg 9/5520-B/13 401 300 101 151 50 250 52 Resp.
4 Nom. odg 9/5520-B/14 410 306 104 154 50 256 52 Resp.
5 Nom. odg 9/5520-B/15 407 303 104 152 51 252 52 Resp.
6 Nom. odg 9/5520-B/17 411 296 115 149 40 256 52 Resp.
7 Nom. odg 9/5520-B/18 412 304 108 153 50 254 51 Resp.
8 Nom. odg 9/5520-B/19 423 310 113 156 50 260 51 Resp.
9 Nom. odg 9/5520-B/20 421 301 120 151 41 260 51 Resp.
10 Nom. odg 9/5520-B/21 418 297 121 149 43 254 51 Resp.
11 Nom. odg 9/5520-B/22 421 312 109 157 41 271 51 Resp.
12 Nom. odg 9/5520-B/24 422 312 110 157 51 261 51 Resp.
13 Nom. odg 9/5520-B/25 425 299 126 150 41 258 51 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/5520-B/40 430 315 115 158 44 271 51 Resp.
15 Nom. odg 9/5520-B/45 431 304 127 153 41 263 50 Resp.
16 Nom. Ddl 5520-B - voto finale 422 269 153 135 268 1 39 Appr.